Dopo il CELL-GAME
Erano trascorse alcune settimane dalla fine del torneo di Cell, sulla
terra era tornata la pace e i giorni del terrore sembravano già
un'eco lontano, ma non per tutti.
Bulma si apprestava ad uscire di buon mattino quel giorno per fare un
po' di spesa, approfittandosi che il piccolo dormisse ancora. Trunks infatti
più cresceva più la teneva impegnata e per quanto riguarda
Vegeta, beh
quello era un tasto molto dolente in quel periodo.
"Oh mio Dio!!" esclamò rientrando di corsa in casa quando
un oggetto volante sconosciuto atterrò con un rombo di motori nel
suo giardino.
Chiuse la porta alle sue spalle, in preda allo spavento. Si precipitò
poi presso la finestra per dare una sbirciatina da dietro le tende e vedere
di cosa si trattasse. Era mai possibile che il pericolo dovesse sempre
sbucare da qualche parte e che non si potesse mai stare tranquilli?!
Questa volta, però, non si trattava di alcun nemico e se avesse
guardato meglio invece di scappare come un coniglio, se ne sarebbe accorta
subito: il suo volto, infatti, si illuminò quando da quella navicella
vide uscire un giovane bellissimo. Gli corse incontro e si gettò
tra le sue braccia.
"Ciao
mamma" balbettò il giovane. Era suo figlio
venuto dal futuro con la macchina del tempo.
"E' accaduto qualcosa? Come mai sei ritornato?" fece allarmata.
"No, tranquilla, anche nel mio futuro Cell è stato sconfitto
e ho avuto voglia di ritornare a vedere come stavate
"
"Ho capito, vuoi passare ancora un altro po' di tempo con tuo padre,
non è così?" colpì nel segno.
"Dov'è?"
Bulma si rattristò: "Ecco
da quando Cell è stato
sconfitto e Goku è morto, si è chiuso ancora di più
in se stesso. Credo che il suo orgoglio in quello scontro sia stato messo
a dura prova. Ha perso tutta la voglia di combattere
non fa altro
che starsene chiuso tutto il giorno nella sua stanza a rimuginare su chissà
che cosa. Non scende neanche in cucina, sono costretta a portargli da
mangiare fin dentro la sua camera. A volte non mi fa neanche entrare e
mi dice di lasciargli il cibo fuori la porta. Non so proprio cosa fare
fortuna che sei arrivato tu
" gli raccontò mentre rientravano
in casa.
"Papà!" esclamò Trunks quando lo vide scendere
dalle scale, con la sua solita aria imperscrutabile.
"Vegeta!" anche Bulma restò sorpresa di vederlo.
L'uomo lo aveva sentito atterrare nel giardino ed ora era fermo dinanzi
a loro:
"Cosa ci fai qui?" si rivolse al figlio. Nella sua voce c'era
un tono di sorpresa. Si accorse che non gli dispiaceva vederlo.
Trunks avrebbe voluto abbracciarlo, ma preferì non farlo per non
rovinare quel momento.
Bulma li lasciò soli con la convinzione che il ritorno del figlio
avrebbe potuto portare un'aria diversa in quella casa.
Stava soffrendo in quei giorni, da sola, in segreto. Per tanto tempo era
vissuta con la speranza che terminato l'incubo dei cyborg e di Cell, Vegeta
avesse finalmente avuto un pensiero per lei ed il suo bambino. Si erano
lasciati quando mancavano alcuni mesi dal preannunciato arrivo degli androidi,
lui se ne era andato via, in giro per lo spazio, non ne aveva più
saputo nulla, e lo aveva rivisto solamente quando il super saiyan in ritardo
si era presentato all'appuntamento che tutti si erano dati tre anni prima
presso la Città del Sud.
Adesso era tornato a vivere di nuovo con lei, come ai vecchi tempi, ma
era più assente che mai.
***
"Allora?" chiese a suo figlio
mentre gli serviva da mangiare. Il giovane era lì già da
due giorni.
"Beh
parla poco. Io non credo di poter far molto, ho preferito
non insistere, alla fine è lui che da solo deve riuscire a sbloccarsi.
Però sono riuscito a convincerlo a scendere a mangiare. E' già
qualcosa. Non credi?"
"Davvero?" fece animandosi.
Vegeta infatti arrivò e prese posto a tavola. Bulma subito si affrettò
a servirlo, più premurosa che mai. In passato non avrebbe mai pensato
che potesse avere tanta pazienza per un uomo. Cercò di avviare
un discorso per interrompere il silenzio:
"Allora, Trunks, ti tratterrai ancora qualche altro giorno con noi?
Non è così?"
"Mi dispiace mamma, ma domattina vorrei andare via"
"Perché così presto?" ci restò male.
"Ecco mia mamma
cioè tu
insomma
tu nel futuro
mi stai aspettando e non vorrei lasciarti sola troppo a lungo" rispose
impacciato.
La donna sorrise:
"Raccontami, cosa faccio durante la giornata?"
"Beh
trascorri quasi tutto il giorno in laboratorio, esci poco,
solo per fare la spesa" incominciò a raccontare "a volte
ti vedi con Chichi
insomma conduci una vita normale, un po' solitaria,
ma a te non sembra pesare
"
"Tutto qui?" chiese lei presa da un'indicibile malinconia "non
faccio niente altro? Sto
sempre da sola?"
Lui annuì e la vide rattristarsi ancora di più.
"Beh
" sollevò le spalle "in fondo anche adesso
sono
sola
" guardò Vegeta che continuava a tenere lo sguardo
basso e a far finta di niente, ma in realtà aveva afferrato il
senso delle sue parole.
Non riuscì a trattenere oltre il nodo che le stava salendo alla
gola, così si alzò e scappò via.
Trunks la seguì con uno sguardo desolato:
"Sai papà, mia mamma è una donna bellissima
e
molto intelligente
è sicuramente speciale" disse pieno
di ammirazione e con un sorriso amaro sulle labbra "di donne come
lei se ne incontrano solo una volta nella vita" si alzò e
detto questo significativamente, andò via.
****
Bulma pianse a lungo in camera sua, il futuro che le aveva prospettato
suo figlio le sembrava più tangibile che mai. Si sentiva malissimo,
l'angoscia nel cuore l'attanagliava senza lasciarle respiro, mai si era
sentita così neanche quando l'uomo se ne era andato via senza far
sapere più nulla di se, perché adesso lui era lì
ma non riusciva ad averlo comunque. La disperazione però le diede
la forza di reagire, prese una decisione risoluta, non avrebbe lasciato
che la vita finisse come le aveva preconizzato il figlio e filò
diritta nella stanza dell'uomo:
"Avanti".
Vegeta pensava fosse suo figlio e restò sorpreso quando vide entrare
lei. Si accorse dei suoi occhi rossi e delle guance ancora umide per le
lacrime versate.
