KANAGAWA SHION

 

Capitolo 10: L'Attacco umiliante

 

 

Conficcati nella corteccia, senza impossibilità di muoverci e le mie spade che si sono perse da qualche parte, non trovo altro da fare che insultarlo giustamente.

- Elogi al tuo computer! - pronuncio immobile di fianco a lui - Proprio eccellente! Complimenti! Mi sarò spappolata la colonna vertebrale! -
- Se fosse saresti finalmente morta! -
- Se qui c'è qualcuno che deve morire sei proprio tu! -
- A sì?! -
- Certo! Tanto sei sostanzialmente inutile! -
- Ah, scusami! Dimenticavo che sei stata tu a scorgere l'arrivo del moccioso! -
- Scusa Shion! Ma a nessuno piace perdere! - mi dice sorridente Françoise, interrompendo il battibecco, guardando verso di noi da terra - Tutto a posto?! - mi chiede gentile
- Si tirerà avanti! - le rispondo con lo stesso tono ma lei si trasforma invocando il potere della terra che la veste in un vestitino talmente succinto che inizio a chiedermi cosa le direbbero al suo convento, se la vedessero! Ma non faccio nemmeno in tempo a finire il pensiero che l'albero inizia a muoversi e inghiottirci!
- Carlos! Fa qualcosa! Il legno è conduttore, ti ricordo! -
- Perché?! Tu non sei in grado di fare nulla!? - mi canzona mentre continuiamo a sprofondare.

Lo guardo in cagnesco a richiamo le mie spade, che attraverso la giungla mi si conficcano nelle mani.
Faccio leva con le stesse per liberarmi dalla presa del vegetale e salto giù verso Françoise mentre Carlos inizia ad imprecare contro di me.

- Ti libero solo se mi chiedi scusa per le cose abominevoli che mi hai detto! -

Lui, dimenandosi come un bambino inutilmente, mi chiede scusa e decido, quando è quasi stato inghiottito nelle viscere della terra che è meglio liberarlo.
Lo prendo per la vita e lo porto a terra.
Rivolto la mia spada verso Françoise ma lei, col solo pensiero, riesce a farmela volar via, lasciandomi completamente spiazzata.

- Devi riuscire a difendere di più il tuo sistema nervoso centrale, altrimenti, sarai facile preda del mio volere! - mi dice lei aprendo una voragine sotto i miei piedi, ma Carlos lancia una scarica elettrica potentissima contro Françoise, coinvolgendo anche me. La donna contrattacca, rischiando di amputarmi un braccio servendosi delle lame della "canna domestica" un arbusto caratteristico soprattutto del Mediterraneo. Carlos ha i riflessi pronti e mi permette di evitare l'attacco, buttandomi a terra
- Grazie! - gli dico rimettendomi in gioco
- L'ho fatto solo perché non voglio assolutamente trovarmi in debito con te, sarebbe una scocciatura! -
- Ma sentilo! -

Un'altra ventata ci scaraventa tra la giungla, di nuovo Christopher, ma questa volta, dopo essermi fatta mille graffi nel volo, urtando contro foglie e rami vari, finiamo in un lago sporchissimo, facendo fuggire tutti gli animali che erano lì ad abbeverarsi e restando a galla, l'uno accanto all'altra.

- Quel bambino io non lo sopporto! - mi confida lui
- La cosa è che stanno facendo gioco di squadra, se tu fossi più disponibile nei miei confronti, non saremmo stati battuti! -
- Insinui che è colpa mia?! - mi chiede lui scaricando una carica elettrica che mi paralizza totalmente.

Quando riesco finalmente a riprendere il potere sul mio corpo richiamo le mie spade, utilizzandone una per provocare uno spostamento d'aria tale da permettermi di librarmi in volo e l'altra per conficcargliela senza problemi nel braccio.

- SEI IMPAZZITA?! - mi urla immobilizzato sull'acqua che diventa scarlatta.
- Certo che no! Come hai osato fulminarmi!? Volevi per caso uccidermi?! - gli chiedo urlando come una dannata
- Magari! Avresti tolto a tutti un sacco di problemi e avresti lasciato il tuo talismano nelle mani di chi è in grado di proteggerlo seriamente! - mi risponde con il mio stesso tono e con uno sguardo che è profondissimo.
- Non sono stata io a scegliere il mio destino! E scordatelo che Nana si faccia difendere da uno come te! Ricordati che è mia sorella! - gli dico seccata riprendendomi la spada dal suo braccio che è preda di un'emorragia piuttosto grave andandomene nella giungla alla ricerca di nemici potenziali.
- Si può sapere dove vai adesso!? - mi chiede lui, mentre una luce bianca circonda la sua ferita.

Ero certa che era in grado di medicarsi!
Dannazione!
Solo io sono veramente priva di qualsiasi potere speciale?!

