Kawaii skill to slay

 

Capitolo 1


"Il peccato è l'unico elemento di colore rimasto nella vita moderna" .
( O. Wilde - Il ritratto di Dorian Gray - )

Erano ormai le 3 del mattino passate.
La musica del locale però non aveva ancora smesso.
Le persone erano ancora tutte accalcate e sembrava non volessero andare via.
Tra gli otto che erano arrivati, nel mio raggio visivo erano rimasti solo due.
Io, da canto mio, cercavo di vincere la Scommessa.

- Seiko! Seiko! - borbottavo a sottovoce, riempiendo di gomitate la mia amica seduta accanto a me, completamente ubriaca che sbatteva la testa da una parte all'altra del divanetto bianco, incapace di riprendersi
- Che c'è, Akira!? - mi chiese dopo diversi minuti che si prendeva le mie gomitate. La presi di forza e la obbligai ad alzarsi controvoglia, si appoggiò a peso morto su di me e mi guardò di sbieco intossicandomi con il suo alito che presentiva un ritorno a casa in diverse mandate. Feci una smorfia schifata e le scossi la testa.
- Cosa ne pensi del ragazzo laggiù?! -
- Tu...cvredy cve io vesco a cuadere qvalcoza?! - mi chiese e io compresi che ormai era andata.
L'avevamo perduta, constatai.
E dire che aveva promesso che non avrebbe mai più bevuto in vita sua nemmeno tre ore prima....ormai ci avevo rinunciato.
- Aaaah...va bene! Stiamo qui a mandare al diavolo i nostri neuroni, tanto non ci servono giusto!? Siamo giovani, in piena pubertà, si suppone si riproducano, no?! Chi lo vuole un uomo!? A cosa serve un uomo!? Hanno inventato l'inseminazione artificiale proprio per questo!EVVIVA! - urlai sarcastica versandomi del Jack Daniel's mentre lei si metteva a ridere, rompendo un bicchiere.
L'unica fortuna era che gli altri si erano eclissati prima di doverle fare da baby sitters...
- Seqvondo ma...suono statze le multinazionale devgli alcovglici a finazviare ciou! - si pronunziò lei di punto in bianco dopo che avevo già bevuto due bicchieri
- Probabile, però del sano sesso non è che farebbe male, ogni tanto...dico...- constatai continuando a guardare il ragazzo bellissimo pochi tavoli più in là. Sembrava un dio greco e scusatemi se io reputo quel genere di uomo l'apoteosi dell'immagine erotica.
- Iou sono per...il sessuo dapo...- affermò lei con grande difficoltà.
- Non dire scemenze, lo sai anche tu che prima di sposarsi, un uomo va collaudato, ma dove vivi!? -
- E' l'alchool cue perla puer tue! - mi disse guardandomi di sbieco afferrandomi per le braccia - Esciu da qvesto cooorpuo Oni malefiquo!!! - sbraitò costringendomi a cercare un artificio in modo tale da rendermi invisibile agli occhi dei più ma con scarsi risultati.
Fu Mitsui-san a salvare la situazione consigliandomi di portarla a casa con la sua macchina.
Accettai volentieri la proposta.
Lui la prese in braccio e a fatica raggiungemmo la macchina parcheggiata a circa dieci chilometri dall'entrata dalla discoteca.
- La prossima volta, lasciala direttamente a casa! - commentai inacidita barcollando, mentre lui mi guarda di sbieco.
- Quando avrai una tua macchina, accetterò critiche! -
- Lo sai che ti odio?! - domandai con un certo appunto di dubbio
- So, ma non mi interessa...-
- Come no!? - chiesi stupita - Siamo amici da quando eravamo in fasce! -
- Amici?! Chi!? Io e te!? Io so solo che mi hai schiavizzato da quando ho imparato a riconoscere la tua figura umana! -
- Non mentire! - lui mi guardò di traverso e scosse la testa, rifiutando di proseguire la conversazione...


