"Qui
c'è molto che fare con l'odio,ma più ancora con l'amore.O amor litigioso!
odio amoroso! O tutto,che dal nulla fosti creato! O grave leggerezza! o seria
vanità! o caos informe composto di forme vaghe! piuma di piombo,fumo splendente,gelido
fuoco,salute inferma! sonno vigile,che non è quel che è! Questo
è l'amore ch'io esperimento,senza che in tutto questo io provi amore..."
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Gli
alberi di ciliegio erano ormai in fiore, e i petali rosa danzavano di fronte ai
suoi occhi azzurri, come cullati dal vento, mentre svogliatamente attraversava
il viale che, da quel giorno in poi, l'avrebbe condotto alla sua nuova scuola.
Non
era certo così romantico da intenerirsi per quel paesaggio tipico delle
primavere giapponesi, tuttavia ne rimase affascinato... nel suo Paese la primavera
non si mostrava con questa bellezza... mentre pensava a ciò raggiunse il
Liceo Hirai.
Un edificio pulito ed ordinato,dallo stile sobrio,circondato da
un ampio cortile che lasciava spazio ad una struttura più bassa sulla destra,dietro
la quale si poteva intravedere la pista di atletica,che si estendeva fino ad un
piccolo parco:questo era lo scenario che lo accolse.
Le lezioni dovevano essere
già iniziate,poiché non vi era alcuno studente in giro, il che dava
al tutto un aspetto ancora più severo.
Ci mise una manciata di minuti
per trovare la presidenza:giunto davanti alla porta,diede un ultimo sguardo annoiato
all'appunto che le aveva lasciato la segreteria,dopodiché bussò.
Ad
accoglierlo fu un uomo di mezz'età, alto e di spalle larghe, dal viso duro
e l'espressione seriosa. Guardò il nuovo entrato e notando i suoi capelli
biondi capì subito chi egli fosse e cosa volesse...
"Prego,accomodati."
iniziò il preside in tono piatto ma che risuonava velatamente come un ordine.
Il
ragazzo si sedette dove gli era stato indicato, lanciò un'occhiata fugace
fuori la finestra, poi prese a parlare in un giapponese non propriamente perfetto;
"Sono
il nuovo studente, quello che viene da Praga. Mi è stato detto di venire
da lei, per farmi presentare dal professore ai miei compagni."
Il preside,che
cercò di seguire meglio che poteva l'accento del ragazzo,annuì col
capo:
"Sì,tu devi essere Kail Mesher..." riprese iniziando
a frugare frettolosamente dentro ad uno dei cassetti della sua scrivania. Ne estrasse
un foglio,una sorta di scheda compilata con i dati del giovane,sul quale pose
una firma.
"Sei assegnato alla classe del professore Nakashi, sta facendo
lezione al secondo piano,aula 3-1. Consegnagli la tua scheda,al resto ci penserà
lui...";
Il ragazzo lasciò l'ufficio senza rispondere, e passandosi
una mano tra i capelli biondi si diresse al piano indicatogli... l'aula 3-1 si
trovava in fondo al corridoio. Era deciso a percorrerlo velocemente, senza perdere
altro tempo.
Tuttavia la sua attenzione fu catturata dai quadri, gli striscioni
e le bacheche che adornavano gli spazi vuoti tra le porte delle varie aule.
Fotografie
di atlete festanti, di cerimonie di premiazioni, ritagli di giornale e quant'altro
riempivano le cornici messe in bella vista, mentre in alto dei colorati striscioni
inneggiavano alla vittoria del Liceo Hirai del campionato nazionale di pallavolo.
Anche
la bacheca, dava bella mostra di trofei e medaglie, con l'immancabile fotografia
della squadra di volley del liceo.
Kail si fermò per vedere meglio le
foto e leggere quanto i giornali locali riportavano...; dalla foto di gruppo una
ragazza in particolare spiccava su tutte.
Non era particolarmente bella, ma
il suo volto sprigionava un fascino particolare, i suoi occhi gli conferivano
un certo carisma...
