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TRA LE BRACCIA DEL MALE

 


I

La nera notte scintillava di stelle, l'odore penetrante dell'erba umida di rugiada si mescolava a quello del muschio cresciuto sui fusti secolari degli alberi. La Foresta Proibita pulsava di vita nascosta. I Centauri trotterellavano lontani dagli sguardi umani, fissando gli astri luminosi, traendone misteriose profezie. E più giù, nel profondo della vegetazione, sicure e celate, altre vite pulsavano all'unisono con il cuore della Foresta.
Come un'ombra tra le ombre un uomo scivolava silenziosamente, stringendosi nel mantello nero. Senza mai voltarsi, senza mai fermarsi, procedeva con la sicurezza spedita di chi avesse compiuto quel tragitto più di una volta. Eppure non agiva con imprudenza, ma con la consapevolezza della propria forza. Una forza aumentata dalla consapevolezza di non essere solo, non più almeno.
Dietro le cime scure degli alberi, all'interno del Castello, una donna aspettava, fissandosi in uno specchio, come se non vedesse la propria immagine riflessa, ma quella dell'uomo, come se potesse, in questo modo, vigilare su di lui, ed avvertire il pericolo.
Fuori, non nella Foresta, ma oltre, il Male aspettava, e bramava il suo tributo di sangue. Un abisso di disperazione e paura, pronto a colpire: e l'uomo doveva combatterlo, e farlo con le sue stesse armi occulte e nascoste.
La donna sfilò una rilucente pietra verde dalla cornice dello specchio e la reinserì nel ciondolo a forma di occhio dal quale non si separava mai, lo accarezzò e poi lasciò scivolare la punta delle dita sull'altro ciondolo che teneva caro quanto e più del primo, un serpente di smeraldo attorcigliato in maniera tanto complessa da simulare la forma di una stella.
Poggiò la testa sulla superficie liscia dello specchio e socchiuse gli occhi. Anche per questa volta, si disse, almeno per questa volta è salvo e sta tornando. Si riscosse e gettò una manciata di fiori secchi e dall'odore penetrante nel fuoco quasi spento del caminetto. Il fumo salì in volute verso l'alto, riempiendo la stanza di un aroma delicato e sensuale. Sciolse i lunghi capelli sulle spalle e si sedette davanti al fuoco, aspettando.
L'uomo attraversò il giardino e salì i primi gradini che portavano al Castello, estrasse la bacchetta magica e con una mossa elegante fece aprire i pesanti battenti di legno intarsiato.
Davanti a lui Albus Silente aspettava.
" Bentornato, Severus. "
L'uomo avvolto nel mantello nero si tolse il cappuccio che gli copriva il volto, e fissò con uno sguardo indecifrabile il vecchio Preside. Fece qualche passo fino ad un enorme camino e protese le mani per riscaldarsele, Silente ebbe l'impressione che quel gesto servisse a prendere tempo.
" Che c'è, Severus? "
Il mago gettò la testa all'indietro e si lasciò pervadere dal calore, ma il suo viso non tradì alcun piacere, né alcuna gioia.
" I Dissennatori. "
Silente fece un mezzo giro su sé stesso e fissò il fuoco scoppiettante.
" Torneranno al loro vero padrone… "
" No, non torneranno, Albus. Lo stanno facendo adesso. A sciami abbandonano Azkaban e si dirigono verso Voldemort. Dietro di loro lasciano solo una scia di desolazione e disperazione. "
L'espressione di Silente era di profondo dolore, ma anche terribile e implacabile.
" Grazie, Severus. Non ti tratterrò oltre, per oggi ti ho già dato preoccupazioni a sufficienza. "
Piton mosse le labbra come per aggiungere qualcosa, ma strinse le spalle e si avviò verso la sue stanze.
In un'altra ala del castello Harry Potter, il ragazzo che era sopravvissuto a Voldemort, l'unico essere umano che fosse rimasto immune alle maledizioni del perfido mago, si rigirava nel letto. Stava sognando. Gli sembrava di essere immerso nell'oscurità, senza potersi muovere, senza poter gridare aiuto. Gli sembrava che una voce fredda e penetrante, la voce di Voldemort, gli stesse parlando: gli chiedeva di seguirlo, di diventare il suo discepolo. Poi Harry sentì un'altra voce, forse era quella di suo padre, che lo implorava di svegliarsi, e…si svegliò in preda alla nausea, con la cicatrice a forma di saetta che gli bruciava sulla fronte.
Poco distante dal dormitorio di Harry, Remus Lupin scriveva una lettera al suo migliore amico, Sirius Black, il padrino di Harry. Remus mordicchiò distrattamente la penna d'oca e poi la intinse nell'inchiostro, una goccia nera scivolò a macchiare la pergamena. Il mago sospirò e si alzò per sgranchirsi le gambe. Che cosa poteva scrivere a Sirius? Che Harry stava bene, che Voldemort non si era fatto ancora vedere, che Piton continuava a portare informazioni a Silente…e quando sarebbe tornato lui? Lupin si disse che se Sirius fosse stato nei paraggi si sarebbe sentito più tranquillo…c'era qualcosa nell'aria che non riusciva ancora a spiegarsi, un pericolo tanto nascosto quanto imminente. Dopotutto, si disse, con Voldemort in libertà è normale avere paura, eppure…era come se ci fosse qualcos'altro. Pensieroso si passò una mano tra i capelli, e si chiese se non fosse tutta colpa della prossima luna piena.
Aura sentì il cigolio della porta alle sue spalle " Questa volta ci sei andato troppo vicino, ho avuto paura. "
Severus si sfilò il mantello e lo buttò distrattamente sulla scrivania. Osservò il grande specchio poggiato alla parete davanti a lui, poi la donna, e si lasciò cadere su una vecchissima poltrona " I Dissennatori stanno lasciando Azkaban. "
" Lo so. Ho visto. "
" Dovresti avere paura di questo, non per me. "
Aura gli scoccò un'occhiataccia, ma poi sorrise " Non avevo alcun dubbio che tu saresti tornato. "
" Stai mentendo spudoratamente. "
" Devi essere stanco, preferisci che resti o che vada nella mia stanza? "
Piton le tese una mano " Resta. "
Harry Potter non fece colazione. Hermione Granger e Ron Weasley si chiesero per tutta la mattina cosa avesse il loro migliore amico; Harry non era mai stato tanto silenzioso e tanto assorto. Non aveva aperto praticamente bocca, non era stato nemmeno lontanamente toccato dal profumo intenso delle salsicce e di tutte le prelibatezze che ogni mattina comparivano sui tavoli della Sala Grande di Hogwarts, e quando Ron gli aveva fatto vedere un articolo su Viktor Krum sulla Gazzetta del Profeta non aveva risposto che con un vago mugugno. Decisamente era stranissimo.
Harry continuava a provare il senso di nausea della notte precedente, la stessa spossatezza, ma non poteva parlarne con i suoi amici…che cosa poteva mai raccontare? Di aver sognato Voldemort e di essersi tanto spaventato da non riuscire più a connettere? No, si disse, meglio aspettare che questa tremenda sensazione passi da sola. Il giovane Potter sapeva che in passato la cicatrice lasciatagli da Voldemort aveva cominciato a dolergli quando il mago minacciava di tornare a vendicarsi, ma per questa volta, si disse, sono così protetto che certamente lui non verrà…poi, in qualche modo, l'idea di dover passare una giornata ad Hogsmeade lo aveva distratto e aveva ripreso a comportarsi più o meno normalmente .
Severus Piton si sistemò l'abito nero con riluttanza. Fece scorrere lo sguardo su alcune piccole fiale e provette che teneva in fila sulla scrivania e ne prese alcune che infilò nelle tasche nascoste del mantello. Poi fissò attraverso lo specchio la donna che si stava vestendo, percorse il suo corpo con lo sguardo e ricordò a sé stesso che per quella mattina avevano fatto già tardi.
" Non voglio andarci. "
Aura non fece troppo caso a quelle parole, si alzò e prese un paio di guanti neri che passò a Piton. Frugò brevemente in un armadio e prese uno dei mantelli dell'uomo, lo indossò " Posso metterlo? Non ho tempo di andare in camera mia a prenderne uno. "
" Non intendo uscire di qui. "
La donna sospirò " Non vuoi venire ad Hogsmeade? "
" No. " Piton cominciò ad aprire la fibula che gli fermava il manto su una spalla.
" Va bene. Silente non ne sarà contento…ma potresti sempre restare a preparare qualche pozione che ci sia utile in caso di emergenza. Ne approfitterò per chiedere a Remus di farmi vedere la Stamberga Strillante, l'ultima volta non sono riuscita a visitarla tutta. "
Piton le lanciò uno sguardo traboccante di rabbia, ma si rimise a posto la spilla a forma di serpente " Muoviamoci. "
Aura ridacchiò e strinse Severus in un abbraccio inaspettato quanto rapido, poi corse a spalancare la porta e trascinò il professore di Pozioni verso il cortile della scuola.
La professoressa McGrannit stava parlottava con Hagrid alla testa della spedizione di studenti, seguita dagli altri insegnanti che vigilavano perché si mantenesse l'ordine; Piton ed Aura restavano sempre abbastanza indietro da non permettere agli studenti che chiudevano la fila di sentire i loro discorsi. Ogni tanto il mago lanciava occhiatacce a Lupin che molto più avanti camminava al fianco di Harry Potter, e prendeva mentalmente nota di tutti i punti che avrebbe dovuto sottrarre agli studenti del Grifondoro che non avanzavano abbastanza rapidamente.
Hogsmeade era un posto affascinante, assolutamente meraviglioso. Aura ricordava la prima volta che c'era stata, come Severus le avesse mostrato tutte quelle cose fantastiche, e come lei ne fosse rimasta ammaliata. E ricordava come tutte le emozioni di quel giorno non fossero state neanche lontanamente paragonabili a quelle che provava in ogni singolo secondo di tempo passato con Severus. Lo guardò e tremò pensando a quello che aveva visto attraverso lo specchio la notte precedente. Se soltanto Silente si fosse reso conto di quanto fosse pericoloso mandare Piton a spiare i movimenti dei Mangiamorte…no, si disse Aura, è stato proprio Severus ad offrirsi come spia, anche se adesso Voldemort sa di essere stato tradito e farà di tutto per ucciderlo…tutto per proteggere Harry Potter, l'ultima speranza per gli esseri umani. Un tempo Piton era stato un Mangiamorte tra i più attivi, ma poi alcune circostanze lo avevano portato ad allearsi con Silente ed a mettere in gioco la sua stessa vita per proteggere Potter. Aura non dimenticava di essere stata salvata già due volte da una morte certa dall'uomo che amava: al tempo in cui Severus faceva ancora parte dei seguaci di Voldemort, e poi solo pochi mesi prima. Si chiese per l'ennesima volta come potessero la maggior parte delle persone non avere fiducia in Severus, ed anzi, dubitare della sua lealtà per Silente.
Piton non era certo un uomo accattivante, aveva un aspetto tetro, e modi spesso discutibili, per non parlare della sua stravaganza; eppure non c'era voluto molto prima che la donna si rendesse conto che si trattava di una copertura per proteggersi dalla pessima fama che il suo passato di mago oscuro gli aveva fornito.
Il professore di Pozioni, intuendo la natura dei pensieri di Aura, le strinse fugacemente una mano per quel tanto necessario a tranquillizzarla ed a non farsi vedere da nessuno.
Gli studenti si dispersero per i negozietti di Hogsmeade, e buona parte degli insegnanti si infilò al pub, I Tre Manici di Scopa, per prendere una burrobirra.
Aura rimase con Piton nella piazzetta ad osservare i ragazzi che sciamavano qua e là, poi la sua attenzione fu attratta da Potter; lo fissò attraverso la vetrina di Mielandia, e si chiese perché stesse improvvisamente barcollando. Quando vide Hermione e Ron che afferravano l'amico prima che svenisse si girò verso Piton per avvertirlo che stava succedendo qualcosa di strano, ma l'espressione di Severus la bloccò per un attimo. Senza fiatare vide l'uomo che si stringeva convulsamente il braccio sinistro, e le bastò un istante per realizzare la situazione.
Afferrò la mano di Piton e lo trascinò verso Mielandia, vide Remus Lupin e la McGrannit che uscivano ridacchiando dal pub e gridò con quanto fiato in gola che erano in pericolo. In pochi istanti raggiunsero Harry… Lupin prese il ragazzo tra le braccia e corse fuori, verso Hogwarts. Hagrid scelse quel momento per attraversare la piazzetta, senza sapere che stava succedendo qualcosa di brutto; gettò un'occhiata distratta verso Mielandia e aprì la bocca in un grido selvaggio indicando qualcuno oltre il gruppetto che aveva davanti. Minerva McGrannit estrasse la bacchetta, e la puntò contro una decina di uomini incappucciati e nerovestiti. Un'esplosione di luce gialla bastò a richiamare l'attenzione dell'intera Hogsmeade.
" Andate! " gridò la McGrannit " Correte al castello! "
Il professor Vitious e la professoressa Sprite si misero ai lati della Vicepreside, con le bacchette pronte a colpire, Hagrid li raggiunse in un secondo puntando il suo ombrello rosa ( che conteneva le due parti spezzate della bacchetta che aveva utilizzato da studente ). Remus Lupin stava già correndo verso il castello, verso Silente. Piton e Aura fecero per schierarsi con la McGrannit, ma Hagrid spinse Severus nella direzione opposta e strillò che dovevano proteggere Harry.
Con riluttanza Piton si staccò dal gruppo dei duellanti, afferrò piuttosto brutalmente Aura e corse verso Remus, seguito da Hermione, Ron e qualche altro studente.
La donna sentiva i passi ravvicinati degli inseguitori che gridavano incantesimi che colpivano a casaccio qua e là, evitandoli per pura fortuna. Piton puntò diverse volte la bacchetta alle proprie spalle mentre i suoi incantesimi arrivavano quasi sempre a destinazione bloccando, rallentando e ferendo i Mangiamorte che li inseguivano.
Poi accadde. Remus Lupin inciampò e cadde facendo rotolare Harry a diversi metri di distanza. Piton si fermò e si voltò per combattere, pronto a vendere cara la pelle.
Aura sospinse Ron e gli altri verso gli alberi, Lupin rimase a terra per qualche istante prima di sfoderare la bacchetta e di mettersi al fianco di Severus.
Potter era rimasto a terra, svenuto. Aura lo raggiunse e fece l'unica cosa sensata: strinse il ciondolo a forma di occhio che conteneva la pietra filosofale realizzata da alchimisti babbani e si mise davanti ad Harry per fargli da scudo.
Cinque dei Mangiamorte che avevano visto ad Hogsmeade erano pronti a fronteggiare due maghi, una babbana, e un pugno di studenti.
Lupin riuscì a stendere uno dei cattivi, ma prese in pieno un colpo e finì dritto a terra, svenuto come Harry. Piton, che per conoscenza di potenti maledizioni non ci andava per il sottile, si liberò con relativa facilità di due degli incappucciati.
Ma uno di quelli che rimanevano in gioco ridacchiò, ed Aura intravide dei capelli biondi che sbucavano dal cappuccio, e sentì una voce fredda e strascicata vagamente familiare.
" Severus, fatti da parte. Dacci Potter, e questo ti risparmierà la vita…per adesso. "
" Togliti di torno Lucius! Non c'è competizione: sai benissimo che ti polverizzerò in un attimo… "
" Severus, Severus, Severus… " Lucius Malfoy rise malignamente " Il Maestro sarà contrariato! "
Piton lo guardò senza nascondere il suo disgusto, ma sorrise crudelmente " Ti do solo pochi istanti, poi cadrai a terra bruciando, tu ed il tuo sgherro. "
L'incappucciato lo fissò con odio " Avresti potuto avere i massimi onori, ma ti sei ridotto davvero male…custode dei babbani, amante di una di loro…mi fai schifo. "
La punta della bacchetta di Piton scintillò pericolosamente.
" Non crederai che siamo venuti soli, no? " disse Malfoy.
Intanto Ron e Hermione erano usciti dal loro nascondiglio e si erano avvicinati ad Harry e Aura.
" Andatevene via! "
" No! Harry sta bene? " Ron si inginocchiò al fianco dell'amico, seguito da Hermione.
" Per carità, andatevene! "
Lentamente uscì dagli alberi anche Draco Malfoy, fissando suo padre con un'espressione indecifrabile.
" Vi supplico, è già difficile così, tornatevene lì dietro… "
Lucius Malfoy fece un cenno con la mano e dalle ombre della foresta si materializzarono a decine dei Dissennatori. Piton sussultò, ma rimase immobile. Aura da principio non li vide, ma avvertì una sensazione di profonda disperazione, poi stringendo saldamente il ciondolo a forma di occhio riuscì a distinguere le orride forme di quei mostri…non avrebbe trovato parole per descriverli; esili ed alti, avvolti in luridi teli simili a sudari, come tanti cadaveri putrescenti che scivolavano quasi senza toccare terra, silenziosamente…paura, pensò Aura, paura è la parola esatta per descrivere quello che sento.
Piton la fissò, e per un solo istante lei vide fremere un muscolo sotto la pelle del suo volto pallido,ma la sua espressione era quella indecifrabile di sempre. Gli occhi di Severus scintillarono, ed Aura ebbe l'impressione che lui volesse dirle di non aver timore. Annuì lentamente e cercò di liberarsi dalla sensazione di disperazione.
Lucius Malfoy rise.
Piton esitò, doveva colpire prima Malfoy o scagliare il suo Patronus contro i Dissennatori? Dalla sua scelta poteva dipendere l'esito dello scontro, la vita di tutti loro, la vita di Aura.
Malfoy colse l'occasione al volo. Indirizzò un formidabile incantesimo contro Potter. Piton riuscì, in parte a deviarlo, Aura assorbì con il suo medaglione il resto della maledizione. Ma Malfoy ne scagliò un'altra in sequenza, e questa volta riuscì a colpire di striscio Harry e la donna, colpendo in pieno solo Ron e il proprio figlio, Draco.
Malfoy scomparve ridendo, seguito dal suo compagno, mentre i Dissennatori sciamavano, attaccando…
" Expecto Patronum! " Piton gridò.
Una forma argentata si aggirò tra le luride sagome dei Dissennatori mettendone molti in fuga.
" Expecto Patronum! " gridò Piton ancora una volta, e la figura argentata vorticò tra i mostri rimasti, allontanandoli e sospingendoli lontano. Piton tirò un sospiro di sollievo, mentre il suo Patronus scompariva.
Aura gli corse incontro e gli gettò le braccia al collo, Severus la strinse e poi la scostò lentamente, facendo un cenno verso tutti gli altri.
La donna ritrovò il controllo delle proprie emozioni e si rese conto che la maledizione scagliata da Lucius Malfoy aveva avuto più conseguenze di quante non avesse creduto. Ron Weasley giaceva riverso, con gli abiti e la pelle lacerata. Hermione era semplicemente ammutolita dal terrore. Poco distante Draco Malfoy restava immobile, disteso sull'erba. Potter era ancora svenuto, immobile, con gli occhi vacui.
" Mio Dio…Severus, cosa è successo?! "
L'uomo la fissò cupamente " Ancora troppo poco, secondo i criteri di Voldemort… "

