Vita nel campus: storie d’amore
e di amicizia

 

Capitolo 7

By Kiki

 

Buongiorno a tutti!!! La vostra Kiki è tornata…Sì, al freddo e al gelo!!!!
Come sono andate le vostre vacanze??!! Spero bene!!^^ Buon rientro e per tutti gli studenti universitari: in bocca al lupo per gli exams!! Fate una preghierina per me, che finisca tutto presto!!^^ Bacionissimi e a dopo per i commenti finali!!!^_^ Infine, ma non per ultimo, volevo dedicare questo capitolo a due persone speciali che conosco da poco, ma alle quali voglio già tanto bene: Rox e Chiarulì!!^^

- Ex- ragazza, vorrai dire, Yumiko!- puntualizzò Aki, che per un attimo aveva perso la sua proverbiale ilarità.
Lei scoppiò a ridere, muovendo la cascata di riccioli rossi.
- Che accoglienza! Sono qui perché devo fare un servizio a Tokyo e ho pensato bene di venirti a trovare; pensavo ti avrebbe fatto piacere….-gli sussurrò maliziosa, poi si rivolse agli altri ragazzi che stavano osservando la scena stupiti.
- Sono una giornalista.- spiegò.
- E un “ chi se ne frega” non ce lo metti?!- le fece eco Ruriko.
Tutti i ragazzi si rivolsero verso di lei, e per una volta apprezzarono la sua lingua tagliente, ridendo; anche Ayumi apprezzò molto la sua battuta.
Tuttavia anche Yumiko sembrò gradire la frecciatina, dopo tutto se era stata con Aki qualcosa che li accomunava ci doveva ben essere.
Aki le fece strada verso la cucina, offrendole del the.
La nuova venuta si sedette, cercando di far conversazione; ma i vari tentativi non erano graditi, neppure dai maschietti presenti in sala, nonostante fosse una bella ragazza; vuoi perché era mattina presto, vuoi perché aveva spezzato una certa armonia; fu Aki a dover mantenere in piedi la conversazione, poiché Yumiko non sembrava minimamente imbarazzata da quell’apparente ostilità.
- Ma spiegami quanto ti fermerai?- le chiese.
- Non lo so; dipende da quanto tempo ci metto per raccogliere il materiale. Cos’è? Hai fretta di mandarmi via?- gli chiese, avvicinandosigli, incurante delle occhiate degli altri e dell’occhiataccia che le aveva lanciato Aki.
- Spiega anche a me una cosa.- cominciò Ruriko - Com’è che sei già giornalista?- le chiese, sapendo bene dove voleva andare a parare.
- Ho finito l’università lo scorso anno.- rispose l’altra sorridendo, ignorando con chi avesse a che fare.
- Ah…- continuò l’altra, con fare sornione - Quindi sei più vecchia di noi!- e marcò molto bene quel “più vecchia”; quella mattina Ruriko era proprio in forma smagliante e stava superando sé stessa in acidità; anche Ayumi se la rise sotto i baffi.
Yumiko si limitò a sorriderle, poi si rivolse di nuovo ad Aki.
- Comunque avremo tanto tempo per stare insieme….-
Brivido di terrore da parte di questo, mentre Ayumi e Ruriko arrivarono addirittura a scambiarsi un’occhiata fuggevole.
Ayumi comunque non ebbe molto tempo per pensare alla cosa: quel giorno infatti, sarebbero cominciate per lei le prove per lo spettacolo; alla fine aveva deciso di accettare la proposta della sua insegnante.
Seduta sul vagone della metropolitana che la stava portando in centro, era attanagliata da mille dubbi. Sapeva fin dall’inizio che avrebbe accettato, ma continuava a chiedersi se era la cosa giusta. Sarebbe stata all’altezza come una volta? Due anni non erano poi così pochi; e poi: fatto lo spettacolo, che cosa avrebbe fatto? Le sarebbe stato chiesto di continuare?
Guardava fuori dal finestrino, cercando di calmarsi, ma era peggio che andare a fare un esame.
Scese dalla metropolitana e si incamminò lungo la strada; era una bellissima giornata di sole che splendeva alto nel cielo, ma il freddo attanagliava senza pietà.
La via era pressoché deserta; in palestra avrebbe trovato il primo ballerino e la maestra, erano lì apposta per lei, per insegnarle i suoi passi, solo successivamente avrebbe fatto le prove con tutti gli altri.
Infine, da lontano la vide: la palestra. Sapeva che la compagnia, o meglio: parte e ciò che restava, si era trasferita a Tokyo perché la produzione si era fatta più intensa e importante.
Ayumi rabbrividì e si chiese se comunque, anche senza l’incidente, avrebbe continuato.
Era immersa in questi pensieri che quasi non si accorse della persona appoggiata al muro, che pareva aspettarla.
Ayumi sgranò gli occhi per la sorpresa.
- Mitchi!- esclamò.
- Ciao!- le rispose lui, staccandosi dal muretto.
- Ciao- disse di rimando lei, dubbiosa.
- Ti dispiace?- le chiese lui serio.
- No…- gli rispose, sorridendo infine perché comunque le faceva piacere entrare nella “ fossa dei leoni” con qualcuno che conosceva.
Entrarono dunque, e Ayumi sentì le ginocchia venirli meno.
Aveva una paura del diavolo.
- Andrà tutto bene!- le disse Mitchi abbracciandola, davanti alla porta dello spogliatoio.
Avrebbe voluto piangere, invece gli sorrise sperduta.
- Sì...- gli rispose con lo sguardo perso nel vuoto.
Dentro lo spogliatoio le arrivò inconfondibile l’odore del legno nuovo, cominciò a spogliarsi, senza neppure sentire, quasi, il freddo.
Per ultima si infilò la cavigliera di rinforzo, e appoggiato il piede nudo a terra, sentì il gelo traffigerle il piede come se mille aghi lo trapassassero.
Si risedette di nuovo, chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Dopo l’incidente, anche quando i medici le avevano detto che ormai era guarita, non aveva più provato a danzare, oggi era la prima volta…
Sentì la musica provenire dalla sala prove e si sentì invadere da quei suoni, sorrise rinfrancata ed uscì.
Mentre lei si stava riscaldando alla sbarra, arrivò il primo ballerino che la salutò cordialmente.
Ayumi sentiva la tensione sciogliersi. Mentre lei e Yusuke chiacchieravano, arrivò anche l’insegnante e un’altra ragazza che le avrebbe mostrato i suoi passi.
Ayumi si sedette a guardare e vide Mitchi, attraverso i vetri, fare altrettanto.
Avrebbero cominciato dai passi a due.
La musica attaccò e Ayumi si concentrò nel guardare i passi.
“ Merda! Quanti salti!” pensò preoccupata, sentendo la caviglia destra, sotto il rinforzo della fasciatura, farsi improvvisamente debole e fragile.
Il cuore cominciò a batterle furiosamente nel petto, non riusciva a concentrarsi sui passi, vedeva solo salti e per di più con appoggio sul piede destro.
Una volta che i due ebbero finito, Ayumi si mise dietro all’altra ballerina per imparare l’esecuzione dei passi.