Bulma lo trovò adagiato sul letto a guardare svogliatamente il
televisore. Si diresse verso l'apparecchio e lo spense:
"Dobbiamo parlare"
"Cosa vuoi da me?" si alzò dal letto infastidito
"E me lo chiedi pure? Fino ad ora ho fatto finta che fosse tutto
normale ma adesso voglio sapere cosa ti sta succedendo. Lo so che non
stai passando un momento felice
"
"Tu non sai un bel niente!" replicò con astio
"Non parlarmi così! Non lo sopporto!!" battè il
piede a terra per la rabbia "sono l'unica in tutto l'universo che
può comprenderti perché sono l'unico essere a cui interessi
qualcosa di te!!!"
Vegeta si bloccò al centro della stanza con lo sguardo più
cupo che mai:
"Hai bisogno di sfogarti con qualcuno" fece con più calma
"non puoi continuare a tenerti tutto dentro, io posso capirti
"
"Ma che vuoi?! Vuoi divertirti anche tu alle mie spalle?!! Vedere
come il principe dei saiyan sia un fallito?! Vuoi sentire questo?!!!"
"Ma cosa dici? Perché dovresti essere un fallito?"
Vegeta aveva cercato di contenersi fino ad allora, dalla fine del torneo
di Cell a quel giorno aveva tentato di incamerare tutte le sue frustrazioni
dentro, ma ora, quell'intrusione così insistente nell'intimo dei
suoi pensieri, aveva acuito ancora di più il suo tormento ed incapace
di trattenerlo lo stava lasciando trapelare. Era sull'orlo di una crisi
di nervi, la vena che gli solcava la fronte aveva preso a pulsare spasmodicamente,
il suo sguardo era pieno di avvilimento:
"Non sono riuscito a fare un bel nulla contro Cell, un ragazzino
ha saputo fare molto di più e non accetterò mai che Karoth
abbia sacrificato la sua vita, questa è la peggiore di ogni umiliazione!!
Dannazione, tutti i miei sogni sono crollati come castelli in aria, non
avrò mai più la forza interiore per ritornare a combattere,
mai più!!"
Bulma vide un uomo distrutto, per la prima volta si accorse che anche
lui aveva le sue fragilità.
"E allora? Tutto qui?" fece lei con simulata facilità
"non è da te ragionare in questo modo. Non hai più
neanche una briciola di orgoglio nel sangue? Per quanto ancora vuoi continuare
a piangerti addosso?!" le sue domande erano incisive, lo colpirono
come una raffica di colpi " Sei stato sconfitto? Bene, allora che
aspetti a ritornare ad allenarti per cercare di migliorare? Ti senti soddisfatto
di startene chiuso ancora qui?!"
Vegeta restò in silenzio con lo sguardo basso, se fosse stato un
uomo normale forse avrebbe pianto.
"Ho ragione sì o no?"
Lui sapeva che Bulma aveva ragione, ma non lo avrebbe mai ammesso dinanzi
a lei:
"Che puoi saperne tu? E poi non sono affari tuoi, lasciami solo,
non ho bisogno dei tuoi consigli!" le diede le spalle.
"Non me ne vado" Vegeta si rivoltò, colpito dalla grinta
di quelle parole "voglio prima sapere cosa hai intenzione di fare".
L'uomo la guardò: dal tono della sua voce e dallo sguardo che si
era disegnato sul suo viso capì che non si stava più riferendo
agli allenamenti e a tutto il resto, ma a loro due.
"Ho il disperato bisogno di sapere cosa intendi fare, non posso ancora
restare in questo dubbio atroce" era difficile proseguire, trovare
le parole giuste per affrontare un uomo dal carattere per niente facile.
Bulma cercò di farsi coraggio, dall'esito di quel colloquio dipendeva
tutta la sua vita
"Vedi
quando facemmo la prima volta l'amore
"
disse e smise di guardarlo per l'imbarazzo
" il giorno dopo mi dicesti di non voler sapere nulla di me, che
eri avvezzo a cose diverse che stare con una donna, io pensai che mi sarei
dovuta rassegnare e rinunciare per sempre a te
ed invece nacque
Trunks. Aveva pochi mesi quando te ne andasti via, ed io accettai anche
quello con la speranza che tolti di mezzo i cyborg e Cell ti saresti assunto
le tue responsabilità
" Ci fu un silenzio interminabile,
durante il quale inutilmente attese che lui le venisse incontro anche
con la sola espressione degli occhi:
"Hai intenzione di lasciarmi ancora una volta o di restare?"
gli chiese chiudendo gli occhi e prendendo respiro.
"Non lo so" fu la secca risposta.
Bulma sentì un nodo alla gola che la lasciò senza respiro:
"Non voglio che tu te ne vada" riprese a piangere sommessamente
"non posso pensare che non ti interessi niente di tuo figlio. Non
ti è indifferente come vuoi cercare di far credere e lo sai bene
anche tu perché hai dimostrato con l'altro Trunks quanto ci tenessi
quando lo hai visto colpire da Cell e morire!" si sedette sul ciglio
del letto " sai
anch'io mi sono affezionata a quel ragazzo e
ci resterò male quando domani andrà via. Ma poi penso che
c'è un altro bambino di là
" si strinse mestamente
nelle spalle "e che quando crescerà sarà esattamente
come lui
Adesso Trunks sta incominciando a compiere i suoi primi
passi, fino ad ora sono riuscita a crescerlo da sola, ma prestò
avrà bisogno anche di un padre ed io cosa farò?" si
domandò piangendo " ti rendi conto Vegeta? Quel bambino non
ti conosce neanche, a stento lo hai preso in braccio quando aveva solo
pochi mesi di vita, non ti farebbe piacere vederlo crescere e magari insegnargli
a combattere? Sei ancora in tempo per poterlo fare, aiutami a crescere
nostro figlio
ti supplico, restami accanto. Io non ti chiedo grandi
cose, sola la tua presenza
" si portò le mani al volto
per soffocare il pianto.
Vegeta l'aveva guardata per tutto il tempo. In quei giorni tra i suoi
tormentati pensieri, ne aveva avuti molti anche per lei ed il bambino.
Quando suo figlio era morto per mano di Cell, qualcosa era scattato nel
suo cuore e in quei giorni, pensando al ruolo che nella sua vita stavano
avendo Bulma e suo figlio, gli unici per i quali lui contasse qualcosa,
non aveva non potuto ammettere di sentire qualcosa per loro, qualcosa
che non aveva mai provato prima per niente e per nessuno, qualcosa che
lo turbava e lo affascinava al tempo stesso.
Sarebbe futile domandarsi se si trattasse soltanto di affetto o già
di vero amore, queste sfumature non contano per il cuore duro di un saiyan,
perché una briciola di sentimento che questo è in grado
di provare vale quanto il sentimento più grande che un uomo normale
può sentire.
