Siamo in piena estate, 13 Agosto, nella prefettura
di Kanagawa.
Ormai il nostro Akira Sendoh è in vacanza, la scuola è
finita quindi si sta godendo le sue meritate vacanze estive, i suoi genitori l'hanno
lasciato nuovamente solo a casa per una settimana, così lui ne ha approfittato
per stare con gli amici, per giocare a basket ma soprattutto per andare a pescare,
il suo unico vero e amato hobby.
Ora è sulla banchina, seduto mentre
tenta di pescare qualcosa ma inutilmente, sembra infatti che i pesci scarseggino
oggi in questa zona, o forse lo evitano accuratamente visto il suo pessimo umore.
Akira:
"Oggi torna mia madre, mentre papà starà via ancora per qualche
giorno! Speriamo solo che mamma non mi faccia la solita ramanzina: che sono stato
disordinato in questo periodo, che non ho fatto niente, e che da solo proprio
non so fare niente!" mentre sbuffava sconsolato
Akira riprese la sua canna
da pesca, il borsone che si era portato dietro per poi tornare a casa, ormai non
mancava molto, tra un paio di ore sua madre sarebbe stata a casa, ed era meglio
esserci.
Akira: "Uff
..Speriamo che mamma sia di buon umore oggi!
O se no
..sarà come il passaggio di un ciclone su di me
.sa essere
un vero tormento a volte!"
Infatti se per caso sua madre fosse stata
di cattivo umore, e per di più non l'avesse trovato a casa o per un qualche
altro futile motivo, lo avrebbe scocciato per tutto il giorno, tanto per scaricarsi
un po' i nervi. Già, ma sua madre così si scaricava i nervi, ma
lui avrebbe trovato la giornata lunga e stralunga, per non dire eterna.
Una
volta arrivato a casa Akira andò a riposarsi in camera sua, sdraiato sul
letto a fissare il soffitto mentre ripensava a quelle maledette partite, già
quelle perse pochi mesi fa contro il Kainan e lo Shohoku, partite che gli erano
costati l'esclusione dal campionato nazionale. Ma ora era meglio non pensarci
più, ora che lui era il capitano doveva fare del suo meglio per aggiudicarsi
l'ingresso per i prossimi campionati nazionali.
La porta d'ingresso si spalanco
procurando un boato nella casa silenziosa, Akira intuii che fosse sua madre, così
si alzo per scendere di sotto ed accoglierla.
Sua madre, Micaela Miyuzuki
in Sendoh, spariva sovente per andare a trovare sua madre e suo padre che vivono
in Italia, lasciando così Akira da solo a casa per giorni. La madre di
Sendoh infatti è italo-giapponese, anche per questo la carnagione di Akira
è molto chiara, ed il taglio dei suoi occhi non è completamente
a mandorla e per di più sono blu, cosa di cui Akira va molto fiero.
Micaela:
"Akira sono tornata! Puoi scendere che ho una sorpresa per te!"
Akira:
"Arrivo mamma" -Chissà poi che sorpresa avrà in serbo
per me?!? Speriamo in bene, l'importante e che non ci lasci le penne- pensò
tra sé e sé.
Quando Akira si trovò al piano di sotto davanti
all'ingresso, si trovò sua madre con insieme una ragazza, molto carina
che sembrava spaesata.
Akira rimase a bocca aperta, la fisso attentamente,
praticamente la squadrò dalla testa ai piedi: era una ragazza alta, dai
capelli lunghi, neri e ricci, di carnagione chiara, con grandi occhi azzurri e
dal viso piuttosto serio ma molto grazioso.
La ragazza aveva un corpo niente
male, gli abiti che indossava ne facevano intuire quanto, aveva un top senza maniche
nero, molto corto e molto attillato, una catena attaccata al fianco che doveva
essere una sorta di cintura, infine dei pantaloncini di tessuto neri che seguivano
le curve dei fianchi e del suo fondoschiena, infine delle calze fino alle caviglie
bianchi.
Micaela: "Akira, tesoro vieni qui, forza non rimanere lì
impalato
..Akira ti presento Camille Laura De Marchi, Camille ti presento
mio figlio Akira Sendoh!"
Camille osservò con sguardo serio e freddo
Akira, lo fisso dalla testa a piedi, facendo sentire Akira a disagio, come se
i suoi occhi potessero metterlo a nudo e scrutarlo fin dentro l'anima.
Camille:
"Piacere Akira, perché posso chiamarti così vero? Tu chiamami
pure Camille!"
Akira: "Piacere Camille! Chiamami pure Akira, non
ce nessun problema" si strinsero la mano, mentre Akira non sapeva che dirsi,
Camille aveva in mano una valigia ciò voleva forse dire che si stava per
trasferire da lui?
Micaela vedendo suo figlio perplesso, gli sorrise poi strinse
Camille tra le sue braccia.
Micaela: "Tesoro, Camille si trasferirà
qui da noi per un po'! Spero che voi due possiate diventare amici, che possiate
andare d'accordo. Camille è la figlia della mia migliore amica d'infanzia,
quindi spero che voi due possiate continuare l'amicizia che ha legato me e sua
madre. Ok Akira!"
Akira: "Certo che diventeremo amici, perché
non dovremmo!" -Camille è molto carina, non credo che avrò
problemi a diventare suo amico, poi finalmente avrò un po' di compagnia
e oltretutto graziosa, sarà un piacere- mentre i suoi pensieri volavano
i suoi occhi continuavano a squadrare con molto interesse la nuova arrivata.
Camille:
"Si, vedrai Micaela diverremo grandi amici!" -Carino è carino,
ma è un ragazzo! Tutti i ragazzi carini sono uguali, porci e superficiali
.ciò
la dice già lunga! Speriamo poi che non sia il tipo, tanto carino fuori
e cretino dentro!- pensò lei squadrandolo.
