Lemon Cake

 

Capitolo 6:

“…nella mia apatia per la vita che mi trascorreva davanti
come la pellicola di un film scadente in bianco e nero,
capii che per ottenere ciò che si vuole,
ci si deve impegnare al massimo,
senza però avere la sicurezza di farcela.
Non avevo paura della sconfitta, perché l’avrei saputa accettare con dignità,
avevo paura che lui non mi amasse, che non mi volesse bene,
lasciandomi sola, facendomi percepire la sua pelle gelida a contatto con la mia,
come un morto, come il corpo di mio padre…”


Ero un ipocrita e lo sapevo e non volevo cambiarlo.
Ero stata con Kaede per il semplice fatto che sapevo che con Akira non avevo speranze.
Al tempo però avevo ragionato che era giusto che io continuassi a vivere senza rimbecillirmi a correre dietro ad un ragazzo che non mi considerava come faceva la maggior parte delle mie coetanee. Pur avendo capito da tempo che mi piaceva Akira ero rimasta con Kaede per il semplice fatto che alla fine stavo bene con lui e lui sembrava felice.
Ipocrita o non, giunti a questo punto, non mi importava.
Ora come ora, avendo chiarito con Kaede che naturalmente l’ aveva presa molto male ma sapevo che non ci avrebbe messo molto a dimenticarmi, non ero così speciale da diventare importante per qualcuno e non per uno come Kaede del quale unico vero amore è sempre stato il basket.

A parte questo…
Costretta a svegliarmi alla modica ora delle 9:30 di sabato mattina e avendo perso un giorno di scuola, ( fantastico se non fosse che stanotte non ho chiuso occhio per causa di Nimrod che continuava ad abbaiare per motivi a me oscuri ) con le occhiaie fino alle ginocchia, mi feci accompagnare da mia madre all’ospedale per andare a prendere Akira. Mia mamma non aveva visto bene il temporaneo trasferimento di Akira, perché pensava fosse una scusa per stare con lui e fare “cose poco ortodosse” come dice lei e quindi ci teneva a conoscerlo meglio:
Quanti anni ha? - mi spara subito, appena esce dal cancello
La mia età…- le rispondo con un tono impassibile, pronta a rispondere a tutte le domande del quiz. O Yeah! Cosa si vincerà? L’accoglimento col sorriso del mio migliore amico menomato.
E come vi siete conosciuti? –
A scuola per causa di quella questione legata agli allenamenti…-
Ah, quella storia degli spogliatoi bagnati e del voierismo, ricordo, questo non gli da punti, ti sei resa conto, vero? – mi dice severa da dietro i suoi occhialini da donna sempre bella, nonostante tutto.
Vero…- mi vedo costretta ad ammettere
Lei sorride e si gira verso di me:
E’ stato lui quello che è stato con te quando è morto papà? – mi chiede con gli occhi lucidi e il sorriso, rendendo il contrasto del suo volto triste ancor più doloroso.
Sì…-
Allora non voglio sapere nient’ altro…- mi dice alzando la radio e sorridendo, canticchiando la canzone che trasmettevano e io sorrido come lei, guardando la strada.

