ESPER - il potere della mente

 


PRIMA PARTE


1.

Un tramonto di fuoco incendiava Kanegawa.
Raggi inclinati pieni di pulviscolo piovevano sul parquet della palestra della scuola superiore Shohoku, accendendolo di una luce rossa, apocalittica.
A quell'ora la palestra era deserta all'infuori di un'unica persona. Un ragazzo di 16 anni che palleggiava pigramente un pallone da basket. La sua figura alta e atletica si muoveva in modo indolente e felino nello stesso tempo, dando la netta sensazione di una belva pronta a scattare. I muscoli sodi risaltavano sotto la canottiera e i pantaloncini.
Il ragazzo in questione non era esattamente un tipo comune. La sua classe cristallina nella pallacanestro unita alla pelle bianchissima, ai capelli neri e lucidi come le piume di un corvo, agli occhi blu cobalto incorniciati da lineamenti perfetti…….tutte queste cose facevano di lui il personaggio di gran lunga più celebre della scuola. Le ragazze avevano fondato un club in suo onore, il solo vederlo passare nei corridoi scatenava mormorii e sguardi sbavanti; persino la parte femminile del corpo docente mostrava la propria debolezza permettendogli di dormire nel bel mezzo delle lezioni; i maschi, quelli che non erano inconsapevolmente innamorati di lui, lo invidiavano e ammiravano nello stesso tempo, eppure……….
Eppure in mezzo a tutto questo il ragazzo era solo. Completamente solo. Adesso e sempre. Nessuno meglio di lui conosceva la solitudine. Nessuno più di lui usava la solitudine.
Come uno scudo. Come un'armatura.


