Figlia delle tenebre

 

Episodio 11

 

Mark sbattè la portiera della limousine,e con passo lesto si avviò verso Elettra che si trovava nell'atrio della villa. La sua resistenza al sole era ancora minima.
-Come procede?
-Ehm, Mark, tesoro,io non sono la tua domestica.- sbuffò Elettra e gli diede una lieve pacca sulla fronte- Vedi di tenertelo a mente.
Mark sorrise.
-Certo.
L'arpia iniziò a passeggiare.
-Lei si sta godendo il suo ultimo giorno di vacanza.
-Pensavo che IERI lo fosse.- fece inquisitorio.
Elettra stava per rispondere,il vampiro la prevenne.
-Frasi di cicostanza. Scherzavo.Sapevo che sarebbe stato arduo per te ucciderla. La mia Jane è una ragazza assai sfuggente.
-Aha.
Elettra aveva ben impressa la conversazione che aveva avuto quella notte con Jane.
-Tienilo lontano da questa casa e avrai la tua ricompensa.
-Non potrò tenerlo a bada in eterno.
-E io non ho detto che mi celerò qui dentro in ETERNO.
Le aveva riservato uno sguardo profondo e risoluto.
Affari suoi,aveva valutato Elettra.
-Farò il possibile per distrarlo.- ed era scomparsa in un turbine di scintille infuocate.
Esaminò di nascosto la faccia di Mark. Gli occhi le svelarono ciò per cui provava maggior timore. Quell'uomo non aveva alcun intento di scovare di sua iniziativa la sua semivampira,lui percepiva che sarebbe tornata di sua spontanea volontà. D'altronde erano collegati dal morso sul collo che le aveva provocato lui. Mark l'avrebbe potuta richiamare a sé quante...un attimo!
Qualcosa non tornava. Lui, a causa del bel regalino che le aveva donato,sarebbe stato capace di attirarla da lui in qualsiasi momento. Perchè quindi non aveva ancora fatto niente del genere?Da questo doveva dedurre che Mark non aveva sufficiente influenza e controllo di ferro su un'impura ,quale era Jane. Ecco perché era alla sua ricerca,perché la bramava così tanto: doveva completare ciò che aveva incominciato. Possedeva l'enorme potere del semivampiro a metà,doveva impadronirsene totalmente.
Rise tra sé. Che gran bastardo!E per una questione di tale importanza aveva avuto il coraggio di sganciargli una miseria!
Le formicolarono le mani. L'avrebbe massacrato se avesse potuto,però era cosciente che quell'onore non spettava a lei.
Assunse un'espressione indifferente. La vendetta è un piatto che va consumato freddo,si disse.
Udì un frastuono e il rumore di qualcuno che si stava azzuffando.
Mise le braccia conserte e dichiarò scocciata:
-Vado a verificare cosa stanno combinando quegli scoppiati.
Mark non fece caso alle sue parole,era assorto in differenti pensieri.