"YURI HIMEMIYA TRASCINA L'HIRAI ALLA VITTORIA!!!"
Titoli come questo campeggiavano sulle pagine sportive, accompagnati spesso dalla
foto della ragazza che aveva colpito Kail.
"Pallavolo...tsk!"
Scosse
la testa perplesso, e con le mani nelle tasche della giacca si avviò finalmente
in aula.
Ciò che vide non colpì più di tanto il ragazzo
che, giunto dinnanzi alla porta dell'aula si sistemò alla bene e meglio
la giacca e si passò frettolosamente una mano nei capelli: fare brutta
figura il primo giorno sarebbe stato quanto meno sconveniente. Avrebbe avuto molto
tempo per farlo in seguito...
Colpì con le nocche la superficie bianca
della porta un paio di volte,e la risposta della voce di quello che doveva essere
il professore non tardò a giungere,con un gentile "avanti!".
Lasciò
scorrere la porta,dietro la quale,la classe incuriosita aveva spostato la sua
attenzione sul nuovo arrivato...
"Ah,vieni,entra pure!" iniziò
il professore posando sulla cattedra il libro.
Era un uomo sui quaranta,distinto
ma dall'aspetto giovanile.
" Ragazzi,ecco il nuovo studente:il suo nome
è Kail!" spiegò Nakashi dopo che ebbe ricevuto dal biondo la
propria scheda, e cercando di sovrastare i gridolini entusiasti delle ragazze
"Perchè non ci dici qualcosa di te,Kail?"
"Dove
mi devo sedere..?" replicò il ragazzo con finta ingenuità,
desideroso di finirla con le presentazioni il prima possibile.
A quella frase
calò il gelo.
"Non...vuoi dirci nulla di te?" domandò
l'uomo perplesso cercando di apparire rilassato
"Ragazzi,Kail arriva
da Praga!"
Kail tirò un sospiro, dopodiché fece un lieve
inchino.
"Spero che mi accetterete nella vostra classe."
E a
quelle parole,d'improvviso tutto parve tornare disteso e rilassato...
"YUME!"
disse il professore alzando un pò la voce "fai sedere Kail accanto
a te!"
Lo studente dai capelli corvini, rivolse uno sguardo svogliato
al professore ed uno a metà tra il minaccioso e lo scocciato al nuovo arrivato,
limitandosi a spostare la borsa dalla sedia accanto alla sua...
"Fantastico!
Anche lo yankee russo o di dove cavolo è..." pensò sbuffando.
Kail
non ci badò mentre si avvicinava al posto, al contrario lanciò un'occhiata
all'altra estremità della classe, dove un paio di occhi vispi gliene rimandarono
uno rassicurante.
Si
sedette ed aprì il libro di letteratura inglese, tentando di sbirciare
dal vicino di posto il numero della pagina che doveva seguire, ma Akira riservò
al nuovo arrivato uno sguardo decisamente scocciato ed appoggiò in fretta
il gomito davanti alla pagina.
"Che vuoi?" domandò secco allo
studente straniero.
"Wow... ho sentito spesso parlare della grande ospitalità
giapponese..." replicò sottovoce e con un sorrisino beffardo stampato
in faccia il ragazzo biondo
"Dimmi la pagina, su... non fare il bulletto"
Akira
rimase ancora un attimo ad osservare lo straniero con sguardo truce, finchè
con un gesto secco non chiuse il volume di fronte a lui:
"Ops!"
"Oh...
che simpatico" rispose Kail sorridendo, nonostante quel ragazzo gli avesse
fatto già saltare i nervi.
Quasi rassegnato, si voltò per chiedere
la stessa cosa alla ragazza alle sue spalle, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi,
convinto che da lei non avrebbe potuto beccarsi un rifiuto
"Senti...
questo tipo è troppo stupido..." e con un cenno della testa indicò
Akira "puoi dirmi che pagina stiamo seguendo?"
