________________ Odi
et amo. Quare id faciam fortasse requiris nescio, sed fieri sentio et excrucior ________________ Figlia
della neve, regina delle lande ________ ISAAC Per
tanto tempo, ma davvero tanto come fosse eterno, ho aspettato questo momento,
il momento di potermi vendicare. Ormai mi sono abituato a questa maledetta cicatrice
sul volto, e non mi fa più male, è un'altra la cosa che mi preoccupa
una
ferita che non si chiuderà mai del tutto, una cicatrice che continuerà
a farmi male in eterno. Tu non mi hai privato solo di un occhio, ma anche dell'orgoglio
di un cavaliere, e della stima del proprio maestro. Tu, ingrato, hai osato fare
del male perfino a lui, all'uomo al quale devi tutto. Dobbiamo tutto
Spesso
penso che la colpa sia anche mia, perché non c'ero quando tu hai commesso
quel disperato atto di ribellione. Sarei dovuto venire dagli oceani fino al Grande
Tempio per fermarti; avrei dovuto farlo anche se Acquarius mi avrebbe detestato
per questo. Perché non ti ho lasciato morire quel giorno? Perché?
Tu lo meritavi! Perché diavolo dovevo essere attaccato a te, come un
uomo è attaccato al proprio fratello, nonostante tutto? Tu non volevi diventare
un cavaliere di Atena, ma solo raggiungere la forza necessaria per spaccare i
ghiacci. Quando me lo dicesti, pensai che ti avrei ucciso con le mie mani, ed
avrei dovuto farlo. Il problema è che ero troppo attaccato a te. Tu arrivasti
a colmare la mia solitudine; eri come un'alba, ho sempre adorato la tua amicizia,
e ti tenevo nel mio cuore come una delle cose più care che avevo. Forse
la *più * cara
Non avevo assolutamente niente, genitori morti, amici
zero. Solo una grande aspirazione. Ma
a nessuno piace essere soli, ed un
sogno non ti fa certo compagnia, certo, può dare un senso alla tua vita,
ma sono altre le cose che danno quella sensazione di completezza
solo perché
avevo trovato, solo perché avevo trovato un altro infelice come me pensavo
di poter continuare a vivere. Quando seppi che anche tu ti saresti allenato per
diventare cavaliere dello zodiaco, mi sentii bene come non ero mai stato: ora
avevo qualcuno con cui parlare, qualcuno a farmi compagnia, qualcuno con cui condividere
la mia aspirazione
o almeno, credevo che fosse così. La realtà
era che tu ti comportavi solo da approfittatore. I tuoi scopi non erano nobili.
E nonostante tutto volevi andare avanti
seppur sapessi che non avresti ottenuto
l'armatura del cigno in quel modo, hai voluto insistere, e sei arrivato a destinazione.
Tu ti sei lasciato guidare da un punto debole e sei arrivato in alto. Dove volevo
arrivare io. Avrei dovuto lasciarti morire quel giorno, la tua follia ti aveva
accecato, e stavi per morire. Perché mi sono tuffato per salvarti? Sono
stato io a rimetterci! Ed ora sei qui di fronte a me, Cristal, con in faccia quell'espressione
che conosco fin troppo bene, e le solite maledette lacrime agli occhi. Quegli
occhi di ghiaccio, che a vederli sembrano quelli di un vero uomo, ma che in realtà
tradiscono solo ipocrisia. È inutile che piangi, non hai ritrovato un amico,
solo il tuo futuro carnefice. I ruoli si sono invertiti, Cristal, ora tocca a
me strapparti ciò che hai di più caro. Il sogno, l'orgoglio, le
aspirazioni di una vita, lei
tutto è andato in frantumi. "Isaac
amico
mio
" la tua assurda debolezza ti tradirà ancora. Sei già
accasciato al suolo in lacrime, io mi avvicino "Cristal
" e
sferrò il mio potentissimo calcio con tutta la forza che ho. Tu voli all'indietro
per qualche metro, il naso ti sanguina copiosamente; ti rialzi dopo un po', il
tuo sguardo si è fatto ancora più mortificato
"Isaac
"
ti butti in ginocchio ed inizi a farfugliare fra i singhiozzi "Ti prego
prendi
un mio occhio
". Giuro che non chiederei di meglio. Tu non sai cos'
ho provato quando ho sentito quella fredda punta di ghiaccio penetrarmi di prepotenza
nell'occhio destro, ma non è questa la vendetta migliore. Sarebbe niente
in confronto a quello che potrei fare, un occhio in meno non ti creerà
molti problemi, mentre io voglio che la paghi cara. "Se proprio insisti
"
velocemente di colpisco alla palpebra, ma non ti ho accecato. Non pensare che
l'abbia fatto per pietà, ma solo per non sprecare tempo in cose inutili.