- Willow?
Jane sbucò nella cucina.
La strega sobbalzò.
-In continua tensione,eh?- osservò la ragazza, perspicace.
Willow si deterse con uno straccio colorato il sudore provocato dal vapore del forno. Sul tavolo troneggiava un arrosto di vitello.
Jane era impressionata.
-Xander ha detto che ha terminato di aggiustare la finestra e se vuoi darle un'occhiata.- inclinò la testa verso le scale.
-Ehm,s- sì. Un secondo solo che trovo il piatto dove sistemare questo...coso e lo raggiungo.
-Sei sicura che sia il modo migliore per occupare le tue mani?- le chiese Jane di punto in bianco.
Willow la scrutò,stralunata. Le sue gote si erano tinte di rosso.
Jane sorrise maliziosa.
-Non volevo intendere in quel senso.
La rossa esitò:
-Mi piace.
-Non si può rinnegare quello che si è.
Willow ci rimase di sasso. Come faceva quella ragazza a sapere chi era se l'aveva incontrata solamente la sera prima?Soprattutto: era a conoscenza della magia?!
- E' solo questione di scegliere un cammino diverso.
- T- tu pratichi la magia?
Jane si atteggiò a ingenua: - Qualcosina.
Willow parve riflettere.
-Te ne ha parlato Dawn?
-Siamo amiche intime e io sono una persona di larghe vedute.- le strizzò un occhio,affabile.
Willow si sedette su uno sgabello di legno.
Soffiò piano.
-La magia mi ha corroso.
-Noo, hai sperimentato. Dare la morte con la magia è comodo,ma ti può causare delle emicranie pazzesche. Fallo in casi di grave necessità ,stop. Non risolvi niente se ti lasci prendere dalle emozioni e stermini tutti,credimi.
Willow trattenne il fiato.
-Non può, Dawn non può averti riferito pure i dettagli!
-Infatti no. Ho un po’ di Vista.- le rivelò Jane,sbrigativa.
La donna era sbalordita.
-E c- come…?
-…funziona?Semplice:ho dei flash. Però succede quando io lo desidero.
-Ooh.-fece ammirata.
Jane smorzò un sorriso.
-Senti,non dubito che tu sia abile tra i fornelli,-indicò l’arrosto fumante- solo che non devi smettere di fare una cosa che adori.
Diede una scorsa alla quantità di libri di ricette sparsi sul tavolo con le piastrelle candide.
-Sennò diventerai pazza.La magia non è un male,dipende da come la si usa. Prova a praticarla anche per gli altri,oltre che per te stessa.
Willow la ascoltava affascinata.
Di colpo suonarono il campanello.
Dawn gridò:-Vado io!
Jane fece per andarsene, Willow si alzò e la bloccò con una mano sulla spalla.
-Aspetta. E’ impossibile che una della tua età sia già matura sotto questo aspetto. Da chi l’hai imparato?
-Avevo un maestro molto tempo fa…Mi insegnò quello che so oggi sulle arti magiche. Quella che definirei una brava persona. Un sognatore.
Si scostò e si diresse verso l’ingresso.
-Ma chi sei?-sussurrò Willow, confusa.


Dawn sussultò.
Osservatori. E quanti!
Tremò. Erano tornati per lei,la Chiave?
Riconobbe un signore di media altezza,con i baffetti e la barba biancastra,il suo nome le sfuggiva.
-S- si?-balbettò- Posso esserle utile?
L’uomo sorrise mellifluo.
-Dawn,mi fa piacere rivederti.
La castana lo squadrò,velatamente innervosita. Cosa voleva?
Jane fece un passo indietro. Era distante dalla soglia d’ingresso,nonostante ciò riusciva ad intravedere le persone che avevano suonato. Dawn sembrava conoscerli. Aveva un brutto presentimento.
Willow la superò e allontanò Dawn dalla porta.
-Signor Travers.
Il volto della strega aveva un cipiglio combattivo.
-Oh,come sta,signorina Rosenberg?
-Bene.- lo informò piatta- Buffy non c’è.
-Non è per la signorina Summers che sono qui. Se mi fa accomodare, glielo spiego con calma. E’ così fastidioso stare davanti alla porta a discutere.- fece cordiale.
-Io non…-tentennò la donna.
Erano venuti per lei,realizzò Jane.
-Chi sono?-bisbigliò a Dawn.
-Sono del Consiglio degli Osservatori.
I nervi della semivampira si tesero.
E adesso?
Era in trappola e se li avesse affrontati si sarebbe ritrovata in netto svantaggio ,dato il numero elevato.
Dawn,che aveva intuito qualcosa,le diede un colpetto sul braccio e l’assicurò:- Sta tranquilla. Will non permetterà che varchino quella soglia.
-MI dispiace,signor Travers.Se lei non mi dice il motivo della sua vista,non posso farla entrare.-ribadì la rossa,energica.
Un uomo si fece largo.
-Aspetta!Aspetta!
Willow boccheggiò meravigliata.
-Signor Giles?!
-Willow,te lo chiedo per favore: falli entrare.
-E perché mai dovrebbe?- domandò una voce.
Willow, Giles e gli osservatori si girarono.
La cacciatrice li guardava acida e vagamente imbestialita per la piccola folla che si era creata di fronte alla porta di casa sua. Angel osservava la situazione ai piedi della gigantesca quercia che era posizionata sul lato destro della facciata dell’abitazione. Era seccato e in procinto di infuriarsi.
Jane si recò insieme alla sua amica in salotto per vedere meglio. Uh,Wonder Woman,ergo l’ammazzavampiri, stava a gambe divaricate, con quel broncio da bambina capricciosa che la contraddistingueva e più in là…di male in peggio!Il suo prototipo di padre fissava con i suoi intensi occhi neri la scena,non accennando a muovere un singolo dito.
Tipico.

