Questa fanfiction e tutti i suoi diritti sono © di Mariacarla

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IL MANGIAMORTE E LA BABBANA




I

I corridoi del Ministero della Magia erano più affollati del solito, una folla di streghe e maghi si assiepava in ogni angolo cercando una risposta ai propri dubbi o almeno una rassicurazione sul fatto che nessuno corresse un immediato pericolo. Le voci del ritorno di Voldemort erano diventate piuttosto insistenti, soprattutto dopo i fatti terribili dell’anno precedente, e la situazione era pericolosamente sfuggita di mano al ministro Cornelius Caramel. Tuttavia anche in quei momenti di confusione assoluta c’era una stanza al Ministero che, come al solito, restava vuota o quasi. L’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale Sezione Babbani.

L’Ufficio, se poteva essere chiamato così, non era niente più che una squallida stanzetta con una scrivania e due vecchie sedie secolari. Persino l’impiegato del Ministero che lavorava lì aveva dimenticato da quanto tempo avesse ricevuto l’ultima visita prima di quel giorno. Ma adesso osservava una giovane donna babbana che scorreva rapidamente un grosso fascicolo di documenti con aria pensierosa, poi le porse una penna d’aquila malconcia quanto tutto il resto in quella stanza e la ragazza firmò con espressione decisa i documenti che avrebbero cambiato la sua vita nei mesi a venire, sperando che tutto andasse per il verso giusto.

Aura era una donna che per la sua età e la sua condizione di babbana sapeva molte cose più di quanto ci si sarebbe aspettato. Erano trascorsi solo tre anni da quando aveva avuto la fortuna di trasferirsi a vivere nel vicinato di un certo vecchio signore, Alastor Moody, e dal giorno in cui lo aveva salvato da un pirata della strada che incautamente lo aveva quasi appiattito sull’asfalto (solo per trovarsi poco dopo trasformato in un porcellino rosso fuoco come la sua fiammante Ferrari). Il salvataggio si era trasformato nell’inizio di una curiosa amicizia con Alastor che le aveva spiegato qualcosa sul mondo dei maghi e ne aveva fatto una specie di discepola. Non che Moody di solito fosse un tipo socievole, anzi; con l’andare degli anni e dopo tutto quello che aveva visto era diventato talmente tanto ossessionato dall’idea che un mago oscuro potesse volerlo colpire, e non a torto, che i suoi atteggiamenti stravaganti erano diventati la barzelletta ed il cruccio del Ministero della Magia. Ma Aura che,almeno in apparenza, con il mondo della magia non aveva niente a che vedere gli era sembrata un’ottima occasione per fidarsi dopo secoli di qualcuno, e conoscendola meglio aveva ritenuto di poterle raccontare delle storie che per un altro babbano sarebbero state inconcepibili. E con l’aiuto di Arthur Weasley, un altro mago del Ministero, era riuscito a proporla come agente babbano alla Cooperazione Magica Internazionale. Ma poi Moody aveva vissuto la terribile avventura di passare un anno nel suo stesso baule in balia del più fedele discepolo di Voldemort che spacciandosi per lui era quasi riuscito a far uccidere Harry Potter dal suo padrone , e la situazione era precipitata. Erano proprio le tremende prospettive di quel momento a riempire i corridoi del Ministero di gente bisognosa di rassicurazioni, una folla in preda alla preoccupazione più nera. Ed anche in quella marea umana, non appena Aura fu uscita dall’ufficio, scorse la chioma rossa e lucente di Arthur Weasley e di suo figlio Percey. Fece un ampio cenno con il braccio per farsi vedere ed in un attimo i due maghi le furono vicini salutandola calorosamente.

“ Salve Arthur, ciao Perce! ”

“ Aura hai firmato tutti i documenti? Ti ricordo che manca poco e rischi di perdere la tua passaporta per l’ufficio di Silente se fai tardi. ”

“ Tutto fatto. Anche se non senza qualche preoccupazione… ”

Percey la guardò soddisfatto “ Il tuo gesto è stato veramente apprezzato dall’intero Ministero. Un gesto veramente coraggioso. ”

“ Non credo di essere tanto coraggiosa; dopotutto mi sembra il minimo per dimostrare la mia gratitudine al vecchio Moody. ”

“ Suvvia, Aura! Ti esponi parecchio andando ad Hogwarts come rappresentante babbana nella lotta a Tu-Sai-Chi. Non penso che si tratti solo di gratitudine. ”

“ No, non solo. Voldemort va fermato anche nell’interesse babbano. ”

I due Weasley trasalirono al suono di quel nome e si guardarono alle spalle sperando che nessuno avesse sentito. Aura arrossì leggermente.

“ Scusate, volevo dire Voi-Sapete-Chi! Comunque spero proprio di essere all’altezza…Arthur io non ho un briciolo di poteri magici, come vuoi che non se ne accorgano in una scuola di magia?! ”

“ Ci penserà Silente. Vedrai, questo sarà il minimo. In ogni caso i professori sono stati avvisati del tuo arrivo e collaboreranno con te, ma fai attenzione a non farti scoprire dagli studenti; lo sai, il figlio di Malfoy è ad Hogwarts. ”

“ Non farmi scoprire…beh, a parte che da Ron e Ginny e dai gemelli, loro mi conoscono. E sicuramente posso fidarmi anche di Potter e di quella sua amica, Hermione. Ti ricordo che mi hanno vista anche loro l’anno scorso, e che mi sono presentata per quello che sono. ”

“ Sei al sicuro con loro. ”

Aura frugò velocemente nella sua borsa e trovò quello che cercava.

“ Ora devo andare, ma prima volevo darti una spina per la tua collezione, eccola. E salutami tua moglie. E tu Perce dai un bacio a Bill e a Charlie. Avete la passaporta? ”

Arthur la guardò estasiato “ E’ una spina eclettica ammirevole! Grazie! ”

Percey le passò un vecchio vaso cinese sbeccato.

“ E’ questa? Dovrebbero sceglierle con maggior gusto…mancano pochi secondi alle sedici. Vi saluto! ”

Poi Aura sentì come uno strappo all’altezza dell’ombelico e si vide vorticare in un mare di suoni e di lampi luminosi, quando avvertì il fastidioso impatto contro un pavimento seppe di essere arrivata. Aprì gli occhi con ancora addosso la fastidiosa sensazione di essere stata infilata per errore in una lavatrice, e vide il volto sorridente di un vecchio mago con lunghi capelli e barba bianchi. Albus Silente.

Il Preside di Hogwarts le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, e la fece accomodare su una poltrona dall’aspetto tremendamente invitante e certo molto più comoda del pavimento.

Poco distante una bella fenice la osservava con curiosità.

“ Benvenuta ad Hogwarts, mia cara! ”

“ Grazie! ”

C’era qualcosa nel tono di Silente di estremamente caloroso, che sapeva tranquillizzare e riscaldare istantaneamente, e benché Aura fosse ancora preoccupata per le possibili pericolose svolte della sua permanenza nella scuola, si sentì profondamente grata verso quell’uomo che era riuscito a metterla completamente a suo agio con due gesti e due parole.

“ Così tu sei la nostra Aura Kay. Coraggiosa agente del Ministero della Difesa Babbano e collaboratrice della Sezione Babbana alla Cooperazione Magica. Alastor mi ha parlato di te. ”

Aura arrossì.

“ Grazie. ”

“ Avrai modo di conoscere più tardi i professori e questa sera a cena vedrai tutti gli studenti. Tra poco la professoressa McGrannit ti indicherà la tua stanza e come muoverti nel castello. ”

Il viso del Preside si fece improvvisamente serio.

“ Ma ora è il caso di parlare di qualcosa di più serio. ”

La donna annuì lentamente.

“ E’ importante che tutti facciamo fronte comune contro la minaccia incombente. ”

“ Voldemort va fermato. ” disse lei in tono deciso, con negli occhi una luce gelida.

“ Per l’immediato futuro è necessario proteggere tutti i nostri studenti. E poi far comprendere ad ognuno di noi che è necessario, assolutamente necessario, che tutti collaborino per fermare Voldemort. Giganti, maghi, babbani e chiunque altro possa aiutarci. Se riuscirai con il tempo a far comprendere che tra noi ci si può fidare avrai raggiunto il tuo scopo. Come, lo capirai a suo tempo…per ora diremo che sei una strega: all’inizio sarà più sicuro. Ma, ricordati, il tuo scopo è vincere il pregiudizio e l’orgoglio dei maghi che incontrerai, la tua falsa identità, dunque, è solo temporanea. ”

“Ma io non ho un briciolo di poteri magici!”

“ Non preoccuparti. Ti presenteremo come assistente di uno dei nostri migliori professori, non dovrai fare niente che tu non sappia o non possa fare. Alastor mi ha detto che hai letto molti trattati di magia, a livello teorico sei molto preparata. Questo basta. ”

Proprio in quell’istante Minerva McGrannit entrò nello studio . Anche il viso della professoressa era aperto in un sorriso cordiale, solo la fronte leggermente aggrottata tradiva una vaga preoccupazione.

Silente presentò le due donne e chiese a Aura di seguire l’insegnante di trasfigurazione.

Hogwarts era un posto decisamente affascinante, e per una babbana era fonte di continue sorprese; i dipinti animati, le scale che si muovevano, le enormi volte di pietra erano decisamente troppo da assimilare in una volta sola. Così Aura si girava in continuazione per guardarsi intorno, mentre Minerva McGrannit raccontava la storia di quel formidabile luogo di formazione di maghi. Non che la babbana fosse all’oscuro di tutto quello che sentiva e vedeva, ma trovarsi lì era decisamente differente rispetto al leggerne su qualche vecchio libro. Raggiunsero la stanza della giovane donna e la professoressa la introdusse in una camera stupenda.