Akira le prese la valigia
dalle mani, poi insieme a Micaela (sua madre) accompagno Camille in quella che
sarebbe diventata camera sua, Akira le appoggio la valigia vicino al letto, mentre
Camille si stava guardando intorno.
Micaela: "Camille noi ti lasciamo
un po' sola, così puoi mettere le tue cose a posto, ti rilassi e poi scendi
così possiamo parlare un po' ok!. Akira vieni con me, lasciamo Camille
sola!"
Camille: "Grazie di tutto! Ci vediamo dopo!"
Micaela
e Akira uscirono dalla camera chiudendo la porta, così Camille rimasta
sola si guardò attorno, la camera era semplice, un letto occidentale per
fortuna, vicino alla finestra, una scrivania alla destra del letto, alla sinistra
della porta c'era l'armadio, un paio di scaffali vuoti e una libreria completamente
vuota, era una stanza fredda, non ci aveva mai vissuto nessuno e si notava.
Camille:
"Coraggio Camille, fatti forza, questa sarà la tua nuova camera per
un paio di mesi. Speriamo di poterci ambientare e che vada tutto bene! Forza niente
pensieri negativi!!!"
Camille cominciò a mettere a posto le sue
cose, ormai quella sarebbe stata casa sua, aveva lasciato tutto, per seguire Micaela
e ormai non poteva tornare indietro, neanche volendo.
Micaela e Akira erano
in cucina a preparare del tè da offrire a Camille, mentre la madre spiegava
qualcosa di Camille al figlio, anche se stava tralasciando la parte più
importante
..
Micaela: "Akira, Camille è italiana, sua madre
vive a Roma come i nonni. Sua madre, che è una mia cara amica mi ha chiesto
se potevo tenerla con me per un po'
.Akira si gentile con lei ok!"
Akira:
"Io sono sempre gentile, ma Camille quanti anni ha, quanto si fermerà
..?"
Micaela:
"Camille ha la tua età tesoro, non so quanto resterà, dipende
tutto da sua madre! Non ti preoccupare non ti disturberà, è dolce
e molto sensibile
è impossibile che non andiate d'accordo!"
Nel
mentre entrò Camille che aveva sempre quella faccia seria, Akira le sorrise
dolcemente per sciogliere quel ghiaccio esistente tra loro, ma lei rimase fredda,
reagii alzando il sopracciglio nel guardarlo, così Akira in quel momento
avrebbe pagato chissà che, per sapere cosa stava pensando!
Camille si
sedette di fronte ad Akira, mentre Micaela le offriva una tazza di tè,
che lei sorseggiava molo lentamente e con molta raffinatezza, sembrava una ragazza
di alti tempi.
Micaela: "Camille tu dovrai andare a scuola, che ne dici
se tu e Akira andaste alla stessa scuola, così lui ti potrebbe aiutare
con i compiti, se avessi qualche problema. Akira non è certo una cima a
scuola ma se ti servisse ti potrebbe essere utile"
Camille: "Per
me va bene, tanto una scuola vale l'altra!" usando un tono di voce quasi
strafottente.
Akira cominciava a temere che la bellezza fosse l'unica buona
qualità che possedeva Camille, il modo in cui parlava, e poi come lo guardava
lo
infastidivano parecchio, lo facevano sentire a disagio, quasi fuori luogo, ma
nello stesso tempo lo intrigavano.
Camille in realtà si sentiva estremamente
a disagio e per questo si comportava così, era come se il mondo le scoppiasse
dentro
..dentro era come se urlasse a squarcia gola, urlava il suo dolore
e le sue paure ma sembrava che nessuno avesse voluto sentire la sua voce.
Ora
si ritrovava sola, non aveva più amici, non aveva più nessuno, solo
un'amica di sua madre che conosceva certo da anni, ma non abbastanza per conviverci
per chissà quanto
tutto le sembrava così strano, così
diverso
.
quasi inverosimile, le sembrava di vivere in una sceneggiatura
di un film tragicomico, di cui però la protagonista era lei, e che in più
non poteva saltare tutto lo svolgimento, per andare a leggere il finale solo per
scoprire se tutto finiva bene.
Micaela: "Camille, lo so che per te può
essere difficile vivere qui con noi all'inizio, sei abituata all'Italia che ha
tutto un altro modo di vivere, e altre usanze che qui, ma vedrai che presto ti
abituerai a stare in Giappone! Ne sono sicura!"
Camille sospiro poco
convinta di questo, era un cambiamento enorme, non poteva fare altro che cercare
di abituarsi alla sua nuova vita, anche se le dispiaceva abbandonare la vecchia.
Camille:
"Posso andare un po' in giro, giusto per farmi un idea di questo quartiere!"
Micaela:
"Ma certo! Ora questa è casa tua, quindi puoi fare tutto quello che
vuoi Camille! Anzi perché non ti fai accompagnare da Akira, lui ti farebbe
da cicerone!"
Camille: "No grazie, non voglio disturbarlo, me la
caverò tranquilli!" alzandosi dalla sedia per lasciare la tavola,
mentre Akira e Micaela erano ancora tranquillamente seduti con il tè di
fronte.
Poi fece per allontanarsi, lentamente e con una camminata sensuale
agli occhi di Akira, Camille non aveva neanche atteso una risposta da parte di
sua, allora lui si alzò di scatto.
Akira: "Per me non è
un disturbo, se vuoi ti mostro un paio di isolati, poi il centro e la scuola!"
Camille:
"No grazie! Stai pure tranquillo qui a casa, prima che arrivassi ti stavi
facendo i cavoli tuoi, quindi ora ti romperei solo le scatole, sarà per
un'altra volta ok!"
Mentre Akira cercava di essere gentile, sorridendole
mentre parlava
..era stato freddato subito, Camille aveva un tono di voce
così distaccato, che sembrava quasi infastidita dalla gentilezza che usava
lui nei suoi riguardi.