Avevano stabilito che avrebbero fatto entrare Travers. C'era un generale scetticismo per la squadra speciale degli osservatori, soprattutto per quello che era accaduto con Faith. Anzi, Buffy nel corpo di Faith. Da incubo.
Fecero accomodare Travers nel salotto; Giles, Buffy e Angel erano in piedi; Willow, Dawn e Jane in cucina,a debita distanza da quell'individuo che per due di loro rappresentava l'Inquisizione in persona e per una un potenziale bastone fra le ruote; Xander origliava.
Benchè fossero le tredici del pomeriggio inoltrate, gli fu offerto del tè. Il fuso orario era materia oscura per la padrona di casa,dato che in Inghilterra erano le dieci di sera. Ma Quentin era un uomo resistente, non avrebbe risentito esageratamente degli effetti del cambio d'ora.
Travers non gradì lo zucchero e bevve il tè aspro.
Giles diede un colpetto di tosse volontario.
Buffy manifestava gesti d'impazienza e Angel attendeva, lo sguardo perso nel vuoto e un pugno sotto al mento.
Travers finì di sorseggiare la bevanda e li degnò una buona volta di esistere.
-In verità, il Consiglio, durante il corso della sua storia, ha incontrato rari casi di "semivampiro". Pochi vampiri hanno intrapreso questa strada per elevare la loro forza e , francamente, è sempre stato esiguo il numero di coloro che erano a conoscenza del tipo di rituale per generarli.
-A cosa servivano con precisione?- lo interrogò Giles.
-Quando era abbastanza cresciuto, il vampiro che aveva avviato il processo di vampirizzazione nel neonato se ne nutriva finchè non lo prosciugava del tutto.
-Non ha senso. Perchè avrebbe dovuto farlo?
-Oh,oh,oh!- rise sommessamente- Su questo vi illuminerà Angel, signorina Summers.
Ci fu una pausa.
Angel si guardò intorno, a disagio.
-A quell'epoca, nel 1888, iniziavo ad essere stufo della vita che conducevo. Le vittime per me erano noiosi pezzi di carne e sangue che nascevano, crescevano,si riproducevano e morivano con straordinaria velocità per uno della mia razza. Il mondo mi stava stretto. Credo che fossi vittima della consueta depressione di fine secolo che ogni creatura della notte che si rispetti ha passato. E io la presi molto male.- fece una smorfia- Progettai di acquisire un potere sconfinato, superiore a quello di un comune vampiro. Questa forza mi sarebbe avvalsa successivamente per distruggere il mondo, secondo i miei piani. Il problema era: in che modo conseguire un tale obiettivo? Complicato reperire la Gemma di Amara...e se poi non esisteva? Era rischioso, così mi recai alla Bodleian Library di Oxford, dove avevo sentito che c'erano dei volumi adatti alla mia situazione. Trascorsi notti intere a rovistare tra antichi manoscritti e libri con pagine mangiate dalle tarme.
Giles si sistemò sulla sedia dello scrittoio in legno, ascoltandolo con vivo interesse.
-Quando ormai stavo per accantonare la mia malsana idea, trovai una risposta. Un testo anonimo del duecento riportava un rituale per creare un essere metà vampiro e metà umano,ma possessore di un'energia fisica e spirituale senza pari. Non mi sembrava vero. Per compierlo bastavano due vampiri, però lo scritto asseriva che più erano, più la potenza della creatura sarebbe stata maggiore.
Willow intanto, vinta la paura,si era messa ad origliare insieme a Xander.
-Era perfetto. Incluso me, c'erano quattro vampiri che avrebbero potuto realizzare con me il rito. Quest'ultimo era semplice. Ognuno doveva azzannarsi la vena di un polso o di un braccio, e versare il sangue che ne sarebbe colato nella bocca dell'individuo che si era scelto. Il testo avvertiva che era preferibile applicare una cosa simile a un neonato,che era un essere inerme e incapace di opporsi. Se avessi saputo che avrei dovuto aspettare oltre cento anni per usufruire del mio gesto,avrei optato per un metodo maggiormente accessibile. Comunque...un fatto alla volta.
Buffy era stupita del modo in cui Angel narrava la storia. Risultava quasi cinico, tuttavia evitava di concentrare i suoi occhi sulle singole persone presenti in quel salotto, mantenendo la testa bassa o osservando gli oggetti sui mobili.
-Decisi di non mettere al corrente né il mio Sire, né Spike di quello che mi brulicava in mente. Un mese dopo ci spostammo in campagna, vicini a un villaggio composto da novanta anime. C’erano parecchi bambini appena nati lì, ma, siccome ero un dannato snob, i figli dei rozzi contadini del luogo non mi alettavano. La mia attenzione ricadde sugli unici latifondisti e nobili del posto. La loro villa era posta su una collina. Li presi di mira. Non avevo nulla da perdere.
Angel tirò un inutile sospiro.
-Resi partecipe del piano Drusilla che, pure se matta, era astuta quando voleva. Io sapevo che la coppia che viveva in cima al colle aveva una figlia, però non ero stato informato di quanti anni. Mandai Drusilla in avanscoperta, ordinandogli di recitare il ruolo della povera chiromante decaduta a cui mancava qualche rotella. Anche se in quegli anni la scienza stava prendendo il controllo delle menti degli uomini più intelligenti, pratiche come quella della lettura delle carte erano ancora diffuse, e la superstizione dilagava in particolar modo nei villaggi e nei paesi rurali. Sarebbe stato uno scherzo conquistare la fiducia di una giovane annoiata nobile signora di provincia. E così fu. Drusilla fu tanto abile da abbindolarla e da portarla a provare perfino compassione nei suoi confronti nei momenti in cui era dominata dalla pazzia. Era fatta. Una notte piombammo con i miei scagnozzi nel villaggio e facemmo una strage. Nessuno sopravvisse. Non so la ragione per cui lo feci…forse per sgranchirmi un po’,ero inattivo su quel versante da qualche mese.- Angel fece spallucce.