Sae le mostrò i primi 16 tempi e già lì c’erano due salti.
Ayumi si sentì morire; sudava freddo e sentiva la caviglia farle un male boia.
“ Così non riesco proprio a fare un bel niente!” pensò.
- Potrei andare a bere un sorso d’acqua?- chiese con un filo di voce.
- Ma certo. - le rispose la sua insegnante stupita.
Cercò di mantenere la calma nell’uscire dalla sala, ma appena varcata la soglia corse come una furia verso lo spogliatoio.
Mitchi la seguì.
- Ayumi? Ma dove vai?!-
- Via! Ecco dove vado! E non sarei mai neanche dovuta venire!- gli rispose senza guardarlo, entrando nello spogliatoio e lasciando Hisa sulla soglia.
Lui scuoteva la testa, non capendo, guardandola mentre buttava le sue cose, alla rinfusa, nella sacca.
- Ma così all’improvviso…ma perché?!- le chiese ancora.
Lei si girò a guardarlo.
- Perché ho paura! Ecco perché!- gli rispose quasi urlando, avvicinadosigli ad una distanza ravvicinata; Mitchi riconobbe la disperazione di quello sguardo.
- Ho paura di rifarmi male di nuovo! Ho paura che la caviglia non mi reggerà neanche questa volta! E se me la rompo ancora, che succede? Sarò finita! Non potrò più fare niente…- concluse sussurrando appena distogliendo lo sguardo dagli occhi di lui e abbassando la testa tristemente.
Mitchi aveva sentito ogni parola che lei aveva detto, trafiggerlo.
Fu un gesto spontaneo, il suo, nel momento in cui l’abbracciò.
- Lo so…- cominciò - questo è il momento più difficile, perché puoi ancora scegliere; puoi decidere di restare o puoi decidere di andartene. Non ti sto dicendo cosa devi fare, ti dico solo che nel momento in cui farai il primo salto e andrà tutto bene, continuerai.La tua caviglia sta bene, è guarita e lo sai. È normale che tu abbia paura, mi meraviglierei del contrario, ma non permettere alla paura di avere il sopravvento.
Provaci almeno Ayumi, altrimenti il ricordo di questo momento ti tormenterà per tutta la vita e ti chiederai ciò che sarebbe potuto essere.-
Lei si staccò dall’abbracciò, ma non lo guardò negli occhi; cercava una risposta dentro di sé.
Era attanagliata da mille dubbi, mille domande, mille preoccupazioni.
Sapeva che se fosse uscita da lì, non avrebbe più avuto il coraggio di tornare…..
Ma andarsene, in quel momento, le sembrava la cosa più sensata da fare.
Ma non voleva neanche essere compatita o commiserata….
- E sia dunque!- disse infine, ferma e decisa, guardando Mitchi.
Raccolse i lunghi capelli neri nello chignon che prima aveva strappato e ritornò nella sala.
Aveva ancora tanta paura, ma ora aveva una determinazione nuova.
Come aveva detto Mitchi, tutto andò per il meglio; gli sorrise attraverso il vetro dove lui stava guardando e Hisa fece altrettanto.
Poco dopo la salutò, perché aveva lezione.
Stava quasi per uscire, quando si sentì chiamare; Ayumi era corsa fuori.
- Grazie!- disse abbracciandolo.
- E di che?- chiese lui, confuso e imbarazzato.
- Stasera si festeggia, eh!- disse lei.
- E certo!- rispose lui.
( Oh, ma stiamo scherzando??!! Ehi!! Pazza di un’autrice! Ma quanto hai già scritto senza che nessuno di noi apparisse??!!ndTutti GIA’!!!ndDante&Willy Ehi, Ru?! Tu non ti lamenti?!ndKiki Zzzzzzzzzzz…..uhm..cosa?!ndRu Seee!!Buonanotte!!!ndKiki).
Quella sera in effetti si festeggiò, Ayumi era su di giri e perfino la presenza di Yumiko e Ruriko non le davano più di tanto fastidio; Yumiko poi, si era dimostrata meno fastidiosa di quello che poteva sembrare; sembrava aver capito che ad Ayumi piaceva Aki e che la cosa era corrisposta, vedeva come lui la guardava quando lei non lo vedeva, ma questo non l’avrebbe di certo fermata.
Ruriko era la solita lingua-lunga sputa sentenze, ma sembrava essersi tacitamente alleata con Ayumi contro la nemica comune, le intenzioni di Yumiko erano fin troppo chiare.
A dirla tutta, Ayumi non aveva neanch’ora capito come quella tizia fosse lì a festeggiare qualcosa che riguardava lei e i suoi amici; forse era stato proprio Aki ad insistere, ma non si ricordava.
Seduta sul divano e con il bicchiere di troppo in mano, studiava i suoi compagni: non c’era una coppia che fosse giusta.
Hisa e Maria parlottavano fisso tra loro, lei era visibilmente nervosa e preoccupata, Nobuscimmia che pressava Miaka, anzi: diciamo proprio che la stava importunando.
Aki aveva accompagnato alla porta Yumiko, “ se ne sta andando finalmente!” pensò Ayumi, preoccupata di quanto stesse accadendo in quel momento sulla soglia di casa. Aya parlava e rideva con Hana; mentre Miya sedeva in un angolo perso nei suoi pensieri.
In effetti gli unici normali erano Aya e Hana, perfino Ru e Nonno-Maki sembravano alterati nella loro discussione, il che era incredibile perché sembrava impossibile che Sleeepman sprecasse energie per qualcosa ( ma sei proprio una merda!ndRu) e il Nonno era un santo per antonomasia ( Grazie! Finalmente non mi fate fare il pagliaccio!ndNonno aspetta a dirlo! Siamo appena a metà!ndKiki che??!!ndNonno sto scherzando!!ndKiki ehi!! E io dove sono?ndGori ah, ciao gorilla! Bentornato!ndKiki ma “ bentornato” cosa?!ndGori), il Gorilla partecipava attivamente alla conversazione tra Aya ed Hana, attivamente perché ogni tanto tirava qualche tonfa giù per la testa del grande genio ( dicesi “tonfa”: pugnazzo!ndDante oh, maestro!!ç_çndKiki ti sei salvata in corner,eh?!ndGori un corno! E io dove sono?!ndRuriko tu sei andata a dormire!!:P ndKiki cooosa??!! Maledetta bastarda! Sei di parte vero??!! Allora voglio che venga a dormire anche mio fratello!ndRuriko che??!! Ma fatti gli affaracci tuoi!!Kikiiiiiiiiii??!! Mandala in missione da qualche parte!!NdNobu in missione? Ma a far cosa? A far da antidoto al veleno dei serpenti? NdKiki
Ehi, voi! Vecchi! Inventatevi qualcosa, visto che vi dichiarate grandi poeti!ndNobu Vecchi??!!ndMaki-Dante-Willy ma non sto parlando con te Nonno!! Ma con quei due salamelecchi laggiù!ndNobu salamelecchi??!!ndDante&Willy scimmia! Vedi di darci un taglio!ndHana uhmmmmmm!! E tu cosa vuoi scimmia rossa??!ndNobu scimmia rossa??!!scrofa!! NdHana buzzurro! Cafone!!!……..)
Ben presto ci fu gente che si addormentò sui divani, gente che diceva “ torno subito” e non riemergeva più dalle camere, perché erano collassati non appena avevano visto il letto; non ci fu quindi una vera fine della festa; la gente si era dispersa senza salutarsi.