Il povero Akira ci era rimasto male, mai nessuna ragazza
l'aveva mai trattato così, era abituato che tutte lo trattavano benissimo,
anzi che il più delle ragazze quasi lo pregassero per avere un po' della
sua attenzione, mentre lei lo snobbava come se fosse un cretino.
Camille usci
dalla porta lentamente, poi si guardo intorno per scegliere da che parte andare
..per
poi iniziare a girovagare senza meta, mentre in casa appena si chiuse la porta
..
Akira
era rimasto in piedi, con un espressione perplessa disegnata in viso così
la madre lo rassicurò.
Micaela: "Akira abbi pazienza con lei, è
appena arrivata qui, non ha conoscenti a parte noi! Prova a capirla ha appena
lasciato la famiglia, gli amici e i posti a lei cari! Deve ambientarsi, forse
ha bisogno di restare un po' da sola per riordinare le idee" lui si risedette,
anche se si sentiva un po' titubante, così guardo la madre con curiosità
..
Akira:
"Ok mamma! Ma piuttosto perché ha lasciato tutto per venire con te?
Questo non me l'hai ancora detto e sono curioso di saperlo" ma la madre non
gli rispose, fece finta di non sentire si alzo prese le tazze del tè e
andò a lavarle
la cosa insospettii ulteriormente Akira.
Camille
girò un po' per il quartiere, ma tutte le case qui le sembravano simili,
le vie pure, tutto era estremamente diverso dall'Italia, niente le poteva ricordare
la sua Roma.
Vagò fino a che non raggiunse un parco giochi, là
c'erano molti bambini che giocavano felici nella sabbia, sugli scivoli
..così
lei si sedette sull'altalena mentre li guardava giocare.
Nel mentre Camille
li guardava, le ritornarono subito alla mente i ricordi della sua infanzia, della
sua migliore amica Elisa, della sua cuginetta Raffaella, dei suoi tanti amici
che ora erano in Italia.
Dopo un po' si rimise a girare, vedeva la gente così
diversa, così cordiale ma fredda rispetto agli italiani, tutto le era estraneo:
la lingua, le usanze, i costumi, persino i piccoli gesti insignificanti che si
fanno in Italia
.qui sembravano delle idiozie, e del tutto fuori luogo e
sconvenienti.
Ritornò a casa Sendoh solo verso le 18.00 di sera perché
affamata, ma ebbe l'amara scoperta che in Giappone non si cena alla 19.00 come
era abituata in Italia ma bensì alle 20.00, cosa che suo padre sosteneva
da signori, 'solo i ricchi mangiano a quell'ora!' diceva lui.
Camille allora
tornò in camera sua ascoltò un po' di musica, poi tornò sotto
e si mise a girovagare, era troppo affamata, non vedeva l'ora che si cenasse,
il suo stomaco recriminava del cibo, avrebbe voluto mangiare qual cosetta ma Micaela
glielo impedii, scacciandola dalla cucina.
Micaela: "Camille, non mangiare
niente, se no ti rovini la cena, piuttosto perché non vai a vedere la tv
con Akira, così ti svaghi un po' e soprattutto non mangi!"
Camille:
"Ok, ok, me ne vado
.me ne vado" -La fa facile lei, ma io ho una
fame!-
Camille andò a sedersi sul divano, decisamente a distanza da
Akira
sperando che lui non sentisse i rumori che provenivano dal suo stomaco.
Invece
Akira la guardava sovente per di più divertito, sembrava una bambina che
vagava per casa alla disperata ricerca dei biscotti o del dolcetto, però
i rumori che provenivano dal suo stomaco la dicevano lunga
..ogni volta che
il suo stomaco brontolava rumorosamente lei arrossiva e cercava di fare l'indifferente
anche se Akira se ne accorgeva benissimo.
Così quando Camille notò
che Akira la stava fissando assiduamente
..decise di dire qualcosa
..
Camille: "Micaela mi ha detto di guardare la tele con te ma
..ma
non capisco molto
"
Akira: "Non sei abituata al giapponese?
Quindi non capisci cosa dicono!"
Camille: "Centro! Io conosco e capisco
ben poco di giapponese, diciamo il minimo sindacale che mi ha insegnato mia madre.
Sai sono un po' come te!"
Akira: "Vedrai che presto ti abituerai!
E' solo questione di pratica, poi dovendolo parlare per forza imparerai più
in fretta il giapponese"
Camille così si limitò a guardare
quel programma demenziale a cui Akira rideva, mentre lei non ci trovava niente
da ridere, ragazzi e ragazze che facevano delle idiozie, si facevano massacrare
dai presentatori per ottenere solo dei soldi. (uno di quei programmi giapponesi
che presentavano quelli della Gialappa's Band, nel loro programma di qualche anno
fa: Mai dire Banzai!)
Prima di cena arrivò a sorpresa anche il padre
di Akira, sia Akira che Micaela non lo attendevano invece
aveva finito con
anticipo il seminario a cui era andato a Kyoto.
Nel vedere il padre di Akira,
Camille rimase sbalordita perché dire che si somigliavano era poco, se
escludiamo i capelli dritti di Akira, il padre era molto simile, stesso colore
di capelli, stesso viso e più o meno la stessa altezza, era massimo 10
centimetri più basso di Akira.
Micaela: "Camille ti presento mio
marito Toshio Sendoh, mentre lei è Camille Laura De Marchi"
Toshio:
"Piacere di conoscerti Camille, Micaela mi aveva già avvertito del
tuo arrivo, spero che tu ti possa trovare bene a casa nostra!"
Camille:
"Piacere mio signor Sendoh. Sono felice che mi abbiate accettato a casa vostra,
spero di non crearvi troppo disturbo nel periodo che resterò!" Micaela
e Toshio si guardarono titubanti.
