Capitolo 1
La battaglia era finita, la giustizia aveva trionfato grazie al coraggio
dei Bronze Saint.
La pace regnava nuovamente sul Santuario di Atena.
Ma la vittoria aveva un sapore amaro
. Le perdite subite erano state
gravi e tragiche: Camus dell'Acquario, Shura del Capricorno, Death Mask
del Cancro, Aphrodite dei Pesci
. e Saga
.
Angelo e diavolo nello stesso corpo, bene e male incapaci di fondersi
ed equilibrarsi.
Quante tragedie si sarebbero potute evitare se il vecchio Grande Sacerdote
avesse palesato i suoi dubbi sul cavaliere dei Gemelli
prima tra
tutte la morte del Sacerdote stesso e poi Aiolos
.
Il coraggioso cavaliere del Sagittario che per anni era stato creduto
un traditore.
Forse anche le sofferenze dei Bronze Saint...no!
quelle purtroppo
erano parte del loro immutabile destino di Cavalieri di Atena.
A questo pensava Saori Kido, incarnazione della dea Atena, mentre assisteva
alle esequie dei defunti Cavalieri d'Oro. Attorno a lei erano riuniti
tutti gli abitanti del Santuario sopravvissuti alle battaglie degli ultimi
mesi: i Gold Saint rimasti le avevano chiesto perdono e giurato fedeltà
e tutti gli altri avevano seguito il loro esempio. Tutti avevano sul volto
espressioni di tristezza e rammarico, soprattutto Aiolia di Leo, che essendo
il fratello di Aiolos era stato particolarmente colpito dalle ultime rivelazioni
e dal crudele gioco mentale che Saga, l'ex migliore amico di suo fratello,
gli aveva inflitto per impedirgli di rivelare la sua impostura.
Doveva essere stata dura per lui crescere solo, come il fratello di un
traditore
l'aveva visto in lui per un attimo quella sera in cui si
era presentato a prendere l'armatura del Sagittario e uccidere Seiya
.Seiya
lui e i suoi fratelli giacevano all'ospedale coperti di ferite, vivi per
miracolo.
Come avrebbe voluto fare qualcosa per rimediare all'infanzia infernale
che avevano dovuto sopportare a causa sua
perché lei potesse
sopravvivere e prendere il posto che le spettava.
Guardò verso Marin dell'Aquila, la maestra di Seiya, il volto mascherato
che non poteva dare segni del dolore che la ragazza provava. Saori però
poteva sentirlo irradiarsi da lei: anche la guerriera era molto preoccupata
per Seiya e i suoi amici, avrebbe voluto poterli aiutare di più.
Un'idea balenò improvvisa nella mente di Saori "forse dopotutto
c'è qualcosa che posso fare con l'aiuto della persona giusta"
pensò la giovane Dea, sorridendo tra se per la prima volta da giorni.
La cerimonia era finita
i defunti erano stati seppelliti ed ora
ognuno tornava ai suoi compiti: c'erano molte cose da fare per riparare
i danni causati nella battaglia delle 12 Case.
Marin dell'Aquila tuttavia era molto riluttante a tornare ai suoi doveri
ed indugiava nel giardino accanto al tempio di Atena
aveva così
tante cose per la testa e tutte alquanto deprimenti, prima tra tutte il
fatto che Seiya era ancora in coma. Come se le avesse letto nel pensiero,
una voce alle sue spalle la riscosse dicendo:
<<Vedrai che ce la farà! Quel ragazzo è troppo testardo
per morire>>
<<Aiolia!>> Lo salutò la ragazza riconoscendo subito
la sua voce
<<Non dovresti perdere tempo con i miei malumori, hai già
abbastanza cose a cui pensare>>
Il cavaliere sorrise amaramente <<Già, ho solo l'imbarazzo
della scelta! Ma forse proprio per questo preferisco pensare ai guai altrui,
tanto ai miei non c'è rimedio, appartengono al passato e non posso
fare altro che accettarli e andare avanti al meglio>>
Impulsivamente lei gli strinse il braccio <<E' vero, appartengono
al passato, ma questo non vuol dire che facciano meno male! E ricorda
che non sei solo: se hai bisogno di aiuto sai dove trovarmi>
Il ragazzo le prese la mano e se la portò alle labbra mentre le
sorrideva con calore.
<<Ero venuto per consolarti e alla fine sei stata tu a tirare su
me!>>
Marin intanto per una volta ringraziava la sua maschera, che gli impediva
di vederla arrossire: nessuno le aveva mai rivolto un gesto del genere,
e quel sorriso poi! Imbarazzata ritrasse di scatto la mano e se ne andò
dicendo che aveva delle cose da sbrigare.
Aiolia rimase a guardarla allontanarsi sorridendo tra se. Marin gli era
sempre piaciuta
forse perché era l'unica che non l'aveva
mai evitato negli anni che erano seguiti alla morte di suo fratello, segnati
dall'ostracismo generale del santuario nei suoi confronti. "Probabilmente
perché anche lei era un'emarginata" Pensò il cavaliere:
era unica orientale che fosse mai entrata nel Santuario prima di Seiya
e si era dimostrata migliore di moltissimi greci ed europei, conquistando
addirittura un Silver Cloth! E per di più era una donna! "Abbastanza
da far rivoltare nella tomba i vecchi sacerdoti!" si disse sarcasticamente.