II

Silente attraversò l'infermeria a grandi passi. Aura stava abbracciando Arthur Weasley e sua moglie Molly, mentre Piton restava in disparte, giocherellando nervosamente con la bacchetta magica. Minerva McGrannit era china sul letto di Hermione, con una lacrima che spuntava furtivamente da sotto gli occhiali.
" Dio mio, Arthur… " disse Aura " Se soltanto avessi potuto fare di più…mi dispiace immensamente… " ed i suoi occhi blu si incupirono.
" No, non devi preoccuparti " il signor Weasley aveva la voce incrinata " Se tu non ci fossi stata probabilmente Ron, Hermione ed Harry sarebbero morti… "
" Ma io non ho fatto niente. Se devi ringraziare qualcuno quello è Piton! "
Arthur Weasley si diresse verso il professore di Pozioni e gli strinse calorosamente la mano, sorprendendolo con una tale attenzione.
Silente sorrise e prese la mano di Molly Weasley " Mia cara, sono certo che Ron si riprenderà in pochissimo tempo: certamente la sua casa sarà il posto migliore per la convalescenza. E sono sicuro che, entro due settimane, Ron sarà ancora qui a scherzare con i suoi amici. "
La signora Molly si riscosse " Come sta Harry? "
" Oh, dacci tempo, Molly. Ancora un po' e saremo certamente in grado di risvegliarlo. Ma voi, piuttosto, state in guardia: sono tempi duri per chiunque voglia mettersi sulla strada di Voldemort. "
I Weasley trasalirono. In pochi osavano pronunciare il nome di Voldemort.
" Ma ora andate. Una carrozza vi porterà fino a casa, e Madama Chips verrà con voi per assicurarsi che durante il viaggio Ron non abbia bisogno di nulla. "
Aura salutò con tutto l'affetto di cui era capace Arthur e Molly e diede un bacio a Ron, mentre lo portavano fuori dall'infermeria.
Poi si avvicinò ad Hermione e le sorrise " Ron si rimetterà in sesto in pochi giorni, vedrai. Harry…lui si starà svegliando proprio in questo momento, ne sono certa. "
Hermione annuì debolmente, e poi si assopì sotto l'effetto di un sonnifero.
Aura fece un cenno a Piton e lui si avvicinò, istintivamente la donna gli sistemò una ciocca di capelli ribelli dietro un orecchio. Poi guardò un altro letto con le tende tirate tutt'intorno e sospirò " Pensi che lo abbia visto? "
" Suo padre? Si… "
" Ha visto suo padre che lo colpiva, sapendo che avrebbe potuto ucciderlo… "
Aura scostò le tendine e sedette sulla sponda del letto " Ehi, Draco…stai bene? "
Il ragazzo fissava il soffitto vacuamente, la pozione soporifera era rimasta imbevuta sul comodino.
" Draco? Dovresti berla, sai… "
Gentilmente aiutò il ragazzo a sollevarsi un poco, e gli fece bere qualche sorsata della medicina.
" Sono certa che tuo padre non ti volesse colpire, forse non ti ha visto…lui, non è riuscito ad opporsi a Voldemort…io… " si morse le labbra e guardò Piton tristemente, mormorandogli mentre Draco si addormentava " Io non so che dirgli…non so assolutamente cosa fare… "
Sirius Black era arrivato come una furia. Lupin gli aveva spedito un gufo in tutta fretta, e non appena lo aveva visto gli era corso incontro con il cuore a pezzi. Remus aveva promesso a Black di vigilare su Harry, ed aveva fallito. Non c'era nessuno che potesse distoglierlo dall'idea di avere mancato al suo dovere.
Sirius era furioso, e più che disposto ad attaccar briga con il suo rivale di sempre, Piton.
" Devi essere fiero adesso che i tuoi compari hanno quasi ucciso Harry! "
Severus sbuffò " Non mi do pena di risponderti, dal momento che so che sei tu…inguaribile idiota. "
Ma né Silente né altri erano in vena di ascoltare le loro stupide litigate. Ed anche Black, non appena vide Potter, perse ogni vena litigiosa.
Il ragazzo era rimasto con gli occhi spalancati sul nulla assoluto.
" Che cosa ha? " chiese Sirius con la voce arrochita dalla preoccupazione.
Silente si lisciò la barba con una mano e guardò gravemente il mago " Credo che Voldemort in qualche modo lo stia trattenendo in una specie di limbo…un luogo che non appartiene totalmente né alla veglia né al sonno. "
" Ma cosa vuole fare, voglio dire, cosa otterrà trattenendo Harry in quel…in quel limbo? "
" Questo non lo so, ma ho un'idea: che voglia esaurire ogni sua energia. Tuttavia resta solo un'idea. Possiamo provare a risvegliarlo, ma non sono certo che ci riusciremo così semplicemente…Severus può aiutarci, certamente conosce meglio di noi le opere di Voldemort. Ti prego, Severus, c'è qualche incantesimo che puoi eseguire? "
Il mago avanzò e guardò distrattamente Potter disteso sul letto " Non penso che sia la strada giusta, ma tenterò…" estrasse la bacchetta magica e si concentrò per qualche istante " Lenire tenebras! " sussurrò, e Harry si agitò per un attimo come se fosse sul punto di svegliarsi " Lenire tenebras! " ma non successe nulla.
" Posso provare in un altro modo…ehm…Invicta lux! " ma questa volta il ragazzo rimase totalmente immobile, come se l'incantesimo non lo avesse toccato.
Piton scosse la testa " Non è questo il modo. Dopotutto potrebbe provarci Remus, è lui l'esperto di Difesa contro le Arti Oscure… "
Lupin sussultò " Io…non credo di essere in grado. Non conosco questo genere di incantesimi… "
" E' una magia molto complessa, nessuno la ha più usata da migliaia di anni…esattamente quello che potevamo aspettarci da Voldemort; malvagio, ma sempre geniale. " Silente socchiuse gli occhi e fissò il muro.
Black decise che era il momento di perdere la testa e indirizzò un'occhiata rabbiosa a Piton " Sei sicuro di avere fatto tutto quello che potevi? Non mi sembra che fossi così concentrato… "
" Idiota! " sibilò il mago.
" Ora smettetela. C'è senza dubbio una soluzione. Basta…basta trovarla. "
Severus guardò Aura e inarcò un sopracciglio.
" Severus, hai detto che la strada giusta per riportare Harry tra noi non è quella degli incantesimi…a cosa ti riferivi? "
" Saprò dirvelo con certezza tra poco… " uscì facendo svolazzare il mantello nero dietro di sé.
Black fece due passi fino ad una grande finestra e la spalancò rabbiosamente, Lupin lo guardò con tristezza " E' colpa mia. "
" Stupidaggini. E' colpa di Voldemort e di quelli come lui, quelli che lo seguono. "
" Ma se fossi stato più attento…se avessi dato ascolto al mio istinto… "
" Accidenti, Remus, smettila! Non c'è nulla che possiamo fare, noi non sospettavamo nemmeno che potesse succedere niente di simile… "
Lupin fissò Silente " E Ron, Hermione come stanno? "
" Se Ron fosse rimasto sotto il fuoco dell'incantesimo di Malfoy per solo qualche istante di più sarebbe morto…se Piton non lo avesse deviato, ed Aura assorbito…ha avuto tutte le cure necessarie, e trascorrerà un breve periodo a casa, tra i suoi genitori, suppongo che così potrà riprendersi più in fretta. Hermione sta bene, ha solo preso un bello spavento. Ma chi mi preoccupa… "
" E' Draco… " concluse Aura " Che ha visto suo padre pronto a sacrificarlo per raggiungere gli scopi di Voldemort. "
Black sbuffò. Lupin sollevò lo sguardo su Harry " A quanto pare nessuno che tocchi Voldemort, in un modo o nell'altro, può rimanere indenne… "
Aura avrebbe replicato, se Piton non fosse rientrato con un voluminoso tomo della Sezione Proibita della Biblioteca.
" Qualcuno di noi deve andare a prenderlo. "
Black sussultò " Cosa?! "
" Uno tra noi deve immergersi nel limbo creato da Voldemort e provare a riportare in superficie Potter, ammesso che ci riesca, e ammesso che riesca a tornare indenne…ho preso una pozione che provoca un sonno molto simile a quello di Potter. Dopotutto è un rischio già berla, figuriamoci se si riuscisse a raggiungere il limbo di Voldemort…un luogo fatto di incubi… "
Silente fece un passo avanti " Naturalmente andrò io. "
" NO! " gridarono in coro quattro voci, Lupin diede sfogo alla preoccupazione di tutti " Preside, lei è l'unica vera barriera che ci separa da Voldemort; non può andare e rischiare di lasciare Hogwarts senza difese! "
Silente si fermò soprappensiero.
" Vado io! " Disse Lupin.
" E' fuori questione…non sei in condizione di farlo e non conosci questo genere di magie… " Black si alzò " Tocca a me, come padrino di Harry. "
Piton ridacchiò " Oh, e così ti senti in grado? Non sprecarti, Sirius. Era sottointeso che fossi io ad andare. L'unica persona qui dentro che conosca davvero Voldemort ed i suoi incubi… "
" Non essere ridicolo, credi che ti lascerei immergere lì dentro con la vita di Harry appesa ad un filo? Non ho garanzie che tornato al tuo elemento naturale tu non decida di riprendere le vecchie abitudini… "
" Non hai scelta. "
" C'è una scelta, invece. " Severus rabbrividì.
" No! "
" Invece si. Silente non deve lasciare Hogwarts in pericolo, Lupin non può affrontare questa prova, Black non ne sa niente, e tu…non ti lasceranno andare. "
" Ne sai molto meno di Black…non ti lascerò fare una simile sciocchezza… "
" Io andrò. " Aura strinse i ciondoli da cui non si separava mai " Ho la mia arma segreta, le mie armi segrete… " disse con un sorriso riluttante.
" E' pura pazzia! " mormorò Black " Per una volta sono esattamente d'accordo con Piton. Andrò io, non preoccupatevi. "
Aura fece un gesto deciso con la mano " Ho detto che sarò io e non altri a bere quella pozione. Preside cosa ne pensa? "
Silente socchiuse gli occhi fino a formare due enigmatiche fessure " Ebbene…se credi di essere in grado di farlo, devi andare. "
" Mi oppongo! " strillò Piton, e strinse freneticamente la boccetta con la pozione.
La donna allungò le mani fino a quelle del mago contratte sul piccolo contenitore dei cristallo " Dammela! " disse " Non c'è scelta, lo sai. Se io fallisco qualcun altro dovrà ritentare, e se riesco avremo risolto solo una parte del problema. Ma in questo momento tutti voi siete necessari qui, ed io devo fare la mia parte… "
Minerva McGrannit spalancò la porta con aria affranta, si vedeva che era appena tornata dall'infermeria " Come sta Potter? "
" Come prima. Hagrid, Vitious e la Sprite stanno bene? "
" Si, Albus. Madama Chips sta finendo di medicarli. Ma Potter…si risveglierà? "
" Ci stiamo lavorando. " disse Aura in tono asciutto. Poi, mentre Silente spiegava ad una attonita McGrannit quale piano avessero deciso di seguire, la donna si avvicinò a Piton e gli fece cenno di avvicinarsi " Prendi il mio ciondolo, è il mio talismano…se…beh, è importante che finisca nelle mani giuste se io non potrò continuare a tenerlo, ma la tua fibula a forma di serpente, in ogni caso, lasciala a me… "
Severus si voltò di scatto, fissando il muro " Non c'è alcun bisogno che tu te ne separi…sarai senz'altro in grado di continuare a servirtene. Ma…in ogni caso stai certa che resterà in mani sicure. "
Aura sospirò. Avrebbe voluto che potessero restare soli almeno un'altra volta, almeno per qualche istante, prima di…ma forse era meglio così. D'altra parte cercava di non perdere la convinzione che non sarebbe successo nulla di male.
Severus Piton provò a risolvere la situazione con un colpo di scena… stappò la boccetta con la pozione e la portò alla bocca con uno scatto fulmineo… ma non tanto fulmineo come il gesto di Silente che lo bloccò a mezz'aria.
" No, Severus…dovevo aspettarmelo, devi permettere ad Aura di tentare. Abbi fiducia. "
Piton maledisse Silente, maledisse Potter, maledisse Voldemort e tutti gli altri che gli venivano in mente. Non era in condizioni tali da poter sopportare di fare un atto di fede…non quando era stato proprio lui a trovare il modo per mandare a morte sicura la donna che amava. Scoccò un'occhiata altamente pericolosa ad Aura e la strinse senza ritegno " Non permetterti di non tornare…torna, dannazione a te! Sei una stupida babbana che crede di sapere tutto della vita, beh, non lo sai! Però questa volta non fare sciocchezze o mi costringerai a cercare Voldemort fino all'estremo limite dell'universo… " abbassò la voce in modo che solo lei potesse sentirlo " …E non accetterò mai che la notte appena trascorsa sia stata l'ultima, o che il giorno che sta passando possa essere l'ultimo che ci è concesso…torna! "
Aura socchiuse gli occhi e non sentì minimamente dolore per le unghie di Piton che le si infilavano nella carne, in una stretta isterica.
" Tornerò " e lo fissò in maniera tale da sottintendere almeno un milione di cose del tutto inesprimibili con il solo ausilio della voce.
" Che cosa devo fare precisamente? "
" Lo scoprirai una volta dentro, posso solo supporre che dovrai cercare la coscienza di Potter lì dove il Signore Oscuro la ha nascosta, cioè, credo, nel punto più buio e profondo della sua volontà… è dannatamente difficile da spiegare! "
" In pratica, se ho capito, devo tuffarmi nella mente contorta di Voldemort, e riuscire a trovare in un punto imprecisato la coscienza di Harry che gli è stata rubata… "
" Qualcosa del genere. Ma il punto è riuscirai a resistere all'oscurità? Credimi…sarà terribile…immagina la disperazione generata da un esercito di Dissennatori, immagina di avere perso ogni speranza e non avrai ancora capito cosa c'è nell'anima di Voldemort… "
" Beh, suppongo che sia inutile farla tanto lunga…datemi la pozione. "
" Ecco, dopo che la avrai bevuta io farò in modo, con un incantesimo, di metterti in contatto con Potter…da lì devi essere tu a capire cosa fare e come farlo. "
La donna buttò giù in un sorso il liquido rosso dall'aspetto inquietante e attese. Non ci volle più che qualche istante per farla cadere in un sonno prossimo alla morte.
Allora Piton la prese tra le braccia e la depose affianco a Potter, alzò la bacchetta e sussurrò un incantesimo… la stanza piombò nel silenzio, mentre tutti aspettavano chiedendosi cosa sarebbe successo.

 

III
Sprofondare, cadere, scivolare dolcemente in un'accogliente mare di tenebre. Aura si immergeva in una materia sconosciuta, scivolando verso un fondo che sembrava non dover mai arrivare. Tutto intorno vedeva, a sprazzi, delle forme emergere dalle ombre, persone, oggetti, luoghi e scene accadute un tempo…tutto privato di ogni significato emotivo. Tutto senza dolore e senza gioia. L'essenza cruda e scevra da ogni significato delle cose…finalmente toccò terra, se terra si poteva chiamare. Esercitò su sé stessa uno sforzo di volontà immane per ricordare chi era e perché si trovava lì…pensa a Potter si disse, devi trovarlo! E pensa a Severus…Severus che aspetta…devi resistere! Si guardò intorno, non c'era niente…strinse i medaglioni da cui non si separava mai, e li vide scintillare e pulsare come se stessero reagendo a qualcosa che lei non poteva vedere. Osservò meglio tutto intorno…il fondo su cui era morbidamente atterrata era fatto da innumerevoli fogli di pergamena non scritti e pezzi di orologi rotti, immersi nella sabbia. Si chinò a raccogliere una pergamena e la fissò con curiosità…parole, parole non scritte ma che raggiungevano la sua mente…parole senza senso, in successioni casuali, in conoscibili…parole che facevano parte dell'esistenza unica di un essere umano, del tutto prive di significato per chi non le avesse pensate e vissute, lasciò ricadere il foglio. Tutto intorno intanto vide animarsi delle figure, muta rappresentazione della vita di un ragazzo che si era chiamato Tom Riddle. Voldemort quando non era Voldemort…pensò. Cercò di afferrare una di quelle figure, un ragazzo che restava in disparte mentre alcuni suoi coetanei giocavano in una specie di stanza decadente e arredata miseramente…umiliazione, rancore…nello stesso istante in cui aveva toccato il fantasma di Riddle aveva sentito come lui aveva dovuto sentire a quel tempo.
" Non resterò qui a lungo…io me ne andrò…lascerò l'orfanotrofio…io non sono come loro…"
" Non resterò qui a lungo…io me ne andrò…lascerò l'orfanotrofio…io non sono come loro…" ridisse Aura, posseduta dall'essenza di quel ragazzo " …Vendetta, io mi vendicherò…mi vendicherò…" Aura sentì la propria voce carica di una sfumatura sconosciuta di odio e disperazione…poi la scena mutò. Vide il ragazzo, ma ormai era cresciuto, davanti a tre persone sedute attorno ad un tavolo, un uomo giovane e due vecchi…il ragazzo sorrise dolcemente, con garbo…ma poi…Aura sentì i muscoli del viso che si contraevano in una smorfia crudele e mosse la mano, il ragazzo mosse la mano "Avada Kedavra!" dissero insieme. Una fiammata verde e i tre seduti al tavolo morirono, lì, dove erano stati seduti a fissare il giovane…erano morti davvero? Il ragazzo rise di gusto, Aura rise con lui… e sentì ancora una volta che la scena stava cambiando. Non si era mai sentita tanto potente, anzi, tanto onnipotente…ora aveva davanti un uomo fatto, non più un giovane, un uomo che non assomigliava più all'avvenente ragazzo di prima. Avvertì una fredda esultanza quando un nutrito gruppo di incappucciati si avvicinò chinando la fronte a baciare il vestito del potente mago. Rise, e fece il gesto di sfoderare la bacchetta come stava facendo Voldemort, puntarono uno degli incappucciati che tremava in un angolo e lo mandarono a sbattere contro un muro con una fiammata verdastra; il Mangiamorte rimase immobile, sdraiato con le braccia aperte. Che gioia essere così potente! Lui è così potente…noi…io…lui…Aura non avvertì la voce gelida che sussurrava lentamente " Vieni con me…ti farò come me, sarai mia… sarai me, dentro di me… "
Dal gruppo degli uomini ammantati ne uscì uno, si inginocchiò ed offrì al suo Maestro un calice colmo di un liquido ribollente " Ecco, mio Signore! Secondo la tua volontà ho preparato questa pozione che ti consentirà di esaltare ancora di più il tuo potere! "
Voldemort sfiorò il cappuccio dell'uomo inginocchiato e gli scoprì il viso " Grazie Severus…il mio più fedele discepolo… "
Aura barcollò. Chi era quell'uomo, giovane mago dall'aria tanto familiare? …Severus? Chi è Severus? "…Severus Piton.. " mormorò la donna ed ebbe una fugace visione di sé stessa che lo baciava come se lo conoscesse da tantissimo tempo. Finalmente Aura si riscosse e fece un passo indietro, inorridendo all'idea di essere stata sul punto di cedere alle lusinghe di Voldemort. Sentì qualcuno che le tirava un braccio, si voltò e vide il giovane Tom Riddle che la fissava sorridendo con innocenza. Dall'altra parte, però, c'era ancora Voldemort…incerta su cosa dovesse fare la donna aspettò che il ragazzino parlasse.
" Madre! Madre sei venuta da me? "
Aura sgranò gli occhi ed arretrò " Io non sono tua madre! "
" Madre sei venuta per restare con me? Non mi lascerai questa volta… "
C'era qualcosa di terribile nello sguardo apparentemente innocente del giovane " Ti stai sbagliando, io non sono tua madre…non so neanche chi tu sia… "
La faccia pulita del ragazzo mutò fino a somigliare al muso di una bestia " Madre! Resterai con me, per sempre! "
" No, Tom, lasciami! Lasciami, Voldemort! " ma con rapide mosse Riddle la afferrò e la trascinò verso un angolo buio. La donna urlò, risvegliando il potere di protezione del talismano che aveva al collo; una violenta esplosione di luce accecò il ragazzo che ululò come un demone. La donna corse nella direzione opposta, verso il fantasma che Voldemort aveva creato in forma di sé stesso, chiuse gli occhi e si preparò ad attraversare la sua forma inconsistente…un brivido di freddo e poi la sensazione di stare precipitando la percorsero. Aura urlò, e agitò freneticamente gambe e braccia nella caduta vorticosa. Poi si calmò e ricordò a sé stessa di non essere fatta di sostanza materiale in quel limbo…come Voldemort,cioè come la sua immagine poteva essere attraversata e colpita senza trarne alcun danno lo stesso valeva per lei…misteriosamente una tale certezza bastò a far cessare la sensazione di caduta.
La donna si ritrovò immobile nel buio, strinse i suoi medaglioni e vide una flebile luminescenza molto lontana…cominciò a correre fino alla luce, e vide, accucciato in un angolo, Harry Potter che tremava come se fosse stato un bambino molto piccolo impaurito dalle tenebre. Si chinò su di lui e lo accarezzò " Harry, Harry…non avere paura, ci sono io adesso! Sei stato bravo, hai resistito a Voldemort… "
" Chi è Voldemort? "
" Colui che ti ha fatto del male, ma tu hai saputo combatterlo ed opporti con coraggio. Harry, ti ricordi? Hermione, Ron, Sirius, Hagrid, Silente…stanno tutti aspettando che tu torni a casa. "
" A casa? "
" Ad Hogwarts. Un piccolo sforzo e sarai a casa…abbi fiducia in me. "
" Ma chi sei tu…mamma? "
Aura rabbrividì pensando a Voldemort " No, Harry. Ricordati di Lily e James…sono loro i tuoi genitori. Io sono Aura, solo Aura. "
" Aura? …Aura! " Gli occhi di Harry ripresero la loro naturale lucentezza e la sua mente si liberò del controllo e della rete di inganni di Voldemort.
" Che ci faccio qui? Dove siamo? "
" Oh, Harry! Sono così felice di vederti! " la donna lo abbracciò " Ti spiegherà tutto Silente. Siamo nei ricordi, nella mente di Voldemort…devi desiderare intensamente di tornare da Silente, da tutti quelli che ti amano, coraggio Harry Potter! Pensa con tutto il tuo coraggio che devi andare via da qui! "
Potter chiuse gli occhi, la sua sagoma scintillò e scomparve luccicando tanto da illuminare a giorno per un solo istante la notte eterna dei pensieri di Voldemort.
Aura si guardò intorno, la luminescenza che aveva visto prima da lontano e che le aveva permesso di ritrovare il giovane Harry era diminuita, ma non si era estinta, come se quello fosse l'unico pezzetto non contaminato dal male dentro Voldemort. Tutto intorno, però, la tenebra era pulsante…c'era un punto più buio degli altri e la donna ebbe la certezza che lì si trovasse il più terribile segreto del Mago Oscuro, il mistero della sua stessa esistenza…se solo lo avesse raggiunto, avrebbe saputo…avrebbe conosciuto il nemico così a fondo come nessun altro prima…fece qualche passo in quella direzione, ma poi esitò.
" Voldemort! Mi stai ascoltando? " gridò con rabbia " Tu non riuscirai a vincere, mai! Tu non farai del male a coloro che amo! Sarai miseramente sconfitto come è già successo…mi senti, stupido, pazzo assassino?! MORIRAI! Non sei immortale, tu morirai e non potrai farci un bel nulla! "
Sentì le tenebre ribollire malignamente e desiderò con tutta sé stessa di tornare a casa, a casa da Severus…
Harry Potter si mise a sedere in mezzo al letto con uno scatto, tutti nella stanza spalancarono gli occhi, e Black lo strinse in un abbraccio memorabile.
Piton guardò il corpo di Aura che restava immobile, con gli occhi vacui " Potter… "
Alzò la voce per farsi sentire al di sopra delle voci allegre degli altri " Potter, lei dove è? "
" La ho vista…mi ha detto che dovevo desiderare con tutto me stesso di tornare, e sono andato via…ma cosa è successo? "
Piton non ascoltò le spiegazioni in cui si profondevano Lupin e Black, scosse il corpo della donna e lo sollevò dal letto, abbracciandola come se questo fosse sufficiente a farla svegliare.
La McGrannit lo guardò con gli occhi umidi " Dobbiamo aspettare, Severus! Devi avere fede! "
Ma Piton stava per perdere la calma, anzi, la aveva già persa da un bel pezzo e tentava di nascondere il desiderio pazzo di uccidere Potter che con la sua sconsideratezza gli stava facendo rischiare di perdere l'unica persona al mondo che amasse.
" Dei Immortali, vi supplico…rendetemi questa donna! " mormorò, sperando che le preghiere non fossero solo vuote implorazioni a Dei troppo indaffarati per ascoltarle.
Persino Sirius Black smise di abbracciare Harry e guardò con apprensione la donna addormentata tra le braccia del suo rivale di sempre, e desiderò intensamente che si svegliasse.
Piton chiuse gli occhi, svuotato quasi di ogni speranza, ma Silente vide le palpebre di Aura fremere leggermente e prima che riuscisse a dire qualcosa, la donna schizzò in avanti, afferrandosi al collo di Severus che, perdendo l'equilibrio, finì lungo disteso per terra stringendola con tutte le sue ritrovate energie.
" Sono tornata! Oh, è stata una passeggiata! " disse la donna in tono leggero, porgendo la mano a Lupin che la aiutava ad alzarsi e che poi aiutò anche Piton a rimettersi in piedi.
Silente chiese alla McGrannit ed a Lupin di portare Harry in infermeria e di spiegare cosa fosse successo a lui ed ai suoi amici.
Non appena furono usciti, Aura avvicinò il Preside " Devo parlarle…ho paura di avere fatto una cosa molto sciocca… "
Silente sorrise " Che sarà mai? "
" Ho visto Voldemort come era da giovane e come poi è diventato, per un attimo, se non fosse stato per Severus, ho rischiato di restare prigioniera del suo delirio di onnipotenza…ma non è questo che voglio dire…ho paura di essere stata ad un passo dal segreto più segreto di Voldemort e di non essere stata tanto coraggiosa e forte da immergermi in esso per conoscerlo. Mi dispiace immensamente, quel segreto poteva esserci di aiuto… "
Silente ridacchiò " Davvero? Hai fatto benissimo ad andartene, credimi non c'è nessun segreto! "
" Ma se lei fosse stato lì, se avesse visto… "
Albus Silente si fece tremendamente serio " Non c'è alcun segreto, credimi. Se fossi rimasta lì avresti scoperto soltanto quanto banale sia il Male…si, quanta banalità ci sia in Voldemort. E' tutto qui. Il suo segreto è solo la banalità del Male… "
Aura non era certa di aver capito. Ma Piton non intendeva concederle di fare altre domande, la afferrò e chiese congedo al Preside. Non appena furono fuori dalla stanza la sollevò e la strinse con disperato desiderio " Adesso andiamo in camera mia e, per favore, stai zitta…non voglio sentire più niente! "
Molto lontano da Hogwarts, in un castello diroccato e cadente Voldemort aprì gli occhi e fissò Nagini, il suo fedele enorme serpente. Guardò in un punto buio della stanza e ad un cenno un uomo dall'aspetto sgradevole emerse dalle ombre.
" Codaliscia…Potter mi è sfuggito, è stato aiutato…ho un compito per te, andrai con Malfoy e con tutti i Mangiamorte che vi saranno necessari: portami la donna di Piton. La donna che lo scorso anno ci è sfuggita per un soffio…e bada che arrivi qui viva ed in perfetta salute… "
Codaliscia si inchinò ed uscì, mentre Nagini sibilava indolentemente cose che solo Voldemort avrebbe potuto comprendere.