Quando Ayako si alzò dal letto, dove si era distesa completamente vestita, erano quasi le tre e nella casa regnava il silenzio più assoluto.
Andò in cucina a bere un bicchiere d’acqua e, tornando indietro, si accorse che c’era qualcuno sul divano: era Ru.
( Cioè, non ho capito! Mi avete lasciato dormire sul divano??!! Senza magari, neanche coprirmi con una coperta; quando fuori sono 3000 gradi sotto zero??!!ndRu Oh, e chi è che ha il coraggio di disturbare il tuo sonno??!!!!ndKiki E già!!ndTutti BASTARDI INSIDE!!!! Vabbè, continuiamo ‘sta storia, che voglio proprio vedere cosa mi toccherà fare adesso!!ndRu HI HI HI!!!ndKiki Cos’era questa risata satanica??!!ndRu)
Aya si avvicinò per svegliarlo ( OHHHHH!!*O* Ayako cuor di leone!!ndTutti), tuttavia gli si sedette accanto e cominciò a guardarlo, le dispiaceva svegliarlo. ( ma come mai?!! NdTutti ironici).
Gli scostò un ciuffo di capelli che gli ricadeva sugli occhi. Sorrise. Era veramente bello.
La testa abbandonata su un lato, la bocca socchiusa.
Senza nemmeno rendersene conto, cominciò ad accarezzargli il viso, pensando da quanto tempo lo conosceva ormai.
Ma pur in tutti quegli anni, non lo aveva mai guardato, come lo stava guardando adesso, o forse sì…..solo che non se n’era mai resa conto.
Ma questo non importava, le sembrava di essere in un sogno, dove non c’è un “prima” o un “dopo”, ma solo il “durante”.
Sentì un impulso irrefrenabile di baciarlo.
“ Ma sì! Tanto è tutto un sogno!” pensò Aya divertita, e avvicinò le sue labbra a quelle di lui.
A questo punto Ru si svegliò, rimase un attimo immobile a capire cosa stesse accadendo.
Sentiva la bocca di Aya e la vicinanza del suo corpo caldo; non si sottrasse al bacio, anzi: le appoggiò le mani sui fianchi.
Lei aprì di colpo gli occhi per la sorpresa; guardò i suoi occhi blu e sorrise maliziosa, Ru le ricambiò il sorriso complice e nessuno dei due si sottrasse all’altro.
Fu solo alla mattina dopo, con il sole che entrava nella stanza e dissipava le ombre dei sogni, che Aya si rese conto che ciò che era accaduto era realtà vera, e fu dal quel preciso istante, vedendo la figura di Maria, di spalle, che dormiva; che un peso opprimente le si posò sul cuore.
( NOOooOOOO!!!Bastarde!!!Come avete potuto farmi questo???!!ç_çndMiya Ah, prenditela con lei! Io non c’entro!ndYuka Trallalà…..ndKiki)


