Lemon Cake

 

Capitolo 11:

“Lui mi sosteneva ancora, mi aiutava ancora,
Lei mi aveva mentito fingendo un sorriso che io credevo sincero.
Il mio corpo mi disprezzava e io disprezzavo me stessa e la situazione che stavo vivendo perché io non l'avevo richiesta, perché io non la volevo ma c'ero.
Tutte le volte che i pensieri mi offuscavano la mente, restavo da sola e non volevo nessuno…
O forse, nessuno voleva me…”


Venerdì mattina alle 10 partivamo per Kobe.
Saremmo stati via per un mese al massimo e quella mattina mi svegliai prestissimo per poter fare colazione con mia madre, salutarla e dirle di non fare gli straordinari e tornare a casa a cenare e dormire. Lei mi disse che l'avrebbe fatto, ma io ero scettica.

Conoscevo bene o male tutte le ragazze che avrebbero giocato con me: tre erano del Kainan, una dello Shoyo, due del Takezono, una dello Shohoku e della mia squadra c' erano Yumi e Mika che ancora non mi rivolgeva la parola.
Quando arrivai accompagnata da mia madre, lei stava parlando con Akira.
Non andai da loro, preferii starmene in disparte da sola, visto che Yumi, estroversa come era, aveva già fatto conoscenza con la ragazza dello Shoyo e con quelle del Takezono. Ottima mossa, considerando che avremmo dovuto giocare insieme per un pò.

Dei ragazzi, conoscevo tutti: Akira,Kaede, Maki, Jin, Mitsui, Kyota, Yazawa, il nano Aida e Morimura.
Ma non avevo voglia di stare con nessuno di loro dato che avrei finito col litigarci dato che non mi sembrava di essere nelle migliori condizioni per socializzare dopo che avevo visto Mika e Akira insieme.
Ma proprio per niente.

Salimmo sul treno che per fortuna aveva spazio a sufficienza per mettere bene le valigie, mi sedetti ai posti da quattro da sola, presi il mio lettore mp3 e inizia ad ascoltare " We used to be friends" gran bella canzone. Davanti a me si erano seduti Taoka e il coach del Kainan nominati per allenare le due squadre che a quanto mi era dato vedere, non andavano troppo d'accordo.
- Come mai sei da sola? - mi chiede il coach del Kainan, Takato con un sorriso di circostanza che tanto avrei voluto fargli ingoiare
- Sto bene da sola - gli rispondo rimettendomi le cuffie, ma lui non demorde e continua a parlarmi mentre Taoka scuote la testa nel momento in cui avevo cercato aiuto nei suoi occhi, affinché me lo levasse dai piedi.
- Tu sei il capitano della squadra…-
- Sia della mia al Ryonan sia di questa - gli rispondo con lo stesso tono di prima tentando di fargli capire che non ho proprio voglia di parlare
- Hai già ricevuto la convocazione in nazionale? - mi chiede e a quel punto interviene Taoka, pronto ad elogiarmi e ad elogiarsi, levando però me dalle grinfie di quel vecchio palloso.
- Sì, già dall'anno scorso. E' la più giovane tra le convocate. Quest'anno ha anche ricevuto la visita dall'università di Tokyo che la vuole reclutare e farla giocare nella loro squadra già come titolare ma mi ha detto che non ha ancora deciso…-
- Come mai? - mi chiede quello e io sospiro e spengo del tutto il lettore. Mi è già chiaro che non avrò un attimo di respiro.
- Perché Tokyo non mi piace - gli rispondo fredda e lui pare stupito
- Ma…-
- Se mia madre avesse voluto stare a Tokyo, non si sarebbe mai trasferita a Kanagawa. Andrò in un università qualsiasi e poi vedrò…-
- Quindi non sai nemmeno che università fare? -
- No. - gli dico scocciata - E se non le dispiace, non ho voglia di parlare con lei dei fatti miei - gli dico rimettendomi le cuffie mentre Taoka sogghigna.

