Episodio 1
Correva. Il suo unico istinto era quello di correre. Correva come mai
aveva fatto in tutta la sua vita.
Dietro, gli inseguitori non demordevano. Volevano raggiungerla e prenderla
a tutti i costi, ma lei non gliel'avrebbe permesso.
Era più veloce di loro, e questo le veniva dalla sua natura.
Fortunatamente trovò la sua moto, coperta da un rozzo telo beige,
dove l'aveva lasciata nel giorno in cui era arrivata in quel posto. Era
una Harley Davidson degli anni '70. Gettò via il telo e montò.
Sperò che si mettesse in moto immediatamente: aveva i minuti contati.
Non aveva neanche il tempo di fare una piccola magia per confondere i
suoi inseguitori.
VROOM. VROOOOM...dai bella, forza!!! VROOOOOM, si dai!Ancora un po'...VROOOOOOOOOOM!!!
Ok, e ora più veloce della luce!
Aveva le tempie che le pulsavano, ma quella che provava non era paura.
Non aveva mai avuto paura di nessuno nella sua intera esistenza. Le avevano
insegnato sin da piccola che erano gli altri a dover avere il terrore
di lei.
Era stanca, ormai poteva anche rilassarsi, non la seguivano più
da quando l'avevano vista in sella alla sua moto. Almeno per qualche giorno
sarebbe stata tranquilla.
Mentre sfrecciava sulla statale, faceva una rapida mente locale sui possibili
posti in cui si sarebbe potuta rifugiare. Los Angeles era abbastanza lontana
e lei si sentiva affaticata sia fisicamente che psicologicamente. In fondo
non era Superman! Figurarsi!
Decise per Sunnydale, era il luogo meno sicuro sulla faccia della terra
forse, però era l'unico vicino a dove si trovava in quel momento
in cui c'era una persona amica. La conosceva piuttosto bene...eccome!
Svoltò verso la direzione della cittadina. Era una notte nuvolosa
e di lì a poco sarebbe incominciato a piovere: era meglio sbrigarsi.
Arrivò. Era quasi l'una di notte. Non era pratica del posto. Gironzolò
per un po' fra le vie della città, finchè non vide un cancello
dipinto di nero e scorse al di là di esso un cimitero. Mah, a lei
non erano mai piaciuti luoghi del genere, le sembravano squallidi.
Stava per raddrizzare la moto e avviarsi da un'altra parte, quando le
venne in mente , come un lampo, che lui molto probabilmente fosse lì.
Si girò di nuovo e guardò le lapidi e poi le cripte. Si,
l'avrebbe cercato lì.
Nascose la moto dietro un'ampia siepe, fuori dalle mura del camposanto,
scavalcò con agilità il cancello e si incamminò verso
le cripte. Non c'era bisogno di passarle in rassegna una ad una,lei lo
sentiva. Ricordava il suo profumo quando la stringeva affettuosamente
fra le sue braccia: era inconfondibile.
Mentre stava sulla porta d'ingresso della piccola costruzione di marmo,
iniziò a piovere, prima leggermente, dopo sempre più forte.
Sembrava fatta apposta a metterle fretta perchè lei era indecisa,
cosa che le succedeva raramente. Da un lato era contenta di averlo lì
vicino, erano separati solo dalla porta, ma, dall'altra era inquieta.
Era da tanto che non si vedevano. Anni fa era partita senza avvertirlo
nè salutarlo, l'aveva combinata grossa. Poteva anche essere arrabbiato
per quello che aveva fatto. Però non si voleva beccare un raffreddore
e quindi, tutta bagnata, bussò più forte che potè.
Silenzio. Sembrò passare un'infinità di secondi fino al
momento in cui udì un leggero clack e vide la porta aprirsi.
Lui era lì, fermo sulla soglia. Quando aveva aperto aveva assunto
un espressione felice, che lei gli aveva visto poche volte. Probabilmente
si aspettava qualcun altro: era chiaro. Forse erano vere le voci sul fatto
che lui fosse passato dalla parte dei "buoni"...