Rukawa palleggiava con la grazia consueta. Cercava di ascoltare il rumore amico della palla sul parquet, di godersi l'odore della gomma; cercava di non pensare a niente, soprattutto di non pensare alla partita di due ore prima….. ma gli era impossibile.
Anche se il suo viso non tradiva la minima espressione, era furioso. Furioso e sconcertato.
Come aveva potuto fare una cosa del genere?? Cosa diavolo aveva combinato??
Certo, avevano vinto, ma…….
Il rumore della porta che si apriva interruppe quelle riflessioni. Rukawa d'istinto ritrasse tutte le sue facoltà percettive.
Si affrettò a portarsi sotto canestro, eseguì un terzo tempo perfetto, raccolse la palla e si portò sulla linea dei tre. Sperava di scoraggiare il suo interlocutore, chiunque fosse. Tirò….
- S-scusa…..- una flebile voce femminile.
Il tiro centrò il cesto senza sfiorare il ferro.
Eccone un'altra!!! Dio, non ora!!! si disse il ragazzo pensando di trovarsi davanti l'ennesima ochetta che lo guardava in modo adorante.
Controvoglia guardò in direzione della nuova arrivata che intanto aveva raccolto il pallone. Era una ragazza minuta, di 14-15 anni, con bei capelli neri pareggiati all'altezza del collo. Solo che non lo guardava. Guardava la palla che aveva tra le mani.
- Il pallone!! -
- C-come?? -
- Ridammelo. -
Un passaggio preciso e fortissimo lo raggiunse all'istante. Una palla di violenza inaudita. La ragazzina aveva fatto quel passaggio dandogli appena un'occhiata di sbieco.
Cavoli che visione periferica!!! pensò Rukawa, sinceramente stupito.
Guardò meglio la tipa che ora sembrava trovare molto interessante il disegno del pavimento. Curioso: di solito era lui a non guardare le persone.
- Volevi qualcosa…?? -
- Io…..-
Mandala a quel paese, deficiente.
- Sai, avrei da fare in questo momento. -
- Tu….t-tu sei Kaede Rukawa, vero?? - disse lei, sempre guardando per terra.
- Hn. - cavoli, quant'è timida.
- Io…..-
- L'hai già detto. - sentenziò facendo girare la palla sulla punta dell'indice, immobile presso la linea dei tre.
La ragazza finalmente sollevò lo sguardo.
Appena, appena, ma fu abbastanza perché Rukawa notasse i suoi occhi profondi e malinconici. Sono come il mare dopo la tempesta pensò senza volerlo e subito qualcosa dentro di lui si mosse……qualcosa, nelle nere profondità della sua mente, si mosse come una fiera per venire avanti.
No!!! un urlo silenzioso. Il ragazzo ricacciò quell'impulso con uno sforzo di volontà forgiato dal tempo e dall'abitudine. Niente affiorò di quel contrasto interiore: la meravigliosa maschera d'indifferenza non mutò di una virgola, non tradì un fremito.
- Allora?? - disse in tono duro.
- Mi….mi chiamo Magaho Mitzuri e… sono nuova. Ho visto la partita e….bè, volevo farti i complimenti. - la ragazza avvampò.
- Mpf. Non ho giocato molto bene. -
- Però, quell'ultimo canestro……quel movimento è stato…incredibile. -
- Cosa??? -
Che se ne sia accorta??? Oh, cazzo, no!!! Ma no….aspetta, idiota, ragiona: è impossibile….è stato tutto troppo veloce!!!
Rukawa scagliò lontano il pallone. Si avvicinò alla ragazza spinto dalla curiosità e, cosa del tutto insolita per lui, da una fredda ombra di panico.
- S-sì, quando stavi per scivolare….- la ragazza indietreggiò, tremebonda, intimorita dal suo avanzare come su una preda.
Rukawa se ne avvide. Si fermò.
- Guarda che non mordo. - disse.
- Uh, non….sembrerebbe….-
A questo punto lui si maledisse per il timore che leggeva sul viso di lei.
La maschera. La solita fottuta maschera di ghiaccio che era costretto a indossare tutti i santi giorni. Che diritto aveva di fare questo?? Ma d'altra parte esistevano alternative??? No, l'unica alternativa era "l'occhio", ed era………
E' impossibile!!! Assolutamente impossibile!!!
