L'AQUILA E IL LEONE

 

Capitolo 1

 

 

La battaglia era finita, la giustizia aveva trionfato grazie al coraggio dei Bronze Saint.
La pace regnava nuovamente sul Santuario di Atena.
Ma la vittoria aveva un sapore amaro…. Le perdite subite erano state gravi e tragiche: Camus dell'Acquario, Shura del Capricorno, Death Mask del Cancro, Aphrodite dei Pesci…. e Saga….
Angelo e diavolo nello stesso corpo, bene e male incapaci di fondersi ed equilibrarsi.
Quante tragedie si sarebbero potute evitare se il vecchio Grande Sacerdote avesse palesato i suoi dubbi sul cavaliere dei Gemelli…prima tra tutte la morte del Sacerdote stesso e poi Aiolos….
Il coraggioso cavaliere del Sagittario che per anni era stato creduto un traditore.
Forse anche le sofferenze dei Bronze Saint...no!… quelle purtroppo erano parte del loro immutabile destino di Cavalieri di Atena.
A questo pensava Saori Kido, incarnazione della dea Atena, mentre assisteva alle esequie dei defunti Cavalieri d'Oro. Attorno a lei erano riuniti tutti gli abitanti del Santuario sopravvissuti alle battaglie degli ultimi mesi: i Gold Saint rimasti le avevano chiesto perdono e giurato fedeltà e tutti gli altri avevano seguito il loro esempio. Tutti avevano sul volto espressioni di tristezza e rammarico, soprattutto Aiolia di Leo, che essendo il fratello di Aiolos era stato particolarmente colpito dalle ultime rivelazioni e dal crudele gioco mentale che Saga, l'ex migliore amico di suo fratello, gli aveva inflitto per impedirgli di rivelare la sua impostura.
Doveva essere stata dura per lui crescere solo, come il fratello di un traditore…l'aveva visto in lui per un attimo quella sera in cui si era presentato a prendere l'armatura del Sagittario e uccidere Seiya….Seiya… lui e i suoi fratelli giacevano all'ospedale coperti di ferite, vivi per miracolo.
Come avrebbe voluto fare qualcosa per rimediare all'infanzia infernale che avevano dovuto sopportare a causa sua… perché lei potesse sopravvivere e prendere il posto che le spettava.
Guardò verso Marin dell'Aquila, la maestra di Seiya, il volto mascherato che non poteva dare segni del dolore che la ragazza provava. Saori però poteva sentirlo irradiarsi da lei: anche la guerriera era molto preoccupata per Seiya e i suoi amici, avrebbe voluto poterli aiutare di più.
Un'idea balenò improvvisa nella mente di Saori "forse dopotutto c'è qualcosa che posso fare con l'aiuto della persona giusta" pensò la giovane Dea, sorridendo tra se per la prima volta da giorni.


La cerimonia era finita… i defunti erano stati seppelliti ed ora ognuno tornava ai suoi compiti: c'erano molte cose da fare per riparare i danni causati nella battaglia delle 12 Case.
Marin dell'Aquila tuttavia era molto riluttante a tornare ai suoi doveri ed indugiava nel giardino accanto al tempio di Atena… aveva così tante cose per la testa e tutte alquanto deprimenti, prima tra tutte il fatto che Seiya era ancora in coma. Come se le avesse letto nel pensiero, una voce alle sue spalle la riscosse dicendo:
<<Vedrai che ce la farà! Quel ragazzo è troppo testardo per morire>>
<<Aiolia!>> Lo salutò la ragazza riconoscendo subito la sua voce
<<Non dovresti perdere tempo con i miei malumori, hai già abbastanza cose a cui pensare>>
Il cavaliere sorrise amaramente <<Già, ho solo l'imbarazzo della scelta! Ma forse proprio per questo preferisco pensare ai guai altrui, tanto ai miei non c'è rimedio, appartengono al passato e non posso fare altro che accettarli e andare avanti al meglio>>
Impulsivamente lei gli strinse il braccio <<E' vero, appartengono al passato, ma questo non vuol dire che facciano meno male! E ricorda che non sei solo: se hai bisogno di aiuto sai dove trovarmi>
Il ragazzo le prese la mano e se la portò alle labbra mentre le sorrideva con calore.
<<Ero venuto per consolarti e alla fine sei stata tu a tirare su me!>>
Marin intanto per una volta ringraziava la sua maschera, che gli impediva di vederla arrossire: nessuno le aveva mai rivolto un gesto del genere, e quel sorriso poi! Imbarazzata ritrasse di scatto la mano e se ne andò dicendo che aveva delle cose da sbrigare.
Aiolia rimase a guardarla allontanarsi sorridendo tra se. Marin gli era sempre piaciuta… forse perché era l'unica che non l'aveva mai evitato negli anni che erano seguiti alla morte di suo fratello, segnati dall'ostracismo generale del santuario nei suoi confronti. "Probabilmente perché anche lei era un'emarginata" Pensò il cavaliere: era unica orientale che fosse mai entrata nel Santuario prima di Seiya e si era dimostrata migliore di moltissimi greci ed europei, conquistando addirittura un Silver Cloth! E per di più era una donna! "Abbastanza da far rivoltare nella tomba i vecchi sacerdoti!" si disse sarcasticamente.
"Amici… ma siamo poi solo questo?" A quel pensiero Aiolia si riscosse dandosi dello stupido "certo che siamo solo amici, che vado a pensare! Però non posso negare di sentire qualcosa di più…basta! Se sapesse ciò che sto pensando Marin non mi rivolgerebbe più la parola" E tornò al suo Tempio irritato con se stesso.