Il mattino seguente era domenica.
I miei genitori, da cattolici praticanti, presupponevo fossero andati in chiesa.
Io, da canto mio, ero agnostica e di solito, sfruttavo la mattinata del loro giorno sacro per recuperare le energie sprecate.
Avrei seguito il protocollo anche quel giorno se non fosse stato per una chiamata irriverente di quella disgraziata di Riyoko, la proprietaria della mente brillante che ha obbligato me e tutti gli altri ad accettare la sua scommessa e vincerla, più che altro, per questione di orgoglio.
Di certo, mettersi a girare nudi per la palestra durante la prossima partita della squadra di pallacanestro non era il mio principale obiettivo nella vita ( e suppongo nemmeno degli altri) soprattutto considerato che ciò avrebbe compromesso, e non poco, i curriculum vitae.
Tremendo.

Presi il cellulare e risposi, ma l'unico suono che riuscii ad emettere fu un grugnito davvero raccapricciante, tanto da sgomentare la mia interlocutrice.
/ Ti ho per caso svegliato?! \ mi chiese lei con tono tracotante evidenziando la sua più totale noncuranza per il fatto
/ Perché fai sempre domande retoriche? \
/ Per infierire sulla tua persona, sai che altrimenti non vivrei bene la mia giornata\ proseguì sempre con lo stesso tono privo di alcuna inclinazione particolare finchè, dopo che vide che non la consideravo e che stavo quasi per tornare fra le braccia di Morfeo, scoppiò a ridere e proseguì nel suo discorso / Oggi che programmi hai?!\
/ Riposare, dormire, sopirmi...\
/ Finiscila di dire puttanate! Ho una proposta da farti! \
/ Dimmi! \ la incitai con tono vagamente scocciato abbandonando permanentemente il mio amato letto, dirigendomi verso al cucina in cerca di qualche cosa da mettere sotto i denti.
/ Ti ricordi di Godai?! \
/ Non propriamente \
/ Non importa, ti ha chiamata, per caso, in questi giorni? \
/ Ieri mi ha chiamata un numero che non conoscevo e quindi non ho risposto \ Presi una coca cola dal frigorifero e una fetta di pane spalmato di marmellata e proseguii nella conversazione con quella vipera / Perché me lo chiedi?! \
/ Perché quel ragazzo con il quale hai passato il pomeriggio due settimane fa ha e aveva una fidanzata che ha scoperto la tresca e ora vuole fartela pagare \
Sbuffai annoiata, cercando ancora di resistere al richiamo del dio dei Sogni.
/ E con questo? Non è la prima né l'ultima, non m'interessa \
Lei si mise a ridere e poi proseguì
/ Bè cara mia, si da il caso che lei ora vuole vendicarsi e se non ho capito male, centra qualcosa Aki-chan...\
/ Che cosa?! \ sbraitai infuriata.
Andava bene prendersela con me ma Lui non lo tocca nessuno!
Su certe cose ero categorica!
Lei continuò a ridere divertita vanificando i miei tentativi di rinvenirla
/ Oggi alle 14 ci troviamo da Seiko, ne parliamo là tutti insieme e poi vediamo che strategie adottare \
/ Parli come se fossimo in guerra \
/ Amore e Guerra sono sinonimi nel mio vocabolario! \ commentò trionfante lei
/ Nel tuo cervello degente! Ci vediamo dopo! \

Era incredibile come quella ragazza fosse in grado di spingere le persone ad esaudire i suoi capricci ed era incredibile come anche dopo anni che la conoscevo, la sottoscritta le ha sempre dato corda.

Sparecchiai e vidi una nuova chiamata in arrivo, Fujima.
A quanto pareva, quel pomeriggio si stava scoprendo molto intenso.