- Scusa. - disse, cercando un tono dolce che non gli era proprio - ma quel canestro non era nulla di speciale. Mi sono sbilanciato e ho recuperato mettendo una mano per terra. -
La tipa prese coraggio e sorrise, mostrando una deliziosa fila di dentini candidi: - sai, per un attimo sei rimasto inclinato in una posizione….quasi impossibile, ecco. -
- Infatti: se non avessi messo giù la mano mi sarei spalmato per terra come un deficiente. -
In realtà si sarebbe spalmato comunque. Aveva fintato il tiro ed era andato via a Sendoh, ma questi si era spostato, sfiorandolo. Aveva sentito i piedi che slittavano sul parquet, stava già cadendo sulla spalla destra quando l'occhio era venuto avanti
(cazzate: lui l'aveva fatto venire avanti) e l'aveva sostenuto: per una frazione di secondo e non di più; quel tanto che bastava per trovare un appoggio senza perdere il controllo della palla.
Così era andato a canestro e lo Shohoku aveva vinto….ma……
- Comunque giochi molto bene. - disse la ragazza - hai una grazia innata. -
- Mah….così dicono. E tu?? -
- Eh???-
- Sei una baskettara, vero?? Con quel passaggio di prima per poco mi spacchi le dita.-
- Oh…cavolo, scusa. -
Kaede cercò un sorriso che non trovò: - non scusarti, era una bella palla….ehm…come hai detto che ti chiami?? -
La ragazza arrossì nuovamente: - Uh….Magaho. -
- Bel nome….-
Un silenzio imbarazzato calò sui due, fermi uno di fronte all'altro sotto il riflesso di fuoco del sole morente.
E' lei ad essere bella pensò Rukawa, di nuovo senza volerlo. Smettila subito, ok?? Dov'è il tuo celebre autocontrollo??
- Hai detto che sei nuova……-
- Esatto, comincio domani, mi sono appena trasferita da……beh, non importa…-
Gli occhi di lei si fecero per un attimo lontani e tristi e il ragazzo non mancò di notarlo.
- A che classe sei stata assegnata?? - si affrettò a cambiare argomento.
- II d, mi pare. -
- Dio, sei in classe con l'idiota!!! -
- Chi è l'idiota?? -
- Lo conoscerai domani, non voglio rovinarti la sorpresa……ma, allora fai seconda??-
- Sì, qualche problema?? -
- Ovviamente no, certo…..-
Avrei giurato che fosse una matricola, ma ora che la guardo meglio…
- Senti, dovrei andare, sai…..-
Lo guardava con un misto di imbarazzo e incanto, però di solito era lui a troncare le discussioni, no??
- Certo, capisco. -
- Beh…..ancora complimenti e….ciao, Rukawa. -
Si voltò per andarsene.
- Aspetta. -
- Sì….?? -
Le porse la mano: - Chiamami Kaede. -
Lei sorrise, e questa volta il sorriso coinvolse anche gli occhi.
- Allora….uh…ciao, Kaede. -
Toccò con la sua piccola mano quella bianca e affusolata di lui.
Fu allora che accadde. L'occhio venne avanti e stavolta Rukawa non riuscì a impedirlo. Fu semplicemente troppo veloce.
Accadde in un attimo. Sentì un crepitio al contatto della sua pelle con quella della ragazza e in quell'istante……in quell'istante vide. Un frammento, un'immagine in bianco e nero a grana grossa: la stessa ragazza, Magaho, in divisa scolastica. I suoi occhi erano laghi verdi di terrore. Una mano le premeva sulla bocca, la canna di una pistola era contro la sua tempia. Poi il click del grilletto, la detonazione, uno spruzzo di sangue, il corpo di lei che si accasciava……
Rukawa si ritrasse con un gemito.
- Sbaglio o c'è stata una scossa?? - Magaho si guardava la mano con curiosità.
- E-elettricità statica…..- riuscì a dire lui. La sua corazza espressiva era troppo temprata perché quella visione potesse scalfirla, ma dentro di lui tutto il suo essere stava urlando di terrore. Una goccia di sudore ghiacciato gli scivolò lungo la linea perfetta della tempia.
- Beh…allora io vado…-
Riuscì solo ad annuire. Era immobile, paralizzato.
Dio…Dio….Dio…..
La ragazza aprì la porta della palestra e uscì.
Un secondo dopo Kaede crollò sulle ginocchia.
Spaventato, atterrito.
E solo.