Arriviamo all’ospedale verso le 10 per causa del traffico che lei mal sopporta, parcheggia e mi dice che mi aspetta in macchina perché in doppia fila non si può parcheggiare e se entra all’ospedale dovrà fare fuori tutti perché non hanno fatto un parcheggio più spazioso…
Salgo fino al quarto piano ed entro in camera di Akira che mi aspetta seduto sul letto con le sue cose intorno a lui…
Da quanto tempo è che mi aspetti? - gli chiedo preoccupata che fosse stato in quella posizione per tutta la mattina.
Non sapendo a che ora saresti arrivata e volendomi far trovare pronto, mi sono svegliato presto, ma non ti preoccupare…- mi dice alzandosi mentre io prendo la sua borsa con le sue cose incamminandoci verso l’uscita a passo lento ma rilassante – Tu piuttosto, sembra che tu non abbia dormito per niente…-
Non parlarmene! Nimrod ha abbaiato tutta la notte e così non abbiamo chiuso occhio! Tra l’altro non ho fatto nemmeno colazione, così adesso mia mamma ci accompagna a casa e poi facciamo colazione insieme e poi vediamo cosa fare, sei d’accordo? –
Mi hai già programmato la settimana? – mi chiede divertito mentre gli apro la portiera della macchina, facendolo accomodare sul sedile davanti, educato, saluta mia mamma che gli sorride e gli da il benvenuto.
Aki, questa è mia mamma, Ai Miyawashi. Mamma questo è Akira Sendoh, il mio fratello acquisito! – li presento tutta felice mettendomi tra i due sedili.
Tuo padre è il presidente della società di software? –
Sì, ma adesso sia lui che mia madre sono a New York per un corso di aggiornamento…-
Ah, capisco. –
Spero di non arrecarvi troppo disturbo…- le dice lui con quel sorriso che piegherebbe chiunque
Figurati, Shizuki non esce mai quindi un po’ di compagnia non può che farle bene, non pensi anche tu? –
Sì…- le risponde lui grattandosi la nuca imbarazzato mentre io sorrido felicissima di poter stare con lui per una settimana intera.
Arrivati a casa, mia mamma ci scarica come un portapacchi e fa le dovute raccomandazioni:
Io vado al lavoro, non so quando torno, comunque il frigo è pieno e ho preso dei dvd nuovi per la settimana, fate come preferite e non fate cazzate…- dice diventando seria e puntandoci il dito contro – Ciao!^_______^ - ci dice col sorriso sgommando.
Tua madre è fantastica! – mi dice lui mentre ci incamminiamo nell’atrio
Solo perché sei tu! – gli dico demoralizzata - Prendiamo l’ascensore e per questa volta evito di fare le scale…-
Non ti tieni in forma già abbastanza con il basket? – mi chiede mentre arriva l’ascensore, si aprono le porte e ci accomodiamo dentro.
Sì, ma mangio tantissimo, soprattutto dolci che non dovrei, ma sono troppo golosa e quindi qualche esercizio in più non può che farmi bene, no? –
Giusto. Quindi posso dire che abbiamo fatto pace? –
Siii…- gli dico atona – Ma mi devi promettere che non farai più il bambino, d’ accordo? –
Eh, non posso promettertelo, posso impegnarmi ma non assicuro niente…-
COMEEEE? – gli chiedo sorpresa e non abituata a ricevere certe risposte
Lui mi aveva accusato di essere il responsabile di tutto il dolore che provava a seguito dei vostri continui litigi e allora io gli ho detto che se lui è incapace di far proseguire una storia la colpa non è certo mia e che secondo me doveva ritornare a dedicarsi solo al basket, unica cosa che sa fare bene e che se fa male non può rivoltare contro gli altri e allora lui mi ha colpito e ci siamo messi a fare a pugni…-
Che figure di merda! E dire che in genere sono io quella che le fa…-
Già^^. Ma sbaglio o è da un po’ che non ne fai? -
Eh, non ho tempo, tra gli esami e i due campionati non ho proprio tempo per farle…-
Lui ride e io lo riprendo, mi fa una carezza sulla guancia, tenerissimo.
Scendiamo dall’ascensore e mi appresto ad aprire la porta quando sentiamo Nimrod abbaiare.
Dici che Nimrod mi accetterà nella sua dimora? –
Certo! – gli dico sorridente aprendo, con Nimrod che gli da addosso subito mettendosi a saltargli intorno, vedendomi costretta a prenderlo per il collare portandolo via – Aki è invalido e quindi non puoi saltargli addosso, intesi? – chiedo al cane, accompagnandolo fuori sul terrazzo.
Caspita! – dice ad un certo punto Aki – Non ricordavo fosse così grande casa tua…-
No, infatti, abbiamo invaso anche il monolocale che c’era qui a fianco per guadagnare spazio per il salotto che prima praticamente non esisteva e abbiamo guadagnato molto più spazio…-
Bello, mi piace come è arredato, tua madre ha gusto…- mi dice estasiato
