Episodio 12
Buffy si massaggiò le tempie.
-Li hai uccisi.- constatò con un filo di voce.
-Buffy...-chiamò Angel.
-Li ha uccisi sotto il mio naso,Angel!E tu non hai fatto niente per evitarlo!!!
Si accasciò sul sofà.
-Io non so con che coraggio vieni qui a convincermi di aiutare tua figlia...è...e-è
un'assassina!
Cosa aveva detto? Aiutarla? Angel aveva cercato di convincerla? Jane non
credeva alle sue orecchie...Con quale diritto Angel si impicciava dei
suoi affari?! Con quale sporco diritto?! Lui che era stato assente dalla
sua vita per la bellezza di cento lunghissimi anni!
- Cacciatrice,io non ho chiesto la tua protezione. So guardarmi le spalle!
-Oh,certo!Sicuro!Dimmi, dunque; fammi chiarezza: per quale motivo c'è
una folla di gente con croci rovesciate e ridicolmente incappucciata che
vuole la tua pelle?
- Oh-oh! Non provare a giudicarmi!Tu non mi conosci e non sai quello che
ho passato.
Avevano aumentato il volume.
- Bè,in fondo,Buffy,ce li ha letteralmente tolti di torno,dovremo
ringraziarla.
- Willow!- squittì Buffy,stizzita.
La rossa non fu per niente intimidita dal tono ammonitore della sua amica.
-Buffy, guarda il lato positivo: una preoccupazione di meno.
-Ehi!Chi è il vero nemico qui?- domandò stoltamente Xander.
Era un macello. Chi voleva avere ragione;chi sosteneva di essere nel giusto;chi
non ci aveva capito un tubo(Xander); chi difendeva la sua posizione e
le sue discutibili motivazioni;chi tentava di giustificars. Insomma,una
bolgia.
Giles si alzò,si ripulì per l'ennesima volta gli occhiali
con una pezzolina, se li rimise e sbattè gli occhi,subito dopo
tuonò:
-Ora...BASTA!
Tutti i presenti si fermarono.
-Jane,siediti e racconta cosa ti è accaduto successivamente al
tuo abbandono di Spike e Drusilla.- la esortò gentilmente.
Jane non ne era affatto intenzionata.
-Se lo scordi.- rispose testarda.
Erano degli estranei per lei, si era sbottonata con Dawn e questo bastava.
Non gli avrebbe confidato neppure un granello della sua storia, in seguito
agli avvenimenti di quel lontano pomeriggio del 76.
-Di che hai paura?- fece Giles.Voleva comprendere del perché si
rifiutasse.
E per un attimo vide attraverso le pupille di Jane sofferenza e timore
frammiste a un incrollabile orgoglio.
-Chissà quanti altri ne avrà ammazzati
.- riflesse
tra sé Buffy.
-Uccido una volta al mese,e lo faccio per sopravvivere. Non sempre sono
umani. Dipende. Io,però,posso affermare che non lo faccio per divertimento,e
tu AMMAZZAvampiri?-le lanciò la frecciata.
-Come ti permetti?!- Buffy era scandalizzata e si voltò per litigare
di nuovo.
Inutile.
Jane era sparita per le scale,Dawn le si stava accodando, ma la bionda
lapostrofò:-Vuoi seguire le sue orme?
- E la mia migliore amica,vuoi che la eviti perché tu la
definisci unassassina?- Dawn le spiegò con pazienza.
- Dawn!
Non sarebbe riuscita a trattenerla.
- Buffy,per te i predatori dovrebbero essere debellati dal globo terrestre
perché cacciano gli erbivori,che sono animali come loro?
-Io non
Ma che centra?!Per di più i vampiri sono dei
parassiti!
-Oh,va bene. E cosa sei tu?Rispondi. Non ti cibi di animali?
Dawn era dannatamente seria. Buffy non individuava un modo adeguato per
controbatterle.
- E uningiustizia della natura?
-No,sorellina. Si chiama equilibrio.
Salì svelta i gradini.
-Non fa una grinza.- commentò Giles.
Buffy era stranita.
Giles si parò davanti alla cacciatrice.
-Possibile che tu non capisca?
Buffy lo guardò altezzosa.
-Perché dovrei garantire lincolumità di unassassina?
Giles scuotè sconsolatamente il capo.
-Non è questo, Buffy.- Angel riprese a parlare. Non aveva partecipato
animatamente alla scaramuccia precedente. Odiava le scenate,non risolvevano
un accidente.
-Non te ne frega niente di Jane?Ottimo
-No,io
-Fammi finire.
Non tollerava il suo brutto vizio di interrompere.