"Anch'io ho bisogno di te" riprese Bulma avvicinandosi piano
verso di lui "neanche puoi immaginare quanto" e mentre lo diceva
i suoi occhi azzurri continuavano a versare lacrime
"così tanto che quando non ti vedo è come se mi mancasse
una parte di me. Potrai essere scontroso e difficile quanto vuoi tu, ma
so che ovunque cercassi, non troverei mai una persona come te perché
sei
unico. Mai ho maledetto il giorno in cui arrivasti sulla terra e se ritornassi
indietro farei di nuovo tutto quello che ho fatto. Ti prego, resta con
me, voglio che io, tu e Trunks possiamo essere una vera famiglia. Voglio
passare il resto della mia vita accanto a te
".
Vegeta non poteva più dire nulla, sentì solo che qualcosa
gli stringeva il cuore, ormai lei era ad un palmo dal suo volto e continuava
ancora a piangere:
"io
ti amo" gli disse infine stringendogli le braccia al
collo.
Vegeta restò senza respiro, sentì il calore di quel contatto
riscaldargli il freddo del cuore, le guance bagnate si strofinarono contro
le sue e sentì la bocca di lei scivolare lungo il suo collo e prendere
a dispensargli piccolo baci. Non aveva mai sentito quella sensazione di
pace, a poco a poco la sua mente prese a svuotarsi da ogni preoccupazione,
chiuse gli occhi, niente più sembrava contare, Cell, Gohan, Karoth.
Era come essere su una barca in mezzo al mare, cullati da placide onde
e riscaldati da un sole primaverile.
Bulma cercò la sua bocca, l'accarezzò con le sue labbra
e poi lo baciò. Si staccò con flemma da lui e si guardarono
negli occhi, poi la donna piano si sollevò sensualmente la maglietta
e la lasciò cadere a terra.
Vegeta non aveva dimenticato quanto fosse bella. Portò la sua mano
sulle sue spalle, la lasciò scivolare lungo i seni, con esitazione
le fermò sui fianchi e poi la strinse a se baciandola con trasporto.
Si accorse che gli era mancata da morire quella piccola terrestre, insopportabile
e adorabile allo stesso tempo, che quei due anni trascorsi da solo nella
stanza dello Spirito e del Tempo erano stati troppi anche per uno solitario
come lui. La sollevò con la facilità con cui avrebbe sollevato
una piuma, la portò sul letto, si sfilò i pantaloni divenuti
all'improvviso troppo stretti, mentre Bulma gli faceva spazio tra le sue
gambe.
Si unì a lei con tutta l'intensità di un saiyan, avrebbe
continuato così per tutta la notte, se non che a un certo punto
si accorse che lei non aveva neanche più la forza di ricambiare
i suoi baci e le sue carezze:
"Oh Vegeta
" sussurrò debolmente prendendo il suo
volto tra le mani e guardandolo "avevo dimenticato quanto fosse bello
"
"Io no" rispose lui.
Bulma non si aspettava quella risposta e neanche lui, ma non poteva negare
l'evidenza, non dopo essersi dato a lei con tutto se stesso.
Bulma lo strinse al suo petto, mentre lui strofinava dolcemente la sua
guancia contro la pelle liscia che contornava i capezzoli. Era così
bello tenere tra le braccia uno dei guerrieri più forti di tutto
l'universo, che adesso si stava placidamente addormentando su di lei:
"Aaaahhh!!"
Vegeta balzò a ritroso con gli occhi sgranati dalla paura:
"Ma che ti prende??!" le domandò.
"Oh mio Dio, sono proprio una madre sconsiderata! Ho lasciato il
piccolo con l'altro Trunks, gli ho detto di badargli un po' e che sarei
ritornata subito, non pensavo certo che le cose finissero così!"
fece mentre frettolosamente si rivestiva:
"Devo andare" svanì all'improvviso mentre l'uomo si rigettava
di nuovo sul cuscino sospirando contrariato per quel distacco tanto brusco.
*****
Fu presto mattino e lei fece ritorno nella stanza di lui dove trovò
anche suo figlio. Era come se fosse entrato un raggio di sole, era radiosa,
solare, splendente, Trunks ne restò abbagliato e anche suo padre,
che entrò in uno strano stato di imbarazzo e agitazione. Non gli
riuscì facile infatti guardarla con indifferenza e sentire, allo
stesso tempo, ancora sulla pelle la passione esplosa tra loro due la sera
prima. Si domandò se anche lei sentiva ciò che sentiva lui
di
sicuro
pensò
visto che quando è entrata mi ha
guardato ed è arrossita
"Bene
la macchina del tempo si è ricaricata" annunciò.
"Grazie di tutto mamma"
"Spero solo che ritornerai a trovarci presto. In fondo non c'è
alcun male, almeno fino a quando questo piccolino" si riferì
al bimbo che aveva in braccio "non sarà abbastanza grande
per capire che tu e lui siete la stessa persona".
Trunks era seduto sul ciglio del letto:
"Ma cos'è?" fece notando qualcosa di nero tra le lenzuola
ancora disfatte. Allungò il braccio e l'afferrò "forse
non sono
affari
miei
" balbettò divenendo rossissimo.
Era una mutandina nera di pizzo.
Vegeta si fece peggio di lui, si voltò ed incrociò le braccia
per nascondere la vergogna dipinta in viso. Insomma
per una persona
così discreta come lui era il peggio che gli potesse capitare
e
poi
proprio con suo figlio che era abbastanza grande per capire certe
cose
!!!
Bulma non ebbe pensieri diversi in quei pochi istanti:
"Hem
" cercò di dire, ma si sentì la lingua
come attorcigliata. E poi
cosa avrebbe potuto dirgli
che suo
padre gliela aveva tolta e che per poco non gliela aveva strappata durante
il delirio dei loro corpi e che poi aveva dimenticato di infilarsela mentre
frettolosamente si rivestiva
??!!
Fortuna che il piccolo Trunks incominciò a piangere ed interruppe
l'imbarazzo generale.
Il giovane partì poco dopo mentre
i suoi genitori restarono a guardare la navicella allontanarsi a gran
velocità. Poi il saiyan le si rivolse:
"La camera gravitazionale è sempre al solito posto?"
"Intendi allenarti?" fece gioiosa per la sua decisione, ma poi
"ecco
c'è un problemino
"
"Quale?" domando con tono inquisitorio.
"Quando te ne andasti via
il primo impulso che ebbi fu quello
di prendere una spranga di ferro
e di fare in modo che di quella
stanza rimanesse ben poco
"
"Stai
scherzando?!" restò allibito. L'ho sempre
detto fin dall'inizio che questa donna è veramente aggressiva
pensò
tra se e se e chissà perché quella sua caratteristica che
ogni tanto esplodeva gli era sempre piaciuta
"No, ma posso rimetterla in sesto e magari potenziarla ancora di
più. Intanto puoi allenarti nel giardino, all'aria aperta fa sempre
bene"
"Ma vedi di muoverti se non vuoi che neanche di questo posto non
ne resti più niente".
