Atto
decisivo Vedersi,
sfiorarsi e lasciarsi "Allora a domani" Yuzo
le baciò teneramente le labbra prima di vederla scomparire dietro la porta
di casa, "Ciao!" urlò lei di rimando prima del rumore assordate
che dichiarava finalmente fine alla serata romantica con il suo ragazzo. Hikari
sorrise soddisfatta nel vedere che il fratello non fosse sveglio, anzi che non
era nemmeno rientrato, "Scommetto che ha trovato un bar e ci si è
infilato dentro!" dichiarò a una ragazza che si rifletteva sullo schermo
nero della televisione. Entrò nella cucina, aprì una mensola
e ne estrasse fuori cioccolato in polvere che poco dopo era diventato una calda
bevanda. Uscì sul terrazzo, una coperta che l'avvolgeva era chiusa con
la mano sinistra, mentre la destra teneva saldamenti la tazza, "Che bella
serata!" sospirò sedendosi sull'unica sedia disponibile. Alzò
la testa in modo da contemplare la volta celeste e contemporaneamente cercando
di non strangolarsi con la cioccolata, "Se solo TK fosse qui
"
non si stupì della frase che le era appena uscita dalla bocca, amava Takero
ne era consapevole da molto tempo eppure lui non l'avrebbe portata all'altare,
non l'avrebbe bacia, coccolata, amata come un marito sapeva fare. S'immaginò
attraversare la navata della chiesa con un splendido abito bianco, il capo decorato
da splendidi fiori bianchi, suo padre che le lasciava la mano che subito si posava
su quella candida e delicata di Yuzo, lui che le sorrideva
Respirò
tutta l'aria che poté le era improvvisamente mancato il respiro, una lacrima
le scivolo sul viso perfettamente truccato. Sapeva che si sposava con lui soltanto
perché era uno dei tanti futuri soci di suo padre, non ché il più
importante
Un'altra lacrima, "Avrei preferito restare sola
sposarmi
con un uomo che nemmeno amo
" ormai non riusciva più a fermarle
quelle lacrime. Abbassò il capo per osservare la strada brillare, quante
volte aveva immaginato Takero fermarsi sotto a quel terrazzo ad ammirarla, quante
volte aveva desiderato fare l'amore con lui e dormirci insieme fino a tardo mattino?
Molte, troppe per una ragazzina come lei, sembrava che il mondo fosse impazzito,
che la voleva veder soffrire invece di consolarla aiutarla
e improvvisamente
pianse le lacrime che aveva nascosto dietro a una maschera d'ironia.
Tirò
su con il naso, aveva pianto per ore visto che era già l'alba. Osservò
di nuovo la strada sperando di trovare quel poco di vita che le rimaneva ed ecco
un biondo ragazzo camminare sotto casa sua, i capelli legati, le mani messe a
forza nelle tasche, il viso chino
ma non poteva sbagliarsi era lui "TK!"
urlò sperando di farsi sentire, "TAKERO!" Si era sentito chiamare,
ma non capiva da dove venisse, alzò lo sguardo verso una delle case e lì
la vide: capelli corti, viso dolce, sorriso d'angelo, occhi da cerbiatto
la
sua dea
la sua incantatrice
Hikari
"Aspettami vengo giù!"
la ragazza scompari nella casa, mentre il ragazzo cercava inutilmente qualche
parola di saluto, 'Hikari quanto tempo
No!' chiuse gli occhi poi sospirò
"Ciao!" 'Ciao? Una cosa più decente no?' la ragazza sorrise,
"Ciao!" "Dove vai di bello?" "A DigiWorld!" TK
scalciò una lattina di coca, sotto lo sguardo stupito della ragazza, "Perché?"
"Stiamo cercando tutti i vecchi digiprescelti, questa volta c'è di
mezzo la nostra vita e non solo quella dei nostri digimon." Hikari rimase
un attimo in silenzio, "Tu non ci vai con loro, vero?" chiese all'improvviso
senza staccare gli occhi dall'asfalto, "No" "Lo sapevo." I
due ragazzi si lanciarono sguardi furtivi, "Non vai nemmeno da Angemon
"
Takero alzò una mano com'era ormai abitudine da quando era andato in Francia,
"È fuori discussione!" "
E non ci vai nemmeno per te!"
continuò la ragazza "Senti Hikari, ciò che io voglio fare non
deve essere d'impiccio a voi altri
Tu e il resto dei digiprescelti dovete
combattere contro un nemico
" "Io non ho mai detto che verrò!" Silenzio,
le mani di lui chiuse in due pugni che fremevano dalla rabbia, lei che cercava
di non piangere. "È questo che vuoi?" Takero spostò
lo sguardo sul viso della ragazza che non rispondeva, anzi iniziava a singhiozzare. "Ti
ricordi quando siamo scappati di casa?" il sorriso che dipingeva il viso
del ragazzo, "Eravamo venuti qui e tu non volevi assolutamente tornare a
Odaiba. Eri davvero furiosa con Tai!" rise divertito al ricordo di quella
pazza notte. "Avevo tutti i diritti di esserlo! Mi aveva rotto
"
si azzittì, non si ricordava nemmeno più lei cos'era successo "
La
bambola di cristallo che ti aveva regalato Joe" "Già! Non gli
ho rivolto più la parola per un mese!" "Sai che tormento?!"
la ragazza alzò lo sguardo verso di lui un po' confusa "Che intendi
dire? Io mi sono divertita un casino a farlo disperare!" "Tu si, ma
io dovevo sorbirmi tutte le tue confessioni che di solito facevi a Tai!"
"Ah! È così?!" la ragazza si abbassò per terra
con uno sguardo divertito e con finta rabbia, "Prendi questo allora!"
e gli lanciò una palla di neve. "Ehi! Non è valido, io non
ero pronto!" Takero prese velocemente un po' di neve e la lanciò all'amica
che la schivò, "Non mi hai beccato!" Avevano giocato tutta
la mattina ed ora la ragazza sentiva il brontolio della fame, "Andiamo!"
disse trascinando per un braccio un ragazzo ormai zuppo d'acqua. "Qui
fanno le torte più buone di tutta la galassia!" "Di la verità
scappi sempre qui quando hai voglia di dolci!" la ragazza alzò uno
sguardo divertito "Devo ammetterlo è vero!" disse avviandosi
all'interno dell'edificio. "Hikari
prima devi promettermi che ci
andrai
" la ragazza si fermò, aveva capito il significato di
quella frase, sapeva che per lui era importante "Perché?" "Per
me
" Kamiya deglutì rumorosamente "Lo sospettavo" rispose
prima di annuire. "Allora
Ciao!" disse infine Takero, "Ciao"
sussurrò Hikari vedendo il ragazzo scomparire dietro all'autobus.
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