Figlia delle tenebre

 

Episodio 13

 

Era ipnotizzato dal colore del vino mescolato al sangue,si sposavano bene nel suo bicchiere di cristallo.
Come Jane.
La mescolanza lo attraeva. Jane lo faceva impazzire.
Strinse convulsamente il bicchiere.
E lei era scappata! Ma cosa credeva? Che lui non avrebbe sfruttato la sua singolare natura? Niente. Non gli aveva concesso neanche un po’ di tempo per spiegarsi. E poi cosa doveva spiegare? Lui era un vampiro,non doveva renderne conto ad alcuno. Ok,l’aveva costretta…e allora? Erano quattro anni che attendeva quel momento e di fronte ad un ennesimo rifiuto aveva perso il senno. Gliel’aveva fatta svanire quella sua arroganza, ed aveva iniziato ad impossessarsi di lei attraverso quel morso. Aveva abusato di lei,pure. Quando si impadroniva di qualcosa,prendeva tutto quello che c’era da prendere. Era stato colui che le aveva strappato la verginità. Una soddisfazione per lui,una sofferenza per lei. Gli piaceva vedere la gente soffrire; quello del sadico era il suo hobby favorito e forse l’unico a cui si dedicasse,oltre a cacciare umani,anche se ultimamente non doveva alzare un dito che glieli ponevano sotto il naso su un piatto d’oro. Ripensandoci,quello di cacciare più che un hobby era un bisogno primario.
Jane non era il suo passatempo. Era un regalo,un dono del fato. La amava? Sì,a modo suo. L’amava per il solo fatto di esistere come semivampiro e come…donna. Non aveva mai voluto ucciderla. Difatti,non l’avrebbe prosciugata completamente. Aveva un piano. Quando lei si sarebbe ricongiunta a lui,le avrebbe tolto l’energia residua,riducendola ai minimi termini. Non sarebbe morta. Voleva vampirizzarla permanentemente. La desiderava al suo fianco,volente o nolente. Lei era sua. Quei vampiri,i suoi suddetti genitori,non erano un ostacolo. Non riuscivano quasi ad individuarla grazie al suo lavoretto. Il loro ascendente su di Jane era insignificante,considerando, inoltre, che c’erano delle predisposte condizioni “naturali”.
Jane era avida di sapere,di apprendere nozioni. Lui era bramoso di potere. Lo intrigava questo binomio. Sogghignò. Sarebbe tornata.
Lui le avrebbe dato un piccolo incentivo,tuttavia fondamentale.
Bevve d’un fiato il miscuglio e gettò sconsideratamente il bicchiere nel fuoco del camino di pietra.
Si procurò con un minuscolo incantesimo un vetro del bicchiere di prima. Scottava. Non ci fece caso,era insensibile al dolore. Si provocò un taglio abbastanza profondo sul collo.
Era euforico. Jane molto presto avrebbe percepito un male allucinante.
La prospettiva era eccitante.

