BULMA E VEGETA - TRUE LOVE

 

PART FOUR

TRUNKS

 

N.B. Questo capitolo è un po’ diverso dai precedenti, infatti ho seguito molto la storia del manga e ho descritto anche le scene delle battaglie; sono presenti anche gli altri personaggi oltre a Vegeta e Bulma, anche Future Trunks. E’ ambientato durante la saga dei cyborg e del Cell game.

 


I mesi che seguirono la partenza di Vegeta furono molto difficili per Bulma.
Si sentiva veramente persa e inutile.
Riusciva ad andare avanti solo col pensiero del suo bambino che sarebbe nato tra poco tempo.
Già, ormai mancavano pochi giorni al lieto evento!
Andava quasi tutti i giorni in giro con sua madre alla ricerca di vestitini sempre nuovi per il piccolo che stava per nascere.
Sarebbe stato un maschietto; l’aveva saputo poco tempo prima.
Invidiava molto le coppiette che si recavano insieme a fare acquisti per i loro bambini: le sembrava strano dover essere lì con la madre e non con il suo compagno.
Rise tra sé al pensiero di Vegeta che andava a far compere.
Non sarebbe andato con lei neanche se fosse rimasto sulla Terra, questo era certo!


Dopo una di queste stressanti giornate d’acquisti, Bulma si stese sul letto per riposarsi un po’.
Si alzò con difficoltà e si sedette su una sedia vicino alla finestra.
Osservava il tramonto, la calda luce del sole che spariva dietro le case.
Stavano comparendo le prime stelle.
Chissà dov’era Vegeta in quel momento?
Ormai non le importava più di tanto.
“Chi non mi vuole non mi merita” pensò.
Eppure non riusciva a scordarsi le sensazioni che le davano i suoi baci, le sue carezze, e il calore della sua tenue voce che sussurrava le parole ‘ti amo’…
Lui glielo aveva detto soltanto una volta, ma quell’unica volta era impressa nella sua mente come un ricordo indelebile.


E mi manchi amore mio
Tu mi manchi come quando cerco Dio
E in assenza di te
Io ti vorrei per dirti che…


In fondo aveva anche un segno tangibile del suo amore.
Si tirò appena giù la maglietta e scoprì la spalla.
Era ancora ben impresso il morso che Vegeta le aveva dato.


Tu mi manchi amore mio
Il dolore è forte come un lungo addio
E l’assenza di te
È un vuoto dentro me


La dimostrazione del suo amore e di un’unione eterna. Come aveva fatto ad ignorarlo?
Osservò il segno per diversi minuti, come per convincersi che era tutto vero.
Quella notte, per la prima volta da quando era partito, pianse disperatamente.


Perché di noi
È rimasta l’anima
Ogni piega, ogni pagina
Se chiudo gli occhi sei qui
Che mi abbracci di nuovo così…


Il mattino dopo quando Bulma si alzò, si accorse di sentirsi più strana del solito.
Aveva dei fortissimi dolori allo stomaco e non riusciva ad alzarsi dal letto.
Sicuramente era l’ora. Stava per nascere!
Riuscì a malapena a chiamare sua madre, che arrivò subito da lei.
“Oh Kami!” urlò la donna “E’ già ora?!”
Arrivò subito anche il padre e insieme la portarono in ospedale, il più velocemente possibile.
Ma non potevano di certo volare…
Appena arrivati portarono Bulma in sala parto.
Fu un parto non molto facile, ma alla fine andò tutto bene: nacque un bel maschietto, molto bello e sano.
Anche Bulma stava bene, ma era stanca perché aveva sofferto molto.
I medici la lasciarono sola qualche minuto con il suo bambino.
“Ciao piccolino!” sussurrò “Mi hai fatto faticare tanto lo sai? Accidenti, non ho ancora deciso il tuo nome! Vediamo… Quale vorresti?”
Lo osservò per un lungo momento, poi con uno sguardo triste gli disse:
“Sei proprio bello, sai? Bello proprio come tuo padre…”
Proprio in quell’istante si accorse di una presenza dietro la porta semiaperta.
Avrebbe riconosciuto quella figura ovunque…
No, non poteva essere…


