Vita nel campus: storie d’amore
e di amicizia

 

Capitolo 5

By Kiki

 

Buongiorno!!!!^^ Auguro a tutti un felicissimo Buon Natale e visto che non so se ci si senta più prima dell’ultimo, perché la Kiki si va a fare qualche giorno di meritata vacanza!!^^; auguro anche un felice inizio di Anno Nuovo. ^^

I ragazzi si distribuirono nelle proprie stanze, per prepararsi per l’uscita serale.
Ayumi era ritornata di buon umore : l’idea di cibo cinese e, soprattutto, l’idea dell’imminente Natale, avevano rafforzato il suo spirito natalizio, niente poteva più intaccare la sua allegria nel suo periodo dell’anno preferito.
Canticchiando tra sé e sé, era davanti all’ armadio a scegliere come vestirsi; quasi avesse un appuntamento.
“ Pensa che bello se fosse così!” pensò, rabbuiandosi un attimo; numerosi maniaci..ehm : ragazzi, le avevano chiesto di uscire, ma lei aveva sempre declinato gli inviti.
La tristezza durò l’ istante di un attimo, poiché sentì, nell’appartamento accanto, che qualcun’altro stava intonando canzoni natalizie. Era sicuramente il Nonno.
Ayumi sorrise di nuovo, scelse il vestito e cominciò a prepararsi.
Chi continuava a rimanere di umore umbratile ( *O*! Che termine colto!! Non ci dire che anche oggi è qui con noi il sommo poeta? Ndtutti Eh eh!!ndDante Ehi! L’altra volta sono stato nominato anch’io!ndmister x Oh, madonna! Cosa ho fatto?!ndKiki) era la sua compagna di stanza, Miaka infatti stava ancora pensando a quanto le aveva detto Nobuscimmia a proposito di Mitchi e Maria; non riusciva a toglierselo dalla testa e non avrebbe avuto nessuna intenzione di vederlo ancora, chissà quali altre scemenze e bugie si sarebbe inventato se lei gli avesse chiesto spiegazioni in merito; magari sarebbe stato anche capace di risponderle con un sorrisetto : “ Ma come? Non avevi capito che era tutto uno scherzo?!”.
Le veniva da vomitare, solo il buonumore di Ayumi l’aveva convinta a prepararsi per l’uscita collettiva.
Ayumi aveva capito che c’era qualcosa che non andava, ma aveva capito anche che, per il momento, non era neanche il caso di far domande.
Miaka le fu grata per questo, doveva ancora capire bene lei cosa le si agitava dentro.
Il suo abbigliamento, tuttavia, denotava perfettamente il suo umore : era completamente vestita di nero! Maglia a collo alto e pantaloni neri. Non era rimasta molto davanti all’armadio, aveva preso le prime cose che aveva visto, doveva farsi bella per chi?
Ayumi invece, arrivò addirittura a vestirsi con una maglia bianca, gonna nera e calze rosse. ( No, scusa! Cosa c’entrano le calze rosse? Ho la maglia bianca! Ti credo che mi tiro su solo gente con problemi! Così sembro una crocerossina!! NdAyumi Ma, dai! Sono bellissime le calzette rosse! Ce l’ho anch’io! Sono tutte striate!ndKiki Ma te non sei normale!ndAyumi Maestro!Dica qualcosa!ndKiki Anch’io ho le calze rosse!ndDante No! Non dica così! Altrimenti quell’arpia non se le mette per davvero!ç_ç ndKiki disperata Posso dire una parola?ndmister x E tu chi sei?ndYuka&Kiki No, prima qualche parola vorrei dirla io!Magari, possibilmente un discorso! Sapete com’è! NdRu ironico trallalà…ndYuka/Kiki/Dante)
Raccolse i capelli in una coda e andò in giro per le stanze a rompere alla gente perché si sbrigasse. (Ah, pure?!ndAyumi)
Miaka invece si sedette nel divano, in salotto, aspettando.
Ad un certo punto arrivò anche Maria, che prese a sfogliare un giornale.
Miaka, in silenzio, la osservava, facendo finta di leggere a sua volta.
Guardava i suoi occhi grigi, sempre sorridenti, che ricordavano un sacco quelli di Aki; il naso perfettamente dritto.