Jane deglutì a fatica.
Anyanka era sul serio la ciliegina sulla torta di quella serata.
Il demone batteva impaziente il piede sulle mattonelle.
-In privato.
-Quanto privato?-chiese Buffy sventolando la mano in alto.
Anya sbuffò. A differenza di quei pivelli,a cui una volta si era aggregata perché obbligata dalla sua condizione di semplice mortale,non sprecava le sue preziosissime ore. Bisognava affrettarsi,ed essendo una tipa diretta,senza peli sulla lingua,andò immediatamente al nocciolo:
-Vuoi farti giustizia da sola?
-Lo conosco sufficientemente da poterlo affossare.- sembrava sicura di sé.
-Ah,sì?E perché dunque sei fuggita?-ad Anya sfuggì un sorrisetto soddisfatto nel cogliere la reazione di Jane. L’aveva messa in difficoltà.- Avresti potuto affrontarlo quando ti ha violentata.
Fu come se l’aria si fosse dimezzata nell’ingresso.
A Spike e Angel fischiavano le orecchie. Entrambi speravano che fosse soltanto un brutto sogno.
Darla aveva la bocca spalancata e Drusilla singhiozzava.
Quelli della Scooby gang strabuzzarono gli occhi. Non avevano una specie di battuta o parola adatta alla situazione: preferirono tacere.
Dawn, seppur disorientata dalla rivelazione, afferrò la mano di Jane, che sudava freddo,tentando di confortarla.
Jane ,da parte sua, si accorgeva che gli eventi le stavano scivolando di mano alla velocità della luce.
Stava per crollare.
Incontrò lo sguardo attonito di Angel,sapeva che tra un secondo i suoi occhi nocciola si sarebbero tinti di nero,il nero della furia.
Non ebbe l’ardire di voltarsi in direzione di William. Sarebbe stato troppo.
Sentiva gli occhi di Angel che la perforavano. L’accusava …e perché avrebbe dovuto proprio lui?Non era stato migliore di Mark. Se non altro questi l’amava, sebbene in maniera criticabile.
Are you aware of what you make me feel, baby
Right now I feel invisible to you, like I’m not real
Didn’t you feel me lock my arms around you
Why’d you turn away?
Here’s what I have to say
I was left to cry there, waiting outside there
Burning with a lost stare
That’s when I decided

Era stata colpa di Angel. Perchè l’aveva lasciata quando le era necessario?
Why should I care
‘Cuz you weren’t there when I was scared
I was so alone
You, you need to listen
I’m starting to trip, I’m losing my grip
And I’m in this thing alone

Aveva sempre fidato che un giorno l’avrebbe amata,lui il padre,lei la figlia. Era una bambina. Era la norma figurarsi cose improbabili. Questa era una di quelle.
Am I just some chick you place beside you to take somebody’s place
When you turn around you can you recognize my face
You used to love me, you used to hug me
But that wasn’t the case
Everything wasn’t okay
I was left to cry there, waiting outside there
Burning with a lost stare
That’s when I decided

Comunque era tardi. Ogni azione che avrebbe compiuto nel vano tentativo di riparare i torti,se così si poteva chiamarli,commessi avrebbe significato meno di zero per lei.
Why should I care
‘Cuz you weren’t there when I was scared
I was so alone
You, you need to listen
I’m starting to trip, I’m losing my grip
And I’m in this thing alone
Le lacrime le si stavano formando. Può darsi che non le fregasse,è vero,ma chi voleva prendere in giro?
Crying out loud
I’m crying out loud
Crying out loud
I’m crying out loud

Open your eyes
Open your wide
Why should I care
‘Cuz you weren’t there when I was scared
I was so alone

…Why should I care
If you don’t care then I don’t care
We’re not going anywhere

Si vergognava e si sentiva sudicia. La sua fragilità era stata smascherata. La maschera che si era attaccata a tredici anni si era spaccata frantumandosi in mille pezzi,simile a un vetro fine e leggero. No,non era capace di resistere,le sue orecchie ronzavano e lei si accovacciò a terra,le mani premute sul cranio. Stava per perdere gli ultimi brandelli di calma. Stava per far cadere tutte le sue difese,quando avvertì con ogni sua fibra un dolore lancinante al collo.
La ferita si era riaperta e sanguinava. Si toccò. Squadrò terrorizzata la mano grondante di sangue.
Mark.
Dunque era giunto il momento. Non sarebbe più scappata. L’avrebbe combattuto.
Spike venne in suo soccorso.
Jane ringhiò.
Le pupille erano fessure,le iridi gialle e i canini sfoderati.
Guai!Avrebbe risolto la questione da sé,non voleva che si immischiassero,a partire da lui.
-Stai lontano!-lo mise in guardia. Spike non le prestò ascolto.
Lei svanì.