Di pattuglia nella zona opposta del santuario, Marin stava pensando alla stessa cosa dandosi dell'idiota
"Certo che siamo solo amici! Che altro ci dovrebbe essere?! Però devo ammettere che quando sono con lui mi sento serena come con nessun altro, nemmeno Seiya che è sempre stato come un fratello per me…E poi oggi il suo tocco mi ha così elettrizzata…"
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di un messaggero
<<La Dea le vuole parlare e l'attende ai piedi delle 12 Case Cavaliere dell'Aquila!>>
Marin si lanciò di corsa, chiedendosi cosa volesse da lei Atena.


Saori Kido sedeva pensierosa sotto un albero nel giardino accanto alla prima casa, sorvegliata da Mu dell'Ariete; molti si sarebbero stupiti a vederla così, ma lei era abituata a fare ciò che voleva senza curarsi della disapprovazione altrui. Si riscosse sentendo arrivare la guerriera dai capelli rossi, e l'invitò con un cenno a sedersi accanto a lei. Marin s'inchinò dicendo:
<<Sono ai vostri ordini Milady>> e accettò l'invito a sedersi.
<<Marin>> esordì Saori <<Seiya ha parlato molto di te e ho capito che siete molto legati… lui pensa addirittura che tu possa essere sua sorella, tranquilla, so che non è così>> disse prevenendo l'ntervento dell'altra ragazza <<vedi io…. Vorrei fare qualcosa per lui, per ripagarlo dei suoi sacrifici…. una volta gli promisi che tramite la fondazione Grado avrei ritrovato Seika, ma non fu possibile….ora vorrei incaricare qualcuno di fidato di proseguire le ricerche>> <<E vorreste che fossi io!!>> rispose la Silver Saint, stupita dalla piega che quella discussione stava prendendo.
<<Si, è così. So che sei un Saint pieno di risorse e il tuo affetto per Seiya ti rende la persona più degna di fiducia per questo incarico; so che se potessi lo aiuteresti anche di tua iniziativa, lasciando il tuo posto al Santuario, ora potrai farlo con il mio permesso!>> Vedendo l'esitazione della ragazza chiese:
<<C'è forse qualche motivo particolare che ti trattiene al Santuario?>>
Sentendola innervosirsi Saori pensò alla scena che aveva sbirciato qualche ora prima tra lei e il Cavaliere di Leo e dovette trattenersi dal ridacchiare maliziosamente mentre Marin riusciva infine a dire
<<No, no, non c'è nulla che mi trattenga qui!>> mentre nella sua mente appariva il bel volto abbronzato di Aiolia, che subito cancellò con rabbia "perché deve venirmi in mente lui?"
Saori moriva dalla voglia di ridere di gioia: era bello rivedere l'amore dopo quel periodo così nero, in cui la speranza sembrava scomparsa "è per questo che vale la pena combattere!" Poi si adombrò, pensando che proprio lei stava per dividere i due giovani "…..non importa! Se il Leone e l'Aquila sono destinati a stare insieme come credo, se il loro è vero amore, allora si ritroveranno a dispetto di tutto"
Presa la sua decisione si rivolse al Silver Saint con autorità:
<<Allora ti do ordine di cercare la sorella di Seiya, Seika, finché non l'avrai trovata! Questa tua missione avrà la priorità su tutto, anche su un'eventuale guerra Sacra. Partirai non appena Tatsumi ti avrà dato le informazioni raccolte dalla fondazione Grado; penserò io ad avvisare della tua assenza. Mi raccomando, non dire nulla Seiya quando si sarà ripreso, vorrebbe di sicuro seguirti. Buona fortuna!>>
Marin si alzò, capendo che il colloquio era finito e s'inchinò rispettosamente
<<Eseguirò il compito che mi avete affidato!>> E scomparì velocemente

All'interno del suo palazzo, Mu dell'Ariete pensava inquieto a ciò che aveva appena sentito
"Marin in questi anni è stata un elemento importante per il mantenimento dell'equilibrio del Santuario, anche se non si è mai fatta avanti apertamente… cosa accadrà ora che non ci sarà più?….Certo ora Atena è tornata ma non potrà occuparsi di tutto, e ho la sensazione che intenda lasciare il Santuario!
Chissà poi come la prenderà Aiolia?" Quest'ultimo pensiero portò un raro sorriso divertito di Mu, sempre così composto e sereno.