IV

Severus Piton affondò il viso nei capelli di Aura, e stringendola la costrinse a voltarsi, la baciò con una foga che non conosceva mai requie, e si lasciò riscaldare dal desiderio bruciante di possederla. Le strappò letteralmente di dosso la tunica nera bordata di verde e si chiese se valesse la pena di perdere tempo e portarla fino al letto, piuttosto che restare lì dove si trovavano. La donna rispondeva con la solita intensità, e non perdeva certo occasione di rendere ancora più piacevole il compito di Severus, come al solito sembrava che potesse leggergli nel pensiero e forse fu proprio per questo che lo trascinò sul tappeto davanti al camino, evitandogli il tragitto fino al letto che li avrebbe distolti per una manciata di secondi dalla loro occupazione preferita. Piton sospirò estasiato dimenticandosi la preoccupazione della giornata che stava passando, o forse fu proprio il ricordo di quella preoccupazione e dello scampato pericolo a renderlo più audace del solito…diverso tempo dopo il professore di Pozioni borbottò la propria soddisfazione mentre Aura gli massaggiava la schiena con un unguento di sua invenzione: rare ed aromatiche essenze unite a segreti ingredienti dal magico potere, capaci di evocare le più soavi sensazioni, che nella mente di Piton corrispondevano esattamente al tempo trascorso con la donna che gli stava al fianco. Aura poggiò a terra il vasetto con le portentose essenze e si accoccolò vicino a Severus, lasciandosi cingere dalle sue braccia. Scivolò su di lui e lo baciò con trasporto. " Adesso tocca a te…"
" Mmmh…? "
Gli porse maliziosamente il vaso di vetro rosso che conteneva l'unguento incantato. " E' arrivato il momento in cui tocca a me godere dei tuoi servigi… "
" Perché, vuoi dire che fino ad ora non ne hai goduto? Non mi sembrava… "
" Servigi straordinari, volevo dire. "
Piton si produsse in un curioso sorriso obliquo " Ma se ogni volta che provo a profumarti la pelle con quella roba finisce che…non arrivo mai a profumarti tutta, perché tu mi sconvolgi… "
" Esattamente quello che volevo sentirti dire. In realtà ti chiedo ogni volta di produrti in quel genere di servigio straordinario proprio perché tu non finisca di farlo…perché si faccia qualcosa di meglio! "
" Ah, bambina…ti piace scherzare col fuoco! "
" Oh, mio Signore, piace anche a te, se la memoria non mi gioca brutti scherzi… "
Lui la abbracciò con impeto " Se non fossi tornata…io… " Piton si incupì.
Lei gli mise un dito sulle labbra sottili " Silenzio! Non voglio che tu dica nulla di cui poi ti possa pentire. "
" Non mi pentirò. Io ti amo. Vedi? Adesso anche io riesco a dirlo… "
" Quanto mi piace sentirlo! Anche prima, sei stato proprio tu a permettermi di sfuggire a Voldemort… "
" Non ti ho ancora chiesto cosa è successo. E io, io che c'entro? "
" Ho rivissuto alcuni ricordi del Signore Oscuro. E c'eri anche tu. "
Severus Piton si chiese se doveva preoccuparsi " Ma davvero? E cosa stavo facendo? "
" Porgevi una pozione a Voldemort per incrementare il suo potere. "
Piton si girò verso il fuoco acceso nel caminetto e rimase zitto per qualche istante " E' successo davvero… "
La donna fece scivolare un braccio sulle spalle di lui " Lo so… "
Severus si rigirò verso di lei " Lasciamo Voldemort fuori da questa stanza… "
" Non devi preoccuparti che il tuo passato possa mettersi tra noi, lo sai meglio di me. Ma se è tuo volere che non ne parliamo fintanto che restiamo qui dentro, beh, cosa detta cosa fatta! "
Il professore di Pozioni si avvicinò per suggellare con un bacio quella nuova dimostrazione d'amore che la donna gli offriva, ma si raggelò, e si sedette con uno scatto.
" Che c'è? " Aura lo fissò preoccupata.
Piton indicò un punto all'interno dell'avambraccio sinistro, e contrasse il volto in una smorfia di preoccupazione e sofferenza.
" Oh, no! Chiama a raccolta i Mangiamorte? "
" Si…no… è come se avesse rivolto un pensiero di odio particolarmente feroce a me solo… "
Aura toccò la pelle marchiata, bruciava, ma non allontanò le dita, anzi, continuò a premerle sul marchio nero.
" Temo che la tua impresa di oggi non sia passata inosservata ai suoi occhi…ci sarà da stare attenti. " disse Piton mentre la sensazione di nausea passava.
" Nel caso, sarò pronta…dopo lo diremo a Silente, ma adesso vieni qui, riposa…"
Lo strinse con tenerezza e rimase sveglia ad ascoltare il suo respiro regolare ben oltre il momento in cui lui si lasciò vincere dal sonno.
Harry Potter si passò una mano sulla fronte e si sollevò a fissare il letto dove Hermione riposava " Hermione? Sei sveglia? "
La ragazza si agitò e poi socchiuse gli occhi, mettendo a fuoco la sagoma dell'amico.
" Harry, sei sveglio! "
" Hai visto Ron, prima? Stava bene? "
" Oh, Harry, se tu avessi potuto vederlo! Per pura fortuna si è salvato, ho sentito Madama Chips che lo diceva a Silente. I suoi genitori lo hanno portato via su una barella…Harry, è stato terribile! "
" Non riesco a ricordarmi nulla… "
" Eri svenuto! Lupin e Piton hanno fronteggiato i Mangiamorte, ma poi sono arrivati i Dissennatori…e Ron è stato colpito. "
" Dai Mangiamorte? "
" Indovina da chi…ho sentito Piton che lo chiamava per nome, Lucius…Lucius Malfoy! "
" Ma poi sono riusciti a fermarlo… "
" Si, ma aveva già fatto molti danni, mi sembra! Quel verme di un Serpeverde di Draco è uscito da dietro gli alberi per vedere suo padre in azione…che idiota! Non penso che i suoi genitori gli vogliano davvero bene se poi suo padre non si preoccupa di rischiare di ammazzarlo! "
" Vuol dire che Draco è stato colpito con Ron? "
" Si! Lucius Malfoy non si è fatto scappare l'occasione per cercare di colpire te, ma ha preso in pieno Ron e suo figlio…solo che Ron era esattamente sulla traiettoria del colpo, mentre Draco era sufficientemente distante a non rischiare quanto il nostro amico. "
" Ma…può essere che il signor Malfoy non abbia visto Draco… "
" Oh, Harry! Lo ha visto, eccome! Ma il potere di Tu-Sai-Chi deve fargli troppa paura perché rinunciasse a colpire! Beh, non che mi preoccupi per Draco; se c'è qualcuno che se lo merita è proprio lui! "
" Spero che Ron stia bene… "
" Sarà tornato prima che ce ne rendiamo davvero conto! "
Un fruscio di tendine smosse richiamò l'attenzione dei due amici, e Draco Malfoy sgattaiolò fuori dall'infermeria in tutta fretta.
" Dici che ci avrà sentito? "
" Non saprei…credo di si. " Hermione si morse le labbra preoccupata.
Albus Silente carezzò la testa piumosa della sua Fenice, Fanny. Il nobile pennuto emise un verso soddisfatto e puntò i suoi occhietti neri sui quattro che sedevano con aria assorta nello studio del suo padrone. Sirius Black incrociò le braccia sul petto ed allungò le gambe, Severus Piton gli scoccò uno sguardo carico di disapprovazione e si sistemò il mantello attorno alle gambe. Remus Lupin finì di scrivere qualcosa su un piccolo pezzo di carta e lo passò ad Aura perché lo leggesse. La donna scosse la testa e passò il foglio a Piton, il mago lesse frettolosamente: all'iniziò contrasse le labbra in una specie di avido sorriso, ma poi ammutolì " Ma questo è un annuncio per la Gazzetta del Profeta! "
Lupin fece segno di si.
" Non credo che ci sia bisogno di ricorrere ad un annuncio…se cerchiamo un nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, posso fare io da supplente fino a quando sarà necessario! "
Silente si voltò " Considerando gli impegni ai quali sto per chiamarti, sarà francamente impossibile che tu riesca a trovare il tempo anche per quello, Severus. "
Il professore di Pozioni fece una smorfia, e si rese a malapena conto che Black stava ridendo nascondendosi il viso tra le mani.
Che genere di impegni, Preside? " chiese Aura.
" Ci sono impegni per ciascuno di voi. Sirius Black resterà qui per difendere Harry nel momento della necessità. Lupin deve raggiungere un gruppo di nostri sostenitori che si trova molto a sud, nei Mari del Sud, per dirvela tutta, e convincerli a tornare. Severus, e tu Aura, sempre che siate d'accordo, dovreste andare a cercare un paio di cose che mi servono. " Silente si fece pensieroso e trasse una pergamena dalla tasca
" Ho ricevuto questo da Cornelius Caramell…il Ministero ci avvisa che alcune spie hanno scoperto che Voldemort sta progettando di venirsi a prendere Harry Potter con un esercito di Dissennatori… "
Piton si irrigidì " Se fosse così lo saprei…ma queste non sono le intenzioni di Voldemort! "
Silente sospirò stancamente " Lo so, Severus. Ma purtroppo, come sai, sono uno dei pochi che prestano fede ai tuoi avvertimenti; al Ministero non ci sono molti disposti a crederti. "
" Lui non colpirà direttamente, Albus. E non con un esercito di Dissennatori. Le sue strade sono più contorte e sottilmente celate…quella voce deve essere stata messa in giro ad arte per confondere il Ministero. "
" Io lo so. Ma nessuno, fuori di qua, ti crederà…perché tu sei stato un Mangiamorte, e in pochi sono disposti a dimenticarlo. "
" Sciocchezze! " sbottò Aura " Chi è stato ad avvertire il Ministero che i Potter erano in pericolo a suo tempo? Se non fosse stato solo lei, Preside, a prestare fede a Piton forse Harry avrebbe ancora i suoi genitori! "
" Calma, signorina! " disse Black " Non c'è niente che si possa fare per rimediare ad un passato marcio come quello di quel mago là… " e fece un cenno sprezzante verso Severus, che ricambiò con un'occhiata al vetriolo.
" Non ne vale la pena… " Piton mise una mano sulla spalla di Aura " Che dovremmo fare? "
" Ho bisogno di questi ingredienti. " Silente passò un foglio al professore di Pozioni che lesse frettolosamente e poi sgranò gli occhi fissando il Preside senza capire.
" Io…devo fare davvero questa pozione? "
Gli occhi di Silente scintillarono " Si. "
" Perché? "
" A suo tempo, Severus, a suo tempo. E poi voglio quel libro, lo hai tu, vero? "
Piton annuì " E' a casa mia. Nella biblioteca che fu di mio…padre… "
" Bene, allora, pensi di poter trovare tutti quegli ingredienti? "
" Molti sono nella dispensa del mio castello, altri posso rintracciarli facilmente. "
" Allora non vi resta che partire…questa notte, con il favore delle tenebre lascerete Hogwarts. Buona fortuna. "
Il morale del gruppetto che lasciò lo studio di Silente era davvero molto basso.
Harry ed Hermione vennero dimessi dall'infermeria solo dopo aver promesso di starsene lontani da ogni fonte di guai per un po', e dopo aver giurato che avrebbero continuato per qualche giorno a mangiare molta cioccolata.
Piton decise che, nonostante mancassero poche ore alla partenza, avrebbe comunque tenuto la sua consueta lezione di Pozioni doppie con Grifondoro e Serpeverde. Fissò Neville Paciock con occhi di fuoco non appena la sua pozione minacciò di saltare in aria e sottrasse dieci punti al Grifondoro perché Dean Thomas non sbucciò nella maniera corretta un grosso frutto dall'aspetto nauseabondo.
Harry ed Hermione guardarono sconsolati il posto vuoto di Ron, ma non dissero nulla, tuttavia Hermione era talmente agitata che, affettando una radice di Luparia, ne fece saltare in aria un grosso pezzo, che finì sul banco di Malfoy.
" Oh, no! " esclamò Hermione " Non ho nessuna voglia di andare lì a prenderlo e sentire le sciocchezze di Draco! "
Da parte sua Harry non aveva più desiderio dell'amica di avere a che fare con il giovane Malfoy.
" Ehm…scusa, deve esserti saltato questo in aria… " Draco porse il pezzo di radice alla ragazza che rimase immobile, Harry dovette assestarle un colpo ben piazzato per riscuoterla .
" Gr-gra-grazie! " disse la Grifondoro arrossendo.
" Figurati, per così poco… " il giovane Serpeverde tornò a sedersi sotto lo sguardo stupito della classe dei Grifondoro, e sotto quello contrariato della sua.
" Hai visto che… "
Harry fece spallucce e tornò ad affettare le radici. Poco dopo Piton chiese ai ragazzi di avvicinarsi ad uno ad uno per mettere i calderoni sul fuoco e provare le pozioni, Harry guardò il suo paiolo e pensò che da solo non avrebbe avuto la forza di trascinarlo davanti a Piton, sospirò pensando a Ron che di solito lo aiutava in quel genere di faccende, come in tutte le altre; pazienza, si disse, chiederò ad Hermione di darmi una mano.
" Potter, vieni qui! " chiamò il professore.
Harry provò a tirare su il calderone e con grande stupore si accorse che era più leggero di quanto non credesse…ma guardò meglio e si rese conto che c'era Draco ad aiutarlo. Il ragazzo stava mantenendo il paiolo all'altra estremità del manico.
" Beh, non posso restare così in eterno…portiamolo sul fuoco. " sussurrò.
" Oh, si…scusa… "
Mentre Piton trovava diecimila imperfezioni alla sua pozione e gli sottraeva punti su punti, Harry restò a guardare Draco, che era tornato a posto come se nulla fosse. Tiger e Goyle, si accorse, lo guardavano a bocca spalancata…
Aura controllò che tutto fosse al suo posto, infilò un lungo mantello e calò il cappuccio sul viso, attraversò furtivamente i corridoi e vide Piton e Silente vicino alla porta d'ingresso.
" Si và?! " disse in tono leggero.
Piton le passò un sottile e lungo fagotto, lui ne aveva uno uguale.
" Cosa c'è qui dentro? " chiese la donna.
Il mago sorrise " Ho dovuto dare fondo a tutta la mia conoscenza di incantesimi per adattarla a te. Adesso puoi cavalcarla anche tu, anche se sei una babbana. La ho stregata a puntino! "
Aura sciolse i nodi che tenevano chiuso il pacco e sbiancò " Eh, no! Aspetta un attimo…io non posso farlo! Io non so farlo! "
" Sarà un gioco da ragazzi. Ti assicuro che è talmente stregata che non dovrai fare altro che sederti lì sopra e tenerti salda. "
" Dimmi che è uno scherzo… " cercò aiuto da Silente " Preside, io non… "
" Perché mai? Dopo essere stata a passeggio nel cervello di Voldemort ti lascerai spaventare da una scopa? "
" Una scopa volante! "
Silente rise " Buon viaggio! " e si allontanò canticchiando.
" E' proprio ora di andare.Vieni fuori…adesso mettiti a cavallo della scopa, datti una spinta, inclina il manico…e…ecco, stai volando! "
Aura si chiese se fosse reale…guardò Piton che montava la sua scopa e cercò di non cadere mentre tentava di seguirlo in aria.
Non ci volle molto a capire come funzionava. Era decisamente una sensazione fantastica: il vento forte tra i capelli, il mondo che sfrecciava via tutto intorno…Aura rise e Severus la guardò soddisfatto.

 