“ Mia cara, questa stanza sarà tua per i prossimi mesi. Spero sia di tuo gradimento. ”

“ E’ fantastica!”

L’insegnante sorrise.

“ Forse sarebbe il caso che ti cambiassi. Troverai dei vestiti adeguati sul letto e altri nell’armadio. Abbiamo pensato che tu non ne avessi di simili…e farti scoprire immediatamente dopo il tuo arrivo, con tutti gli incantesimi che abbiamo fatto per permetterti di entrare…beh, francamente sarebbe molto spiacevole! ”

Aura guardò i jeans lisi che indossava, le scarpe da ginnastica rosse e la camicia bianca sgualcita. No, una strega non si sarebbe vestita a quel modo, dovette convenirne.

“ Grazie. Spero solo di essere all’altezza del mio compito. A proposito, Silente mi ha accennato che verrò presentata come assistente di un professore, di chi? ”

La McGrannit si accigliò. Era decisamente preoccupata. “ Silente ha le sue idee. In realtà non si è mai sbagliato, ma… sarà meglio che ti spieghi tutto lui. In ogni modo sarò felice di aiutarti in ogni momento. ”

“ Professoressa… ”

“ Chiamami Minerva, mia cara. E dammi del tu. ”

“ Si, Minerva, grazie. Ci sono alcuni studenti che sanno chi sono in realtà perché mi conoscono da un bel po’ di tempo, si tratta dei Weasley. E anche Potter e Granger. Pensi che potrei parlare con loro prima di cena? ”

“ Te li manderò qui tra pochi minuti. Preparati nel frattempo. ”

E Minerva McGrannit uscì lasciando Aura sola a cercare di riprendersi da tutte le sorprese di quel giorno strabiliante.

Per prima cosa guardò che genere di abito le avessero fatto trovare. Era un vestito nero lungo aperto davanti, con le maniche ampie bordate di verde, stretto sui fianchi e con un profondo spacco anteriore. Completavano il tutto un paio di aderenti pantaloni neri, degli stivali alti e una curiosa cintura. Li indossò e l’immagine che le rimandò lo specchio non fece altro che rassicurarla. Ci voleva un tocco personale, però. Così mise una collana con un ciondolo a forma di occhio che per pupilla aveva una scintillante pietra verde, e degli orecchini di smeraldo. Spazzolò accuratamente i lunghi capelli castani e decise che li avrebbe lasciati sciolti sulle spalle. Non avrebbe messo il cappello a punta da strega, le sembrava di essere perfetta senza dover aggiungere altro.

Proprio allora sentì bussare discretamente alla porta e si ricordò che Minerva le aveva promesso di mandarle Ron ed i suoi amici.

In realtà Ron, Ginny e gli altri non avevano avuto spiegazioni dalla McGrannit, così quando una figura conosciuta spalancò la porta della sua camera per accoglierli rimasero senza fiato.

“ Ron! Ginny! State bene? Sono felicissima di vedervi, e i gemelli?! Ciao Harry, Hermione stai benissimo! ”

I quattro ragazzi sorrisero stupiti e Aura abbracciò i figli di Arthur Weasley con calore, poi strinse la mano di Harry e stampò due baci sulle guance di Hermione.

“ Entrate! Non restate sulla porta! ”

“ Aura, ma che ci fai qui?! ”

“ Missione segreta… ma non per voi! Vengo per conto del Ministero della Magia e di quello Babbano. Per cercare di far fronte alla minaccia di Voldemort! ”

Una simile rivelazione ebbe l’effetto di una bomba. Ginny cominciò a tremare come una foglia, e Ron rimase a bocca aperta. Harry si incupì, mentre Hermione assunse un’espressione attenta.

“ Ma…ma…tu sei… ”

“ Babbana? Si! E allora? Mi sembra che il Signore Oscuro sia una minaccia generale, non credete? E se vi domandate come sia possibile che io sia entrata qui pur non avendo poteri magici…beh, è una storia lunga, vi dirò che Silente ha dovuto fare un sacco di incantesimi per permettermelo. Ma i dettagli ve li spiegherò poi. Sapete, ho bisogno del vostro aiuto, posso contare sul fatto che nessuno al di fuori di voi saprà mai chi sono veramente e perché sono qui? ”

I quattro annuirono decisamente.

“ E, per favore, spiegate tutto anche a George e Fred . ”

“ Aura, ma come pensi di fare? ”

“ Oh…vedremo. Per adesso ho bisogno di avere la fiducia degli studenti, se me la daranno pensando a me come ad una strega è facile che la mantengano quando sapranno che sono babbana, ma se mi rivelassi subito molti di loro preferirebbero osteggiarmi. No? Insomma, non guardatemi come una condannata a morte! Non sarà facile, ma… ”

Harry la guardò con un nuovo rispetto. “ Ti aiuteremo! Il tuo segreto è al sicuro. Ma con che ruolo ti presenterai alla scuola? ”

“ Silente dice che farò l’assistente di uno dei vostri professori, me lo dirà a cena di chi. A proposito, non sarebbe il caso di andare adesso? Ho davvero molta fame! E speriamo che il professore che mi dovrà sopportare sia estremamente gentile e paziente… ”

“ Mah…basta che non sia…no, Silente non è certo stupido. Si, è ora di cena, andiamo! ”

E il gruppetto si diresse allegramente verso la Sala Grande. Di certo Aura non sospettava che mentre loro andavano a cenare pieni di speranza e di allegria un altro individuo, per nulla allegro, era uscito dallo studio di Silente sbattendo la porta e sbuffando.

 

II

La Sala Grande era uno spettacolo stupefacente per chiunque, e soprattutto per una babbana. Professori e studenti erano già tutti ai loro posti e se Ginny, Harry, Ron ed Hermione riuscirono a sgattaiolare alla loro tavola senza dare nell’occhio questo non fu assolutamente possibile per Aura. La donna sentì gli occhi di tutti puntati addosso; gli studenti si domandavano chi fosse ; mentre i professori non nascondevano la loro curiosità per una babbana camuffata da docente.

Cercando di mantenere la calma la donna attraversò la sala sorridendo e cercò un posto vuoto al tavolo dei professori, intercettò lo sguardo sereno di Silente e si andò ad accomodare. A dire la verità dalla sua parte di tavolo i posti liberi erano due, il suo ed un altro giusto lì a fianco, ma lei non ci fece troppo caso.

Osservò con maggiore attenzione la sala e trattenne il fiato; non aveva mai visto niente del genere: il soffitto rifletteva il cielo stellato e quella visione le faceva dimenticare tutto il resto, la situazione a dir poco bislacca, le sue preoccupazioni e l’appetito. Soltanto il rumore della sedia che aveva vicino la fece sobbalzare leggermente e si girò per vedere chi fosse la persona che le si stava sedendo accanto.

Per un attimo notò solo lo svolazzare di un mantello nero, e poi si trovò faccia a faccia con un uomo dall’espressione torva. I suoi occhi neri scintillavano malignamente nel volto pallido, e le labbra erano contratte in un’espressione di disgusto malcelato. L’uomo la stava squadrando con disapprovazione, anzi, quasi con odio. Lei si voltò di scatto non sopportando più un individuo così maleducato, ma poi tornò a girarsi verso quell’ insopportabile screanzato e gli scoccò a sua volta un’occhiataccia piena di disprezzo. Il professore trasalì leggermente, forse non si era aspettato che la donna potesse reagire a quel modo. Si fissarono ancora per un breve istante ( e lei osservò meglio il viso di lui, i suoi capelli neri lunghi fino alle spalle, e l’abito nero che rendeva ancora più cupa la sua figura ) e poi distolsero insieme lo sguardo.

Questa dimostrazione di disistima reciproca non era sfuggito al gruppetto di amici della donna seduti alla tavola del Grifondoro, e a dire la verità non li aveva nemmeno lasciati sorpresi. Ron mormorò all’orecchio di Harry che aveva un brutto presentimento, e come per confermare una simile ipotesi Silente si alzò richiedendo con un gesto l’attenzione ed il silenzio.

“ Miei cari ragazzi è con grande piacere che devo darvi un annuncio. Avrete notato una presenza nuova tra di noi questa sera, si tratta della professoressa Aura, assistente da oggi del professor Piton! ”

Un mormorio confuso percorse la sala. Aura si chiese chi fosse Piton tra quelli seduti al tavolo, e guardò Ron sperando che capisse e le facesse un cenno indicativo. Il ragazzo le rimandò uno sguardo colmo di orrore e fissò il suo antipatico e lugubre commensale.

“ No! ” pensò la donna “ Non lui! ”

Ma Silente fece un cenno verso il tetro figuro e sorrise allegramente.

Severus Piton non era tipo da desiderare un’assistente, soprattutto non quell’assistente. Da un po’ di tempo sentiva di essere al centro di una serie di eventi sfortunati e il discorso avuto con Silente poco prima aveva suggellato una tale convinzione. Dentro di se provava un insopprimibile senso di superiorità nei confronti del mondo, e particolarmente nei confronti dei babbani, ed ora gli toccava di doversene sorbire una per l’intero anno scolastico se andava bene, e per molto tempo di più se andava male. Era troppo! Voleva restare nella sua solitudine, nella tranquilla quotidianità delle sue cose e dei suoi studi, desiderava coltivare le proprie ambizioni e sprizzare odio qui e lì cercando di rendere orrenda la vita di chiunque gli venisse a tiro. Come poteva Silente avergli giocato un simile scherzo? Una donna babbana troppo giovane e stupida per comprendere qualsiasi cosa…Non poteva sopportarla, no, no, proprio no! Avrebbe fatto di tutto per liberarsene e in barba a Silente ci sarebbe riuscito. “ Babbana…” pensò “…babbana, la stirpe più odiata!” E Silente avrebbe dovuto saperlo…lui era una miscela di antibabbanesimo: ex Serpeverde, ex Mangiamorte, direttore della casa dei Serpeverde, mago purosangue…gli veniva quasi il voltastomaco a pensarci! Doveva trovare il modo di sottrarre almeno cinquanta punti ai Grifondoro entro il termine della serata per cercare di risollevarsi un po’…

Da parte sua Aura era nervosa tanto quanto Piton e meditava il modo di farsi assegnare ad un diverso incarico, se solo Silente si fosse convinto dell’assurdità di quello che le aveva affibbiato.