Buffy lo squadrò… pareva di udir parlare Angelus!
-Il padre e la madre si chiamavano John e Jane Ferguson. La neonata aveva lo stesso nome della genitrice. Darla e Spike vennero a conoscenza di quello che avevo architettato, in pratica, nel mentre in cui Drusilla e io gli comandammo di mordersi una vena del polso. Ah, naturalmente uccidemmo ciascuna persona che abitava quella dimora, compresi i genitori naturali di Jane. Non le erano più necessari. Avendole donato parte del nostro sangue,ora eravamo noi quattro i genitori di Jane: Darla,Drusilla,Spike e io.
-In effetti, Jane assomiglia tremendamente a Angelus!- mormorò Xander in maniera concitata a Willow.
Jane, che nel frattempo si era unita con Dawn ai due curiosi nel corridoio, mollò una pizzicata all’orecchio di Xander.
-Ehi! Ahio!-fece lui risentito.
-Ripetilo e giuro che ti spezzo le gambe!-sibilò. Non stava affatto scherzando.
-Shh.-intimò Willow ad entrambi, posizionando l’indice davanti alle labbra.
-Perché proprio una femmina? Un maschio non andava bene oppure hai semplicemente colto l’occasione?- domandò Buffy.
-Ritengo che una femmina, per la mentalità di Angelus, sarebbe stata facilmente manovrabile rispetto a un maschio, giusto Angel?- chiese conferma Giles.
Il vampiro annuì.
-Nonostante ciò,- proseguì Angel- mi pentii immediatamente. Lo so,può sembrare strano,ma anche noi certe volte possiamo riconoscere i nostri errori. Avevo dato troppe cose per scontato. La femmina si dimostrò meno gestibile di quanto lo poteva essere un maschio. Innanzitutto scoprii con assoluto rammarico che gli ibridi come lei crescevano con estrema lentezza,e nell’arco di un unico secolo arrivavano ad avere ,in apparenza,quindici anni scarsi. Mi diedi dello stupido,dato che c’era un demone in lei che veniva su insieme all’anima: era logico che il processo di crescita fosse notevolmente rallentato. Inoltre, l’anima era una complicazione. Quando fu in grado di muovere i primi passi e di parlare,cominciò d’un tratto a rifiutare il cibo umano.
Buffy assentì con vigore, fissando Angel tipo volesse comunicargli: -Scusa cosa ti illudevi? Dovevi immaginartelo…era talmente ovvio che lo capiva pure lei!
-Non ero abituato ad essere circondato dai bambini. Ero quello che lei temeva, penso di essere stato il mostro della sua infanzia. Mi spazientivo se non mi ubbidiva ciecamente; doveva fare tutto quello che le ingiungevo senza obiezioni, altrimenti l’avrei schiaffeggiata. Capitò, per sua fortuna, non frequentemente. C’era William,o meglio Spike,che la proteggeva quando poteva. Se esisteva qualcuno di cui si fidava e provava affetto quello era il child di Drusilla. Non so se per Dru fosse una sorta di bambola parlante, come la sua amata Miss Edith, o una sorellina,come usava chiamarla saltuariamente. Darla non se ne curò fintantochè non volle servirsi di lei per i scopi del suo Sire,ovvero il Maestro. L’Unto del Signore non era niente paragonato a Jane, se devo essere sincero. Il Maestro la buttò via subito, simile a un giocattolo vecchio, non era un esserino docile,e Darla dovette rinunciare ai suoi progetti. Sebbene avesse un’anima,l’istinto ebbe il sopravvento e bevve sangue umano. Malgrado ciò,continuò a detestarmi. Probabilmente le avevo causato dei traumi difficili da rimuovere. Poi ci fu l’inconveniente della maledizione e avendo anch’io un’anima,lasciai stare definitivamente il piano di distruzione del mondo e mi disinteressai a Jane. Me ne andai, schiacciato dal peso delle colpe…ma può darsi che non fosse quello il solo motivo. Fuggii da lei come un lurido codardo,non in grado di riparare il riparabile.
Soffiò.
-Non mi ha mai perdonato.
Xander circondò le spalle di Jane con un braccio: -Credimi,hai fatto bene!- esclamò con fervore.
-E lasciami!- la ragazza tolse sprezzante il braccio dell’uomo dalle sue spalle.
Buffy si schiarì sonoramente la gola. Sapeva che Xander e non si sa chi altro stavano sentendo la conversazione nel piccolo corridoio a sinistra delle scale. Se non avessero chiuso il becco,smettendola all’istante di parlottare a bassa voce, sperando in quel modo di non essere scoperti,gli avrebbe fatto fare una figuraccia in massa!
A quanto pare intuirono l’avvertimento,perché si fecero silenziosi.
-Non seppi più nulla di lei?
-No,ero troppo chiuso in me stesso e gli incubi mi tormentavano. Anni più tardi,quando rincontrai Spike con Drusilla indebolita,seppi che Darla era tornata alla “corte” del Maestro in seguito alla mia partenza e che Jane era stata accudita da loro due. Poi verso la fine degli anni ’70,apprese chi erano in realtà i suoi genitori e sentì il bisogno di allontanarsi.
Angel saltò la parte dello sterminio di ben sessanta abitanti in una frazione del Kansas…la cacciatrice non avrebbe approvato.
-Per quanto riguarda il resto,posso azzardare solamente delle supposizioni.- concluse.