Toshio: "Non crei nessun problema, chiamami
pure Toshio, visto che potrei essere tuo padre! Poi così Akira avrà
compagnia, visto che noi siamo sovente fuori casa e fuori città, tu sarai
come una di famiglia per noi. Camille voglio dirti che
.se mai avrai un problema
in futuro, puoi contare su ognuno di noi!"
Camille ringraziò e
cercò di attendersi alla regole giapponesi, che la madre le aveva insegnato.
A
cena però si ritrovò una brutta sorpresa, la cena era tipicamente
giapponese, comprese le posate, cioè le bacchette. Camille non era mai
stata brava a maneggiarle, ed ora si trovava nel paese che ne faceva un largo
uso. Era affamata ma
...fisso la cena
riso con del pesce vario,
poi fisso gli altri componenti a tavola che mangiavano senza problemi, e con estrema
facilità così lei si sentiva una deficiente, una fuori dal mondo
o meglio tagliata fuori dal loro mondo.
Micaela: "Camille, non hai fame
o non ti piace ciò che ho preparato?" preoccupata
Camille: "Sarà
tutto sicuramente squisito ma
..Non ho fame Micaela, sarà dovuta alla
stanchezza, il volo, il fuso orario. Vi dispiace se mi ritiro in camera?"
Akira
notò che non aveva veramente toccato niente, e lo trovò strano visto
che solo poco prima di cena Camille si aggirava in casa e sembrava morire di fame
a sentire il suo stomaco, mentre ora non mangiava, neanche assaggiava la cena
..Toshio
e Micaela si fissarono perplessi, poi guardarono sorridendo dolcemente Camille.
Toshio:
"Certo che puoi andare in camera, ora questa è casa tua. Riposa bene
Camille!"
Micaela: "Camille ti lascerò qualcosa sul tavolo,
nel caso che ti venisse fame più tardi. Buonanotte Camille! Dormi bene
e vedrai che domani non sarai più stanza"
Camille: "Grazie!
Buonanotte a tutti!"
Camille con calma uscii dalla stanza, con gli occhi
di Akira puntati su di lei, lui non riusciva a capire cosa cavolo avesse Camille,
proprio non riusciva a capirla.
Camille andò in camera sua, si sdraio
sul letto sfinita, affamata e sentendosi estremamente sola.
Camille: "Cavolo
che fame
.mica potevo dirgli: scusate avete delle posate occidentali, perché
con le bacchette non so mangiare, so solo combinare disastri! Ma che figura ci
facevo
.di certo della demente!" mentre il suo stomaco continuava a
borbottare, richiedendo del cibo.
Decise di attendere fino a che tutti fossero
andati a dormire poi sarebbe scesa a mangiare, così anche se mangiava male
con le bacchette non avrebbero potuto vederla, ne tanto meno giudicarla, o addirittura
schifarsi per le sue pessime maniere.
Ma ci vollero ore prima che andassero
a dormire, nel mentre Camille stava morendo di fame, quasi non resisteva più,
avrebbe mangiato di tutto, anche una vacca intera! Era da ieri che non toccava
cibo e tutto a causa dell'aereo e del volo lunghissimo, 14 ore non erano poche.
Quando finalmente senti regnare il silenzio assoluto per la casa, apri con
calma la porta della sua camera, si guardò in giro per assicurarsi che
non ci fosse nessuno in giro, quando vide che non c'era proprio nessuno, che era
tutto buio, ma soprattutto sentii russare alla grande Toshio, le venne da ridere
..ma
finalmente poteva andare a mangiare, così sguscio fuori dalla sua camera
lentamente e piano piano scese fino ad arrivare in cucina
.
Akira però
era ancora sveglio, era nel suo letto che fissava il soffitto un po' perché
aveva caldo e un po' perché stava ancora pensando a Camille, era una ragazza
strana, sembrava una snob e oltretutto era fredda come il ghiaccio, pensava a
come poteva convivere con lei
.
Sentii la porta di Camille aprirsi, il
suono dei passi di lei che avanzavano, poi scendere le scale, così guardò
l'ora sulla radiosveglia ormai erano 24.15, cosa poteva fare in giro per casa
a quell'ora.
Camille arrivata in cucina trovò un vassoio con dei tramezzini,
dubito che Micaela avesse capito il motivo per cui non aveva mangiato, ma poi
si convinse che era pressoché impossibile, di certo non gli avrebbe detto
niente altro se non ringraziarla per la sua gentilezza.
Si sedette per terra,
con appoggiato davanti a lei il vassoio dei tramezzini, ed un bicchiere con una
bottiglia di succo di frutta, non era una delle cene più lussuose, o una
delle cene a cui era abituata a casa sua, ma aveva troppa fame per recriminare
o fare la schizzinosa.
Akira non sentendo ritornare Camille, decise di scendere
per vedere se aveva bisogno d'aiuto, non accese nessuna luce visto che la luna
stanotte era molto luminosa, poi c'era suo padre che come sempre russava, ma al
piano di sotto la casa risultava estremamente silenziosa che sembrava vuota, eppure
Camille doveva essere da qualche parte
..poi intravide la porta che dava
alla cucina semiaperta, mentre prima era chiusa ne era certo
.così
entrò in cucina con calma.
Camille si accorse subito dell'ingresso nella
cucina da parte di Akira
Camille: "E tu che ci fai ancora
sveglio? Non dormivi di già!" preoccupata e spaventata lei reagì
come un bambino colto in fragrante con le mani nella nutella.
Akira sentii
la voce di Camille che lo scherniva ma non la vedeva
..poi senti un rumore
e la vide alzarsi da terra mentre mangiava un panino, rimase stupito e gli venne
da sorridere.
Akira: -E' venuta a mangiare! Ecco perché non tornava
deve
avere una fame pazzesca a giudicare da come mangia- "Ero venuto solo per
bere qualcosa!"