Per entrambi fu una doccia fredda quando il Preside li invitò nel suo ufficio dopo cena per le presentazioni….

Prima di andare al fatidico incontro la donna aveva ricevuto le più vive condoglianze di Ron, mentre Ginny la aveva abbracciata piangendo come se non dovesse tornare mai più, Hermione aveva distolto lo sguardo ed era rimasta immobile come la statua di un angelo doloroso sopra la tomba di un peccatore sventurato, ed Harry la aveva fissata con muto cordoglio. Decisamente non erano atteggiamenti tranquillizzanti. L’unica nota differente era stata l’incontro sulle scale con un ragazzino biondo di Serpeverde che la aveva fissata con attenzione e poi era corso via sorridendo.

Intanto era arrivata al Gargoyle che faceva da porta allo studio di Silente, ma non conoscendo la parola d’ordine rimase immobile in attesa di qualcuno che entrasse o uscisse. Non sentì l’uomo che scivolava silenziosamente nel corridoio alle sue spalle, almeno fino a quando non riuscì ad avvertire il fruscio del lungo mantello sul pavimento di pietra, e la gelida voce che pronunciava la parola d’ordine. Per un attimo si chiese se fosse meglio seguirlo nella stanza o restare fuori aspettando il prossimo che entrasse. Alla fine decise per la prima possibilità.

Lo studio era vuoto, se non per la fenice che si dondolava su un grosso trespolo. Severus Piton si era seduto dando le spalle alla stanza, e guardava fuori da una grande finestra ornata da vetri colorati. Aura invece si concentrò sulla fenice, naturalmente quella di Silente era la prima che avesse mai visto. Era un pennuto ammirabile dal piumaggio scintillante. Chissà se avesse cercato di accarezzarla…E allungò la mano sperando di non essere beccata. Ma Fanny, questo era il nome dell’uccello, emise un verso di approvazione e la fissò con simpatia. Aura soffocò un’esclamazione di contentezza e accarezzò il volatile con maggior sicurezza.

Piton era curioso di voltarsi e di vedere che stesse facendo la babbana: si girò con circospezione e rimase a bocca spalancata, mentre la giovane donna giocherellava con il pennuto che, per quanto ne sapeva il professore di Pozioni, era sempre stato estremamente contrario al farsi carezzare se non che da pochissime persone.

Tuttavia non ebbe modo di rifletterci troppo perché un elfo domestico entrò nella stanza con il suo buffo viso atteggiato in una smorfia di profonda agitazione.

“ Signore, mi manda il preside Silente, signore. C’è un brutto e dispettoso poltergeist nel ripostiglio della cucina. Signore, noi non può prendere cose che serve per fare cibo. Professor Silente dice se lei e sua assistente possono correre a liberare ripostiglio. ”

Piton era seccato “ Ci devo andare proprio io?! ”

“ Nessuno può. Silente dice voi due andate. ”

Aura era incuriosita, sia dall’elfo domestico che dall’idea di vedere un poltergeist in azione. Sperò che Piton si decidesse a dire di si.

Il professore sbuffò come era solito fare. Ma si alzò e, senza nemmeno invitare la sua nuova assistente a seguirlo, si diresse verso le cucine.

Uscendo a passo di corsa la donna si domandò se le fenici potessero sorridere, perché per un secondo le era sembrato che Fanny sorridesse compiaciuta.

Piton più che camminare scivolava come uno spettro nero sulla fredda pietra dei pavimenti, e la babbana lo seguiva senza fiatare. Non avevano ancora scambiato una parola ma la tensione era stata palpabile fin dal primo momento; era stato da subito chiaro che il professore la disprezzava , e lei non volendo essere da meno non aveva smesso di indirizzargli occhiate al veleno. Adesso si domandava cosa precisamente potesse fare quell’uomo dall’aspetto sinistro contro lo spirito burlone, ma sicuramente non avrebbe rappresentato un problema, semmai solo un'altra seccatura in una notte già troppo movimentata.

Il ripostiglio dove venivano conservate tutte le provviste era un ambiente umido ed oscuro, con un’infinità di casse accatastate l’una sull’altra.

“ Lumos ” pronunciò Piton e la punta della sua bacchetta si accese come una torcia.

L’unico suono era un fischio sommesso che sembrava provenire da tutte le parti della cantina contemporaneamente. Ma a parte questo nulla tradiva la presenza del poltergeist. I due esplorarono l’ambiente senza trovare niente di strano, e il professore sospirò sonoramente. Evidentemente si era convinto che lo spiritello era passato di lì ma poi era andato via. Però Aura intravide con la coda dell’occhio un movimento delle casse dietro Piton e istintivamente gli si gettò addosso gridando. “ Attento! ”

E lo sospinse a terra rovinando su di lui mentre buona parte delle pesanti casse di legno si sollevavano e cozzavano fragorosamente tra di loro.

Ci volle un attimo prima che Piton inquadrasse precisamente la situazione e vedesse un’enorme cassapanca che svolazzava verso di loro. “ Prima di ogni altra cosa è meglio mettersi al riparo ” pensò, e quando la cassapanca si fermò sulla sua testa seppe di avere ragione . Strinse la babbana in un abbraccio piuttosto rude e si diede una spinta in modo che entrambi rotolassero fuori dalla portata del pesante oggetto. E fece appena in tempo perché non finissero appiattiti in maniera per nulla piacevole…una simile manovra non dovette risultare gradita allo spiritello burlone che fece precipitare le casse al suolo con un fragoroso boato.

“ Alzati! ”

Aura non rispose. Perplesso Piton guardò la giovane che stava ancora con il viso premuto contro il suo torace con le guance fiammeggianti e si accorse di tenerla ancora stretta con un braccio. Non riuscì ad evitare che il suo viso divenisse da pallidissimo ad appena rosato e bofonchiando quelle che suonavano come delle scuse la lasciò andare, tentando di non pensare al calore del corpo di lei premuto contro il suo.

Si alzarono senza guardarsi.

Piton si girò cercando di individuare il nascondiglio dello spettro, ma senza riuscirci. Sospirò pensando che per fare più in fretta sarebbe stato meglio ricorrere ai vecchi metodi, piuttosto che supplicare gentilmente il poltergeist di andarsene altrove.

Il volto del professore di Pozioni si fece tremendamente serio.

“ Destructio Animae! ”

Una sottile rete di luce verdastra attraversò lentamente la cantina fino ad individuare il poltergeist, che, preso in trappola, sembrò squagliarsi con uno sfrigolio disgustoso. Severus Piton rinfoderò la bacchetta e si girò pronto a godersi l’espressione stupefatta sul volto della donna.

Ma improvvisamente la consapevolezza si era fatta spazio nella mente di Aura; la donna ricordò di avere parlato con Moody di un certo Severus Piton, un potente Mangiamorte pentito… e quell’incantesimo era… se due più due faceva quattro…quel Piton era…quello era l’uomo che molti anni prima…

Non c’era stupefazione sul volto della donna quando fissò Piton, solo un’espressione indecifrabile.

“ Quello non era un incantesimo convenzionale, vero? ”

“ Cosa? ”

“ Non si trattava di un comune sortilegio, no? Era un incantesimo…proibito. ”

Gli occhi neri di Piton scintillarono pericolosamente. Ricordò che Silente gli aveva spiegato come quella babbana fosse diventata un agente del Ministero. Doveva fare maggiore attenzione…aveva commesso una leggerezza imperdonabile.

“ Dimenticavo…la fedele pupilla di Malocchio Moody! Non ti preoccupare, non intendo torturarti e ucciderti… ” il suo tono era stracarico di sarcasmo.

“ Non volevo dire che… ”

“ Onestamente non mi interessa affatto cosa volessi o non volessi dire! Avrai possibilità di divertirti con tutte le storie che circolano su di me…e raccontandole a Malocchio. Con il tuo permesso mi ritiro. ” Sibilò velenosamente.

L’uomo girò sui tacchi e si diresse verso la porta. Ma la donna lo afferrò per una manica e lo costrinse a voltarsi.

“ Questo è troppo! Il mondo non gira intorno a te! Per conto mio puoi essere stato anche il più grande discepolo di Voldemort! Ma cosa sei ora? E’ questo che mi interessa! Ti ho solo chiesto che incantesimo fosse…Potevi rispondere quello che volevi. Se ti avessi visto lanciare Avada Kedavra a destra e a sinistra non avrei detto nulla; se combattiamo per un nemico comune non sottilizzo sui mezzi. Ed ora tu ti permetti di fare del vittimismo…Eppure tu mi hai giudicata e condannata senza neanche conoscermi, sin da prima di vedermi. Perché?! Perché non sono una strega? Perché sono una donna? Perché Moody è stato un maestro per me? Perché non vuoi un’assistente? Perché diavolo?! ”

E corse via con espressione omicida.

Piton rimase immobile nel buio ancora per qualche istante, prima di riuscire a digerire pienamente il senso di quel discorso. E poi se ne andò lentamente verso il suo studio.

Ron ed Harry avevano aspettato Aura nella sua stanza e sembravano estremamente preoccupati dall’assenza tanto prolungata dell’amica. Quando entrò le corsero incontro visibilmente sollevati.