Bulma si mise subito all'opera dopo aver affidato il bimbo alle cure della
madre. ******
Era pomeriggio inoltrato quando Vegeta corse da lei come un forsennato:
"Si può sapere dove sono finite tutte le mie cose?!"
era entrato in camera sua, ma aveva trovato i cassetti svuotati ed il
letto senza neanche più le lenzuola.
"Ho trasferito tutto in camera mia" spiegò tranquilla.
"Cosa??!! Ti è andato di volta il cervello??!!"
"Su, Vegeta, cosa c'è di strano? E' vero che non siamo sposati,
ma abbiamo un figlio e siamo tutti e due abbastanza maturi" disse
mentre continuava ad armeggiare con fili e pinze "poi mi sentirei
una clandestina ad andare e venire dalla tua stanza la notte".
"Non mi importa! Puoi anche restartene nella tua per quel che mi
riguarda. Io non ho mai condiviso nulla con nessuno e non intendo farlo
ora, abbiamo o non abbiamo un figlio in comune!!"
"Forza, vieni, per favore" lo portò nella sua stanza,
lui la seguì irritato al massimo.
"Vedi" gli mostrò " ho fatto mettere un letto a
due piazze. Qui" e procedette verso l'armadio
"in questi ultimi quattro cassetti trovi la tua roba , ah, dimenticavo,
qui c'è il bagno. Nella parte di sinistra dell'armedietto accanto
allo specchio c'è tutto quello che ti occorre".
"Non mi importa di come ti sei organizzata! Quello che più
mi fa innervosire è di non essere stato neanche avvisato! E poi
il bambino la notte piange ed io non lo sopporto!!"
"Dillo ancora un'altra volta e ti caccio di casa! Anche tu piangevi
da bambino, anzi scommetto che facevi solo quello dalla mattina alla sera!
Trunks è un bimbo tranquillo e la notte non dà alcun fastidio".
"Rivoglio la mia stanza o me ne vado" fece convinto di avere
la meglio.
"Vegeta, ma non mi dire che hai paura di addormentarti accanto a
me?" colse nel segno.
"Pa
paura? Io non ho paura di nulla!!" la verità
era che questi cambiamenti gli facevano davvero paura, già era
troppo aver ammesso a se stesso di provare qualcosa per lei ed il bambino
ed aver deciso di assumersi le proprie responsabilità, ma incominciare
a vivere come un terrestre era fuori ogni limite.
"Dai, non preoccuparti, il letto è abbastanza grande, mi basta
anche un cantuccio per dormire, ti prometto che non ti darò alcun
fastidio" lo guardò con occhi languidi.
Vegeta sentì perdersi in quello sguardo azzurro. Era questo che
lo spaventava, accorgersi cioè di come lei fosse in grado di distruggere
tutte le sue barriere difensive e renderlo scoperto.
Lui, abituato ad indossare una perenne armatura contro tutti e tutto,
in grado di nascondere ogni suo sentimento, non accettava di sentirsi
senza alcuna protezione. Non voleva stare troppo a contatto con lei per
il timore di non riuscire a smascherare quei sentimenti forti che solo
lei sapeva fargli provare.
Era furioso, eppure in cuor suo sapeva che tutto sommato questa situazione
non gli dispiaceva e che era incuriosito di viverla. Fu per questo che
disse:
"E va bene. Ma poi non ti lamentare se la convivenza dovesse rendersi
più difficile del previsto. Io non intendo cambiare le mie abitudini
per te, donna!" fece con il suo solito tono insolente, girando i
tacchi e andandosene via.
*******
Bulma lavorò fino a sera, fino a quando esausta se ne andò
nella sua camera per gettarsi di corsa sotto la doccia. Vegeta entrò
poco dopo, dopo aver cenato. Sentì lo scrosciare dell'acqua, osservò
il letto già sistemato per la notte ed il piccolo che nella culla
dormiva beato.
Bulma aprì la porta del bagno:
"Aaaahhh!!" urlò. Vegeta si voltò sussultando
" mi hai spaventata, non pensavo che fossi già qui" si
coprì con l'asciugamano. Era uscita nuda.
Vegeta non riuscì a dire nulla, se non a distogliere lo sguardo
imbarazzato. Le cose non si mettevano affatto bene
diamine
gli
aveva mozzato il fiato
pensò
Anche Bulma si sentì in imbarazzo mentre procedette verso il letto.
Era strano, la sera prima avevano fatto molto di più, certe cose
dovevano essere naturali, eppure adesso quasi si vergognava, forse perché
sapeva che per lui tutto questo non era ancora normale.
Si sedette su un lato del letto, dando le spalle all'uomo. Vegeta la vide
dallo specchio togliersi l'asciugamano ed indossare la camicia da notte:
era di seta bianca, scollata, e le arrivava poco più giù
delle mutandine.
Se ne andò in bagno per non farsi prendere dall'impulso di strappargliela
di dosso.
Bulma si infilò nel letto, aveva atteso con trepidazione durante
tutta la giornata l'arrivo di quel momento, ma adesso era nervosa almeno
quanto lui.
Sentì l'uomo uscire dal bagno, lei era voltata su di un fianco,
non lo vedeva, né Vegeta vedeva il suo volto.
"Ti ho lasciato il pigiama sul letto" gli disse.
"Ti sei scomodata per niente" ribattè aspro "io
non indosso nessun pigiama".
"Dormi
dormi nudo?" quella prospettiva le tolse il respiro.
"Non sono affari tuoi".
Si infilò anche lui nel letto, tenendosi a dovuta distanza. Nel
farlo, le tolse tutte le lenzuola di dosso per tenerle per se:
"Ehi
ma
" Bulma preferì lasciar perdere, capì
che lui voleva renderle la notte più difficile del previsto e non
voleva dargli a vedere che ci stava riuscendo.
Intanto pensava a come il saiyan le stesse accanto nel letto
se coperto
o
nudo, moriva dalla voglia di scoprirlo, ma si era promessa di stargli
lontana quella notte, per dargli almeno un po' di tempo per ambientarsi
alla novità e sbollire l'irritazione, e poi anche lei aveva il
suo orgoglio, non vedeva per quale motivo dovesse essere lei a fare il
primo passo.
Era stanca, la giornata era stata molto faticosa, a poco a poco i suoi
pensieri presero a sbiadirsi e si addormentò. Vegeta invece era
più sveglio che mai, si voltò a guardare il soffitto, i
suoi occhi si erano ormai abituati al buio, a tratti li ruotava verso
di lei, vedeva distintamente le sue gambe nude e la camicia che le era
salita già più su dei fianchi.
L'istinto che aveva era quella di toccarla, ma non voleva, non voleva
mostrarle quanto la desiderasse, il suo orgoglio era troppo forte. Si
addormentò dopo molto tempo ed il suo sonno non fu per nulla tranquillo.