Eccolo il suo fiore,il cibo di cui era affamato,la sua amante.
Fece scorrere la mano sul suo corpo e sostituì magicamente i suoi abiti in una veste scarlatta che scopriva le spalle.
Non l’avrebbe assaggiata,non ancora.
Jane aprì le palpebre di scatto. Girò forsennatamente gli occhi intorno. Si trovava in una stanza dalla luce soffusa e dal mobilio antiquato; lei era distesa su un letto a baldacchino con le coperte ocra decorate con un motivo floreale.
Lo vide. Era accanto a lei.
Erano due mesi che si erano separati, però lui restava il bel giovane dall’espressione sveglia che aveva conosciuto in Louisiana. Il cuore ebbe una stretta.
No,lui era cambiato. Era corretto: allorché pensi di conoscere bene una persona,ti accorgi che non è esattamente come l’avevi immaginata.
Lui le sorrise. Lei non ricambiò.
L’aveva costretta a tornare da lui. Il taglio del vampiro si era rimarginato; delle vie per ricondurla da lui aveva scelto la peggiore. Avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento,ma a Mark piaceva giocare al gatto e al topo.
Le fu evidente che Mark non stava più nella pelle di completare la sua opera su di lei.
Non stava più nella pelle di morire,constatò con una morsa allo stomaco. L’amore per lui era vivo,nonostante tutto.
Avrebbe dovuto accantonare i suoi sentimenti per sopravvivere?
-Sei tornata al nido,amore.
-Se si può chiamare “nido” una villa comparsa dal nulla in mezzo alla boscaglia.- controbattè aspra.
Mark si imbronciò.
-Non sei gentile.
-Neanche tu lo sei stato.
Lui ghignò.
-Non parliamo del passato…
-Ah,no? Imprimiti bene in mente il passato perché io non scenderò a compromessi.- lo avvertì.
-Compromessi?Io non vi ho accennato.- era divertito.
Jane rise con amarezza.
- L’ho capito dalla tua espressione inequivocabile.
L’acciuffò per i capelli e l’attirò a sé.
-Ah,sì?-sussurrò fiocamente.
La baciò,bloccandole le mani. Lei si arrese.
Mark esercitava tuttora una palpabile influenza su di lei. Perché non aveva il fegato di scaraventarlo contro il muro come era successo con quel molestatore in quel vicolo?
Lui ridacchiò.
-Tu sei mia.
-Io non sono di nessuno. Io mi appartengo.
-Interessante.- fece derisivamente.
Jane si piegò in due per l’incalcolata pena che percepiva al collo.
-Vedi di non fare la spavalda. Tu mi appartieni: anima e…-le lanciò un’occhiata lussuriosa-corpo. Non puoi ribellarti.
Si rizzò e disparve dietro la porta.
-Scoverò il modo e mi vendicherò.
Doveva dimenticare, scacciare quella sensazione di impotenza e frustrazione che provava davanti a Mark. Il Mark in cui si era imbattuta cinque anni fa era stato unicamente un’immagine costruita,falsa. Non l’amava e lei non poteva mutare il corso delle cose. Lo stupro lo dimostrava.
Affondò la testa nel cuscino, esausta dalla catena di avvenimenti succedutisi in quella mezz’ora..