“ Ma che ci fate qui? Vi rendete conto di che ora è?! ”

“ Non è stato un problema con il mantello dell’invisibilità di Harry! Non ci ha visti nessuno! ”

“ Ma dovreste essere a letto, domani…”

“ Eravamo troppo preoccupati! Sei riuscita a farti cambiare incarico? ”

“ No… ”

“ Ma Piton è un pazzo pericoloso! Non puoi fare la sua assistente! Lui era… ”

“ Un Mangiamorte. Lo so. Sentite lasciate qui il mantello e fatevi accompagnare in camera, è troppo pericoloso che gironzoliate da soli per i corridoi a quest’ora. Ron, tuo padre mi ha pregata di levarvi dai guai! Non preoccuparti per me, Piton non sarà un problema. ”

Dopo aver riportato i due Grifondoro al loro dormitorio Aura si preparò a trascorrere una notte piuttosto agitata. Fissò il polso segnato ancora di rosso dove Piton la aveva stretta cercando di salvarle la pelle e si gettò sul letto in preda a contrastanti emozioni.

 

III

I Grifondoro ed i Serpeverde seguivano insieme le lezioni del professore più indigeribile di Hogwarts: Severus Piton. Persino l’aula che ospitava le loro escursioni tra pentoloni e complicati intrugli era gelida e tetra quanto l’insegnante.

Così dopo l’iniziale sorpresa tutti erano stati più che felici all’idea che arrivasse un’assistente per Piton e che magari sarebbe stata capace di smorzare i toni del loro odioso professore. Persino Malfoy guardava la donna con occhi speranzosi, e a Ron, Hermione ed Harry non sfuggì la sua espressione ebete di totale devozione. In effetti, aveva sentenziato Hermione, Aura era una donna molto bella e le vesti tipiche del mondo dei maghi rendevano ancora più graziosa la sua figura. Tutti i ragazzi la avevano guardata con ammirazione, ma che Draco Malfoy avesse un cuore palpitante li faceva decisamente morire dal ridere.

Piton era in ritardo. Qualcuno sperò che fosse malato, o meglio, morto. Aura andava avanti e indietro ad osservare le file di provette e bottiglie dall’aria letale; riconosceva i distillati e le pozioni di cui aveva solo letto su Infusi e Pozioni Magiche di Arsenius Brodus e provava a ricordarsene gli usi. In realtà era alquanto incerta sul da farsi, ma alla fine chiese a che punto del programma fossero arrivati, e ricevuta risposta pensò di preparare tutti gli ingredienti che potevano servire al professore e consigliò ai ragazzi di preparare i calderoni.

Severus Piton aveva trascorso una notte piuttosto agitata e per la prima volta nella storia si era svegliato con un mostruoso ritardo. Correva per i corridoi alla velocità della luce maledicendo chiunque e qualunque cosa gli venissero a tiro. Finalmente si trovò davanti alla sua aula, e come al solito entrò sbattendo violentemente le porte e borbottando sull’incapacità dei suoi allievi. Ma la presenza della sua nuova e sgradita collaboratrice lo paralizzò per un istante. Che stava pensando? Cosa aveva in mente dalla sera prima? Aveva pensato alla loro discussione? Si riscosse rapidamente, Aura lo fissava con indifferenza apparente. E poi la tragedia: sorrise e lo salutò con calore.

Per un tremendo attimo Severus Piton ebbe l’impressione che la stanza fosse più calda e luminosa, e che i Serpeverde ed i Grifondoro fossero mille miglia lontani. Ma un ex Mangiamorte come lui non aveva certo idea di farsi rabbonire da una babbana, e le voltò le spalle mentre l’aula tornava ad essere fredda e buia.

“ Prendete tutti gli ingredienti per la pozione allungante. ”

E si girò verso la dispensa per prenderli a sua volta.

“ Sono tutti pronti, professor Piton. ”

La donna stava indicando un grosso calderone ribollente vicino alla cattedra, ed una fila di vasetti allineati lì vicino.

“ Li ho preparati mentre aspettavamo. Anche i ragazzi sono pronti. ”

“No, no, no! ” Sussurrò il tetro professore, e poi senza farsi sentire dalla classe “ Vuoi farci saltare tutti in aria?! Che ne sai di pozioni? ”

“ Ho studiato. Erba pagliuzza nera, fegato di Marciotto, occhi di coleottero, radice di asfodelo, distillato di cicuta e una manciata di fiori di oleandro. Fino a qui ci arrivo, al resto ci pensi tu. ”

“ Che diavolo…Dove hai imparato?! ”

“ Non è niente più di quanto è richiesto ad una assistente di Pozioni. Accantoniamo i nostri contrasti e cerchiamo di lavorare nel modo migliore. Ti voglio solo aiutare. ”

“ Non te lo ho mai chiesto ” e si allontanò con uno scatto rabbioso.

Per quanto Harry, Ron ed Hermione allungassero le orecchie non riuscirono a sentire una sola sillaba di quella misteriosa conversazione, né ci riuscì Malfoy sul cui volto si stendeva la nera ombra della preoccupazione.

Piton dopo aver ingoiato il rospo cominciò a sbraitare istruzioni come era suo solito.

Tra gli studenti del Grifondoro c’era Neville Paciock, un ragazzo grassoccio terrorizzato dal professore di Pozioni e sempre pronto a combinare guai per la sua scarsa abilità.

“ Signor Paciock, spero vivamente che quella sua brodaglia sia meglio di quanto sembra…D’altra parte lo sapremo presto: appena pronta sarà il caso di provarla su di lei! E speriamo che non abbia esagerato con la cicuta… ”

Neville era terreo, barcollò e involontariamente perse la presa del grosso mestolo che finì con un tonfo nella pozione, alzando schizzi ribollenti che si depositarono sul mantello e sui vestiti di Piton.

“ Paciock…Razza di… ”

Se possibile Neville diventò ancora più bianco, e ondeggiò come se stesse per svenire. Aura lo accarezzò comprensiva. “ Non è niente Neville! Poteva capitare a chiunque. Cerca di stare più attento la prossima volta. ”

Il ragazzo sorrise sollevato. I borbottii di Piton divennero, però, improvvisamente molti simili a degli ululati, suscitando preoccupazione e timore nella classe.

Aura si girò e vide che le macchie di pozione si stavano allargando, rivelando un inaspettato e nefasto effetto corrosivo che rischiava di lasciare, oltre che gli abiti, anche la pelle dell’insegnante a brandelli.

“ La lezione è finita, potete andare! Andate! ” Gridò con un tono di urgenza che non ammetteva repliche, e corse da Piton per aiutarlo a sciogliere il complicato nodo che teneva fermo il mantello, mentre Grifondoro e Serpeverde si precipitavano fuori dalla classe.

“ Levami le mani di dosso razza di…babbana! ” Sibilò furiosamente il professore che non aveva mai tollerato di essere aiutato e soccorso da chicchessia.

SCIAF! Il rumore dell’impatto tra la mano della donna e la guancia del mago risuonò tra le pareti del sotterraneo. E Piton, preso alla sprovvista, restò imbambolato per i secondi necessari ad Aura a sciogliere il mantello ed a gettarlo in un angolo ed a cominciare a sbottonare il vestito.

Le mani forti di Severus Piton strinsero in una morsa quelle più delicate della donna, e poi la spinsero lontano.

“ Vai via. Posso fare benissimo da solo. Se malauguratamente entrasse qualcuno, cosa credi che gli sembrerebbe questa scenetta? ”

Aura si coprì la bocca con le mani e girando rapidamente sui tacchi corse via ad inusitata velocità, tanto da investire senza quasi vederla Hermione che stava impalata fuori dall’aula ad aspettarla.

“ Tutto bene? ”

“No…Cioè,si! E’ solo che per quanto cerchi di mandare giù il colpo di sfortuna che mi è capitato tra capo e collo…beh, tutto congiura perché non possa riuscirci. ”

“ Dovresti saperlo! E’ pericoloso che tu abbia a che fare con un Mangiamorte! Piton odia i babbani! ”

“ Per favore, non complichiamo la situazione; semplicemente odia me. Ma con un po’ di tempo sono certa che riuscirà a tollerarmi…spero. ”

Hermione strinse le labbra in una smorfia.

“ Se lo dici tu. ”

“ Si, si, vai. Avete Trasfigurazione ora, no? ”

La ragazzina assentì e raggiunse i suoi amici, mentre Piton usciva dall’aula come un uragano pronto a colpire in qualsiasi momento.

La donna lo seguì con lo sguardo e poi rientrò nella classe, il mantello del professore giaceva ancora dove lei lo aveva gettato. Lo raccolse ed uscì.

 

IV

Harry stava ripulendo la sua Firebolt con il kit di manutenzione per manici di scopa che qualche anno prima Hermione gli aveva regalato per il suo compleanno nella sala comune dei Grifondoro, quando la professoressa Minerva McGrannit entrò con aria circospetta e gli fece cenno di seguirlo fuori. Le occasioni in cui la Vicepreside di Hogwarts era entrata in quella sala erano state estremamente rare e in genere sempre per motivi infausti, Harry si domandò che cosa fosse successo questa volta, ma seguì la professoressa senza fiatare.

“ Potter, nell’aula di Trasfigurazione c’è qualcuno che ti aspetta…Ho cercato Silente, ma non riesco a trovarlo. Ci sono stati dei problemi a quanto sembra. ”

Harry non aveva capito nulla, ma ritenne comunque opportuno correre nella classe di Trasfigurazione mentre la McGrannit continuava a cercare il Preside.

La classe era immersa nella semioscurità ma Potter riconobbe comunque la sagoma dell’uomo che se ne stava appoggiato al muro affianco alla lavagna.

“ Sirius! ”

“ Harry, stai bene? ”

Sirius Black si mosse verso il figlio del suo migliore amico, ma barcollò e si aggrappò alla cattedra per non cadere.