Comunque, l'espressione di un attimo prima si cancellò subito dal
suo volto che si rabbuiò. La stava squadrando da capo a piedi,
era turbato, nei suoi occhi si poteva leggere del rimprovero e allo stesso
tempo una profonda incredulità.
Stava morendo di freddo,insomma,si decideva a farla entrare o no? Si era
ripromessa che appena le avrebbe aperto la porta si sarebbe scusata con
lui per quella vecchia storia, ma non ci riuscì e tutto quello
che seppe dire fu:
-Spostati! Ho gente alle calcagna.
I suoi occhi furono attraversati da un lampo di ribellione che cercò
di non mostrare. Un pezzo di pane... Il suo vecchio fratellone non si
sarebbe mai comportato in un modo così accondiscendente.
-Entra...sbrigati!
Un tanfo di terra e di chiuso la invase. Perchè diavolo doveva
avere un olfatto!
Nel frattempo, lui la osservava. Era cambiata. Aveva mantenuto alcuni
tratti della madre originale, per il resto aveva i suoi stessi occhi blu
oltremare, i capelli castano scuro dell'altro suo "padre", il
portamento elegante, lo sguardo malizioso e un po' maligno delle sue due
madri adottive. Adesso era quasi alta come lui. Per lui era cresciuta
in fretta,erano molti anni che non la vedeva.
Rimase a guardarla per qualche minuto, dato che non sapeva esattamente
cosa dirle, mentre lei dava un'occhiata a quella cripta puzzolente, di
cui lui si vergognava terribilmente in sua presenza: nel passato aveva
abitato in luoghi di gran lunga migliori...
Finalmente la ragazza si voltò. C'era una forma di disagio in lei,
però non fu che qualche secondo, perchè recuperò
immediatamente il suo sguardo freddo e penetrante che gli ricordava una
certa persona per cui non provava una particolare simpatia. Dio mio, per
quanto avrebbe resistito? Non voleva essere assalito dai ricordi!
-Bene, proprio un umile dimora, William...in tutti i sensi.
Quel nome fu come un fulmine a ciel sereno, da quanto tempo non lo chiamavano
così. Gli sembrava un'eternità.
-Ad ogni modo sarà perfetta per nascondermici per un po'- e guardando
la finestra,con gli occhi persi chissà dove- si sono scoraggiati
non appena sono salita in moto. Si rifaranno vivi, ne sono certa. Non
si arrendono facilmente.
Lui sembrò ritrovare la parola.
-Ti stai autoinvitando? No,perchè forse ti sei dimenticata che...
-Ok,ok...non l'ho dimenticato- lo interruppe- e magari a tempo debito
metteremo in chiaro le cose. Ma non adesso, capito? Sono già parecchio
nei casini!
-Ah, quindi ti ricordi di me solo quando più ti fa comodo!-controbattè
lui violentemente.
-William...
-E non chiamarmi così,sai!!! Non ti concedo di pronunciare quel
nome.Mi chiamo Spike e...
-...e sei un chiodo cocciuto e stupido.-fece lei divertita.
-Mi stai insultando?
-Si,perchè?
Scoppiarono improvvisamente a ridere.
-Sei sempre la solita!
-Anche tu,fratellone!!!
Si sorrisero. Erano fatti così. Prima si punzecchiavano e dopo
si mettevano a ridere. Non avevano mai, in nessuna occasione , litigato
veramente, e non sapevano sinceramente se questo fosse un bene o un male.
-E' una topaia. Credo che non sia la prima persona a dirtelo.
-Mi dispiace per te: lo sei.
-Davvero? Bè, c'è sempre una prima volta.
Risero ancora, poi Spike ridiventò serio.
-Allora, non vuoi proprio dirmi chi ti insegue?
-No, per ora. Non voglio immischiarti.
-Ah! E da quanti secondi, precisamente, segui questa singolare politica?
Da quando sei entrata da quella porta?- chiese in modo beffardo- Voglio
almeno conoscere la ragione del perchè ti devo nascondere. Ne avrò
il diritto,no?