“Chi è? – chiese lentamente.”
“Sono io, donna.”
Il cuore di Bulma si fermò per un istante.
“Vegeta… Come facevi a sapere che è nato oggi?”
Lui ignorò quella domanda e si avvicinò al suo letto.
Aveva il solito sguardo duro, ma sembrava più sereno.
“Così questo è mio figlio?”
Bulma sorrise.
“Già… Ehi, piccolo, questo è il tuo papà…”
Erano tutti e tre insieme. Avrebbe voluto che quel momento non finisse mai.
“Senti, Vegeta, siccome non gli ho ancora dato il nome… Ti va se lo chiamiamo Trunks? E’ carino, non credi?”
“Fai come vuoi, donna, a me non interessa” rispose lui.
Quando vide il viso deluso di Bulma, però, continuò:
“Sì, per me va bene” (Anche se in realtà quel nome non gli piaceva per niente).
Stettero così per qualche minuto, osservandosi senza parlare.
Poi ad un tratto Bulma ruppe il silenzio:
“Allora, come vanno gli allenamenti? Tra sei mesi sarà ora di combattere.”
Veramente lei odiava questo argomento, ma sapeva che era l’unico modo per parlare un po’ con lui. Anche Vegeta l’aveva capito.
“So benissimo che non ti importa in ogni modo vanno a meraviglia. Ora nessuno sarà in grado di sconfiggermi.”
Detto questo cominciò ad avviarsi verso la porta.
“Dove vai, ora?” chiese lei.
“E’ ovvio, torno ad allenarmi. Non ho ancora raggiunto il mio limite. Tornerò tra sei mesi.”
Uscì.
Trunks iniziò a piangere, Bulma lo guardò e sorridendo gli disse:
“Non preoccuparti, piccolo, sono sicura che tuo padre tornerà da noi quando questa battaglia sarà finita… Si sta allenando per difenderci, sai?”
Gli diede un lungo bacio sulla fronte.


Tornarono a casa quella sera stessa, Bulma e i suoi genitori non fecero altro che pensare solo al bambino per tutte le settimane seguenti.
I sig. Brief avevano anche pensato di organizzare una festa per la nascita del piccolo, ma lei rifiutò, pensando che non avrebbe avuto senso senza il padre.
Quando lo spiegò ai suoi, però,il sig. Brief non era per niente d’accordo:
“Non devi aspettare in eterno quell’uomo, ti farà soltanto soffrire, non lo capisci? Lui non ti ama, e non gli importa nemmeno di suo figlio!”
Bulma a quelle parole si offese molto, perché era convinta del contrario, ma sapeva che non poteva convincere gli altri che Vegeta in realtà l’amava: solo lei riusciva a percepirlo.


N.B. Da qui inserisco dei pezzi di storia tratti dal manga, per poter spiegare meglio la fan fiction.


I mesi passarono inesorabilmente, Trunks cresceva benissimo, anche se Bulma sapeva che prima o poi gli sarebbe mancata la presenza del padre, anzi forse già ne soffriva.
Passarono i tanto attesi sei mesi, e arrivò il temuto 12 maggio, giorno previsto per l’arrivo dei potenti cyborg.
Tutti i guerrieri si trovarono sull’isola a nove Km dalla città del sud alle nove del mattino, un’ora prima dell’arrivo dei nemici.
C’erano Goku, Gohan, Crilin, Piccolo, Yamcha e Tenshinanh.
Anche Bulma, insieme a Trunks, si recò sul posto.
Tutti furono molto sorpresi di trovarla lì. Ma soprattutto rimasero sconvolti quando scoprirono che aveva avuto un figlio da Vegeta. Pensavano che si sarebbe sposata con Yamcha, invece…
Solo Goku e Piccolo sapevano già tutto, glielo aveva detto loro Future Trunks tre anni prima.
Bulma era curiosa di vedere i cyborg, ma soprattutto fremeva dalla voglia di rivedere Vegeta.
Non era ancora arrivato, ma sapeva benissimo che sarebbe venuto: per nulla al mondo avrebbe rinunciato a mostrare a tutti i frutti dei suoi allenamenti.
All’inizio combatterono contro i cyborg numero 19 e 20 (che in realtà era il dott. Gelo, quello del Red Ribbon nd Eva ssj), il cui scopo era quello di eliminare Son Goku.
Mentre i guerrieri combattevano Bulma stava ad una certa distanza, su una montagna, per osservare senza essere coinvolta.
Mentre c-19 combatteva contro Goku, quest’ultimo fu colpito dalla malattia cardiaca che gli era stata annunciata da Future Trunks.
Non era più in grado di combattere e non riusciva neanche più a rimanere trasformato in Super Saiyan.
Il cyborg gli stava assorbendo anche le ultime energie, quando quest’ultimo fu colpito da un violento calcio.


Chi era stato?
“Sconfiggere Kakaroth è compito mio… Non posso lasciarlo fare a gentaglia come voi!”


Finalmente era arrivato Vegeta.
Yamcha portò via Goku per poterlo curare, e nel frattempo Vegeta decise di sconfiggere i nemici da solo.
“Voglio scoprire se anche un cyborg può tremare di paura…” disse.
Liberò tutta la sua aura e si trasformò in Super Saiyan.
Tutti rimasero a bocca aperta; solo un guerriero col cuore calmo e puro poteva trasformarsi.
Invece anche lui, continuando a fare duri addestramenti e grazie all’ira che coltivava nel cuore era riuscito a raggiungere quel livello.