V

Tra le ombre notturne, tra gli alberi che circondavano Hogwarts due occhietti liquidi si alzarono verso il cielo, e Codaliscia sorrise a Lucius Malfoy.
Severus Piton fischiò sommessamente " Per una principiante sei brava! "
" Merito del maestro! Mi sembra che siamo due angeli! " Aura gridò per farsi ascoltare al di sopra del sibilo del vento.
" Due angeli?! Due angeli neri, allora… " Severus ridacchiò e lanciò la scopa in una picchiata vertiginosa.
" Hai visto? " strillò Aura con la vaga e spiacevole impressione che improvvisamente qualcosa non andasse per il giusto verso.
" Cosa? "
" Un'ombra contro la luna… "
Piton fermò a mezz'aria la scopa " Non c'è niente…solo nuvole… " ma prima che riprendesse a volare alcune nuvole scoprirono la luna, e il buio si diradò. " Dannazione! Ci seguono! "
Piton afferrò la bacchetta magica e si preparò a colpire, lanciò il suo incantesimo e accostò la scopa a quella di Aura " Dobbiamo smaterializzarci! Aggrappati a me… "
La donna staccò le mani dal manico e si tenne in equilibrio, guardò oltre la spalla del mago e spalancò la bocca. Prima che potessero fare qualunque cosa un raggio violaceo colpì la schiena del professore di Pozioni.
" Severus! " la donna gridò mentre Piton e la sua scopa precipitavano; adesso si smaterializzerà, pensò, ma non lo fece…continuò a filare verso la terra per lunghi attimi prima che Aura lanciasse la sua scopa in una furiosa caduta verticale. Cercò di mantenere gli occhi aperti, e dopo un'apparente eternità allungò la mano fino ad afferrare quella del mago che stava precipitando…si sentì sbalzare e strinse convulsamente l'altra mano sul manico di scopa.
" Dannazione, smaterializzaci! " urlò mentre penzolavano nel vuoto appesi ad una scopa volante.
" Negatio Incantum! "
" Non metterti a spiegarmi incantesimi proprio ora! "
" Negatio Incantum…mi hanno sottratto i poteri magici! "
" Eh?! " Aura sentì la mano che scivolava, lasciando la presa " AAAARGH! "
Sbattere contro i rami degli alberi non era esattamente una cosa piacevole, ma servì a rallentare la caduta. Piton e lei atterrarono con un tonfo sul terreno.
" Sei ancora intero? " mormorò annaspando nel buio.
" Penso di si…tu? "
" Più o meno…dobbiamo scappare! Smaterializzaci! "
" Non posso! " sibilò rabbiosamente l'uomo " Ahia, mi hai infilato un dito in un occhio… "
" Scusa! Perché non puoi? "
" Negatio Incantum… "
" Non ricominciare, dimmelo in parole povere…ehi, stai attento questa è la mia faccia… "
" E' l'incantesimo per privare temporaneamente un mago dei suoi poteri. "
" Oh, non è possibile…quelli ci stanno dietro. Rifletti, nel tuo mantello c'è sempre qualcosa di utile, c'è una pozione che fa al caso nostro? "
Severus si passò le mani sul mantello bagnato " C'era… "
Aura proruppe in un'esclamazione volgare molto usata tra i babbani, ma che fece sussultare Piton.
" Quanto ci vuole prima che passi? Dieci minuti, un quarto d'ora? "
" Come minimo ventiquattro ore. "
La donna non rispose, il mago sentì che cercava qualcosa lì intorno " Che stai facendo? "
" Cerco la scopa, o pretendi che ci mettiamo a scappare tra gli orsi e i serpenti al buio in una foresta che si trova chissà dove… "
" Aspetta, quelli sono Mangiamorte, io non posso volare…è come se fossi un…un babbano! "
" Verrai dietro di me…eccola! "
" Rifletti, tesoro, meglio che ci nascondiamo qui e aspettiamo." la parola tesoro sulla bocca di Piton suonava molto simile ad un insulto " Non litighiamo solo per questo… "
" Sali! Oh, è inutile opporsi…sali, Sev! "
" Non chiamarmi Sev! " Piton sospirò pesantemente e salì sulla scopa dietro Aura.
" Dai, bella! Ah, si…si alza! Coraggio, fila via di qui… "
" Questa è la volta buona che ci ammazziamo… "
" Stai diventando troppo loquace, ti preferisco quando parli poco… "
Lucius Malfoy speronò la scopa di Codaliscia " Sei un imbecille! Se la donna è morta il Padrone ci farà a pezzi. Anzi, farà te a pezzi! "
Codaliscia piagnucolò e ondeggiò " Quella ha tante vite quanto un gatto. "
" Spera che sia così…come ti è venuto in mente di privare Severus dei suoi poteri? "
Peter Minus si agitò " Pensavo fosse una buona idea, non prendertela con me! "
Malfoy sbuffò, ma poi un movimento tra gli alberi attirò la sua attenzione " Sono loro! " gridò lanciandosi all'inseguimento.
" Ci stanno dietro! " gridò Piton " Accelera! "
" E come faccio, questa è una scopa, non una moto… "
" Chiediglielo! "
" Dai gas, bella! " la scopa si impennò e partì sparata " Dannatamente eccitante! "
Piton grugnì la sua disapprovazione.
Aura si girò quel tanto che bastava a vedere Malfoy e Minus che rimontavano la distanza che li separava " Per quanto andiamo veloci siamo sempre in due su una scopa sola…ci prenderanno! "
" Lasciami scendere! Da sola puoi farcela! "
" Non dire sciocchezze! Ti amo troppo per piantarti in un bosco in balia dei Mangiamorte…proprio ora che sono più potente di te! Tieniti forte! "
La donna inclinò la scopa verso gli alberi.
" Sono impazziti! " urlò Codaliscia.
" Sono disperati, sanno che li prenderemo e tentano il tutto per tutto! " Malfoy fissò Minus " Se muoiono ti sei giocato la testa! "
" Ci schianteremo! " Severus Piton sputacchiò i rametti che gli si infilavano in bocca.
" Non c'è soluzione! Almeno se restiamo tra gli alberi non ci prenderanno… "
" Non ci prenderanno perché moriremo spiaccicati! "
" Non intendo spiaccicarmi…guarda! "
Le cime degli alberi si diradavano progressivamente fino a rivelare in lontananza le luci di una città.
" Londra! "
" Se gli Dei ci aiutano troveremo un rifugio! " e come se qualche Dio avesse ascoltato le nuvole oscurarono la luna, e Lucius Malfoy si fermò a mezz'aria imprecando " Li abbiamo persi! " gridò a Codaliscia.
Piton non aveva mai goduto delle bellezze di Londra, anzi la aveva sempre trovata piuttosto noiosa e grigia, ma quella volta…pensò che non ci fosse posto più bello.
" Ooops…perdiamo quota… "
La scopa si fermò sul tetto di una casa.
" Cerchiamo di raggiungere un balcone: ci apriranno e ci faranno uscire… "
" Tu credi? E se chiamassero quella cosa, la…la polizia? "
" Telefoneremo a Silente e chiederemo di venirci a pagare la cauzione. "
" Oh, certo, se Silente avesse un telefono! "
" Dannatamente perspicace! "
Aura e Piton saltarono sul balcone più vicino e la donna si chinò a bussare sul vetro. Un bambino assonnato aprì stringendo un orso di peluche più grande di lui.
" Chi siete? " chiese stropicciandosi gli occhi.
" Oh, ciao! Siamo…ehm…siamo…lui è Peter Pan, ed io Campanellino. Ci siamo persi, ci puoi fare uscire di qui, per favore? "
Il bambino fissò Piton " Non ci credo. Lui è troppo brutto…tu sei Capitan Uncino! "
Il mago sbuffò, sollevò il bambino e lo portò di peso sul suo lettino, mentre il pargolo scalciava e chiamava la madre a squarciagola " Stai zitto e buono o ti porto dai pirati. " sibilò velenosamente.
Una donna con i bigodini in testa si affacciò nella stanza " Oh mio Dio! Chi siete? "
Severus la afferrò e la buttò affianco al bambino, uscì sbattendo la porta mentre Aura gridava " Ci scusi, signora! Togliamo subito il disturbo! "
Un omone occupò il corridoio bloccando l'uscita e spalancò la bocca alla vista dell'uomo con i lunghi capelli neri e la tunica scura.
" Ora basta! " sibilò Piton e mollò un sonoro pugno sulla faccia dell'ignaro tizio.
" Oh, Dio, sei proprio un Serpeverde! " borbottò Aura mentre scavalcava il corpo del tipo svenuto.
" Per favore, non sottilizzare. Come si esce da questa dannatissima casa? Ma come fanno a vivere in uno spazio così angusto?! "
Scesero nella strada deserta e la donna controllò nella borsa che si era portata dietro.
Vide una cabina telefonica e chiamò un taxi " Come si chiama questa strada? Guarda il nome sulla targa. " ed indicò un quadretto di marmo grigio a Severus. L'uomo lesse e riferì.
" Cosa hai fatto? " chiese non appena la donna ebbe riagganciato la cornetta del telefono.
" Ho chiamato un taxi. Questa notte andiamo a casa mia…per fortuna ho delle sterline in borsa. "
" Sterline? "
" Soldi! Come i galeoni, i falci e gli zellini! "
Una grossa macchina gialla si fermò a pochi metri, l'autista si affacciò " Avete chiamato voi? " disse squadrando gli abiti e l'aspetto stravagante dei due che aveva davanti.
" Si…ehi, che velocità, ottimo! "
Piton salì con riluttanza nella vettura e passò il tempo a sbuffare ed mormorare maledizioni.
" Nervoso il ragazzo! " commentò l'autista mentre i due scendevano.
" Dov'è casa tua? " chiese Piton osservando con disgusto malcelato le villette a schiera che aveva davanti.
" Ehm…io vivo, vivevo lì. " Aura arrossì ed indicò una villetta con l'intonaco più rovinato delle altre.
La donna cercò le chiavi nella borsa e aprì la porta, fece cenno al mago di entrare mentre accendeva le luci.
" Scusami, io non sono mai stata ricca…questo è il meglio che potessi permettermi. " disse guardando a terra. L'uomo le prese il mento tra le mani " Dico che è bellissima, sono stato uno sciocco a non accorgermene subito…con te potrei farne la mia reggia! " e la baciò.
" Hai fame? "
" Un poco… "
" Ordiniamo qualcosa…beh, naturalmente non agli elfi domestici, pensavo ad un ristorante. "
" Non lo so…decidi tu. " Piton si sedette su un divano polveroso " Vivevi sola? "
" Si. Lo sai, no? I miei genitori…è una storia che conosci. "
" Non mi hai mai detto cosa facesti dopo che ti salvai da Voldemort: non c'era nessuno che si prendesse cura di te? Eri una bambina… "
" Oh, beh, avevo una specie di zia. Sono stata con lei. Ma non parliamone, ti prego… "
" Ti fa ancora tanto male? Avrei dovuto immaginarlo… "
" No, davvero. Mi stai fraintendendo, sono stata e sono molto felice…perché ho te. "
" Ti accontenti di poco, allora… " Severus sospirò tristemente.
" E dai, smettila! Se non sei stanco conosco un modo per fare passare ogni pensiero cattivo…"
Gli occhi del mago scintillarono " Sarebbe? "
" Lo conosci molto bene… "
" Ah, quello! "
" Nella mia vita ho fatto l'amore solo con un mago, ma adesso voglio sapere cosa si prova con un uomo senza poteri magici… "
" Esattamente lo stesso… perché è sempre lo stesso uomo che ti ama. "
Lucius Malfoy controllò una cartina geografica dall'aspetto vetusto, sopra si muovevano piccoli punti luminescenti " Sei un idiota, Codaliscia! Senza poteri magici Piton non può essere rilevato dalla mappa…mi chiedo da che parte tu stia: non è che stai tentando di aiutare Silente?! "
Il piccolo mago rimase zitto e spaventato.
" Potresti sempre trasformarti in topo e scappare definitivamente nelle fogne. "
Malfoy rise crudelmente.
Sirius Black attraversò lo studio del Preside a grandi passi " Questa inattività mi logora… "
" Temo che presto avremo altro che da stare tranquilli. Piuttosto, ho ricevuto una risposta al mio annuncio sulla Gazzetta del Profeta. Il supplente di Difesa contro le Arti Oscure sarà qui a momenti. " disse Silente mentre accarezzava Fanny.
" In questo caso è meglio che vada via, non devono vedermi. "
" Oh, ma ormai Azkaban è un posto senza importanza, i Dissennatori lo hanno abbandonato: nessuno potrà provare a rimandarti lì…adesso è Voldemort l'unica preoccupazione di tutti. "
" Preferisco non rischiare. "
Bussarono alla porta " Troppo tardi, Sirius! "
Black si strinse nelle spalle e si sistemò nell'angolo più buio.
Un uomo avvenente con i capelli neri dall'aspetto ribelle e penetranti occhi grigi entrò nella stanza " Buon giorno! "
" Benvenuto ad Hogwarts, signor Liddre! Posso presentarle un amico? " Silente fece un cenno verso Sirius " Si tratta del mio caro signor Felpato. "
Liddre porse una mano a Black e la strinse con calore ed un sorriso incoraggiante " Piacere di conoscerla! "
" Piacere mio, signor Liddre. "
" Prego, mi chiami Mot, è il mio nome. " poi guardò Silente " Quando posso incominciare? "
" Ma oggi stesso, è chiaro! " Silente sorrise incoraggiante.
Severus Piton si risvegliò su uno scomodo materasso babbano. Guardò fuori dalla finestra e vide che era giorno inoltrato. Si tastò il corpo dolente per tutte gli incidenti che gli erano capitati il giorno prima " Mobilispeculum! " mormorò facendo un cenno verso uno specchio appeso al muro, ma quello non si mosse. Severus sospirò e si lasciò ricadere sui cuscini.
" Uhm…sei sveglio? " Aura si sollevò a sedere " I tuoi poteri sono tornati? "
" No. "
" Allora facciamo a modo mio. Vestiamoci ed andiamo a trovare il mio vicino, sicuramente avrà una soluzione. "
" Il tuo vicino non sarà chi penso, vero? "
" Proprio lui, ma tanto non ci sono soluzioni alternative. "
Aura bussò alla vecchia porta dipinta di verde, la targhetta indicava che quella era la villetta del signor Moody, Alastor Moody. Mentre aspettavano che aprisse, Piton ficcanasò nel giardinetto, storcendo il naso per tutto quello che vedeva, e scoccando occhiate altamente pericolose ai passanti. Non che i passanti cercassero di avvicinarsi, anzi, si allontanavano rapidamente chiedendosi chi fosse quel pazzo con i capelli lunghi ed una specie di tonaca nera strappata in più punti. Severus si raddrizzò il mantello per darsi un contegno e si avvicinò ad Aura facendo sfoggio del suo portamento regale, del tutto fuori luogo in quel posto e con le vesti stracciate come quelle di un pezzente " Giuro che non mi sono mai trovato in uno stato simile…e tutto per Harry Potter! " mugugnò.
La donna sorrise e bussò più forte. Un rumore di passi strascicati la avvertì che Moody stava per aprire la porta.
" Chi è? " gracchiarono dall'interno.
" Alastor? Sono Aura… "
" La signorina Kay non è più a Londra! Se siete venuti per minacciarmi è meglio che scappiate prima che io conti fino a tre…uno…due… "
" Alastor, per carità, non scatenare i bidoni della spazzatura! Sono proprio io! "
" Sciocchezze! Oh, io lo so…siete Mangiamorte venuti a catturarmi! "
" Alastor…sono in missione per Silente! "
" Silente? Chi c'è lì con te? "
" Un vecchio amico… " buttò lì Piton nervosamente.
La vecchia porta venne spalancata con tanto impeto che pezzi di pittura verde si staccarono schizzando qui e lì. Moody puntò la sua bacchetta magica su Piton, mentre l'occhio magico roteava all'impazzata " TU! " strillò.
Piton arretrò alzando le mani.
" Sei venuto per uccidermi?! "
Aura si aggrappò al braccio di Malocchio Moody e allontanò la bacchetta da Severus.
Piton ebbe una fugace visione dei passanti che si fermavano ad osservare e spinse con uno scatto il vecchio e la donna dentro casa, sbattendosi la porta dietro.
" Via da me, impostori, assassini! "
" ALASTOR! " ruggì Aura " Sono proprio io! "
" A…Aura? Ma che diavolo ci fai con…con…con quel coso lì? " ed indicò Piton che fissava la scena con una faccia spaventosamente cattiva.
" Siamo in missione per Silente. I Mangiamorte ci hanno attaccati, e hanno colpito Severus con la Negatio Incantum… "
" Aha! " fece Moody alzando la bacchetta.
Piton si chiese cosa si provasse a morire, e rimpianse di non essere mai stato tra i Mangiamorte che andavano in cerca di Auror per ucciderli.
" Alastor, smettila…so che non vuoi fargli del male, e, credimi, questa commedia non è necessaria. "
Il vecchio Auror sospirò " Perché siete venuti da me? "
" Aiutalo! Hai qualcosa per spezzare l'incantesimo che gli hanno fatto? "
" Ragazzo, sai ancora fare pozioni? " chiese con noncuranza guardando Severus, come se fosse tutto tranquillo.
" Direi di si. "
" Vai nel sottoscala, lì tengo tutti gli ingredienti necessari. Puoi prepararti quello che ti serve. "
Piton alzò gli occhi al cielo, ma scese in cantina senza fiatare.
Moody si trascinò con la gamba di legno che sbatteva forte sul pavimento fino ad un divanetto " Siediti. " fece cenno alla donna " Mi sei mancata quest'anno. "
" Non hai avuto visite? "
" Certo che no. Allora, le voci erano vere? "
" Che voci? "
" Quelle che mi ha riferito Arthur Weasley…che ti sei messa nei guai, e guai seri! "
" Continuo a non capire…"
" Non fingere! Piton lì sotto… " diede un colpo sul parquet con la gamba "…avete intenzioni serie? "
La donna sorrise.
" Molto male! Anche se provi un forte senso di gratitudine nei suoi confronti questo non ti obbliga a stare con lui. "
" Smettila, Alastor! " Aura sbuffò seccata " Non è il caso di parlarne. "
" Oh, si, invece! Perché è come se io fossi tuo padre, ed i padri si preoccupano sempre per i figli. Aura, piccola, tu non conosci il Male…il Male è una forza che non ti lascia, dopo averti preso. Puoi metterlo a tacere per un poco, ma lui è dentro di te, e preme per riemergere fino a che non ci riesce…"
" Sai, mi sono imbattuta in questo Male…e so che Severus Piton non ne è stato corrotto. Forse ha subito la tentazione, ma non ne è stato corrotto. Il fatto che io sia qui, viva, ne è la prova inconfutabile. "
" Non esserne certa. "
" Silente non è del tuo stesso parere, lui si fida di Piton. "
" Il vecchio Albus ha le sue idee. Oh, siamo vecchi amici, ma ci sono cose su cui dissentiamo totalmente. Guardami… " indicò la gamba di legno, e la faccia coperta di cicatrici orrende " Questo mi è stato fatto dagli amici del tuo caro Severus. Anche loro non sono stati corrotti? "
" Non c'entra nulla. La tempra di Piton è diversa. "
" Questo è vero…questo è vero. Bene, hai toccato il cuore del problema, ma non ti rendi ancora conto del suo significato e non sarò io a spiegartelo… "
" Ma Alastor, io non ti capisco. "
" Lo so…chiedi a Piton di parlarti delle sua famiglia, chiedigli perché è diventato un Mangiamorte. Non ti sei accorta che è un mago fuori dal comune? "
" Ma cosa… "
" Ora basta! Saresti così gentile da prepararmi un the? "
Un paio d'ore dopo Piton aveva bevuto l'orribile pozione che gli avrebbe permesso di rientrare in possesso dei suoi poteri.
" E'ora di andare " disse " Dobbiamo riprendere il viaggio. "
" Come intendete andarvene? "
" Ci smaterializzeremo. "
Moody abbracciò la sua protetta e le mormorò in un orecchio " Vedi? Io non potrei smaterializzare altri che me stesso, eppure passo per essere un buon mago… "
Severus prese la mano di Aura e la attirò a sé " Grazie, Malocchio, ma spero di non doverti rivedere tanto presto. "
" Stai alla larga, ragazzo, la prossima volta ci penserò due volte prima di darti una mano. E non mettere la mia bambina nei guai… "
" Addio, vecchio Auror… "
Prima che Moody potesse replicare, Piton era già sparito, portandosi dietro Aura Kay.
" Si stanno movendo! " Malfoy rise allegramente buttando la testa all'indietro, i suoi capelli biondi scintillarono alla luce delle candele. Lui e Codaliscia lasciarono la locanda a Notturn Alley con la certezza che sarebbero tornati presto da Voldemort, e non da soli.
Il professor Liddre sorrise ad Harry Potter " Sei molto bravo, Harry! " disse, mentre il ragazzo agitava la bacchetta " Così…le tenebre si diradano…ottimo! " Fece cenno al giovane mago di tornare a posto, e chiamò Draco Malfoy " Vuoi provare? Ricordati che se perdi la concentrazione non riuscirai a far diradare le tenebre che per pochi istanti… "
" Dia…diaf…"
" Diafana rex! " suggerì Potter in un soffio.
" Diafana rex! " disse Malfoy, e il buio artificiale creato dal professore cedette il passo alla luce prodotta dalla bacchetta di Draco.
" Benissimo! Dovete aver avuto un ottimo professore, prima di me. " approvò il mago.
Hermione fece cenno di si, mentre si alzava e si avvicinava alla cattedra.
" Sei stato bravo! " disse Harry a Draco.
" Grazie, anche tu. " Malfoy sorrise, e Potter ricordò a sé stesso che era la prima volta che vedeva quel genere di espressione sulla faccia del compagno.

 