Camille: "Ah capisco, se vuoi ti offro del succo
di frutta! Ce l'ho qui a terra con me!" la sua voce era più dolce
e quasi sorpresa, di netto si era tranquillizzata visto che non temeva niente
da lui.
Akira: "Grazie, lo accetto con piacere!"
Camille gli
diede un bicchiere e il succo che era ancora appoggiato a terra ad Akira, mentre
lei continuava a mangiare, ogni tanto le andava il boccone di traverso per la
velocità con cui mangiava, così si metteva a tossire e battersi
sul torace in cerca di una soluzione per non soffocare, per poi mettersi a bere
avidamente il succo di frutta per accertarsi di ingoiare tutto.
Così
ad Akira veniva da ridere alla grande, ma cercava di trattenersi per non offenderla,
farla sentire imbarazzata, o farla addirittura arrabbiare.
Cominciò
a sorseggiare e a gustarsi con calma il succo di frutta, mentre continuava a guardare
con piacere Camille con quel pigiama era adorabile e sensuale, poi mangiava come
una bambina, sembrava che fossero mesi che non mangiava, lo stava lasciando sbalordito
ma anche divertito, era senza dubbio molto carina e diversa dalla ragazza di oggi,
aveva perso quello sguardo pungente e quel tono da strafottente, poi era diversa
anche da tutte le ragazze che conosceva.
Una volta finito di bere Akira tornò
in camera, si sdraio sul letto e si mise a ridere di gusto. -Camille è
strana, ha atteso che tutti dormissimo per poi andare a mangiare
.chissà
poi perché! Poi come mangiava sembravano mesi che non toccasse cibo, che
ragazza! Però mi piace
..sono attratto da lei, voglio conoscerla meglio!
Stasera con quel suo pigiama azzurrino, sembrava un baby-doll, ma qualunque cosa
fosse
.le stava divinamente- penso lui, poco dopo risenti Camille rientrare
in camera così si addormento con il sorriso sulle labbra pensando a lei.
Mentre
Camille tornata in camera, si era appropriata di qualche biscotto e un bicchiere
di latte, si sdraio sul letto, continuò a mangiare e a bere, finché
non si senti sazia.
Ora si sentiva meglio, non aveva più fame, anche
se continuava ad essere stanca e a sentirsi sola. Sbadiglio per un paio di minuti
per poi addormentarsi sul letto senza mettersi sotto le coperte, la stanchezza
aveva vinto su di lei
..ma mentre dormiva le lacrime le scesero dagli occhi,
più volte chiamò la mamma nel sonno, gli mancava casa sua!
Ma
non poteva tornare! Non poteva farlo finche non glielo avesse detto sua madre!
La sua prima giornata nella sua nuova casa era trascorsa piuttosto benino,
anche se sperava che i giorni seguenti potessero andare anche meglio.
Il giorno
dopo Camille si sveglio molto presto, era abituata a fare le ore piccole quindi
per lei era normale, nessuno si era ancora svegliato così ne approfitto
per fare una doccia veloce, si mise una canottiera e degli shorts blu, poi scese
e tranquillamente si preparò la colazione, con solo il silenzio a circondarla,
nel mentre si svegliarono anche Micaela e Toshio che si prepararono per il lavoro
poi una volta scesi in cucina, trovando la ragazza a fare colazione e ne rimasero
molto stupiti.
Micaela: "Buongiorno Camille, hai dormito bene?"
Camille:
"Si benissimo! Ero veramente a pezzi che non ho avuto problemi a dormire!"
-Soprattutto dopo che ho mangiato e non avevo più fame!-
Micaela: "Camille
perché quest'oggi non famigliarizzi con Akira!"
Toshio: "Chiedigli
di portarti a fare un giro per la città, ti divertiresti!"
Camille
gli sorrise -Lo so che volete che diventiamo amici, ma come posso forzare una
cosa se non mi viene naturale
.vedrò di andarci d'accordo, ma
non garantisco mica che diventeremo grandi amici, appena lo conosco quindi dovrebbero
darmi del tempo! Sembra che si dimentichino che io non parlo bene giapponese
.ma
che soprattutto non sono conforme all'etichetta giapponese!-
Nel mentre scese
Akira ancora assonnato, aveva tutti i capelli arruffati, gli occhi sembravano
ancora annebbiati dal sonno, si trascinava verso il frigo come un moribondo.
Agli
occhi di Camille, stamani Akira era veramente uno strafigo, era estremamente sexy,
portava solo dei boxer neri, come ieri sera del resto, e gli stavano da dio poi
..però
ieri sera non ci aveva fatto caso più di tanto mentre ora
.Akira aveva
tutta la sua piena attenzione.
Ora
..gli sembrava di avere davanti ai
suoi occhi un'altra persona, o meglio si trovava di fronte ad un altro uomo da
quello conosciuto appena ieri
..un uomo affascinante che gli interessava
molto! Su cui ci avrebbe fatto un paio di pensierini!
Akira è il suo
corpo da sballo! Le sue spalle larghe, il suo torace grande, braccia muscoloso
e sicuramente molto forti, la vita stretta, delle gambe lunghe e nettamente di
un atleta, per poi non dimenticare le sue labbra e i suoi occhi blu
..non
c'era un centimetro del corpo di Akira che Camille non stesse scrutando.
Trovava
eccitante guardarlo, facendogli venire in mente un paio di fantasie al quanto
piccanti che la fecero avvampare e stupire di se stessa. Poi espirò per
cercare di scacciare quei pensieri e ritrovare il controllo di se stessa.
Micaela:
"Akira, tesoro oggi porta un po' a spasso Camille. Mentre oggi provvederò
ad iscriverti al Liceo Ryonan, ok Camille. Passate una buona giornata ragazzi!"
disse sorridendo e andandosene
Toshio: "Divertitevi e fate amicizia ragazzi!