"S..sì,sì,certo..."
balbettò la ragazza porgendogli il libro e mostrandogli il punto esatto
a cui erano arrivati.
Finalmente
sapeva da dove il professor Nakashi tirava fuori tutti quei paroloni che andava
ripetendo in continuazione, ed ora lo avrebbe potuto seguire
O meglio,
Kail tentava di seguire, ma come suo solito non riusciva a concentrarsi sulle
lezioni. I suoi pensieri andavano involontariamente a finire su due argomenti...
l'imbattibile squadra di pallavolo e quell'odioso vicino di banco.
"Possibile
che una squadra di un liceo possa raggiungere tanta popolarità? Se è
così, sarebbe stato meglio non fosse stata la squadra di pallavolo, ma
"
e sbuffò sconsolato
Quanto all'altro problema, non aveva molta
scelta: quell'odioso occhi a mandorla accanto a lui era il suo vicino di banco,e
sapeva che era importante tenersi buono 'il vicinato'...
"Hey..."
dandogli colpetti con la matita sul braccio per richiamarne l'attenzione "i
maschi di questa scuola sono così scarsi da farsi fregare la scena dal
club di volley femminile?"
Akira dapprima fece finta di ignorarlo,ma il
fastidio superava di gran lunga la pazienza - decisamente scarsa - del ragazzo...
"Tsk,
loro non hanno nessun campione...la squadra di volley ce l'ha eccome. Ma poi a
te che importa?"
Non sapeva neppure perchè gli aveva risposto,e
immediatamente se ne pentì.
"Gli ho dato troppa confidenza,non
va bene..." pensò.
Kail
pensò di aver ottenuto già troppo dallo scorbutico compagno di banco,
e se ne tornò a fissare il libro...
"Bene
" la voce del
professore più alta di un tono riecheggiò per l'aula "vedo
che Yume ha un inaspettato slancio alla chiacchiera oggi...dunque facciamolo parlare,
unendo l'utile al dilettevole!"
Si avvicinò al banco del ragazzo,guardandolo
con un sorriso divertito ed in un certo senso sadico:
"Continua tu...deliziaci
con le soavi parole di Shakespeare. Avanti,Romeo..."
Kail si portò
una mano davanti la bocca per nascondere un sorriso.
Immediatamente Akira si
affannò a cercare il punto ipotetico a cui dovevano essere arrivati nella
lettura
difficile, dato che aveva chiuso il libro per evitare al suo vicino
di sbirciare.
Fulminò con lo sguardo lo straniero che lo fissava divertito,
e con tono sottomesso, pronunciò un timido "non ho idea di dove siamo"
Kail, approfittando del momento, si sporse verso il compagno, e con voce amichevole
gli disse:
"Guarda, siamo qui... pagina 111... terzo paragrafo!"
"D'accordo,
Yume non ci vuole deliziare, chi vuole continuare?" domandò il professore
rivolgendosi alla classe.
Akira guardò accigliato il vicino,rifiutandosi
categoricamente di ringraziarlo e, anzi, sistemandosi bruscamente il libro davanti,
per poi girare la faccia altrove.
"Allora? Chi vuole leggere?" chiese
ancora il professore. E fu allora che una mano s'alzò al lato opposto della
classe, ed una ragazza dai capelli corvini si alzò in piedi.
"Bene,Himemiya,continua
tu..."
La ragazza si sistemò con una mano una ciocca di capelli
e, con cipiglio orgoglioso, iniziò la lettura...
"Oh,ch'ella
insegna davvero alle torce a splendere di viva luce! par ch'ella penda dalle gote
della notte,come un prezioso gioiello dall'orecchio di una etìope. E' una
bellezza di troppo valore perchè se ne possa far qualche uso, e troppo
preziosa per questa terra! tal si offrirebbe alla vista una nivea colomba in mezzo
a un branco di corvi, quale quella giovane si mostra in mezzo alle sue compagne.