Adesso io porto le tue cose nella tua camera…-
Ma non dormiamo insieme? – mi chiede spiazzandomi ad un certo punto, con evidente malizia
Solo dopo sposati! – gli dico facendogli la linguaccia e scoppiando a ridere insieme a lui – Tu intanto accomodati in cucina che appena torno di preparo la colazione…cosa ti andrebbe? –
Ah, fai tu. Io mangio qualsiasi cosa…- mi risponde mentre io torno, pensando a cosa potessi preparare
Beh, prima di tutto, cosa bevi? Acqua, succhi vitaminici o alla frutta? Latte? Caffè? Cioccolata? –
Latte…- mi risponde pensieroso
Bravo! Anche io bevo latte…- gli faccio notare
Direi che non si vede…- commenta acido indicando con gli occhi le mie tette…
Lui, fermo sostenitore che il latte faccia crescere il seno alla donna, ipotesi che io non ho mai scoperto da dove gli sia venuta.
Idiota! – gli rispondo alzandogli il dito medio
Bene, se ti va, ti posso preparare delle buonissime crépes che tu potrai riempire con nutella, marmellata, formaggio e verdure o zucchero, che ne dici? –
Sempre vegetariana convinta? – mi chiede sorridente
Sempre! –
Ricordo ancora quando mi hai obbligato a sputare il pranzo perché era carne! –
Ma non ti conoscevo ancora! – mi difendo mettendomi ai fornelli
Appunto! Tu non puoi obbligare gli sconosciuti a diventare vegetariani! –
Ma io sapevo che ti avrei conosciuto! – preciso
Già, dovevi obbligarmi a firmare il foglio per l’ uso della palestra, vipera! –
Ehi! Era una mossa più che lecita dato che voi ci spiavate quando ci cambiavamo! –
Io non ho mai spiato nessuno! Erano gli altri! –
Ma eri sempre una persona informata sui fatti, quindi, sei colpevole quanto tutti gli altri! No? –
Ammetto la mia colpa! – mi dice ridendo.
Passiamo la mattina a chiacchierare un po’ di tutto, lasciando i film ai giorni seguenti.
Finché non mi fa notare che è iniziato a piovere a dirotto ricordandomi le storie di paura che hanno come protagonisti giovani ragazzi e piogge autunnali…
Smettila! Scemo! Che poi non dormo nemmeno stanotte! – lui scoppia a ridere e dalla sua postazione ormai fissa sul divano mi guarda furbesco, comodamente sdraiata sull’altro divano
Allora ti risparmio il racconto del terrore che mi ero preparato! – mi dice a malincuore
Ecco…-
Comunque volevo informarti che durante il tuo torneo io non ci sarò a sostenerti con il mio tifo da ultras…-
E perché ? – gli chiedo dispiaciuta
Perché giocherai contro una ragazza alquanto possessiva e voglio risparmiarti fatiche inutili…-
Io non ho paura della fatica! Comunque…- gli dico andando da lui e strusciandomici contro per ottenere informazioni – Chi sarebbe questa ragazza? Una tua ex? –
Segreto di stato! – mi risponde col sorriso
Eddai! Tanto prometto che non lo dico a nessuno! –
Ma non è di questo che mi preoccupo piuttosto della tua arroganza che farebbe sì che tu la provocassi solo per poterla battere umiliandola al massimo e io non voglio…-
Uh! Quindi sei ancora innamorato di lei…bene,bene…- gli dico sempre più interessata, certa che tutto quello non era altro che un divertente gioco.
No, non sono innamorato di lei. Ho paura di lei, che è diverso…-
E perché? E’ così terribile? – lui fa una smorfia di dolore e annuisce, mentre io mi siedo decentemente con le gambe incrociate davanti a lui.
Sì, è anche per questo che non stiamo più insieme –
E quando siete stati insieme? – gli chiedo interessata
Il primo anno delle medie…-
-________- ;;;; ed è anche serio nel dire una cosa così!
- Tu non sei normale, no, no! Ma proprio per niente! – commento sconcertata mentre lui mi guarda confuso
- E perché? –
- Perché di sì! Comunque tu mi vieni a vedere e questo è certo, tanto non stiamo insieme e quindi quella lì non deve dirmi niente! Approposito! Come si chiama? –
- Nami Kurosawa, ha la nostra età…-
- Ed è nel campionato prefettorio ? –
- No, lei la incontrerai a quello nazionale, è della prefettura di Tokyo –
- Meglio ancora! – esulto felice alzandomi in piedi sul divano stringendo il pugno decisa a vincere
Lui ride e mi dice di fargli qualcosa da mangiare che ha fame, ordino due pizze, perché non ho voglia di fare da mangiare e lui mi dice che sono una scansafatiche.
Lo avverto che potrebbe fare presto ritorno in ospedale se continua con la sua ilarità ma ciò che mi guadagno è solo un forte abbraccio caldo e delle parole che mi hanno evitato il sonno per la seconda notte di fila:
Ti voglio bene. Tanto…-
…ç_ç me tapina felice…

Continua…

 

Torna all'Indice capitoli
Torna all'indice Fanfiction