VI

L'aspetto del vecchio castello era quello che avrebbe potuto avere il maniero stregato di una vecchia storia per bambini. Arroccato su uno sperone di roccia, a strapiombo sulla scogliera, si stagliava contro il cielo scuro. Aura si strinse nel mantello, e respirò profondamente l'aria salmastra. C'è qualcosa di molto malinconico in tutto questo, si disse, come il ricordo di una storia molto triste. Severus Piton non tradì alcuna emozione alla vista della sua vecchia casa. Non era la prima volta che si trovava a contatto con il suo passato insieme ad Aura, ma sembrava che nessun sentimento, né bello né brutto, potesse essere risvegliato nel suo cuore alla presenza di quelle vetuste mura coperte dalla vegetazione. Il mago rimase immobile per qualche istante ascoltando il rumore delle onde confuso dal sibilo del vento, e poi avanzò con cipiglio deciso verso l'ingresso.
Ad Aura vennero in mente le parole di una vecchia lirica… " Manchmal geschieht es in tiefer Nacht, dass der Wind wie ein Kind erwacht, und er Kommt die Allee allein leise, leise ins Dorf herein. "
Piton si fermò e voltandosi continuò a declamare "…Und er tastet bis an den Teich. Und dann horcht er herum: und die Hauser sind alle bleich, und die Eichen sind stumm... "
" Nel colmo della notte, a volte, accade che si risvegli, come un bimbo, il vento. Solo, pian piano, viene per il sentiero, penetra nel villaggio addormentato. Striscia, guardingo, sino alla fontana; poi, si sofferma, tacito, in ascolto. Pallide stanno tutte le case, intorno: tutte le querce, mute. "
" Rainer Maria Rilke…"
" Si. Conosci il tedesco? "
" Ho passato molto tempo della mia giovinezza a studiare…a studiare tante cose. Ho sempre pensato che questa lirica si intonasse a questo posto. "
" Deve essere per il vento…sembra che soffi senza tregua, come se fosse una creatura animata, come se ci vedesse e ci ascoltasse… "
" Ci sono cose di te che mi sorprendono…non pensavo che percepissi questo luogo esattamente come lo percepisco io. "
" Ma neanche io, a volte, sono sicura di conoscerti davvero. In questi giorni ho visto un lato di te che non sospettavo, e mi domando cosa altro ci sia da scoprire. "
" Tutto e niente…niente, per lo più. Ma anche io ho visto qualcosa di te che non sospettavo. La donna come era, come ha vissuto, come ha portato avanti la sua strada quando io non c'ero… "
Severus si voltò e riprese a camminare verso il castello " Le cose non sono quasi mai quello che sembrano, è un tuo insegnamento… " sorrise " Anche il castello: sembra dover crollare da un momento all'altro, ma è fatto di solida pietra, e legato con potenti incantesimi. Un po' come una prigione… " toccò il portone con la bacchetta magica e quello si aprì cigolando.
" E' curioso…benché sia stata qui più di una volta, è solo ora che comincio a vedere… "
Il mago sussurrò alcune parole e le lampade si accesero tutte insieme, magicamente.
" Facciamo in fretta. Malfoy ci starà cercando là fuori. "
La donna annuì e lo seguì sulle scale scricchiolanti; mentre passavano alzavano sottili nuvolette di polvere che si agitavano per qualche momento nell'aria e poi ritornavano sui tappeti tarlati. Arrivarono davanti ad un muro, ed a un nuovo gesto di Piton un arazzo si sollevò, rivelando un angusto passaggio ascendente " I miei appartamenti più segreti " spiegò il mago.
Migliaia di fiale e provette allineate perfettamente, su lunghi scaffali scintillarono con i loro contenuti misteriosi che riverberavano alla luce delle candele. Più oltre interi scaffali di libri polverosi si offrivano alla vista, con le lettere dorate incise sulle copertine in bella mostra di sé. In un ambiente tanto affascinante l'attenzione di Aura venne reclamata da una pila di fogli di pergamena lasciati su uno scrittoio, una penna d'aquila era ancora immersa nell'inchiostro, da tempo secco, di un calamaio. Tutto come se fosse stato lasciato lì, sbadatamente, da una persona che contasse di assentarsi per non più che qualche minuto. Le dita della donna scivolarono sui fogli non scritti, immaginando cosa avrebbero raccontato, se avessero potuto parlare…forse una storia di quando quell'uomo, che adesso raccoglieva gli ingredienti per una pozione misteriosa, era stato una delle creature più malefiche che si potessero immaginare. In qualche modo il pensiero di Voldemort turbò profondamente Aura. Per un attimo le sembrò che potesse essere lì, che potesse ascoltare i suoi pensieri. Si girò di scatto, come per controllare che davvero non ci fosse, e vide su una parete un dipinto…una donna molto bella con un ragazzino triste, vestito di nero, impettito, con l'aria di chi volesse sfidare il mondo. Si avvicinò al quadro, e scrutò con maggiore attenzione ogni dettaglio: il viso della dama era effettivamente bello e delicato, ma i suoi occhi erano privi di luce interiore, riflettevano un vuoto spaventoso…due finestre affacciate sulla follia. Guardando bene anche il leggero sorriso le sembrò vagamente folle, un'espressione enigmatica ed indefinita. Furono le due spille che indossavano i personaggi del ritratto a farla sussultare: rappresentavano entrambe un serpente attorcigliato in maniera complessa, ma una era fatta con pietre rosse, e l'altra con pietre verdi.
Aura sobbalzò quando Severus le mise una mano sulla spalla.
" Qui ho finito, devo scendere nelle segrete. " disse Piton con la voce più bassa del solito.
" Non ho visto altri ritratti in tutto il castello…le persone in questo quadro…. "
" Non ci sono altri dipinti. Inutile che li cerchi: non ne troverai. E in quanto a quelli… " indicò con noncuranza il ritratto "…Morirono, molto tempo fa. "
Il mago uscì dalla sala senza voltarsi, e guidò la donna verso la parte sotterranea del maniero.
" Vorrei che rimanessi qui, aspettami senza seguirmi ."
" No, verrò. Non voglio restare sola… "
Piton sospirò " Sei sicura? Non c'è niente di bello lì sotto. "
La donna sentì di dover dare una risposta ad un dubbio che minacciava di restare sempre tra loro " Qualunque cosa sia, qualunque cosa, anche una orrenda, che abbia a che fare con Voldemort e il tuo passato io sono in grado di accettarla. E ti prego di non dubitarne mai più. Non intenderò ripeterlo ancora una volta. Ti amo, ti amo Severus il Mangiamorte, ogni cosa di te io la accetto. "
" Lo so. Ma ci sono cose… " la voce gli morì in gola, e prendendo la mano della donna la condusse nei sotterranei.
Aura venne investita da una folata di aria gelida e pregna di essenze misteriose; pensò a certe scene di film che aveva visto durante la sua infanzia, quando restava a bocca aperta davanti alla televisione, senza riuscire a distogliere gli occhi da quelle immagini che qualcuno pensava potessero far paura, ma lei conosceva una verità diversa…i registi che pretendevano di far gridare la gente con invenzioni sceniche realizzate in cartapesta non avevano visto Voldemort…non avevano visto la propria casa crollare con tutti i suoi occupanti, mentre un giovane incappucciato li portava fuori di nascosto. Eppure quel sotterraneo era simile a quelli delle storie dell'orrore, con la differenza che quell'orrore era vero…
Piton cercò un baule dipinto di nero, e aprì la serratura con un colpo della bacchetta. C'erano molte cose lì dentro. Aura vide che il mago le gettava distrattamente tutto intorno, cercando qualcosa che doveva trovarsi sul fondo. Poi Piton trovò qualcosa che lo distolse dalla ricerca per un attimo. Era un abito. Un abito nero con un cappuccio. La donna glielo tolse di mano e lo guardò…poi fissò Severus, ed i suoi occhi dallo scintillio pericoloso…piegò con la massima cura il vestito e lo poggiò su uno scranno. Il mago accennò un piccolo inchino e sorrise sollevato. Finalmente l'oggetto che Silente desiderava spuntò dal baule; alla donna sembrò che fosse un sacchetto rosso. Ma non era un sacchetto: Severus rimosse la custodia di velluto scarlatto, e un serpente verde e scintillante brillò, come se fosse animato, dalla copertina, anch'essa verde, di un libro dall'aria molto antica.
" Salazar Serpeverde… " lesse Aura a lettere dorate sulla prima pagina " Salazar Serpeverde? Come è possibile?! "
" E' possibile, invece. E' stato scritto proprio da lui. Questo è ciò che Silente desidera. "
" Uhm…suppongo di non poterti chiedere come ne sei venuto in possesso. E' uno di quei segreti inviolabili, no? "
Piton sbuffò "Un'ultima tappa e poi torneremo a casa, ad Hogwarts, cioè. "
Il mago strinse la donna e la baciò con passione, mentre il mondo tutto intorno svaniva in un turbinio vorticante di luci e suoni.
Lucius Malfoy fissò la sua mappa magica e poi Peter Minus " Si stanno smaterializzando…e non crederai alla fortuna che abbiamo avuto. Stanno venendo dritti da noi! "
Codaliscia si agitò sulla sedia " Il padrone sarà contento…ci darà molti onori… "
Malfoy pregustò il sapore della gloria.
" Una stanza per due. "
Un vecchio mago dall'aria arcigna osservò Severus Piton con disprezzo, ma prese una chiave ossidata da innumerevoli anni di servizio e gliela passò " Stanza diciassette, terzo piano. "
Piton gli scoccò un'occhiataccia delle sue e si allontanò mentre il vecchio tentava di fargli il malocchio.
" Feccia! " commentò " Stammi vicina e non muovere un passo senza dirmelo, non toccare nulla. "
" Perché siamo qui? Potevamo andare a Diagon Alley…"
" Questa notte devo concludere un affare qui: si tratta di comprare l'ultimo ingrediente per Silente…draconite. "
" Draconite?! Cioè la pietra che sta nel cervello dei draghi! Pensavo che commerciarla fosse stato vietato dal Ministero della Magia! "
" Proprio così. E per questo siamo nell'unico posto dove sarà possibile avvicinare un contrabbandiere e averla. "
Codaliscia saltellò nervosamente sulle sue corte gambe, e Lucius Malfoy finì di bere il suo vino aromatico da un calice di cristallo turchese, poi si volse piano verso lo stupido mago e lo fissò con aria inquisitrice " Li hai visti? " disse in un sussurro.
" Si, sono alla locanda di Walden Funestus. "
" Uhm…dopotutto il fatto che tu possa trasformarti in un viscido sorcio ha i suoi lati positivi. Non appena si moveranno, tenderemo la nostra trappola. Sei stato da Sinister? "
" Si, tutto è a posto. "
Malfoy si versò dell'altro vino, fece ruotare il calice con aria assente e poi lo bevve storcendo il naso, come se fosse molto amaro.
Piton scartò una cioccorana e, non appena il cioccolatino magico tentò di darsi alla fuga, la strinse saldamente e la passò ad Aura " Meglio non mangiare né bere nulla, fino a quando siamo qui; non mi fido dei cuochi di Walden, né di tutti quelli che lavorano a Nocturn Alley. "
" Perché, vuoi dire che potrebbero avvelenarci, stregarci o cose del genere? "
" Malfoy è un uomo molto influente, soprattutto lì dove si pratica la magia nera. Ed io, beh, io non sono visto di buon occhio da queste parti. "
" Ma come, neanche qui?! " scherzò la donna, e Piton inarcò un sopracciglio.
" Vedi, questo è un caso senza soluzione…io sono il traditore. Il traditore che ha tradito entrambe le parti in causa; logico che nessuno voglia avere a che fare con me. Mi sopportano perché nessuno è certo dei miei veri fini, ed aspettano sempre che faccia la prima mossa. " il mago si sedette con aria torva sul letto, ma si rialzò subito e frugò tra le lenzuola; c'era una piccola bambolina infilzata da numerosi spilloni.
" Un feticcio! " constatò " Con me queste cose non funzionano " aprì la porta e gettò il malefico gingillino per le scale.
Aura scosse la testa " Mi domando come io possa restare tanto tranquilla…me lo chiedo da quando sono arrivata ad Hogwarts. In teoria dovrei passare il mio tempo a gridare, svenire e chiedermi se ho perso la ragione. Per quanto abbia sempre saputo dell'esistenza di voi maghi, beh, suppongo di aver visto più cose di quante in generale un babbano possa ritenere tollerabili! "
Piton fece spallucce " E questo è ancora niente… " disse con tono vago.
" Dove andiamo a cercare la draconite? "
" Da Magie Sinister , è un negozio che frequentavo quando ero più giovane…ci si trova di tutto. "
" Di tutto ,eh? Chissà perché non mi suona bene. "
Lucius Malfoy fece tintinnare un sacchetto di galeoni sotto il naso di Sinister; il vecchio mago boccheggiò come un pesce fuor d'acqua e si allentò il colletto della sudicia veste grigia. Codaliscia spiò la strada buia da dietro le tendine di una finestra dai vetri sporchi e fece un cenno al Mangiamorte biondo che continuava a muovere avanti ed indietro il sacchetto con il denaro.
Malfoy si diresse con calma verso la porta del ripostiglio e sorrise al vecchio Mago.
" Lo so che è dai tempi del mio Signore che patisci la fame, Sinister. Ma io ti offro l'opportunità più grande della tua miserabile vita… "
" Ma signor Malfoy… "
" Niente ma, vecchio. Lord Voldemort sa ricompensare chi gli è fedele. "
" Ma…è Piton! "
" Ti garantisco che non sarà un problema. Non vuoi questo? " e sollevò il sacchetto. Sinister ingoiò a vuoto e fece segno di si. Malfoy gli lanciò il denaro ridendo e si chiuse nello stanzino con Minus.
Il campanellino legato alla porta tintinnò cupamente, Severus Piton entrò nel cadente negozio con uno straniero infagottato in un lungo mantello con il cappuccio calato sul volto. Sinister storse la faccia in una specie di sorriso e salutò con deferenza i due clienti.
" Mi serve della draconite. Ne hai? " disse Piton senza preamboli.
" Sissignore…ma oggigiorno è sempre più difficile procurarsene, e il prezzo è davvero molto alto. "
" Dammela. " sibilò Severus.
Il vecchio mago si guardò intorno e Piton inarcò un sopracciglio mentre i suoi occhi neri mandavano scintillii inquietanti.
" Cosa c'è, Sinister? "
Il negoziante barcollò, ma sorrise falsamente " Cerco di ricordare dove la ho messa. "
Si chinò sotto il lercio bancone e prese qualcosa.
Mentre si rialzava l'istinto dell'ex Mangiamorte gli suggerì di fare qualcosa. " Expelliarmus! " gridò Piton, e la bacchetta che impugnava il vecchio gli schizzò via dalla mano, solo per ricadere in quella libera di Severus.
" Ma bene! Dove è Malfoy? "
Il vecchio tentò di scappare, ma il professore di Pozioni lo schiantò.
La risata fredda di Lucius indusse Piton a restare in guardia. Il mago uscì allo scoperto, fissò Severus e scagliò il primo incantesimo di quel duello.
Piton si difendeva ed attaccava contemporaneamente; scintille luminose cadevano tutto attorno, ma il mago non vide il grosso topo che squittendo zampettava velocemente verso Aura che era rimasta per tutto il tempo nascosta sotto il mantello.
Minus riprese le sue sembianze e afferrò alle spalle la donna, le mise una mano sulla bocca e la trascinò fuori. Severus si accorse troppo tardi dell'accaduto, indirizzò un colpo più violento contro Malfoy, mandandolo a sbattere oltre il bancone, e approfittò del vantaggio per correre dietro Codaliscia.
Aura scalciò e graffiò fino a quando Minus non la scaraventò a terra in un vicolo scuro e deserto. L'Animagus le fece un brutto sorriso che sottintendeva parecchie spiacevoli cose, e si avvicinò. La donna rimase tremante, mentre Minus si avvicinava tanto da poter sentire il suo disgustoso alito…allora si gettò in avanti gridando ed assestò un calcio ben piazzato al suo rapitore. Raccolse una pietra e colpì il traditore dei Potter alla testa, lasciandolo intontito e barcollante. Diede fondo a tutte le sue energie e corse come non aveva mai fatto; un grido proveniente da diversi metri dietro le sue spalle la avvertì che Minus si era ripreso. Coraggio, si disse, corri, svolta l'angolo e troverai Severus che ti cerca. Ma oltre l'angolo non c'era Piton; Aura prese in pieno un alto mago impellicciato, mandandolo lungo disteso per terra, ed inciampando lei stessa. I passi di Codaliscia risuonavano vicinissimi.
" Mi aiuti! " strillò convulsamente.
L'uomo la fissò senza dare segno di aver compreso la situazione. Poi Minus sbucò in strada, affannato e con gli occhi che sprizzavano rancore. Fissò lei e poi il mago a terra.
" Mi aiuti! " disse la donna ancora una volta, mentre la disperazione si faceva largo nel suo cuore.
" Igor! " disse Codaliscia, sorpreso e sospettoso.
Igor Karkaroff spalancò la bocca ed emise un suono strozzato. Aura lo fissò ed inorridì all'idea che quei due si conoscessero. Si accostò al muro facendosi molto piccola.
" Igor… " disse ancora Minus, come per convincere sé stesso che l'uomo che aveva davanti fosse esattamente chi sembrava: un ex Mangiamorte che aveva accusato molti suoi compagni, compreso Piton, per sfuggire ad Azkaban.
Prima che il mago impellicciato potesse dire solo una parola Piton si materializzò con uno svolazzare di mantello nero, seguito da un Malfoy con il volto deformato dalla rabbia, ed entrambi fissarono l'ex Mangiamorte.
" Karkaroff! " dissero all'unisono.
L'uomo si mise in piedi, cercando di non mostrare la paura che lo dilaniava e si passò le mani sulla pelliccia per ripulirsi dalla polvere. Severus notò i muscoli agli angoli della sua bocca che si contraevano fuori controllo, e soprattutto l'eccessiva magrezza del suo ex compagno, il modo in cui le vesti sembravano scivolargli di dosso…Karkaroff era un relitto, un relitto in fuga dal suo passato e da Voldemort. Voldemort lo voleva morto, i Mangiamorte lo volevano morto, Piton stesso desiderava che soffrisse…
Malfoy si disinteressò per un momento dei due che avrebbe dovuto catturare e indirizzò uno sguardo di puro odio contro quello che un tempo era stato un compagno di avventure. Lucius aveva evitato il tribunale solo per la posizione di primaria importanza che da secoli rivestiva la sua famiglia nel mondo dei maghi, e per la scaltrezza con cui aveva convinto i giudici di essere stato plagiato da Voldemort; se fosse stato per l'uomo che aveva davanti sarebbe stato rinchiuso ad Azkaban e probabilmente sarebbe morto pazzo.
La tensione era più che palpabile. Ad Aura sfuggivano i nessi che legavano i quattro maghi che aveva davanti, ma intuiva la gravità di quello che poteva succedere. Sentì che ormai non pensavano più a lei, a Voldemort o a niente che non fossero i propri desideri di rivalsa. Una fredda rabbia si impadronì di lei, sentì qualcosa di bollente premerle sul petto: i medaglioni. Scintillavano, sfrigolavano come se fossero vivi, si illuminavano e si riscaldavano sempre di più. Un lampo di consapevolezza la attraversò, una memoria di vita vissuta, appartenente a chissà chi, percorse il suo essere…poi si lasciò possedere dalla necessità di spezzare un circolo vizioso: Malfoy che aveva rischiato di uccidere il proprio figlio e che non aveva neppure cercato di salvarlo o di fornirgli una scusa per la sua condotta, Minus che aveva ucciso e fatto uccidere per soddisfare la propria invidia e la propria vigliaccheria, Karkaroff che aveva tentato di far affondare i suoi amici per restare a galla ed ora scappava come un verme, e Piton…ma Severus aveva avuto la forza di scegliere, anche se nello sguardo spaventoso e famelico che teneva puntato su Karkaroff si leggeva il ricordo del passato. Sentì esplodere un'energia che non sapeva di possedere…ma da dove veniva, poi? Dalla pietra filosofale incastonata nel medaglione a forma di occhio, dal ciondolo che le aveva regalato Piton ( lo stesso effigiato nel ritratto della donna con il ragazzo che aveva visto al castello ), dal suo stesso cuore…da dove?
I quattro maghi ormai non percepivano altro che sé stessi. Malfoy non riuscì più a frenare l'odio, estrasse la bacchetta e puntò Karkaroff, ma il mago afferrò Aura per un braccio e se ne fece scudo, mentre Piton e Codaliscia alzavano le bacchette.
Il colpo mortale non raggiunse mai né la donna né l'uomo che si nascondeva dietro di lei. Piton sgranò gli occhi senza capire. Una sfera luminosa avvolse la donna, scintillò e roteò per qualche istante, poi, per quanto Severus riuscì a vedere, Aura mosse le labbra senza che ne uscisse alcun suono, ma la sua voce, distorta, raggiunse direttamente la sua mente. Severus vide sé stesso, e un brivido gli percorse la schiena…si vide come un novello Voldemort, con il volto improntato alla pura malvagità: il volto non di un uomo ma di una bestia. Per la prima volta in vita sua ebbe paura, e contemporaneamente comprese che quella visione aveva colpito solo la sua mente, mentre gli altri maghi avevano visto altre cose che dovevano averli terrorizzati. Il professore di pozioni tentò di vedere oltre la luce intensa, chiedendosi cosa fosse successo agli altri…Karkaroff giaceva svenuto, Codaliscia tremava convulsamente e Malfoy…Malfoy lo sconcertò…piangeva. Lucius Malfoy che non provava altri sentimenti che di amore per sé stesso stava piangendo, inginocchiato , con i capelli biondi che gli ricadevano sul viso contratto in una smorfia di dolore. Piton vide che muoveva le labbra…Draco, Draco…mormorava. La luce raggiunse un'intensità accecante, e Lucius gridò qualcosa prima di trovare la forza di smaterializzarsi. Codaliscia rimase a frignare e a scuotersi. Aura fissò i suoi occhi, no, erano due pozze di luce, in quelli di Minus e la voce immateriale risuonò chiara e inesorabile " Vai via, immondo traditore! " e il mago si smaterializzò strillando.
Severus tremò. La donna si voltò verso di lui, fece qualche passo in avanti e Piton entrò nel cerchio d'energia…sentì le vesti ed il mantello che si agitavano come scossi dal vento. Era quasi certo di morire, ma non gli interessava…non sentiva più il corpo. Era come se ogni sua particella fosse improvvisamente consapevole, leggera, era…spirito. Si sorprese: non aveva mai provato nulla di anche lontanamente paragonabile, neanche in sogno. La donna si avvicinò ancora, aprendo le braccia per stringerlo. Severus si sentì esaltato, e nel momento in cui toccava Aura provò un piacere sconcertante…ebbe idea che fossero diventati una sola creatura, sentiva che la donna era parte essenziale del suo essere, erano fusi…si abbandonò totalmente alla luce.
Dopo un istante eterno l'energia vibrò e con un lampo si riassorbì all'interno del corpo della donna. Piton barcollò e la afferrò mentre cadeva, scivolarono in ginocchio, storditi ed accecati. Severus si riprese per primo, e scosse Aura mentre si riabituava al buio del sordido vicolo.

 