-Quella ragazza è imprendibile!
Anya era sconcertata e irritata dall’evolversi degli eventi.
-Insomma,adesso dove diavolo la vado a ripescare?
Spike fissava il punto in cui Jane era scomparsa. I suoi occhi erano tempestati da una gelida ira.
-Quindi ha abusato di lei.- grugnì rabbioso,indossando il volto della caccia.
Anya increspò la fronte..
Senza preavviso,battè gioiosa le mani.
-Willow,tu sai con quale magia trovarla,giusto?-domandò conferma con un sorriso radioso.
-Ehm…si.- dichiarò la strega guardinga- Sarebbe quello per localizzare presenze demoniache. Non credo,però,che nel caso di Jane possa avere esito. Essendo metà vampiro e metà umana,potrebbe pure non localizzarla per niente.
Anya fece la faccia scoraggiata.
Angel si poneva lo stesso interrogativo del demone della vendetta.
-Tu perché la cerchi,Anya? Ti ha fatto qualche torto?- Buffy infuse una curiosità maligna in questa domanda.
-Oh,semplice! Il mio medaglione lampeggiava di uno strano giallo, il che simboleggia vendetta repressa e incapacità di agire. Non mi era mai capitato in secoli di carriera,parola mia! D’Hoffryn me l’ha spiegato. Devo intervenire: farsi giustizia da sé potrebbe essere un’arma a doppio taglio.
- D’Hoffryn era interessato alla faccenda?
- Pff!Lui? No, è un demone anomalo: si fa gli affari suoi senza esagerate ambizioni. Perché?
- Anya, Jane è un semivampiro.- le rivelò,tipo stesse parlando con una bambina .
Anya stralunò.
-Guarda, Buffy,che lo so. E’ per questo che la poverina ha la mia simpatia!Secondo te in mille anni di attività non ne ho visto almeno uno? Andiamo!-scherzò vagamente saccente.
-Allora? Qualcuno ha una pallida idea sul dove rintracciarla?- Giles,pragmatico, li fece riconcentrare sul dilemma.
-Io. Vi ci condurrò io.- disse Drusilla lucidissima.
-Ma…-Darla non voleva che quelli della Scooby gang si intromettessero nei loro affari personali.
-Non sono stupida,Darla. Ci saranno un centinaio di adepti attorno a quel…Mark.- persino Drusilla era reticente a pronunciare quel nome.- Noi quattro,pure se forti,non possiamo tenergli testa senza il supporto di altri.
Angel scrutò Buffy.
-Sei con noi?
-Sì.- si rassegnò. Aveva concluso che sarebbe stato preferibile fronteggiarli con un folto gruppo che da sola. Suo malgrado era una guerriera e Dawn aveva a cuore la vita di Jane.
Willow sorrise compiaciuta.

- Su,su,grinta!
Elettra diede un pizzicotto a Jane sulla guancia. Quella si svegliò.
Da quanto dormiva?
-Dai,che è mezzanotte!
-Quando…?
-Oh,appena sono riuscita a districarmi dalla sicurezza,cara! Sei un oggettino pregiato.
-Puoi farmi uscire da qui?
-Uhm…
Elettra parve annusare l’aria,i bulbi oculari rossi.
Scrollò i riccioli,sconsolata.
-Un cerchio magico. Piuttosto complicato,sorella.- fece meditabonda.
Jane soffiò per l’abbattimento.
-Esteso?
- E’ perimetrale alla stanza,ed è composto da catene blu continue.
-Non è mai stato dotato di una grande fantasia.
Le due risero.
-Ci vorrà un po’.- la informò Elettra seria.
-Non sono niente in confronto a quello che verrà dopo.- le fece cocentemente presente la ragazza.

Spuntarono fuori dalla folta vegetazione.
Si ritrovarono in uno spiazzo erboso privo di alberi illuminato dal bagliore lunare. Una leggera brezza sferzava i fili d’erba del prato.
-Magnifico!Facciamoci guidare dalla matta!Sì!Stiamo veramente tocc…
-Vuoi stare zitto!
Xander fu messo a tacere da una Willow piuttosto spazientita.
-E’ qui.- dichiarò fermamente Drusilla.
Erano sbalorditi. Della dimora di Mark non si distingueva traccia.
- Non ci resta che attendere.
Drusilla sembrava tranquilla.
Anya fece un sorrisetto da saccente.
-Solo gli appartenenti alla setta sono in grado di visualizzarla e accedervi.
Tempo qualche minuto, e,come previsto da Drusilla,arrivarono quattro di quelli.
Anya fece un cenno a Angel, Spike e Buffy.
-Occupatevene voi.
I tre accopparono gli adepti e ne presero in ostaggio uno. Angel,trasformato,gli sibilò all’orecchio,stringendogli il collo :
-Rendicela visibile.
Dopo inutili resistenze,il discepolo stese il braccio destro con il palmo della mano aperto e pronunciò una parola in un probabile aramaico. Comparve all’istante una villa imponente in stile vittoriano.
-Fantastico!!!- Willow aveva gli occhi luccicanti dall’emozione.
Drusilla inclinò la testa da un lato,per nulla impressionata.
-Andiamo.- Darla prese l’iniziativa.
-Ehmm…Un attimo. Dovete essere al corrente che questa gente è poco ferrata nel combattimento,mosse di karate, taken wo-doo non so che…Qui è magia. Magia nera in modo massiccio. Quindi sarà meglio dividersi in gruppi,invece che affrontarli in un blocco unico.- Anya pareva preparata a questo genere di situazioni.
Gli altri,stranamente,si scoprirono d’accordo con lei. Si distribuirono in due gruppi da cinque e andarono in direzioni differenti.

