PRIMA
O POI DEVE SUCCEDERE
CAPITOLO 2
Per Patricia?!
Il ragazzo era seduto sul letto, il braccio destro completamente fasciato
e due dita dell'altra mano sfioravano con leggerezza le strisce ormai
rosse, la testa inchinata come ad osservare quel movimento, ma gli occhi
spenti non lo vedevano.
Mark si sedette accanto a lui, quel ragazzo non era Ed, non era il suo
migliore amico
lui non avrebbe mai avuto quello sguardo morto.
L'ex-portiere della Toho alzò leggermente il capo, per poi riabbassarlo,
"Ed
", Mark si bloccò di colpo, non sapeva cosa
dirgli
eppure sapeva che qualcosa doveva fare, per Warner
ma
le parole erano talmente confuse nella sua mente che non riusciva nemmeno
a formulare una frase.
"Vattene" la voce rauca ma decisa espresse in una parola il
desiderio di Ed
la solitudine, ora voleva solo rimanere lì
a non pensare e a non ascoltare.
***
Era morto, il suo James era morto, tenuto in vita solo da delle macchine,
il suo bambino
delle lacrime scesero sul suo viso, ora cos'avrebbe
fatto senza di loro? Si sentiva svuotata nell'anima, e derubata nel
cuore
come poteva una donna reggere ad un dolore così grande?
Strinse la mano di Jason, "Almeno tu, non lasciarmi", ma cosa
stava succedendo? Non era dunque riuscita a salvare suo fratello? Ma
lui lo sentiva ancora il cuore di James battere, il suo respiro, fievole
ma c'era
allora perché tutto quello? Perché sua madre
lo implorava ancora? Dio! Quanto era difficile capire, quanto era doloroso
non poter esprimere i propri sentimenti!
Jason distolse lo sguardo dalla madre per posarlo sulla volta celeste,
ormai il mattino era alle porte ma lui poteva ancora vedere le sue amate
stelle, ed era a loro che implorava di ritornare a quel lontano giorno,
era ad esse che chiedeva di poter cambiare il destino che aveva causato
tante sofferenze a sua madre
Ma le stelle cosa potevano fare? La
risposta era semplice, e Jason la pronunciò come se essa fosse
la chiave d'ogni problema, ma allo stesso tempo il vicolo cieco
"Nulla"
***
Sonja chiuse gli occhi, erano ore che stava lì ad aspettare
che qualche medico si decidesse a darle notizie di suo fratello.
Oddio, quanto si odiava
era stata lei, la causa di quell'incidente,
invogliando Alan a realizzare il suo sogno di notte, quando suo padre
non lo avrebbe visto, quando nessuno poteva giudicarlo
Ecco, le
conseguenze della sua stupida idea!
Un uomo sui cinquant'anni camminava nervosamente lungo la sala d'attesa,
non riusciva ancora a capacitarsi dell'accaduto, suo figlio che cadeva
dall'albero alle tre del mattino
ed era tutta colpa sua, si, era
solo lui il colpevole
negare al figlio, la sua felicità,
negargli di vivere come voleva
che mostro che era stato! Ma ora
sarebbe cambiato tutto, oddio, avrebbe lasciato Alan seguire i suoi
sogni
ma ora Dio doveva far vivere suo figlio
All'improvviso un medico uscì dalla sala operatoria, il viso
tirato e gli occhi parlavano da soli
Sonja osservò l'uomo
parlare con suo padre, parole confuse, sussurrate, e il volto del suo
genitore che diventava puro terrore
***
Patricia correva lungo il viale dell'ospedale di Tokyo, il cuore le
batteva a mille, non poteva crederci, non riusciva
lui non poteva
averle fatto questo!
"O Dio, ti prego salvalo", lei non sarebbe riuscita a sopportare
la morte di Alan, non dopo quello che lui l'aveva fatto
non dopo
tutto ciò che aveva passato per causa sua
Entrò nella sala d'aspetto, Sonja era lì, lo sguardo disperato,
ma il viso impassibile, come sempre
prese il coraggio a due mani
e si avvicinò alla sua carissima amica, "Sonja
come
stai?" le era arrivata spontanea quella domanda, ma subito dopo
si rese conto di quanto fosse stupida, "Scusa
e che
"
che, cosa? Non sapeva nemmeno cosa voleva dirle...che fare? Si sedette
accanto a lei, e le cinse le spalle con un braccio trascinandola verso
il suo petto, come aveva sempre fatto Crocker
"E' ancora
vivo
ma
oddio adesso mi odierà all'infinito!"
sussurrò la ragazza cercando di trattenere le lacrime, Patricia
la guardò confusa, non riusciva a capire ciò che nascondeva
l'amica, aprì la bocca per dire qualcosa ma venne bloccata dalla
tormentata voce di Sonja, "Ha perso l'uso degli arti
è
paralizzato dalla testa ai piedi!" questa volta l'amica non riuscì
a trattenere le lacrime che scesero senza suoni lungo le guance.