-Quindi un semivampiro è metà umano e metà vampiro,e ha un’anima che convive con un demone contemporaneamente.- ricapitolò Buffy- Assurdo.
-E non solo.- intervenne Travers- Può stare serenamente alla luce del sole,aglio e croci non hanno esito su di lei,e mangia cibo umano. Comunque il demone che è in Jane deve essere sfamato, perciò un giorno al mese deve bere sangue animale o…di un essere umano.
-Una bella vita, non c’è che dire.- meditò Giles, perplesso.
-Non proprio.- Angel diresse i suoi occhi in quelli dell’osservatore dell’ammazzavampiri- Arrivata a duecento anni, esteriori venticinque circa, cessa di crescere e il lato umano muore con l’anima. Nessuno di loro si è mai spinto a questa soglia. In sostanza,sono degli strumenti per il vampiro che li ha fatti.
Dawn notò che il volto di Jane si era indurito. Ipotizzò che non piangeva da tempo e riusciva a dimostrare il suo disappunto unicamente così.
Sono stata niente di meno che uno strumento per te, Angelus? Tsk,dovevo capirlo!, Jane si morse il labbro e strinse i pugni. Il petto era dolorante come quella volta in mezzo a quel mucchio di cadaveri. Si ficcò le unghie nella carne. Non doveva lasciarsi andare. Sarebbe stata forte…Si,ma per quanto ancora?
Travers si lisciò la barba.
-Il punto oscuro è dove sia andata e cosa abbia fatto,e specialmente, chi abbia incontrato in seguito alla sua partenza dal luogo in cui si trovava con i due “genitori” adottivi.
-Uhm. Dall’abbandono di Drusilla e Spike non le è venuto niente di buono a giudicare da chi le sta alle costole.- sentenziò Giles.
Angel era esitante, c’era qualcosa che lo turbava. Buffy se ne accorse.
-C’è qualcosa che non ci hai detto?
-Non so. Grazie alla vampirizzazione si instaura un certo tipo di legame tra Sire e child; la medesima cosa è valida con i semivampiri. Con Jane il contatto è…minimo.
-Cosa può significare?- domandò Buffy,improvvisamente ansiosa.
Angel non rispose.
-Qualunque cosa sia,non si preoccupi Angel. D’ora in avanti provvederemo noi a sua…figlia. Quel Marcus non la toccherà neanche con un dito perché lei sarà sul primo aereo per Londra.
Quentin fece giusto in tempo a terminare la frase che si sentì delle dita sottili che erano premute sulla sua gola.
-Coff,coff!
-Adesso provi a ripetere.- lo esortò Jane che ribolliva per la rabbia.
-Strao…cough…ordinario…cough!
Jane rise. Una risata raccapricciante.
-Straordinario?La ringrazio per la lode sulla mia rapidità, però credo che questa sarà l’ultima occasione che avrà lei per vedermi. Dopo sarà troppo occupato a risolvere altre questioni.- gli scoccò uno sguardo felino.
Giles scattò dalla sedia,terrorizzato; Buffy puntò un dito verso la finestra,agghiacciata.
La squadra speciale rimasta ad attendere il loro capo fuori si contorceva disumanamente.
Persino Travers era sensibilmente scioccato dall’evento. Angel non mosse un muscolo,la sua espressione era indecifrabile.
Qualcuno di quelli ebbe abbastanza forza da battere i pugni con insistenza sulla finestra del salotto. Presero gradualmente fuoco. Era autocombustione.
Dawn,Willow e Xander fecero capolino dal corridoio e fissarono la scena,paralizzati.
Urla strazianti invasero le loro orecchie…la squadra speciale degli osservatori si era ridotta in un cumulo di ceneri.
-Allora,vuole ancora costringermi a salire sul suo aereo?- sulla faccia di Jane era dipinto un sorriso vittorioso.
Angel si avvicinò a Quentin, minaccioso.
-Le stavo per proibirle di trasportarla dove vuole lei, ma Jane si è rivelata più eloquente di me.
Quentin tentò di replicare, di cercare di risolvere la situazione con la sua parlantina persuasiva, però gli occhi di Jane ed Angel cantavano una storia diversa.
-Se ne vada, prima che decida di comprenderla nella lista di morti per autocombustione.
Quentin Travers non se lo fece ripetere due volte e, afferrato il soprabito e alzatosi, prese la via per la porta e la richiuse precipitosamente dietro di sé.
Dawn si mise le mani in tasca. Le tremavano lievemente le ginocchia. Riuscì a dire:
-Bè,penso che quelli del Consiglio non ci faranno più visita molto volentieri,no?- la voce tremolante.
In fin dei conti era la prima volta che guardava l’amica ammazzare qualcuno.