“ Sirius, stai male? ”

“ Ho avuto un piccolo problema con un Mangiamorte mentre tentavo di tornare. ”

Ed indicò un grosso squarcio sulla gamba destra.

Harry lo fissò preoccupato, non era solo un piccolo problema. Il suo padrino gli stava nascondendo qualcosa di importante, ogni cosa nel suo aspetto e nel suo atteggiamento lo tradiva.

“ Devi andare in infermeria. ”

“ No, lo sai che non posso. Non devo farmi vedere da nessuno. ”

A dispetto della verità Sirius era stato accusato di essere una spia di Voldemort e di avere avuto un ruolo rilevante nella morte dei genitori di Harry. Ma non era vero. Harry ed i suoi amici lo avevano scoperto solo qualche anno prima, ma per il resto del mondo Black era ancora il pericolosissimo assassino sfuggito ad Azkaban. Non poteva farsi vedere in giro con il rischio che qualcuno andasse dritto dritto a chiamare i Dissennatori.

“ Sirius ma perdi sangue! ”

“ Minerva McGrannit è andata ad avvertire Silente, ci penserà lui… ”

“ Ma non riesce a trovarlo! Hai un urgente bisogno di cure, dobbiamo fare qualcosa!”

“Harry, credimi, dopo dodici anni trascorsi in mano ai Dissennatori non credo che questo possa essere un problema più di tanto. ”

Ma il pallore sul suo volto, le profonde occhiaie e la chiazza rossa che si allargava sul tessuto graffiato e sporco dei pantaloni rivelavano una verità differente.

Harry Potter ne aveva passate di tutti i colori sin dall’infanzia, era un ragazzo estremamente coraggioso, ma l’impossibilità di aiutare l’uomo che più di tutti rappresentava il legame con la sua famiglia perduta lo prostrava.

“ Sirius… ”

Un rumore li fece trasalire. Black puntò la sua bacchetta verso la porta ed Harry fece lo stesso.

“ Harry! Ma che diavolo ci fai qui? ”

Harry abbassò la bacchetta. “ Aura! Ci hai spaventati…Vieni qui, abbiamo bisogno di aiuto!”

La donna vide l’uomo dall’aspetto orribile ed indietreggiò.

“ Lui è…Sirius Black! ”

L’uomo le scoccò un’occhiata malevola, ma poi gemette per una fitta dolorosa alla gamba e si lasciò cadere su una sedia.

“ No, non è come sembra. E’ innocente! Ti prego, non sappiamo dove sia Silente e lui ha urgente bisogno di cure! ”

“ Ma allora chiamiamo Madama Chips! Portiamolo in infermeria… ”

“ No, tutti credono che sia un assassino. Non devono vederlo! ”

La donna ruppe gli indugi e si avvicinò all’uomo che era sfuggito ad Azkaban.

“ E’ una brutta ferita! Signor Black riesce a camminare? ”

L’uomo grugnì qualcosa che poteva essere una risposta affermativa.

“ Molto bene, si regga a me. Harry devo portarlo via di qui, come sono entrata io può entrare chiunque, Piton, o Gazza…Andiamo nella mia stanza, e tu corri a cercare Minerva e dille come stanno le cose. Avrò bisogno di garze e di tutto il necessario per medicarlo. Puoi pensarci tu? ”

Harry annuì e corse via.

“ Coraggio Sirius, un piccolo sforzo e potrà distendersi e riposare. ”

Black si aggrappò alla donna e si lasciò guidare lungo i corridoi. Per fortuna non incontrarono nessuno, ma pochi metri prima di raggiungere la stanza di Aura sentirono un rumore di passi alle loro spalle.

“ Dobbiamo nasconderci. Dietro quella statua! ”

La sagoma familiare di Severus Piton scivolò accanto alla statua senza sospettare che nascondesse l’uomo che odiava più di chiunque altro al mondo e la donna che stava mandando a rotoli la sua vita.

“ Che ci fa qui?! ” Mormorò la donna, e vide Black estrarre la bacchetta fissando con disgusto l’uomo ammantato di nero.

Piton si fermò davanti alla porta della stanza della babbana ed indugiò un attimo, poi si voltò e tornò indietro, si fermò, si girò un’altra volta e tornò davanti alla porta. Bussò ed attese risposta, ma nessuno venne ad aprirgli. Tornò sui suoi passi meditando qualcosa, ma poi si fermò all’altezza della statua. Aveva sentito un fruscio? O era solo la sua immaginazione?

“ Chi c’è lì dietro? Potter? ”

Aura uscì allo scoperto.

“ Salve, Severus… ”

“ Ma cosa significa? Che ci facevi lì dietro? ”

“ Niente, stavo tornando in camera, ho sentito dei passi dietro di me e mi sono nascosta per lo spavento… ”

Piton la guardò con l’aria di chi avesse appena ascoltato un’assurdità. Poi lo sguardo gli cadde sulle piccole goccioline rosse sul pavimento e ebbe l’assoluta certezza che quella babbana stava nascondendo qualcosa.

“ Chi c’è lì dietro?! Non mentirmi! Esci fuori! ”

La faccia insolente di Black spuntò fuori seguita da tutto il resto.

“ Sirius! ”

Il professore di Pozioni spalancò la bocca, ma prima che ne uscisse alcun suono…

“ Stupeficium! ”

E Piton scivolò a terra colpito in pieno dall’incantesimo di Black.

“ Oh, no! Siamo nei guai! Era proprio necessario? ”

“ Sarebbe corso a svegliare l’intera scuola per farmi arrestare. Severus mi odia. ”

“ Ma adesso che facciamo? Meglio portarlo in camera mia e toglierci di mezzo senza farci scoprire da nessun altro. Puoi fare un incantesimo per sollevarlo o devo trascinarlo io? ”

Black la guardò con aria interrogativa.

“ Io non posso! Sono una babbana…E’una storia lunga. ”

Se Sirius Black trovò strani gli argomenti della donna non lo diede a vedere, perché pronunciò un incantesimo e il corpo di Piton si sollevò da terra e levitò fino nella stanza di Aura.

“ Si metta sul letto, signor Black. Io sistemerò Piton sul divano. Ha bisogno di cure o posso lasciarlo così? ”

“ Potrei svegliarlo con una formula, ma nel nostro caso è meglio che resti buono per qualche ora. Si riprenderà da solo, e sarà furioso…Ma per allora spero di essermi messo al sicuro. ”

La donna riempì una catino con dell’acqua calda e tagliò con un coltello il tessuto attorno alla ferita.

“ Le farò male, ma devo ripulire la ferita. Come le ho detto non ho alcuna capacità di produrre magie di nessun genere. Temo che dovrà accontentarsi di essere curato al modo babbano, visto che non possiamo coinvolgere Madama Chips. ”

“ Non sarà un problema. Ah, grazie… ”

“ Di cosa? ”

“ Per tutto. Per le cure e per essersi fidata. ”

Aura sorrise.

“ Se Harry dice che lei è innocente io ci credo. ”

Come se fosse stato richiamato da un incantesimo di appello Harry bussò alla porta seguito dalla McGrannit.

“ Santo cielo! Che è successo qui? ”

Era evidente che la Vicepreside si riferiva a Piton disteso sul divano.

“ Piton ha ficcanasato troppo, Minerva. Non ho potuto evitarlo. ”

“ Capisco. Aura finisci di medicare Black e poi lo porteremo da Silente. Il Preside sta facendo preparare una stanza. ”

“Si. Harry hai le bende? ”

Potter le passò una scatola di metallo piena di bende ripiegate con cura.

“ Vengono dall’infermeria, spero che Madama Chips non ci faccia caso. Sirius stai meglio? ”

“ Ora si. ” Ed ammiccò verso Piton, come se il vederlo colpito dal suo incantesimo lo avesse rimesso di buon umore.

Aura finì di medicare Black e Minerva McGrannit fece apparire una barella per trasportarlo da Silente.

“ Posso andare sulle mie gambe, grazie. ”

“ Forse è il caso di portare via anche Severus. ”

“ NO! ”

La voce di Aura risuonò lasciando tutti di stucco. La donna arrossì.

“ Voglio dire che è meglio tenerlo qui. Infondo lavoriamo insieme ormai…penso di dover essere io a spiegargli la situazione. Davvero, ci penso io. Andate da Silente è questo l’importante adesso. ”

Black fece qualche passo verso di lei. “ Signorina, è sicura? Al suo risveglio sarà decisamente furioso… ”

“ Non si preoccupi. Mi farà avere sue notizie? Spero che vada tutto nel verso giusto. Buona fortuna. ”

La McGrannit guardò Piton, Aura e poi Black. “ Non penso che ve ne sarà bisogno. Silente non lo lascerà andare via subito. Potrà chiedergli lei stessa come sta, in seguito. Andiamo adesso. ”

Ed il terzetto uscì dalla stanza lasciando la donna ed il professore di Pozioni soli in una curiosa situazione.