Magaho camminava verso casa della zia. La sua testa era più che mai tra le nuvole. Pensava a quello strano ragazzo. Quella celebrità scolastica che tutti indicavano e ammiravano durante la partita di poco prima.
Che tipo. Aveva un nutrito fan club di ragazze adoranti eppure…….eppure non sembrava che si fosse montato la testa. Anzi era freddo, freddissimo, scostante al limite della maleducazione, ma…..
No, era ingiusta. Non l'aveva trattata affatto male, era solo rimasto un po' sulle sue, ecco.
E' davvero bellissimo pensò e sentì il calore salirle alle guance. Se solo non fossi così timida…….
……..certo, certo, perché pensi che con un ragazzo come quello avresti qualche possibilità, eh, piccola Magaho??
Però, per un momento è quasi riuscito a farmi dimenticare la……..
Gli occhi di Magaho si riempirono all'istante di lacrime brucianti. Ogni volta che pensava a quel posto le difese crollavano senza preavviso.
No!!! Non voglio…no!!!!
Si mise a correre cercando di trattenere il pianto. Corse in mezzo ai radi passanti, figure sfocate dal velo delle lacrime, dal ricordo atroce del suo passato. Corse volendo lasciarsi tutto alle spalle, volendo solo dimenticare.


E mentre una fanciulla disperata correva verso casa e un ragazzo ben fatto in modo quasi innaturale inforcava la propria bici, il sole finalmente tramontò sulla prefettura di Kanegawa. Un ultimo raggio per un attimo fendette il cielo come la katana di un samurai; poi ci fu solo il crepuscolo.


Rukawa entrò in casa. Accese la luce con molta difficoltà tanto gli tremavano le mani. Il tragitto in bici l'aveva calmato solo parzialmente.
Si spalmò sul divano: una comodità occidentale frutto dei viaggi di suo padre. Tanti anni prima….prima che tutto esplodesse, prima che il mondo scoppiasse in una bolla di sapone.
Il ragazzo rimase immobile, a fissare il soffitto, sperando di addormentarsi. Ma non accadde, era troppo agitato. Anzi, a peggiorare le cose, la sua mente proiettò la visione di poco prima contro lo sfondo bianco.
Lo sparo, il corpo della ragazza che cadeva…….
Forse….forse è stata ferita e….
Balle, tu sai cos'era quello!!!
No!! Non lo so!!!
Lo sai benissimo, invece!!!!
Io ho solo sedici anni, cazzo!!! Non voglio tutto questo!!! Voglio solo….voglio solo essere come tutti gli altri!!!
Interessante, allora perché hai usato il potere per battere Sendoh???
Non c'era risposta a quello. Era stato un impulso…..un errore imperdonabile. E la ragazza se ne era quasi accorta.
Lei, la ragazza, Magaho……aveva uno sguardo bellissimo. Così dolce, lontano e malinconico.
Appunto, vuoi lasciarla morire??
Cosa?? Io non….
Tu sai cos'hai visto, bello mio.
No!!!
E invece sì!! Quello non era un flash back ma un flash forward: hai visto un pezzo del suo futuro!!
Non è vero!!!
Lei morirà!!! Morirà con la divisa della scuola Shohoku addosso, sai cosa significa??? Vuoi stare a guardare???
E' una stronzata!!
Tu sai che non lo è!!!
Comunque non posso fare nulla!!!!
Non è vero, stai solo negando quello che sei.
E che cosa sono???!!! Che cosa cazzo sono???!!!!
Kaede si alzò di scatto, la sua mossa atletica tradì un fremito d'ira. Attraversò il soggiorno (marmo bianco ovunque, l'epitome del lusso: Dio che stronzata!!) e salì le scale. L'eco dei suoi passi risuonò nella casa fredda e vuota.
Entrò in bagno, si tolse la maglia e si sciacquò la faccia sconvolta. Guardò a lungo il suo riflesso. L'ovale perfetto del viso, gli occhi di ghiaccio artico della maschera. Si guardò per un tempo interminabile.
- Non so come fare….- disse debolmente.
E fu in quel momento che, per la prima volta dopo anni, una voce antica, una voce tanto amata quanto odiata, risalì dall'abisso dei suoi ricordi e tornò a farsi sentire. La voce dolce del suo maestro: - troverai un modo. -


2.