No, non poteva essere, no lui
non ora
non così
***
Si buttò sulla prima sedia che aveva visto, il viso distrutto
dal dolore, no, Ed in quella stanza non c'era, seduto sul letto c'era
soltanto un uomo vuoto
Si guardò in giro, in cerca di una macchinetta da caffè,
ma una ragazza dai lunghi capelli marroni attirò la sua attenzione,
"Ma quella è Patty!", accarezzava i capelli neri di
un'altra ragazza che piangeva, mentre gli occhi di Patricia erano fissi
come se cieca
Lentamente si avvicinò a loro, sfiorò con una mano la
spalla della manager, la quale sussultò "Mark?"
***
Erano ore che fissava il soffitto, il ricordo di quelle urla non lo
lasciava dormire, aveva perfino tentato di telefonare a casa Derrick,
ma nessuno rispondeva, allora gli era assalito un dubbio
ma sperava
sorrise,
era solo capace di sperare
Guardò l'orologio, erano solo le sei del mattino, non poteva
chiamarla
lo avrebbe strozzato! Ma se non lo faceva si sarebbe
sentito così per tutta la giornata; senza nemmeno pensarci prese
il telefonino, compose il numero e attese.
Una voce stanca accolse impreparato Julian, "Amy
oggi verresti
con me a trovare i vecchi amici?
Così, è da tanto
che non li vediamo, e vuoi dirmi che tu non vuoi incontrare Patty
OK,
passo da te alle 7.30
ciao", spense il cellulare e sospirò,
gli era davvero costato molto dirle una così futile scusa
ma
ormai era fatta, certo che anche Amy poteva essere più entusiasta
Si alzò dal letto, non capiva perché la sua manager avesse
chiuso i legami con Fujisawa, eppure aveva sempre legato con tutti
e
così all'improvviso aveva tagliato i ponti
Perché aveva acetato? Ormai Patricia la odiava, e lei non sapeva
come rimettere a posto la loro amicizia
Non avrebbe mai dovuto
dirglielo!
Eppure, sentiva che Patty la stesse chiamando, per qualche arcano motivo
sentiva
il suo nome urlato disperatamente, come se lei fosse l'ultima ancora
di salvezza
ecco, ora lo sapeva, era stata quella sensazione a
farle accattare, una smorfia si disegnò sul viso della ragazza
la
sua vita, il suo destino, erano creati da semplici emozioni
***
Si prese la tazza di te fra le mani, mentre Mark sorseggiava il caffè
chi
dei due avrebbe dovuto iniziare?
"Ed...", Patricia alzò lo sguardo, che centrava Warner?
"
Ha tentato di suicidarsi
" la voce dell'amico
era bassa, ma da essa usciva una tristezza che chiunque poteva percepire,
"Oddio
" quello era troppo, doveva succedere proprio
tutto così vicino, così in fretta? "Tu perché
sei qui?", ci furono un paio di minuti di silenzio "Per Alan
"
com'era difficile dirlo "
lui
è caduto da un albero"
sorseggiò il te, sperando che Lenders la fermasse, ma non fu
così "Ora è
oddio
non riesco ancora a crederci
che non potrà muoversi mai più" le parole erano talmente
sussurrate che perfino Mark a stento non riusciva a sentirle
ma
ciò non era accaduto, aveva sentito tutto
e ora? Si alzò,
ora
non sapeva
il destino giocava con lui
e con gli altri
doveva
lasciare a lui quell'ora.
Gli occhi verdi di Sonja accompagnarono Mark all'uscita del bar
"Patricia
grazie" l'amica sorrise, sapeva benissimo che
per lei era raro dire quella parola
lei che era sempre stata fiera
e impassibile, ora sembrava un'altra ragazza
"Torniamo
Alan,
avrà bisogno di te" sussurrò stringendole la mano.
***
Finalmente erano a Fujisawa! Amy respirò l'aria fresca e pulita
di quella città, con spontaneità prese il braccio di Julian
e lo trascinò per qualche metro.
Era da tempo che non si sentiva così felice, sorrise, sì
quella giornata sarebbe stata una splendida!
Quant'era bella la sua Amy, e dopo due mesi gli sorrideva ancora, forse
non l'aveva ancora persa
Non riusciva a stare ferma, continuava trascinarlo in tutti i negozi,
in cerca di qualche regalo per i ragazzi
ma ciò che avrebbe
attirato l'attenzione era proprio lei
e il suo abito rosso, che
rilevava tutte le curve della ragazza
doveva esserne geloso? No,
sapeva che nessuno l'avrebbe portata via da lui.
Arrivarono davanti al campo di calcio, i ragazzi non si allenavano
come al solito, in quel campo deserto c'era solo una manager, "Susie!"
urlò Aoba alzando un braccio in segno di saluto, "Oh! Amy,
è successa una cosa terribile" le disse mentre si avvicinava,
"Lui
non potrà più giocare
è paralizzato"bisbigliò
gettandosi al collo dell'amica
Gli occhi scuri della ragazza si spalancarono, non poteva essere
Holly
non avrebbe più potuto usare le sue gambe!!!
***
Jason fissò il volto pallido della madre, non gli accennava
nemmeno una parola su suo fratello, e lui ormai sentiva che il legame
tra loro si stava rompendo.
"Ti prego James
fallo per lei
per Gatsby", si, era
giusto
suo fratello doveva vivere, e se non per lui o sua madre,
almeno per l'amore
anche se impossibile
CONTINUA....
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