Stava canticchiando, tutta allegra e sorridente.
“ Cattivo presagio!” pensò Miaka.
Ma non avrebbe potuto odiare Maria! Era impossibile! Quando la conoscevi, non potevi non adorarla; proprio come per Aki.
Solo che Maria, ogni tanto faceva vagare il suo sguardo nel vuoto, diventava silenziosa ed enigmatica e non potevi capire quali fossero i suoi pensieri.
Questo suo aspetto la faceva assomigliare molto di più a Ru, che a suo cugino.
Suonarono alla porta e arrivò Aya, di corsa, ad aprire alla seconda scampanellata.
- Oh, ragazze! Hanno suonato, eh! - disse ironica passando dietro al divano dove erano sedute Miaka e Maria.
- Oh, scusa!- disse Maria, uscendo con la sua risata cristallina.
- Chi è arrivato?- chiese Ayumi, sbucando dalla stanza dei ragazzi - Ah, Nonno! Sei tu! Oh, ma qualcuno ha prenotato, visto che siamo in 3500?- Ayumi aveva delle unità di misura da brivido.
- Sì. Ho appena chiamato io.- confermò Nonno-Maki.
- Oh, Nonno! Sei meraviglioso! Avresti potuto fare l’avvocato!- squittì Ayumi tutta contenta, abbracciandolo ( Cosa c’entra?!ndtutti Ehm, scusate! Perché la gente continua a chiamarmi Nonno e io continuo a rispondere?ndMaki)
- Mamma mia! Sembrate chiesa e campanile insieme! Ayumi mettiti i tacchi che mi fa impressione!- sbottò Miya, vedendoli.
- Cosa?!- chiese Ayumi come a dire : “ senti chi parla!”; lei era molto suscettibile sulla sua altezza, soprattutto perché era alta un metro e 68 e quei due centimetri al metro e 70 le pesavano.
- Dai!- lo rimproverò Maria, che con il suo metro e 80 era l’unica a poter competere con i ragazzi di quella casa.
Tutti scoppiarono a ridere.
- Cos’è ‘sto casino?- chiese Mitchi brusco; tutti si voltarono e le signore presenti in stanza restarono per un attimo senza fiato; Hisa portava un giaccone di pelle - stile matrix- che gli stava da Dio, era proprio tenebroso.
Da togliere il fiato.
“ Oh, mio Dio! E’ troppo bello! Come posso togliermelo dalla testa?” pensò Miaka sconsolata.
Subito dopo uscì dalla sua stanza anche Aki e anche in questo caso le ragazze restarono con la bocca aperta.
“ Perché è mio cugino?! Mondo crudele!”
“ Oddio! Perché tutte queste persone non spariscono magicamente e salta pure la luce?!” pensò Ayumi.
“ Ma questo diventa sempre più bello ogni minuto che passa?!” si chiesero con invidia il Nonno e Miya.
Finalmente tutti furono pronti e si poté andare.
Fuori aveva smesso di nevicare e le stelle brillavano in cielo, la luna- che era ritornata a far capolino- faceva risaltare con la sua luce spettrale, la neve appena caduta.
I ns. eroi erano le uniche persone in giro.
- Ma andiamo a piedi?- brontolò il Nobuscimmia.
- Ma di che ti lamenti?! Hai le gambe che sono il doppio delle mie!- lo rimbeccò Aya e lo prese sottobraccio.
“ No! Vattene! Io voglio Miaka qui!“ Pensò stizzito il Nobu.
Maria si prese a braccetto Miya e il Gorilla.
- Ma sei più alta di me!- protestò Ryo-chan.
- Guarda qua che roba!- gli disse tirandosi su il pantalone e facendo vedere il tacco vertiginoso dello stivale.
Siccome Miya non sembrava molto felice della situazione, Maria gli stampò un bacio sulla guancia.
Miya sorrise imbarazzato, guardando Aya.
Mitchi ebbe la tentazione di prendere Miaka sottobraccio, ma poi si fermò, sentiva che c’era qualcosa che non andava, e si chiedeva cosa.
E adottò la modalità preferita da Ru : stile incazzato; camminava distante dl gruppo, che si era fatto chiassoso.