Le persone con le quali passavo la stragrande maggioranza del mio tempo e che io amavo considerare amici, li conoscevo, eccetto Hisa, sin da quando avevo sette anni.
Mi ero appena trasferita a Jokohama, nella prefettura di Kanagawa da Tokyo, per ragioni di lavoro di mio padre.
La prima persona a rivolgermi la parola fu proprio quella sfacciata di Riyoko.
Da quel giorno all'asilo io e lei diventammo inseparabili.
L'ho sempre ammirata e col tempo, lei divenne il mio eroe invincibile.
Colei alla quale nessuno poteva arrecare sconfitta, perché la vedevo alzarsi sempre in piedi e con nuova forza.
Eppure, ogni tanto, ti permetteva di denotare chiaramente una certa insicurezza che lei, sfrontata e sfacciata, negava.
Col tempo, accanto a noi due, per ragioni diverse e con circostanze diverse, si venne ad assortire un particolare gruppetto creato dalle persone più folli che io abbia mai conosciuto.
Tra loro, figurava anche il mio primo amore.
Il suo nome era Akira Sendoh.
Riyoko ha sempre sostenuto che confondessi l'amicizia che ci lega con l'amore.
Io sono sempre stata del parere contrario.
Sarebbe potuto succedere lo stesso con Hisashi, Jin o Kosh eppure non lo è.
Quindi, per una volta in vita sua, Riyoko aveva torto marcio, anche se appena quattordicenne.
Non saprei dire se mi sono ripresa dalla mia cotta, so solo che ancora oggi, ogni volta che lo vedo, sento il battito del mio cuore allentarsi, destabilizzandomi e sconvolgendomi.

- Akiraaa?! Sei cieca forse?! - mi urlava da un tavolo situato nell'angolo più appartato del locale, Seiko, la figlia del proprietario, fra l'altro.

Seiko era la Stupefacente.
Il suo temperamento le permetteva di fare tutto lasciando tutti sempre spiazzati.
Per certi versi assomigliava molto alla mia Riyoko, solo che quest'ultima era molto più realista e concreta, mentre Seiko era un idealista e sognatrice.
E' forse inseguendo i suoi sogni che divenne quella Seiko che io conoscevo. Forse lei non era veramente così come voleva dimostrare, non l'ho mai saputo. Akira diceva che a lui sembrava triste, in realtà, io non gli ho mai creduto, o meglio, non ho mai voluto credergli, non volevo credere ad una cosa del genere.
Ai miei occhi di diciassettenne lei risultava incredibilmente dolce, sofisticata, così terribilmente giusta, così affidabile, così magnetica. Così Fantastica.
Era davvero bella, lei, aveva un'aura particolare intorno a se e il suo modo di parlare, di articolare le parole, la sua dialettica, incantavano.

- Arrivo, arrivo! - le dissi raggiungendola e sedendomi in fronte a lei - Gli altri? -
- Arriveranno fra un po', stranamente sei in anticipo -
- Sai già tutto, a quanto vedo! - commentai dando l'ordine
- Ah! Sai come gira con Riyoko, prima di essere certa di fare o dire una cosa, chiede consiglio a tutti quanti! - commentò lei sardonica, maneggiando col cellulare.
- E tu? Ti sei ripresa!? -
- Oh, certo!Un boccale di vitamine diluite e mi sono ripresa subito! Sono pressoché indistruttibile! - proseguì lei
- Che scema! Avrai vomitato almeno dieci volte mentre ti riportavamo a casa! -
- Scusami ciccina, sono completamente mortificata! - mi disse lei prendendomi le mani fra le sue guardandomi con quegli occhioni da cerbiatta che solo lei sapeva sfruttare al 100% .
- Ah, non è con me che ti devi scusare, ma con Hisa! - le dissi scoppiando a ridere, ma, improvvisamente, sentii un pericolo imminente avvicinarsi e prendere sostanza in una mano, appoggiata sulla mia testa e una voce minacciosa a me ben conosciuta.
- La finisci di deridermi sempre? - mi chiese Hisa spostandomi con la forza verso l' interno della postazione
- Hisa!Buongiorno! Cosa ti è successo alla faccia!? - gli chiese perplessa Seiko
- Un battibecco con Riu e gli altri, niente di preoccupante. Mi hanno chiamato stamattina dicendo che Tetsuo era in pericolo e invece era una trappola! -
- Hai bisogno di vendicarti, amico? - gli chiese Koshino apparendo all'improvviso
- Per ora no, ma ti farò un fischio! - gli disse mettendosi a ridere.

Passò circa mezz'ora e solo quando sono quasi le tre, Riyoko, Misato, Jin e Sendoh-chan, si degnano di raggiungerci.