Forse era il caso di mettere Piton in una posizione migliore, Aura non aveva alcuna esperienza di come potesse sentirsi una persona dopo essere stata schiantata. Lo trascinò faticosamente sul letto e si chiese se bagnandogli il volto con dell’acqua fresca lo avrebbe aiutato a riprendersi. Cosa gli avrebbe detto? La verità era la spiegazione più giusta e più ovvia…

Si fermò un attimo ad osservarlo e si rese conto di non averlo mai fatto davvero con attenzione. Sin dal primo momento l’unica cosa che sembrava aver visto in lui era la profonda superbia con la quale la aveva trattata. Se ci pensava Severus appariva nella sua immaginazione come una grossa ed enigmatica ombra nera… Era davvero odioso come tutti sostenevano e pericoloso, o probabilmente questa era solo una parte della verità, o solo una copertura che lui aveva costruito per difendersi da qualcosa? Senza dubbio era un uomo enigmatico. Quando passava tutto intorno sembrava che l’aria si raffreddasse, scivolava silenziosamente e appariva nei posti più inattesi come se si fosse materializzato. Ogni volta che parlava lo faceva con sarcasmo, con crudele ironia, cercando di mettere in imbarazzo chiunque provasse ad avere a che fare con lui. “ Cosa nascondi Severus? ” mormorò la donna. Si avvicinò ancora un poco e si sedette sul bordo del letto. L’uomo profondamente addormentato che aveva davanti non poteva avere più di quarant’anni, forse di meno. Non era brutto, adesso con il volto disteso e scevro da quelle fastidiose espressioni imbronciate che gli conosceva. In qualche modo poteva definirlo bello. Sfiorò i capelli neri e lunghi, e poi le spalle ampie e forti. Adesso non poteva vederli, ma pensò ai suoi occhi quando erano aperti e scintillanti come tizzoni ardenti nel buio. Pensò che un uomo che tentasse di costruire tutto intorno a sé una barriera tanto dolorosa da sopportare, perché lei non poteva credere che gli facesse piacere passare sempre per il cattivo, doveva avere molto sofferto.

Severus il Mangiamorte, Severus il seguace di Voldemort. Severus che odiava Potter e Black…e lei.

Come e quando era diventato un Mangiamorte, e perché aveva deciso di passare dalla parte di Silente? Che avevano visto i suoi occhi profondi come la notte? Cosa nascondeva la sua enigmatica esistenza? “ Severus…Severus… ” sussurrò, appropriandosi di quel nome e del suono piacevole che aveva nella sua bocca.

“ I miei sentimenti per te sono del tutto irrazionali, stupido mago. ”

Si alzò e riempì il catino d’acqua fresca, prese una benda pulita e la bagnò un poco, poi la passò sul viso del Professore che si agitò leggermente.

Severus Piton era immerso in un’oscurità quasi palpabile, ricordava a malapena di essere stato colpito dalla creatura che odiava più di ogni altra. Con uno sforzo tremendo socchiuse gli occhi, e intravide la donna che stava china su di lui e gli inumidiva delicatamente la fronte. Forse stava dicendo qualcosa, ma sembravano parole tanto distanti da essere quasi inaudibili. A fatica sollevò una mano e cercò di prendere quella di lei, ma senza riuscirci, e sprofondò di nuovo nell’incoscienza.

Molte ore dopo un timido raggio di sole filtrò tra le tende rosse della camera da letto di Aura, e si depositò dolcemente sulla fronte dell’uomo che si stava svegliando. Piton ricordava perfettamente le circostanze in cui si era trovato la sera precedente, come spinto dal desiderio di parlare con quella babbana che era diventata la sua assistente si fosse trovato davanti lei e Sirius Black e come fosse stato schiantato. Si mise a sedere e vide che si trovava in un letto, ma non in camera sua né in infermeria. Lentamente mise a fuoco la stanza, e dopo un po’ si accorse della donna addormentata sul divano. Si alzò e la guardò. Perché la aveva cercata? Forse era una domanda che sarebbe rimasta senza risposta. Per un attimo pensò di svegliarla e poi di…di…di gridarle un’altra volta che la odiava e che aveva una ragione in più per farlo dopo l’incontro con Black, che voleva sapere perché gli avesse dato rifugio, perché lo avesse nascosto e…no . Non era questo. O forse non solo. Così uscì senza dire nulla.

Aura si svegliò di soprassalto, Severus non era più sul letto. Probabilmente se ne era appena andato e senza che lei gli spiegasse come stavano le cose, forse sarebbe corso a gridare ai quattro venti che Black era stato lì. Magari era ancora nel lungo corridoio. Si alzò di scatto, e raggiunse la porta in un balzo.

“ Severus! ”

Piton si girò lentamente.

“ Severus lascia che ti spieghi .”

“ Non ce n’è bisogno. ”

L’espressione del mago tradiva nervosismo e rabbia.

“ Si, invece! Ti prego, non dire a nessuno cosa è successo. ”

“ Ma bene…per essere una babbana sei davvero intrigante! Non immaginavo che volessi metterti a dare asilo agli assassini. ”

“ Black non è un assassino! ”

“ Si che lo è! Una volta ha provato ad uccidermi, e forse anche ieri sera…ma non importa. Non volevo chiamare nessuno, forse non lo sai, ma avevo promesso a Silente di non ostacolare Black, almeno non in questo momento particolare. Tuttavia il tuo amichetto non ha perso occasione per dimostrarmi le sue reali intenzioni… ”

“ Non so perché ma sento che stai cercando di insultarmi…in ogni caso Sirius Black è certamente una persona migliore di te, e non è il mio amichetto! Che stupida sono stata… ”

Gli voltò le spalle e fece qualche metro, poi si girò con uno sguardo colmo di disgusto e gridò “ Forse i tuoi allievi hanno ragione su di te. In effetti solo un uomo senza cuore poteva fare quello che tu hai fatto! E poi che proprio un Mangiamorte venga a parlarmi di assassini…stupido…impossibile uomo! ”

Soltanto due giorni dopo l’assistente di Pozioni tornò in aula, e nessuno riuscì ad evitare di accorgersi che la temperatura si abbassava di diversi gradi quando lei e Piton incrociavano lo sguardo.

V

Per molti giorni Severus Piton e Aura non si rivolsero la parola, poi costretti dalle necessità dell’insegnamento di Pozioni cominciarono a rispondersi a monosillabi ed alla fine riuscirono a dirsi qualcosa di più che si e no .

Non furono giorni facili per entrambi: Piton era nervoso per la presenza di Black che Silente nascondeva da qualche parte, ed era furioso per tutto quello che la donna gli aveva detto, ma la rabbia gli scemava in cuore non appena si soffermava un attimo ad osservarla ed era proprio questa la cosa che lo faceva uscire dai gangheri: si era lungamente illuso di non dover provare sentimenti come tutti gli altri, ed ora la scoperta di essere vulnerabile quanto tutti lo faceva infuriare, soprattutto perché la donna di cui si stava invaghendo lo disprezzava . Per Aura le cose erano ancora peggiori: per quanto provasse a detestarlo non riusciva ad odiare il mago che la aveva ferita profondamente: l’uomo che le aveva ispirato un sentimento sconosciuto, ma che per colmo di sfortuna la trovava detestabile. Per giunta si chiedeva a che cosa potesse realmente servire la sua presenza ad Hogwarts, giungendo sempre alla conclusione che oltre ad una modestissima funzione di rappresentanza dei non maghi il suo essere lì fosse del tutto inutile.

Il mese di ottobre trascorse velocemente, fino al giorno della tradizionale festa di Halloween. Al contrario degli altri Albus Silente si doveva sentire profondamente felice, perché proprio per quel giorno aveva annunciato un ballo dopo il sontuoso banchetto.

Aura stava immobile davanti allo specchio, fissandosi con aria assorta. Non aveva alcuna voglia di tirarsi a lucido per uno stupido ballo, ma non poteva neanche offendere il Preside che con tanta gentilezza la aveva accolta indossando una delle consuete vesti nere o peggio rifiutandosi di partecipare. C’era una parte dei cassetti dell’armadio che non aveva mai aperto, era probabile che avrebbe trovato qualcosa da mettersi proprio lì, dato che, come aveva imparato, in quella stanza le cose sembravano materializzarsi a seconda dei suoi desideri. Svogliatamente si mise a cercare. Quello che trovò la lasciò senza fiato: un abito rosso degno di una regina.

Dopotutto al ballo poteva anche andarci. Riempì la sua grossa vasca da bagno con acqua ed un’essenza intensamente profumata alla fragranza dei fiori notturni, e si immerse lasciandosi andare al piacere di quel calore confortante, indugiò più del dovuto e poi si avvolse in morbidi teli. Si acconciò i capelli e truccò leggermente il viso. Indossò il vestito davanti allo specchio e sorrise compiaciuta. Scintillava come se fosse stato fatto di stoffa magica ( il che poteva essere vero ), scopriva generosamente la scollatura, stringeva la vita esaltandone la sottigliezza e si allargava sui fianchi morbidamente. La donna ruotò su sé stessa ridendo e ricordandosi quanto potesse essere gratificante sapere che si sarebbe state ammirate tutta la sera, soprattutto se tra gli ammiratori c’era una certa persona. Mentre si rimirava scorse nello specchio un leggero bagliore verde sotto il letto, incuriosita si girò e si abbassò per vedere cosa lo avesse prodotto.

C’era, finita lì chissà come, una specie di fibula di quelle che potevano essere usate per fermare un mantello su una spalla. Era molto bella. Rappresentava un serpente attorcigliato in maniera complessa, fino a stilizzare la forma di una specie di stella. L’oro antico scintillava alla luce delle candele, ed ancora di più scintillavano gli smeraldi che rilucevano facendo apparire il serpente quasi vivo. Era un oggetto vagamente familiare, anche se la giovane donna non riusciva a capire perché. Istintivamente prese dal suo portagioie un’antica collana d’oro, e vi infilò la fibula come un ciondolo. Si allacciò la collana e si decise a scendere per il banchetto.

In un’altra stanza un uomo stava sbuffando infastidito all’idea del ballo: Severus Piton non variava praticamente mai il suo abbigliamento, il nero era l’unico colore che ammettesse per vestirsi. Ma per le occasioni speciali ( che odiava ) aveva un abito ( nero naturalmente ) piuttosto elegante. Lo infilò distrattamente e chiuse violentemente la porta alle sue spalle, mentre si aggiustava la fibula a forma di serpente d’oro e rubini che gli manteneva fermo il mantello sulla spalla sinistra permettendogli di tenerlo raffinatamente drappeggiato.