-Sì, è vero. Però non in questo momento...sono stanca
e zuppa d'acqua dalla testa ai piedi. Come vedi,sono senza bagagli,nella
fretta non ho fatto in tempo. Parlerò con calma se avrò
un vestito da indossare. Dunque, hai qualcosa per me o devo girare nuda?
-Da chi avrà ripreso?- sospirò Spike quasi tra sè
e sè.
-Lo sai.- fece lei lanciandogli uno sguardo complice.
Dall'altra parte del cimitero c'era una ragazza bionda che non vedeva
l'ora di finire la ronda. Stava riflettendo ad alta voce, come al solito.
-Ok, facciamo il punto della situazione. Non ho uno straccio di ragazzo
e quando ce l'ho o è un vampiro redento che se ne va per regalarmi
una vita normale o un essere umano afflitto da complessi di inferiorità
nei miei confronti. Da tutto questo, quindi, posso tranquillamente dedurre
che sono io il problema e non i miei ragazzi...oh, che confusione! Magari
avessero inventato un guinzaglio per uomini, può darsi che non
se ne andrebbero! ...Eccoti qua- spuntò un vampiro all'improvviso-
meno male che ci sono esseri come voi, fatti per essere uccisi, sai mi
stavo annoiando a morte!
-Cosa?
-Fa' niente!- gli diede un pugno, sbattendolo a terra e lo impalettò.
Poi, guardandolo incenerire- Non c'è pure gusto! Anche questo è
noioso, alla stessa stregua del mio lavoro alla scuola.
Sbadigliò.
In realtà a Buffy piaceva la calma e annoiarsi non faceva male
a una cacciatrice ogni tanto, però quando di tranquillità
ce n'era troppa, lei era sempre inquieta. L'esperienza le aveva insegnato
che non bisognava per nulla al mondo abbassare la guardia, soprattutto
nella calma assoluta.
Intanto, nell'oscurità c'era qualcuno che la stava osservando.
Lei se ne accorse,ma non disse niente. Percepiva che non era una presenza
malvagia e probabilmente non l'avrebbe attaccata e non si sarebbe fatto
vedere. La cacciatrice si allontanò, avviandosi verso un altro
"punto caldo" del camposanto. La figura nell'ombra si dileguò,
lasciando Buffy alla sua ronda. Doveva sorvegliare una ragazza di tutt'altro
genere.
-Allora? Non me lo vuoi dire?- Spike la stava fissando con i suoi occhi
penetranti. Se fosse stata un'altra persona, avrebbe ceduto subito e gli
avrebbe raccontato la vicenda dall'inizio alla fine ma a lei non suscitava
alcun effetto lo sguardo di quel vampiro su di sè: non provava
soggezione per lui. Non si sentiva ancora pronta, voleva riflettere, e
una volta fatto ciò sarebbe riuscita anche da sola a combattere,
in un modo o nell'altro se la sarebbe cavata...come sempre. Era convinta
di essere abbastanza potente da affrontare ogni ostacolo da sola, non
aveva bisogno di nessuno. La maschera che aveva indossato molto tempo
prima era difficile da togliere, una maschera composta da orgoglio, ostinazione
e...rabbia.
Stette per qualche minuto in silenzio. Il biondo stava aspettando una
sua risposta.
-L'unica cosa che ti posso rivelare è che quelli che mi inseguono
sono membri di una setta importante. Non so che vogliano da me.- fece
un attimo di pausa- Ti chiedo solo di ospitarmi per qualche tempo...ma-
guardandolo dritto negli occhi- se per te è un problema, mi saprò
arrangiare e troverò un altro posto...
-Bè, puoi stare qui quanto ti pare, mia piccola orsacchiotta, così
ti proteggerò meglio...
-Non è necessario, mi proteggo benissimo da sola- lo interruppe
aspra e si girò per cercare un angolo decente dove dormire in quella
cripta.
L'espressione del vampiro era ferita. Non era mai stata talmente glaciale
con lui. Era evidente che la questione era enormemente più grossa
di come gliel'aveva dipinta lei. Doveva saperne ancora,peccato che lei
non si sbottonasse mai troppo, specialmente se c'era di mezzo qualcosa
di personale e in questo assomigliava un po' a quell'Odioso.