Il Nonno aveva preso sottobraccio Miaka e Ruriko ( la vipera num.2 era tornata a casa per il week-end lungo, dove nuove vittime l’attendevano!).
Ad Ayumi la scelta era ridotta a due uomini : Ru ed Aki ( Oh-oh! Che scelta difficile!ndKiki Sei di parte vero?ndRu)
Ma Aki la precedette prendendola a braccetto.
Ayumi sentì un brivido correrle giù per la schiena a trovarsi lo stupendo viso di Aki così vicino ( avendo i tacchi, adesso è molto più vicina del solito, cioè di quando gira per casa con le pantofole a forma di maialino!ndKiki Ahhhh!! Ndtutti che fingono di aver capito la spiegazione “ a forma di maialino??!!”” No, dico : ma stiamo scherzando?! Ti credo che Aki non mi fila! Sono già abbastanza fortunata che non mi abbia fatto internare da qualche parte!ndAyumi), oltre a sentire lo sguardo di Ruriko che le stava bruciando la nuca!
Ayumi si fece stranamente silenziosa, stava cercando di assaporare ogni momento, voleva imprimere tutto nella memoria.
Le sembrò che il tragitto per arrivare al ristorante fosse stato troppo breve.
Dato che molto spesso andavano lì a mangiare, i proprietari, che li conoscevano, li avevano sistemati in una stanzina caruccia-caruccia, tutta per loro.
( Oh, ma com’è che tutti i proprietari dei locali vi conoscono?ndKiki)
Ci fu la corsa ad ostacoli per l’assegnazione dei posti, nonché un certo imbarazzo : Mitchi avrebbe voluto sedersi vicino a Miaka, ma la vedeva strana; così scelse un posto a caso per vedere se lei si sarebbe seduta accanto o meno.
Lei invece prese posto vicino ad Hana, gli sedeva praticamente di fronte.
La scrutò indispettito, con i suoi profondi occhi.
“ Ma perché?!!” si chiedeva ! “Devo assolutamente parlarle!” si promise.
Miaka si accorse della sua occhiata, ma fece finta di niente e sorrise ad Hana. Ruriko rubò per un soffio il posto ad Ayumi accanto ad Aki, con evidente disperazione di quest’ultimo che avrebbe preferito perfino Ru affianco piuttosto che lei.
La tavola era rotonda ( “ la tavola rotonda”!! ah ah ah!! Chi fa Re Artù? E quel figo di Tristano?! Ah ah ah ndKiki Ma cosa ridi, scema?ndtutti) e i posti erano i seguenti : Hana e Miaka erano seduti accanto, affianco al grande genio c’era Ayumi che sedeva vicino al Nonno, il quale aveva il Gorilla accanto, seguivano Nobuscimmia, Miya, Aya, Mitchi e Maria, e ancora Ru, Aki e Ruriko ( Ma cos’è? Cristo in croce?!ndAki ooops! Mi sono appena accorta che sono tredici in tavola….quasi-quasi faccio ritornare la vipera num.2 al rapporto!ndKiki Eh, no! Adesso ti arrangi!ndvn.2).
Visto che ci sarebbe stato molto da aspettare per il cibo, dato che il locale era pieno; fu offerto loro del sakè, in quantitativo industriale e sarebbe stato fatale a molti, ma soprattutto a Maria.
Quando cominciarono ad arrivare gli squisiti antipasti - involtini primavera, ravioli alla griglia, toast di gamberi….Kiki!basta!ndtutti- l’allegra brigata era più che allegra.
Maria e Miya erano in auge.
- …..e la tipa scappa a gambe levate, dandosi alla fuga!- finì di raccontare Ryota, che scoppiò a ridere, seguito a ruota dagli altri.
- Miya! Non è valido! Ero ubriaco marcio quella sera!- tentò di giustificarsi Mitchi imbarazzatissimo, dato che era stato lui il protagonista della storiella.
- Ma la tipa che fine ha fatto?- chiese Ayumi servendosi un’altra porzione di involtini.
- Te l’ho detto : è scappata a gambe levate! Più vista!- concluse Miya serio.
- Oh, non sa cosa si è persa!- constatò Aya, tutti si voltarono a guardala; a Ryo-chan, per poco, non andò di traverso tutto.