- Allora ragazzi, questa è Magaho Mitzuri, si è appena trasferita qui e da oggi è una vostra nuova compagna. Mi raccomando accoglietela bene!!! -
Dopo averla presentata il prof di matematica la indirizzò verso un banco in fondo all'aula, di fianco ad un colosso con la faccia allegra e incredibili capelli rossi.
- Ehi, io sono Hanamichi, ciao!!! - l'apostrofò questi.
- Ciao Hanamichi. -
- Sai, in realtà sono più noto come GENIO DEL BASKET o RE DEI RIMBALZI o…..-
- Oh….sì, ti ho visto giocare ieri. Sei stato….uh….bravo. -
- Bravo?? Bravo?? Ah ah ah, ma quale bravo, sono stato semplicemente ECCEZIONALE!!!! -
Magaho cercò di trattenere un sorriso: - eh….sì, come vuoi tu…-
A quel punto il ragazzo bruno che sedeva davanti a lei si voltò: - ecco, brava assecondalo….- le strizzò l'occhio - sai, quello è un pazzo esaltato e….-
- YOHEI COME OSI INSULTARE IL GENIOOO???? -
- SAKURAGIII!!! - tuonò il professore, livido in volto.
- Che c'è??? Oh scusi prof, ma d'altra parte con questa palla di lezione uno deve pur….beh, non faccia così….oh, le è spuntata una vena in mezzo alla fronte, sa???-
La classe esplose in una risata generale.
- FUORIIII!!!! -
- Ok, ok, vado, vado - Hanamichi si rivolse però ancora a Magaho, che lo guardava incredula: - senti, piccola, perché non vieni oggi pomeriggio a vedere gli allenamenti del basket, eh??? Non vorrai certo perdere le prodezze del Genio??? AH AH AH AH AH AH!!!!! -
Magaho non fece in tempo a replicare che un cancellino lanciato come un missile cozzò contro la testa del rosso.
STOOK!!!!
Altra risata generale.
- Ok, prof, vado, vado….- disse Hanamichi tenendosi la fronte contusa - quel tipo ha seri problemi di relazione…- borbottò uscendo.
Magaho, lo guardò ridacchiando. Com'è diverso qui pensò.
Intanto il ragazzo moro (e piuttosto carino) era ancora girato verso di lei: - sai, quel buffone una cosa giusta l'ha detta. Gli allenamenti della squadra da quest'anno sono aperti a tutti ed è veramente divertente seguirli. Oh, a proposito io sono Yohei Mito, piacere. -
- MITOOOO!!!! VUOI TACERE ANCHE TUUUU!!!! - riesplose il prof che ormai rischiava le coronarie.
- Uh…scusi professore, ma l'ha detto lei di mettere a proprio agio la nuova compagna, no???
FUORIIIII!!!!!
La classe si ribaltò per l'ennesima volta.


In II a Rukawa cercava di sonnecchiare durante la lezione di scienze. Il sonno era solo un'altra difesa, come la maschera. Peccato che quella mattina non ci fosse verso. Continuava a chiudere gli occhi e riaprirli.
Devi fare qualcosa per quella ragazza gli diceva la voce secca della sua coscienza.
Ma perché??? Perché devo??? Perché lei??? Solo perché è carina???In fondo la gente muore a destra e sinistra in continuazione, no???
- Dio, certo che quando voglio sono un vero bastardo…...- sussurrò a se stesso.
Ayako, che gli sedeva accanto si volse verso di lui: - che succede Rukawa?? - bisbigliò.
- Hn??? -
- Non riesci a dormire?? Bè, certo, questa è una lezione e sarebbe bene che tu non riuscissi a dormire. Cioè, che riuscissi a non dormire….ehm…..-
- Ayako, ho capito dai. Lasciami in pace. - disse senza sollevare la testa dal banco.
Ayako. La sua compagna delle medie. La manager della squadra. La sua più cara amica….l'unica, a dirla tutta.
Con lei le difese si allentavano, la maschera rischiava sempre di scivolargli di dosso.
Le diede un'occhiata di sbieco. Il viso dolce e vivace, i deliziosi ciuffi ribelli di boccoli neri che le lambivano il collo. Lesse una vena di preoccupazione sul volto dell'amica.
- Non è nulla. - disse allora senza sorridere, ma in un tono dolce, che usava solo con lei.
A quelle parole la ragazza allungò una mano e gli accarezzò lievemente i capelli per un attimo.
- Non smettere. -
- C-come??? -
- Puoi continuare ad accarezzarmi?? -
Le guance della ragazza andarono a letteralmente a fuoco.
- I-io…..-
- E dai, Aya-chan, ci conosciamo da una vita. -
Ayako riprese a carezzargli timidamente la testa corvina. Dopo un po' il movimento si fece più profondo, dolce e cullante.
La sua mano era incredibilmente lieve e fresca e Rukawa cominciò a rilassarsi. Ma l'occhio venne avanti. Non di colpo: a poco a poco. Il ragazzo non fece niente per fermarlo. In quel momento non voleva fermarlo.
Percepì l'amicizia di lei, ma anche il suo amore, la sua confusione. Vide formarsi nella sua mente la colpa, scolpita nel viso di Ryota; ma vide anche una fantasia dolce e ardente su loro due: lei e il suo amico abbracciati sotto le lenzuola…..lesse curiosità e desiderio e…..
Kaede sorrise segretamente. Queste erano cose buone, normali……la testa di una solare ragazza di sedici anni. Sperò che anche la sua mente potesse apparire così, vista dall'esterno.
E' come un'isola di quiete si disse, e a quel pensiero quasi quasi stava per addormentarsi quando…..
…….quando l'occhio cominciò a scavare più a fondo nella mente di Ayako: apparvero forme prima soltanto vaghe, poi sempre più nitide e inquietanti. Figure deformi, pietrificate e condannate. Mostri……mostri che urlavano di fame e di brama…..…
No…no…Dio, no….tirati indietro!!! Controllalo!!!


