Il
drago del cielo Fermate
il tempo! -------------------- Imeko osservava le fotografie
che la raffiguravano; in ognuna di esse vi era quel pezzettino di vita che aveva
tanto sperato di cancellare, si era ripromessa di non guardarle
di bruciarle,
ma le risultava sempre difficile. Chiuse gli occhi, i ricordi di quella giornata
le affollavano la mente
non riusciva a capire come tutto ciò fosse
accaduto, lei c'era
loro c'erano
e non l'avevano impedito! Come avrebbe
voluto ritornare indietro e cambiare tutto, ma era impossibile! "Non è
il tuo ragazzo quello?" la voce stridula di una ragazza la fece ritornare
alla realtà, 'Masao
se
no, lui non mi ascolterebbe!' "Ehi!
Bella addormentata, parlo con te!" improvvisamente Imeko si ritrovò
a fissare il ragazzo che si sedeva sotto un albero a mangiare. Perché non
si era seduto vicino a lei? Impulsivamente s'avvicinò al ragazzo che
rimuginava su una rivista di sport. "Ciao" disse lei sedendosi vicino,
il ragazzo alzò solo per qualche secondo lo sguardo e borbottò un
saluto. "Cosa stai leggendo?" "Niente che t'importi
"
non finì nemmeno la frase che la ragazza gli sfilò la rivista dalle
mani. Un articolo di calcio occupava gran parte della pagina, parlava di un
certo Ken, ma non era quello che l'aveva colpita, il nome che occupava il sottotitolo:
Andrea Schneider! Quella aveva sfidato un giocatore di calcio a karatè
e si era fatta battere?! +#########+ Camminava scalza sull'asfalto; non
metteva mai le scarpe prima di una partita, le portava fortuna. Il borsone
le colpiva la gamba sinistra ad ogni passo, ma a lei non dispiaceva, anzi
stava
ben attenta a non saltare un colpo
una specie di rito per vincere. Lontano
si ergeva la casa di Schneider, sul balcone una figura snella osservava il cielo
non
capiva perché sul suo sguardo vide preoccupazione, "Ehi! Qualcosa
non va?" "No
solo il tempo" aveva risposto con voce asciutta. +#########+
"È
un vero peccato. Ken era un ottimo portiere
" incominciò l'altro
mentre osservava il viso corrucciato della ragazza, "Quanto dista da qui
la casa di questo Wakashimazu?" chiese lei stropicciando la rivista nella
sua mano, "Come scusa?". Yayoi si osservò in una vetrina,
per la prima volta, dopo tanti anni, dei pantaloni
i suoi pantaloni... Il
cotone pesante cadeva sulle sue gambe come succedeva ogni inverno
prima
I
capelli erano raccolti in una piccola coda e i suoi occhi nascosti da lenti azzurre
si
sentiva spensierata come quel giorno, con la differenza che non sarebbe stato
uguale. Sorrise e iniziò a correre. Era da tanto che non correva,
da tanto che non si sentiva libera! Corse. Corse fino a sentirsi male. Corse
fino a giungere davanti a un campo di calcio
+#########+
senza
fiato si appoggiò alla rete della porta, mentre il borsone le cadeva per
terra. I suoi occhi marroni osservavano il campo, li si sarebbe compiuta la
finale, finalmente
era sicura di vincere. "Buon giorno!" disse
all'addetto alle pulizie che le ricambiò il saluto con un cenno della mano
mentre si dirigeva verso gli spogliatoi. +#########+ "Yayoi, cosa ci
fai qui?" la voce di Sanae la fece trasalire, "Io
?N-Niente
perché?"
balbettò per poi sforzarsi a sorridere, "Beh, oggi non ci sono partite
e il campo l'ha prenotato la Toho
Ti va di fare un giro?" Camminarono
per molto tempo in silenzio, nessuna delle due sapeva che dire, e senza rendersene
conto si trovarono davanti all'aeroporto. "Cos'è che non va?"
chiese la bruna fermandosi all'improvviso, "Niente, Sanae, niente" l'amico
scosse disperata il capo, "Non è vero. C'è qualcosa
qualcosa
che tu non vuoi raccontare
ma
" silenzio, guardò negli occhi
la rossa, "
ma ti distruggerà!" "Ti prego, non farmi
questo
". "Yayoi?!" dietro di loro una figura dai lunghissimi
capelli biondi si avvicinava a gran velocità, nella mano sinistra teneva
un borsone
un borsone da calcio. "Hyuga?" il ragazzo
si avvicinò ancora di più al letto d'ospedale, le mani che stringevano
quella piccola e pallida della sorellina, "Sono qui, Natascia
sono qui
"
"Hyuga
" le labbra della ragazzina si aprirono per respirare profondamente,
"
Hyuga
" ripeté "
perdonalo, io l'ho fatto
perché tu no?". Lo sapeva lui il perché, non avrebbe
mai perdonato quel bastardo! Dopo quello che aveva fatto la sua sorellina, dopo
averle fatto violenza. "Promettimi che non gli farai del male
promettimelo
"
il ragazzo inchinò il capo fino a sfiorare con la propria bocca le proprie
mani, mentre copiose lacrime scendevano lungo le sue guance, "Non posso
"
"Prometti
" respirò ancora profondamente, il capo si alzò
leggermente dal cuscino mentre gli occhi si sgranarono, poi ricadde pesantemente
e chiuse le palpebre, un dolce sorriso donava gioia sul suo viso e la piccola
mano scivolò da quelle forti del fratello. Ormai Hyuga non riusciva
più a trattenere il dolore che provava per Natascia e si lasciò
in un pianto angosciato.
I suoi occhi fissavano il viso della ragazzina,
i capelli sparpagliati sul cuscino si muovevano in una delicata danza che il vento
comandava
si muovevano dolci, quasi spaventati di ferirla, ma loro
loro non sapevano che lei era morta. "Buon compleanno
sorellina".
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