allo spettacolo
teatrale dello scorso anno avevamo parlato di occhi e della loro eloquenza
io non la pensavo così eppure mi vidi costretta a rimangiarmi le
mie stesse parole, come al solito.
Tutti quei pensieri che molte persone non sono in grado di esprimere a
parole,
tutte quelle cose che non si riescono a fare o realizzare,
tutti i sentimenti latenti, nascosti dentro di noi,
diventano evidenti a quelli che come lei,
erano in grado di vedere lanima delle persone che la circondavano
Mika era la persona più sensibile che io avessi mai conosciuto.
Conosceva me, Tomoko, Kaede, Akira e tutte quelle persone che stringevano
un rapporto stretto con lei come se fossero la continuazione di lei.
Mika diceva sempre che non bisogna mai lasciare nulla per domani, che
non si sa mai cosa ci può succedere ma io non lascoltavo
mai, rimandavo sempre e smentivo le sue ragioni perché mi facevano
paura e anche quando diceva che la rottura con Kaede era stata solo magistralmente
sfruttata da Akira per avvicinarsi a me, io non le credevo perché,
pessimista come ero, non mi reputavo tanto fortunata da far sì
che Akira s innamorasse di me.
Io e Akira ormai convivevamo a tutti gli effetti.
Parlavamo, guardavamo film, mangiavamo, giocavamo e intanto lui migliorava.
Verso la fine della settimana riusciva anche a fare qualche passo senza
stampelle e facemmo festa.
Ci divertivamo e io ero felice.
Mi fece uno strano effetto quando se ne dovette andare eravamo diventati,
se possibile, ancor più affiatati e non mi importava di quello
che dicevano a scuola su di me io avevo bisogno di lui e di tutto il resto
non mi importava.
Qualche giorno dopo, un giovedì, Tomoko venne a chiedermi se mi
sarei offesa se lei accettava linvito di Kaede ad uscire, mi sentii
male ma allo stesso tempo le dissi di fare quello che si sentiva, le dissi
che non mi importava e che la mia unica preoccupazione erano gli esami
e la partita che avremmo giocato domenica contro la squadra di Aichi.
Ci mancavano tre partite alla vittoria nazionale e poi sarebbe iniziato
il campionato delle best five di ogni prefettura che dovevamo vincere
assolutamente. Usando il basket come distrazione nella speranza che il
tempo facesse sì che la mia vita tornasse alla calma alla quale
ero abituata: niente più tornei, niente più esami fino al
diploma e niente più Kaede.
Il venerdì dopo io e Mika uscimmo insieme e io ruppi la mia promessa
di non bere.
Tornai a casa ubriaca fradicia ma per una qualche grazia piovuta dal cielo,
mia madre non si accorse di nulla, dormiva evidentemente, Nimrod non mi
considerò nemmeno e mi sdraiai a peso morto sul letto, mi girai
e rigirai venendo ingannata da un ipotetico dialogo tra due individui
che vivevano nella mia testa i quali finirono per picchiarsi aumentando
ulteriormente il mio stato di nausea.
Mi svegliai la mattina seguente con un aria da zobie e con un mal di
testa che non ricordavo quando fosse stata lultima volta che ebbi.
Mia madre era al lavoro, per fortuna, così ebbi modo di tenermi
la mia faccia finché non mi fossi ripresa completamente, mangiando
come un bue e riguardandomi per lennesima volta Sweet November
deprimendomi così per bene.
Suonò il telefono e Nimrod me lo portò.
Risposi con voce roca e bassa tanto che laltro interlocutore ripeté
più volte pronto .
Akira?
Ma ti sei appena svegliata? mi chiede con aria sorpresa
Mi misi una mano sulla testa che doleva al suono della sua voce e cercai
un orologio per la casa ma non riuscii a registrare lora esatta.
Ti chiamavo solo per ricordarti che stasera alle sei passo a prenderti
per portarti alla festa
-
Ah, già
- dissi con tono di chi non capiva niente
Lui rise dallaltro capo del telefono e mi salutò, dicendo
che non voleva più disturbarmi.
Sapevo che laveva fatto perché aveva capito che ero reduce
di una sbronza colossale causata da Kaede e non per gentilezza
intrinseca.
Sapeva di Tomoko e Kaede e durante la settimana aveva pensato bene di
starmi alla larga anche perché pareva avessi fatto indigestione
di limonata, come mi aveva detto Mika quando le risposi male ad una sua
domanda.
Mika si presentò a casa mia verso le 3, con la ferma convinzione
di darmi delle dritte di portamento, abbigliamento, comportamento e argomenti
salva-da-figure-pessime come diceva lei.
Si era portata dietro vestiti su vestiti e io ne scelsi uno semplice nero
e ai piedi delle scarpe eleganti prive di tacco.
