L'immagine del nemico

 

5. CONTAMINAZIONE: CENERE SULL'EUROPA


Sopra Parigi il cielo si oscura. Cumuli di deformi cirri metallizzati coprono rapidamente il giallo smorto del sole. In mezzo ai cubi barocchi degli edifici le ombre scemano e lasciano il posto a un grigio-morfina piatto e uniforme tagliato solo dai lampi schizoidi di semafori e fanali allo xeno.
Pamela S. Midori, in arte Pam, si stringe addosso il vestito e impreca. La sua mise Biagiotti misto seta si adatta pochissimo al clima mitteleuropeo.
Dalla Manica tira un vento fottuto che spazza il cielo francese col suono incessante di cento reattori, la Tour Eiffel si staglia contro le nubi lacere come una lama nera mentre migliaia di foglie secche frustano l'aria e le prime gocce di pioggia rancida scendono su Place de La Concorde.
Pam rabbrividisce. Sbadiglia per l'ennesima volta mentre si netta il naso da cui stilla una goccia di moccio misto a sangue.
Pre-crisi, non ci sono cazzi. Tra poco verranno il sudore, la bramosia, il vomito spesso, il mal di pancia i brividi e il disagio: quella sofferenza imponente, al di là di ogni nome.
Intorno a lei: teste frettolose rasate alla Trezeguet e baveri alzati e interferenze blu di pubblicità elettroniche di Armani e fiumi di auto incolonnate come detriti di lamiera e gomma in un fiume senza senso.
- Merda, perché ho accettato questo lavoro del cazzo….. -
Una folata di vento solleva la gonna della ragazza scoprendole le gambe bianche e affusolate e attirando l'attenzione di alcuni passanti. Forse qualche sguardo lubrico che si alza dal gameboy advanced riesce perfino a scorgere la rosa tatuata sull'interno coscia….o forse no. Dopotutto non è importante.
- Quel cazzone di Billy…..dovevo restarmene in Giappone: adesso starei in quel nuovo Gap yakuza sotto la Tokyo Tower e non qui come una scema a cercare……… -
- ……cosa, una dose da due soldi?? -
- Aah…. !!!- la giovane giappo emette un guaito e si volta di scatto. Qualcuno le ha messo una mano sulla spalla.
- Ma chi……….Sonny???? -
- Sono io. -
- Ma tu……. -
Sonny sorride e annuisce. Ha l'aria cool inguainato com'è in un Valentino marrone dal taglio giovane e sportivo. Collirio schiarente e capelli sicilian-type ingellati all'indietro contribuiscono a esaltare l'espressione figa del giovane attore.
Però il suo sorriso ha qualcosa che non va.
Pamela lo guarda con sospetto: - Tu dovresti essere all'estero, mi pare…..……. Joy aveva detto che saresti stato via per due settimane…… -
L'uomo minimizza: - Joy è il regista, ma ciò non vuol dire che possa comandare tutti a suo piacimento. -
- E' vero, ma….. -
Il sorriso all'acido di Sonny si stira oltre le umane possibilità. I suoi occhi brillano liquidi come quelli di un malato terminale di cancro; ha una macchia rossa sul colletto della camicia oversize in seta cotta.
- Sono semplicemente tornato……..- dice - ……..stasera espongono un quadro di Viggo Mortensen alla Gare d'Orsay.-
- Oh…. - Pam lo guarda confusa - …….davvero?? -
- E tu hai bisogno di farti, bellezza. -
- Cosa…….e tu che cazzo ne sai??? -
- Stai tremando, hai le pupille come spilli, ti cola il naso….. -
- Vaffanculo Sonny!!! Ho il raffreddore!!! -
- Allora prenditi un Nuprin. Oppure se preferisci puoi venire con me……. ho qualcosa che è meglio di eroina e crack fumati insieme. -
Sguardo condito di bave di Pam: - davvero?? …….. e….. ma comunque cosa ti fa credere che voglia…….. -
- Fai come vuoi. - Sonny estrae una camel e la accende con un gesto pieno di classe. Poi guarda il cielo del colore di un monitor morto e si tocca la testa preoccupato - Ma decidi in fretta: comincia a piovere e mi si scioglie la mousse. Per quanto…….. -
L'uomo reclina il capo all'indietro e tira fuori la lingua. Una lingua nera e decisamente troppo lunga, ma Pam è così andata che il pensiero neanche la sfiora.
- …….. per quanto, forse era proprio quello che mi ci voleva. -
Sonny comincia a succhiare la pioggia acida.