Ora io e Micaela andiamo a lavoro. A stasera!"
Camille: "A stasera!
Buon lavoro!" -Questi qui sono tutti strani
.speriamo che Akira non
faccia come ieri, che mi sorride in continuazione e parla poco! Se no stiamo freschi!-
penso tra sé e sé.
Akira: "Siamo rimasti soli
..dove
vuoi andare Camille?" facendo il suo solito sorriso.
Camille: -E che ne
so! Piuttosto cosa ti farei ora
.cavolo ti bacerei per ore e ore con molto
piacere! Camille idiota non fare di questi pensieri, se no sbavi o gli salti addirittura
addosso come una cretina! Autocontrollo!- "Fai tu! Per me un posto vale l'altro!
Non conosco niente della città quindi non so cosa ci sia da vedere o da
visitare!"
Akira: -Ricomincia a fare come ieri! Non mi rende le cose facili,
non ho ancora capito se è veramente così antipatica, fredda e cinica
di carattere o cosa!- "Allora ti farò fare un giro generale!"
Akira
andò a farsi una doccia, anche se continuava a pensare a Camille, lo sconvolgeva
fisicamente, cavolo lo eccitava solo guardarla, però la trovava
.
Antipatica
si comportava come la Principessa di Ghiaccio! E questo smorzava
di netto la sua eccitazione e la sua attrazione verso di lei.
Una volta che
fu vestito e pronto, Akira portò Camille in giro per la città, ma
lei non parlava mai molto, Akira così non capiva se era colpa del caratteraccio
della ragazza, o perché era timida, o perché non capiva un acca
di quello che le stava dicendo!
I discorsi con lei erano molto limitati, più
volte cercava di intavolare qualche discussione o qualche sua reazione ma inutilmente,
non riusciva a scoprire neanche quali fossero le sue passioni, ma soprattutto
la sua curiosità maggiore
.il perché era venuta in Giappone.
Ma mentre erano in giro per il centro Camille si fermò a fissare una
vetrina
..c'erano dei vestiti da ballerina classica, lei sembrava interessata
o forse no?
Akira: -Chissà che cosa diavolo passa per la bella testolina
di Camille. Il suo viso è al quanto imperscrutabile, non traspaiono sensazioni,
sembrava sempre indifferente. Ciò mi rende nervoso, quasi fuori luogo.
Quando mi guarda con quei suoi occhi poi mi fa sentire un bambino, mi sembra quasi
che legga i miei pensieri
..solo che adoro quei suoi occhi su me, mi fanno
sentire speciale e eccitato, forse sto impazzendo!- "Camille ora ti porto
dove c'è il Liceo Ryonan"
Camille: "Ok! Va bene
.se proprio
devi!" -Chissà se è come la mia vecchia scuola? Una vecchia
scuola che sembra che cada a pezzi da un momento all'altro!- le stava venendo
da ridere al pensiero della sua vecchia scuola, sempre se si poteva chiamare scuola!
Arrivata
nel cortile del Liceo Ryonan Camille ne rimase sbalordita, le scuola italiane
non avevano niente a che vedere con questa. Qui c'erano campi per vari sport,
era una scuola enorme, non le sembrava vero! Avrebbe frequentato questa scuola
da settembre
.
Camille: "Cavolo è enorme! Non c'è
niente del genere in Italia che io sappia!"
Akira: "Stai scherzando!
Cosa vuoi dire?" titubante
Camille: "Che le scuole non sono così
grandi. Poi se parliamo della mia, pensa sembrava che debba cadere a pezzi da
un momento all'altro, i muri poi sono tutti imbrattati di scritte sia dentro che
fuori, per non parlare dei murales all'ingresso" ridendosela mentre Akira
non ci credeva, pensava che lo stesse prendendo per i fondelli, non ne sapeva
molto delle scuole italiane ma
.gli sembrava un esagerazione quella che Camille
gli stava raccontando.
Tornarono entrambi a casa verso le 16.00 era piuttosto
presto, Akira aveva un appuntamento con Koshino e Fukuda per andare a giocare
ma come poteva
con Camille tra i piedi!
Quella giornata era trascorsa
un po' male sia per Akira che per Camille, poiché non riuscivano a capirsi,
non riuscivano a comunicare in nessuna maniera.
Camille vedendo Akira agitato
si sentii nervosa, intuiva che ora come ora l'ultimo desiderio del ragazzo era
quello di stare lì con lei, questo la fece arrabbiare.
Mentre lei lo
trovava interessante, e stava nettamente riconsiderando l'ipotesi di diventare
una sua grande amica
per Akira la cosa sembrava non valere, forse la trovava
antipatica
.molto più probabilmente solo una seccatura.
Camille:
"Guarda che se hai altri impegni Akira puoi andartene!" gli disse seccata.
Akira:
"Ma figurati non ho altri impegni e che
." -Si che ho altri impegni,
solo che non posso lasciarti qui, i miei genitori mi lincerebbero se lo sapessero!-
pensava sconsolato
Camille: "Te l'ha mai detto nessuno che non sei capace
di mentire? Vattene va! Non ho bisogno di te! Così finalmente rimarrò
da sola, tanto scommetto che tu hai altro di meglio da fare che stare con una
sconosciuta rompi palle!" gli intimo con disprezzo guardandolo negli occhi
con freddezza.
Akira ci rimase malissimo, mai nessuna ragazza l'aveva mai trattato
così male, mentre lei lo trattava come se fosse un idiota di cui poteva
fare a meno, così anche Akira si innervosì e si arrabbio.
Akira:
"D'accordo! Se è questo che vuoi! Dovevo andare a giocare con i miei
amici e ci andrò! Buon divertimento mia cara Camille!" disse seccato
con tono duro, prese la palla che era posta in un angolo per terra e se ne andò
sbattendo la porta, procurando un fragoroso boato.