Come sia finita la danza, vorrò osservare dov'ella si ritragga e, toccando
la sua, benedirò di felicità la mia mano rude.
Il mio cuore
ha forse mai amato fino a questo giorno?sbugiardalo,o vista! perchè non
ho mai veduto, prima di stanotte, la vera bellezza."
"Brava Himemiya,
torna a sedere " la interruppe il professore visibilmente soddisfatto,
e
la ragazza, nel rimettersi al posto, volse lo sguardo verso il suo compagno poco
attento, facendogli l'occhiolino.
Nemmeno un minuto in piedi, pochi versi letti,
eppure Himemiya sembrava aver attirato l'attenzione di tutta la classe; mentre
recitava i versi dell'autore inglese nessuno riusciva a toglierle gli occhi di
dosso... nemmeno Kail ne fu immune. Non era tanto la sua bellezza ad attirarlo,
ma quella sua sicurezza nel leggere, il suo non avere timore di essere presa per
una secchiona fregandosene dei giudizi degli altri, la passione che metteva nei
versi del "Romeo e Giulietta"
"dev'essere qualcosa che ama
particolarmente" pensò Kail.
Per
un attimo gli sembrò quasi di averla già vista, già incontrata
da qualche parte...
ma cacciò immediatamente questi pensieri dalla testa,
d'altra parte era quasi impossibile...si era trasferito in Giappone solo da poco...
e non conosceva nessuno, fuorché chi gli affittava casa.
********
Finalmente
la campanella annunciò la fine delle lezioni, ed ora tutti gli studenti
potevano dedicarsi a pieno ritmo con le attività dei propri club!
Kail
non ebbe il tempo di alzarsi dalla sedia che un folto gruppo di ragazze lo attorniò,
iniziando a bersagliarlo di domande, per la maggior parte terribilmente sciocche,
sulla scia di "qual'è il tuo colore preferito?".
Fu allora
che una figura che si stagliava tra quelle minute delle ragazze in preda ad urletti
di gioia, si fece strada fino a raggiungere il nuovo arrivato.
"Sei tu
Kail?" gli domandò in tono asciutto.
"Mmm... il professore
ha detto così...piacere!" gli rispose il ragazzo accennando a un inchino
del capo "se mi vuoi rubare il bento caschi male, l'ho già mangiato!"
aggiunse scherzosamente.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio perplesso,
ma subito dopo,un'espressione distesa comparve sul suo volto:
"Bene! Il
mio nome è Rei Inamoto,sono il capitano della squadra di basket! Stiamo
cercando nuovi iscritti e tu...fai al caso nostro!"
Alla parola basket
Kail sentì il petto sussultare, ma mantenne la calma; diede a vedere di
osservarsi la divisa scolastica e poi con tono sarcastico replicò:
"Cosa
te lo fa pensare, non ho mica una canotta addosso!"
"Sei alto,ed
hai una buona corporatura...sei longilineo e quindi dovresti possedere una certa
agilità! Sei quello che ci serve!"
"Quello
che vi serve è un miracolo!" da un angolo della stanza, la voce di
una ragazza interruppe l'elenco delle meravigliose qualità fisiche del
nuovo iscritto.
"Lasciatemi indovinare...Himemiya! " disse Inamoto,
sottolineando quasi con disgusto il nome.
Kail
intanto assisteva incuriosito a quello che si apprestava a diventare un interessante
battibecco.
"Indovinato..."
rispose lei con aria di sufficienza rimanendo appoggiata al davanzale della finestra.
"Ma
guardati,come sei ridotto...correre a cercare di raccattare chiunque superi il
metro e sessanta...se vuoi ti presto un paio di mie giocatrici..."
"Hai
paura che diventiamo più popolari di voi?" chiese acido il capitano
della squadra di basket.
"Non sia mai..." rispose lei avviandosi
verso la porta " ma se vuoi la proposta è sempre valida..."
Kail
si grattò il capo, mentre fissava la faccia del capitano che si andava
facendo via via sempre più rossa per la rabbia..