-Dicevo, al limite che tu laiuti o non laiuti non è
peculiare,ma ti farò luce su un aspetto della faccenda che hai
totalmente trascurato: se tu lasci che Mark si sazi dellessenza
di Jane, come certamente tenterà ,-Se non lha già
fatto,pensò Angel lugubre- il mondo sarà in grave
pericolo,in primo luogo Sunnydale. Forse non distruggerà il pianeta,come
volevo provare io,però è unincognita. Questo ti dovrebbe
maggiormente spaventare.
Buffy era pensierosa.
Il ragionamento di Angel non faceva una piega.
Fissò il suo osservatore,titubante. Giles asserì gravemente.
-Concedimi un pomeriggio e stasera ti comunicherò ciò che
ho deciso..
Angel le fece un cenno positivo della testa.
Verso sera Willow stava ripulendo la cucina,assistita da Xander. Si era
ripromessa di meditare sui consigli di Jane, quindi a cena ci sarebbero
stati panini per tutti, e guai se contestavano! Buffy,invece,era scesa
da poco per riunirsi con Giles ed Angel nel salotto,per comunicargli la
sua decisione.
Quando ormai restava da pulire il lavandino,bussarono energicamente alla
porta di servizio. Willow si tirò indietro un ciuffo ribelle che
le ricadeva sullocchio con i guanti giallo limone che indossava.
Chi poteva essere? Il signor Travers non era così ingenuo da ripresentarsi
nuovamente a casa di Buffy, non con quello che era successo.
- Xander,vai tu?
- Mhm.-mugugnò.
A Xander cadde lo straccio dalle mani.
- S-Spike?!?!-era incredulo.
-Fammi entrare.- era perentorio.
Xander era blu dalla paura. E se era tornato vampiro senza il chip e con
i soliti optional?Voleva massacrarli?
-Non contarci.- si sentì dire.
-Ragazzino,spostati.- fece annoiata una voce, e lamico della cacciatrice
si accorse di due figure che accompagnavano Spike. Erano due donne,furono
illuminate dal neon
Darla e Drusilla!
- T-tu eri morta!-era rivolto a Darla.
-Oh,cucciolo,sembra che la resurrezione vada di moda.- lo informò
gioviale.
Spike si spazientì,non era lì per fare conversazione.
-Scansati.
-Dovrai passare sul mio cadavere.
-Sé,sé
con piacere!-gli diede una spintarella, tanto
era sufficiente per mettere k.o. Xander.
-Scovo qualcuno che vi possa invitare dentro e poi ritorno.- interpellò
le due vampire.
-Ciao, Willow.-la salutò distratto.
Si bloccò sulla soglia della cucina.
Angel era nel salotto e stava discutendo con Buffy che gli dava la schiena,udiva
la voce di Giles,nonostante ciò non riuscì a localizzarlo.
Angel si era avveduto della sua presenza.
Spike gli impose il silenzio ponendosi lindice sulla bocca. Laltro
rimase con la faccia impassibile,solamente gli occhi reagirono. Via libera.
Arrivò a una porta che era posta lungo la parete sinistra del corridoio
del piano di sopra; Jane era allinterno con Dawn.
Dawn non sapeva come comportarsi.
Da quando erano lì, Jane era diventata muta e lei era mostruosamente
a disagio. A quanto pareva,le parole che le aveva scagliato sua sorella
avevano avuto qualche riscontro. Dal canto suo,lei aveva cercato di trovarsi
una sorta di occupazione per ingannare il pomeriggio che era trascorso
con una lentezza astronomica.
Il silenzio era indubbiamente pesante.
E seccante.
Le capitarono tra le mani degli elastici per capelli vivacemente colorati.
Ebbe unidea.
Si piazzò sulla sponda del letto, Jane era sdraiata e mosse gli
occhi verso di lei. Dawn sfoderò un sorriso eccitato.
- Trecce?
- Bleah.-fece Jane nauseata.
- Ok. Coda.
Jane le lanciò mollemente un cuscino che la colpì allavanbraccio.
-Dispiace,hai una mira scarsa. Forza, vieeniii.
Jane abbandonò il letto di malavoglia e fu trascinata di peso di
fronte allo specchio.
- Fiuu!- fischiò- Sono davvero una quantità!Te la dovresti
fare più spesso la coda di cavallo,in questo modo avrai una maggior
scioltezza.
Dimprovviso Dawn notò una cicatrice sul collo. Una cicatrice?Un
momento,non aveva detto Angel che mordere normalmente non era di alcuna
utilità per creare un semivampiro e che era necessario un rituale
per consentire la trasformazione? Di conseguenza chi
? Lasciò
la spazzola che rovinò sul pavimento.
Jane si accorse della sua inquietudine e si girò confusa.
-Perché hai quella cicatrice sul collo!
Accidenti!Era stata una sbadata!
Spike stava per picchiettare sul legno dipinto,quando sentì questa
domanda:
-Perché hai quella cicatrice sul collo?