Camille: "Ma si vattene
va
Meglio soli che mal accompagnati! Già Soli! Io andrò a farmi
un giro da sola, per la città da sola! Certo tutta sola
..e sempre
sola!" poi si rattristo, ormai la rabbia era sbollentata e ripensava alle
parole che aveva detto ad Akira.
Camille: "Mia cara Camille lasciatelo
dire sei una vera idiota! Akira ti piace, sei molto attratta da lui e tu che fai?
Tu idiota che non sei altro, cosa fai lo tratti a pesci in faccia, complimenti
scema! Perché non ti mordi la lingua ogni tanto! Ah! Non pensiamoci più,
quel che fatto è fatto
andiamo a farci un giro va! Così mi
calmerò
.."
E così fece, Camille chiuse la casa, si
infilò le chiavi in tasca e si mise a vagare mentre fumava la sigaretta
tutta compiaciuta
..si sentiva sola, in terra straniera e oltretutto incompresa
da tutti.
Peggio di così cosa poteva succederle?
Mentre girovagava
si ritrovò di fronte ad un campo da basket, c'era qualcuno che giocava
.diede
uno sguardo veloce, giusto per curiosità quando
Camille:
"Ma quello è Akira
ecco dove doveva andare!" lo sussurro
con tra le mani la sigaretta, si sedette sugli scalini che c'erano per entrare
nel campo, si guardo Akira per un bel po' mentre lui giocava con i suoi amici
senza mai notarla.
Guardarlo giocare era un piacere per i suoi occhi, lo trovava
veramente affascinante e eccitante, il suo corpo era una favola, poi si muoveva
con leggiadria e con muoventi fluidi da fargli sembrare ai suoi occhi tutto estremamente
semplice, Akira era un uomo tutto da scoprire!
Camille si mise a pensare tristemente:
-Con me Akira però non è così
.non sorride come fa con
i suoi amici, ma mi fa solo sorrisi vuoti, nettamente di circostanza
poi
con me non è mai rilassato come lo è adesso
..proprio
non mi sopporti eh Akira! E pensare che tu mi piaci- rattristandosi.
Camille
rimase a guardarli fino a quando Koshino la notò, non l'aveva mai vista
prima, era molto carina e sembrava anche molto misteriosa
..
Koshino:
"Quella sventola da dov'è uscita?"
Fukuda/Akira: "Di
chi parli?" Koshino fece segno ai due ragazzi di dare un'occhiata verso le
scale d'ingresso del campo da basket dove c'era un'ospite
Camille notando
che era stata scoperta si alzò ma si fermò per fissare ancora un
attimo Akira.
Akira: "Quella è Camille, la ragazza che si è
appena trasferita a casa mia!"
Fukuda: "Quella di cui parlavi prima
.non
male! Però non si direbbe che è una stronza, antipatica"
Akira:
"Camille, vieni qui con noi, così ti presento ai miei amici!"
sorridente mentre Camille lo osservò con sguardo raggelante, si rimise
a fumare e si allontanò da lì.
Camille: -Fossi scema! Prima non
vuole restare con me, perché deve stare con i suoi amichetti e poi mi vuole
presentare a loro
.col cavolo! Stia quel bellimbusto!-
Fukuda: "Mi
devo ricredere, ha un caratterino particolare
.ma forse non sopporta te Akira!"
Koshino:
"Non credevo che esistesse una ragazza che potesse resistere al tuo fascino!
Che fosse in grado di non caderti ai piedi! O forse stai perdendo colpi mio caro
Akira!" ridendosela
Akira: "Non dire cavolate! Non so perché
fa così
comunque avete visto, con me è una stronza!"
Koshino:
"A parte gli scherzi. Comunque non penso che se ne sia andata per questo!
Cioè perché non ti sopporti ma per ben altro motivo
.."
rimanendo serio, mentre Akira lo fisso perplesso
Akira: "A no genio! E
allora perché? Poi perché mi guarda sempre raggelandomi
."
Koshino:
"Secondo me perché si sente diversa da noi
si deve ambientare!"
Akira
fissò l'amico molto perplesso poi si mise a pensare mentre giocava -Anche
la mamma mi ha detto di avere pazienza, ma cavolo! Non so mai come prendere Camille
.Se
mi aprisse almeno un po' il suo cuore
mentre mi sbatte sempre la porta in
faccia, come per allontanarmi appena tento di avvicinarmi a lei! Poi non sapevo
che fumasse, ieri non l'ho vista toccare una sigarette, neanche oggi! Ma! Camille
è troppo strana, troppo misteriosa e complicata per me-
La sera Akira
tornò a casa alle 19.00 passate, c'erano già sua madre Micaela e
suo padre Toshio, sembravano molto incavolati con lui
.e lui ne conosceva
il motivo.
Akira venne richiamato dai genitori ed invitato ad entrare in salotto
dovevano parlargli
.in privato.
Toshio: "Perché non sei stato
con Camille?"
Micaela: "Ti avevamo solo chiesto di passare un po'
del tuo tempo con lei, è nuova in città, non ha amici, non ha conoscenti
a parte noi! Non lo capisci? Ti costa così tanto Akira?"
Akira:
"Certo che no, ho passato il più della giornata con lei ma
."
Toshio:
"Non c'è ma che tenga
ti abbiamo chiesto un favore, una cosa
molto semplice mentre tu fai sempre quel che ti pare. Io non ti capisco Akira,
perché piuttosto non l'hai portata con te?"
Poi ad Akira si avvicino
Camille che aveva sentito tutta la discussine dalle scale, Camille decise di intervenire,
le sembrava la cosa più giusta da fare in quel momento
.
