Harry Potter

 

The Sinous Line of the Snake

§CAPITOLO PRIMO§


Si chiamava Nyx Vivian Morrigan Malfoy. Benché Nyx fosse il suo primo nome,tutti le preferivano Vivian.

Era la primogenita dei Malfoy,ma non aveva molte caratteristiche in comune con la sua famiglia di appartenenza,se venivano esclusi ghigno,eleganza nel portamento e una classe innata.

Sin da piccola era stata addestrata a maneggiare le Arti Oscure; questo non voleva significare che amasse servirsene,anzi. Riteneva che fosse indispensabile conoscerle,così da saper contrattaccare eventuali malintenzionati, normalmente però utilizzava magia regolare. Ad essere concreti era ancora minorenne, anche se abbastanza matura per i suoi diciassette anni.

Aveva ogni cosa che desiderasse: una dei rappresentanti dell’istituto,nonché facente parte della prestigiosa casa dei Serpeverde,eccelleva in Difesa contro le Arti Oscure,Aritmanzia,Trasfigurazione e Cura delle creature magiche,era la favorita di Piton,riscuoteva consensi ed era addirittura rispettata da diversi Grifondoro…Ma non è oro tutto ciò che luccica. Dentro di sé nutriva una radicata insoddisfazione e un orribile disagio. Capelli corvini e iridi color menta,il suo aspetto era sul serio poco somigliante a quello degli standard Malfoy.

Ne aveva sofferto da bambina.

Gli amici di suo padre sembravano non curarsene,la trattavano perfino con esagerata riverenza,di questo non si lamentava,l’appagavano le loro attenzioni. Era a Hogwarts che si erano manifestati i veri problemi. I membri di case differenti dalla sua,come quegli insignificanti Tassorosso si dilettavano ad affibbiarle epiteti non necessariamente lusinghieri. Un giorno,all’età di undici anni,dominata da una forte frustrazione e brama di rivincita,aveva composto la pozione Capelli Vispi che poteva colorare la sua chioma delle tonalità più disparate. Era stato un autentico fallimento,se non un disastro. Invece di tingersi di un lucente biondo platino,erano diventati di un orribile verde marcio. Per la vergogna era tornata al Maniero e si era tappata lì fino a quando l’effetto della miscela non fosse svanito.

Gli insulti di quegli spregevoli,ormai rari e che venivano comunque liquidati con occhiatine di superiorità o indifferenza totale,non erano nulla a paragone degli atteggiamenti che alcuni insegnanti della scuola assumevano in sua presenza. Severus Piton,pur se la erigeva su un piedistallo come suo solito,accusava disagio se lei rideva o aveva un’ espressione truce in un giorno storto. Lo stesso accadeva pressappoco con la McGrannitt.In Silente coglieva un bizzarro scintillio negli occhi quando conversava con lui e a volte lo scopriva ad increspare la fronte,tipo fosse in pensiero per qualcosa di specifico.

Aveva provato e provava rabbia.

Perché non mi guardano come se fossi una persona qualunque?

Una domanda che si era posta spesso. Non augurava a nessuno di vivere quello che aveva trascorso lei. Era terribilmente sgradevole essere in un gregge di pecore bianche e percepire che lei era l’unica nera.

Con gli anni aveva imparato a non condannare le sue singolarità,ma a valorizzarle. Camminava a testa alta,si adoperava ad essere gentile il più possibile,sebbene l’individuo con il quale aveva a che fare era uno che avrebbe volentieri strozzato. Lucius le aveva insegnato che la gentilezza e le buone maniere pagano e sono un ottimo biglietto da visita,oltre che a un efficace sistema di affermazione. Non aveva torto.

Scese l’ultimo gradino delle scale a chiocciola e il passaggio segreto verso l’ufficio del preside si richiuse con un rumore sordo.

- Cioccor….-una donna dai riccioli ramati arrestò la pronuncia della parola d’ordine. Stava scrutando Vivian.

Lei la squadrò con curiosità.

-Si?-chiese garbatamente.

La signora si ridestò dalla momentanea trance da cui era stata colta.

