You were mine

 

Capitolo 4

 

- Dimmi perché l'hai illusa? >> gli dissi così su due piedi,mentre era in mezzo a tutti i suoi amici,in quel locale che io e Nase tanto prendevamo in giro perché frequentato solo da figli di papà.
E io e lei,odiavamo i figli di papà…
Mi guardò con aria derisoria,la stessa aria da cretino che avevano tutti attorno a lui.
I suoi amici gli dissero qualcosa,ma non capii cosa.
- Non qui,Faith,per favore >>
- Oh,sì!Qui e adesso! >> gli dissi ancor più infuriata -
- Non solo adesso mi spieghi tutte le stronzate che ho saputo sul tuo conto ma ti prendi la briga di chiamare la mia amica e le dici tutto! >>
Si alzò e lasciò i suoi amici portandomi con forza fuori dal locale in cui si trovava.
- Che cazzo ti è saltato in mente? >> mi chiese strattonandomi con forza.
Non riuscii a divincolarmi dalla sua presa e lui stringeva sempre più forte facendomi male.
Non badai al dolore:
- Perché hai tradito la sua fiducia? >> gli chiesi piena di rabbia e di odio,consapevole che alla fine,sarei stata io a doverle dire tutto,se lui non lo avesse fatto,ed io odiavo quel ruolo.
Si mise a ridere,come se non avesse fatto nulla,lasciò andare il mio braccio e mi sbatté contro il muro del retro del locale.
- Non ficcare il naso in faccende che non ti riguardano >> mi disse facendo per baciarmi,lo respinsi schifata.
- Non mi riguardano?!So la A e la Z della vostra storia ed adesso mi chiedi di starne fuori? >>
- Che cosa sai?Che cosa vuoi sapere tu?Sai le sue versioni! Sai che abbiamo fatto sesso,che siamo usciti,che ci siamo fatti di erba fino a non capirci più niente,che abbiamo fatto grandi progetti che io sapevo irrealizzabili. Sì,sai questo,ma non sai di quanto io mi sento soffocato con lei,perché lei è adorabile,è fantastica,mi da tutto quello che credevo di necessitare,ma è questo il punto…Ho trovato colei che ho sempre sognato e ho capito che non era quello,che non era lei quello che cercavo,perché ero egoista,prendevo e prendevo sempre tutto quello che volevo e sono straripato e mi sono soltanto illuso tutta la vita. Avevo troppo dentro di me e nulla che usciva. Ed eccoti le tue fottute spiegazioni!Sei soddisfatta adesso? >> mi disse su due piedi,serio e forse,sincero.
Tentai di replicare ma la voce mi era soffocata in gola dai singhiozzi:
- E se ti fa star meglio,stasera le telefonerò e le dirò che è finita…>>
Avrei voluto obiettare,era meglio se le parlasse a quattr'occhi,ma non volevo infierire su di lui.
E per la prima volta,avevo visto Akira Sendoh per ciò che era.
Forse solo una scheggia di lui,eppure qualcosa.
La solitudine dell'avere tutto e il disagio di avere sempre tutto ciò che desidera.
Perché si finisce col non sapere più cosa si vuole e cosa no.
Cosa si necessita e cosa è superfluo.
E Nase era superflua a lui,perché lei era bella ma non era ciò che lui cercava in lei.

Quella sera Nase mi telefonò,erano le dieci di sera e i miei si preoccuparono.
Li tranquillizzai e lei aveva la voce triste ma non piangeva.
Pensai fosse un buon segno ma poi:
- …così l'ho perdonato e ora siamo ancora insieme. So che sei stata tu ad obbligarlo ad essere sincero e ti ringrazio. Grazie per avermelo fatto dire da lui e grazie per essermi amica nonostante io mi sia allontanata tanto da te >>
- Tranquilla…>>
Da quel discorso ci discostammo pian-piano,iniziando a raccontarci le nostre vicissitudini e le varie giornate tipo,ridendo un po',come quando eravamo inseparabili. Chiuse la conversazione alle undici e mezza e io mi addormentai con un lieve sorriso.

Quel sabato sera uscii al P3 con Mitsui e gli altri ragazzi dello Shohoku e tra di noi c'erano alcune ragazze che pendevano dalle mie labbra ed imitavano ciò che facevo come se fossi una star.
Eppure,non mi convincevano. Erano pronte a spifferare ogni mia azione al mondo da come mi pedinavano ed io mi sentii a disagio,così come quando incontrai la prima volta Akira.
Verso l'una arrivò anche lui,lo notai e lo raggiunsi.
Ero vagamente sbronza ma credevo di riuscire a dirgli quello che dovevo.
- Sei uno stronzo! >> gli dissi e lui mi guardò esasperato
- Che ho fatto stavolta? >> mi chiese ridendo.
Era ubriaco pure lui.
- Dovevi mollarla e non illuderla di nuovo! >> continuai facendo finta di niente.
- Ma lei si è messa a piangere,non sono riuscito a dirle di no! >>
- Sei stato cattivo! >> gli dissi ridendo.
Feci per andarmene ma lui mi fermò:
- Vieni fuori che all'aria parleremo meglio >>
Accettai la sua proposta,la testa mi girava e strinsi forte la sua maglietta,avevo paura di cadere mentre facevamo le scale per uscire.
Lui rideva ed io lo guardavo infastidita dal suo continuo prendermi in giro.
Andammo al parcheggio che stava a qualche metro dall'entrata.
Arrivati alla sua macchina si fermò:
- Ti scoccia se andiamo in un posto più tranquillo? >>
- Per esempio casa tua? >> gli chiesi maliziosa,senza volerlo.
Lui sorrise interessato e poi scosse la testa:
- Sei ubriaca,e non vorrei che domani mattina ti svegli e inizi ad insultarmi come al tuo solito >>
- Lo faccio solo perché devo nascondere i miei sentimenti! >>
- Perché hai dei sentimenti? >>
- Certo! >>
Si avvicinò a me,con intenzione di accarezzarmi il viso ma lo allontanai scoppiando a ridere:
- …e quindi io ti piaccio?! >> chiese quasi incredulo
- Sì,ma tu sei il ragazzo della mia migliore amica…>>
- Ma lei è in America…>> mi ricordò e quelle sue parole suonavano così invitanti.
E iniziò a sussurrare altre parole che parevano diaboliche,ma tremendamente ammalianti.
E alla fine della serata,salii sulla sua macchina e la direzione era casa sua.



 

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