Cosa poteva fare?
Con tutti i pensieri che aveva per la testa si accorse che già
la notte era passata e ormai era mattina.
Lei era in piedi e si stava preparando non si sa per dove andare.
-Ciao, vado a scuola.-gli riferì impaziente.
Spike la osservò, incredulo.
-Tu vai...cosa?!
-A scuola!Hai bisogno di un apparecchio acustico?-domandò sarcastica.
-No, è che...sarà necessario che qualcuno ti accompagni,
hai ancora l'aspetto di una minorenne, se vuoi fingo di essere il tuo
tutore...
-Si? Non credo che tu sia molto convincente in qualità di mucchietto
di ceneri.- e si mise a ridere istericamente.
-Sei nervosa?
-Perchè dovrei esserlo? Ho cambiato scuola centinaia di volte!
Era spaventosamente vero.
Se ne andò sbattendo la porta.
-...non intendevo in quel senso.- disse Spike sospirando.
William la conosceva solo per metà, non sapeva quello che era
diventata nel frattempo. Creò dal nulla, con l'aiuto della magia,
dei genitori perfetti che parlarono tranquillamente con il preside. Almeno
quei presunti genitori, pur frutto di un incantesimo, respiravano e potevano
stare alla luce del giorno! Con questo sistema lei,dopo mezz'ora,entrò
nella sua nuova classe alla Sunnydale High School.
+ + +
-Che strana ragazza- pensò Dawn. Aveva i capelli castano scuro
con mèches bionde, era pallida, aveva dei profondi occhi blu e
uno sguardo innocente che le ricordava qualcuno ma, in quel momento, non
riusciva a capire chi. Per il resto sembrava abbastanza normale...addirittura
era solare con quel vestitino a fiori rossi e gialli.
-Salve, sono Jane...Jane Scott. Sono inglese e mi sono trasferita qui
insieme ai miei genitori.
Era molto carina. Già i ragazzi iniziavano ad agitarsi e uno le
chiese dove abitava.
-E' meglio per te non saperlo!!!- aveva detto in tono scherzoso e la classe
si mise a ridere.
Si sedette vicino a Dawn. In men che non si dica si era conquistata la
simpatia di tutti, ragazze comprese!
Si voltò verso Dawn e accennando alla prof. che stava spiegando:
-Quando finirà questo tormento?- domandò con aria tragica.
Dawn le sorrise. Voleva essere sua amica.
Finita la scuola, Jane riaccompagnò a casa Dawn. Era una ragazzina
interessante, emanava una forte energia. Non si sa mai,poteva incontrare
qualche raro mostro diurno e lei era lì per evitarlo: le pareva
così indifesa.
-Ehm...vuoi entrare dentro?- le chiese Dawn imbarazzata quando furono
arrivate.
-No,è tardi...- e vedendo che la sua nuova amica, se così
si può dire, visto che nella sua vita non ne aveva avuta una, si
mostrava dispiaciuta, sorridendo-Ok, se non disturbo.
Entrarono. Davvero una bella casa anche se non era paragonabile a quella
di Praga...Uff, forse era meglio non pensarci, non voleva annegare nei
ricordi della sua ultima, vera casa. Dawn le mostrò un po' l'abitazione.
La sua camera sembrava quella di una principessa, ma non gliela invidiava.
-Fortuna che Buffy non è ancora tornata!!! Possiamo fare casino
quanto ci pare, spettegolare e perchè no?Fare una scorpacciata
dei biscotti che ho cucinato ieri! Ti piace come programma...o vado di
fretta?
Le venne da ridere. Com'era ingenua questa ragazza. Non la conosceva,
però subito l'aveva invitata a casa per il solo piacere di stare
con lei. Il motivo? L'aveva rallegrata durante due barbosissime ore di
matematica. Esseri umani...la maggior parte di loro si fida sempre e troppo
facilmente. Va bene,sarebbe stata al gioco, tanto, per ora, non aveva
niente da fare.
Il pomeriggio passò piacevolmente e Jane dovette ammettere che
non si era mai sentita bene come in quelle poche ore.