Gli salì il sangue alla testa(per quanto fosse possibile),e con
la consueta avventatezza e impetuosità che lo contraddistinguevano,spalancò
la porta di botto e si precipitò in quella che era la camera di
Dawn.
-Quale dannata cicatrice?-urlò,presagendo come stavano veramente
i fatti.
Jane e Dawn ,per lo spavento causato dalla fulminea comparsa di Spike
nella stanza,indietreggiarono,e la seconda ribaltò la sedia della
scrivania.
-Briciola, va di sotto e invita ad entrare Drusilla e Darla.- le comandò
Spike risoluto.
-Darla e
?-fece Jane,sgomenta.
Dawn tentennava. Jane la rincuorò: -Non ti faranno del male,Drusilla
sa cosa rappresenti per me. Sei mia amica e lei non ti torcerà
un capello.
Dawn andò e chiuse accuratamente la porta.
-Sto aspettando.
-Stai fremendo.- scappò alla ragazza.
-Ho i miei validissimi motivi per farlo. Sputa il rospo,io non sono Angel.-era
alterato,rischiosamente alterato.
-Cosa ne sai tu
-proferì flebilmente la semivampira.
-Sono desideroso di sapere.-battè il pugno su una pila di libri,gli
occhi dardeggianti- Non ti ho sottoposto al terzo grado per due mesi,adesso
voglio la verità,nero su bianco.
Jane aveva gli occhi lucidi. Da dove avrebbe potuto incominciare? Non
era facile.
-Ho vagato,William. Per un tempo interminabile. Insicura sul mio futuro,
in quale luogo mi sarei cacciata
I primi tempi mi arrangiai, mangiavo
un po di ogni cosa,dormivo in giacigli occasionali. Pensavo che
allontanandomi da voi avrei appreso qualcosa di utile,mi sarei arricchita
di nuove conoscenze. Mi sbagliavo. Avevo perduto un pezzo di qualcosa.
-Sicurezza economica?-chiese ironico Spike.
-Anche. Soprattutto,però,mi mancava il vostro affetto. La cosa
per cui mi struggevo di più era che mi ero separata da voi per
andare allavventura,convinta che là fuori ci fosse un posto
migliore di quello che mi era stato riservato. Ero orrendamente in errore.
Mi muovevo simile a un robot,incapace di ragionare. Era un periodo buio,cupo.
Cerano giorni in cui mi domandavo con angoscia se non sarei morta
per consunzione o per essermi suicidata. Non lo feci,pure se lidea
mi sfiorò frequentemente. Non so perché restavo in vita.
Listinto di sopravvivenza era grande, suppongo. Infine,la svolta.
Una giornata ventosa del gennaio del 93 mi rifugiai in unabbazia
disabitata in Inghilterra. Almeno ritenevo io. Scoprii,al contrario, che
era la sede di una setta. Ne divenni pure io unadepta. No,non ero
una credulona e quella setta non proponeva digiuni,suicidi di gruppo o
idiozie simili. Praticavano le arti magiche in ciascuna loro forma e ti
conducevano a esplorare te stesso tramite la magia. Tutti,da demoni a
esseri umani,venivano accettati nellorganizzazione.
Spike gli gettò unocchiataccia,era evidente che disapprovava.
Jane lo ignorò.
-Non ero un tipo socievole,infatti non rimasi per stare con dei diversi,degli
emarginati come me. Ciò che mi affascinava era il loro capo e maestro.
No,non in quel senso!-si affrettò a precisare,notando che Spike
storceva il naso- Il suo nome era Galahad ed era un uomo sui cinquanta.
Il suo fascino non stava nella sua esteriorità,ma nel bagaglio
di saggezza che aveva racchiuso nel suo spirito. Ne fui incantata. Per
me fu come un secondo padre
se mai ne ho avuto uno.- confessò
aspramente.
-Cinque anni dopo il mio arrivo nellabbazia,ci trasferimmo negli
Stati Uniti,benché mi fossi opposta con tutte le mie forze. Si
trattava di rivangare i miei ricordi.Per fortuna,Galahad scelse un monastero
in Louisiana,che era posizionato qualche chilometro a nord di New Orleans.
Attirammo nuovi discepoli,tra cui Mark,un giovane vampiro esuberante.
Me ne innamorai a prima vista.
Spike sorrise beffardamente.