"Perché
Isaac? Perché
?" Hai addirittura
il coraggio di chiedere perché?! Ti darei dello sconsiderato, ma in realtà
critichi qualcosa che non conosci
Non mi sembri affatto un uomo
non
sei degno di quell'armatura, sembri piuttosto una donnicciola. Per me eri talmente
importante, ma mi hai rubato tutto. E hai osato alzare la mano perfino su di lei
la
mia bellissima Anya, figlia della Neve, che regna sovrana sui paesi del freddo
eterno. "Perché??" "Pensa a lei! Cosa credi che ti
direbbe?" Questo non dovevi farlo! Ti aggredisco con rabbia e violenza,
stavolta rischi davvero di morire per mano mia! "Non osare mai più
parlare di lei con le tue parole da traditore, non sei degno di pulirle le scarpe!"
tu sei un burattino nelle mie mani: non ti opponi, non reagisci, davvero non ti
importa se ti ucciderò? "Come immaginavo, ce l' hai con me, ancora
per lei
Anya
" Il solo sentir pronunciare quel nome mi fece
tremare le mani. Anya
figlia della Signora Neve, regina delle lande
non
riesco più ad immaginarmi un mondo senza gli occhi della mia piccola, dolce
bambina
l'amavo più di qualsiasi altra cosa
e l' ho persa. L'abbiamo
persa. Devo recuperare la calma
devo sapere una cosa importantissima
"C'è
una cosa che ho sempre voluto chiederti
perché hai lasciato che morisse?
Come hai potuto
anche tu l'amavi
" "Si, l'amavo
ma
non potevo fermarla
" l'immagine dei suoi capelli inzuppati di neve
e
i suoi occhi chiusi per sempre
mi feriva come una lama affilata. "Là,
nella lontanissima e fredda Siberia, Signora Neve piange per la perdita della
figlia; e le lande desolate continuano a chiamare a gran voce la loro regina."
CRISTAL
Il sangue mi brucia in un occhio, e tu quasi
mi stai soffocando per la troppa foga. Anya
questo nome mi fa male
e
quella parola... "Docvidanija". L'unica cosa che ha detto prima di spegnersi
come una debole fiammella al vento gelido. Lei, che era così regale e maestosa.
Lei, che era la sovrana assoluta delle lande distese e ghiacciate. Quell'immagine
così dolce è come veleno per noi che siamo rimasti in vita, e non
possiamo dimenticarla. Quei suoi fulgidi capelli
e gli occhi di quel colore
così particolare e terribilmente bello,e la sua voce dolce
non potrò
mai dimenticarla. Era così speciale: il suo sguardo attento quando leggeva,
o scriveva, la sua risata cristallina, la sua dolcezza
Avrebbe potuto sciogliere
perfino la montagna del ghiaccio eterno. Era impossibile non amarla, così
bella ed intelligente, ma allo stesso tempo ostinata come una bambina e capricciosa
a non finire. Entrambi l'amavamo più di ogni altra cosa, e perfino il maestro
Acquarius ne era affascinato. Forse hai ragione tu, Isaac, sono solo un'ipocrita;
io con i miei punti deboli ho acquisito ciò che non mi meritavo, la mia
debolezza mi ha portato in un mondo che non sento mio, dove niente mi da conforto.