Mentre stava per andarsene, ritornò Buffy esausta dal suo nuovo
lavoro nella loro scuola.
-Oh, sorellona! Ciao!
-Ciao- e abbozzando un sorriso a Jane- Ciao! Tu sei...?
-Jane- le sorrise freddamente. Sapeva chi era: la cacciatrice. Non voleva
avere niente da spartire con lei e cosa era successo? Se l'era ritrovata
sotto lo stesso tetto!
Era calato un silenzio piuttosto imbarazzante, fu Dawn a romperlo.
-Ecco, lei se ne stava giusto andando.- e accompagnandola alla porta-
Ci vediamo domani,ok?
-Ok.- si voltò e uscì.
-Ah! Se hai bisogno di chiarimenti su qualsiasi materia puoi chiedere
a me! D'accordo?
-Intesi. Ciao,briciola!!!
Risero, dopo lei si allontanò.
Dawn richiuse la porta e incontrò lo sguardo di Buffy che stava
nell'atrio d'ingresso.
-Briciola?
-Si, briciola. Jane mi chiama così.- affermò Dawn quasi
con fierezza.
-Che tipo originale!- sbottò Buffy.
-Lo sarebbe, se tu non pensassi la stragrande maggioranza del tuo tempo
a Spike. Ti sei dimenticata di quello che ti ha fatto?- le domandò
leggermente irritata.
-Dawn va...- stava per arrabbiarsi.
-Si, si..."in camera tua", e chi te la prepara la cena?
-Lo sai che sei veramente seccante?!- esclamò la bionda con disappunto.
Dawn le sorrise noncurante. Era raggiante. Aveva trascorso davvero una
bella giornata con Jane e non avrebbe permesso a nessuno di rovinargliela.
Quindi, consigliò a Buffy di stendersi sul divano per riposarsi
e lei si chiuse in cucina ad armeggiare con i fornelli.
+ + +
Jane stava percorrendo il cimitero. Si sentiva stranamente felice come
non le capitava da parecchio ormai. La cacciatrice era stata l'unica nota
negativa di quel pomeriggio. D'ora in avanti lei e Dawn dovevano decidere
di incontrarsi in un altro luogo che non fosse possibilmente casa sua.
Potevano provare al Bronze. Le compagne di classe le avevano detto che
era il solo posto di divertimento di Sunnydale e a una certa ora si potevano
scovare tanti bei ragazzi. Dunque,o quello o niente. Bisognava accontentarsi.
Stava per rientrare nella cripta di Spike con in mano dei sacchetti, l'uno
del macellaio l'altro del fastfood, quando percepì un rumore. Si
girò di scatto. Si avvertiva un'aria sinistra in quella notte senza
stelle. Appoggiò lentamente i due sacchetti per terra. Era disarmata
e non sapeva con cosa avesse a che fare o con chi.
-Ho una gran fame, se non venite fuori...
-Cosa ci fai?- fece un vampiro uscendo dall'oscurità, sghignazzando
insieme ad altri due.
-Mmmh...forse potrei mettervi in un posacenere?
-La vedremo!- esclamò quello che sembrava più sicuro di
sè e ringhiando si lanciò contro di lei, imitato dagli altri.
All'improvviso qualcuno si mosse nelle tenebre e riuscì a stendere
e impalettare facilmente i due rammolliti: era Spike. Jane lo guardò
infuriata e con un ringhio prese l'ultimo che era rimasto, quello spavaldo,
sbattendolo contro il muro del camposanto.
-Ma voi di notte non avete proprio niente da fare?!?!-gridò.
Il vampiro era visibilmente impaurito e stava aspettando il colpo di grazia.
Non arrivò. La ragazza aveva notato una croce rovesciata con due
serpenti incrociati sopra che portava al collo e di botto le mancò
il respiro. No, no, non poteva essere che si trovasse già lì!!!
Spike, intanto, la stava osservando. Non capiva...perchè non lo
uccideva?
-Dimmi chi ti ha mandato o ti faccio un buco nel cuore, e non sto scherzando!-
sibilò inferocita.
-La setta...- balbettò quello con gli occhi dilatati per la paura.