La Sala Grande del castello di Hogwarts era uno spettacolo da mozzare il fiato: il cielo riflesso sul soffitto era tempestoso, e migliaia di zucche intagliate e illuminate galleggiavano a mezz’aria, mentre i fantasmi svolazzavano indolentemente avanti ed indietro.

Aura stava scendendo le scale dell’ala est, mentre Piton scendeva contemporaneamente quelle dell’ala ovest : ai piedi degli scaloni si trovarono uno di fronte all’altra.

Piton ex Mangiamorte e professore dalla pessima fama era un mago dal pessimo carattere e dalla testardaggine fuori dal comune; Aura babbana senza alcun potere magico e rappresentante del Ministero della Difesa Babbano incaricata delle relazioni con il Ministero della Magia era testarda quanto l’uomo che aveva davanti. Ma non era questa l’unica cosa che li accumunava. Entrambi provavano qualcosa di non facilmente confessabile.

Forse l’eccezionalità della situazione, forse l’emozione di essersi ritrovati inaspettatamente vicini riuscì ad appianare in un attimo le loro incomprensioni, come se entrambi non avessero aspettato altro che potersi incontrare e fingere di essere almeno in rapporti civili.

“ Aura… ”

“ Severus… ”

“ …Mi permetti di offrirti il braccio? …Giù devono avere cominciato senza di noi. ”

Severus Piton si era cacciato in un vero guaio: mai nella sua vita si era trovato in una situazione talmente imbarazzante. E il ruolo in cui si era infilato non faceva per nulla parte del suo repertorio. Sorrise e il suo sorriso sembrò più una smorfia.

Un mormorio stupefatto accompagnò l’ingresso del professore e della assistente di Pozioni.

Draco Malfoy rischiò di cadere dalla sedia, se Tiger e Goyle non lo avessero afferrato all’ultimo momento. Ed Harry e i suoi amici fissarono i due insegnanti come se avessero appena visto Voldemort in persona entrare nella sala tutto bardato a festa.

Non che gli altri professori fossero meno toccati. La professoressa Sprite sussurrò all’orecchio di Vitious “ Forse Severus sta male…” mentre Minerva McGrannit e Silente si scambiavano un’occhiata complice.

Tutto quello che succedeva nella sala sfuggiva completamente ai due che si trovavano sotto l’attenzione generale, e che, se avessero solo supposto quante e quali sensazioni avevano suscitato, avrebbero fatto forse a meno stare così vicini.

Un boato percorse il salone non appena Piton scostò la sedia di Aura per permetterle di accomodarsi al tavolo. La donna si voltò verso i colleghi per salutare, e si chiese perché tutti stessero ridacchiando. Piton dovette intuire qualcosa, perché sbuffò sonoramente e lanciò un’occhiata in tralice prima ai suoi colleghi, e poi a tutti gli altri.

Severus Piton era davvero un uomo molto, troppo complicato. Accettare serenamente di desiderare, dopo moltissimo tempo, la compagnia di una donna gli sembrava cosa impossibile. Lui era stato solo, era solo e solo sarebbe rimasto. Ma per una sera poteva anche permettersi un’eccezione alla regola. Così, per gustare una volta tanto quelle sensazioni che sembravano concesse a tutti meno che a lui; Aura lo disprezzava e lo aveva detto apertamente. Poco importava che adesso si comportasse amabilmente, e che lo facesse solo per non rovinare la festa di Silente.

“ Ti sei rabbuiato… ”

“ No. ”

Dopo un inizio incoraggiante sembrava che le cose non potessero procedere oltre “Meglio…” si disse Piton “ Meglio non illudersi troppo, prima di rischiare di perdere il controllo. ” E quando dopo cena Albus Silente annunciò che le danze erano aperte

Piton si alzò e bofonchiò che avrebbe fatto un giro di perlustrazione nel parco.

Aura si alzò “ Vogliate scusarmi. Preferisco accompagnare il mio collega. ”

Piton fece una smorfia di disappunto.

“ Non è necessario. Meglio se resti qui. ”

“ No, davvero. Vengo con te, Severus. ”

Era una mossa inaspettata. Piton aveva creduto che esauriti i convenevoli la donna lo avrebbe nuovamente relegato al rango di viscida-serpe-da-calpestare.

Il parco di Hogwarts era immenso, ma l’autunno in realtà non era la stagione adatta a goderselo. Faceva piuttosto freddo, e sicuramente nessuno degli studenti sarebbe andato ad imboscarsi dietro qualche siepe. Severus ricordava un altro ballo l’anno precedente quando in preda alla rabbia per il ritorno del suo vecchio padrone se ne era andato a far saltare in aria i cespugli che nascondevano ragazzini desiderosi di amoreggiare.

Aveva lasciato la sala solo per sottrarsi alla curiosità generale ed a Aura, ma lei l’aveva voluto seguire per qualche ragione incomprensibile.

“ Non c’è nessuno qui… ”

“ Mmmmh…”

“ Perché non ci sediamo sul bordo di quella fontana? Severus, se non ti dispiace vorrei parlarti. Seriamente. ”

Aura abbassò gli occhi e il Professore presagì che stava per lanciare una bomba…

“ Mi piacerebbe che tu mi spiegassi perché mi odi. ”

Piton trasalì. Questo non se lo aspettava proprio.

“ In realtà tu dai l’idea di odiare tutti. Posso capire che perché sono una babbana, e per quello che tu sei stato sembri impossibile andare d’accordo… ma tu odi davvero ogni singola creatura? E se non la odi è possibile che il tuo interesse per gli esseri umani sia dettato solo dall’interesse? ”

“ Hai tracciato la mia perfetta descrizione! ” Piton sorrise crudelmente, ma la luce nei suoi occhi era vagamente triste.

“ Non ci credo! Mi dici che sei così, ma io non ci credo. ”

“ Aura, non lo sai chi sono? Piton il Mangiamorte! Forse non lo capisci perché non appartieni al nostro, al mio mondo. Ma io sono esattamente quello che vedi. ”

Per la prima volta la voce di Severus Piton tradiva un certo rammarico.

“ A me non importa chi sei stato! Lo capisci? L’ultima volta che abbiamo litigato ho detto delle cose che non pensavo. NON LE PENSAVO! Ero ferita, furente e volevo colpirti deliberatamente. La verità è che…che tu mi hai fatto perdere il controllo. Sin dal primo giorno io ho cominciato a desiderare qualcosa che non mi era mai capitato di volere. Credo di provare dei sentimenti…ho provato a soffocarli, ma incredibilmente non posso fare a meno di amarti. So che mi odi. Ma non riesco a smettere di…per questo ti prego di dirmelo chiaramente, di aiutarmi ad accettare questa cosa. Dimmi che mi odi e fallo con tutto il tuo disprezzo, altrimenti mi illuderò che anche tu provi qualcosa…per me, forse, è meglio tornare a casa mia, e dimenticarmi di tutto.”

Piton le voltò le spalle.

“ Comprendo. Domani chiederò che la mia missione finisca qui… ”

Le lacrime scivolavano sulle sue guance senza che il mago potesse vederle, si alzò e si allontanò.

Severus Piton non poteva più ignorare i propri sentimenti ed i propri desideri, la raggiunse e la strinse violentemente contro il proprio petto.

“ Lo senti, Aura? Ce lo ho anche io qualcosa che batte qui dentro. Palpita molto in profondità, ma palpita. Non voglio farti del male, ma adesso non posso più fermarmi. Ho provato a cancellarti da me, a detestarti. Pensavo che tu mi odiassi, ma ora…Tutto il male che ti farò, perché non potrò evitarlo, lo farò sapendo che lo desideri. E questo mi rende triste e felice insieme. ”

La fece voltare bruscamente e la baciò come se volesse divorarla. Aura rispose a quel bacio disperato con altrettanta foga. Lasciò che lui scivolasse con la bocca affamata sulla sua scollatura, senza negarsi alla sua passione. Piton fece uno sforzo di volontà per fermarsi e non prenderla lì sull’erba. La guardò con gli occhi che bruciavano nel buio più del solito, e notò la collana con la fibula a forma di serpente di smeraldo.

“ Questa è la mia spilla, non riuscivo più a trovarla… ”

“ Deve essere rimasta nella mia stanza da quella sera. ”

La donna fece per togliersela e restituirla all’uomo che amava. Severus la bloccò.

“ Tienila tu. A patto che anche quando mi odierai non voglia separartene.”

“ Non potrò mai odiarti. Ti supplico, non fermarti adesso. Sento che morirò se non continui a baciarmi, a toccarmi… ”

“ No, aspetta. Tra poco mi sarebbe davvero impossibile riuscire a contenermi. Ho bisogno che tu sappia. Prima di ogni altra cosa voglio che tu sappia e che decida liberamente. Guardami negli occhi. ”

Le mani del professore si serrarono sui polsi della donna, anche il dolore di quella stretta troppo salda diventava piacere nel contatto con l’unico uomo che avesse mai amato. Non avrebbe voluto che si fermasse, ma aveva avvertito il tono di imperiosa urgenza con il quale le aveva parlato e voleva sapere cosa potesse turbarlo sino a quel punto.