Ayako accarezzava Kaede come ipnotizzata. Voleva smettere ma non poteva…
Non le pareva vero di sentire sotto la sua mano i capelli morbidi e setosi dell'amico. E poi glielo aveva chiesto lui!!!! Kaede Rukawa, il ragazzo più bello e gelido della scuola, il suo amico più burbero (ma forse anche quello che la capiva meglio, no??) le aveva chiesto di accarezzarlo!! E con una naturalezza disarmante!!!
Ayako sentiva le guance letteralmente in fiamme. Molte compagne di classe si erano voltate e la guardavano come se volessero rivoltarla come un guanto, ma nondimeno lei non poteva smettere.
Lo accarezzava e fissava la sua testa perfetta, mollemente abbandonata sul banco.
Dio, com'è bello…..i suoi capelli sono talmente neri che hanno i riflessi blu!!!
Oh, fa che duri per sempre, fa che…..
E se Ryota lo venisse a sapere???
Cavoli mi guardano tutti….
Che pelle bianca che ha….i suoi muscoli….chissà come sarebbe sentire i suoi muscoli che premono contro di me…..
……Ayako, ma che ti viene in mente???Sei una sgualdrina!!!
Poi all'improvviso finì: Kaede si scosse e con un movimento fluido e deciso la prese per il polso.
- Basta. Ho sonno. - disse in tono neutro, fermando il suo movimento. Sollevò la testa e la guardò per un attimo con occhi implacabili, ipnotici. Fu un istante, poi tornò a poggiare il capo sulle braccia muscolose.
Ayako si ritrasse. Era imbarazzata come mai in vita sua. Si sentiva come se avesse avuto la febbre a 40 gradi. Abbassò lo sguardo sul libro che aveva davanti senza vederlo…non aveva più il coraggio di alzare gli occhi.
Il comportamento dell'amico era stato…..incredibile. Non c'era un'altra parola per definirlo.
E la sua reazione?? Com'era stata la sua reazione?? Cosa provava lei, in fondo al suo cuore???