Jane gli strinse il collo.
-Chi?- urlò.
-M-Mark.
Lo lasciò di colpo e si accasciò al suolo. Il vampiro, approfittando
della situazione, fuggì. Lei si teneva la testa fra le mani. Era
buia in volto. Spike le si avvicinò.
-Dannazione! Si può sapere cos'hai Jane?
La ragazza battè i pugni sull'erba.
-Non è possibile.- mormorò.
Il paletto si alzò da solo da terra e con straordinaria precisione
colpì il vampiro ancora in fuga.
-Chi erano quelli? Jane!!!
Spike la scosse- Ehi!
La guardò. Quella poteva essere paura o ...rabbia? La strinse a
sè.
-Non ti preoccupare, chiunque sia questo Mark, lo ammazzerò...
Lei si ritrasse dall'abbraccio.
-No, tu non puoi capire...
-Fammi capire,allora!- gridò lui sconcertato;perchè non
si confidava?
Jane scosse la testa.
-Ascolta: starò fuori tutta la notte. Devo controllare se ci sono
in città altri vampiri o demoni o umani della setta.
-Ma...- fece Spike per obiettare.
Lei aveva uno sguardo risoluto.
-E va bene. Mi raccomando: fà attenzione e sii prudente.
Non servivano queste raccomandazioni, per fortuna, riguardo a prudenza
non era uguale a lui.
Prese il sacchetto del fastfood e sparì nella notte.
Spike rientrò col sangue del macellaio nella sua cripta. Era preoccupato.
+ + +
Quando finalmente ritornò nella cripta, Jane aveva perlustrato
Sunnydale a fondo. Era andata persino a quel bar per soli demoni, quel
posto veramente squallido, che le sembrava si chiamasse "Willy's
Place"...niente.
Era una fortuna, però non era tanto convinta. Lei avrebbe voluto
affrontarli seduta stante e farla finita una volta per tutte. Sapeva che
non sarebbe stato facile.
Era appena passata l'alba e il suo fratellone stava dormendo. Quanto era
tenero,sembrava un angioletto: mentre dorme la gente, umani o vampiri,
sembra innocente.
Sospirò. William era l'unico che era sempre riuscito a comprenderla.
Nei momenti di tristezza o di inquietudine lui le metteva sempre il buon
umore con le sue battute ironiche che la facevano ridere più volte.
In un certo senso, forse, era stato un bene rifugiarsi a Sunnydale, si
sentiva protetta, al sicuro con William al suo fianco. Le faceva dimenticare
per un po' la devastante solitudine che l'aveva accompagnata per anni.
Era proprio strano avere questo tipo di sensazioni sopra la Bocca dell'Inferno
.Era una pazza a pensare di essere al sicuro lì. Può darsi
che questo aspetto l'avesse ripreso dalla sua amata sorellona! Sorrise
divertita. Era ora di andare a scuola!
+ + +
-Hai notizie?
-No, signore. Sono sicuro che fra poco...
Scoppiò in una risata.
-Con la mia bambina non si è mai sicuri di nulla. L'avrà
sicuramente impalettati quei pochi di buono.- rise di nuovo. L'uomo era
alto,con spalle larghe,ben piantato. Aveva i capelli corvini , degli occhi
verdi leggermente dorati che sembravano due gemme nell'oscurità,e
era pallido come la morte.
Un vecchio raggrinzito con una tunica rossa lo stava guardando incredulo.
-Mi scusi, mio signore, come mai ha quel tono sarcastico?
Temo di non capire...
-E come puoi?- il suo viso si rabbuiò tutto ad un tratto-Setacciate
ogni singolo angolo buio o al sole, percorrete tutta la California, se
necessario.Trovatela!!!- le sue parole rimbombarono in quel salone vuoto.
Il vecchio si impaurì e incominciò a tremare.
-Sì, mio signore...sarà fatto.- e si ritirò il più
velocemente possibile.
L'uomo fissò le fiamme che ardevano nel camino davanti a lui. I
suoi occhi diventarono due fessure.
-Lei è mia.- sussurrò.
Continua...
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