"Amici
ma siamo poi solo questo?" A quel pensiero Aiolia
si riscosse dandosi dello stupido "certo che siamo solo amici, che
vado a pensare! Però non posso negare di sentire qualcosa di più
basta!
Se sapesse ciò che sto pensando Marin non mi rivolgerebbe più
la parola" E tornò al suo Tempio irritato con se stesso.
Di pattuglia nella zona opposta del santuario, Marin stava pensando alla
stessa cosa dandosi dell'idiota
"Certo che siamo solo amici! Che altro ci dovrebbe essere?! Però
devo ammettere che quando sono con lui mi sento serena come con nessun
altro, nemmeno Seiya che è sempre stato come un fratello per me
E
poi oggi il suo tocco mi ha così elettrizzata
"
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di un messaggero
<<La Dea le vuole parlare e l'attende ai piedi delle 12 Case Cavaliere
dell'Aquila!>>
Marin si lanciò di corsa, chiedendosi cosa volesse da lei Atena.
Saori Kido sedeva pensierosa sotto un albero nel giardino accanto alla
prima casa, sorvegliata da Mu dell'Ariete; molti si sarebbero stupiti
a vederla così, ma lei era abituata a fare ciò che voleva
senza curarsi della disapprovazione altrui. Si riscosse sentendo arrivare
la guerriera dai capelli rossi, e l'invitò con un cenno a sedersi
accanto a lei. Marin s'inchinò dicendo:
<<Sono ai vostri ordini Milady>> e accettò l'invito
a sedersi.
<<Marin>> esordì Saori <<Seiya ha parlato molto
di te e ho capito che siete molto legati
lui pensa addirittura che
tu possa essere sua sorella, tranquilla, so che non è così>>
disse prevenendo l'ntervento dell'altra ragazza <<vedi io
.
Vorrei fare qualcosa per lui, per ripagarlo dei suoi sacrifici
.
una volta gli promisi che tramite la fondazione Grado avrei ritrovato
Seika, ma non fu possibile
.ora vorrei incaricare qualcuno di fidato
di proseguire le ricerche>> <<E vorreste che fossi io!!>>
rispose la Silver Saint, stupita dalla piega che quella discussione stava
prendendo.
<<Si, è così. So che sei un Saint pieno di risorse
e il tuo affetto per Seiya ti rende la persona più degna di fiducia
per questo incarico; so che se potessi lo aiuteresti anche di tua iniziativa,
lasciando il tuo posto al Santuario, ora potrai farlo con il mio permesso!>>
Vedendo l'esitazione della ragazza chiese:
<<C'è forse qualche motivo particolare che ti trattiene al
Santuario?>>
Sentendola innervosirsi Saori pensò alla scena che aveva sbirciato
qualche ora prima tra lei e il Cavaliere di Leo e dovette trattenersi
dal ridacchiare maliziosamente mentre Marin riusciva infine a dire
<<No, no, non c'è nulla che mi trattenga qui!>> mentre
nella sua mente appariva il bel volto abbronzato di Aiolia, che subito
cancellò con rabbia "perché deve venirmi in mente lui?"
Saori moriva dalla voglia di ridere di gioia: era bello rivedere l'amore
dopo quel periodo così nero, in cui la speranza sembrava scomparsa
"è per questo che vale la pena combattere!" Poi si adombrò,
pensando che proprio lei stava per dividere i due giovani "
..non
importa! Se il Leone e l'Aquila sono destinati a stare insieme come credo,
se il loro è vero amore, allora si ritroveranno a dispetto di tutto"
Presa la sua decisione si rivolse al Silver Saint con autorità:
<<Allora ti do ordine di cercare la sorella di Seiya, Seika, finché
non l'avrai trovata! Questa tua missione avrà la priorità
su tutto, anche su un'eventuale guerra Sacra. Partirai non appena Tatsumi
ti avrà dato le informazioni raccolte dalla fondazione Grado; penserò
io ad avvisare della tua assenza. Mi raccomando, non dire nulla Seiya
quando si sarà ripreso, vorrebbe di sicuro seguirti. Buona fortuna!>>
Marin si alzò, capendo che il colloquio era finito e s'inchinò
rispettosamente
<<Eseguirò il compito che mi avete affidato!>> E scomparì
velocemente
All'interno del suo palazzo, Mu dell'Ariete pensava inquieto a ciò
che aveva appena sentito
"Marin in questi anni è stata un elemento importante per il
mantenimento dell'equilibrio del Santuario, anche se non si è mai
fatta avanti apertamente
cosa accadrà ora che non ci sarà
più?
.Certo ora Atena è tornata ma non potrà
occuparsi di tutto, e ho la sensazione che intenda lasciare il Santuario!
Chissà poi come la prenderà Aiolia?" Quest'ultimo pensiero
portò un raro sorriso divertito di Mu, sempre così composto
e sereno.