Aiolia sedeva solo sui gradini dell'entrata della Casa del Leone Dorato, immerso nei suoi pensieri mentre ammirava il sole tramontare. Come spesso gli era accaduto nei tre giorni passati, stava rimuginando sulla conversazione avuta con Marin dopo la cerimonia Funebre. Da allora infatti non l'aveva più rivista: ogni luogo in cui si recava lei pareva averlo appena lasciato, sembrava quasi che lo stesse evitando! E perché poi?
Forse era rimasta infastidita dalla libertà che si era preso baciandole la mano? No! Avrebbe reagito sul momento se si fosse offesa…. "Dannazione! Non è da lei comportarsi così! E' sempre stata una persona calma e schietta!" La rabbia cominciava a montare in lui e subito la soppresse "Devo imparare a controllarmi! Ho già avuto una bella lezione su come sia pericolosa questa mia impulsività!"
Si concentrò sul suo cosmo e subito la calma lo invase; era così immerso nelle sue profondità che non s'accorse dell'arrivo del Saint dell'Aquila finché non fu seduta al suo fianco.
Allora aprì gli occhi sussultando <<Marin! Che fai qui?>>
la domanda gli era uscita involontariamente con una certa acredine e lei ribatté freddamente:
<<Se non mi vuoi trai piedi basta dirlo!>> e fece per andarsene.
Lui la prese per il polso e la fece sedere di nuovo
<<Non è così! Mi hai solo preso di sorpresa, tutto qui!>>
Lei ritirò il braccio e si strinse al petto le ginocchia; entrambi guardarono per un po' la fine del tramonto in silenzio. Infine Marin si decise a parlare:
<< Sono venuta per dirti che questa notte parto, Atena mi ha affidato una missione…
non so quanto starò via…>> A quelle parole Aiolia si sentì come se gli avessero dato un colpo in testa e riuscì a dire solo << Parti?>>
<< Si, devo cercare la sorella perduta di Seiya, ricordi? Ne parlava spesso. Ora Milady vuole che la ritrovi ad ogni costo… sarà il mio solo incarico. Quindi non so quando tornerò!>>
Il cavaliere intanto si era ripreso dallo choc iniziale
<< Se è un ordine di Atena non puoi che andare…. E' per questo che negli ultimi giorni non ti sei fatta vedere? Ti stavi preparando?>>
Marin si sentì in colpa perché in quei giorni aveva cercato di evitarlo, sperando così di schiarirsi le idee… ma non era servito a molto.
<<Bhe…si, la signorina Saori vuole che parta al più presto>> mentì senza troppa convinzione
<< ho fatto in fretta per avere il tempo di salutarti…>>
<< Perché?>>
Lei arrossì sotto la maschera <<Bhe… tu sei l'unico vero amico che ho qui al Santuario, non ha senso che saluti qualcun altro…>>
Aiola non riuscì a trattenersi e rispose bruscamente <<E' questo che siamo? Soltanto amici?>>
Stupendosi lui stesso di ciò che stava dicendo
<<E non mentirmi stavolta! Non farlo mai Più!!!>>
L'afferrò per le spalle e la fece girare verso di lui perché lo guardasse in faccia mentre pensava
"Dannata maschera che m'impedisce di gurdarla negli occhi!"
Rimasero così per un tempo che sembrò infinito finché Marin sussurrò
<<Non lo so, non lo so più !!!>>
Stupito dalla risposta e dai sentimenti che esprimeva, istintivamente Aiolia la trasse a se e l'abbracciò: << Nemmeno io sono certo, ma….. non lo sento sbagliato!>>
Ed espanse il suo cosmo, permettendole di sentirlo, di vedere dentro di lui come nessuno aveva mai fatto prima. Circondata dal cosmo di Aiolia, sommersa dalle sue emozioni e dal suo potere, per un attimo Marin ebbe paura, ma decise di affrontarla come sempre aveva fatto ed espanse il suo cosmo: un faro azzurro nel mare dorato di lui.
E per la prima volta si videro per ciò che davvero erano: due anime solitarie alla ricerca del loro compagno, di una mano da stringere nel buio sentiero della vita, che si erano finalmente trovate.
Si sentirono sereni, completi, per un tempo che sembrò eterno.
Poi la paura, le incertezze assalirono di nuovo Marin: la ragazza si staccò di scatto e scappò via, fermandosi un attimo per mormorare <<Devo andare…..ma tornerò>>
Aiolia non provò a fermarla, aveva visto nell'animo di lei e sapeva che mille dubbi l'assillavano…
Se l'avesse obbligata ad affrontarlo l'avrebbe persa per sempre.
Anche così faceva male, molto male…. "Chissà quando la rivedrò? So che tornerà, non è mai venuta meno alla parola data… E poi chi voglio prendere in giro? Se anche mi avesse detto che non sarebbe più tornata io l'aspetterei lo stesso per sempre."
Si stese sui gradini con le braccia dietro la testa e rimase a fissare le stelle che intanto

 

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