Quando suonò la campanella della ricreazione Magaho entrò nel panico. Sarebbero cominciate le domande. Già per una timida e imbranata cronica come lei era dura inserirsi in un ambiente nuovo, ma poi se fossero arrivate anche quelle domande…….
Menti. Inventa una bugia qualsiasi. D'altra parte il professore non ha detto niente, no?? E allora menti, menti e basta.
Così fece.
- Beh….vedete ragazzi, sono stata molto in giro per l'Europa. Sapete, i miei venivano continuamente trasferiti per lavoro e così……..comunque adesso ho deciso di trasferirmi qui da mia zia in modo da stare ferma per un po'. - concluse la succinta spiegazione con una risatina e un'alzata di spalle. Si sentiva sprofondare per la vergogna.
E brava Magaho….una gran balla. Prima o poi verrà fuori tutto, lo sai??
- Cavoli, però…l'Europa…- disse Mito, sinceramente ammirato.
- Ma chissenefrega dell'Europa, qui e solo qui puoi avere a disposizione l'unico, inimitabile, inossidabile genio del basket!!! -
- Hanamichi, ma la smetti di provarci con tutte!!! -
- Cooosa??? Chi si permette di…..oh, sei tu Harukina!!! -
Una ragazza dai capelli marroni e l'aria mite era apparsa alle spalle del capannello.
- E poi allontanatevi un po', buzzurri, non vedete che la intimorite?? -
La nuova arrivata sorrise e si presentò a Magaho: - io sono Haruko Akagi, tanto piacere di conoscerti. -
- Piacere mio…- rispose Magaho stringendole la mano - io sono Magaho Mitzuri e…..oh, hai detto Akagi?? Ma allora sei parente del capitano della squadra di basket?? -
- In effetti è la sorella del Gorillone anche se non si direbbe…..uah, uah, forse la loro mamma ha fatto un po' la birichina e così….-
- HANAMICHI!!! MA COME TI PERMETTI !!! -
- Scuuusa Harukina, scherzavo….eh eh…-
- In effetti il capitano è mio fratello, ma tu lo conosci??? -
- No, beh….vedi il fatto è che la pallacanestro mi piace molto e così ieri sono andata a vedere la partita e mi sono informata un po' sui giocatori.- disse Magaho un po' in imbarazzo.
- Oh, ma è fantastico!!! Allora oggi devi assolutamente assistere all'allenamento!!! -
- Gliel'ho già detto anche io!! - intervenne Mito.
- Ma, non so…..-
- Eddai, vieni, è troppo divertente - insistette Haruko - vedere Hanamichi che si prende col volpino è uno spettacolo!! -
- Tsè, quella volpe spelacchiata. -
- Volpe?? -
- Si tratta di Kaede Rukawa - le spiegò Mito - il giocatore con più classe di tutta la squadra. Ieri in partita non avrai potuto non notarlo. Era quello che aveva ehm…. una folla oceanica di ragazzine che lo incitavano. -
- Oh, lui. Sì, ci ho anche parlato. -
Quello strano ragazzo fatto come una divinità greca.
- Cooosa??? Maledetto Kitsume, ma perché deve averle tutte lui??? Beh, ma in fondo non importa, tanto non potrà mai raggiungere il livello del genio!!! UAH UAH UAH!!! -
Mito scosse la testa: - questo è proprio senza speranza….- borbottò.
Intanto Haruko guardava Magaho con un sorriso sospettoso: - Dì, scommetto che il freezer ha fatto colpo, eh??? -
- N-no, ma come ti viene in mente??? -
- Dai, non vergognarti, anch'io l'anno scorso mi ero presa una cotta tremenda!!! -
- Haruko ti assicuro che io….-
- Sì, sì, certo….allora perché sei arrossita come…..-
-AYAKUCCIAAA!!!! -
Il discorso venne interrotto dall'urlo di un tipo piuttosto basso che dal fondo del corridoio aveva scorto una bella ragazza dai boccoli neri.
- AYAKUCCIAAA!!!! -
- Ehi, Ayako….Ayako, sveglia!!!! -
Mito prese la tipa in questione per un braccio e la strattonò.
- Uh??? Oh, ciao Yohei.-
- Guarda che Ryota ti sta chiamando. -
Il ragazzo arrivò di corsa e le zompò addosso, schioccandole un grosso bacio sulla guancia.
- Oh, non ti avevo sentito…-
- Ma se l'hanno sentito fino in Argentina - Hanamichi diede di gomito alla ragazza - dì un po' Ayako, hai fumato erba??? -
- Uh….MA CHE CAZZATE SPARI IMBECILLE!!!! - tuonò la ragazza scuotendosi - OGGI TI FACCIO PALLEGGIARE FINO A CHE NON STRISCI, CAPITO??!! -
- Sob….sbaglierò ma nessuno mi ama…- si lamentò il rosso.
Magaho intanto guardava la tipa in tralice. Accidenti che carattere!!! Pensò.
La ragazza si avvide del suo sguardo e si presentò: - ciao, io sono Ayako, della II a e faccio la manager della squadra di pallacanestro. Tu devi essere quella nuova, immagino. -
- Eh, già. Mi chiamo Magaho Mitzuri, piacere. -
- Magaho è un'appassionata di basket, sai?? - intervenne Haruko.
- Oh, seguirai gli allenamenti?? -
- Bè….a questo punto non credo di avere alternative…-
- Ayakuccia, non mi presenti??? -
- Oh, dimenticavo, l'idiota che mi sta appiccicato è Ryota Miyagi, il play della squadra nonché il mio…..ehm…- Ayako ebbe una grossa esitazione - …fidanzato. -
- Piacere….ieri hai fatto una bella partita. - disse Magaho.
- Certo, niente a confronto col genio.….ma comunque passabile. - Hanamichi si soffiò sulle dita.
- Che cosaaa??? - s'infuriò Miyagi.
- Hai capito benissimo amico: non puoi competere col genio, NESSUNO PUO' FARLO, TANTOMENO UN NANO COME TE!!!!
- EEEHH??? MA IO TI ESTINGUO, BRUTTO RIMBALZISTA DEI MIEI COGLIONIIII!!!!
-EDDAI, PROVACI, NANO!!!-
- Ayako, insomma non dici niente?? - intervenne Haruko - fermali, no??? -
- Eh…..oh, hai ragione!!! -
La ragazza tirò fuori un ventaglio e frustò con violenza le teste del rosso e di Maghi, ormai prossimi a darsele.
A questo punto Magaho scoppiò a ridere. Fu presto imitata da tutto il gruppo.
Non ci credo, è un sogno!!! Ho trovato degli amici!!! Sto ridendo!!! Si disse.
Forse è vero, forse…..forse posso sul serio lasciarmi tutto alle spalle!!!