-Oh,n-niente,niente,cara. P-pensavo che non ci fossero alunni a quest’ora da Silente.- balbettò.Gli occhi di quella ragazza l’allarmavano. Avrebbero potuto perforare un diamante per quanto erano penetranti.

-Si sbagliava.

Udirono un cicaleccio elevato di voci provenire dall’entrata.

-Mi scusi,devo andare. Arrivederci.-si diresse verso un corridoio scarsamente illuminato dalle fiaccole ai lati delle pareti.

-Arrivederci.

Cosa ci faceva una Weasley alle sette di sera in attesa di accedere all’ufficio?Strano. Quella in cui si era imbattuta era Molly Weasley,senza dubbio.

I Weasley.

Lucius non li sopportava e le raccomandava sovente di non mischiarsi con quella plebaglia. Personalmente non capiva questo accanimento contro di loro. E’ vero,suo padre disprezzava la maggioranza dei Grifondoro,però non si permetteva il lusso di insultarli apertamente quando vi capitava faccia a faccia.

Non ebbe tempo per riflettere molto sulla questione perché la travolse in un stritolante abbraccio Freya,una Serpeverde.

-Mi stai rompendo le ossa,Freya.- esalò Vivian,il fiato corto.

Lei la sciolse dall’abbraccio.

-Scusa,ma due mesi in Francia dove fanno finta di non sapere l’inglese e regna un caldo afoso e umido,non vedevo l’ora di ritornare nella vecchia e gelata Inghilterra!

-Uhm,carissima,hai visto il termometro recentemente?

Lei fece uno sguardo vago.

-Mmm,bè…qui almeno è fresco.

E si tuffò nella narrazione della sua tediosa estate alla villa sul mare a Marsiglia.

-Mi stai ascoltando?

-Più o meno.

-Ih,ih,ih…cosa vuole il preside da te?

-Eh?!Hai applicato Leggibilimanzia?-era sdegnata.

-Ma che!Sai che non sono brava in roba simile!Gazza si stava lamentando che a Hogwarts adesso potevano materializzarsi tutti e dove saremo andati a finire,che il preside li doveva punire non limitandosi a uno solo,bla,bla,bla…Io l’ho sentito per caso e ho intuito che fossi stata tu. Sei una delle poche ad averne l’autorizzazione qui.

- Quell’uomo è snervante.- commentò irritata.

-Se si può definire “uomo”!

-Direi un ibrido,allora.

Scoppiarono a ridere.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Ron gettò un’occhiata all’orario di quel mercoledì,nella vana speranza che non fosse davvero quello che aveva letto.

Sospirò affranto.

Due ore di Difesa contro le Arti Oscure,due ore di Pozioni e due di Incantesimi. Ci sarebbe stato da che stare allegri!

-Chissà chi sarà quest’anno il professore di Difesa?

Hermione tirò fuori pergamena,inchiostro e penna piumata.

-L’importante è che non sarà sicuramente l’Umbridge.

Harry e Ron ghignarono.

-Ci provasse!!!

Lavanda Brown fece concitatamente capolino nell’aula,le guance arrossate per la corsa.

-Che ci fate qua?!La lezione si svolge nei sotterranei!Presto,presto!!!!

Harry,Ron ed Hermione si fissarono a vicenda. Che il loro peggior incubo si stesse avverando?Nella loro mente si affacciò minacciosa l’equazione SOTTERRANEI=PITON.

Hermione,pur se scioccata,raccolse le cose dal banco e le risistemò nella cartella.

-Che fate lì imbambolati?!Spicciatevi!

E disparve frettolosamente. Hermione odiava essere in ritardo a qualsiasi lezione.

Si trovavano nella Torre Nord,ci sarebbero voluti degli abbondanti dieci minuti per arrivare ai sotterranei e loro non erano più in orario.Harry frugò nelle tasche ed estrasse la Mappa del Malandrino.I suoi occhi scandagliarono rapidi gli eventuali passaggi segreti. Diamine!Non ce n’era l’ombra.

-Credo con tutto il cuore che…-esordì Ron.

-NO.- lo zittì il compagno-Ho avuto un’idea.

Si concentrò e sussurrò:-Accio Firebolt!

-Ma sei impazzito?!?!?E’ proibito!!!!

-Non c’è altro modo, Ron!