Arriviamo a Kobe verso le 2.
Scendendo dal treno incrocio lo sguardo di Akira, ma mi affretto a distoglierlo il prima possibile, tentando di confondermi tra la folla, con successo.
La nostra pensione non è molto lontana dalla stazione, cosicché mi evito una disgiunzione del muscolo per via della valigia enorme e strapiena che mi ha fatto mia mamma perché per lei è sempre meglio portare roba in più che in meno! Tanto poi la trascino io per la città, mica lei!
Mi chiesi se Akira ce la facesse, ma quando lo vidi ridere con Mika, pensai che nel caso, l'avrebbe aiutato lei.

Siamo divisi in camera da tre.
Le combinazioni vengono fatte a sorte per evitare battibecchi.
Io capito in camera con una ragazza del Kainan, Aoi Watanabe e quella dello Shoyo che prima parlava con Yumi, Yukari Seto, non mi sembravano male ma mi accorsi subito che le mettevo in soggezione e tentai quindi di tranquillizzarle subito:
- Io sono Shizuki Miyawashi! - gli dico presentandomi tentando di sorridere ad entrambe anche se ipocritamente - Ho saputo che ci sono le terme e quindi penso che possiamo andare a farci un bagno stasera, che ne pensate? -
Le ragazze sorridono e accettano entusiaste.
Missione conquistare la simpatia delle mie compagne di stanza: riuscita!
- E' vero che l'anno scorso sei stata convocata in nazionale? - mi chiede quella che secondo me sembrava più timida dell'altra, Yukari, che mi guardava ancora non troppo convinta. Secondo me si era immaginata che fossi una persona terribile che le avrebbe obbligate a tenersi in esercizio per un mese intero!
- Sì…- le dico leggermente imbarazzata
- E come è stato? -
- Bello, solo che la squadra non era affiatata e quindi abbiamo perso al terzo turno…-
- Quindi tu pensi che se non c'è armonia non si può vincere? -
- In un certo senso…- le rispondo mentre lei mi sembra quasi in adorazione capendo subito perché ha fatto subito amicizia con Yumi: sono identiche!
- Io credo che si vince solo quando si ha un obiettivo comune, non è importante l'affiatamento - ci riprende subito Aoi, con gambe e braccia conserte seduta sul suo futon
- Quello è importante ma io ti dimostrerò che già da domani saremo a rischio uscita…-
- Che cosa stai dicendo!? - mi riprende lei allarmata.
- Noi abbiamo giocato insieme solo una volta, io non ricordavo nemmeno i vostri nomi, figuriamoci il vostro gioco e domani abbiamo la prima partita contro la prefettura di Shimane, certo non è una squadra fortissima, ma ci metterà in difficoltà e il nostro obiettivo comune potrà farsi fottere se non abbiamo un briciolo di ritmo comune e armonia l'una con l'altra…-
- Caspita…- sussurra Yukari in adorazione e a me sembra sempre meno normale…
- Yukari? - tento di richiamarla alla realtà sventolandole davanti la mano ma con pochi risultati
- Della tua squadra siete in tre e della mia altrettante, eliminando Migumi che è un playmaker come te, possiamo formare una squadra sufficientemente affiatata…-
- Dobbiamo però almeno giocare una volta insieme perché abbiamo modi di giocare completamente diversi…-
- Voi puntate più sull'attacco che viene diretto da te in tutte le sue forme, noi altrettanto…è un problema…- mi dice lei pensierosa.
Guardiamo Yukari e penso che ci sia venuta la stessa idea:
- Quale è il vostro classico modo di giocare? - le chiede Aoi
- Nostro? - chiede riprendendosi dalla trance che io trovo alquanto preoccupante - Noi puntiamo sulla difesa! - dice entusiasta
- Perfetto! - esclama Aoi battendo le mani
- Tu saresti in grado di adeguarti alla difesa? - le chiedo
- Sì, non ci sono problemi -
- Quindi abbiamo tutto, noi tre in attacco e voi due in difesa…-
- Poi dovremo cambiare strategia visto che le nostre avversarie capiranno e sapranno come fermarci.
- Sì, poi non è nemmeno detto che Taoka deciderà per questa strategia. Intanto io dico che se domani la situazione sarà critica, io gli proporrò la nostra idea, poi a decide spetta a lui…-
- Ok! -
- Fantastica…- mi dice Yukari guardandomi come se fossi una dea mentre usciamo per andare a mangiare e poi, fortunatamente, allenarci.