* * * * *


L'hotel Les Arcs: l'epitome del lusso. Un cinque stelle in pieni Champs Elyseès tutto marmi nordici e arredi in stile Andy Warrol e cameriere tettute e sorridenti.
Se fossimo turisti potremmo proprio spassarcela.
Ma non siamo venuti qui per cazzeggiare. E anche se sono spalmato sulle lenzuola di seta e ho in mano una Beck's e lo schermo della pay trasmette le immagini hight definition di Jenna Jameson in tanga trasparente che lecca la topa rasata di Anita Blond………. ebbene, anche se questa è una situazione che in altre circostanze definirei niente male, proprio non riesco a rilassarmi. Quel cazzo di cliente non si fa sentire e noi siamo bloccati qui e questa situazione comincia a darmi veramente sui nervi.
Irritato, cambio canale. I gemiti in dolby sono sostituiti dalla voce limpida di David Bowie.
Mi alzo e mi stiracchio mentre Modern Love rimbalza contro le pareti.
Prima ho chiamato Nogami: niente.
Kaori è chiusa nella sua stanza. Forse dorme.
Fuori piove. Il rumore del traffico è uno scroscio costante, il vento un rombo sordo.
Sospiro. Guardo la mia sacca da viaggio mezzo disfatta e buttata malamente in un angolo.
Contiene più roba di quanto sembri…..
Cose che sono riuscito a introdurre in Francia: la mia 357 Python naturalmente, 2 tirapugni in titanio-iridio che sono il retaggio di un'altra vita (roba che pensavo non avrei usato mai più), un set di coltelli con lame lisce e seghettate in ceramica, due silenziatori, una quantità imprecisata di proiettili a espansione…….. più tutta la farmacopea del killer: fiale di beta-bloccanti contro il tremito, capsule di metilxantine, qualche dose di ICE per le situazioni di emergenza e altre cazzatelle varie.
Non ne vado fiero e forse esagero, ma in fondo chi se ne fotte. In questo mestiere è meglio essere più che prudenti.
Ripiombo sul letto con uno sbuffo. Il mio cuore batte troppo forte, ho i dorsali pieni di acido lattico.
Come ho già detto: brutte sensazioni.