Ron sbuffò.

-E va bene.Spero proprio che non ci becchino….Accio Nimbus!

Sfrecciarono per le scale incantate,e giù per i corridoi;ecco la scalinata dei sotterranei.

D’improvviso le loro scope frenarono e sparirono con un rumoroso *PAFF*,ed Harry e Ron furono catapultati sul pavimento.

Harry tastò le mattonelle per riprendere possesso dei suoi occhiali,persi durante la caduta al suolo. Allorché li riposizionò sul naso,constatò che di fronte a lui si stagliava la figura alta e snella di Vivian Malfoy.

-Signor Potter,Weasley,avreste potuto farvi male!-esclamò derisiva.

Ron stava per insultarla,ma Harry gli diede una gomitata,ingiungendogli con un gesto di tacere. L’H ricamata con filo argentato sopra allo stemma della sua casa brillava nella semioscurità.

Vivian regalò una smorfia di approvazione al ragazzo con la cicatrice.

-Cinquanta punti in meno a Grifondoro.-dichiarò asciuttamente.

-Bastar…mmmm!!!-Harry gli aveva schiaffato una mano sulla bocca,impedendogli di parlare a…sproposito.

-La prossima volta,signori,sarà preferibile che arriviate con i metodi tradizionali fin qui.- indicò le loro gambe.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

-Adesso non solo il fratello,anche lei!-Ron era furibondo.

-Aveva ragione.- sentenziò Hermione- Siete degli spericolati,credo che le missioni che avete affrontato contro Voldemort- il rosso rabbrividì- siano una minaccia per il vostro ego.Non potete avere la presunzione di infrangere le regole quando vi pare e piace solo perché così facendo siete scampati alla morte un paio di volte!

-Un paio di volte?!Hermione,pensavo che tu stessi dalla nostra parte!-si ostinò Harry.

-Shhh…

Dei passi echeggiarono,sessanta cuori battevano come tamburi nei petti dei loro proprietari. Nessuno desiderava Piton quale insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.Se Pozioni era terrificante,non c’erano obiezioni che quella materia, che era cara ad ognuno dei presenti, si dimostrasse altrettanto.

Severus Piton fece il suo ingresso con la sua scura veste.

Non era solo. Squadrò la classe come di consueto.

-Signor Longbottom,non sbianchi- gli intimò annoiato-non sarò io il vostro professore di Difesa. Bensì,prego,si faccia avanti,-gli studenti spalancarono le bocche e sbarrarono gli occhi dalla sorpresa-la signorina Vivian Malfoy.

-Calmatevi,cal-ma-te-vi.Non sarà una lunga permanenza.Tre mesi al massimo.In fondo la signorina Malfoy ha il M.A.G.O. da sostenere.Ma non le rubo ulteriori minuti…-si rivolse ossequiosamente alla ragazza-Buona giornata.

Chiuse delicatamente la porta dell’aula dietro di sé.

Un chiacchiericcio fastidioso si diffuse tra i banchi.

Vivian si schiarì platealmente la gola.

Le teste degli alunni si girarono verso di lei.

L’immancabile mano di Hermione Granger era sospesa in aria.

-Prego?-le si rivolse Vivian ,sorridendole.

-Come mai hanno assunto una studentessa di Hogwarts?

-Non mi hanno assunto,è una cortesia che faccio al professor Albus Silente.C’è scarsità di gente adatta a ricoprire il ruolo di questi tempi per la faccenda di Voldemort- alcuni sussultarono al suono del nome-…ed eccomi qui!

Se pronuncia tanto audacemente il suo nome deve essere una strega potente,si interessò Hermione.

I ragazzi misero diligentemente i libri sui banchi.

Vivian se ne accorse.

-Mmmh…c’è urgenza di un minuscolo cambiamento.- mormorò. Schioccò le dita e con un tonfo i testi furono sostituiti da altri con una foderina di un rosso sgargiante. A grandi lettere c’era stampato: ARTI OSCURE,Conoscerle e Difendersi da esse di Mary La Sinistra.

Gli allievi ne puntarono sbalorditi e con gli occhi schizzati oltre le orbite la copertina.

-Tranquilli,sono stati approvati da Silente.- li rassicurò.