Camille:
"Micaela, Toshio sono io che ho chiesto ad Akira di lasciarmi sola! Volevo
riflettere! Lui ha solo esaudito un mio desiderio, andando fuori con gli amici,
così io sono potuta restare sola!"
Akira guadò stupito Camille,
l'aveva salvato da una ramanzina e da una punizione assicurata, ma come mai
.se
non lo sopportava perché l'aveva salvato?
Micaela: "Se le cose
stanno così
perdonami tesoro, e scusaci anche tu Camille, non
avevamo capito che avevi bisogno del tuo spazio!"
Una volta che Micaela
e Toshio andarono verso la cucina, Akira la fissò sorridendo mentre Camille
aveva la sua solita espressione fredda e indifferente.
Akira: "Grazie
Camille, mi hai salvato sai! Mi avrebbero messo in punizione di fisso e avrebbero
continuato per ore a rimproverarmi. Sono in debito con te!"
Camille: "Non
so perché l'ho fatto, ma non mi ringraziare e poi non sei in debito chiaro!"
gli disse freddamente, allontanando immediatamente quel senso di dolcezza e gratitudine
che per un attimo Akira aveva provato per lei.
Akira: -Perché? Perché
fa sempre così
.per un attimo mi sono sentito vicino a lei, ma come
al solito Camille mi ha allontanato subito dal suo cuore, freddandomi nuovamente
con i suoi occhi e con le sue parole sempre glaciali! Proprio non riesce a essere
un po' dolce e carina con me. Mi sa che mi odia e anche tanto!-
A cena Camille
mugugno poi fece un sorrisetto finto, Micaela aveva cucinato come la sera prima,
quindi il problema si riproponeva nuovamente, ora che poteva inventarsi per non
far capire a nessuno che aveva problemi con le posate
..non le veniva niente
in mente
..
Poi guardandosi intorno vide la frutta, c'erano un paio di
mele in un vassoio
..la sua salvezza!
Camille: "Micaela ti dispiace
se per cena mi limito a mangiare della frutta. Sai io seguo una dieta, a causa
di un mio problema di
..di
..di salute! Prenderò solo 2 mele!"
Micaela:
"Capisco! Fai pure cara
.ma sei sicura che vuoi solo quello per cena?"
Camille:
"Sicurissima, sai sono abituata a mangiare poco a cena!"
Toshio:
"Non ti fa bene, una ragazza giovane come te dovrebbe mangiare abbastanza
.non
hai problemi di linea, anzi mangiare un po' di più non ti farebbe che bene
"
Camille:
"Oh ma io mangio
.non si preoccupi, se permettete mi ritiro in camera.
Buonanotte!"
Tutti: "Buonanotte!"
Akira la guardò
di nuovo stranamente, come ieri non aveva toccato cibo, eppure era tutto squisito,
ed era sicuro di aver nuovamente sentito il suo stomaco brontolare per la fame,
non riusciva proprio a capire cosa diavolo stava combinando quella ragazza.
Camille
mangio con avidità quelle mele, ma moriva dalla fame, aveva mangiato poco
a pranzo e ora solo due mele, non poteva, non riusciva ad addormentarsi vista
la fame
.
Durante la notte poi Akira sentii nuovamente Camille scendere,
sicuramente per andare in cucina, e avrebbe anche scommesso che stava andando
a mangiare
..così decise di scendere per constatare.
Infatti Camille
scese per rovistare in cucina, più che altro era alla ricerca di qualsiasi
cosa dal sapore vagamente occidentale, sarebbe andato bene qualsiasi cosa
..
Akira:
"Se hai fame perché non mangi a cena?"
Camille fece un salto,
si era spaventata non si aspettava che qualcuno la sentisse scendere, poi si volto
lentamente con il cuore in gola per la paura, e poi vide nella penombra
..Akira,
quella sua improvvisata lei non l'aveva gradita.
Camille: "Perché
non ti fai gli affari tuoi? A quest'ora non dovresti dormire?"
Akira:
"Siamo sempre più simpatiche
.non riuscivo a dormire poi ti ho
sentita
.."
Camille nel frattempo aveva trovato un pacchetto di crocchette
di riso soffiato, quella roba dietetica che faceva schifo ma in mancanza di altro
.così
ne prese alcune e si avviò per tornare in camera, quando passo davanti
ad Akira, lui la fisso con sospetto e incuriosito.
Akira: "Non hai risposto
alla mia domanda, la sera hai molta fame, perché allora non mangi?"
Camille:
"Te lo ripeto fatti gli affari tuoi! Buonanotte impiccione!"
Camille
andò di corsa in camera e mangiò quasi ingozzandosi, ma il suo stomaco
non si era saziato, ma la stanchezza la fece addormentare
..nei suoi sogni
vedeva solo squisiti manicaretti preparati da sua madre
.dalle lasagne,
alla pasta alla carbonara, e mille altre leccornie.
Ma Camille sapeva che
si doveva abituare, primo o poi avrebbe dovuto mangiare con le bacchette!
Ma
sapeva anche che quel ficcanaso di Akira sicuramente le avrebbe creato molti problemi
quindi
doveva starci attenta, era furbo e astuto quindi più lontana stava da lui
e meglio sarebbe stato, così Akira non avrebbe avuto modo di scoprire il
suo segreto.
Uranus: Camille è un po' diversa dalle
solite ragazze, per niente smielata, ne presa a sbavucchiare per Sendoh, proprio
come tutte le altre.
Mars: Mi sembra giusto e venuta l'ora per Sendoh di provare
qualcosa di nuovo. Però non ho capito una cosa
..ma se si piacciono
perché non vanno d'accordo!
Uranus: Sciocca! Non ti ricordi avevamo
deciso così! Che svampita! Il primo capitolo lo abbiamo terminato ora speriamo
di trovare le giuste ispirazioni per i prossimi capitoli!
Mars: Ci verranno,
ci verranno! Abbiate fede e continuate a leggere.