QUALCHE GIORNO DOPO……
Ayako si stava dirigendo verso la palestra del campus, dove - quel pomeriggio- si sarebbero tenuti gli allenamenti.
Anche quella mattina era uscita di casa prima di tutti, non aveva voluto vedere nessuno e aveva fatto colazione nel loro solito baretto, insolitamente pieno per quell’ora.
Non voleva vedere nessuno, in particolar modo Maria, ma neppure Ru e perfino Miya; nei suoi confronti si sentiva in colpa almeno quanto si sentiva in colpa nei confronti di Maria, era da giorni che li evitava tutti e tre.
“ Brucerò tra le fiamme dell’inferno!” continuava a ripetersi; ma nonostante questo, continuava a ricordare l’intensità delle emozioni provate.
“ E’ stata l’esaltazione di un attimo, non accadrà più..non avrebbe senso. Ru è da una vita che lo conosco, e non mi era mai capitata una cosa del genere…..Ecco! Appunto!” continuava a torturarsi, così come aveva sempre fatto in quei giorni, ultimamente.
Sospirò. “ Basta Aya! Così è peggio!” pensò sconsolata, mentre si scrollava la neve di dosso, prima di entrare.
Lo spogliatoio era immerso nell’oscurità e nel silenzio, il che aiutava ad aumentare il senso di cupezza e il macigno che le opprimeva il cuore.
Sarà stato il freddo, sarà stata la situazione, ma non aveva proprio voglia di togliersi la confortevole giacca o il morbido cappello di lana; così che cominciò a vagare per la palestra, scoprendo che già c’era qualcuno : era il Nonno, che era l’allenatore della squadra. ( L’allenatore??!!!!ndMaki).
A vederlo, Aya si sentì immediatamente rincuorata, il Nonno era il saggio del gruppo e forse a chiedergli consiglio, avrebbe trovato conforto.
“ Sì, ma così dovrò raccontargli la verità!!” pensò combattuta, tuttavia il pensiero di parlare con lui le dava un senso di sollievo; se non altro perché avrebbe alleggerito il peso che le attanagliava l’anima.
- Shin?- chiamò.
( Nonno, ti stanno chiamando!ndKiki Uhm…..Ah! Scusate! Ma non sono più abituato a sentirmi chiamar per nome!ndNonno).
Il Nonno si girò verso la nuova venuta.
( Sì, ma se continui a chiamarmi Nonno, il momento perde della sua drammatica intensità!!ndMaki ?????ndKiki-Dante-Willy)
- Aya, ciao!-
- Ciao….Posso parlarti?- chiese lei dubbiosa; Shin ( va bene così?) aggrottò le sopraciglia vedendo l’espressione preoccupata dell’altra.
- Certo! Vieni, sediamoci. - le rispose, sedendosi sulla panchina; Aya lo seguì togliendosi il cappello.
Nonno-Maki era un campione a metterti a tuo agio, ti dava un senso di pace e tranquillità; Ayako sapeva che avrebbe ascoltato fino alla fine e senza mai giudicare.
Snocciolò la storia tutta di un fiato.
- Ma il tuo problema qual è? Ti senti in colpa per Maria? Oppure è qualcos’altro che ti turba?- chiese.
- Sì….no! Non lo so! Già la situazione sarebbe ingestibile senza il pensiero di aver tradito la fiducia di Maria, figurarsi con questo chiodo fisso!- rispose lei, sempre più confusa. - sto ancora cercando di capire come, o cosa, sia successo!- concluse con una risata nervosa.
- Quindi tu vorresti raccontare a Maria quello che è successo?- continuò il Nonno tranquillo.
- Non lo so!- rispose Aya esasperata - Che cosa devo fare?! Anche se…mi sembrerebbe la cosa più giusta da fare….- concluse torturandosi le mani.
Ci un attimo di silenzio; Aya continuava a guardare Nonno-Maki speranzosa.
- Il fatto di dirlo a Maria ti farebbe sentire meglio?- le chiese.
- Sì…..credo di sì…-
- E non pensi che sarebbe invece un modo per scaricarti la coscienza, scaricare su di lei il tuo senso di colpa? Per sentirti apposto più con te stessa che altro?-
Lei lo fissò sorpresa, ci pensò su prima di rispondere.
- Sì, può essere anche questo…..Cioè: io le dico la verità, mi metto apposto con la coscienza e magari l’unica cosa che ottengo è di farla star male e basta.- rispose Aya, che ignorava che l’amica in quel periodo stava già soffrendo per via di Mitchi.
- Esatto! - le fece eco il Nonno - Se è vero che è stato solo un momento e che tu non sei innamorata di Ru o comunque non provi niente per lui….beh, non vedo proprio perché dovresti dirglielo. Hai parlato con Ru?-
- No….no; non l’ho più visto..e comunque credo che non ci sia proprio niente da dire…..-
Rimase un attimo a fissare davanti a sé. Poi si rivolse di nuovo al nonno.
- Grazie!- gli disse sorridendo e sentendosi veramente più sollevata, anche se l’oppressione al cuore non era completamente sparita.