* * * * *

La luce del corridoio che si spegne oltre il plexiglass slavato della porta. Il rumore di qualcosa che sbatte.
Le cinque e mezzo del pomeriggio e i passi svelti dell'ultimo assistente risuonano negli spazi vuoti.
Il professor Jacques Rockfòrd si allontana dal suo pc e incrocia le braccia dietro la testa, spianandosi un po' sulla sedia reclinabile. Guarda lo schermo ai fosfori verdi che brilla nella tenue profondità al neon, in mezzo ai volumi che ormai hanno colonizzato anche la sua scrivania. Sarebbe facile chiudere le palpebre e non fare più un cazzo. Sarebbe molto facile, in quella luminosità così fioca e piacevole, in quell'utero caldo di scaffali e volumi. Sarebbe fin troppo facile, ma…….
Il libro. Il suo libro. Deve andare avanti. Non può permettersi di cedere neanche per un attimo. No, non nella sua situazione.
Il professore si gratta la folta barba nera e, senza tradire un fremito, si fionda nuovamente sulla pagina di word. Prende a scrivere come un ossesso.
Rockfòrd C. Jacques, 51 anni, una cattedra di professore ordinario di Zoologia degli Invertebrati alla "Marie Curie", un'ex moglie, la passione per i ristoranti etnici, la solita cravatta nera a nodo lasso sopra una semplice camicia bianca. E un destino segnato.
A un tratto un bussare flebile alla porta. Il professore sobbalza, poi dopo un attimo di esitazione dice:
- avanti!! -
- Buonasera professore, ancora qui?? - la sagoma fresca, bionda e sorridente di Sara Baldini lo fronteggia dalla soglia.
- Sara….. credevo di essere rimasto l'unico nel dipartimento. -
- Volevo aspettare che piovesse un po' meno forte per tornare a casa….. -
Jacques fa un cenno e la ragazza si avvicina, si accomoda su una sedia con un fruscio della Sisley a vita bassa.
- Allora….. - il professore si spinge gli occhiali sul naso in un gesto involontario - ……. dimmi un po', come va la tua tesi?? -
- Oh, meglio non potrebbe andare immagino - Sara sorride con la leggerezza di chi sa di avere un futuro - le parassitosi da "serpente di fuoco" sono un argomento interessantissimo…. -
Rockfòrd fa un sorriso storto: - non conosco molte tue compagne che direbbero lo stesso. -
- Beh, forse io sono meno schizzinosa… -
- Comunque cerca di non tralasciare la parte medica: le nuove soluzioni endoscopiche per la rimozione chirurgica del medinensis da aree celomatiche poco superficiali, ad esempio…….. -
- L'intervento di Cheng con la sonda avvolgente?? -
- Bè……. Sara Baldini, tu giochi d'anticipo. -
- Ho recuperato gli articoli dal database la settimana scorsa e……… - lo sguardo di Sara zooma su un punto alle spalle del professore - ……….hei, ma è acqua quella??!! -
- Cosa?? -
Rockfòrd di volta: la parete dietro di lui trasuda acqua come una ferita infetta che eiacula pus. Gocce grosse come monete si uniscono in rivoli e scendono sugli scaffali.
- Merda, si dev'essere rotto un tubo!! Oh, cazzo, i libri!!! -
Jacques scatta come un pupazzo a molla ma una terribile quanto improvvisa fitta allo stomaco lo inchioda. Si porta le mani all'addome, da cui proviene un rumore gorgogliante.
- Professore!!! -
- Sara….. - l'uomo si costringe a sorridere malgrado il dolore - Sara……. comincia a spostare i volumi, io …….io torno subito…. -
- Ma, professore….. sta …….sta bene?? -
- Certo, n-non……. non è niente….. - mugugna mentre barcolla verso la porta.
- Oddio, scende acqua anche dal soffitto!!! Ma che succede??!!! -
Rockfòrd non può più darle retta: esce dall'ufficio piegato in due, senza voltarsi.
Digrigna i denti dal dolore. Un filo di bava gli pende dalle labbra gonfie. La faccia è di un bianco splendente, imperlata di enormi gocce gelide.
Qualunque cosa stia accadendo nel suo studio, ora è un problema secondario.

* * * * *

Place Jussieu. Il campus del 4° - 6° arrondissement è battuto dalla pioggia unta di acido nitrico. Gli edifici dei dipartimenti sono una massa di globi bianco sporco come la sacca d'uova di un gigantesco aracnide. Quando c'è il sole ed è pieno di fighette plasmate da spinning e anfetamine tutto risplende di una radiazione molto trendy, ma adesso……. adesso questa è la Marie Curie: niente più che cumuli di ferro e plastica circondati da un incerto tentativo di giardino all'italiana. Un'illusione.
L'ora è tarda, i viali sono deserti, le aiuole trasudano liquido nero, le rose marciscono con un rumore che risalta decisamente troppo nitido sopra lo scroscio della pioggia, e poi……..
………. e poi, a un tratto, a questi suoni se ne sovrappone un altro. Uno strano pastone: pneumatici sulla ghiaia fradicia incrociati con la chitarra di Mark Knopfler.
Ed ecco che un furgone nero pece irrompe sulla scena. La sua sagoma striscia in mezzo alle siepi fino a fermarsi davanti al blocco del dipartimento di Biologia.
Un gigante smonta dal veicolo. Due metri per almeno cento chili di muscoli rigonfi, evidentissimi anche sotto il tessuto di Prada.
Il tipo si guarda intorno. La sua faccia è del tutto inespressiva, i lineamenti bovini sembrano solo abbozzati, fasulli.
- Pioggia di merda…. - sibila mentre si porta sul retro del camioncino e ne estrae una handycam tutta incelofanata.