- Aya? E tu che ne sai, scusa?- chiese Maria laconica.
- Beh…- cominciò Aya allargando le braccia, imbarazzata - beh…basta guardarlo!- concluse facendo spallucce; tutti erano poco soddisfatti di quella risposta.
- Maria, allora raccontaci tu!- disse Hana malizioso.
Maria rise, ma non appena aprì la bocca, Mitchi la fermò.
- Maria… ti prego!- le disse prendendole la mano, lui era uno dei pochi ad essere rimasto pressoché sobrio; lei lo guardò indecisa sul da farsi, mentre gli altri assistevano alla scena divertiti,
Infine Maria si appoggiò allo schienale guardò Ayumi che le sedeva di fronte e che si stava ingozzando di cibo; per un attimo ci fu silenzio, poi, di nuovo, la voce di Miya si levò sulle altre : - Ayumi, basta mangiare! Guarda che così diventi una botte! Ci credo che poi non riesci neanche a fare più di 400m di seguito di corsa!- la rimproverò Miya.
- Ma guarda che la nostra Ayumi è un’atleta!- se ne uscì innocentemente Maria.
Ayumi si voltò a guardarla di scatto; con uno sguardo misto di apprensione e paura; aveva sentito spesso usare l’espressione “in vino veritas” e quella sera sperimentò che era vera.
Maria non si accorse nemmeno dell’occhiata e nemmeno gli altri ebbero il tempo di accorgersene, perché l’attenzione fu richiamata da Miya.
- Sì! Figurarsi! L’altra sera siamo andati a correre e ha fatto 300m ed è schiattata!- concluse ridendo, ma Maria continuava a rimanere seria.
- No, no! Guarda che ti sbagli! Ha fatto 14anni di danza classica!- rivelò; d’improvviso fu silenzio; tutti guardarono Maria a bocca aperta; solo Ayumi distolse lo sguardo mordendosi il labbro , “ ecco l’ha detto!” pensò; non le aveva mai proibito di parlarne ma Maria aveva sempre capito che lei non voleva e basta.
Lentamente tutti spostarono lo sguardo verso Ayumi seri, e i fumi dell’alcool erano improvvisamente spariti.
Ayumi li guardava, cercando di sorridere, si sentiva in colpa per non avere mai detto niente a nessuno; ma non voleva ricordare, no! Solo Maria sapeva cos’era successo, dato che - all’epoca- erano al liceo insieme.
- Ma, non ne hai mai parlato! Non hai mai detto niente!- iniziò Aki sorridendole.
Lei lo fissò negli occhi.
- Perché non c’è niente da dire!- rispose accennando un sorriso, ma la voce era quasi fredda; tutti si stupirono di quel tono; capivano che era successo qualcosa ma non capivano cosa; Maria si rese conto dell’enorme gaffe e si stava grattando il naso imbarazzata.
- Ma no, dai! Racconta!- insistette il Nobu.
Ayumi scosse la testa sorridendo, doveva assolutamente cambiare discorso ma non sapeva come, e in più era dispiaciuta di essersi rivolta ad Aki in quel modo.
Maria che conosceva la storia, cercò di glissare il discorso ma fu la sputa-veleno ad intervenire : - Cos’è? Non ti hanno più fatto fare la primadonna e hai smesso di andare?- chiese Ruriko stucchevole.
Di nuovo un silenzio gelido, Ayumi le lanciò uno sguardo di ghiaccio, degno di Ru ( ma perché mi chiamate sempre in causa con certi discorsi?ndRu).
Ruriko rimase sconvolta da quello sguardo, ma non abbassò gli occhi.
- Mi sono rotta una caviglia!- sibilò; glielo disse con voce calma, ma ferma e sicura.
- Scusami!- sussurrò Ruriko, abbassando gli occhi.
- Oddio!- mormorò Mitchi - Mi ricorda qualcosa!-
La tensione era palpabile.
- Dai, ragazzi! Allegria! Tra un po’ è Natale!- cominciò Ayumi sorridente come al solito.- Com’era la storia del cinquantesimo scaricamento di Hanamichi?- chiese ed Hana, per questa volta, non si arrabbiò.