Sul terrazzo Rukawa era solo. Svaccato contro la ringhiera cercava di bearsi del cielo blu-amaranto solcato da nuvole a base piatta e del gothic metal che King Diamond
gli strepitava nelle orecchie attraverso gli auricolari del lettore. Ma quel giorno non c'era proprio niente da fare.
Sbuffò. Si era fatto prendere la mano e aveva combinato un mezzo casino con Ayako, prendendosi tra l'altro un rischio terribile; ed ora……ed ora invece di cercare la ragazza nuova, Magaho, come in fondo sapeva che avrebbe dovuto fare, stava lì a palleggiare i propri pensieri.
Fa quel che devi, idiota!!!
E come??? Come diavolo dovrei fare, di grazia???
Avvicinala, usa il potere….cerca di richiamare quella visione!!!
No, non se ne parla!!!
Quella ragazza morirà!!!
Non voglio usare l'occhio!!!
Certo, tu lo usi solo quando ti fa comodo, vero??? Anche prima, con Ayako…..non ti sei fatto tanti scrupoli, vero?? A proposito, cosa provi per lei???
Io…..
Tu hai soltanto paura!!!
Forse era vero…prima Sendoh, poi Ayako. Aveva usato il potere nel modo peggiore: per i suoi porci comodi. Aveva ceduto. Due volte in due giorni dopo……dopo quanto tempo??
Che cosa gli stava succedendo?? Cosa doveva fare???
La sua testa era un frullato di dubbi angosciosi e di domande senza risposta a cui si aggiungeva la colpa: un senso di colpa pesante e opprimente come un peso sul cuore, ma……
…….ma in mezzo a tutto questo la cosa peggiore era la consapevolezza che nessuno poteva aiutarlo. Non più, ormai.
Il ragazzo aveva la chiara consapevolezza di essere solo.


Era vero. Dalla morte del maestro Kwuan nessuno al mondo aveva la più pallida idea di che creatura fosse Kaede Rukawa.