Marietta Edgecombe dei Corvonero domandò timorosa:

-Vuole trasformarci in Mangiamorte?

Vivian rise cristallina.

-E perché dovrei?

-P-perché…-si bloccò Marietta,incerta se esprimere quello che le passava per la mente.

-Perché i Malfoy sono dei maghi oscuri.-rispose per lei Hary,risoluto

-Harry!-sibilò Hermione,sinceramente disgustata dal comportamento dell’amico.Harry non le badò,aveva lo sguardo diretto negli occhi di Vivian.

Lei aveva mutato espressione.

-Signor Potter,dovresti riflettere o in definitiva collegare il cervello prima di sputare sentenze.- lo ammonì a denti stretti.

-Come?Non lo sono?-azzardò Ron,reso spavaldo dall’intervento del compagno.

-A parte il fatto che dovreste badare agli affari vostri,no,non lo sono.- stava guardando Harry negli occhi e più intensamente.

Harry e Ron stavano per replicare,ma Hermione diede un calcio alla sedia del ragazzo dai capelli scarmigliati,che le stava davanti.

-Basta!-fece quasi stentorea.

-Qualcuno ha altri pettegolezzi da sottopormi?-chiese glaciale e in tono provocatorio.

Silenzio.

C’era un generale imbarazzo per le insinuanti affermazioni dei due Grifondoro,quindi Vivian decise di far buon viso a cattivo gioco e diede voce alle domande che leggeva sui visi della sua classe.

-Perché analizzare e studiare le Arti Oscure se non siete Mangiamorte?Una domanda stimolante.La sciate che vi sfati un mito: non si fronteggia il “nemico” esclusivamente con incantesimi di difesa.Gli Auror durante il loro corso di studi non prendono in esame unicamente i meccanismi con cui frenare l’avversario,dedicano pure particolare attenzione a come operano le magie oscure,per rifarsi al vecchio detto:Bisogna conoscerlo il nemico prima di affrontarlo. Conoscerlo e CAPIRLO.

Hermione ascoltava rapita.

Harry era scettico.

-Questo OVVIAMENTE non significa che voi dobbiate diventare automaticamente Mangiamorte imparando le Arti Oscure. Quella è una scelta.Una scelta che ciascuno di voi può fare liberamente.

-Io direi che è una predisposizione!-sbottò Ron.

-Cosa intendi?-Vivian gli diede corda,voleva vedere dove andasse a parare quel Weasley.

Stupito per la considerazione,Ron espose,accalorato,le sue teorie:

-Secondo me,è da attribuirsi al carattere e anche alla casa in cui si viene smistati. C’è bisogno di ricordare qual è la casa che ne ha sfornati di più?

-Quale,scusa?- Vivian la tirò fino alla fine.

- Serpeverde,logico.

-Logico?Mmm- fece il giro della cattedra e si posizionò di fronte ad essa-Entrambe le teorie del signor Weasley sembrerebbero apparentemente corrette,tuttavia…

Ron alzò un sopracciglio.

-…è mio dovere correggerle drasticamente .Lei,signore,pensa che uccidere sia nelle facoltà di una sola ristretta cerchia di persone?Che sia una sorta di predisposizione?

-Credo.-deglutì Ron,ora non ne era molto sicuro: a giudicare dai modi della giovane professoressa doveva attendersi una demolizione priva di pietà delle convinzioni che trascinava con sé sin da bambino.

-Crede?Fa bene a “crederlo”. RITENGO che ciò che il signor Weasley e probabilmente la maggioranza,se non intera, di voi non sappia che siamo fondamentalmente animali e abbiamo un istinto.L’istinto ha differenti sfaccettature,una di queste è uccidere. Tutti,da un Tassorosso a un Serpeverde,da un Corvonero a un Grifondoro,siamo perfettamente in grado di ammazzare. Dipende da cosa ne facciamo dell’istinto.Se stabiliamo di ascoltarlo o no.E’ pure questo che dà un equilibrio alla nostra vita.-Potter stava per intervenire,lei con un cenno della mano lo invitò ad aspettare.-Indubbiamente c’è chi prende gusto ad uccidere.Non si può negare.Quello che desidero chiarire è che tutti siamo predisposti a questo tipo di istinto.

