Atto
decisivo Una
realtà inaccettabile Yamato si stiracchiò
le braccia mentre si dirigeva verso la porta che insistente continuava a suonare. "Arrivo,
arrivo!" urlò sperando di far cessare quel fracasso, con malavoglia
aprì la porta, "Se sei tu Mirko ti conviene scappa
" Davanti
a lui tre volti sorridenti aspettavano che li invitasse ad entrare, "Ciao
Matt!" Sora allungò lo sguardo dietro al ragazzo e alzandosi in punta
di piedi scrutò il corridoio semi oscuro, "Disturbiamo?" chiese
infine al ragazzo che ancora li fissava sbalordito, "N
No,certo che
no
" mandò un occhiata al fratello che allargò ancora
di più il proprio sorriso, "..Entrate pure
" I ragazzi
si sedettero sul tavolo dove solo qualche anno prima avevano festeggiato la quarta
vittoria. "Hai notizie degli altri?" chiese improvvisamente Mimi,
"Solo di Tai e Hikari
" Silenzio. "Lui è qui
è
è
ferito." Silenzio.
"Hai chiamato l'ambulanza?" Silenzio. "No
Ho paura
"
"Di cosa?" "Di perderlo." Silenzio. Sora osservò
il viso irritato di Takero, Matt se ne era andato con Mimi nella stanza accanto,
mentre lei aveva preferito starsene in cucina per quanto riguardava il ragazzo
si era alzato e aveva rivolto le spalle al fratello. Sembrava contrario della
scelta di Yamato, la stessa che aveva fatto lei
Si perché ora sapeva
che era attratta da Mimi fisicamente
"TK
" il ragazzo
rimase fermo a scrutare la via trafficata "
Perché non
"
"Odio quel nomignolo!" sbuffò "Quando lo capirete
?" "OK!
Ma non ti scaldare così!" la ragazza si era alzata dal tavolo per
prendersi un'altra tazza di caffè, "Non capisco cosa ti sia successo
in questi cinque anni, ma non credi di esagerare con questi scatti d'ira?"
gli lanciò una occhiata sperando di vedere un movimento almeno del capo,
ma nulla lui rimaneva fermo senza scomporsi. "Non sono fatti tuoi Sora!
Ciò che faccio non lo devo né a te né a nessun altro!"
"Certo ma
" "Nessun ma! Nessun Certo! Non immischiarti negli
affari miei!" Takero aveva urlato sempre senza comporsi, rimase fermo ad
osservare l'alone che piano, piano sbiadiva dalla portafinestra.
"Perché
non capisci Matt?" Mimi osservava il ragazzo che seduto accarezzava il viso
di Taichi, "Se non chiami l'ambulanza lui morirà!" "Te lo
detto non voglio perderlo
" "Non vuoi perderlo?! Così l'uccidi!
Vuoi questo? Vuoi vederlo morire?" "NO!" Silenzio. "Allora
chiama l'ospedale
" "Se ne andrà
Non ritornerà
più da me
" Silenzio. "Ti ama" "Lo so
Ma
so anche Tai non verrà a dirmelo di nuovo se lo lascio andare
" Silenzio. "Se
cerco di salvarlo tu
Tu chiamerai l'ambulanza?" Yamato annuì
non togliendo lo sguardo dall'amato. "Allora vai a prendere una bacinella
d'acqua calda, una forbice disinfettata di quelle piccole mi raccomando! Bende,
asciugamani
Tutto ciò che hai che può sembrare utile!"
la ragazza intanto si era alzata le maniche della maglietta e tolto il cappello. 'OK
gente! Inizia lo spettacolo! Speriamo solo di non combinare pasticci!' Yamato
entrò poco dopo con munito di tutto ciò che l'amica gli aveva detto
insieme anche alla valigetta di pronto soccorso. 'Calma Mimi, infondo hai studiato
medicina fina a qualche mese fa
Non sarà difficile
' prese la
forbice conficcandola nella spalla destra, cercando di estrarre il corpo estraneo,
"Io esco
" Uscì con un senso di nausea sperando solo
in Mimi. Davanti a lui Sora e Takero lo guardavano imploranti, "Non ce
lo fatta a restare lì dentro
" mando un'occhiata alla ragazza
"Te la senti di
" "Si!" rispose superando l'amico per
entrare nella stanza. "Bene sei rientrato! Credi che sia una passeggiata?!