Aiolia sedeva solo sui gradini dell'entrata della Casa del Leone Dorato,
immerso nei suoi pensieri mentre ammirava il sole tramontare. Come spesso
gli era accaduto nei tre giorni passati, stava rimuginando sulla conversazione
avuta con Marin dopo la cerimonia Funebre. Da allora infatti non l'aveva
più rivista: ogni luogo in cui si recava lei pareva averlo appena
lasciato, sembrava quasi che lo stesse evitando! E perché poi?
Forse era rimasta infastidita dalla libertà che si era preso baciandole
la mano? No! Avrebbe reagito sul momento se si fosse offesa
. "Dannazione!
Non è da lei comportarsi così! E' sempre stata una persona
calma e schietta!" La rabbia cominciava a montare in lui e subito
la soppresse "Devo imparare a controllarmi! Ho già avuto una
bella lezione su come sia pericolosa questa mia impulsività!"
Si concentrò sul suo cosmo e subito la calma lo invase; era così
immerso nelle sue profondità che non s'accorse dell'arrivo del
Saint dell'Aquila finché non fu seduta al suo fianco.
Allora aprì gli occhi sussultando <<Marin! Che fai qui?>>
la domanda gli era uscita involontariamente con una certa acredine e lei
ribatté freddamente:
<<Se non mi vuoi trai piedi basta dirlo!>> e fece per andarsene.
Lui la prese per il polso e la fece sedere di nuovo
<<Non è così! Mi hai solo preso di sorpresa, tutto
qui!>>
Lei ritirò il braccio e si strinse al petto le ginocchia; entrambi
guardarono per un po' la fine del tramonto in silenzio. Infine Marin si
decise a parlare:
<< Sono venuta per dirti che questa notte parto, Atena mi ha affidato
una missione
non so quanto starò via
>> A quelle parole Aiolia si
sentì come se gli avessero dato un colpo in testa e riuscì
a dire solo << Parti?>>
<< Si, devo cercare la sorella perduta di Seiya, ricordi? Ne parlava
spesso. Ora Milady vuole che la ritrovi ad ogni costo
sarà
il mio solo incarico. Quindi non so quando tornerò!>>
Il cavaliere intanto si era ripreso dallo choc iniziale
<< Se è un ordine di Atena non puoi che andare
. E'
per questo che negli ultimi giorni non ti sei fatta vedere? Ti stavi preparando?>>
Marin si sentì in colpa perché in quei giorni aveva cercato
di evitarlo, sperando così di schiarirsi le idee
ma non era
servito a molto.
<<Bhe
si, la signorina Saori vuole che parta al più
presto>> mentì senza troppa convinzione
<< ho fatto in fretta per avere il tempo di salutarti
>>
<< Perché?>>
Lei arrossì sotto la maschera <<Bhe
tu sei l'unico
vero amico che ho qui al Santuario, non ha senso che saluti qualcun altro
>>
Aiola non riuscì a trattenersi e rispose bruscamente <<E'
questo che siamo? Soltanto amici?>>
Stupendosi lui stesso di ciò che stava dicendo
<<E non mentirmi stavolta! Non farlo mai Più!!!>>
L'afferrò per le spalle e la fece girare verso di lui perché
lo guardasse in faccia mentre pensava
"Dannata maschera che m'impedisce di gurdarla negli occhi!"
Rimasero così per un tempo che sembrò infinito finché
Marin sussurrò
<<Non lo so, non lo so più !!!>>
Stupito dalla risposta e dai sentimenti che esprimeva, istintivamente
Aiolia la trasse a se e l'abbracciò: << Nemmeno io sono certo,
ma
.. non lo sento sbagliato!>>
Ed espanse il suo cosmo, permettendole di sentirlo, di vedere dentro di
lui come nessuno aveva mai fatto prima. Circondata dal cosmo di Aiolia,
sommersa dalle sue emozioni e dal suo potere, per un attimo Marin ebbe
paura, ma decise di affrontarla come sempre aveva fatto ed espanse il
suo cosmo: un faro azzurro nel mare dorato di lui.
E per la prima volta si videro per ciò che davvero erano: due anime
solitarie alla ricerca del loro compagno, di una mano da stringere nel
buio sentiero della vita, che si erano finalmente trovate.
Si sentirono sereni, completi, per un tempo che sembrò eterno.
Poi la paura, le incertezze assalirono di nuovo Marin: la ragazza si staccò
di scatto e scappò via, fermandosi un attimo per mormorare <<Devo
andare
..ma tornerò>>
Aiolia non provò a fermarla, aveva visto nell'animo di lei e sapeva
che mille dubbi l'assillavano
Se l'avesse obbligata ad affrontarlo l'avrebbe persa per sempre.
Anche così faceva male, molto male
. "Chissà quando
la rivedrò? So che tornerà, non è mai venuta meno
alla parola data
E poi chi voglio prendere in giro? Se anche mi
avesse detto che non sarebbe più tornata io l'aspetterei lo stesso
per sempre."
Si stese sui gradini con le braccia dietro la testa e rimase a fissare
le stelle che intanto
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