“E così ce l’ ha fatta… E’ riuscito a raggiungere lo stesso livello di Goku. Chissà che allenamenti avrà fatto.”
Bulma sorrise mentre osservava la battaglia.
“Ora sarà ancora più orgoglioso di se stesso” pensò.
Non si rendeva conto che anche lei era molto orgogliosa dell’uomo che amava.


Nel frattempo Vegeta sconfisse facilmente c-19, ma il dott. Gelo riuscì a fuggire: voleva recarsi al suo istituto di ricerca per far risvegliare dei cyborg più potenti, i veri nemici che avrebbero dovuto affrontare: c-17 e c-18.
Mentre i guerrieri lo inseguivano, arrivò anche Trunks del futuro a dare loro una mano.
Piccolo lo vide per primo.
“Trunks!” urlò.
Il cuore di Vegeta prese a battere più velocemente.
“Trunks?! Si chiama Trunks?! E’ uguale… Il suo nome è uguale a quello di mio figlio! Proviene dal futuro… Allora…” Capì che il forte guerriero che gli stava davanti era suo figlio e improvvisamente provò una strana sensazione, che però scacciò via subito.
Trunks… Suo figlio… Era veramente potente… Si sentiva orgoglioso di lui.


Anche Bulma, insieme a Yajirobei, si diresse verso i guerrieri, ma appena il dott. Gelo li avvistò colpì il loro veicolo.
Fortunatamente ci pensò Trunks (quello grande, eh!) a salvare sua madre e… lui stesso da piccolo (sto facendo casino! Lo sapevo! Però che bello… Due Trunks… Wow! Nd Eva ssj)
Vegeta invece non aveva mosso neanche un dito per aiutarli.
Bulma se lo aspettava, invece Future Trunks, che non aveva mai conosciuto suo padre, ci rimase molto male.
Si parò davanti a Vegeta e gli urlò:
“Perché non ha cercato di salvarli?! Non sono sua moglie e suo figlio?!”
Lui lo guardò col solito sorrisino e rispose dicendo:
“Che assurdità… A me non interessa affatto! Togliti di mezzo!”
E se ne andò per inseguire il cyborg.
Trunks rimase pietrificato, poi andò con gli altri guerrieri, verso l’istituto.
Volevano impedirgli di risvegliare 17 e 18.


Non poteva credere che suo padre, il padre che aveva sempre sognato di conoscere, fosse così crudele ed egoista. Sembrava che non provasse nessun sentimento, se non la sete di vittoria.
Sua madre lo aveva avvertito che era un uomo molto testardo e che poteva sembrare insensibile, ma che voleva bene alla sua famiglia.
“Non è vero! Non ha nessun lato positivo! Non ha neanche cercato di salvare me e la mamma! Nel suo cuore alberga solo la perfidia!” pensò Trunks.
Fortunatamente Bulma non aveva sentito le parole di Vegeta!


Quest’ultima se ne stava andando insieme a suo figlio, a Gohan e a Yajirobei per informare Goku di quello che stava accadendo.
Purtroppo i guerrieri non arrivarono in tempo: i cyborg numero 17, 18 e anche 16 vennero riattivati, ed eliminarono il loro creatore.
Il loro scopo era unicamente quello di uccidere Son Goku.
Nessuno, nemmeno Vegeta, riuscì a sconfiggerli. Erano troppo potenti anche per lui.
Inoltre comparve un nuovo nemico: Cell, un mostro terribile che era stato costruito utilizzando le cellule di Vegeta, Freezer e suo padre, Piccolo e addirittura di Goku.
Egli eliminò16 ed assorbì 17 e 18; in questo modo ottenne il corpo perfetto: era infinitamente più potente dei due cyborg originari.
llo stato attuale nessun guerriero era in grado di batterlo, così decisero di allenarsi nel santuario di Dio, nella stanza dello Spirito e del Tempo, dove un anno corrisponde a un giorno dei nostri.
Per primi entrarono Vegeta e Future Trunks.


Quando terminarono l’allenamento si erano potenziati molto, ma Goku, che era guarito, sapeva che non erano ancora in grado di sconfiggere Cell, così decise di allenarsi con suo figlio.
Nel frattempo al santuario arrivò Bulma, che aveva portato i battle suit per i guerrieri.
Vegeta praticamente la ignorò, anzi era irritato dalla sua presenza.