L’arpia levò bruscamente le mani dal cerchio magico.
Elettra e Jane indietreggiarono.
-Ci siamo.
Le catene blu si sfocarono ed esplosero in una pioggia di palline azzurre.
- Aha!
Elettra schioccò la lingua,compiaciuta di se stessa.
Jane sfondò con un calcio la porta.
- Tsk,non si è premurato nemmeno di chiuderla!E’ proprio un presuntuoso!-notò infastidita.
Diversi membri della setta si riversarono accanitamente su di loro.
Elettra li respinse con un globo gigantesco di luce,che incenerì alcuni e stese altri,spianando la strada a Jane per correre via.
Jane udì il rumore di scontri nella zona dell’atrio…Diavolo!Quei ficcanaso erano venuti a salvarla!Cosa credevano?Che non sapesse cavarsela autonomamente?Represse un moto d’ira. Si voltò verso la sua compagna.
-Và a vedere cosa diamine sta accadendo all’entrata!
Lei assentì.
-E tu?
-Io vado da lui.


Se Willow e Anya non fossero state lì ,ciascuna in un gruppo,e non avessero avuto abbastanza sapienza magica da contrastare quell’ammasso di persone e demoni con dei poteri distruttivi,non sarebbero sopravvissuti alla prima “lotta” corpo a corpo .
I vampiri potevano essere abbattuti facilmente, ma per gli umani era una questione dissimile. Non avendo nessuna difesa naturale, avevano affinato al massimo la loro forza interiore tramite il sostegno della magia. E si rivelarono i più temibili.
Il capanello di Anya si era infiltrato dal retro, quello di Willow dall’ingresso principale.
Elettra apparve nell’atrio tra lo stupore dei presenti.
Buffy aveva in quel mentre incenerito un vampiro particolarmente caparbio.
- Ooh!Tu devi essere la cacciatrice ,piacere,sono Elettra una delle tre arpie degli Inferi.- le strinse spicciativa la mano-Sono un aiuto che Jane vi manda.
-Perché lo fai?
-Oh,ragazzina,quante domande!- le lanciò un’occhiata sbarazzina.
-E tu dovresti essere il padre di Jane…
Si riferiva a Spike.
-Ehm,no,anche se,a conti fatti,sono quello che più si è preso cura di lei. Un fratello,insomma.
L’arpia lo esaminò,rapita.
-Avercelo un fratello così!-gli comunicò apertamente.
Se Spike avesse potuto, sarebbe arrossito. Elettra avvertì su di lei lo sguardo assassino di Buffy,la fissò e irruppe in una risata cristallina. Le fece un buffetto sulla guancia.
- Eeeeh,e chi te lo ruba,fringuello!!!
Buffy divenne paonazza.
Elettra fu assalita da tre succhiasangue e le loro gole furono immediatamente squarciate dalle sue unghie acuminate.
-Forza,non è il momento per le emozioni. Aiutatemi!
Spike sembrava preoccupato.
Willow gli mise una mano sulla spalla.
-Raggiungi Angel e gli altri,qui ce la possiamo cavare.
Il biondino si dileguò nel buio di un corridoio.