Chiudi la porta e passami l'ago e il filo!" La porta si era chiusa
dietro di loro, Matt era rimasto davanti ad essa con lo sguardo assente e le lacrime
che gli solcavano il viso. Takero invece era ritornato in cucina per prepararsi
alcune caraffe da caffè: sarebbe stata una lunga notte. Osservò
con gli occhi il coltello che gli stava di fronte un tempo l'avrebbe preso e si
sarebbe tagliato le vene, si accarezzo le cicatrici sui polsi e quasi gli venne
da ridere al ricordo della madre spaventata. "TK! Cos'hai fatto!" Ancora
gli rimbombava nella mente quella frase, insieme allo sguardo della madre che
lo sollevava verso il suo corpo piangendo. I ricordi erano confusi, probabilmente
perché era già mezzo morto, "Poteva lasciarmi morire! Infondo
a lei non gliene mani fregato un cazzo di me!" "Di cosa stai parlando?"
il fratello maggiore stava davanti alla porta della stanza e lo guardava con occhi
preoccupati, "Di niente." "Ancora per quella faccenda di cinque
anni fa?" TK sbarrò gli occhi che sapesse? No, non era possibile
Sua
madre non l'avrebbe mai detto a lui, non voleva che soffrisse
"Fatti
gli affari tuoi!" "Lì sto facendo! Tu sei mio fratello! Mi preoccupo
anche per te!" "Non credo proprio!" aveva sbattuto la caraffa di
caffè con violenza sul muro, mandandola in frantumi, odiava quando qualcuno
gli diceva quella frase! Yamato fece un balzo indietro spaventato dalla reazione
di suo fratello, "TK
" "Smettila! Odio quel nomignolo! Odio
le persone che si preoccupano per me! ODIO TE!" Rimasero in silenzio,
solo il rumore del respiro di Takero occupava l'aria che gli circondava, i loro
sguardi che s'incrociavano, una carico d'ira l'altro pieno d'angoscia. "Perché..?"
deglutì, aspettando la risposta. "Non credevo che facessi ancora
domande così stupide" sembrava essersi calmato, la voce si era abbassata
al solito tono di prima facendolo comparire più inquietante di prima. "Tu
non c'eri mai quando avevo bisogno di te
Mamma non te la detto?" chiese
mostrando i polsi con un sorrisino beffardo quasi verso la donna che per il fratello
che incredulo aveva spalancato del tutto gli occhi. "Tu..Tu
"
"Ho tentato d'uccidermi? Si
esattamente cinque anni fa, invece quattro
anni fa ho cercato di spararmi, ma mamma è arrivata prima che potessi premere
il grilletto" sorrise quasi divertito "Dovevi vedere il suo sguardo
proprio
come il tuo in questo momento" "Basta! Basta! Cosa stai dicendo?
Sei forse impazzito?!" il sorriso scomparve dal dolce viso di Takero "ERO
impazzito! Sono passati tre anni
Ma avvolte vorrei tanto prendere un coltello
e zack!" con un dito segno una linea verticale sul polso. Rise divertito
per la faccia terrorizzata di suo fratello che a stento tratteneva il vomito che
gli saliva lungo la trachea. "Parliamo invece un po' di te. Ho saputo
della tua malattia
" gli lanciò uno sguardo indagatore, "Non
credi di essere egoista? Pensi solo a te, e a Taichi chi ci pensa?! Sarai tu a
lasciarlo solo
" osservò il fratello correre fuori dalla stanza
tenendosi entrambe la mani sulla bocca. 'Stupido
Crede sempre di poter
tenere testa e invece
' Sorrise, adorava vedere le persone soffrire, soprattutto
se quelle persone erano dei suoi parenti o vecchi amici. Sputò tutta
l'anima piangendo tutte le lacrime che aveva in corpo. 'Perché? Perché?
Perché?!' "Ti odio TK!" diede un debole pugno al pavimento piastrellato,
"Ti odio perché ti sei dimenticato l'amore che ci legava! Ti odio
per avermi trattato come uno straccio! Ti odio perché non hai rispetto
per Taichi! Ti odio
" "Mi odi per varie ragioni! Caspita credo
che dovrebbero darmi il premio di quello più odiato del mondo!" rise
impercettibilmente, "Su esci da quel cesso!" "No!" "Se
non esci da solo vengo a prenderti io!" Yamato sorrise per qualche secondo,
sarebbe stato divertente se Takero fosse entrato e lo avrebbe sollevato di peso
portandolo in sala. "Conto fino a tre
TRE" 'di già? L'uno
e il due che fine hanno fatto?' a malavoglia si alzò dal pavimento e si
diresse verso la porta, davanti a essa TK aspettava con le braccia incrociate
e un piede che batteva come forsennato contro il muro. "Finalmente era
ora!" sbuffò "Dobbiamo finire la conversazione!" Yamato
abbassò lo sguardo sperando solo di non finire ancora in bagno ad pensare
di uccidere il suo fratellino, "Cosa vuoi da me?" "Voglio che
tu mi accetti così! Come io accetto te
" "Si
"
"Bene! Ed ora scusami vado a comprare del caffè a portar via al bar
di sotto!" Prese il capotto e lo infilò con velocità, "Torno
subito
non fare quella faccia o non mi vedrai più
" disse
chiudendo la porta. "Matt!" Sora era uscita dalla stanza, e urlava
il nome del ragazzo a squarciagola, "Chiama all'ospedale!" "È
successo qualcosa?" Il ragazzo la raggiunse davanti alla porta della sua
camera, "No
Mimi dice che è andato tutto bene, ma che è
meglio fargli dare una revisione al pronto soccorso!"
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