VII

Severus Piton uscì dallo studio di Silente, e attraversò i corridoi che portavano al sotterraneo dei Serpeverde. Non aveva detto nulla ad Albus di quello che era successo a Nocturn Alley. Si chiese perché, e non trovò una risposta. D'altra parte nemmeno Aura ne aveva fatto più parola: il mago dubitava seriamente che lei si ricordasse davvero dell'accaduto. Camminava spedito, senza fare alcun rumore, movendosi come un fantasma. Per quel giorno non aveva avuto lezioni, sospirò e si disse che dare filo da torcere a qualche ragazzino isterico lo avrebbe fatto sentire meglio, ma…niente lezioni, niente divertimento. A meno che…a meno che non avesse trovato qualcuno che faceva qualcosa di scorretto, in giro per il castello. Magari Potter stava lanciandosi in qualche infrazione alle regole…senza pensarci invertì la rotta e salì verso la zona dei Grifondoro.
Il professore di pozioni sentì parlottare dietro un angolo e si fermò, in ascolto.
Neville Paciock sfrecciò a tutta velocità a pochi metri da lui. Il mago si domandò se non fosse riuscito a trovarsi nel posto giusto al momento giusto: centocinquanta punti in meno a Grifondoro per organizzazione di comizi illegali nei corridoi. Cautamente si appiattì contro il muro e strisciò verso la fonte delle voci. Si preparò a saltare fuori in un'entrata di grande effetto scenico, saltò fuori e…rimase zitto. Un uomo stava illustrando un incantesimo ad un nutrito gruppo di ragazzi.
" Ma cosa… " sibilò Piton.
" Oh, benvenuto! " disse caldamente l'uomo " Lei deve essere il professor Piton, vero? Stavo illustrando un incantesimo a questi signori " e fece un ampio gesto verso gli alunni " Le lezioni in classe non bastano mai per soddisfare la loro curiosità! "
Piton lo fissò gelido " Ma davvero? E lei è…chi è lei, di grazia? "
" Ma certo! Mi scusi, non ci hanno presentati…sono il supplente di Difesa Contro le Arti Oscure. Mi chiamo Liddre. "
Il sorriso del mago era incoraggiante, e per un solo istante Severus non trovò strano che i suoi modi invogliassero gli studenti a cercare di apprendere di più; ma a lui non piacevano.
" Va bene, ma non trovo corretto, secondo lo statuto scolastico, che si tengano lezioni dopo l'orario regolamentare. Forse dovrebbe accontentarsi delle ore che le sono state assegnate. "
" Beh, certo…non pensavo che fosse un problema. Ragazzi, continueremo domani in classe. Andate. "
Un mormorio scontento e iroso si levò dagli studenti. Severus vide Neville Paciock rivolgergli uno sguardo rabbioso, e si chiese se non stesse avendo un'allucinazione…Paciock che lo guardava a quel modo? Potter, forse, avrebbe potuto…ma dove era il rispetto misto a terrore che Neville aveva sempre provato nei suoi confronti?
Liddre sorrise a Piton come per scusarsi " Sono nuovo di qui, non pensavo di fare nulla di male. "
" Bene…lo tenga a mente, la prossima volta. " Il professore di Pozioni si girò sui tacchi e tornò verso il sotterraneo.
Harry Potter scartò una confezione di gelatine e ne trangugiò una manciata, srotolò una lunga pergamena e si preparò a scrivere un tema sugli zombie. Del tutto casualmente lo sguardo gli cadde sul posto vuoto lì dove Ron di solito studiava; il giovane Potter si morse le labbra. Ultimamente non aveva pensato più a Ron Weasley, al suo migliore amico. Chissà se stava bene…d'altra parte neanche Ron aveva dato più sue notizie. Forse, si disse Harry, non ci penso perché ho trovato inaspettatamente un nuovo compagno di avventure: Draco Malfoy. Con lui ed Hermione è difficile annoiarsi. E poi c'è così tanto da studiare…il tema sugli zombie, per esempio, devo fare un tema molto lungo, pensò, così Liddre mi farà guadagnare punti in più per Grifondoro. All'altro capo del tavolo anche Hermione era immersa nella scrittura, e così buona parte degli studenti.
Black poggiò la lettera di Remus sulla scrivania di Silente " Le cose sono più difficili del previsto, a quanto sembra. "
" Uhm…sono certo che Lupin riuscirà a convincerli, Sirius. "
" Non lo so…sono rimasti più di quindici anni in un posto caldo e tranquillo, e adesso dovrebbero persuadersi a tornare per combattere Voldemort a rischio della vita?! Ho i miei dubbi… "
" Tu non torneresti? "
" Io, si. Ma…i miei motivi sono più validi di quelli della maggior parte di noi. "
Silente prese un ghiacciolo al limone da una tasca nascosta tra le pieghe della sua veste e lo passò a Black, ne prese un altro e lo scartò, soprappensiero.
Aura si fermò, in ascolto, c'era qualcuno che camminava nella galleria dei trofei.
" Gazza? " chiamò, senza aver risposta " signor Gazza, è lei? "
Nessuno fiatò.
" Pix, se stai combinando qualcosa di male…sei tu, vero? Chiamerò Gazza ed il Barone Sanguinario… "
" La ho spaventata? "
Aura si voltò di scatto, c'era un uomo che non conosceva lì davanti, un mago dall'aria sorridente.
" No, credevo che ci fosse… "
"…Pix il poltergeist, ho sentito. "
La donna fece segno di si e si girò per andarsene.
" La prego, aspetti. Non ci conosciamo…sono il supplente di Difesa contro le Arti Oscure. "
" Oh, io insegno Babbanologia. "
" Si chiama Aura Kay, vero? Ho sentito i ragazzi che parlavano di lei. "
" Spero che si trovi a suo agio qui. Devo andare…stavo solo controllando i corridoi, mi scusi. "
Liddre diede segno di non aver sentito e continuò a parlare " Questo posto è davvero molto bello. Stavo guardando i trofei; mi chiedevo chi e come fossero i ragazzi che li hanno ottenuti…decine di generazioni di giovani maghi. Non è affascinante? "
"…Credo di si. "
" Insegnare è sempre stato il mio sogno, finalmente ci sono riuscito e spero di poterlo fare nella maniera migliore. Certe volte ho l'impressione di non dare il massimo per questi ragazzi…vorrei che potessero vivere in un mondo migliore. Un mondo più giusto. "
" Ha dei nobili fini. Tuttavia suppongo che il criterio di giustizia sia una cosa molto soggettiva. "
Liddre sorrise " Senza dubbio. Ma non pensa che sia necessario fare di tutto, offrire il proprio essere, per una nobile causa? "
" Sono felice che si sia votato all'insegnamento. E' senza dubbio una nobile causa…"
" Non prova anche lei un simile trasporto? Non c'è qualche causa che desidererebbe abbracciare? "
" …E' un discorso molto complicato. Ma penso che già impegnarmi a fare del mio meglio in ogni occasione sia un ottimo inizio. "
" Come tutti questi ragazzi… " fece un cenno verso le vetrine " Che hanno dato il loro meglio per onorare i propri principi. "
Aura non sapeva che dire, ed annuì. Il mago accarezzò il vetro impolverato con affetto, fissando le targhe che erano state offerte a vecchi studenti per meriti speciali. Poi si voltò con aria sognante, il bel volto aperto in un sorriso caloroso e mise una mano sulla spalla della donna " Posso accompagnarla a finire la sua perlustrazione…se desidera. "
" …io…"
Uno scalpiccio veloce distrasse la donna, con un frullo d'ali rilucenti Fanny balzò tra le sue braccia.
" Fanny?! Che ci fai qui? Non avresti dovuto uscire dallo studio di Silente! "
La fenice scosse il lungo collo.
" Mi scusi, devo riportare questa birichina al Preside. E' stato un piacere chiacchierare con lei. "
La donna si allontanò piuttosto velocemente, mentre il mago tornava a fissare i trofei.
La cena ad Hogwarts era sempre un momento di festa: tutti gli studenti si riunivano attorno a quattro enormi tavolate e mangiavano ogni sorta di delizie, mentre i professori li guardavano dalle loro tavole. Aura e Piton raggiunsero i loro posti parlottando; Severus fissava con sospetto il grosso pennuto che la donna teneva in braccio, come un morbido e caldo fagotto.
" Non puoi metterla giù? "
" Non vuole scendere, non sono riuscita a farla tornare nello studio di Silente. "
" Puoi provare a buttarla a terra. "
" Severus! "
" Che diavolo avrà questo stupido uccellaccio? Finora Albus, Potter e tu siete le uniche persone che lo abbiano toccato senza essere beccate o allontanate… "
" Ma no, Fanny è così gentile! " la fenice fissò i suoi occhietti neri in quelli della donna con aria soddisfatta.
" In ogni caso chiama Silente e liberatene. Non vorrei che ti seguisse anche in camera… "
" Dicono che gli uccelli siano i nemici naturali dei serpenti, forse è per questo che lei non ti piace. "
" Non lo penserai davvero? "
La donna avrebbe replicato, ma il professor Liddre si avvicinò allegramente.
" Buonasera! La fenice è ancora con lei? Ma che bella… "
" Si, ma che bella…buonasera! " Piton afferrò Aura per un braccio e la trascinò a sedersi " Fammi un piacere, teniamo Mister Sorriso, Mister Nobili Fini, a distanza. "
" Non ti piace? "
" No! "
" Sembra piacere a tutti, non deve essere una cattiva persona, dopotutto. "
" Fammi il favore… "
" E poi non trovi che, fisicamente, ti somigli un po'? "
" Cosa? "
" Si, me lo ha fatto notare anche Minerva: è una specie di incrocio tra Harry e te. Una sintesi del vostro aspetto…magari è per questo che lo trovo un po' familiare. A vedervi insieme si potrebbe credere che sia tuo padre, o magari un fratello più vecchio. "
Severus stava per farsi scappare una frase molto infelice, ma…
"…Scusatemi, non pensavo di disturbarvi. Vi spiace se siedo qui vicino? " Liddre li guardò speranzoso. Piton diventò blu dalla rabbia e lo guardò con occhi torvi.
" Prego, si accomodi. " la donna fece cenno al professore di sedersi.
Fu una cena spiacevole: Piton non era mai stato così sarcastico ed in vena di provocazioni. Per ogni affermazione del suo collega aveva una battuta pronta ed un commento acido, ma rimase zitto, del tutto ammutolito, quando Mister Sorriso chiese alla donna di fargli vedere il giardino. Aura fissò Piton cercando un aiuto per dire di no, ma il mago era talmente sconcertato che non disse nulla, e la donna si alzò rassegnata a fare da guida al supplente. Per tutta risposta Severus si alzò e schizzò mormorando maledizioni verso i sotterranei. Ma prima che raggiungesse i corridoi discendenti Black emerse da un angolo buio e lo fronteggiò.
" Sirius, levati dai piedi! "
" Stai scappando? "
" Eh?! " Piton tastò la bacchetta magica, molto incline a stendere Black per farsi passare il nervosismo.
" Fossi in te starei attento. "
" Spiegati, Sirius. "
" Quello che vuole Liddre è evidente, e tu gli lasci campo libero, anzi gliela butti tra le braccia! "
Severus diventò ancora più pallido " Stai dicendo che Mister Nobili Fini cerca di sedurre Aura? "
" Ma se è chiaro! "
" No, aspetta…questo è un tuo scherzo, come quando mi hai spedito dritto nella tana di un Lupo Mannaro…Liddre sa, deve sapere, che Aura e io… "
" E come? "
" Lo sanno tutti. "
" Ehi, Severus! Sveglia! Proprio tu fai sfoggio di tanto candore…vi guardavo, sai…anche se non mi faccio vedere nella Sala Grande, ero nascosto e ho visto tutto. "
Severus Piton non si degnò di rispondere, fece dietrofront e corse spedito verso il giardino; naturalmente non vide Black che sghignazzava.
Con la faccia tirata in una smorfia orrenda, e gli occhi che perforavano l'oscurità, tutti i sensi protesi alla ricerca di una traccia, finalmente sentì la voce ridente dell'uomo che detestava, e partì sparato come un proiettile.
Liddre sgranò gli occhi quando lo vide avvicinarsi. Piton afferrò Aura la fece voltare bruscamente, le diede un bacio inequivocabilmente da amante appassionato e disse con voce più alta del normale " Andiamo in camera, in camera da letto. Subito! "
Tutto senza staccare gli occhi assassini dalla faccia perplessa del supplente.
Non aspettò risposta, sollevò di peso la donna e la fenice e se le riportò indietro come un razzo. Liddre rimase nel buio, solo e senza parole.
Harry Potter si agitò un poco, chiuse il libro che stava studiando e si chiese che cosa fosse il senso di spossatezza che cominciava ad invaderlo. Poi il dolore esplose: la cicatrice iniziò a bruciare. Harry si guardò intorno e gridò che bisognava correre a chiamare aiuto.
I baci famelici di Severus erano un sufficiente motivo per trascurare il suo comportamento di poco prima, Aura si lasciò andare sui cuscini, mentre il mago si svestiva. Qualcuno bussò alla porta, Piton sbuffò e fece finta di niente. Ma i colpi continuarono, e più di prima, come se qualcuno stesse tentando di buttare giù la porta. Il professore di Pozioni si preparò a gettare il malocchio su chiunque avesse trovato dall'altra parte della porta, ma la faccia contratta in un ghigno cattivo di Neville Paciock lo costrinse ad arretrare.
" Signor Paciock " mormorò senza credere ai propri occhi. "…Che?! "
Il ragazzo scansò il professore e si piantò davanti al letto " Harry sta molto male. Deve andare da lui. "
Aura guardò Severus, senza capire.
" Neville stai bene? "
" Harry sta molto male. Deve andare da lui. "
Il professore di Pozioni si riabbottonò il colletto del vestito e si piantò davanti a Paciock " Che diavolo sta succedendo? "
Il ragazzo lo ignorò e fissò la donna " Harry sta molto male. Deve andare da lui. "
" Si, ma che cosa è successo? Neville, stai bene? …Esci un attimo, devo rivestirmi… "
" Harry sta molto male. Deve andare da lui. "
" Adesso basta! Hai sentito? Vattene! Esci subito, Paciock! " Piton tentò di metterlo alla porta, ma il rivolo di bava biancastra che scorreva all'angolo della bocca del ragazzo lo bloccò " Cosa… " Neville rovesciò gli occhi, e diede un grido strozzato. Barcollò, poi come se fosse un fantoccio che si muoveva secondo la volontà di un burattinaio nascosto si avventò su Piton, in maniera del tutto innaturale, estraendo un coltello dalle pieghe della veste.
Piton cadde all'indietro, cercando di tenere lontano il ragazzo, sperando di non essere costretto a fargli del male. " E' la Imperio! " gridò ad Aura, sperando che afferrasse la situazione. La donna raggiunse con un salto il caminetto, afferrò un barattolo che conteneva della polvere luccicante e ne gettò un po' nel fuoco " Albus! Sirius! Minerva! Correte subito nella stanza di Piton…Voldemort! "
" Schiantarlo sarebbe inutile… " strillò Severus mentre schivava i colpi, e faceva uno sgambetto al giovane "…dovrei usare un incantesimo più potente, ma rischio di ammazzarlo… "
" Neville, smettila! " Aura cercò di fermarlo, ma il ragazzo era fuori controllo; tentava di allontanarla senza attaccare, riservando ogni energia per uccidere il mago.
" Sarò costretto a colpire, se continua così! " urlò Piton.
" Prova con un incantesimo di incatenamento…"
" Inutile, è manovrato da Voldemort…questi controincantesimi non attaccano con lui…devo colpire, scansati! "
" NO! …Neville, reagisci! "
Il ragazzo emise un suono soffocato e si lasciò andare a terra in preda alle convulsioni, poi si rialzò di scatto, come un burattino pazzo ed orribile.
" Si ucciderà da solo, se non faccio nulla…togliti Aura! "
La donna aprì la bocca desiderando gridare, con gli occhi pieni di lacrime.
" Neville…ti supplico…Neville! " poi ebbe un'idea, e, rotto per rotto, valeva la pena tentare. Tirò fuori il medaglione con la pietra filosofale e lo premette sulla fronte del ragazzo. Paciock si dimenò come un ossesso, e la donna pensò con orrore che sarebbe morto. Ma lentamente si calmò e scivolò sul pavimento, addormentato.
Aura si mise una mano sul cuore, ascoltandone i battiti impazziti. Piton la strinse piano e poi si chinò sul ragazzo, lo prese in braccio e lo poggiò sul letto.
" Poverino… " commentò, scotendo la testa.
" Potter! " si ricordò la donna " Ha detto che Potter stava male! "
" E' una trappola… "
" Ma se… "
" E va bene! "
Il mago e la babbana risalirono le scale fino alla torre dei Grifondoro, correndo.
Lungo la strada furono raggiunti da Sirius e Silente che scendevano verso i sotterranei.
Il dormitorio dei Grifondoro era in preda al caos. Black, incurante della possibilità che qualche studente lo riconoscesse, cercò di farsi largo tra i ragazzi, ma sembravano tutti impazziti, si agitavano andando avanti e indietro senza comprendere appieno cosa stesse accadendo.
" Sono stati Confusi! " esclamò Silente, e la sua faccia non avrebbe potuto essere più spaventosa; puntò la bacchetta in aria e fece esplodere un colpo argentato, che ricadde, come se fosse neve, sui Grifondoro. Lentamente i ragazzi si lasciarono andare ad un sonno incantato.
" Harry! " gridò Sirius, vedendo il ragazzo con la testa poggiata sul libro aperto, addormentato sul tavolo " E' stato schiantato? " chiese, a nessuno in particolare.
" Innerva! " mormorò Silente puntando la bacchetta.
Potter aprì gli occhi " Neville…Neville è impazzito… "
" Dov'è Paciock? " Silente si guardò attorno.
" Nella mia stanza. Era controllato dalla Imperio. "
Black guardò Piton a bocca aperta.
" Ora sta…bene? "
" Si, riposa. "
" Dobbiamo perquisire il castello… "
Minerva McGrannit entrò seguita da Hagrid, Vitious, Liddre e dalla Sprite.
" Oh, mio Dio! " esclamò l'insegnante di Erbologia, Vitious era sul punto di piangere.
" Hagrid, resta con Harry, e stai in guardia…Tutti gli altri con me. " Silente avanzò verso la porta.
Black scosse la testa ancora incredulo, ma estrasse la bacchetta e si affiancò ad Albus mentre i suoi occhi acquistavano una luce inquietante.
Voltarono solo un paio di angoli, ed improvvisamente una sensazione di gelo, e di paura li attanagliò…le sagome scure di due Dissennatori occuparono lo spazio del corridoio.
" Expecto Patronum! " disse Liddre, mettendo in fuga i due mostri; Sirius tirò un sospiro di sollievo.
" Ma come è possibile che… " la vocina di Vitious sembrava ancora più sottile ed acuta, mentre il piccolo professore cercava di ottenere una risposta, o almeno una rassicurazione da Silente.
" Dannazione, è Voldemort! Non capisco cosa vi aspettaste…era logico sin dal primo minuto che sarebbe venuto. " sbottò Severus.
Il nome del Signore Oscuro fece trasalire la Sprite.
" Bisogna pensare a proteggere i ragazzi. " la voce di Liddre era carica di angoscia, come il suo volto deformato dall'ansia.
Il Preside assentì " Vitious, vai al dormitorio dei Corvonero, porta tutti nella Sala Grande e aspetta che arrivino anche i ragazzi delle altre Case, poi chiudetevi dentro. "
Il piccolo mago saltellò via con tutta la forza che gli consentivano le sue piccole gambe.
" Signora Sprite, può occuparsi dei Tassorosso? "
La maga annuì e corse verso il dormitorio della sua Casa. Piton, senza aspettare che gli venisse chiesto si voltò per scendere nei sotterranei dei Serpeverde.
" Severus! Ho bisogno di te, qui. "
Piton si fermò " Ma chi avvertirà la mia Casa? "
" Come se ne avessero bisogno! Qui sono gli unici che sono al sicuro! " disse Black caustico.
" Può andare Minerva. " propose Silente, conciliante.
Il gruppo riprese a correre, ma… " Stupeficium! " gridò con voce gutturale la McGrannit e Liddre cadde a terra, schiantato. Black rotolò di lato per evitare di fare la stessa fine. Severus si voltò solo per vedere la Vicepreside con un rivolo di bava all'angolo della bocca, e gli occhi rigirati nelle orbite.
" Maledizione! La Imperio… "
" Impedimenta! " strillò Black, ma la maga posseduta gracchiò un controincantesimo e riprese ad avanzare, mentre dalla punta della sua bacchetta saettavano raggi mortiferi.
Piton puntò la bacchetta.
" NO! " gridò Silente " In queste condizioni la ucciderai! "
" E che diavolo posso farci? " borbottò Severus, poi trattenne il fiato mentre Aura correva dritta verso Minerva e si lasciava scivolare sul pavimento, estraendo il suo talismano. La maga, colpita dal potere del ciondolo, cadde tra le convulsioni, e poi si calmò.
Albus Silente sorrise.
" Sei impazzita? " esplose Piton " Minerva è una maga potente, controllata da Voldemort…rischiavi di morire! "
La donna lo ignorò e scosse piano la Vicepreside, mentre si riprendeva.
" Quella tua pietra mi lascia sempre senza parole…ha un potere incredibile… " Sirius scosse la testa.
" Non possiamo lasciarla qui! Sveglia Minerva…ehi? "
La McGrannit tossicchiò e si tirò su, aggrappandosi ad Aura.
" Che è successo? " bofonchiò.
" Voldemort ti ha costretta con la Imperio ad attaccarci, ti ricordi cosa è successo? Lo hai visto? "
" Voldemort…no…non mi ricordo. Ho fatto del male a qualcuno? "
" No…beh, hai schiantato Liddre, ma questo non conta. " disse Piton.
" Liddre! " si ricordò Black, e si chinò sul mago " E' in pessime condizioni…Innerva! "
" Ahia… " il supplente si mise a sedere, guardò la McGrannit e si ributtò all'indietro coprendosi la faccia con le mani.
" Tutto a posto! " Black gli assestò un colpetto sulla spalla " E' tutto a posto! "
Il mago si tirò su con fare sospettoso, e Severus gli scoccò un'occhiataccia colma di rammarico perché Minerva non l'aveva ucciso.
" Cosa è successo? " chiese il supplente, ancora frastornato.
" Era controllata da Voldemort… " Sirius fece un cenno in direzione della Vicepreside "…Ma Aura la ha fermata. "
" Davvero?! Oh, grazie mille… " si grattò la testa " Non sapevo che avesse dei poteri così grandi. "
" Non ne ha affatto! " ridacchiò Black " Tutto merito del suo talismano, i suoi genitori erano alchimisti… "
" Alchimisti? Oh, cielo! " Liddre spalancò la bocca.
" Si, la prima volta ha fatto questo effetto anche a me. "
" Grazie mille, signorina Kay… il suo talismano è spettacolare! Ma…è sicura di non avere alcun tipo di potere? "
Aura fece spallucce e Piton si mise davanti a Liddre " Bene, ora che si è ripreso possiamo continuare a cercare Voldemort? "
Liddre trasalì " Lei-sa-chi…da soli, noi? Temo che avremo bisogno di rinforzi. "
Silente prese la mano di Minerva McGrannit e la strinse " Stai bene? "
" Si… "
" Possiamo continuare, ce la fai? "
La donna fece segno di si. E il gruppo formato da cinque maghi ed una babbana continuò la perlustrazione…senza esito. Se Voldemort era riuscito in qualche avventurosa maniera ad entrare ad Hogwarts, ne era poi anche fuggito. Nessuno era stato più stregato contro la propria volontà, e nessun Dissennatore era rimasto in giro.
Silente ed i suoi dovettero ammettere di essere del tutto impotenti: senza una traccia da seguire, Voldemort poteva essere chissà dove, e l'unica strategia possibile era restare pronti e raddoppiare gli incantesimi a difesa della scuola.