C'era solo lei
. Mi manca come non mai. Ora lei è là, i ghiacci
ospitano il suo corpo in modo che la sua giovinezza rimanga eterna. Signora Neve,
la quale regna sovrana, piange ancora per la sua perdita. Lei era l'unica che
mi desse un po' di coraggio, che mi ricordasse che tutto non andava poi così
male, ma ora che non c' è più nemmeno Anya
. Non so cosa ti
abbia spinto quel giorno a tuffarti nelle gelide acque per seguire uno stupido
come me. Perché l' hai fatto? Anche tu amavi Anya quanto l'amavo
io, avresti potuto togliermi di mezzo per sempre. E poi, io non mi meritavo
di diventare cavaliere di Atena, se fossi morto per la mia assurda boria tu avresti
ottenuto di diritto l'armatura del cigno. Invece ce l' ho io, ma so che non me
la merito quanto la meriteresti tu. E adesso sei qui davanti a me, i tuoi
capelli biondi come i miei, ma solo di qualche tonalità più scuri,
il tuo occhio verde ed una cicatrice profonda al posto dell'altro. So quanto mi
stai odiando, e hai ragione, non sono così codardo da non ammetterlo. Però
io so che fra noi ci sarà sempre un'alchimia incomprensibile, odio e amore,
siamo come fratelli e come estranei. Abbiamo significato l'uno per l'altro più
di quanto possiamo immaginare. Almeno è stato così prima che arrivasse
Anya. Non le posso attribuire nessuna colpa, lei non poteva immaginare cosa sarebbe
successo, e poi l'amo troppo per condannarla. Ma adesso un lugubre canto funebre
risuona per i vasti banchi nevosi. Il ghiaccio piange per la perdita della sua
regina. Un lutto infinito per il bellissimo gelo infuocato che le ardeva negli
occhi. ---------------------------- Due anni prima ISAAC
Anya
è entrata nelle nostre vite un comunissimo giorno di allenamento. Sia io
che Cristal non ci aspettavamo quest'arrivo improvviso, e, sinceramente, non l'avevamo
chiesto, ma non ci aveva nemmeno sfiorato l'idea di avere qualcun altro lì
con noi. Entrambi eravamo contenti per ciò che avevamo. L'uno aveva la
compagnia e il sostegno dell'altro. Ma quando quella mattina vidi il maestro
Acquarius raggiungerci tenendo per mano una bambina della nostra età capii
che qualcosa si sarebbe rotto, e qualcosa sarebbe nato. "Questa è
Anya, suo padre non c'è più, e mi ha chiesto di prendermi cura della
sua bambina. Abbiamo bisogno di qualcuno che allievi la nostra solitudine ragazzi
qualcuno che si prenda cura di noi." Non so cosa provò Cristal
in quel momento, ma io rimasi molto stupito da quelle parole: il maestro Acquarius
aveva ammesso di avere bisogno di qualcuno. Anche lui, che sembrava così
forte e pienamente soddisfatto anche se solo, sentiva chiaramente il bisogno di
avere una figura stabile su cui appoggiarsi. Del resto, mentre ci allenava aveva
pochissimi anni più di noi, lo si poteva definire un coetaneo. Io e Cristal
avevamo circa otto anni ciascuno, mentre lui ne doveva avere circa dodici. Ma
nonostante questo era già un uomo allora, un cavaliere fortissimo e stimato,
ed un grande maestro. Io e quella strana bambina ci guardammo a lungo negli occhi:
sembrava già che stessimo scoprendo di avere molte cose in comune. Fra
noi si era subito creato un solido cordone ombelicale che ci avrebbe uniti per
sempre. E fui stupito nel notare che ero geloso, quando vidi che se la intendeva
anche con Cristal. Ma quello fu soltanto l'inizio. Durante l'infanzia non accadde
niente di speciale fra di noi, eravamo solo bambini e troppo immaturi per poter
comprendere un sentimento nobile come l'amore; ma una volta cresciuti le cose
cambiarono. La vidi diventare una donna da un giorno all'altro, e piano me ne
innamorai. Non ho mai saputo cosa provasse per me, ad ogni modo è sempre
stata una donna strana ed incomprensibile; sapeva nascondere benissimo le emozioni
e di conseguenza nessuno sapeva cosa provasse veramente. Tutto il giorno sui libri,
adorava leggere più di qualunque altra cosa, e leggeva di tutto; poi scriveva
anche dei racconti, che però non ho mai letto. Non si sapeva nemmeno dove
li nascondesse, ma la notte la sentivo spesso alzarsi per uscire al freddo a scrivere
o disegnare. I suoi disegni invece li vidi, non che fossero particolarmente belli
riguardo allo stile e tutto, ma avevano quel qualcosa che li rendeva affascinanti.