***
Agli allenamenti, siamo costrette a dividere la palestra con i ragazzi, niente di allarmante se non fosse che Akira continuava a guardarmi e mi innervosiva.
Lo ignorai per tutto il tempo, dato che lui aveva fatto altrettanto da stamattina e andai da Taoka a chiedere delle anticipazioni per domani e proporgli l'idea di Aoi mentre le altre ragazze facevano una partita di allenamento, titolari contro riserve.

- Domani tu non giocherai…- mi informa serio Taoka
- E perché? - gli chiedo stupita, ma non arrabbiata, dato che sapevo che con lui non si discute e quindi avrei solo sprecato fiato se avessi protestato
- Perché ce la possono fare anche senza di te, l' idea di Watanabe la sfrutteremo per le partite più difficili. Guardale…- mi dice lui con un cenno del capo - Se sono qui non è per nulla. Sanno giocare e sanno adeguarsi alle necessità di tutti. Hanno convocato apposta tre del primo anno, tre del terzo e quattro del secondo. Si sa che quelle di prima e seconda si adeguano, quelle di terza no, per questo sono in inferiorità numerica, così non possono peccare di arroganza e saranno costrette ad adeguarsi al gioco delle altre. Anche per questo in ogni partita ci sarà in campo solo una dell'ultimo anno e basta. Domani giocherà Katsuragi. Poi vedremo, adesso vai a giocare…- mi dice e io mi trovo a dovergli dare ragione anche se ciò significa che io non giocherò fino a chissà quando e che la finale sarà parecchio in dubbio.

A fine allenamento capisco che i miei timori non sono fondati.
Giochiamo bene insieme, certo, non c'è l'affiatamento come con quelle della mia squadra, ma le ragazze danno il meglio.
Tornate alla pensione, mentre le altre vanno a mangiare, io vado alle terme per starmene un po' da sola, se non fosse che mentre sto prendendo l'asciugamano mi irrompe in camera Akira, allegro e spensierato come al suo solito.