Quando orami tutti i ragazzi erano arrivati e già si stavano allenando, Aya era negli spogliatoi a sistemar carte; quel giorno poi, non c’era neanche Maria a darle una mano, perché aveva il lettorato che doveva assolutamente frequentare per via dell’esame che doveva dare.
Quindi Aya era lì da sola a sistemare quel caos ed era anche abbastanza irritabile; ogni minimo rumore la infastidiva, senza contare che pareva che i ragazzi avessero scelto proprio quel giorno per andare continuamente su e giù per lo spogliatoio.
Questa volta fu il turno di Nobuscimmia.
- Cristo santo! Di là si gela!- esordì, andando verso il suo armadietto a prendesi i pantaloni della tuta; Aya si limitò a grugnire senza contare che Nobu sbatté lo sportello dell’armadietto prima di uscire.
- Crepa!- mormorò tra sé Aya, alzandosi per andare a raccogliere la maglia che la Scimmia aveva fatto cadere.
Stava sistemando il casino lasciato dai ragazzi ai loro vestiti, quando sentì che qualcun altro era entrato.
- Nobu, cosa hai dimenticato ancora?!- chiese ironica; ma non era Nobu.
Lei si girò di scatto, sentendo che qualcuno aveva chiuso la porta.
- Ru!- si rigirò di nuovo, continuando a raccogliere le maglie per terra. - Credo sarebbe meglio che voi imparaste ad essere un po’ più ordinati!- e cercò di ridere.
- Io invece credo che noi due dobbiamo parlare.- disse lui con voce calma e decisa, muovendosi verso di lei.
Ru manteneva la sua solita espressione enigmatica, ma il suo sguardo non era gelido come al solito; c’era qualcosa di diverso.
Aya arretrò per allontanarsi da lui, ma non riuscendo a distogliere gli occhi da quelli blu di lui.
Alla fine dovette fermarsi, poiché dietro di lei c’erano gli armadietti, sentiva che ogni buon proposito stava andando a farsi benedire.
Ru la raggiunse e, preso uno dei suoi riccioli in mano, cominciò a giocherellarci.
Senza bisogno di chiedere o domandare, come al solito lui aveva capito perfettamente la situazione.
Quello che nessuno dei due aveva calcolato, era ciò che avrebbe potuto scatenasi dentro, dopo quel bacio, apparentemente senza significato.
Ru si avvicinò ancora di più ad Aya.
“ Troppo!” pensò lei, sentendo un brivido scenderle giù per la schiena, il corpo di lui la stava inchiodando alla parete e la costringeva a guardarlo negli occhi.
Aya non riusciva a distogliere lo sguardo.
Ru lentamente, fece scivolare una mano sul fianco di lei, mentre appoggiò l’altra alla parete.
Gli piaceva l’espressione che lei aveva negli occhi : era ancora sorpresa e stupita, sembrava quasi imbronciata, ma non cercava di divincolarsi dalla sua presa.
Aya non era propriamente una pigmea, ma Ru svettava di parecchio su di lei.
Fu un sospiro di sofferenza quello che fece.
- Se tu non vuoi, allora smettiamo qui. Non cominciamo neanche.- le sussurrò, ma così vicino che Aya poté sentire le sue labbra muoversi.
Non riusciva più a sostenere i suoi occhi, girò la testa.
Ma certo! Era la cosa più logica, sensata e giusta da fare! Non capiva neanche perché Ru le stesse dicendo parole del genere.
Ma allora, perché non riusciva a sostenere il suo sguardo?
Doveva rispondergli adesso! Subito!
Ma prima che potesse esprimergli la sua ferma convinzione, le labbra di Ru si appoggiarono alle sue, ancora una volta.
Dovette aggrapparsi a lui, per non cadere; era troppo forte l’emozione che stava provando.
Lui ricambiò l’abbraccio.
Quando Ru si staccò - appena- da lei, Aya aveva le lacrime che le rigavano le guance.
Ancora con gli occhi chiusi, per non perdere la magia di quel momento, riuscì a mormorargli :
- No…continua, ti prego!- e lui la baciò di nuovo.