Inamoto trasse un profondo
respiro, per poi tornare a rivolgersi con una espressione falsamente rilassata
allo straniero:
"Allora? Che ne dici? Accetti?"
Lo
fissò ancora un attimo, notando tra l'altro la fronte imperlata di sudore...
poggiò i pugni sul banco e facendo forza su di essi si alzò e fissò
Rei con sguardo sereno...
"Mi dispiace, ma a quanto pare ho già
parecchie grane in questa scuola...preferirei evitare di stare anche in una squadra
di basso livello. Grazie comunque!"
"Eheh, Rei, vedi che non sono
l'unico a pensarla così?" si intromise Akira.
"Taci Yume e
continua a reggerti ben stretto alla gonnella di Himemiya... ribattè secco
Inamoto.
Kail
che stava per uscire si fermò di colpo...
"Ooooh...
e così il nostro Rambo giapponese, sbava dietro alla prima della classe..."
lo canzonò;
Lo
sguardo minaccioso di Akira passò da Rei a Kail in un secondo: stava per
esplodere,questa era l'idea che dava la sua espressione, tanto che le ragazze
radunatesi attorno al nuovo arrivato si allontanarono di qualche passo.
Lo
scontro sembrava inevitabile...ma inaspettatamente...una risata.
Ecco quale
fu la reazione del ragazzo, una grossa risata e niente più.
"Io..."
iniziò con tono basso rivolgendosi al capitano della squadra di basket
"...sto con i vincenti, i perdenti non mi interessano." e rivolse un'occhiata
anche a Kail, dopodiché abbandonò l'aula.
Questi
scrollò le spalle, e si voltò verso Inamoto...
"Sentito
capitano? Sta coi vincenti lui! Abbiamo qualcosa in comune a quanto pare...
dimostratemi
di essere dei vincenti... " stette per un pò in silenzio "e prometto
che mi iscrivo;
"Dei vincenti??" ora era Inamoto che pareva dover
esplodere da un momento all'altro.
Battè le mani sul tavolo e fissò
i suoi occhi dritti in quelli di Kail:
"La verità è che
tu e Yume non avete abbastanza fegato per mettervi alla prova! Voi per primi...siete
dei perdenti!"
"Ohhh...già. Beh è vero, può
darsi che tu abbia ragione... in fondo nessuno dei due ha mai visto giocare l'altro!
Magari lo scarso sono io..." replicò il biondo parlando ad alta voce,
quasi per farsi sentire da tutta la classe, mentre il capitano annuiva alle sue
parole.
"
perciò... perché non mi metti alla prova...capitano?"
enfatizzando ironicamente l'ultima parola
"Se mi batti, puoi iscrivermi
al club... me e...YUME!"
A
quelle ultime parole di Kail, una manciata di ragazze si portò le mani
alla bocca sussultando.
Tirar dentro a quella sfida anche Akira, che si era
sempre categoricamente rifiutato di entrare a far parte di quella squadra, non
era stata affatto una buona idea ed erano in molti a temere per la reazione del
ragazzo
Rei ridusse gli occhi a fessure,osservando con meticolosa attenzione
il volto di Kail...
"Parli
seriamente?"
Kail
guardò il ragazzo con stampato in faccia il suo solito sorriso strafottente...
"Come
ho detto non mi va di stare con dei perdenti... pensi davvero che mi faccia battere
da te??"
D'improvviso
il suo volto si fece serio e la voce assunse una tonalità più profonda...
"Il
basket in Europa si gioca a livelli ben diversi caro mio."
Inamoto
serrò la mascella...lasciando poi spazio ad un sorriso deciso.
"Ottimo...non
chiedo di meglio che misurarmi con te!"
Tra
i brusii degli altri studenti, il nuovo studente del Liceo Hirai, Kail Mesher,
diretto verso la palestra assieme al capitano del club di basket Rei Inamoto,
si apprestava ad affrontare la sua prima sfida da quando era in Giappone.