Anya trasmetteva la sua *propria * essenza su carta e vi dava forma. Poi li gettava
miseramente. Ancora non capisco perché lo facesse, non sono mai riuscito
a capirla, ma non ho mai potuto fare a meno di amarla. Nella sua natura così
strana, ma dolce, era unica. Mi incantavo ogni volta a sentire la sua voce o la
sua risata, poi quegli occhi
quanto amavo quel colore così raro e
delizioso. Ma ancora di più amavo lei, più di qualsiasi altra cosa.
La notte la guardavo dormire e ringraziavo Dio per avermi permesso di stare vicino
a quell'incredibile creatura, ma allo stesso tempo soffrivo. Sembrava sempre triste,
ed io che l'adoravo desideravo solo poterla stringere a me, dirle che l'amavo
e baciarla ed amarla con tutto il mio corpo e tutto il mio cuore. Ma giuro di
non aver mai osato toccarla. Stavo bene se c'era lei con me, la sua presenza
mi dava sicurezza e mi faceva sentire bene: mi piaceva sapere che c'era sempre
qualcuno disposto ad accoglierti con gentilezza e con un dolcissimo sorriso. Sarebbe
stato ancora meglio se quello fosse stato solo per me. Sapevo che anche Cristal
era innamorato di lei. Solo che lui era più sfrontato ed impertinente,
cercava sempre un'occasione per il contatto e di farle capire i suoi sentimenti.
Una volta ha osato perfino baciarla di prepotenza!! Li stavo spiando da
lontano, ma avrei tanto voluto essere là con loro per potergli spaccare
la faccia ed obbligarlo a chiederle perdono in ginocchio!! Non so di preciso
cosa stesse accadendo, ero uscito per raccogliere della legna, e mentre tornavo
li vidi parlare fuori al freddo. Erano l'uno poco distante dall'altra, Anya stringeva
fra le mani un libro come al solito e lo guardava incuriosita, Cristal aveva qualcosa
di strano. Stavano in piedi e non parlavano. Solo si fissavano ognuno con un'espressione
diversa: lo sguardo attonito della mia dolce Anya contrastava con quello fermo
di Cristal, e si prevedeva il disastro
Fu un attimo. Quel maledetto spergiuro
si avventò su di lei, le prese con forza le spalle candide e sussurrò
un "Ti amo" veloce ma comprensibilissimo prima di attaccare le sue labbra
pallide a quelle cremisi di lei. Avrei voluto morire. Come osava profanare
quel candido giglio che era la mia dolcissima Anya? Lei non si oppose ma non
ricambiò nemmeno: continuava a stringere fra le mani il caro libro che
probabilmente aveva già letto tre volte e fissava il vuoto con gli occhi
sbarrati. Chissà cosa pensò in quel momento? Forse aspettava che
io andassi là e la difendessi, oppure, desiderava che Cristal continuasse
solo che non riusciva a reagire. Lui continuò per un bel po' di tempo,
e lei rimase sempre immobile. Io che guardai tutto da lontano mi sforzai di non
imprimere un solo particolare di quell'orribile momento, ma era inutile, perché
ogni istante passato con lei era sempre nella mia memoria. Ricordo ancora perfettamente
quando il maestro ci spiegava delle mosse e lei faceva delle facce strane e torceva
le sue belle labbra rosse in smorfie di disappunto buffissime
Quanto mi manca
ACQUARIUS
Sapevo che i ragazzi avrebbero amato Anya più di qualsiasi altra
cosa. Lo capii subito appena la vidi: ero andato in città per fare delle
compere, quando sulla strada del ritorno vidi una uomo sbracciarsi verso di me
come se mi chiamasse. Mi affrettai a raggiungerlo, e notai che era stranamente
pallido e che tremava anche; si gettò ai miei piedi e mi supplico fra le
lacrime. All'inizio non capii cosa voleva dire, perché in effetti era troppo
debole perfino per stare in piedi ed aveva fatto un enorme sforzo nel richiamare
la mia attenzione; ma riuscii a strappargli poche parole "
la prego
la mia povera
bambina
" detto questo spirò. Lo presi in
braccio e lo portai nella piccola capanna nella quale viveva, lo deposi sul suo
letto quando vidi arrivare verso di me una fanciullina . M'incantai subito nell'osservare