Hanamichi, come al solito, era in ritardo agli allenamenti.
( Ehi!! Ma non era Aki il ritardatario?ndHana ^_^ndAki Oh, tesoro!! Scusami se in questo capitolo ti ho fatto partecipare attivamente molto poco!ndKiki Oh, nessun problema!^_^ Tanto so di essere il protagonista!^_^ Che??!ndAyumi&Miaka Che???!!ndMitchi Ma come?! Da questo capitolo non divento io il protagonista?ndRu Che??!!ndYuka&Kiki
Ah, e dire che il protagonista pensavo di essere io!!cmq: come sarebbe a dire: “come al solito era in ritardo”? io sono uno studente coscienzioso, prima il dovere e poi il piacere…AH AH AH!!!!! Tanto io sono un genio!!AH AH AHndHana Ma sentitelo!!ndRu- Gori- Nobu Ma la volete piantare? Aki tesoruccio……ç_çndKiki Seeee!! Ciao! È partita!ndtutti).
Stava per entrare di corsa in palestra, quando una voce lo fermò.
- Scusa… tu giochi nella squadra di basket?- chiese lei timidamente.
“ Ma dove l’ho già sentita questa frase?!” pensò Hana, girandosi.
Rimase di sasso! La ragazza che gli aveva fatto questa domanda altri non era che la tipa che aveva puntato al corso di “Marketing”.
A giudicare dal fiatone anche lei era arrivata di corsa.
- Sì!- rispose Hana, tutto inorgoglito.
Il viso della fanciulla si illuminò.
- Per caso nella vostra squadra c’è un giocatore che si chiama Ryota Miyagi?-
- Che? Il bonsai?!- chiese il grande genio contrariato - Sì…vuoi che te lo vada a chiamare?!-
- Oh no, no!- rispose lei, con uno sguardo di terrore negli occhi nocciola - Grazie!- e scappò via.
Solo quando si sentì abbastanza lontana, Nana si fermò e sorrise contenta: l’aveva trovato!
Ritornando verso casa, Aya aveva fatto la strada con Nonno-Maki e di nuovo si era consultata con lui.
- Se senti di provare qualcosa per Ru e sei ricambiata, allora è proprio venuto il momento di dire la verità- le aveva detto lui.
- Eh già!- aveva sospirato lei.