********
Giorno dopo, ora di pranzo:
Bulma era in cucina a preparare da mangiare al piccolo, seduto nel seggiolone
a battere le manine sul tavolo: "Da-da-da-da!"
La ragazza si avvicinò:
"Su, tra un po' sarà pronto, piccolo mio" gli diede un
bacio sulla fronte e prese a fargli tante moine affettuose "oh, quanto
sei bello" e lo riempiva di piccoli baci, non riuscendo a resistere
a quelle guance paffute "sei proprio bello come tuo padre, ma devi
diventare anche forte come lui, mi raccomando!" si accorse ad un
tratto che il bimbo fissava qualcosa dietro di lei.
"Ah, sei tu Vegeta" fece voltandosi.
Chissà cosa aveva sentito
eh sì
il complimento
non gli era per niente sfuggito
ed era anche arrossito quando lei
si era voltata:
"Aspetta qualche minuto, tra un pò sarà pronto anche
per te".
Trunks lo fissava serio, forse nei suoi piccoli pensieri si stava chiedendo
chi fosse quell'individuo che lo fissava con altrettanta serietà.
Non distolse lo sguardo da lui per alcuni minuti, poi incominciò
a piangere per la fame:
"Vegeta, ti dispiace prenderlo in braccio, per favore?" gli
chiese mentre lei si affaccendava più veloce accanto ai fornelli.
"In
braccio?"
"Dai, non ti mangia mica! Altrimenti non riuscirò a preparare
da mangiare né per te, né per lui".
Il saiyan fece come lei disse, lo prese in braccio, erano passati molti
mesi da quando lo aveva fatto per l'ultima volta, fu indeciso su quale
fosse il modo giusto per mantenerlo
era proprio maldestro
ma
Trunks smise di piangere e tornò a fissarlo come aveva fatto prima.
Si guardarono tutti e due negli occhi, sembrava quasi che ognuno avesse
paura dell'altro
anzi Trunks si sentiva davvero in soggezione tra
quelle braccia e così riprese a piangere. Vegeta sentì prendersi
dal panico:
"Se lo guardi con quella faccia così brutta è ovvio
che ha paura di te, giocaci un po'".
Anche Bulma si sentì prendere dal panico, continuava a cucinare
tranquilla ma in cuor suo stava pregando che il bambino la finisse
doveva
smettere
lo doveva fare per suo padre
per non rovinare quel
momento che lei aveva così tanto sperato di vedere.
Vegeta prese un sonaglio che era accanto al seggiolone, lo agitò
per attirare l'attenzione del bambino, ma non servì a nulla, anzi
lui lo prese e lo gettò a terra. Non sapeva cosa fare, mai in vita
sua si era sentito più maldestro ed impacciato che in quel momento,
non sapeva cosa dire a suo figlio per zittirlo nè cosa di solito
si facesse per risolvere quelle situazioni tipicamente da terrestri. Guardava
disperato ora il bambino, ora sua madre che gli aveva voltato le spalle
per non accrescere il suo imbarazzo.
"Hi-hi-hi-hi"
Bulma sentì ad un tratto che il piccolo aveva smesso di piangere
e che il suo umore, come quello di tutti i bambini, era repentinamente
cambiato: aveva preso a ridere!! Si voltò
non poteva credere
ai suoi occhi
Vegeta aveva sollevato in alto il bambino, con le braccia
tese verso il soffitto, e adesso Trunks sembrava divertirsi come non mai
a sgambettare in aria come un piccolo uccellino. Bulma osservò
il volto di Vegeta, le parve quasi di vedere la sua bocca atteggiata ad
una specie di sorriso. Si avvicinò a loro:
"Ma guarda come si diverte!" quasi ci restò male a dire
" su, Trunks, avrai tutto il tempo per imparare a volare, la pappa
è pronta. Ti dispiace rimetterlo nel seggiolone?" si rivolse
al saiyan. Il bimbo ritornò a sedere, ancora divertito osservava
il padre, muovendo agitatamente le manine verso di lui:
"Chi è, Trunks?" gli si rivolse sua madre "è
il tuo papà!" esclamò.
Il piccino tornò a guardarlo serio, spostava gli occhi ora su sua
madre, ora su quell'individuo, con la boccuccia dischiusa a indicare significativamente
il suo stupore:
"Dì pa-pà, forza, pa-pà, pa-pà!"
lo esortò.
"Ta-ta-ta-ta" riprese a battere le mani felice.
"Pa-pà, papà" scandì lentamente.
"Pa-pa-pa-pa-pa!"
"Bravo!" sua madre gli battè le mani guardandolo fiera
"hai visto, Vegeta? Ha pronunciato già il tuo nome! E pensare
che per imparargli a dire mamma ho perso tantissimo tempo, non è
giusto!" fece il suo solito broncio, ma poi: "Sono sicura che
tra qualche giorno saprà già riconoscerti benissimo. Trunks
è un bimbo che si affeziona facilmente, penso che tu abbia già
conquistato la sua simpatia, anche con molto poco".
Vegeta si sedette, attendendo che anche per lui fosse pronto da mangiare.
Osservò Bulma imboccare il suo bambino:
"Ciuf-ciuf! Il trenino entra nella caverna! Ecco che si apre
haum!".
Fissava rapito quel piccolo quadretto familiare
era la sua famiglia
pensò
si
accorse che quel pensiero non era così spaventoso
anzi
gli
piaceva
per la prima volta sentì il suo cuore intenerirsi
una
pace interiore scendere sul suo animo
Era così bella Bulma
Osservava senza essere visto i suoi capelli
raccolti frettolosamente e spettinati, la bretellina della canotta caderle
dalla spalla, si accorse che gli piaceva da morire, in qualsiasi modo
lei fosse: arrabbiata, dolce, materna, passionale, vestita, nuda
E quel bambino poi
gli assomigliava così tanto
e
Si voltò bruscamente quando la ragazza incrociò il suo sguardo
e gli sorrise.
*********
E fu sera. La tensione crebbe sempre di più man mano che si avvicinò
l'ora di rincontrarsi e mille domande si affollarono nelle loro menti
trovando risposte diverse.
Come sarebbe trascorsa quella notte? Cosa sarebbe accaduto tra quelle
lenzuola? Se fosse stata la loro prima volta neanche si sarebbero sentiti
così intimoriti l'uno dell'altra.
Bulma entrò in camera, vide la porta del bagno chiusa:
"Vegeta, ci sei tu?"
L'uomo era già da un pezzo nella vasca:
"Guai a te se ti permetti di entrare e di disturbarmi!!" bofonchiò.
Tornò a rilassarsi nell'acqua calda e schiumosa quando sentì
dirsi che sarebbe andata in un altro bagno e che avrebbe potuto continuare
con comodo.
Non che a lui interessasse tanto l'idromassaggio, ma starsene nel bagno
era l'unico modo per ritardare il momento di coricarsi accanto a lei.