La serata continuò allegra, ma non come prima, svanito l’effetto iniziale dell’alcool, ora tutti erano in vena di confessioni.
Tra il primo e il secondo, un po’ di gente uscì a prendere una boccata d’aria fresca.
Mitchi incrociò Ayumi che stava rientrando, dopo che Maria l’aveva pregata di uscire per scusarsi; lei gli sorrise, lui la scrutò a fondo, la fermò per un braccio e lei si voltò a guardarlo stupita.
- Per quello che può valere…..- cominciò lui- beh…ci sono passato anch’io e so cosa si prova…se ti andrà di parlarne, io sono qui.- concluse.
- Grazie. - gli rispose sorridendo, ma lui poté notare un’ombra di tristezza velarle gli occhi.
- Hai mai pensato di ricominciare?- le chiese ancora.
Ayumi ritornò seria - No.- rispose scuotendo la testa- ormai non fa più parte della mia vita.-
Ma Mitchi capì che stava mentendo.
Trovò Maria che lanciava sassolini nel laghetto dei pesci ( bastarda!ndpesci), sentendo dei passi si voltò a guardare chi fosse, sorrise al nuovo venuto.
- Che gaffe tremenda!- mormorò lei.
- Non ci pensare più. Ormai è andata.- le rispose lui, avvicinandosi; infilò le mani in tasca, Maria invece, era senza giubbotto e rabbrividì.
Mitchi l’abbracciò.
- Sei sempre stata così a volte le parole ti escono dalla bocca senza prima passare per la testa!- la canzonò Mitchi, lei rise.
- Sì, come l’altra settimana con i rapinatori!-
La settimana precedente Maria era stata coinvolta in una rapina nel supermercato dove andava di solito, per fortuna poi tutto si era risolto per il meglio, tanto che adesso , ne ridevano al ricordo.
- Mi ha fatto strano che tu non fossi lì a proteggermi. - disse tutto d’un tratto lei, fattasi improvvisamente seria.
Lui la guardò dritto negli occhi, stupito.
- Maria….- riuscì solo a dire e l’abbracciò di nuovo.
Anche questa volta il diavolo ci mise lo zampino : la scena da lontano e con queste parole era facile d equivocare, soprattutto per la persona sbagliata : Miaka era uscita per chiedergli spiegazioni e avendo assistito alla scena, non aveva ora più dubbi.
( ehm ,scusate! E’ da tanto che non appaio!ndDante ehm ,scusate! È da tanto che non dico una parola! Strano, no? NdRu).
Più tardi, in camera, avrebbe raccontato tutta la storia ad Ayumi, in lacrime.

- Mia!- cominciò Ayumi seduta sul letto di questa, prendendole le mani- Non disperare! Vedrai che non è come credi. Aspetta qualche giorno e vedi come vanno le cose. Dammi ascolto, magari Hisashi ti darà delle spiegazioni – Miaka sospirò, avrebbe fatto come le diceva la sua amica, le aveva dato conforto; ma lei aveva visto Mitchi e Maria abbracciati e Ayumi non poteva capire che lancia le avesse trafitto il cuore.
Invece anche Ayumi pensava a Mitchi e Maria( li aveva visti anche lei, abbracciati), ma si stava chiedendo se non fosse stata solo una questione di tempo.
Poi ripensò a quando lui, fuori dal ristornate, le aveva offerto il suo aiuto, il suo ascolto; una persona che si era risollevata da un’esperienza del genere non poteva essere un bugiardo.
( Psss..Maestro? Come le sembra questa parte?ndKiki Zzzzz…..Cosa? Ah, scusa; mi ero addormentato!ndDante Che?ndKiki Sarebbe anche ora di mandarlo in pensione questo vecchio, no? Lasciate che mi presenti : sono sir William Shakespeare!ndWS, alias misterx razza di cretina! È tutta colpa tua! Sei stata tu che l’altra volta hai parlato di Jago e Otello!ndtutti ç_ç maestro!!ndKiki In pensione? Vecchio?! Ma guardate che qui l’unico nonno dichiarato è uno solo e non sono di certo io?ndDante ma di chi starà parlando?!mah….ndtutti ( meno Nonno -Maki)
Ma io sono l’mvp della prefettura! Un po’ di rispetto! E poi Akagi è più vecchio di me!ndMaki Che?!ndGori hi hi hi!ndHana -sting-)
Nel pomeriggio del giorno dopo, Ayumi avrebbe avuto modo di rafforzare la sua convinzione sulle coincidenze.