A CASA…..
- Ehi tappo! Ma lo sai che prima in palestra è venuta una ragazza a chiedere di te!- buttò lì Hana, mentre Mitchi e Aya stavano preparando la cena.
- Che??!! E perché non mi hai chiamato, razza di deficiente??- sbraitò Miya, emergendo dal divano, dov’era sprofondato, intento a giocare con la playstation insieme ad Aki.
- Perché è scappata via! Ma lo sai chi è Mia? Quella carina del corso di marketing!-
- Ma dai?!- gli fece eco Miaka, mentre sistemava i regali sotto l’albero e accendeva le luci; lentamente stava ritornando alla normalità e perfino la presenza di Mitchi non le dava più di tanto fastidio, ormai.
Ovviamente Nobuscimmia si era accorto di questa cosa e gongolava - dentro di sé- tutto felice.
Anche per quella sera Yumiko era stata invitata a cena, per la felicità di Ayumi che ogni volta che tornava a casa, se la trovava tra i piedi.
Così lei e Aki non avevano più avuto modo di stare un po’ da soli e parlare; tanto che ad Ayumi, il ricordo di quel bacio, le sembrava sempre più avvolto nel sogno; in più in quel periodo era sommersa di cose da fare: imparare i passi del balletto, prepararsi per gli esami di fine trimestre, doveva ancora preparare la tesina per “ Storia della psichiatria”; ogni mattina si svegliava passando in rassegna tutte le cose che doveva ancora fare, e ogni mattina, puntualmente, si chiedeva se avrebbe retto.
Usando tutto il tempo per studiare, dato che stava in palestra per ben due ore quasi tutti i giorni, riusciva a star poco tempo con i suoi compagni di appartamento; quindi il momento della cena, quando erano tutti insieme, era per lei un momento sacro.