Per quanto ancora le cose sarebbero continuate ad andare avanti così?
Per quanto altro tempo avrebbe dovuto combattere contro i suoi desideri
ed i suoi impulsi? Si sentiva di impazzire pensando che avrebbe dovuto
continuare a tenerli segreti e a sopprimerli col suo orgoglio per tutta
quella notte e per quella successiva e per quell'altra ancora
Il
desiderio di lei era talmente forte da dimenticare per alcuni istanti
i motivi per cui cercava di reprimerli, ma mentre pensava a lei e si perdeva
in immagini proibite, il suo orgoglio tornava ad ammonirlo e a ricordargli
crudelmente che lui era il principe dei saiyan e che un guerriero del
suo livello non poteva avere queste debolezze. La cosa che lo spaventava
era che se si fosse avvicinato a lei e l'avrebbe stretta tra le sue braccia,
ciò che sarebbe accaduto non sarebbe stato solo sesso, ma qualcosa
di ben più sublime e puro, che nasceva prima di tutto dal cuore.
Forse se fosse stata lei per prima ad avvicinarsi, le cose sarebbero state
più facili
pensò
avrebbe dovuto solo ricambiarla
e si sarebbe risparmiato l'umiliazione di mostrarle che lui per primo
aveva voglia di stare con lei
ma perché in quei due giorni
Bulma non lo aveva neanche sfiorato con un dito? Forse era così
che le cose andavano normalmente in una coppia? Se era così, poteva
allora trarre un respiro di sollievo, era in fondo ciò che lui
voleva, cioè che lei gli stesse il più lontano possibile,
eppure perché, riflettendo su questa cosa, si accorgeva che non
gli garbava tanto questo eventuale modo di fare dei terrestri e che in
realtà desiderava esattamente il contrario?
Il corso tormentato dei suoi pensieri fu interrotto quando sentì
la porta della stanza riaprirsi e richiudersi.
Bulma aveva fatto una doccia veloce ed aveva indossato la casacca del
pigiama, più pesante del baby-doll della notte prima e più
adatta per quella notte che si preannunciava abbastanza fredda. Era incominciato
a piovere, il vento batteva gagliardo contro i vetri della finestra e
la temperatura era scesa di molti gradi. Si infilò nel letto ed
attese che Vegeta la raggiungesse.
Sì, quella notte non poteva trascorrere come quella precedente,
quella situazione di indugi e titubanze doveva sbloccarsi e sapeva che
solo lei aveva il potere di farlo. Non riusciva a resistere a stargli
ancora lontana, sapeva che lui doveva abituarsi ancora a molte cose, che
non era il caso di forzare troppo la corda, ma era altrettanto sicura
che se lei si fosse avvicinata a lui, il saiyan non avrebbe osato respingerla.Era
riuscita a leggerglielo quel giorno negli occhi, quando lui in cucina
l'aveva fissata quasi come incantato. Sì, lo avrebbe aspettato
e poi sarebbe scivolata felina accanto a lui non appena si fosse infilato
sotto le lenzuola. Lo avrebbe incominciato poi ad accarezzare ed una carezza
avrebbe tirato l'altra.
Ma perché Vegeta tardava ad uscire? Si sentiva così stanca
sbadigliò
una volta e poi un'altra ancora
no
doveva resistere
non
poteva addormentarsi così
Intanto aveva trovato una comoda posizione nel letto
era così
rilassante
ed era così piacevole quel caldo torpore che si
stava impossessando delle sue membra e sottraendo a poco a poco tutto
il vigore
L'oblio era ormai già penetrato nella sua mente, la pioggia sferzante
all'esterno era solo un ronzio confuso nelle sue orecchie, chiuse gli
occhi e scivolò nel sonno.
La porta del bagno si aprì piano. Vegeta uscì accompagnato
dal fragore di un tuono. Restò a guardare Bulma già addormentata
e con le braccia strette intorno al cuscino: come era possibile? Come
era possibile riuscire ad addormentarsi in una situazione simile? Possibile
mai che per lei fosse tutto così normale? Che non sentisse i sensi
inquieti, smaniosi ed esagitati come li sentiva lui?
Si infilò nel letto, per dispetto lo fece senza alcun garbo, facendo
cigolare forti le reti, ma Bulma come tutta risposta si rivoltò
dall'altro lato accompagnando il suo movimento con un sospiro più
pesante. La luce fioca che era accanto a lei sul comodino era stata lasciata
accesa. Vegeta preferì non spegnerla per evitare di doversi avvicinare
di più a lei ed oltrepassarla allungando il braccio.
Intanto fuori la pioggia continuava ad imperversare con veemenza maggiore,
il vento sibilava tagliente tra gli alberi del giardino, i tuoni si alternavano
a saette abbaglianti. Si rigirò di continuo nel letto, tentando
di trovare la posizione che più gli conciliasse il sonno. Il suo
corpo era però troppo sveglio, sembrava non aver risentito del
pesante allenamento a cui lo aveva sottoposto quel giorno, gli sembrava
impossibile liberarlo dal fervore che lo invadeva. La desiderava, voleva
svegliarla, pretendeva che lei si svegliasse e se non lo faceva l'avrebbe
destata lui con la forza! E poi
il suo orgoglio, il suo essere distaccato
da tutto e da tutti dove sarebbero finiti?
Un lampo squarciò il cielo ed illuminò la stanza. Il fragore
che seguì fu rumoroso ed improvviso. Bulma si rigirò nel
sonno ed ancora incosciente finì contro di lui. Quel contatto fu
come una scossa elettrica per il saiyan, che lo paralizzò, distruggendo
qualsiasi difesa stesse cercando di costruire. Ormai era sicuro di come
quella notte sarebbe andata a finire
non poteva avere più
esitazioni
quel contatto gli fece perdere ogni controllo!
Restò per alcuni minuti incapace di compiere qualsiasi movimento,
poi piano la spostò da sé, lei nel sonno si rivoltò
e si mise supina. Vegeta si avvicinò con cautela verso di lei.
La luce fioca sul comodino proiettava ombre lunghe intorno alle sue forme.
La fissò a lungo: era bellissima!
Non sapeva ancora bene cosa avesse intenzione di fare, ma la sua mano
si mosse quasi per istinto verso di lei, con molta calma e con le dita
tremanti le sbottonò il primo bottone della casacca, poi fece lo
stesso con il secondo e quando fu arrivato al terzo ebbe una piccola esitazione,
la guardò ed accertatosi che dormiva ancora si convinse ad aprire
anche quello: i suoi seni furono così scoperti.
Vegeta deglutì a fatica: erano così tonde quelle forme
così piene
così perfette
così seducenti
ed armoniose
Le accarezzò morbidamente, con il fiato sospeso. Al tocco delle
sue dita sentì i capezzoli irrigidirsi.