Si mise poi a truccarmi e mi disse che avevo fatto bene ad ubriacarmi:
Mi stavo chiedendo per quanto tempo ancora saresti riuscita a tenerti
dentro la rabbia della fine
-
Io non ho bevuto a causa di Kaede! la riprendo, mentendole spudoratamente
Sì, come no. Ma ormai di lui non mi interessa niente, piuttosto
non ci credo ancora che tu sia riuscita a non fare niente con 100 e lode
avendolo a disposizione 24 ore su 24!
Io non sono una maniaca come te, Mika!
Ma dai, Shii! Sei proprio unimbastita! Io gli sarei saltata addosso
subito!
Quindi piace anche a te? Eh?
Bè, ma a quale ragazza non piace, scusa?
Hai ragione, ma io intendevo nel vero senso della parola, anche tu lo
conosci bene ormai, non è che per caso devo considerarti una mia
rivale, vero?
Lei sorride sorniona e fa spallucce, mettendomi in allarme.
Mi mancava solo questa.
- Lunica mia preoccupazione per adesso è che lui ti trovi
bellissima!^^ - mi dice lei sviando il discorso e io le faccio una boccaccia
facendola ridere.
Lui passa a prendermi verso le sei e si stupisce molto nel vedere lì
anche Mika, che lo guarda sorridente e a me inizia a girare per la testa
il pensiero che lei sia seriamente innamorata di lui
Prima di andarcene tutti, Mika sussurra qualcosa ad Akira e se ne va ridendo
mentre io guardo imbronciata il mio cavaliere:
ç_ç Perché tu non sei ancora vestito?
Perché mi vesto quando arriviamo là, sta tranquilla
-
mi dice allegro chiamando lascensore
^__^ Cosa ti ha detto Mika?
Ah! Questo tu non lo puoi sapere! Mi spiace!^_- - mi dice facendomi locchiolino
e mettendosi le mani in tasca, sorridendo sornione facendomi insospettire.
Perché lui
luiiii
usa quellatteggiamento quando
ha in mente qualcosa di losco!
Io lo so! Lo conosco! E non lo sopporto quando mi nasconde le cose!
Ma me ne sto zitta per farlo sentire tranquillo e poi agire facendogli
confessare tutto, tattica vecchia ma ottima!
In poco tempo arriviamo a casa sua, affollatissima di gente.
Lui si accorge del mio nervosismo e mi prende la mano e mi sorride:
Stai tranquilla, starai tutta sera con me e non avrai niente a che fare
con nessuno di loro, vieni solo che ti presento ai miei genitori e a mia
nonna, sei daccordo?
Accetto, anche perché non avevo altre possibilità.
Avevo paura di incontrare la madre di Akira perché mi ricordo che
non era il massimo come simpatia.
Era gelosa del figlio e pensava che io stessi con lui solo perché
fosse ricco.
Akira dice che le ha spiegato tutto ma secondo me lei non è quel
tipo di donna che cambia idea solo perché è il figlio, imbambolato
come pensa lei, glielo dice
Lui si fa largo tra i suoi famigliari, zii, zie, nonni e nonne e i fatidici
genitori.
Il padre mi sorride e mi ringrazia del regalo, che ho fatto comprare da
mia madre, una biro da collezione che Aki mi aveva detto che fossero la
passione di suo padre, tanto per guadagnare punti con lui visto che la
madre non mi poteva vedere. Come supponevo, mi tira subito un occhiataccia
e mi squadra da testa a piedi:
E così sei venuta. E adesso cosa farai? Chiederai la sua mano?
Mamma! la riprende subito Akira già alterato, seguito a
ruota dal padre
Niente affatto, sono qui solo per far compagnia ad Akira le rispondo
senza piegarmi e guardandola negli occhi. Non mi sarei fatta scoraggiare
di certo dalle sue parole. Dovevo dimostrarle che io non ero il genere
di ragazza che lei pensava e volevo cambiare la pessima opinione che lei
aveva di me.
Akira mi guarda con un leggero sorriso mentre sua nonna mi gira dalla
sua parte e mi porta via al tavolo delle bibite, offrendomi un succo al
mirtillo:
Perdona mia nuora, ma sta attraversando il periodo della menopausa quindi
è alquanto intrattabile, ma lasciala perdere! mi dice la
signora che già mi è simpatica e Akira sorride e le da ragione
Sai, la mia nonnina, nonostante i suoi 83 anni portati con orgoglio è
sempre più in gamba di tutte le gran dame qui riunite, tutte delle
racchie pettegole che non vedono lora di sparlare luna dellaltra,
davvero insopportabili! mi dice Akira mentre usciamo in giardino
tutti e tre insieme mentre io lo guardo sorridendo
E lei signora, come ha fatto sopravvivere? le chiedo e lei inizia
ad agitare la mano su e giù e ride divertita
Io stavo con gli uomini! Sono la mia grande passione e delle donne non
è che mi interessava tanto! Si fanno figli con gli uomini, non
con le donne, non pensi anche tu?