Al calare della sera, Drusilla e Darla giunsero a Sunnydale.
-Non la sento,non la sento…-si lagnò la veggente.
-Cerca di VEDERE la strada!- la rimbeccò Darla.
Drusilla poggiò la fronte sul volante,disperata. Le sue vibrazioni erano deboli: dov’era?
- Dru,ti pare il momento di…Oh,no!...Un alberooo!
La vampira mora rizzò di botto la testa,articolando un: - Che…?!?!?
-Ci stiamo andando controoo!!!- gridò allarmata Darla.
Drusilla,come era prevedibile,invece di proseguire dritto,imboccando la via principale,aveva svoltato senza avviso verso un albero che ornava l’esterno della cinta muraria del cimitero.
Era categorico: la prossima volta,se ci fosse stata,pensò con orrore,l’avrebbe guidata lei la macchina,a costo di costringerla con metodi poco ortodossi!
Si slacciò freneticamente la cintura, invitando con grida selvagge Drusilla a fare altrettanto.
Si lanciarono dall’auto e rotolarono malamente tra l’erba.
Il mezzo, che era spinto al massimo,si schiantò contro l’albero e in meno di un minuto,esplose in una palla di fuoco.
-Uoh!- esclamò Darla con i capelli scompigliati e alcune ciocche che le ricadevano sul viso.