-Ce lo può dimostrare?-Hermione era intrigata dalla discussione.

Vivian annuì e diede una scorsa al registro.

-Lidia McNair, chi è?

Una ragazzetta castana e con gli occhiali si alzò in piedi.

-Sì!

-Tuo zio,che in questo momento è ad Azkaban,rammenti di che casa era?

-Corvonero,professoressa.

-Grazie.-sorrise e tornò a rivolgersi al prefetto dei Grifondoro- Bellatrix Lestrange era una di voi,l’aiutante di Voldemort,Peter Minus,era un Tassorosso.

Harry si mosse a disagio sulla sedia.

-Vuole difendere i Serpeverde?

-No e penso che il signor Weasley non abbia completamente torto nelle sue convinzioni.Il sistema di Hogwarts è fuorviante.Le case possono essere un luogo di ritrovo,di comunicazione attiva però,come ogni cosa,hanno il rovescio della medaglia.Voi ragazzi siete omologati in una breve lista di qualità,alquanto discutibile.Quante volte,ad occhio e croce, la metà di voi si è vista costretta a fare suo un modo di essere che non era esattamente corrispondente al proprio carattere?

Grifondoro e Corvonero si scrutarono scambievolmente,confusi e contemporaneamente consapevoli che quello su cui li stava illuminando Vivian era l’amara verità.

-Certo,ci si abitua.La questione è che va a pesare sulla personalità e la influenza. Ad undici anni,non vi dimenticate,un ragazzino ha una personalità in formazione.

Hermione aveva la bocca aperta,le pupille luccicanti.Non ci si era mai onestamente soffermata a ragionare su un argomento simile.

Vivian battè le mani.

-Stop.Dobbiamo fare un po’ di pratica…

Neville stava raccattando le sue cose dal banco.

-Dove ha intenzione di andare signor Longbottom?

-V-via d-di qui.Non voglio essere un potenziale Mangiamorte!-urlò focosamente.

-E chi lo vuole?-Vivian si accigliò.

-Lei!I miei genitori sono a St.Mungo a causa di una di loro,perché io dovrei farmi insegnare magie talmente ignob…!-gli si strozzarono le parole in bocca,avrebbe incominciato a piangere fra qualche istante.

-Allora,se ci tiene alla vita dei suoi genitori,si comporti da persona ADULTA e si sieda!

Harry era convinto di aver già notato quella maniera di profilare comandi…Lucius Malfoy,può darsi?

Neville,umiliato,eseguì l’ordine.

-Considereremo dapprincipio le cose semplici,per esempio la maledizione Cruciatu.

I ragazzi osservarono interdetti un serpentello verde e con la pelle lucida,con una striscia gialla che attraversava il dorso del corpo che avanzava sulla mano di Vivian.

-Vuole tentare lei Longbottom?-lo interrogò invitante.

Il serpentello si arrampicò sulle dita,Vivian esercitò una leggera pressione dei polpastrelli su di esso e si tramutò in una bacchetta.

Ci furono “Oh” di ammirazione nell’aula.

Vivian inferse un colpetto al tavolo della cattedra e comparve una grossa falena grigia.

Il pomo d’Adamo di Neville fremette.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

La sala comune era deserta,si sentiva solamente lo scribacchiare veloce della sua penna d’oca. La sua attenzione ricadde sulla scatolina color crema avvolta da un nastro beige chiuso da un folletto con un berretto rosso che le ammiccava birichino. Era tenace quel ragazzo,doveva ammetterlo. Erano due anni che la corteggiava e due anni che lei lo respingeva con cocciuta determinazione. A quanto sembrava non si rassegnava alle sconfitte,al contrario,lo incoraggiavano a perseguire il suo scopo.

Lo odiava,ma con distacco. Se poteva,cercava di evitarlo e di parlarci il minimo indispensabile in quanto prefetto della casa. I palloni gonfiati come lui si sgonfiavano appena ricevevano il M.A.G.O. e uscivano dalle mura di Hogwarts.La sua bocca si inarcò in un sorrisetto soddisfatto.

Corrugò la fronte.