- Alla buon ora,a! La nostra puccirilla Aki sarebbe potuta morire aspettando i vostri comodi,disgraziati! - commentò acida Seiko - Abbiamo degli affari da portare avanti qui e non abbiamo la possibilità di sprecare del tempo,a! -
- La finisci di atteggiarti da boss mafioso,eh Seiko?! - le chiese Jin, scompigliandole i capelli con un gesto affettuoso che lei mal gradì, gli scostò la mano con veemenza, alzandosi in piedi, lasciando a lui l'opportunità di sedersi al suo posto e costringerla a sedersi sulle sue gambe, imbarazzandola.
- Ma non vi eravate mollati voi due? - gli chiese con tono scocciato Riyoko sedendosi in braccio a Koshino, l'incazzato perenne ma leale come pochi al mondo.
- Certo che sì! - fu la loro risposta simultanea, ma fu poi Seiko a prendere la parola - Non possiamo più nemmeno essere amici, adesso?! - chiuse la faccenda lei, gelandoci come suo solito.
- Non siamo qui per cose futili, dobbiamo discutere della situazione di Akira -
- Cosa è successo a me?! - chiese Sendoh indicandosi perplesso mentre aiutava il cameriere a porgerci le ordinazioni
- Hondacchan,scemo! - lo rimproverò Riyoko dandogli uno schiaffo leggero sulla nuca costringendolo a dolersi, ma con sempre il sorriso in volto.
- Ah!Caspita però, potevano sceglierti un nome da ragazza i tuoi genitori! - commentò lui bevendosi il suo calpis*
- O sono i tuoi che hanno dato a te un nome da femmina!? - ipotizzò Jin
- Da che mondo è mondo, Akira è nome da ragazzo. Akira Kurosawa era un uomo, Akira dell'anime era un maschio, Akira Toryama è un maschio...- puntualizzò Misato immediatamente interrotta da un'occhiataccia di Seiko che invano cercava di seguire il filo logico che si era prefissata - ok,ok,scusa! -
- Bene, la situazione, per chi non lo ha saputo è questa: siamo tutti consapevoli che la scommessa che abbiamo fatto ci avrebbe procurato diversi guai, questo fa parte del gioco, no?! - cercò gli assensi che non tardarono ad arrivare - Ebbene, la nostra cara Honda-chan...- specificò onde evitare nuove digressioni - ora si trova in serio pericolo ed è nostro compito aiutarla come possiamo -
- Che diavolo hai combinato!? - mi chiese allarmato Hisa ma Riyoko lo guardò malissimo e tanto bastò per farlo zittire per tutto l'arco della conversazione...o meglio, dell'encomio di Seiko che non tradiva la sua predisposizione per la propaganda, come amava dire lei, in maniera anche vagamente inquietante: "Goebbles sarebbe fiero di me!". Alla fine del discorso, senza dare spiegazioni sulle effettive intenzioni della ragazza onde evitare situazioni imbarazzanti fra me ed Akira Sendoh, si decise che sarei praticamente stata scortata! Sostanzialmente non potevo uscire di casa senza che uno di loro mi fosse fra i piedi. Riyoko volle addirittura trasferirsi da me per essere certa che io restassi incolume mentre, per ovvie ragioni, Hisa propose ad Akira di andare a vivere a casa sua mentre sua madre era fuori per lavoro. Lui accettò, e anche di buon grado, senza minimamente sospettare che il real core era proprio lui di tutta quella faccenda. Ci organizzammo così finchè la situazione non sarebbe stata risolta quando Tetsuo sarebbe uscito dall'ospedale. Prognosi!? 15 giorni.

Presi le mie cose e salutai gli altri, con Riyoko che appuntava una "X" in più accanto al mio nome sul blocchetto delle scommesse e sospirò defraudata, temporaneamente del suo primato.
Giurò ripresa e io non le potevo non credere.

Arrivai dal mio nuovo giocattolo e lo trovai abbastanza divertente, mi intrattenni con lui quanto bastava per rendere quella "X" meritata.
Eppure, ogni tanto, quando vedevo qualcuno di loro guardarmi sconcertato e rammaricato, mi veniva da chiedermi se non avessi perso il cuore, avendolo rimesso interamente alle mani del mio migliore amico.

Continua...

(*) Calpis: bevanda analcolica non gassata a base di latte

 

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