Spike avvistò il fumo e il bagliore delle fiamme dentro la sua cripta.
-Ma che diavolo…?
Uscì fuori e ,incuriosito, scavalcò il muro di cinta e vide due donne che si rialzavano da terra e si riassettavano i vestiti; a qualche metro da loro bruciava la carcassa di un’automobile che si doveva essere scontrata con un albero a giudicare dal suo accartocciamento. Gli ci volle un nano secondo per individuarle.
Darla e Drusilla.
Ok, adesso la famigliola è riunita!,pensò sarcastico.
- Spike?
Darla gli era accanto.
-Darla,che piacere vederti!
Lei sorrise artificiosamente.
-Risparmia le falsità.
- Spike! Spike…
Drusilla gli si gettò addosso,sofferente. Era inginocchiata al suolo e gli aveva preso entrambe le mani.
-Io…non riesco a percepire…la mia sorellina,il contatto si sta frantumando.Lui…
-Lui chi?- chiese Spike, attento.
-Oh,sono due giorni che delira e guida la cadillac, che è ormai un catorcio. Già è tanto che non ci siamo fracassate contro quell’albero! Tu capisci cosa sta cercando di dire?
-Veramente…NO. Siete qui per Jane?
-Sì. Dov’è? Perché ,sai,se ci affidiamo a Dru, ci impieghiamo un anno per ritrovarla!-fece stanca.
-E’ a casa della cacciatrice.
-Buffy?!-era disgustata.
-Esatto: lei.

Continua...

 

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