- Perché non mi hai rivolto la parola per tutto il giorno? - mi chiede piazzandosi sulla porta, impedendomi così di uscire o scappare dalle sue grinfie, prima cosa che mi è passata per la testa.
- Ho visto che sei stato tutto il tempo con Mika e non ho voluto dare fastidio…-
- Sei gelosa, quindi…- ipotizza sornione mentre io faccio una smorfia che gli sta dicendo " Idiota"
- Mi faresti uscire? Per favore? - gli chiedo stufa della perdita di tempo
- Hai scoperto della mia malattia, vero? - mi chiede serio e io annuisco
- E allora perché non fai nulla? Se sei mia amica dovresti tentare di stare il più possibile con me, non credi? -
- No, perché dal mio punto di vista è giusto che tu viva come piace a te e non come piace a me, tutto qui…e adesso va a mangiare che poi romperai le scatole che hai fame! - gli dico spingendolo fuori dalla camera sorridendo
- Lo sapevo! - mi dice schioccando con le dita
- Cosa? -
- Che non riesci proprio ad arrabbiarti con me! - mi dice puntandomi il dito contro mentre io a fatica riesco a trattenere le risate. Scoppiamo a ridere insieme e Taoka ci da dei deficienti ma la cosa poco mi turba.
- Perché non vieni a mangiare? - mi chiede ripresosi mentre mi accompagna per un pezzo
- Perché non ho fame…- mento, certo non potevo dire che non volevo andare perché non volevo vederlo amoreggiare con Mika e lui pare bersela: scusa banale, ma efficace.
- Che strano…se poi ti vengono i crampi? - mi chiede pensieroso
- C' è sempre una cucina pronta all'uso…- gli rispondo sull'uscio ma ecco che arriva con la sua trovata del giorno
- Vengo anche io con te, allora! -
- No! - mi affretto subito
- Perché? -
- Perché già girano strane voci su me e te se poi non ci presentiamo a cena sai che storie!E poi le terme per gli uomini sono dall'altra parte… -
- Ma il custode adesso non c'è! - mi fa notare con occhi da cucciolotto astuto
- No! - gli rispondo categorica
- Mmmmmh…- mugugna lui mettendosi il pugno sotto il mento con fare pensieroso
- Ciao! - gli dico uscendo e lui pare non seguirmi più.
Meno male!
Mi spoglio e entro dentro l'acqua bollente.
T_T che deliziaaaaa.
Era da un sacco di tempo che non andavo alle terme e di certo il tempo non mi manca.
Chissà perché non l'ho mai fatto ma poi mi rispondo da sola: basket.
Mi rilasso completamente e mi immergo fino al mento, stampando in faccia un sorrisino deliziato da quella starna sensazione di pace.
Io resto qui tutta notte, sicuramente!

Dopo nemmeno un quarto d'ora che ero persa a rilassarmi e ascoltare la natura circostante da brava vegetariana quale sono, eccolo che entra e io divento rossa e inizio ad urlargli che deve andarsene:
- Vattene!! Akiraaaa!!! Sono nudaaaaa!!! - gli urlo cercando di coprirmi con l'asciugamano dei capelli dato che l'altro l'avevo astutamente lasciato all'entrata certa che non mi sarebbe servito che per asciugarmi una volta stufa di stare lì.
Lui pare non recepire il significato delle mie urla e mi guarda serio e con i pugni stretti:
- Perché non me l'hai mai detto? - mi chiede e io lo guardo male, certa di aver coperto tutto ciò che c'era da coprire
- Cosa non ti ho detto? -
- Perché non mi hai mai detto il vero motivo per cui hai lasciato Kaede? -
- Ma sei scemo o cosa? Cosa vi hanno dato da mangiare? - gli chiedo sempre più confusa, ma lui non demorde e assume un espressione amareggiata abbassando lo sguardo
- Ma con chi hai parlato? -
- Con Rukawa, mi ha detto che l'hai lasciato perché sei innamorata di me…- mi dice guardandomi negli occhi senza espressione
Io sbianco all'istante e inizio a tremare.
Che cazzo dice Kaede? Perché gliel' ha detto? E poi, da dove queste conclusioni?
- Sono solo sue supposizioni, l'ho lasciato perché ero annoiata di lui e di me, punto e stop, tu non centri niente…- gli dico rimanendo sulla difensiva e cercando di mantenere il sangue freddo, pur essendo a 40/50 gradi.
- Quindi, io non ho colpe? -
- Assolutamente! - gli dico sicura - Stai tranquillo - continuo regalandogli un sorriso e lui mi guarda col viso già più rilassato dirigendosi verso la porta, ma ad un certo punto, si ferma e mi guarda tranquillo - Allora, non è vero niente? -
Sapevo a cosa si riferiva e dentro di me continuavo a sentire un "diglielo, diglielo, diglielo!" ma la mia bocca disse altro e io mi maledii per l'ennesima volta:
- Niente…- gli risposi e lui, sorridente, mi chiese scusa e se ne andò, io mi immersi totalmente nell'acqua e piansi, finché non arrivarono tutte le altre a farmi compagnia, compresa Mika, che mi sorrise come ai vecchi tempi, venendo da me per chiedermi scusa.

Continua…



 

Torna all'Indice capitoli
Torna all'indice Fanfiction