Uhm,non era scontato.Dato che mostrava una tendenza a primeggiare in ogni attività che intraprendesse,era improbabile che non riuscisse a districarsi perfino nell’ambiente del lavoro.

Sentì un brusio alla porta.

I suoi occhi scattarono in direzione delle voci.

Lui irruppe nella sala con al seguito i suoi fedeli compagni,o almeno così credeva lui.

Lei,che era in un tavolo poggiato contro la finestra,finse di essere troppo assorta nella stesura della relazione su una pozione impegnativa per voltarsi a salutarli.

-Oh,la tua futura ragazza non ha scartato ancora il tuo regalo,amico!-ebbe l’indelicatezza di esclamare un avvenente giovane moro.

Imprecò mentalmente.

Ecco,le si era avvicinato.

-Dunque perché non lo fai?-alitò sul suo orecchio.

Ah,questa poi!

Aveva sempre accuratamente evitato di scontrarsi duramente con lui,però, a quanto pareva,occorreva una manovra risolutiva.

- Oooh,mi dispiace!-si scusò con aria innocente.

Per un attimo gli occhi di lui furono pervasi dalla gioia, per immediatamente mutare in un secondo tempo.

Con un fluido movimento della bacchetta, la ragazza aveva incenerito la scatolina e con essa l’oggetto contenutovi.

Lui boccheggiò,incredulo per quello che lei aveva osato fare.La ragazza tornò noncurante alla sua relazione,ciononostante era persuasa che non sarebbe riuscita a concludere nulla.L’atmosfera era tesa e lei era al corrente che si sarebbe scatenata una tempesta di lì a una manciata di secondi.

Vide con la coda dell’occhio quel pidocchioso squittire qualcosa sottovoce a lui.

Lei ridusse gli occhi a due fessure.

-Bene,bene,bene…-aveva un tono basso,pericolosamente tremante- Cosa mi volevo aspettare da una che se la fa…

Lei si rizzò in piedi,scaraventando la sedia sui tappeti del pavimento.

-Non dire di più,non parlare a vanvera.Non sono faccende che ti riguardino.-sibilò.

Lui continuò per niente intimorito dal suo avvertimento.

-Invece ne parlo quanto voglio!Ti avevo suggerito di non frequentare la bionda,ma tu hai fatto di testa tua,hai stretto amicizia con quella feccia e quel…quel…Snivellus!

-Fosse quello il più temibile!-rincarò eccitato l’idiota che aveva squittito all’orecchio del giovane che stava gridando con tale ardore contro di lei.

-Non sei degna di esibire sul petto lo stemma della nostra casa,ora che stai rintanata in quel covo di serpi…

L’eco di uno schiaffo rimbombò nella sala.

-Guarda all’interno di te stesso e scoverai con infinita meraviglia che tu e i tuoi puerili compagni siete la feccia di Hogwarts!

-Il nemico ti ha addestrato bene.- affermò il bel ragazzo moro.

Era livida di rabbia.

-Il nemico che…?!Ah,scusate tanto,-accennò a un inchino-se sono la sola a non essersi resa conto di essere in guerra!Mi chiedo: quando crescerete?-scosse il capo,rassegnata-Siete degli ipocriti.

-Anche tu.

-Vuoi sapere un segreto mio amato cercatore?I pregiudizi non portano in alcun luogo. Non è uno stemma che fa una persona.

Si infilò il cappotto e, prima di sparire, rivelò:

-E non mi sono sentita mai più vera di così.-il suo sguardo si era addolcito,l’ira sbollita,e pareva che lui le facesse pena.

Un ragazzo alto dal viso severo applaudì.

-Complimenti,grande capo dei miei stivali,l’abbiamo persa.- si ritirò nel dormitorio maschile.

L’altro si passò le mani tra i capelli ribelli,pentito della sua scenata,anche se non l’avrebbe ammesso per nulla al mondo.

E questa era una delle sue enormi debolezze.

 

Continua...

 

Note:Ho tradotto Head Girl come rappresentante degli studenti anche se mi rendo conto che non rende giustizia al termine.

Snivellus l’ho lasciato uguale al quinto libro.

Per gli altri cognomi sono arrangiata secondo un personale metro di giudizio.

 

 

Torna all'Indice capitoli