- Vado a cercare la chiave! - gli dico seccata - E ti ricordo che non sono stata io ad essere talmente incompetente da vedermi sottrarre il talismano da sotto il naso! - puntualizzo giusto-giusto per farlo incavolare per niente.
- TI STRA - DETESTO! SEI INSOPPORTABILE! SEI ISTERICA! FASTIDIOSA! UNA BAMBINA VIZIATA! NON VEDO L'ORA DI TROVARE QUELLA FOTTUTA CHIAVE!ALMENO ME NE TORNO CON I CIVILI! - mi dice rincorrendomi e venendo accanto a me in silenzio e palesemente alterato.
- Sparati! La chiave la troveremo solo quando lo vorrà il signor Mitsui, quindi mettiti il cuore in pace che trascorrerai con me una settimana intera! - ma lui non mi risponde affatto. Meglio. Per lo meno non mi farò venire una gastrointestinite acuta per causa sua.

All'imbrunire, lui decide ( perché qui chi decide è lui a quanto pare, io e Vega siamo complemento d'arredo! ) che è giunto il momento di troverai un posto dove passare la notte.
Camminiamo per quasi tre ore verso il posto che lui crede di aver individuato con l'ausilio del suo computer a visiera, mentre io sto iniziando seriamente a perdere la pazienza.

- Sei sicuro che quell'affare funziona!? Secondo me si è rotto prima! -
- Questo affare è indistruttibile! E' stato lo stesso Achernar a recapitarmelo, quindi…-
- E perché a me non ha mai regalato niente?! -
- Perché evidentemente i tuoi avversari erano talmente deboli che saresti stata in grado di difendere il talismano senza l'aiuto di altri…-
- O forse perché sono troppo forte rispetto a te? -
- Siamo arrivati…- mi dice sviando il discorso indicando dritto davanti a me una costruzione che ricorda un tempio, ricoperto d'edere e ai suoi piedi un enorme lago d'acqua splendida. Mi tuffo senza pensarci due volte, mentre lui si mette a guardare da un'altra parte.
- Vedi di non eccitarti! - gli dico astiosa
- SMONTATI! NON SEI CERTO UN GRANCHE' TU! - mi risponde irritato andandosene
- Questo è quello che pensi tu! - e aggiungo - E secondo me il tuo talismano se n'è andato perché non ti sopportavo e non è stato affatto catturato da Marduk! - gli urlo continuando a nuotare canticchiando una canzoncina che non so per quale motivo mi fa ricordare Akira…

Aaaaaaaaaaaah….
Akira-san…

- NON DIRE SCEMENZE! - mi riporta alla realtà lui, tornando da me ( questo è completamente pazzo! )
- Secondo me è andata proprio così! -
- Hai mai combattuto contro uno dei generali di Marduk? - mi chiede con occhi di fuoco, che mi fanno quasi trasalire, riempiendomi di vergogna.
- No, mai…-
- E allora non ti è permesso parlare! - mi dice

Verso sera, lui torna con dei pesci infilzati in un ramo, mentre io e Vega, il suo cane, riscaldati dal fuoco che avevo acceso, guardiamo il sole scomparire dietro i rami degli alberi più alti e ascoltare i grilli che iniziavano a richiamare le loro amanti.
Ci eravamo accampati fuori dal quel tempio, su una sorta di pontile che univa il lago con una delle entrate.
Pensavamo fosse un posto comodo e sicuro.

- Per cuocerli…- mi dice lui dandomi in mano il bastone - Devi stare attenta che non diventino neri, sei capace di farlo? - mi chiede indifferente
- Sì…- gli rispondo ancora mortificata
- Bene, io vado a perlustrare la zona, se vieni attaccata, usa le ombre per segnalarmelo! - mi dice andandosene…

Peccato che io non le sappia usare le ombre!
Ma non ebbi il tempo di dirglielo.

Mentre cucinavo i pesci, guardai la mia ombra proiettata sul terreno dal fuoco e iniziai a sforzarmi per trovare un modo per riuscire anche io a sfruttare il mio potere.
Non era certo possibile che tutti avessero delle doti sovrannaturali e che io non ero in grado di usare le mie.

Cerco di fissare quelle ombre che parevano quasi volersi mimetizzare con l'oscurità del luogo, quando ad un certo punto, la mia, si alza e inizia a venire verso di me, mi avvolge completamente e pare quasi volermi soffocare.
Cerco di divincolarmi dalla sua presa ma pare tutto inutile e nemmeno il potere funziona.
Provo a cacciarla via ma nulla funziona e io inizio a perdere le forze per oppormi.
Non riuscivo più a respirare quando ad un certo punto sprango gli occhi e mi trovo di fronte Carlos con aria preoccupata.

- Non respiravi- mi dice con un filo di voce

Io lo guardo stranita non capendo la lingua con la quale comunicava con me.
Guardo Vega che scodinzola in orizzontale e la lingua penzoloni.

- E' stato Vega ad avvertirmi. Abbaiava come un matto. -

Ancora non lo capivo e continuavo a fissare lui e il cane senza comprendere quello che sono e perché lo sono.