* * * * *

- che posto del cazzo…. - Pamela parla tranquillamente al di sopra del cigolio delle molle; non si preoccupa neanche di fingere di godere.
Sonny la sta fottendo con violenza, ma per un'ex attrice porno, per una maguro esperta come lei che è stata chiavata da uomini con cazzi grossi come randelli…….
……..beh, diciamo semplicemente che per Pamela Midori sedici centimetri e mezzo di erezione sono una roba tutta da ridere.
Così si guarda semplicemente intorno con scazzo, mentre l'uomo la pompa a più non posso e le pastrugna le tette con una mano, ravviandosi ogni tanto i ciuffi di capelli nodosi di L'Oreal che gli ricadono davanti agli occhi.
- Allora……. Che cazzo di posto è ??? -
- Non…..è …….questo il momento….. -
- Ma….. -
Sonny ansima come un asmatico, il suo sguardo è vitreo e disperato mentre le ficca la lingua in gola, azzittandola.
Pam tiene gli occhi aperti e guarda il soffitto: grossi tubi incerottati, macchie scure d'umidità, alghe…….
Alghe????
- Mmmpff ….. e staccati, Diocristo!!! - respinge Sonny con forza.
Lui rimane con l'enorme lingua a penzoloni, la guarda in modo vacuo.
- Pendono delle schifezze dal soffitto!! - protesta lei.
- Oh……. u-uh, sì…. e allora?? -
- Quelle cose…….. mi sembra che si allunghino!!! -
- Stai avendo una crisi….. -
- Ah sì, eh?? E dove cazzo è quella cosa che mi avevi promesso?? -
- Quella cosa?? La vuoi?? -
- Sì, sì, allora??
- La vuoi ora?? -
- No, cazzo, l'anno prossimo!!! Razza di coglione!!! -
Sonny si scosta leggermente e si guarda il pene duro e pulsante.
- Okay….. -
Penetra nuovamente Pam, con violenza.
- Cosa cazzo credi di fare, sottospecie di demente!! - strilla lei. Artiglia la faccia del giovane attore, ma lui non se ne dà pena. Le scosta la mano e sorride, bello e abbronzato come non mai.
- Scccct…… - dice - rilassati, andrà tutto bene. -
Pamela s'interrompe…..sgrana gli occhi. Sente qualcosa di strano, sente…….
……..sente il cazzo di Sonny che si trasforma dentro di lei!!
- Uahhh… che cazzo..!!!?? -
- Buona, buona…..ah, sì..oh, ancora un attimo.. -
- Staccati, staccatiii, mi fa malee!!! -
Il pene del giovane attore si allunga dentro Pam. La ragazza sente che le preme contro la bocca dell'utero, che si muove………
…….. che si muove come un tentacolo!!!
- AAAAHHH!!! CHE MI FAI PEZZO DI MEEE…..UAAAHHH!!! -
Sonny ansima sempre più forte, il suo respiro contrasta gli strilli di Pam.
Le alghe scendono dal soffitto, srotolandosi come serpi…..

* * * * *

Il professor Rockfòrd si piega sulla tazza del cesso. Emette due ragli striduli e vomita grossi grumi bianchi. Ansima qualche secondo, cerca di riprendere il controllo del respiro, poi vomita ancora. Sangue e bava.
E' sempre così da quando il tumore si è metastatizzato.
Il dolore non scompare mai del tutto, la nausea è sempre dietro l'angolo. Come la morte.
Rockfòrd si pulisce la bocca. Tremebondo, col cuore che batte come un martello, col sapore dei suoi succhi gastrici in gola, cerca di ricomporsi.
Osserva il suo riflesso nel piccolo specchio. La lucida superfice è scheggiata in modo tale che una ragnatela di frammenti viene a sovrapporsi al suo viso.
Il professore sorride amaro: una persona meno smaliziata vi leggerebbe un sinistro presagio, ma lui….. -
- Professore, oddìo…. - la voce di Sara, dal suo ufficio. - Professore, presto, qui ….. -
- Un…un secondo, Sara!!! -
- Oddìo, oddìo, viene giù acqua dappertutto, è come…… ci sono…. ci sono delle alghe!!!! -

* * * * *

L'edificio del dipartimento di biologia trasuda acqua in modo innaturale: è evidente anche sotto l'acquazzone. Enormi macchie scure come di sangue si dilatano sulla facciata, intorno alle finestre dell'ultimo piano.
Il bestione ipertrofico sorride e solleva più in alto la telecamera.
- Manca poco, ormai …. - sussurra.
Lentamente comincia a staccarglisi un pezzo di faccia.