-Ehi!Non era una cotta,era amore,perlomeno quello che era in grado di
provare una ragazzina di apparenti quattordici anni. Mi venne in mente
che avevate caratteri similari.- distolse lo sguardo dal vampiro biondo
platino-Avevo torto marcio. Mentre io contemplavo loggetto dei miei
sogni,Galahad si stava consumando a poco a poco. Alla sua età era
sconsigliato fare incantesimi smisuratamente,ma lui era il nostro maestro
e ci teneva tanto ai suoi adepti che non voleva lasciarli in mani che
non fossero state le sue finché non fosse defunto. Intanto Mark
era il mio ragazzo e la mia ombra. Lo idealizzavo al punto da dimenticarmi
che fosse un vampiro in piena regola e che macchinava con alcuni componenti
della setta la sua elezione a capo supremo,una volta morto Galahad.Non
mi sarei mai sognata che fosse eletto allunanimità quando
il povero vecchio andò nellaldilà. La scomparsa del
mio maestro fece nascere un vuoto nel mio cuore,mi sentivo sola,brancolavo
nel buio come una cieca. Ben presto mi resi conto che Mark non era luomo
che mi ero illusa che fosse. Aveva costretto la gente a sostenerlo con
sortilegi e qualcuno con la violenza. Aveva fatto gli occhi dolci a Galahad,assicurandosi
che lo nominasse tra i potenziali candidati alla sua successione. Privilegiò
chi gli dimostrava rispetto e trucidò chi gli era avverso. Non
so in che modo se ne accorse,io ero stata criptica riguardo alla mia natura,
senonchéia natura, senonchè dovette informarsi proprio esaurientemente
per essere al corrente di cosera un semivampiro. Da quellistante
il suo atteggiamento verso di me subì un drastico cambiamento.
Era morboso,mi vigilava o mi faceva vigilare costantemente,tentava soventemente
di
Le si spezzò la voce.
Spike le si fece accanto tempestivamente.
Jane si scostò.
Appoggiò il capo contro il muro freddo.
-Un giorno mi stancai e mi ribellai
non mi ascoltò,anzi mi
Sicuramente
aveva architettato tutto già da molto
non dovevo fidarmi,lo
so
Io
mi dispiace Spike
.-stava farfugliando ed era scossa
da brividi.
-Lui mi ha
-Ho capito,orsacchiotta.Non devi aggiungere più nulla.
Lei si girò,gli occhi arrossati.
-Ma
Spike labbracciò un po sbrigativamente.
-Non cè niente da rimproverarsi. Ognuno di noi commette degli
errori.
Sentirono linconfondibile grido isterico di Buffy.
-Meglio calare giù. Bufera allorizzonte.- gli strizzò
locchio,scherzoso.
Jane si mosse con flemma.
No,Spike non aveva capito. Non si era liberata dal macigno che era dentro
di lei. Il morso era superfluo in confronto a quello che laffliggeva
in realtà.
Era bramosa di sbarazzarsi da quelloppressione e da quel costante
disgusto di sé che la invadeva la mattina appena sveglia. Per quello
che le aveva fatto non cera abbraccio,medicina o parola di conforto
che tenesse. Era sta quasi per rivelare la reale causa della sua pena
a Spike
la vergogna laveva fatta desistere.
Per quanto avrebbe ancora tenuto duro?,si chiese fra sé con crescente
sconforto.
- Dawn,alla fine di questa storia ti ritroverai con tante di quelle punizioni
che
-Ehi,ehi,ehi!Qui non si darà nessuna punizione!Sono stato chiaro?
- Spike?!-esclamarono Buffy e Giles,impressionati dalla sua inaspettata
apparizione sulle scale.
- D-dobbiamo averne paura?
-Sì,signor Giles,è ritornato dai suoi amichetti!-disse lammazzavampiri
con veemenza.
-Nervosetta lammazzacuccioli.-criticò Drusilla.
-Tu sta zitta!
-Come osi?-la difese Darla.
Jane fece il suo ingresso.
-Oh,ecco la pietra dello scandalo. E lei la causa per cui voi due
debosciate siete qui?
-Debosciate a chi?-Darla era mortalmente offesa.
Drusilla si avvicinò nella confusione a Jane che era sugli ultimi
gradini della rampata di scale. Le accarezzò la guancia,appenata.
-Come ti ha ridotto
la mia bambina,la mia sorellina,la mia figlioletta
adorata. Ti ha insudiciato,terribilmente,ma noi lo ridurremo in una manciata
di insulsa cenere .Oooh,sangue,cè sangue dovunque,sul collo,su
Aaaah!-lanciò
un urlo straziante.
I litiganti si immobilizzarono.
-NO!-Drusilla si buttò su Angel,che la sorresse prontamente- T-tu
devi giurarmi che gli graffieremo il viso fino a sfigurarlo,che sarà
sottoposto a una tortura indimenticabile per quello che le ha fatto!
-Cosa
?- Angel aveva una sgradevole sensazione.
-Lha morsa.- fece Spike a Angel.
Drusilla si scostò dal suo Sire e scosse selvaggiamente la testa,gli
occhi pervinca dilatati.
-Lui lha
Un fascio di luce verdastra.
Anyanka comparve nellatrio,con unespressione severa in volto.
- Jane,dobbiamo parlare.
Continua...
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