Il mattino seguente mi sveglio di soprassalto, destata da un incubo orribile dove le persone che amavo erano inghiottite da quell'ombra che stava per uccidere anche me.
Mi guardo intorno e vedo Carlos sveglio a giocare nel laghetto insieme al suo cane.

Mi alzo e li raggiungo, mi accendo la prima sigaretta e lo guardo, finchè Vega non si accorge di me e mi corre incontro, bagnandomi gli stivali della tuta da combattimento.

- Stai bene? - mi chiede senza muoversi
- Sì…grazie…- gli dico ingoiando l'orgoglio - E scusa se ti ho fatto preoccupare -
- Non importa. - mi risponde richiamando il suo cane e tornando a giocare con lui - Oggi andremo verso nord-ovest. Per colazione ti ho portato dei frutti, assaggiali, te li ho lasciati vicino alla legna arsa…- mi dice.

Quando finisco di mangiare, lui si lega una borsa attorno alla vita, mettendoci dentro altri di quei piccoli frutti che io non avevo mai visto e mi precede.
Non parliamo affatto e io mi limito a seguirlo.

Dopo qualche ora di marcia lui si ferma.

- Sento una presenza fortissima…-
- Non saranno Sal-ò-mai e Kaede? -
- No. Temo sia uno dei generali di Marduk. - mi dice - Non è possibile che ci abbiano seguiti fin qui! - dice più parlando con sé stesso - Non possono essere tanto informati! Non hanno una tale potere! -

Aspettiamo in silenzio il momento dell'attacco, quando, improvvisamente, Carlos finisce a terra e sopra di lui si materializza una donna dai capelli ondulati completamente bianchi,degli stranissimi occhi viola, che ricordano quelli dei gatti e un vestito leggero bianco coperto da un body di pelle nera che le regge gli stivali dello stesso colore e i guanti.
Gli sta puntando una spada alla gola ma a quanto pare non è lui il suo obiettivo.
Si volta verso di me e mi sorride e io vedo in lei una certa somiglianza con la mia cara senpai Ayako.

- E così sei tu Hamal…- mi dice guardandomi - Non sei poi un granchè. Sevhothaa ti ha esaltata troppo. Mi basterebbe schioccare le dita e tu saresti morta e finalmente lui sarebbe libero da quei sciocchi sentimentalismi che gli sono rimasti. Se mi dici dove è il tuo talismano, vi risparmio la vita…- ci minaccia e io la guardo spiazzata
- Non ascoltarla Shion, anche se noi moriamo ai nostri talismani non succede nulla. Viceversa non è così! - mi dice con una punta di sarcasmo Carlos
- Zitto Carlos! - lo minaccia la donna, senza mai togliere lo sguardo da me e io stringo sempre più forte le mie spade - Se mi attacchi lui muore…- puntualizza
- Ma non se ti attacchiamo noi! - le dice Sal-ò-mai lanciandole addosso una palla di fuoco che la atterra.

Carlos si rialza immediatamente e si massaggia il collo.

- Tutto a posto? - gli chiedo ma lui non mi risponde e si unisce a Kaede nell'attacco, facendo svanire la donna.

Si mettono poi l'uno contro l'altro e Sal-ò-mai si avvicina pericolosamente a me.

Questa ragazza mi fa paura.
Mi basta guardarla per averne timore.
Ha uno sguardo penetrante e una forza che si percepisce anche da lontano.

Senza nemmeno dire una parola, mi lancia addosso delle lingue di fuoco che io evito non con poca fatica e lei ne approfitta per atterrarmi con una gomitata fortissima.

Quando mi rialzo lei è già pronta per l'ennesimo attacco, che questa volta riesco ad evitare, ma lei non mi lascia respirare.
Oltre che velocissima è anche tremendamente forte, niente a che vedere con i miei scontri precedenti.

Dopo altri attacchi, sfinita, resto a terra e lei mi guarda con sufficienza.

- Lascia a noi il Talismano Cardinale e tornatene in Giappone, sei solo un intralcio per noi! -
- Scordatelo! - le dico rialzandomi facendo perno sulle mie spade ma loro due si guardano irritati e se ne vanno.

Guardo verso Carlos che non pare aver subito grosse ferite.

- Anche tu vuoi che io me ne torni a Kanagawa, a casa mia? - gli chiedo
- Affatto. -
- Non dire bugie. Me lo hai detto anche tu! E' più che palese che io sono la più debole tra tutti voi e più mi alleno, più mi sembra di fare passi indietro e non avanti…-
- Non sarai troppo dura con te stessa?! - mi chiede medicandomi
- Dura? Non so nemmeno controllare il mio potere speciale! -
- Bè, forse hai bisogno di più tempo…se vuoi, ti aiuto io…ti va? - mi dice lui premuroso, spiazzandomi.

Io lo guardo con gli occhi lucidi e gli sorrido.

- Anche se vediamo il mondo in maniera opposta, forse non sei poi così tanto male…- gli dico accendendomi una sigaretta e sorridendo amaramente per il fatto che una mia conoscente fosse una dei miei nemici.

***
Fine Capitolo 10
Kanagawa Shion
Continua…


 

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