la fronte ampia e chiara, i capelli lunghi fino a metà schiena di un bel
color castano chiarissimo - biondo, ed il portamento regale ed orgoglioso. Ma
la cosa che mi colpì di più furono gli occhi. Un colore tanto bello
quanto raro. Ci fissammo a lungo, così potei seguire attentamente con lo
sguardo gli squarci color cielo terso partire dall' iride perfetto e disperdersi
in ramature verde acqua fino ad arrivare a delinearne il contorno con uno spesso
tratto verde scuro - blu. "Chi sei?" le chiesi titubante "Sono
la Regina delle lande" Quanto solennità e quanta maestosità
in quella melodiosa voce da bambina - adulta! Forse era suo padre che le aveva
detto una cosa del genere "Conosci quest'uomo, vero?" "Era
mio padre" Mi stupii della sua lucidità e dell'apparente distacco
con cui aveva parlato, in fondo era solo una bambina
Si avvicinò al
letto e gli chiuse gli occhi con le sue manine bianche candide; io le circondai
le spalle e mi sforzai di parlare il più dolcemente possibile "Mi
occuperò io di te, adesso
" lei annuì senza smettere di
fissare il corpo esanime del padre "Sai, ci sono già due bambini
con me
li sto allenando per diventare cavalieri, vedrai che non ti annoierai
"
lei proseguiva ad acconsentire senza scomporsi minimamente. Mi accorsi che nonostante
fosse di almeno quattro anni più giovane di me, aveva già la maturità
di un adulto quale ero io. Del resto in Siberia, dove tutto è luce e gelo,
non ti puoi permettere di restare bambino troppo a lungo, e comunque non avrai
mai un'infanzia simile a quella degli altri ragazzini. "Come ti chiami?"
le chiesi per rompere il silenzio che si era creato attorno a noi, lei coprì
il volto del padre con il suo fazzoletto, si girò verso di me e sorrise
cercando di mascherare il dolore "Anya" rispose. Sorrisi a mia volta,
poi la presi per mano e ci avviammo alla capanna che condividevo con Isaac, Cristal
ed ora con lei. Appena vidi come si guardavano reciprocamente, capii che sarebbe
successo qualcosa, ma non avrei mai potuto immaginare cosa
Lei leggeva tutto
il giorno, si nutriva di libri, e di scrittura. Scrisse dei racconti meravigliosi,
che fece leggere solo a me: la cosa che mi colpì di più fu la poesia
e la malinconia di quei racconti
non so perché li nascondesse agli
altri, forse perché si sentiva più a suo agio in mia compagnia.
Fra di noi c'è sempre stata un'incredibile intesa. Isaac e Cristal non
se lo immaginavano nemmeno, ma Anya ed riuscivamo a intenderci anche solo con
uno sguardo. Anya da bambina quale era, crebbe e divenne sempre più intelligente,
sempre più unica e sempre più bella. La sera, quando gli allenamenti
erano finiti, si metteva su una sedia a dondolo proprio davanti al camino e ci
leggeva qualcosa con la sua voce melodiosa. Inutile dire che, totalmente persi
nella contemplazione del suo viso dai lineamenti dolci, non ascoltavamo quasi
nulla. Quando leggeva, i suoi occhi oltremare si approfondivano sempre di più
e assumeva un'aria del tutto pacifica. Era più giovane di me di quattro
anni, ma la sua maturità e la sua intelligenza erano inverosimili; era
l'unica persona in grado di capirmi, di farmi capire che c'era un mondo al di
fuori di quello dei saints, e
mi faceva sentire come un uomo qualunque
che necessita solo della vicinanza delle persone che ama. Erano tre le persone
che amavo più di ogni altra cosa: Isaac, Cristal e soprattutto Anya. Me
ne accorsi solo quando divenne abbastanza grande da farmi notare che nonostante
fosse molto più giovane di me ( quattro anni di differenza erano molti,
dato che allora considerato già un uomo maturo) mi comprendeva e mi appoggiava.
Ma il mio amore era diverso da quello degli altri due: io non l'amavo come un
uomo ama una donna. No, non c'era egoismo nel mio affetto. Lei per me era sacra,
ed insuperabile, un angelo candido
che di sogni è vissuto ed è
morto. Continua.... |