Mentre Goku e suo figlio si allenavano, Vegeta e Trunks provarono ad affrontare il nemico, ma vennero sconfitti.
Cell non era contento della battaglia che aveva avuto contro di loro.
Aveva voglia di divertirsi, così li lasciò andare e disse loro che 10 giorni dopo avrebbe istituito un torneo: il Cell game.
I partecipanti si sarebbero dovuti confrontare solo con lui, uno alla volta, e se tutti fossero stati sconfitti avrebbe ucciso tutta la gente del mondo.
Non aveva nessun obbiettivo di conquista, voleva solo far conoscere al mondo intero la sua enorme potenza.


In quel breve lasso di tempo i guerrieri si allenarono duramente.
“Dove vai, Vegeta? Ad allenarti?” chiese Bulma, sperando che lui le rispondesse.
Erano tutti ancora al santuario di Dio.
“E’ ovvio, entrerò di nuovo in quella stanza… Non m’interessa se tutti i terrestri muoiono… Devo assolutamente ucciderlo!” rispose.
“Non ti interessa nemmeno se muore… Se muore tuo figlio?” continuò sussurrando Bulma.
Pensava che se proprio non gliene fregava niente di lei, poteva provare qualcosa almeno per Trunks.
Vegeta guardò attentamente il piccolo che la donna teneva tra le braccia e il forte ragazzo che gli stava davanti.
Se fosse morto…? Non rispose.
Trunks (quello grande!) si recò insieme al padre nella stanza dello Spirito e del Tempo.


Arrivò il giorno del torneo.
Tutti erano molto agitati, tranne Goku che sapeva come poter sconfiggere Cell.
All’inizio infatti combatté contro di lui, ma quando si rese conto di non potercela fare chiamò al suo posto Gohan. Egli infatti aveva raggiunto un livello persino superiore al suo.
Vegeta rimase molto colpito da questo, ma soprattutto umiliato…
Era stato superato da un moccioso!
Quando Gohan credeva di averlo sconfitto, Cell ricomparve all’improvviso e uccise Future Trunks con un solo colpo.
In quel momento Vegeta sentì dentro di sé una grande rabbia crescerli lentamente.
Guardò il corpo morto di suo figlio.
“Trunks… Maledizione!” urlò.
Si scaraventò contro il mostro ma fu tutto inutile.
Gohan riprese lo scontro e riuscì a batterlo, ma purtroppo anche Goku venne ucciso.

Al termine della battaglia i guerrieri andarono al santuario per farsi curare da Dende.
Solo Vegeta rimase al campo di battaglia.
Non poteva credere a quello che era successo…
“Maledetto Kakaroth!” urlò “Non doveva morire così!”
Per la prima volta dai suoi occhi scesero delle lacrime.
“Non combatterò… Mai più!”


Anche lui tornò al santuario, e con le sfere del drago fecero resuscitare tutti coloro che erano stati uccisi da Cell, anche Trunks. Goku invece non poté tornare in vita perché era già stato resuscitato una volta.
Al termine di quella tremenda giornata tutti tornarono alla propria casa.


Vegeta non sapeva dove andare… Non aveva più voglia di vagare nello spazio per allenarsi.
A cosa gli sarebbe servito ora che il suo miglior nemico non c’era più?
Cosa ne avrebbe fatto della sua vita? Ormai non gli importava diventare più forte.
Era inutile.


Bulma capì subito il suo stato d’animo.
Si avvicinò a lui.
“Torna a casa, Vegeta. Con me e tuo figlio.” gli disse.
Lui guardò quella donna, quella donna bellissima, e il bambino che teneva tra le braccia…
Erano la sua famiglia.
Non credeva che gli avrebbe detto di tornare dopo tutto quello che le aveva fatto.
Probabilmente era l’unica persona che avesse capito perché se n’era andato: doveva ritrovare se stesso.
E lei l’aveva aspettato.
Vegeta abbracciò la sua donna e suo figlio, prima di baciarla a lungo.
Tornò a casa con loro.

Il giorno dopo tutti si ritrovarono alla Capsule Corp. per salutare Trunks, che doveva tornare nel suo tempo per sconfiggere anche lì i cyborg.
Anche Vegeta naturalmente era presente, ma si teneva a una certa distanza dagli altri.
Provava una strana nostalgia ad assistere alla partenza di suo figlio.
Poi però guardò la sua Bulma e vide il piccolino che teneva in braccio: lui aveva già un figlio cui pensare.
E non voleva che anche questo crescesse senza un padre.
Gli sarebbe stato vicino e sarebbe diventato un grande combattente come lui, anzi, più forte.
Trunks gli passò davanti e gli sorrise.
Lui ricambiò il saluto, consapevole che molti anni dopo avrebbe rivisto quel ragazzo.
Suo figlio.


THE END

EVA SSJ


P.S. La canzone che ho inserito è “In assenza di te” di Laura Pausini.

 

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