Angel carezzò il muro bianco,facendovi passare sopra le dita.
Mark stava seduto su una poltrona di pelle nera,apparentemente assente. Non diede segno di essersi accorto del trambusto che si era creato in vari punti della villa.
Faceva venire i brividi l’assoluta calma con la quale fumava la sua sigaretta. La sala in cui si trovava era imbastita di armi,in prevalenza spade e daghe.
Angel si ricordò che da vivo il vampiro apparteneva a una delle confraternite di spadaccini di Londra. Erano una sua grande passione che gli era rimasta pure da morto.
Era stato uno sbaglio renderlo una creatura della notte.
-Passi di qua e nemmeno fai un salutino al tuo Sire?
Mark non si mosse,si limitò a sorridere furbescamente.
-Pensavo che stessi a Los Angeles.
-Oh,sì,lo so che lo pensavi,mi ha mandato le tue legioni di scagnozzi incappucciati.-ghignò- Marcus,non ti facevo talmente stolto da eleggerti capo di una setta di esaltati. Vedo che la tua focosità in un secolo da vampiro non ti è diminuita.
-E la tua ironia,Angelus,fa sempre acqua da tutte le parti.- sbottò di rimando.- Perché sei qui?
Angel ,che stava contemplando una spada finemente lavorata,gli riservò uno sguardo eloquente.
-Non farmi domande retoriche.
Jane si affacciò cautamente al balcone interno che dava su quella che pareva una sala d’armi. Non uscì allo scoperto perché aveva sentito qualcuno discutere con Mark.
-Sai benissimo che lei è una mia proprietà.- lo ammonì sottilmente.
-Diciamo che tu ci hai rinunciato o,come preferisci,l’hai lasciata in custodia ai tuoi vampirelli.Appena ho intuito che il responsabile della sua “nascita” eri tu,dato che aveva il tuo odore addosso, me ne sono subito interessato e…perché no?Innamorato.
Il cuore di Jane perse un colpo. Che?!
-Certo,e io faccio la calza.- Angel si appoggiò a una colonna ai lati della sala,le braccia incrociate- Dubito del tuo amore per lei , e se quello che le hai fatto è la maniera per manifestarlo,ne hai una concezione davvero malata. Credo,però,in una cosa. La tua curiosità. Ti ha divorato. Tu sei uno dei pochi vampiri che si diletta di arti magiche,espande i suoi orizzonti. Comunque io ti avevo consigliato: non essere a capo di niente,se non sei sicuro del tuo potere. Agire da solo o con sottoposti frammentari è l’ideale. Ma da quando in qua un child ascolta il suo Sire? Raramente.- rise ironico.
Mark spense lentamente il mozzicone di sigaretta nel posacenere di vetro.
- L’ostacolo non sono io,caro il mio Sire…è Jane. L’hai già perduta da tempo,io ho soltanto dato il mio modesto contributo.
-Non ti riguarda e non ho chiesto il tuo parere.- gli fece duramente.
-Ho messo il mio marchio su di lei,mi riguarda.- si alzò.
C’era nell’atmosfera un’elettricità abilmente orchestrata dai due predatori.
- Mmmh,se non fossi così avventato,può darsi che avresti fatto meno fatica a rincorrerla per gli Stati Uniti. Perseguire uno scopo è un’operazione che va condotta adagio e ponderatamente.
Mark rimase silenzioso.
Jane,al contrario,iniziava a ricollegare alcune discrepanze con quello che Mark gli aveva narrato della sua non-vita. Sicché Angel era il Sire di Mark e gli aveva probabilmente raccontato qualcosa sul suo progetto del semivampiro. Il suo corpo tremò. Era come se fosse stata vittima dello stesso vampiro per metà secolo.
Abbrancò la ringhiera. Ora non aveva più dubbi.
Avrebbe ucciso Mark.