Fu solo sul finire della sera, quando ormai era ora di andare a letto, che Aya si decise a parlare a Maria.
L’attese, aspettando che rientrasse da chissà dove, e finalmente arrivò…..

Kiki: Allora Ru, Nonno, siete contenti??!!^^
Nonno: Guarda che io non mi ero mai lamentato! L’unica cosa per la quale mi lamento è per il fatto che continuate a chiamarmi tutti Nonno!! Ci manca solo che comincino anche i due fantasmi vivi?
Kiki: Fantasmi vivi??!! Nonno! Ma cosa vai dicendo? Se son fantasmi come fanno ad essere “fantasmi vivi”?
Nobu: Fantasmi??!! Ah, madonna!! Magari perfino loro hanno più spazio di me in ‘sta storia!!!!!
Dante: Fantasmi??!! No basta! Vi prego! Ho macinato km su km in mezzo a gente morta!
Willy: Fantasmi??!! Io ho paura dei fantasmi!!!
Kiki: Silenzio!!!!!!!!!!!!!!!!!Ru! Allora??!!
Ru: ç_ç
Miya: ç_ç
Kiki: Oh, stanno piangendo dalla felicità!^^
Miya: Ma che “felicità“! Bastarda! Non solo la mia Ayakuccia mi tradisce con l’Addormentato; per di più ho anche un amico cretino, che non mi chiama quando una bella ragazza chiede di me!!ç_ç Ma non potevi farmi chiamare???!!
Kiki: Ma guarda che non è colpa mia! Il problema è che Hanamichi è proprio un cretino!! Io glielo avevo detto di chiamarti, ma lui non ha voluto…..
Yuka: Ma a me non sembrava che la storia fosse andata così! Sei stata proprio tu a decmmmmm…..( Yuka imbavagliata)
Kiki Oh, che peccato!! Non c’è più tempo……. Trallalà………..
Miya: Bastarda! Rispondimi!!!!!!!


 

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