VIII
" Potter è sano come un pesce, Paciock è in infermeria, Minerva sta riposando, e Mister Sorriso sta prodigandosi per gli studenti. " Piton si tolse il mantello e sbadigliò. Aveva appena terminato il suo turno di guardia, ed il desiderio di dormire era forte.
" Tutto tranquillo, per fortuna…io devo andare. "
" Stai attenta. Oh, è inutile che lo dica, tanto non lo fai mai. "
Aura sorrise ed uscì, richiudendosi la porta alle spalle. Rimase in ascolto, ma nessun rumore, se non il miagolio della gatta di Gazza, risuonava nei corridoi. Incrociò il guardiano che ispezionava i passaggi segreti ed ebbe conferma che tutto era tornato, almeno apparentemente, calmo.
Risalì le scale, salutando i Prefetti che presidiavano i punti più importanti del castello, assistiti dai Fantasmi. Accarezzò la testa piumata di Fanny che faceva la guardia al dormitorio dei Grifondoro e si diresse verso le gallerie che contenevano ritratti animati, armature, e trofei. Lo scalpiccio dei suoi piedi sulla pietra dei pavimenti le teneva compagnia, ma ogni tanto si voltava indietro per controllare che, anche alle sue spalle, tutto fosse normale.
I personaggi dei dipinti sussurravano indolentemente, riempiendo le alte volte decorate dei loro sospiri e delle loro chiacchiere. Aura arrivò alla Galleria dei Trofei e si disse che sarebbe stato più utile se fosse andata a controllare i corridoi che di norma frequentavano gli studenti. Ma una tremula luce attirò la sua attenzione. Liddre era esattamente lì dove lei lo aveva visto la prima volta, ancora intento a guardare la medesima vetrina. Attraverso i riflessi del vetro le sembrò che l'espressione dell'uomo fosse piuttosto triste…il supplente, pensò, non doveva essere troppo soddisfatto del proprio comportamento, non che avesse delle colpe, ma non era riuscito a difendere nemmeno sé stesso, e questa cosa doveva fargli ben poco piacere, in considerazione di tutti i suoi ottimi propositi.
" Signor Liddre… " disse piano, temendo di sembrare indiscreta e fastidiosa.
Il mago si voltò, compiaciuto.
" Aspettavo che qualcuno venisse da queste parti. In realtà speravo che fossi tu, Aura. "
" Non capisco…che ci fa qui? "
" Lo ho appena detto, ti aspettavo. "
" Ma come è possibile? Non vuole scendere a prendere una tazza di the…deve essere sconvolto per prima… "
" Che rapporti ci sono tra te e Severus? Siete amanti? Credete di essere innamorati? A me puoi dirlo… "
La donna ripensò a quello che Piton le aveva detto, al fatto che Liddre potesse nutrire un qualche interesse nei suoi confronti.
" La prego, non sono domande che… "
Liddre rise senza allegria " Credete di amarvi. Dimmelo, io sono la persona che vi conosce meglio a questo mondo…coraggio. "
" Signore, io insisto. Non sono domande che possa rivolgermi con tanta leggerezza e supponenza! "
" Supponenza? Conosci davvero così bene Piton? …Cosa sai della sua famiglia? "
" Non vedo che… "
" Conosci il suo passato, ogni cosa? "
" So tutto quello che c'è da sapere! " sbottò la donna e fece per andarsene.
" Allora sai che la madre di Piton era pazza? Sai chi era suo padre? Sai perché è diventato un Mangiamorte? "
Aura si voltò, il mago sorrise come un gatto che stesse giocando con la sua preda.
Severus Piton si girò nel letto ed allungò una mano…Aura non c'era. Si mise a sedere, cercando di scacciare il sonno. Dove era? Ah, si…in perlustrazione, ma…da quanto tempo?
Liddre aprì una vetrina con un colpo di bacchetta magica e sfiorò una targa polverosa, quasi con rimpianto.
" Che cosa ne sa lei di Severus? "
" Tutto. Sei stata nel suo castello? Era la dimora di Persefone Piton, una strega dagli incomparabili poteri…una donna estremamente dotata, e notevolmente bella. Credo ci fosse un suo ritratto…anche nella follia era così attraente…me la ricordo bene, era terribilmente ambiziosa, credeva di poter ottenere quello che desiderava da chiunque…che stupida! Lo sai, era sua madre… "
" La madre di Severus era pazza? "
" Oh, si! Vuoi sapere un segreto? " Liddre aveva il tono di un cospiratore " Vuoi sapere come mai è diventata pazza? Lei voleva un uomo…voleva il potere di un uomo…un uomo in particolare. Credeva di poterlo avere, credeva che la purezza del suo sangue e la posizione del suo casato la mettessero su un piano più alto rispetto a tutti. "
La donna pensò al dipinto che aveva visto nel castello, e per quanto si fosse accorta della luce folle negli occhi della dama ritratta, la sua fisionomia le era parsa quella di una donna delicata e dolce.
" Sfortunatamente per Persefone quell'uomo desiderava solo un erede, un erede dal sangue così puro, e di poteri così grandi da farne un essere superiore. Persefone era la donna adatta: perfetta come candidata, un ottimo corpo per far crescere un erede…un ottimo corpo. La sua mente era del tutto inutile, anzi, ad un certo punto persino fastidiosa. La soluzione ideale era tenere il corpo, e distruggere l'anima. Così, con un certo bacio… "
Aura impallidì, credendo di comprendere.
" Si…con il bacio di un Dissennatore, la madre di Piton divenne il perfetto involucro, il contenitore prescelto per contenere un figlio perfetto, un figlio che continuasse l'opera del padre. "
" Il padre di Piton ha fatto baciare sua moglie da un Dissennatore, e lo ha fatto apposta?! "
" Si… " la voce di Liddre era roca, simile al sibilo di un serpente " Ma non era sua moglie, era solo una concubina… dovevi vederla…certi giorni, in preda a crisi di pazzia, ha cercato di uccidere il ragazzo, e naturalmente questo era ottimo per fortificarlo. Ma poi venivano momenti di curiosa lucidità, e Persefone cercava di precipitarsi dalla scogliera, e non sarebbe stata una cattiva idea, ma Severus cercava sempre di salvarla. Dopotutto ci provava…fu un vero smacco…una delusione. Non era affatto il figlio perfetto, oh, era così squisitamente potente ma il suo cuore non era saldo come quello del padre. Persefone alla fine riuscì a gettarsi di sotto, e Severus, credo che avesse poco più di dieci anni, andò a raccogliere il corpo…allora il padre pensò che finita la madre lui sarebbe diventato come voleva che diventasse, e per poco fu così…ma poi si rese conto di aver fallito, e decise di tenere il figlio come servo, ucciderlo sarebbe stato sprecato: con tutto quel potere poteva essere utile. "
" Lei è pazzo… "
Liddre rise " Tutt'altro. Se fossi pazzo non sarei arrivato fino a questo punto. Tu mi sei piaciuta subito, sei interessante… "
" Lei non sa nemmeno chi sono…non sa niente di me. "
" Questo non è esatto. Vedi, la tua famiglia io la conoscevo. E te…ti ho conosciuta in maniera tanto profonda che non ne hai idea… "
" Lei è pazzo! "
Il mago rise " Persefone Piton era una donna bella e potente, aveva sangue purissimo, ma…che rimanga tra te e me, il sangue non è tutto, no? Silente ha ragione, forse. E anche io…si, beh, il sangue non è tutto. Ma per principio i babbani dovrebbero essere cancellati dalla faccia della terra…credono di essere così perfetti, ma invece sono solo così fragili, ipocriti, bugiardi. Però qualche volta nasce un'eccezione. Adesso un erede sarebbe inutile, sai, i vantaggi dell'immortalità, ma poter assorbire un potere così grande…concepire un figlio, riempirlo dei congiunti poteri del padre e della madre, e poi sacrificarlo perché il padre ne assorba il potere…non è una buona idea? E visto che potresti essere così utile, beh, niente Dissennatori per te… "
" Chi è lei? "
" Io? Io sono il padre dell'uomo che ha indegnamente occupato il tuo letto, il padre di quel servo traditore… "
Piton si era rivestito, si fermò davanti allo specchio magico che aveva regalato ad Aura, lo fissò, pieno di preoccupazione, in preda ad un cattivo presentimento, e, con sua grande sorpresa, l'immagine riflessa gli sorrise e disse un nome…
" Chi è lei… " singhiozzò Aura " Chi… "
" Tu lo sai, dentro di te lo sai…ecco perché ti sono sembrato subito così familiare… "
Il mago prese una targa dalla vetrina e la girò verso la donna. Quando lei ebbe letto il nome dello studente che la aveva ottenuta si appoggiò al muro, e fissò il supplente di Difesa contro le Arti Oscure, solo che adesso non era più l'uomo che era stato fino a poco prima…ed Aura non era neanche certa che potesse definirsi un uomo.
Riprese le sue reali sembianze il mago si avvicinò, mentre il lungo abito nero gli svolazzava attorno al corpo, con i serpentini occhi rossi che luccicavano.
" Mi chiamano il Signore Oscuro. Sono, sì, io sono… "
" Voldemort… " gemette la donna.
Il mago assentì con aria soddisfatta " Rallegrati! Sei conscia del sommo onore che ti sto offrendo? I tuoi poteri… "
" Non ho nessun potere! " gridò la donna, mentre calde lacrime le scorrevano sulle guance, senza che lei potesse farci nulla.
" Non sai di averne, ma…oh, si! Li percepisco! " allungò una mano sul petto della donna e strappò il suo talismano "…E non sono in questo stupido oggetto; tuo padre ha creato una pietra che non potrebbe impressionare altri che i tuoi amichetti. Sono dentro di te… "
" Non sono una strega! "
" Infatti, non lo sei. I tuoi poteri sono molto più nascosti, molto più segreti…e mi eccitano terribilmente… "
Voldemort fece scorrere un dito sulla veste di Aura, e poi la lacerò, mettendo in mostra una generosa porzione di morbida e candida pelle " Si… " disse accarezzandola "…si, è come credevo, il Marchio della Fenice! "
Severus Piton attraversò di corsa i corridoi fino allo studio di Albus Silente, entrò sbattendo la porta, supplicando il cielo che il Preside fosse lì, e non a zonzo per il castello. Silente stava ritto dietro la scrivania, contemplando il panorama dalla grande finestra. Nella foga Piton gettò all'aria una vecchia sedia, ma Silente non si mosse.
" Albus! " gridò Severus " Liddre è… "
" Voldemort… " il vecchio mago si voltò lentamente, come se fosse stato sopraffatto tutto ad un tratto dal fardello dei suoi anni.
Piton trasecolò, strinse i pugni e guardò l'uomo che aveva davanti, l'uomo che aveva sempre rispettato come un padre " Albus…tu lo sapevi! "
" Si. "
" Sei impazzito, stupido mago? Vuoi mettere a repentaglio la vita di tutti noi? Aura è là fuori che gira per vigilare questa scuola deprecabile, e tu mi dici che sapevi che Voldemort era qui? "
" Si… "
Severus scosse la testa, inorridendo e si girò, corse fino alla porta, ma Silente lo richiamò.
" Fermo! Vai a cercare Aura? E' tardi…Voldemort la ha presa. "
" No… " il professore di Pozioni si appoggiò alla porta, incredulo, incapace di sentire ancora quello che stava dicendogli Albus.
" …Voldemort la vuole: desidera che lei gli partorisca un figlio, perché possa poi assorbirne il potere… "
" …Un figlio… " per la prima volta nella sua vita Severus Piton sentì che gli occhi gli si stavano inumidendo, e non poteva, non voleva evitare di piangere.
" Ma non sarà come con Persefone, ascoltami Severus, lui la vuole perché ha scoperto il potere che è stato celato nel suo cuore…Voldemort sa che Aura possiede il Marchio della Fenice… "
" …Il Marchio della Fenice?…Non è vero…non ha alcun marchio… "
" Invece si. Non lo hai mai visto perché solo chi lo cerca può trovarlo…e lui lo ha percepito sin da quando Aura si è immersa nel limbo che aveva creato per intrappolare Harry… "
Improvvisamente Piton si irrigidì, strinse i pugni sino ad infilarsi le unghie nella carne, fino a sanguinare…fissò Silente con odio ed estrasse la bacchetta, la puntò, ma il Preside non diede segno di volersi difendere.
" Vuoi colpirmi? Se credi…colpiscimi, Severus. Ma non la salverai in questo modo… "
" Zitto! Un figlio?! Voldemort vuole un figlio…un altro figlio, e per sacrificarlo?! Tu lo sapevi…sapevi che lei aveva il Marchio, e non me lo hai detto…tu la hai venduta a Voldemort! Silente ha venduto tutti noi! " il mago era fuori controllo, gli occhi scintillavano carichi di odio folle.
" Ascoltami! Voldemort non può essere ucciso…il Male non può essere semplicemente distrutto dal Bene, deve essere bilanciato, riassorbito…non potevamo fare nulla fintantoché era qui…ma Aura ha una possibilità di farcela, una possibilità remota, ma… "
" NO! Io andrò a riprenderla…io lo ucciderò, questa volta lo ucciderò…finalmente avrò la mia vendetta… "
" Non farlo! Sarai ucciso, ed il tuo gesto ci perderà…saremo perduti! "
" Sei impazzito, ed io mi fidavo di te…io mi fidavo, e tu hai venduto la mia donna, la hai mandata a soffrire quello che ho sofferto io! NO,NO! " Piton digrignò i denti e si preparò ad uccidere, ma Sirius Black entrò in quel momento e si scagliò contro il suo rivale, mandandolo a sbattere contro una parete. Severus fissò i due uomini che aveva davanti e corse fuori.
" Che diavolo succede? Preside sta bene? "
"…Si…"
" Che gli è preso a quel pazzo? "
" Piton è andato ad uccidere suo padre… "
" Suo padre?! Severus vuole uccidere suo padre? …Ha un padre? "
" …Voldemort. "
Black impallidì, mentre la bacchetta gli scivolava via di mano.

 