Si abbassò piano verso uno di essi, posò la sua bocca sul
piccolo bocciolo rosa, succhiò dolcemente prima uno, poi l'altro.
Con la punta della lingua ne gustò di ognuno tutto il sapore: era
dolce e fragrante. Lo fece entrare fin dentro il suo sangue, e a quel
contatto così caldo con la pelle di lei, sentì le labbra
bruciargli come infiammate.
Cosa stava facendo?!!??!!
Si staccò da lei bruscamente, fissandola sconvolto per quel gesto
così temerario. E se lei si fosse svegliata e si fosse accorta
di quello che lui le stava facendo? L'avrebbe presa male? Cosa avrebbe
dovuto dirle? Come avrebbe potuto giustificarsi? Era giusto approfittarsi
del suo stato incosciente? Erano cose normali fra i terrestri?
Doveva smettere
pensò prendendo a sudare
ma dove poteva
trovare il coraggio di farlo? Le labbra gli bruciarono ancora più
forti a quel brusco distacco, non erano ancora sazie, desideravano ancora
impregnarsi del suo sapore, non riuscivano a resistere
Ormai fuori di ogni controllo, ritornò a baciarle piano i seni,
poi si inginocchiò accanto a lei, la sollevò pianissimo,
le sfilò le mutandine lasciandole scivolare lentamente lungo le
sue gambe lisce (proprio come fece Goku da bambino!), si pose su di lei
con leggerezza e prese a baciarla lungo il collo.
Bulma strabuzzò con fatica gli occhi, accompagnando il movimento
con un piccolo gemito.
Accortasi del peso che era su di lei, e diramatasi a poco a poco la nebbia
che le velava gli occhi, riuscì a mettere a fuoco la sagoma dell'uomo:
"Vegeta
" mormorò con un filo di voce.
Non le fu subito chiaro cosa stesse accadendo.
L'uomo smise di baciarla intorno al collo, non si intimorì che
lei si fosse svegliata, anzi aveva sperato che questo accadesse. La guardò
nei suoi occhi confusi, stranamente tutte le paure di prima sembravano
essersi dissolte, ormai sapeva quello che voleva e ciò gli infuse
sicurezza. Le accarezzò con la punta del dito le labbra, impedendole
di dire qualsiasi altra cosa:
"Ti voglio
" sussurrò prima di travolgerla con un
bacio.
Bulma sentì la sua lingua invaderle la bocca, sottrarle addirittura
il respiro, impedirle anche solo di ricambiarlo tanto fu l'impeto con
cui lo fece.
Ancora incapace di reggere a tanta passione, a stento riuscì a
ruotare bruscamente il capo dall'altra parte per liberarsi di quell'intruso
così inaspettato ed irruente:
"Vegeta!" esclamò senza fiato, spingendo contro le sue
spalle e staccandolo da sé.
Si sollevò con la schiena bruscamente, tutti e due adesso erano
seduti sul letto a fissarsi affannati e con gli occhi stravolti. La magia
che lui aveva creato sembrò dissolversi di colpo. Un lampo illuminò
abbagliante la stanza.
Il saiyan sentì la paura e l'ansia di prima divenire più
concrete che mai. E adesso cosa gli restava da fare?
Lei lo aveva respinto, forse nella mentalità di una terrestre era
sbagliato osare così tanto
riflettè angosciato
Lui che ne poteva sapere di cosa una donna pensasse nei meandri della
sua mente
era ancora così inesperto di come funzionassero
le cose in un rapporto di coppia
era ancora tutto così poco
normale per lui
aveva seguito solo il suo istinto
"Io
ecco
" tentò di dire.
Il pensiero che tutto dovesse terminare lì lo gettò in un
baratro di smarrimento
sentì raggelarsi all'idea di trascorrere
quella notte in solitudine
gli parve impossibile accettare quella
prospettiva
Bulma lo continuava intanto a fissare con gli occhi sgranati, mai in vita
sua era stata baciata con tanta impetuosità
mai nessuno era
riuscito a sconvolgerla con un bacio come invece quel saiyan aveva saputo
fare
A poco a poco il respiro della donna si fece regolare, Vegeta guardò
più a fondo nei suoi occhi scintillanti e vide riflessi i suoi
stessi desideri.
Bulma, recuperato il fiato e ripresasi, gli gettò le braccia al
collo e lo baciò con la stessa foga con cui lui l'aveva baciata
pochi attimi prima. Questa volta fu l'uomo a restarne travolto.
Caddero sui cuscini e continuarono a baciarsi e ad assaporarsi ancora
a lungo. Dopo quel primo incontro disorientato, le loro lingue trovarono
il ritmo giusto e presero ad intrecciarsi in un movimento morbido ed armonioso,
carico di passionalità e trasporto.
Bulma sentì la scia umida che i suoi baci le avevano lasciato sul
collo e sui seni, si accorse di essere stata già spogliata e la
scoperta che lui avesse iniziato a fare tutto questo mentre lei ancora
dormiva, le procurò un piacere mentale pari a quello fisico.
Gli accarezzò la schiena, con le sue mani sottili scese più
giù e lo toccò proprio lì, dove un tempo spuntava
la sua coda e dove adesso quel punto era simile ad una ferita cicatrizzata.
Andò oltre e si accorse che anche lui era già nudo, anzi
forse lo era stato fin dal principio, pensò, fin da quando si era
infilato sotto le lenzuola
Vegeta continuò a baciarla, accarezzandola lungo i fianchi sinuosi
e le gambe levigate.
Lentamente si fece spazio con la mano nell'interno delle sue cosce e con
le dita la sfiorò nella parte più nascosta.
Bulma emise un gemito e di riflesso chiuse le gambe, come per impedirgli
di continuare.
Temeva di non riuscire a resistere al piacere di quella stimolazione tanto
sensibile. Così facendo però aumentò solo di più
la sua piacevole tortura, perché la mano di lui, intrappolata tra
le sue gambe, non potè liberarsi e con le dita penetrò più
a fondo in quell'antro umido e caldo.
L'uomo restò a fissarla mentre lei con gli occhi semi-aperti gemeva,
quasi con sofferenza. Bulma non riuscì a trattenersi, le dita di
lui le parvero infatti come arroventate ed il calore che gli trasmisero
fu come una fitta improvvisa che da quel punto le attraversò tutto
il ventre e le salì fino alla gola.
Vegeta la strinse tra le sue braccia poderose, quasi come se la volesse
proteggere da sé stesso e dalle sensazioni forti che le stava dando.
Lei gli tenne il volto, gli sorrise ansante e lo baciò, per dimostrargli
di stare bene e ricordargli che erano solo all'inizio.
La baciò lungo il collo, ritornò a torturarle i seni, con
lentezza esasperante scese verso l'ombelico e continuò oltre, fino
a quando con audacia osò sfiorarle con le labbra la sua intimità:
Le sembrò impossibile riuscire a resistere, la stanza incominciò
a ruotarle intorno tanto era acutissimo quel piacere.