L’aveva ingannata,oltraggiata,si era approfittato di lei e l’aveva ridotta a meno di uno straccio. E adesso stava parlando di lei come se fosse una bamboletta,un giocattolo. L’amore stava cedendo gradualmente il posto all’odio.
Cacciò fuori una risata isterica.
I due vampiri si girarono verso il balcone.
Gli occhi di Angel si dilatarono. Aveva sentito ogni sillaba.
Lei applaudì.
- Angel,hai sul serio fatto un lavoro coi fiocchi.
Smise di ridere.
-Può essere che dovunque io vada ci sia qualcuno legato a te?-domandò a bassa voce.
Saltò e atterrò su un mobile. Si stirò e fece crocchiare le dita.
-Mi avete stancato. Volete che io sia di uno di voi due? Bè,tanto vale che mi veniate a prendere perché io non mi consegnerò spontaneamente!
Fece un balzo in avanti.
Angel si fece in disparte,ritirandosi nel buio della sala.
Nel frattempo giunsero uno Spike ansante insieme a Darla,Drusilla, Giles e Anya.
Jane aveva gli occhi iniettati di sangue.
-No, Jane,è al di sopra delle tue capacità!-la chiamò Anya,ansiosa.
Jane si voltò fulminea.
-COSA SAREBBE AL DI SOPRA DELLE MIE CAPACITA’?!
Ogni oggetto che era nella sala scoppiò all’unisono con un orribile crack,e le centinaia di pezzi rotearono pericolosamente nell’aria,poi sparirono.
Anya si era riparata dal vortice di schegge,di cocci e di brandelli in un angolo con i vampiri.
Mark era riuscito con sollievo a sottrarre la sua spada a quel caos con un incantesimo protettore. Le sorrise.
-Il demone ha ragione,ma sappiamo entrambi che sei una testarda che non demorde. Preferisci morire all’essere soccorsa come una debole.
-Sempre.- ringhiò lei e si avventò su di lui con ferocia.
Lui si fece stendere volontariamente e le piazzò a sorpresa la lama tagliente della spada alla gola.
-Questo non l’hai previsto.
-Ti chiuderò quella bocca!-urlò.
Si lanciò acrobaticamente all’indietro. Mark riuscì a sfiorarle il braccio,ferendola superficialmente.
-Non è un combattimento ad armi pari dovremmo…
-No, Spike.Non intervenire.- gli ordinò Angel- E’ la sua battaglia.
Jane gli sferrò un calcio allo stomaco che lo indirizzò contro una colonna;lui si riprese rapidamente e diede alcune staffilate nel vuoto; Jane si abbassò per schivarle;lui si trasportò dietro di lei e le lacerò la spalla; Jane afferrò con aggressività la parte di lama che era ancora nella sua carne e con uno sforzo sovrumano fu capace di gettarla a terra insieme a Mark ;lui,deciso a non mollare,si buttò su di lei con l’arma sguainata;lei la scansò e gli sferrò un pugno in pieno volto;lui si trasformò e con un ringhio selvaggio le trapassò la gamba sinistra; Jane boccheggiò e un fiotto di liquido vermiglio le sgorgò dalla bocca; si afflosciò sul pavimento.
Mark si esibì in una fredda risata.
-Rassegnati Jane.Se non puoi essere mia,non sarai di nessun altro.
La ragazza era in un lago di sangue, le ferite le bruciavano facendole vedere le stelle.
Mark attendeva la sua resa incondizionata,per in seguito guarirla.
Sentirono degli urli e i passi di un enorme numero di persone.
Elettra spuntò correndo da una porta in fondo alla sala assieme alla Scooby gang. Aveva una faccia tremendamente adirata. Stoppò la sua corsa,facendo arrestare i ragazzi.
-Giù!-gridò risoluta.
Spalancò le fauci d’arpia e sputò una fiammata colossale che si andò a riversare sulla folla dei discepoli inseguitori.
Quelli mandarono degli strilli strazianti.
Elettra notò lo stato in cui versava Jane,anche se era distanziata da lei.