IX

Piton gettò diverse pozioni, tra le quali quella che aveva preparato secondo la volontà di Silente, in una sacca di cuoio; afferrò il libro di Salazar Serpeverde e lo sfogliò per qualche istante, prima di infilarlo nella borsa. Raccolse altre cose che potevano servirgli e salì nella Galleria dei Trofei in cerca di tracce. Per prima cosa vide il talismano di Aura, e il ciondolo con il serpente che le aveva regalato, li raccolse e se li mise al collo. Poi si soffermò sulla targa ottenuta per meriti speciali da Tom Riddle e scosse la testa…Mot Liddre, Tom Riddle…era chiaro…avrebbe dovuto capirlo subito, ma si era lasciato sviare. Rifilò un calcio a quella dannata targa, e si domandò perché la avessero conservata. Un rumore soffocato lo fece trasalire e voltare di scatto con la bacchetta spianata, Fanny gli svolazzò incontro, e si appollaiò sulla sua spalla.
" E tu che vuoi? " sibilò. Il grande pennuto lo fissò con dolcezza e strusciò il lungo collo sul suo viso. Piton sospirò, e ricordò che ad Aura quella fenice era sempre piaciuta molto " E va bene, verrai con me " mormorò.
Aura percorse la stanza a tentoni, seguendo la linea delle mura con le mani, cercando una finestra, o una porta, o qualcosa che potesse esserle d'aiuto. L'unico ingresso era quello attraverso il quale era stata scaraventata nella cella, ed era sicuramente ben sorvegliato. Tastò ogni centimetro di pavimento, pregando di trovare un oggetto che potesse diventare un'arma…se almeno qualcuno avesse distrattamente perso un coltellino, o un oggetto affilato, un pezzo di vetro…qualunque cosa con cui attuare l'ultima difesa:il suicidio. Aura si lasciò cadere sulla pietra gelida, desiderando con tutto il cuore di poter gridare e piangere, ma non avrebbe mai dato una simile soddisfazione ai suoi carcerieri. Fino all'ultimo avrebbe provato a combattere, ad opporsi, a scappare, ma se tutto si fosse rivelato inutile si sarebbe tolta, in qualche modo, la vita. Voldemort non avrebbe messo le sue sudice e scheletriche mani su di lei, non ci sarebbe stato alcun figlio, nessun erede…quel pensiero la distrasse per un attimo dai suoi personali problemi. Severus non glielo aveva detto. Era il figlio di Voldemort e non lo aveva detto. Aura rabbrividì ancora di più.
Piton planò con la sua scopa, seguito da Fanny. Si guardò intorno: era fuori dal perimetro di Hogwarts. Fece un cenno al grosso pennuto che si posò sulla sua spalla, e si smaterializzò, sperando che, come un tempo, i Mangiamorte si riunissero ancora nel vecchio Perimetro Sacro, nella foresta dei Druidi.
Sirius Black fissò Harry Potter, il ragazzo era attonito, come Hermione e come Draco Malfoy che aveva insistito per seguirli nello studio di Silente. Remus Lupin era entrato da poco, e restava in disparte a rimuginare con la professoressa McGrannit. L'enorme stazza di Hagrid copriva la finestra, mentre il guardiacaccia fissava il giardino, facendo ciondolare la pelle di una moffetta. Silente si alzò con aria grave, e fissò il suo sguardo penetrante su tutte le persone che gli stavano davanti, il miglior gruppo di amici e di alleati che si potessero avere, pensò.
" Lasciate che vi spieghi… " disse stancamente " …per quanto possiate pensare che io debba essere stato un pazzo. "
Minerva McGrannit chinò il capo bruscamente, come se fosse troppo pesante dover ascoltare quello che il vecchio mago aveva da dire.
" Ci sono delle cose che non sapete…che era giusto tenere nascoste, perché i diretti interessati o volevano tacerle, o non ne erano a conoscenza. Per anni ho fatto in modo che nessuno potesse sospettare niente di tutto questo, perché era presto…perché una simile conoscenza poteva condurci alla disfatta totale. Bisognava che alcune persone maturassero, e che diventassero perfettamente in grado di gestire il potenziale che gli era stato affidato. Ma ora…ora è necessario che sappiate, perché, in un modo o nell'altro, la verità è venuta a galla, e riguarda anche alcuni tra voi… " fece scorrere lo sguardo sul gruppo che gli stava davanti e fissò Potter " Ma prima lasciate che dica a mia discolpa che sono un essere umano, esattamente come tutti voi, e che posso sbagliare…si, non dico che la strategia che ho ritenuto giusto usare debba essere per forza corretta. Forse ho sbagliato, ma questo ce lo dirà il tempo. Il primo segreto riguarda Severus Piton, un uomo che, e voglio che lo ricordiate in ogni singolo istante, ha messo a rischio la sua vita innumerevoli volte per portarmi informazioni da Voldemort, che ha cercato disperatamente di salvare James e Lily, e che è sempre vissuto accollandosi il peso dei pregiudizi di tutti. Severus ha sofferto più di quanto voi immaginiate…Severus è il figlio di Tom Riddle, di Voldemort. "
La rivelazione pesò come un macigno sugli uomini e sulle donne riuniti ad ascoltare il vecchio mago. Solo Draco Malfoy fece lentamente segno di si con la testa, come se fosse già al corrente di una simile verità.
" Il secondo segreto riguarda Aura Kay, una babbana che, nonostante la sua famiglia sia stata distrutta da Voldemort, ha deciso di unirsi a noi, a suo rischio e pericolo, per combattere contro la tirannia dell'uomo che ha distrutto la sua casa e che aveva già rischiato di ucciderla. Pensate a noi: con tutte le magie che sappiamo operare, piccoli miracoli, non siamo riusciti in tanti anni a fermare il Male che serpeggiava tra nelle nostre stesse anime…ed una donna senza alcun potere magico quanto coraggio deve aver avuto, offrendo quel poco che aveva per combattere al nostro fianco! "
Black annuì decisamente, e a Hermione non sfuggì che probabilmente la donna gli era sempre piaciuta molto, diventando un altro dei motivi per cui Sirius era in rotta di collisione con Piton.
" Quando Harry è stato attirato in trappola da Voldemort Aura ha insistito per essere lei a salvargli la vita; probabilmente era quella tra noi che aveva più possibilità di farcela, anche senza saper fare incantesimi. Harry, lei ti ha salvato, e per ben due volte…la prima portandoti fuori dagli incubi del nostro nemico,la seconda evitandogli di scoprire alcune cose su di te…e questo solo perché ha attirato la sua attenzione con il segreto che nasconde. "
Il gruppo si fece più attento.
" Alcuni tra voi forse conoscono la Società della Fenice… " la McGrannit, Lupin e Black spalancarono la bocca.
La porta della cella si aprì con un lugubre cigolio. Aura si preparò a saltare addosso al nemico che la avrebbe aggredita, ma l'unica persona che fece il suo ingresso fu una bella donna con una torcia incantata che illuminò a giorno la stanza.
Era una donna con lunghi capelli biondi acconciati in maniera complicata e truccata con raffinatezza; sotto il mantello nero spuntava l'orlo di un abito bianco scintillante.
" Io sono Narcissa " disse con una voce fintamente gentile e premurosa. Aura la squadrò, e colse la freddezza e il senso di profonda superiorità che la bellezza e l'espressione artefatta della donna non riuscivano a nascondere. La donna infilò la torcia in un supporto di ferro appeso al muro e si fece passare una grande borsa da qualcuno oltre la porta.
" Sono qui per aiutarti a soddisfare i desideri del Signore Oscuro. Ho portato un abito e quello che ti servirà " annunciò, squadrando il vestito stracciato della babbana. Ad Aura non sfuggì che, molto probabilmente, Narcissa avrebbe ucciso per poter essere al suo posto.
" Ti ringrazio, ma ti prego di riportare tutto via, e di lasciarmi sola. E dici al tuo padrone che non ci sarà alcun desiderio da soddisfare. "
Narcissa inarcò le labbra in un sorriso cattivo " Che tu lo voglia o no, metterai questo vestito e farai esattamente quello che ti sarà detto. E se non vorrai farlo sarai costretta con la magia, babbana. Ora vieni qui e lasciati preparare, a meno che non debba tirare fuori la bacchetta… "
Aura decise che era meglio accontentare Narcissa e riservare le forze per tutto quello che sarebbe successo poi.
Piton si materializzò dietro una roccia, rimase in ascolto per qualche istante e poi si affacciò ad osservare il panorama spettrale del covo di Voldemort. Un enorme spuntone di roccia si innalzava verso il cielo notturno, al suo interno, Piton sapeva, c'erano stanze scavate nella pietra, i luoghi di culto prescelti da Voldemort per celebrare sé stesso, esattamente lì dove, per secoli, i Druidi avevano portato a termine i loro rituali. Tutto intorno vecchie sepolture millenarie rendevano ancora più spettrale il paesaggio dell'isoletta…un isola funerea, in un lago dalle acque nere, nel cuore di una foresta invalicabile: il luogo perfetto per Voldemort.
Severus fissò con sospetto le antiche rune incise nella pietra che scintillavano alla luce tenue delle torce, e i Mangiamorte di guardia.
Remus Lupin si alzò di scatto " Dobbiamo andare subito da loro! " disse, più pallido che mai " Se Aura ha il Marchio noi dobbiamo sottrarla a Voldemort! "
Silente scosse il capo " Proprio perché ha il Marchio, deve restare. "
Minerva McGrannit guardò il Preside con angoscia " Albus, questa volta non ti capisco…vuoi che Voldemort accresca il proprio potere? Vuoi che la uccida? "
" Non vuole ucciderla…vuole un figlio da poter sacrificare per assorbirne i poteri. "
Black scattò in piedi " Vuole un figlio?! Albus, questo dovrebbe tranquillizzarci? Lui vuole abusare di quella donna, concepire un figlio e poi ucciderlo per diventare più potente, e noi? Comincio a capire la reazione di Severus, e ti assicuro che lo seguirò, costi quello che costi! "
" Silente avrà le sue ragioni! " borbottò Hagrid, agitando la pelle di moffetta minacciosamente.
" Severus vuole uccidere suo padre…non possiamo permetterlo. " Silente si lasciò cadere sulla poltrona " Se Aura riuscirà a capire come utilizzare il potere della Fenice, sarà lei a mettere fuori gioco Voldemort per un bel po' di tempo. "
" No, no…è impossibile. Per quanto sia coraggiosa quella ragazza non ha nessuna capacità di usare incantesimi…era il suo talismano ad aiutarla. Non ce la farà mai! E Piton…beh, se vuole uccidere suo padre non potrà che fare del bene a tutti, perché suo padre è Voldemort, Voldemort, capite?! " Black si voltò cercando consensi tra i suoi amici.
La faccia di Albus Silente divenne terribile " Se Severus ucciderà suo padre, diventerà lui il nuovo Voldemort! "
Draco Malfoy rimuginò sulle parole del Preside, scorgendovi una verità che probabilmente comprendeva meglio degli altri " Dobbiamo fare a modo di Silente! " disse con tono fermo. Diverse teste si voltarono nella sua direzione, e Potter gli mise una mano sulla spalla " Si " disse con semplicità, sorridendo all'amico. Hermione Granger annuì, ed Hagrid borbottò il suo assenso.
" Io non sono d'accordo. Ma se questa è la decisione della maggior parte di noi, io non interferirò. Rimetto alle vostre coscienze il risultato…però, in considerazione di tutto, io raggiungerò ugualmente Severus, e nel caso in cui Aura dovesse fallire lo aiuterò. " disse Black.
"…Lo aiuterai a non commettere un empio crimine! " suggerì Silente.
Sirius sbuffò, e fece un cenno a Lupin, i due uscirono dalla stanza, per raggiungere il loro nemico-amico, Severus Piton, e per tentare un'impresa disperata.
Narcissa acconciò i capelli di Aura in maniera elaborata, e la truccò. La babbana non riuscì a fare altro che rabbrividire, davanti all'abito che la strega le aveva portato perché lo indossasse.
" Perché questo vestito? "
Narcissa sorrise maligna, accarezzando la donna " Perché tra poco sarà celebrato il rito…tu legherai il tuo indegno sangue a quello di Voldemort. "
" Che rito… "
" Un patto di sangue. E poi la vostra unione sarà celebrata davanti alla intera e riunita famiglia dei Mangiamorte. Sai, dovresti rallegrarti… "
" Un matrimonio… "
" No, non un matrimonio, una cosa diversa…. " Narcissa accostò la sua bella bocca all'orecchio di Aura " Voldemort ti possederà davanti ai suoi seguaci… "
Piton scavalcò una vecchia tomba e si nascose dietro il tronco morto di un albero. Strinse Fanny la fenice e si mise un dito sulle labbra, come per farle capire di non fare rumore. Si guardò attorno, e si rallegrò per il fatto che nessun Mangiamorte si degnasse di perlustrare quella zona. Severus estrasse il libro degli incantesimi di Salazar Serpeverde dalla borsa, e si sfilò un pugnale con l'elsa scintillante di pietre preziose dalla cintura. Si inginocchiò davanti al vecchio tomo, lo sfogliò con attenzione e trovò quello che cercava. Fanny arretrò come se potesse avvertire che stava per succedere qualcosa di terribile. Piton mormorò una lunga cantilena di formule magiche, scritte in una lingua incomprensibile, e indirizzò tutta la sua volontà sul desiderio di farla finalmente finita con Voldemort. Strinse il pugnale nella mano destra, e spalancò quella sinistra: il sangue stillò in un rivolo dall'inquietante scintillio, mentre il mago si tagliava il palmo, lasciando un lungo e profondo solco. Piton continuò la sua litania, sempre più freneticamente, poi rovesciò gli occhi nelle orbite e il pugnale luccicò di una luce malefica e sinistra.
Aura osservò la strega che usciva dalla stanza, e abbassò ancora una volta gli occhi sul vestito che era stata costretta ad indossare. Represse una risata isterica e si disse che decisamente Voldemort doveva amare i particolari che facevano scena. Non era un abito che lasciasse molto spazio all'immaginazione, così aderente e scollato…ma aveva anche qualcosa di morboso…la donna pensò con disgusto che le ricordava certi dipinti che rappresentavano delle giovani donne votate al martirio, dove il pittore si era lasciato prendere la mano dalla insana ossessione di trovare qualcosa di sfacciatamente sensuale ed erotico nella morte violenta di giovani fanciulle immolate da virili assassini…scosse la testa ricacciando quel pensiero, cercando di dimenticare le parole di Narcissa. Ma il vestito che le scivolava morbidamente sul corpo, i riflessi color sangue sulla stoffa candida…Aura sentì di essere arrivata al punto di non ritorno, mentre le lacrime colavano sulle guance senza che potesse fermarle, e nel profondo del suo cuore gridò con tutta la disperazione che non poteva trattenere il nome dell'uomo che amava…Severus Piton.
Lucius Malfoy contemplò la sala centrale del santuario del suo padrone e sorrise mentre i suoi occhi grigi baluginavano al riflesso delle lampade. Sentì i passi di sua moglie Narcissa e la scrutò con aria interrogativa, la donna assentì alla muta domanda.
" Vado a chiamare il Signore Oscuro… " mormorò " Fai portare la donna. "
Piton riprese il controllo di sé, e fissò il pugnale con espressione famelica. Aprì una nuova pagina del libro di Serpeverde e lesse un altro incantesimo; per un attimo fu avvolto da una luce lattiginosa, e poi scomparve. La sua voce incorporea sussurrò a Fanny di stare buona, mentre lui si dirigeva, non visto, nel covo del nemico.
Voldemort accarezzò l'altare di pietra che aveva davanti e rise di soddisfazione mentre i Mangiamorte facevano cerchio tutto intorno. Il gruppo si aprì, quando due incappucciati sospinsero verso il loro signore e padrone la donna che gli avrebbe dato un figlio. Aura rimase immobile ma alzò il mento in segno di sfida e scoccò uno sguardo di puro odio al mostro con lo sguardo da serpente. Nagini scivolò ai suoi piedi e sibilò indolentemente. Lucius Malfoy fece segno ai due Mangiamorte che avevano condotto la babbana e questi la spinsero più vicino a Voldemort. Il biondo braccio destro del Signore Oscuro si inginocchiò porgendo un una spada al suo signore e l'espressione ardente del mago non gli sfuggì, mentre prendeva l'arma lentamente e si avvicinava alla donna. Aura fissò l'altare, chiedendosi con orrore quale fosse il suo scopo, e poi la spada, supplicando che il Signore Oscuro avesse deciso molto semplicemente di ucciderla, eppure nonostante la confusione e la paura che la attanagliavano non riuscì a non vedere che la luce diabolica negli occhi rossi del mostro che la fronteggiava non era solo una luce assassina, ma anche languida…
Voldemort rigirò la spada, puntandosela alla gola, e quando piccole gocce scarlatte zampillarono sulla superficie argentea della lama, Aura si chiese se il mago non fosse impazzito…ma " Bevi…" ingiunse l'uomo e quando lei non si mosse allungò una mano gelida e scheletrica sul suo braccio e con una forza del tutto inaspettata premette la faccia della donna contro il suo collo.
" Adesso ti ho purificata… " sospirò, ignorando la resistenza che la donna faceva, cercando di non ingoiare il sangue marcio del mostro che le inondava la bocca. Lui la scostò e si passò un dito sulla ferita, richiudendola " Adesso il tuo sangue… " e poggiò la lama sulla scollatura del vestito, lasciandola scivolare sino al punto in cui aveva visto il Marchio della Fenice. Aura cercò di non gridare, ma non riuscì a trattenere un gemito mentre la spada le lacerava la carne, ed il vestito strappato si colorava di rosso.
Nessuno sentì il rumore del tappo strappato da una fialetta, né il vetro che si rompeva in mille pezzi mentre la stessa fiala veniva buttata a terra. Piton sentì il potere che gli scorreva nelle vene…accresciuto dalla pozione che negli anni trascorsi aveva sempre distillato per il suo padre e signore, il mostro che smaniava di uccidere.
Voldemort reclinò la testa e bevve avidamente, trattenendo la donna in un abbraccio di pietra. Poi alzò gli occhi e Aura distolse lo sguardo, disgustata da quello che vedeva, e da sé stessa. Lui la trascinò sino all'altare e si preparò ad adempiere al rito che gli avrebbe fornito nuovo potere.
" Avada Kedavra! " una voce gelida risuonò nel santuario, e due Mangiamorte caddero a terra, morti senza essersene neanche accorti.
Voldemort si sollevò in ascolto e afferrò la bacchetta magica.
" Crucio! " disse la voce senza corpo e altri due incappucciati finirono a terra gridando.
Il Signore Oscuro comprese ogni cosa e " Rivelatio! " gridò.
Severus Piton perse il dono dell'invisibilità e comparve con un'espressione di folle determinazione.
" SEVERUS! " gridò Aura e fece per corrergli incontro, ma con un gesto Voldemort la fece volare all'altro capo della sala.
" Proprio tu…dovevo aspettarmelo. Ma è del tutto inutile, sei nella tana del lupo, mio caro, e questa volta, finalmente, morirai…oh, non prima di aver visto cosa farò alla tua donna, cioè, alla MIA donna… "
Piton sibilò rabbiosamente ed estrasse il pugnale che aveva incantato, lo strinse nella stessa mano con la bacchetta e " Destructio vitae! " urlò, mentre buona parte dei Mangiamorte si rotolava al suolo cercando di respirare.
Lucius Malfoy, sua moglie e altri incappucciati infilarono l'uscita in tutta fretta, riconoscendo che Voldemort e Piton erano venuti a trovarsi su un piano di perfetta uguaglianza in fatto di poteri distruttivi. Voldemort arretrò di un passo.
" Che c'è, padre…hai paura?! " urlò Piton del tutto fuori controllo.
" Avada Kedavra! " mormorò il Signore Oscuro, ma Severus fece un gesto e deviò il colpo.
" Vedo che hai letto il mio libro…hai appreso bene. Peccato che tu ti sia fatto guidare dai sentimenti, e non dalla brama di potere…Avada Kedavra! "
Un'altra fulminea mossa della mano e il colpo si infranse nuovamente contro un muro.
" Sei debole, padre… " Piton sorrise e scagliò la sua maledizione, Voldemort la spezzò ma indietreggiò barcollando fino all'altare.
" Hai paura? " Severus rise selvaggiamente " Hai paura, vero? Cosa si prova, vecchio, ad essere tu quello più debole? Come vuoi che ti finisca? Perché io posso finirti! Anche se sei immortale…Vuoi essere baciato da un Dissennatore?! Si, come mia madre…ma prima taglierò la tua pelle in strisce così piccole e sanguinolente…come hai osato toccare la MIA donna?! E' mia, mia! " urlò.
Voldemort sorrise tra sé e sé. Dopotutto poteva essere che quel figlio non fosse poi così inutile…possibile che dopo tanti anni avesse trovato la strada del potere?
" Figlio, schiavo, lasciati andare all'odio…oh, vuoi quella babbana? Io te la darò…ma tu tornerai ad essere il mio servo, ora che conosci il Potere! "
Piton rise " Che Potere, Voldemort? Il tuo o il mio?! Tu non ne hai più, il mio è appena cominciato… "
Aura si svegliò lentamente, tentando di ricordare: era svenuta, Voldemort la aveva scagliata lontano da Severus, si, certo…ora Severus stava affrontando il Signore Oscuro! Si sentì chiamare ed aprì gli occhi, ma non c'era nessuno.
" Aura…Aura… " una voce lontana la chiamava, ma chi?
" …Aura…sono qui! "
" Chi sei? Dove sei? " la donna si guardò intorno, cercando qualcuno. Ma c'era solo Fanny " Fanny! Che ci fai qui?! Sei venuta con Severus… "
" Aura… "
La donna scattò in piedi " Tu parli?! "
" Solo alla tua mente…Aura… "
La babbana si inginocchiò davanti alla fenice, guardandola negli occhi " Non è possibile…non mi hai mai parlato…tu sei un uccello! "
" …Ascoltami, non c'è molto tempo! Tu sei nata con un Marchio, il Marchio della Fenice…non lo sai, ma solo pochissimi possiedono questo segno, e quasi mai babbani. In questo tempo solo tre persone lo hanno ricevuto, e gli altri due sono maghi…con questo simbolo sei chiamata ad una responsabilità superiore…molto difficile! Per la prima volta devi usare consapevolmente il potere che ti è stato concesso per salvare una persona… "
" Chi? "
" …Severus Piton…"
" Voldemort lo sconfiggerà? "
" …No…se continuano così, Piton ucciderà suo padre…e sarà perduto… "
" Non capisco… "
" …Aura, è la tensione morale, lo sforzo che compiamo perché tutto ciò che c'è di buono in noi prevalga sul resto a farci grandi…che bene può esserci nell'uccidere il proprio padre, anche se è la creatura più diabolica che esista, e nel farlo con i suoi stessi metodi? …Se Voldemort cadrà oggi, un altro Voldemort prenderà il suo posto… "
" Che devo fare? "
" …Utilizza il potere della Fenice…e riporta Piton alla ragione… "
" Ma come? "
" …Non è facile, solo tu puoi saperlo… "
" Fanny, io non so che fare? …Fanny? " ma il pennuto non disse un'altra sola parola, lasciando Aura immersa nella più cupa disperazione.
" Muori, padre! " Voldemort rotolò lontano dal figlio che lo stava per uccidere, e scagliò una nuova maledizione, con gli occhi rossi che sprizzavano rabbia, e…paura.
Il professore di Pozioni ridacchiò, e ricominciò a lanciare malefici, senza poter più fermarsi, inconsapevole di ogni cosa se non che dell'odio folle che provava per il Signore Oscuro. Sentimenti di vendetta e rivalsa covati per anni prendevano finalmente forma e consistenza, e Voldemort stava perdendo tutte le sue forze…esattamente come tutti quelli che aveva ucciso per anni aveva un terrore folle della possibilità di morire in maniera così orribile…
Aura corse verso i duellanti, sperando di non essere colpita. Rifletti, si disse, rifletti…come devi fare? Forse devi convincerlo… " Severus! " gridò " Non ucciderlo! Tutti gli sforzi fatti in questi anni andranno perduti! " ma era chiaro che il mago non poteva sentirla.
Voldemort incespicò nella lunga veste e cadde ancora una volta, ma dando le spalle a Piton : il mago colse l'occasione, sollevò la bacchetta e si preparò a colpire.
Che devo fare, pensò la donna, devo usare tutto quello che ho per fermarlo…tutto quello che ho, ma io ho solo…si gettò tra Severus ed il Signore Oscuro, usando l'unica arma di difesa possibile, il suo corpo. In maniera del tutto incomprensibile sembrò che quella fosse esattamente la soluzione giusta: la luce sfolgorò, riscaldando e rischiarando la sala di pietra. Voldemort strillò e si smaterializzò impiegando quel briciolo di energia che gli era rimasta. Piton scivolò a terra, inerte. Aura si avvicinò, mentre la luce continuava a risplendere, e lo accarezzò piano " …Torna in te…Severus… "
Il mago aprì gli occhi e sorrise debolmente " Perdonami, io…devo essere impazzito…ho usato l'ultimo incantesimo di Serpeverde…volevo salvarti…e vendicarmi… " raccolse le residue forze e la strinse "…non ho speranze…e alla fine non ti ho neanche salvata… " gli occhi di Piton si spensero pian piano.
Lupin e Black si fermarono all'ingresso della sala, senza riuscire a parlare…videro Piton che scivolava all'indietro, nell'abbandono della morte, e la luce che esplodeva tutto intorno…socchiudendo gli occhi, e parandoseli con le mani riuscirono a scorgere la sagoma di Aura Kay che si sollevava da terra, galleggiando nell'aria, stringendo Piton tra le braccia, sentirono che le lacrime gli bagnavano gli occhi senza motivo apparente, e seppero che il miracolo si stava compiendo…che la morte doveva tornare sui suoi passi…la luce vibrò, e Sirius e Remus gridarono, sbalzati all'indietro dalla più potente forma d'energia che avessero mai visto e sentito…

 

X

Ron Weasley strinse la mano di Draco Malfoy " Senza rancore! " disse sorridendo, e il ragazzo biondo si illuminò.
" Tornerai presto, Draco? " chiese Hermione arrossendo, mentre il giovane Serpeverde le infilava un fiore tra i capelli.
" Solo un paio di settimane e sarò di nuovo con i migliori amici che io abbia mai avuto. "
" Ma devi proprio partire? " mormorò Harry Potter.
" Si…vogliono farmi vedere la mia nuova casa, anche se penso che, in considerazione di tutto, resterò quasi sempre ad Hogwarts, anche durante le vacanze estive. Magari riuscirai a farti dare il permesso di restare anche tu, Harry! "
" Sarebbe fantastico! "
I quattro amici si abbracciarono, e Malfoy scappò verso il suo dormitorio a prendere la valigia.
Sirius Black e Remus Lupin si sedettero davanti a Silente con l'aria di due studenti che ne avessero combinata una grossa.
" Mi dispiace… " mormorò Black
" Non avremmo dovuto dubitare di lei… " rincarò Lupin.
Silente sorrise in maniera così luminosa che anche i due uomini non poterono evitare di fare lo stesso.
Il castello era immerso nella luce calda del mattino, e l'erba dei prati, tutto intorno era intensamente verde. Il mare blu si agitava, lasciando risuonare le onde che si infrangevano sulla scogliera.
Severus Piton avvolto nel suo vestito più bello sollevò sua moglie e attraversò la soglia ridendo: depositò delicatamente la signora per terra e le sistemò i lunghi capelli castani dietro un orecchio, con affetto, prima di baciarla.
" Ci sono molti cambiamenti da fare qui… " disse guardandosi intorno.
" Ho paura che ci impegneranno a tempo pieno. " ridacchiò Aura.
" Tu ordini, noi obbediamo! " Draco sorrise " Ma non devi stancarti troppo. "
" Non mi stancherò affatto con voi, ma scommetto che da oggi la mia vita sarà ancora più movimentata…come se già prima non bastasse… "
" Draco, vai avanti e scegliti la camera che vuoi. " disse Piton.
" Per me è uguale, tanto resteremo solo un paio di settimane… "
" Si, beh, Silente ce la doveva questa vacanza. Ma la camera la scegli non solo per adesso: sarà la tua, tutte le volte che verremo a casa nostra, e resterà tua quando avrai finito la scuola e avrai più tempo da passare qui. "
Il ragazzo sorrise e corse su per le scale, seguito da Severus ed Aura; il mago sollevò ancora una volta la donna e la trasportò in camera da letto, ridendo.
" Aspetta " lei gli poggiò una mano sul petto, per trattenerlo " C'è una cosa che voglio fare, prima di ogni altra… " corse via, e chiamò Draco, poi salirono nella parte più segreta del castello, mentre Severus li aspettava nel salone in preda alla curiosità. L'uomo trattenne il fiato non appena la donna e il ragazzo apparvero sulla soglia: lei portava il ritratto di Piton con sua madre, il ragazzo aveva un grande fagotto.
" Draco… " fece un cenno ed il ragazzo agitò la bacchetta, mentre il ritratto di Persefone Piton levitava fino ad una parete.
" Ed ora guarda che cosa ho fatto fare a Minerva nell'ultimo periodo…non sapevo che fosse così brava, ma quando lo ho scoperto non ho perso l'occasione. "
Scartò il grande fagotto e ne estrasse un dipinto. Dalla tela Severus vide un altro sé stesso che lo fissava sorridente, con una mano sulla spalla di Draco, e l'altra a cingere la vita di Aura. Il ritratto galleggiò accanto al primo, ed Aura abbracciò Piton.
" Naturalmente le ho commissionato altri due quadri, uno lo sta dipingendo, e rappresenterà tutti i nostri amici, e l'altro…beh, ci vorrà ancora qualche mese… "
" Io… " Severus si strinse nelle spalle senza sapere cosa dire.
Aura prese le mani di Draco e lo fissò con affetto " Spero che sarai felice qui, e che accetterai nostro figlio, non appena sarà nato, come un fratello, figlio mio. "
Il ragazzo si strinse alla donna sprizzando felicità.
Quella notte Piton non riuscì a dormire, e restò a fissare la donna che gli stava al fianco.
" Spero di essere un buon padre… " mormorò più a sé stesso.
" Lo sarai, non ho dubbi. "
" Ti ho svegliata? "
" No…ero sveglia. In realtà morivo dalla voglia di fare l'amore con mio marito… "
Piton non se lo fece ripetere.
Due settimane trascorsero troppo in fretta, ma il ritorno ad Hogwarts fu estremamente piacevole.
Il professore di Pozioni passò dallo studio di Silente, prima di correre in classe a terrorizzare i suoi studenti.
" Volevo chiederle scusa se ho perso il controllo, l'ultima volta che sono stato qui. Ma ero veramente fuori di me… "
" Non preoccuparti, Severus. Io sono fiero di te, perché pochi uomini sarebbero riusciti a rinunciare al potere che hai sfiorato, seppure per poco. "
Piton annuì, a disagio, e scappò in classe.
" Paciock, razza di incapace! " tuonò, mentre l'allievo faceva rovesciare l'intero contenuto del suo calderone sui compagni " Paciock, io…penso che proveremo su di te questa disgustosa brodaglia…così vedremo se hai capito qualcosa o se la tua testa è irrimediabilmente vuota! "
Il ragazzo grassoccio si mise una mano sulla bocca ed arretrò orripilato, in preda al terrore più grande, mentre Piton incombeva su di lui come una nuvola tempestosa.
Il professore prese un cucchiaio, lo intinse nella pozione e lo passò a Neville. " Bevi! " intimò, e Paciock sgranò gli occhi, prossimo a svenire.
Le porte si spalancarono e Severus fissò senza capire Aura che gli correva incontro, quando lo abbracciò davanti all'intera classe, arrossì violentemente.
" E' arrivato questo! " urlò la donna saltellando senza nessun contegno, e sventolò un foglio ed una medaglia davanti al naso di Piton.
" Per te: ORDINE DI MERLINO PRIMA CLASSE ! "
" Cosa?! "
" Dicono che sei un mago eccezionale e di straordinaria levatura morale! "
Severus Piton gridò e cominciò a saltellare insieme alla sua consorte, mentre Paciock si calmava e l'intera classe si chiedeva se fosse impazzito. Soltanto Draco ridacchiò felice per i suoi nuovi genitori, convinto che non fossero affatto pazzi.
Severus Piton baciò con tutta la passione di cui era capace Aura, e la strinse, guidandola in una danza travolgente tra i calderoni ed i banchi, mentre Grifondoro e Serpeverde lanciavano in aria le loro bacchette, in una pioggia di scintille colorate.
Severus baciò ancora una volta sua moglie e si chiese cosa avesse mai fatto per meritare una babbana tanto adorabile.

FINE
by Mariacarla