Era appena rientrata dalle lezioni del pomeriggio; si stava togliendo la giacca quando vide un paio di scarpe che non conosceva.
Dubbiosa, annunciò il suo ritorno: - Sono qui!-; le rispose la voce di Aki dal salotto.
- Aki, ma abbiamo visite?!- chiese accigliata, togliendosi le scarpe.
- Ehm, sì Ayumi; vieni….- rispose in maniera strana Aki.
Ayumi avanzò verso la soglia, più incuriosita che altro; ma rimase senza parole a vedere l’ospite.
- Madame…- mormorò con un filo di voce vedendo quella che era stata la sua insegnante di danza per 14anni.
- Ciao Ayumi.- cominciò questa sorridendo, ma sempre con la sua aria severa.
Era da due anni che non la vedeva, cioè da quando aveva smesso di danzare, poco prima di trasferirsi a Tokyo; ma era rimasta pressoché identica.
Guardò Aki che le sorrideva, quasi ad infonderle coraggio.
- Siediti Ayumi.- le disse la sua maestra, con quel suo tono deciso e lei obbedì, riusciva ancora a metterla in soggezione.
- Beh..io vi lascio da sole. Io sono di là, se hai bisogno di me.- disse Aki guardandola e abbandonandola nella fossa dei leoni.
Ayumi deglutì a fatica e si girò a guardare la sua insegnante.
- Dunque?- chiese, ritornando padrona della sua voce.
La donna sorrise, guardandosi l’enorme anello di ametista che le ornava il dito lungo e affusolato.
Da che ne avesse memoria; Ayumi glielo aveva sempre visto.
La donna piantò gli occhi di ghiaccio in quelli azzurri della sua allieva prediletta; era una sua creatura, l’aveva plasmata lei e si era rammaricata molto del suo abbandono due anni prima.
- Ma come?! Non mi racconti niente?- e sorrise.
Ayumi non le schiodò gli occhi di dosso; sapeva che voleva qualcosa, ma non capiva cosa e si sforzava di capirlo.
- Sto preparando uno spettacolo e la nostra prima ballerina si è fatta male.- cominciò con una severa.
“ Se non altro tu ti sei rotta una caviglia mentre eri in scena! Almeno lì ci sei arrivata!” sembra quasi dirle.
Le due donne si stavano fronteggiando, non si staccavano gli occhi di dosso, studiandosi, la tensione era palpabile.
Ayumi stava affondando le unghie sul bracciolo del divano, non respirava quasi.
- Ho bisogno che tu la sostituisca!- disse diretta e secca.
Ayumi le staccò gli occhi di dosso.
- No!!….- disse decisa, scuotendo la testa; portandosi una mano alla bocca e ricacciando a fatica le lacrime che le salivano agli occhi.
- No….- continuò, scuotendo la testa e guardando fuori dalla finestra; ma lo diceva sempre con meno convinzione.
L’altra donna continuava a guardarla stando in silenzio.
Ayumi evitava di guardarla; mentre mille ricordi le affioravano alla mente; aspettava che l’insegnante parlasse, dicesse qualcosa, ma come al suo solito, taceva, costringendo l’altro ad esprimersi.
Lentamente riportò lo sguardo verso gli occhi dell’altra.
- Sa che cosa mi sta chiedendo?!- chiese dura, quasi a scaricar tutta la colpa, tutta la rabbia e la frustrazione di quando aveva dovuto smettere, sull’altra.
- So che è un grosso sacrificio per te.- rispose, ma senza scomporsi minimamente.
Ayumi annuì con la testa.
- E’ stato un grosso sacrificio smettere...potrebbe esserlo anche il ricominciare.- continuò aspra, quasi cattiva.
- Non te lo chiederei se non sapessi che sei l’unica che può farlo!-
“ E perché vieni solo adesso?!” avrebbe voluto chiederle Ayumi, ma non lo fece.
Voltò di nuovo la testa, a guardare fuori.