Io rido e annuisco.
- Mai fidarsi delle donne ricche che stanno insieme, appuntatelo da qualche
parte!
Lo farò!
Bene ragazzi, questa vecchia vi abbandona e torna dai suoi coetanei, voi
divertitevi, miraccomando! ci dice salutandoci con il suo drink
in mano.
Mi piace tua nonna! E unarzilla vecchietta con la quale giocherei
volentieri a briscola! gli dico mentre lui scoppia a ridere.
Vieni su con me che mi devo cambiare?
Certo
- gli dico seguendolo lasciando il mio succo su un tavolo
Saliamo al piano di sopra che è enorme quanto quello di sotto.
La sua camera è grandissima e io mi accomodo tranquillamente sul
divano, mentre lui sinfila nellarmadio a cercare uno smoking
per la serata:
Vediamo
- mi dice sbucando e guardandomi attentamente Tu sei
vestita di nero, quindi
-
Cosa centra il mio vestito? gli chiedo confusa
Visto che dobbiamo stare insieme e dopo dobbiamo anche ballare, ci tengo
a far sembrare che siamo una bella coppia, per cui
smoking e scarpe
bianche, camicia nera e cravatta bianca
che dici?
Io resto perplessa e capisco perché non si era ancora vestito quando
era venuto a prendermi e non riuscii a trattenere la felicità che
dovevo nascondere per non sembrare una delle tante che gli starnazzavano
intorno:
Bella combinazione! Il bianco non sta bene a tutti! commento ricordano
la teoria di Tomoko approposito dei ragazzi che stanno bene con i calzoni
bianchi: semplicemente degli autentici Lode.
Si veste mentre io guardo un po di tele e mi si piazza davanti chiedendomi
tentennante come sta.
Io resto senza parole e deglutisco: se è possibile, è anche
più bello del solito.
Stai benissimo
- dico quasi sussurrando e lui ride soddisfatto
Mi dovresti solo legare la cravatta, non ho mai imparato
- mi dice
porgendomela e io eseguo.
Lo costringo ad abbassarsi per prendere bene le misure e inizio a legarla
mentre lui mi fissa mettendomi a disagio e facendo sussultare il mio cuore
che pareva volesse uscire dalla gabbia toracica.
Non fissarmi, mi metti a disagio
- gli dico rossa in viso per limbarazzo
mentre continuo nella mia opera con le mani tremanti che lui prende tra
le sue obbligandomi a guardarlo in viso.
Stavo ripensando alle parole di Mika e mi chiedevo perché tanta
insicurezza dietro alla facciata da dura
-
Che cosa blateri? gli chiedo tornando ad osservare quanto stavo
facendo, tentando di sembrare più fredda possibile osservando come
ipnotizzata quel nodo al quale serviva solo lultimo passaggio per
essere completo.
Che non hai motivo per essere insicura, basta una tua parola e io faccio
tutto quello che desideri
- mi dice serissimo mentre io stringo forte
la cravatta, cercando di svincolarmi dalla sua presa ma senza fortuna
( o sfortuna? ).
Sapevo a cosa si riferiva.
Aveva scoperto che mi piaceva e che dovevo dirglielo ma io non ero come
Mika, non riuscivo a pronunciare quelle due parole in grado di cambiare
tutta la mia vita che io volevo tanto tornasse tranquilla e senza stravolgimenti
No
io
- inizio a balbettare sempre più imbarazzata tremando
come una foglia.
Lui mi abbraccia e mi avvicina a se avvicinando le sue labbra rosate alle
mie, quando ad un tratto fa irruzione in camera sua madre, che capisce
subito che cosa stava accadendo facendo finta di niente:
La cena è in tavola! dice con tono fermo e deciso uscendo,
lasciando la porta aperta per essere certa che lavremmo seguita.
Lui sorride tranquillo e sospira sconsolato, lasciando la presa:
Allora andiamo a mangiare
- mi dice lasciandomi uscire per prima
con un inchino e la mano protesa verso la direzione da seguire.
Io rido del suo atteggiamento da lord e lui finge di arrabbiarsi:
Guarda che mi ci sono voluti anni e anni di studio per imparare quella
mossa che tu non apprezzi a dovere!
Ma piantala! gli dico tra le risate scendendo la scalinata regale.
Mi sentivo davvero una principessa quella sera, proprio come quelle della
fiabe occidentali, cera tutto, solo che il mio principe era già
lì con me, prima di tutti gli altri.
Non ti ho detto forse la cosa più importante
- mi dice dopo
un lungo silenzio attraverso i corridoi della reggia in cui vive, mentre
ci dirigevamo verso la sala dove si sarebbe tenuta la cena
Cosa?
Sei davvero bellissima mi dice serissimo e io resto impalata mentre
lui continua a camminare pacato, come se non avesse detto niente di sconvolgente,
ma anche questo era parte del suo carattere
Continua
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