"No
ti prego
non ce la faccio
" proruppe lei
ansimante.
Vegeta risalì verso di lei:
"Vuoi
vuoi che
smetta?
" chiese guardandola e
respirando anche lui forte.
Bulma lo guardò negli occhi mentre il suo petto si sollevava affannosamente.
Sentì perdersi nella sconfinatezza di quegli occhi neri
lo
amava alla follia
"No
continua
"
"Ripetilo
ancora
" le sussurrò nell'orecchio,
per godere ancora di quella voce alterata dall'eccitazione.
"Fallo
ancora" disse lei infine abbracciandolo forte.
Vegeta rifece lo stesso esasperante percorso di prima, trattenendosi ancora
a lungo sul petto e sul ventre:
"Continua
ti prego
" lo esortò lei, esasperata
quasi da quegli indugi, pensando che forse lui non avesse capito.
Ma Vegeta aveva capito bene e con le labbra a fior di pelle ritornò
in quel punto.
Bulma strinse tra i pugni serrati due ciocche dei suoi capelli, come per
sostenersi e fronteggiare meglio quella sensazione di svenimento che la
lasciò completamente impotente.
Il saiyan risalì verso di lei, il suo cuore batteva spasmodicamente,
la passione gli aveva ormai annebbiato la vista. Sentiva il suo possente
corpo percorso da palpiti irrefrenabili.
Non poteva trattenersi ancora
si sentiva di impazzire
quel
muscolo sembrava volesse esplodergli
La donna lo intuì e aprì di più le gambe per accoglierlo
dentro di sé.
Vegeta entrò piano, trattenendo il respiro fino a quando non fu
arrivato fino in fondo.
Poi i loro corpi, privi ormai di qualsiasi controllo, presero a contrarsi
e a spingersi spontaneamente l'uno contro l'altro con un ritmo sempre
più sinuoso.
L'uomo si muoveva su di lei sensualmente, soffocando i suoi singulti contro
la sua piccola spalla:
"Bulma
" fu l'unica cosa che riuscì a pronunciare
chiaramente nel parossismo di quel piacere, che di lì a poco sorprese
entrambi.
**********
Fuori infuriava la tempesta. Non dando alcun cenno di placarsi, la pioggia
batteva sferzante conto i vetri della finestra, il vento ululava spaventosamente,
scuotendo le cime degli alberi e sollevando tutto quanto trovasse sul
suo percorso. La notte era più buia che mai, le strade deserte
e silenziose, scosse solo dal rumore battente della pioggia e dal tuonare
continuo del cielo.
Nel letto, invece, i loro sensi si erano placati.
Appagati, soddisfatti, sazi l'uno dell'altra, avevano ripreso a respirare
piano.
Bulma se ne stava adagiata sul corpo di lui, con la testa poggiata sul
suo scultoreo torace, tracciando con un dito delle linee invisibili intorno
ai profili marcati dei suoi muscoli:
"Non ho mai visto un tempo simile
" disse lei accecata
da un lampo.
Vegeta la stringeva tra le sue braccia, sembrava così esile e piccola
rispetto a lui
"Aspetta un attimo" fece lei sciogliendosi dal suo abbraccio
e muovendosi veloce verso la culla del bambino.
Vegeta la vide con premura ricoprire il bambino:
"Speriamo che questi tuoni non lo sveglino
" disse rinfilandosi
di corsa sotto le lenzuola e ritornando su di lui.
"Brrr
" rabbrividì schiacciando la faccia contro
il suo petto.
Faceva freddo, sotto quelle lenzuola sottili, i loro corpi nudi si trasmettevano
calore scambievolmente. Nessuno dei due si decideva ad alzarsi per prendere
una coperta più pesante tanto quella posizione era comoda e rilassante
per entrambi.
Nessuno dei due voleva staccarsi dall'altro.
Una saetta illuminò con il suo bagliore fulmineo tutto il cielo.
La scossa che seguì si tradusse in un boato scrosciante e fragoroso.
La piccola luce sul comodino si spense all'improvviso.
Bulma sussultò spaventata tra le sue braccia:
"Ho paura
" fece come un capriccio, perché lui la
stringesse più forte.
In realtà non si era mai sentita più sicura che in quel
momento, qualsiasi cosa fosse accaduta fuori, sapeva che quelle braccia
avrebbero protetto lei ed il suo bambino.
"Vegeta
" lo chiamò sottovoce.
L'uomo era rimasto silenzioso per tutto il tempo a guardare la pioggia
battere contro i vetri.
"Mmm
" ruotò gli occhi verso di lei.
"Cosa
cosa provi per me?
" osò domandargli
per poi pentirsene subito.
Doveva tenere la bocca chiusa
si disse
era ancora troppo presto
per quel genere di domande
e se adesso lui si fosse arrabbiato e
se ne fosse andato via?
aveva rovinato tutto
"Non lo so
" rispose lui dopo qualche attimo, fissando
un punto indefinito della stanza
"è tutto così strano
" aggiunse.
Bulma sorrise felice, quelle parole per lei avevano molto più valore
di qualsiasi ti amo stereotipato. Era tutto così bello
avrebbe
voluto che quella notte non finisse mai
"Scusami" fece l'uomo dopo una lunga pausa
"E di cosa?"
"Di averti svegliata"
"No, tesoro, è stato magnifico essere svegliata dai tuoi baci.
Non dimenticherò mai questa notte
anzi non voglio addormentarmi"
disse, solleticandogli la pelle con il suo respiro.
"Perché?" fece lui.
"Ho paura di svegliarmi e di non trovarti più vicino, come
tutte le altre volte
"
"Non essere sciocca!" fu duro "e poi
l'altra volta
sei stata tu a scappare via
" le ricordò.
"Hai ragione" sorrise lei, alzando il capo e cercando nel buio
la sua bocca per baciarlo"però mi piacerebbe così tanto
svegliarmi domattina e trovarmi ancora così
" disse con
la speranza che lui la prendesse in parola.
***********
Bulma aprì con fatica gli occhi. Allungò il braccio e realizzò
di essere sola nel letto. Era ancora presto, ma dalla camera gravitazionale
sentiva già il rimbombo degli allenamenti.
E così lui era scappato via da lei anche quel giorno
beh
non
poteva pretendere tutto
doveva avere ancora molta pazienza
il cuore del principe dei saiyan ormai le apparteneva ma si sarebbe dovuta
ancora scontrare con i suoi cambiamenti di umore e gli aspetti difficili
del suo carattere.
I vetri della finestra erano appannati per il freddo eppure lei si sentiva
al caldo.
Si accorse che lui le aveva messo una coperta sulle spalle prima di andare
via.
Quella sorpresa le diede un balzo al cuore
i suoi occhi si inumidirono
mentre
all'orizzonte sorgeva un pallido sole.
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