- Perché so che sei rimasta una ballerina qui- disse l’altra avvicinandosi e battendole un dito sulla fronte - ma soprattutto qui- e le mise una mano all’altezza del cuore.
- Nella mente e nel cuore!-
Ayumi la guardò, ripensò a tutte le volte che avevano avuto delle discussioni, di come la maestra pretendesse il massimo da lei e anche di più; ma anche di come sapeva rinfrancarla nei momenti di sconforto e sapeva che in sua assenza, la lodava.
Ma la ferita era ancora aperta e le bruciava ancora; ma più forte di quella ferita era il suo amore per la danza; che urlava dal più profondo della sua anima.
Ripensò al sudore, alla fatica… e alla gioia che provava quando si era trovata su un palco, l’emozione dietro alle quinte.
Si asciugò un fretta una lacrima che le era spuntata all’angolo dell’occhio.
- Quand’è lo spettacolo?- chiese.
- Tra un mese.-
- Tra un mese?!- esclamò sconvolta - Ma io in questi due anni sono stata praticamente ferma. - disse preoccupata.
- Hai fatto danza per 14anni di seguito, da quando ne avevi quattro; credi forse che essere stata ferma abbia fatto perdere ai tuoi muscoli la loro tonicità?- le chiese dolcemente.
- Nel giro di una settimana di allenamento intensivo il tuo corpo ritornerà in forma, come lo era sempre stato. E per il resto non mi preoccuperei, non credo che tu non sia più in grado di danzare con la stessa grazia e la stessa eleganza con i quali lo facevi due anni fa.- concluse alzandosi.
- Non ti nascondo che se accetterai, sarà una corsa contro il tempo; ma so che ce la puoi fare e al meglio; come sempre del resto; altrimenti, se non lo credessi, non sarei neppure qui.-
La guardò, mentre mille dubbi si attanagliavano nella mente di Ayumi.
- Ce la farei?- chiese ancora. - Ce la faresti!- fu la risposta fiduciosa.
Si diresse verso la porta.
- Ovviamente non ti sto dicendo di decidere subito. Siamo qui a Tokyo ora…- ma fu interrotta dalla ragazza - Sì, lo so. So dove trovarvi.- disse Ayumi con voce ferma; la sua maestra le sorrise e uscì.


Bussò timidamente alla porta della camera di Aki.
Lui sedeva alla scrivania e si voltò, si alzò dalla sedia e le andò incontro.
Ayumi sospirò, non riusciva neanche a guardarlo negli occhi; Aki la fissava preoccupato.
Poi, infine, lei alzò lo sguardo.
- Mi ha chiesto di sostituire la prima ballerina nel prossimo spettacolo- disse tutto di un fiato, ma con una calma che la stupì.
Aki ripensò al dialogo che aveva avuto quella mattina con sua cugina, a proposito di Ayumi e della danza.
- Era brava?- aveva chiesto a Maria.
- Era brava?!- aveva ripetuto lei ironica - Era la prima ballerina, aveva un futuro davanti a sé se non si fosse fatta male…Oh, Aki! Io l’ho vista danzare! Era da brivido!-

E ora Ayumi era lì, davanti a lui, e la vedeva così fragile che aveva paura perfino a toccarla.
Si avvicinarono contemporaneamente; Aki ebbe un brivido ad avere i suoi occhi così vicini che lo fissavano; capì che avrebbe potuto dirle qualsiasi cosa e lei l’avrebbe fatta.
Voleva stringerla, toccarla; ma non lo fece e fu con un grande sforzo che si trattenne.
Lei, anche in quella situazione, riuscì a perdersi nei suoi occhi.
- Fallo!- le disse infine - Fallo; perché altrimenti potresti pentirtene…e poi non sempre ci viene data una seconda possibilità.- ma qui sembrava più parlare a se stesso che ad altri.
Poi l’attirò a sé l’abbracciò, ma fu un abbraccio tenero; nella stretta calda e sicura di Aki, Ayumi cominciò a piangere; a piangere tutte quelle lacrime che non aveva mai pianto.
Poi si staccarono dall’abbraccio; ma Aki continuava a rimanere ad una distanza ravvicinata; tanto che Ayumi poteva sentire il calore del suo corpo.