* * * * *

Ormai Pam urla di dolore più che di ribrezzo: il cazzo di Sonny non smette di crescere dentro di lei.
- UAAAHHH!!! BUAAAAAAHH!!!! - strilla come un'ossessa, quasi in stato di shock, le unghie affondate nel viso ghignante di Sonny.
- Un attimo bellezza……oooh…ssìì ….. un attimo e…. -
Sonny Barnel, incurante della presa di Pam, chiude gli occhi e si immobilizza all'improvviso.
- …..vengo, vengo…. -
Pamela sgrana gli occhi, lancia uno strillo acutissimo.
Sonny si inarca: - Vengoooo!!!! Sììììì!!!!-
Un orribile scricchiolìo: il rumore di una tremenda lacerazione.
Pamela emette un verso inumano.
L'addome le si deforma in modo indicibile. C'è una specie di risucchio soffocato.
Sonny scrolla le spalle e ghigna.
Una specie di serpente striscia nella pancia di Pam.

* * * * *

- Alghe?? Ma che diavolo dici, Sara?? -
Il professor Jacques Rockfòrd apre la porta del suo ufficio.
C'è un immenso botto, un rumore assordante.
La faccia di Sara Baldini esplode.
- Che cazz…. -
L'uomo vola all'indietro, si spiana per terra come un fagotto.

* * * * *

I vetri dell'ultimo piano si sbriciolano per lo spostamento d'aria.
Il cameraman zooma su una finestra in particolare: ne volano fuori un braccio e grossi zampilli di sangue.
Mentre ride la faccia dell'uomo si stacca del tutto.

* * * * *

Pam si calma di botto: attraverso un velo di lacrime vede Sonny che si pettina il ciuffo con un tubetto di L'Oreal tascabile.
Ha tirato fuori il cazzo dalla sua figa, però….. però qualcosa è rimasto dentro di lei.
Un tentacolo, un serpente….una roba così.
Non è una cazzata. Lo sente strisciare dentro al suo corpo.
Con vaghezza avverte che dovrebbe essere spaventatissima e disperata, ma non è così. Per qualche misterioso motivo quella cosa che si fa strada dentro di lei la fa sentire bene. Sorprendentemente bene.

* * * * *

Rockfòrd si rialza dal pavimento. Si massaggia il collo con le mani che tremano come quelle di un vecchio col Parkinson. Era appena entrato nel suo ufficio…… e poi??
Che diavolo è successo dopo?? Rockfòrd non ricorda: nella sua mente c'è un vuoto, come due frammenti mal giuntati.
In un sussurro la sua bocca pronuncia il nome "Sara".
Non ha molto senso: non ha la più pallida idea di chi sia questa Sara, e anzi non ha mai conosciuto una Sara in vita sua.
Il professore si guarda attorno: i libri, la scrivania, il pc, la sfilza dei suoi diplomi…….
…..la finestra: il vetro è andato in frantumi. La pioggia battente sta bagnando la moquette.
Come cazzo è possibile??
L'uomo si avvicina, esamina le schegge di vetro.
C'è qualcosa, per terra, in un angolo.
Una tetta. Una tetta lorda di sangue.

* * * * *

Il cameraman ripone la Handycam e sale sul furgone. Si allontana lentamente.
Per terra, sul viale, resta la pelle sfilacciata della sua faccia.

* * * * *

Un suono dal nulla. Apro un occhio.
Il telefono, Diocristo.
Mi alzo dal letto e incespico nel lenzuolo.
Ho la testa che duole come un dente cariato. Dormire di pomeriggio è sempre un'idea del cazzo.
Mentre tiro su la cornetta mi ricordo di dove mi trovo: non sono in Giappone, sono in Francia, a Parigi, in una camera d'albergo, sulle tracce di misteriosi terroristi o di un'illusione; fuori diluvia e questa telefonata…….
Sospiro, cerco di schiarirmi la mente.
- Pronto. - dico nel microfono.





Torna all'Indice capitoli