-Ehi,bella,non morire perché il compenso che mi darà Mark posso pure gettarlo alle ortiche,per quanto me ne frega!!!Alzati e fatti valere!!!
Jane abbozzò un qualcosa che assomigliava a un sorriso.
Dawn la osservava apprensiva da lontano.
La semivampira strinse a pugno la mano destra e d’un tratto il sangue che imbrattava il pavimento si ritirò verso questa e andò a convergervi. Jane aprì il palmo della mano pulito e incredibilmente questa fece fuoriuscire dei fili ramati simili a quelli dei chip di un computer e la punta,la lama,l’elsa con un gargoyle arcigno di una spada. Era stata assemblata con il sangue di Jane,la miscela della linfa di quattro nosferatu.
Nel seno di Elettra comparve una mazzetta di banconote.
-Questo l’avevi previsto?-chiese sarcastica a Mark.
Un asso nella manica,l’aveva sottovalutata.
Lo stridio delle spade degli improvvisati duellanti risuonava in quel luogo,anche gli adepti si erano bloccati per guardare il loro capo combattere.
Buffy doveva ammettere che era veramente brava; quella era indubbiamente un’eredità lasciatela da Angelus. Si battevano con classe ed eleganza. Mark, però,non aveva tempo per i codici cavallereschi e presto la lotta si fece spietata.
Tentò un affondo, ma Jane,veloce, gli fu di fianco e gli fece uno sgambetto; lui la trascinò al suolo con sé con un tonfo; rotolarono; Mark si staccò per primo ed in un istante aveva puntato la spada al petto della sua amante.
-Se non vuoi arrenderti,allora sarò costretto ad ucciderti,perché non permetterò ad alcuno di averti.
-Hai fatto male i tuoi calcoli.- con l’energia mentale tirò indietro la spada e la fece cozzare con la sua con l’impugnatura color rame,provocando delle scintille- Sarai tu che non vivrai la prossima notte!-aveva il fiato corto.
Il sangue della spada di Jane intrise quella del vampiro moro e con una scia rossastra lo risospinse via .
Rumore di vestiti strappati;Mark aveva un graffio alla pancia; Jane sorrise trionfante.
-Come?Non eri invincibile?-lo prese per i fondelli.
Il clangore del ferro continuò atrocemente.
I combattenti non davano segni di sfinimento.
Un grido strozzato.
Jane aveva conficcato la lama nel cuore di Mark. Lui la scrutò come se avesse dato per scontato che non l’avesse ammazzato realmente.
La violenza del colpo lo spedì sulle lastre marmoree del pavimento.
-Io devo sopravvivere e tu sei d’intralcio alla mia sopravvivenza.- gli mormorò soffusamente.
Gli tagliò la testa di netto,accecata dall’odio.
In una frazione di secondo i discepoli si contrassero in lamenti inauditi,le croci rovesciate si spaccarono, i corpi esplosero e di loro non rimanette niente.
La spada di Jane ricadde con un sordo clang e si deteriorò fino a tramutarsi in sangue raggrumato.
Lacrime di fiamme rigarono il suo viso.
-Addio.- sussurrò più a se stessa che alla cenere che il momento precedente era stato il suo amante.
Un capitolo della sua vita era stato chiuso e non l’avrebbe più riaperto.
L’oscurità la sommerse e lei,sfinita,vi si abbandonò.
Angel sollevò Jane ,se la mise in braccio e cercò di bagnarle le labbra con il suo sangue di Sire;lei tossì,e lo accettò di buon grado, assetata,il lezzo di quella sostanza l’avevano ridestata come l’aceto.
Angel fece una smorfia dispiaciuta.
L’eccessiva avventatezza aveva portato Mark alla rovina.


Continua...

 

Torna all'Indice capitoli

 

 

 

 

.