Le stava sorridendo dolcissimo, lui le accarezzò una guancia; lei sentì le ginocchia che cedettero, socchiuse gli occhi e appoggiò una mano su quella di Aki.
Senza neanche rendersene conto sentì le labbra di Aki appoggiarsi alle sue.
Ayumi cercava di sentire e memorizzare ogni cosa : le sue labbra, le sue braccia, il suo corpo, il suo profumo; ma non riusciva a tener testa a tutto.
Ricambiò il bacio e avrebbe voluto che lui non si staccasse mai.
Socchiusero gli occhi contemporaneamente : lui a capire se poteva continuare, lei ad invitarlo a farlo.
Ayumi si strinse al suo corpo e lui ricambiò l’abbraccio.
Le loro labbra continuarono a toccarsi e ad accarezzarsi, Aki non riusciva più a staccarsi da quella bocca così morbida.
Poi l’abbraccio tra i due si fece più tenero; continuavano tuttavia a baciarsi piano; socchiudendo gli occhi.
Ayumi non avrebbe mai dimenticato l’espressione che vide negli occhi di lui; ma neppure Aki rimase indifferente a ciò che lesse negli occhi di lei, era come se lo sguardo di Ayumi lo stesse provocando.
Ma fu la sensazione di un attimo e gli occhi di lei ritornarono ad essere splendidi e sorridenti come al solito, e ciò che gli rimase fu il ricordo di un bacio splendido.
L’abbracciò di nuovo, nel momento in cui qualcuno stava aprendo la porta di casa.
- Sono qui!- era Aya ( Oh, ma com’è che tu arrivi sempre nei momenti meno opportuni?ndYuka&Kiki Ehh?!ndAki&Ayumi E che ne so io!Anzi, voi due cercate di far accoppiare anche me ‘sta volta!ndAya “ Accoppiare”??!!!ndYuka&Kiki Ma sì!Fatemi trovare uno straccio di uomo!Mi va bene anche Miya!ndAya Come sarebbe a dire: “mi va bene anche Miya”?ç_ç ndMiya).
Aki dovette controllare il suo respiro per calmarsi, prima di poter rispondere con un “ciao”.
- Aki, io vado a farmi la doccia!- urlò Aya entrando nella sua camera.
- Ok!- rispose lui.
Ayumi stava pensando a quanto bene si stava tra le sue braccia; avrebbe voluto che quel momento non finisse mai.
Con riluttanza dovette staccarsi.
Quella sera, a cena, informò anche gli altri dell’offerta ricevuta e tutti si espressero più o meno come aveva fatto Aki. Solo Mitchi la fissava dubbioso.
Poi più tardi, a letto, mentre aspettava Miaka che si trovava in bagno; ascoltava la colonna sonora di “Dracula”, leggendo gli ultimi numeri di Hanayori Dango e Fushigi Yugi.
Non aveva scelto a caso quel cd, aveva fatto un assolo una volta con una di quelle musiche. Si ricordava ancora perfettamente ogni passo.
Sorrise a questo ricordo.
C’era stato un tempo in cui era convinta che la danza fosse tutta la sua vita…
Finalmente Miaka rientrò in stanza…….

Fine quinta parte
Continua…


Dante : Uhm! Che palle! Non è stato tanto da ridere questa volta!
Kiki : Ma che stai a dì?! E poi, maestro! Le sembrano termini da usare?!
Ru : Qui cominciamo a battere ogni record! Sta volta non ho detto manco ‘na parola!
Kiki : Ru, stai buono! Nel mio prox capitolo ho in mente una bella cosa per te!
Ru (dubbioso) : Sarà!
Yuka - a Kiki- : Ma è vero?
Kiki - a Yuka- : Sì, sì! Devo solo cercare di farla entrare in qualche modo.
Gori : Comunque anch’io non ho detto una parola che sia una!
Hana : Ma Gori! Gli animali non parlano!
-STING-
Hana : Ahia! Gorilla scimmione!
W. Shakespeare : Allora dalla prox volta sono io la guest-star, vero?! Ah ah ah
Kiki : Oh-oh! Ho un brutto presentimento.
Yuka : Kikiiii??!! Chi è che ha evocato ‘sto qua, adesso?
Kiki : Trallalà….



 

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