“ Sembra che tu mi ami ” appariva stupito “ Ma come potrai continuare a farlo sapendo che le mani che ti stringono hanno ucciso numerose volte della gente che, come te, non aveva altre colpe se non quella di essere diversa da me. Io ho ucciso per puro piacere chi non era un mago, capisci, per piacere! Sentivo le loro suppliche e ridevo. Mi sono dedicato a servire Voldemort solo per nutrire la mia ambizione, e sono passato persino sul corpo dei miei amici. Tutte le cose che ti hanno detto sono vere, e non sono neanche la centesima parte della verità… il tuo amico Potter è orfano anche grazie a me; se non avessi aiutato sin dal principio Voldemort forse qualche vita sarebbe stata risparmiata … ”

“ Eppure ad un certo punto qualcosa è successo. Silente si fida di te, e Moody mi ha detto che sei stato la sua spia. Ti sei separato da Voldemort molto prima che il suo potere declinasse…vorrei sapere perché. ”

“ …Perché non riuscivo a sopportare oltre il peso delle vite che avevo spezzato. Ma questo non cambia nulla! E’ possibile che tu non capisca? ”

“ Sei tu che non capisci! Tu non permetti a nessuno di aiutarti…ti stai ancora punendo…e io ti amo. L’amore è troppo misterioso per trovare un senso al dove ed al come và e viene… non mi dici nulla che io non sospettassi: ti desidero per tutto quello che sei, per quello che sei stato, ed anche per quello che sarai, e lo faccio coscientemente. ”

Severus Piton le lasciò le mani e si sollevò la manica sinistra del vestito. Sul suo avambraccio spiccava un marchio pulsante. Un teschio con un serpente che gli scivolava fuori dalla bocca: il sigillo dei servitori del Signore Oscuro.

“ Questo è il Marchio Nero. Moody te ne avrà parlato. Per anni è stato il tramite per essere convocati da Voldemort, poi non è stato altro che un segno vago sulla mia pelle, ed ora è tornato a pulsare. Ogni volta che mi tocchi, tocchi questo. Apri gli occhi! E’ una maledizione che grava sulla mia testa, e sulla tua se non stai lontana da me! Come potrai evitare di provare ribrezzo ogni volta che lo vedrai?! ”

Aura toccò il tatuaggio nero con la punta delle dita, guardandolo assorta. Poi si chinò a depositare un bacio sulla pelle marchiata.

Piton trattenne il fiato in preda ad una violenta emozione.

“ Voglio che ci pensi meglio. Non intendo trascinarti in questa storia senza averti fatto prendere tutte le dovute precauzioni. Ed ora rientriamo. Si staranno chiedendo dove siamo andati a finire. ”

Si sfilò il mantello e lo sistemò sulle spalle della donna.

VI

La Sala Grande risplendeva alla luce delle candele. Giovani coppie di studenti danzavano allegramente mentre tutti gli altri li osservavano ai bordi della pista da ballo scherzando e ridacchiando. Da qualche parte nella confusione anche Minerva McGrannit e Albus Silente prendevano parte all’allegria generale, ed altri insegnanti li imitavano esibendosi in danze scatenate. Qualche altro, invece, restava seduto al tavolo a bere con un espressione di beata tranquillità stampata sulla faccia.

Ma dall’alta torre in cui era nascosto Sirius Black non partecipava alla gioia comune, fissava la finestra spalancata e percorreva la stanza a grandi passi. Da qualche parte nel cielo nero un gufo stava volando verso di lui con una lettera di Remus Lupin che molto probabilmente conteneva notizie per nulla positive.

Poco tempo prima Sirius era arrivato ad Hogwarts ferito: un Mangiamorte di Voldemort lo aveva intercettato ed aggredito, ma Black che era uno dei maghi migliori che Silente ricordasse fossero mai passati per quella scuola, era riuscito a sistemare la faccenda senza riportare danni troppo seri.

Adesso scrutava torvo il cielo in attesa di sapere il peggio, e cioè che Lupin avesse scoperto che Voldemort era pronto a colpire ad Hogwarts.

Un frullo d’ali e due occhietti gialli scintillanti lo avvertirono che il gufo era rientrato.

Molto vicino al castello cadde un fulmine, e per un attimo la fiammella delle candele tremò fino quasi a spegnersi.

Sirius Black spalancò la porta e corse fuori stringendo ancora la lettera.

Pian piano la Sala Grande si stava vuotando, i prefetti delle Case e i professori seguivano gli studenti che a gruppi salivano verso i dormitori ancora vociferando allegramente. Harry Potter si attardava con i suoi amici ai piedi dello scalone per parlare con Aura, l’assistente di Pozioni. La donna era arrivata nella scuola di magia più famosa d’Europa grazie ad un progetto comune dei Ministeri dei babbani e dei maghi. La presenza di una non strega tra quelle mura doveva rappresentare il comune impegno nella lotta contro il Signore Oscuro. Silente aveva detto che per i primi tempi sarebbe stato opportuno che nessuno venisse a sapere della sua reale identità, in modo che la donna potesse muoversi più liberamente e riuscisse a conquistare la fiducia generale. Il primo impatto con il suo nuovo ruolo era stato molto duro: Severus Piton il professore di pozioni la aveva osteggiata da subito. Aura sapeva, dai racconti di Moody e da cose che aveva avuto modo di vedere, che il professore era stato un Mangiamorte tra i più attivi e che soltanto dopo diverso tempo si era ravveduto ed era diventato la spia di Silente, il che ai tempi del declino di Voldemort gli aveva evitato il carcere ad Azkaban. Tuttavia le precise circostanze in cui Piton aveva operato restavano misteriose, e l’unica certezza era che adesso il suo nome fosse tra i primi della lista nera del suo antico padrone. Dopo l’iniziale repulsione una serie di circostanze curiose avevano portato la donna e il professore a scontrarsi piuttosto violentemente per il proprio orgoglio ed i propri pregiudizi. Ma non avevano potuto evitare che dentro di loro nascesse un interesse reciproco molto forte, trasformatosi poi in qualcosa di molto simile alla passione ed all’amore. Proprio quella sera erano riusciti a chiarirsi e ad aprirsi l’uno all’altra.

Un simile cambiamento non era sfuggito a Potter ed ai suoi amici che, nonostante tutto non avevano una buona opinione di Piton, ed anzi, sospettavano di lui a causa del suo pessimo carattere e dei suoi modi misteriosi e gelidi. Severus Piton era andato molto vicino a lasciarsi trasportare, per la prima volta nella sua vita, dalla passione senza alcun calcolo ed alcun tornaconto. E dentro di sé non riusciva ancora a comprendere come avesse potuto nascere in lui un tale slancio per una donna priva di poteri magici, una babbana, una di quelle persone che ai tempi di Voldemort aveva calpestato e combattuto. Ma era riuscito a frenare i propri sentimenti almeno per un poco ed aveva voluto mettere Aura davanti alla nuda verità sui suoi peccati e su tutte le bassezze che aveva commesso. La donna aveva accettato coscientemente tutti i difetti dell’uomo lasciandolo tanto colpito da chiederle di rifletterci con maggiore calma.

Adesso i due si scambiavano occhiate furtive attraverso la Sala e cercavano di non avvicinarsi tanto da lasciarsi andare a gesti irrazionali.

Harry, Ron ed Hermione erano estremamente perplessi, e pur sfuggendogli molte delle cose che erano successe quella sera, non avrebbero lasciato che la loro amica babbana potesse mettersi in un guaio tanto grande quanto poteva essere quello rappresentato dall’odioso Piton. Ron fece un cenno a Aura, non appena tutti gli altri Grifondoro furono passati oltre. Ormai la sala era deserta, se non per Silente, la McGrannit e Piton.

“ Stai facendo un grosso errore! ”

“ Ron, ma che stai dicendo? Che errore? ”

“ Ed anche Harry ed Hermione la pensano come me! ”

La donna parve perplessa.

“ Davvero, io non capisco. Cosa è successo? ”

“ Sei entrata con Piton, e lui ti ha scostato la sedia per farti sedere! ”

“ Non mi sembra che ci sia niente di strano! ”

“ Non ci sarebbe se lui fosse stato un altro uomo. Andiamo, Piton il galante! E’ chiaro che ha un secondo fine, vuole qualcosa! ”

La donna arrossì leggermente pensando ai baci famelici del professore di Pozioni.

Hermione era la più perspicace nel gruppo di amici, e le guance imporporate della donna fecero suonare un campanellino d’allarme nella sua testa.

“ Siete andati nel parco, e…quanto ci siete rimasti? Parecchio, direi. Poi sei tornata con il suo mantello sulle spalle. Oh, no! Stai facendo un grossissimo errore! E’ Severus Piton, come puoi fidarti di lui? !”

“ Non è il caso che voi…io…lui. E’ una questione privata! ”

Hermione avrebbe replicato, ma vide l’amica sollevare la testa e fissare le scale, seguì il suo sguardo e vide Sirius Black con un’espressione furiosa stampata sul viso.

Harry e gli altri fecero l’unica cosa possibile; corsero incontro all’uomo paventando grandi sciagure, dal momento che solo qualcosa di estremamente grave lo avrebbe portato fuori dal suo nascondiglio rischiando di essere visto e consegnato di gran furia alle guardie di Azkaban.

“ Sta per arrivare… ”

Harry toccò istintivamente la cicatrice a forma di saetta che aveva sulla fronte.

“ Arriverà…a meno che non siamo noi ad andargli incontro ed a fermarlo.”

L’espressione di Silente era terribile.

“ Ti ha avvertito Lupin? ”

“ Ecco la sua lettera…Silente cosa possiamo fare? ”

“ Non è il caso di farsi prendere dal panico: non dice che l’arrivo di Voldemort sia tanto imminente. Del resto sapevamo che doveva succedere. Ma io credo che abbiamo ancora tempo e che molte cose possano cambiare prima di quel momento. ”

Black ebbe un moto di impazienza.

“ Ma come… ”

“ Ron, Harry, Hermione andate nel vostro dormitorio. Minerva accompagnali, per favore. ”

I tre ragazzi tentarono di ribellarsi, ma lo sguardo della McGrannit li sconsigliò dal farlo.

“ Ed ora andiamo nel mio ufficio. ”

Come una triste processione Silente, Black, Piton e Aura raggiunsero le stanze del Preside senza fiatare.

“ Sirius, pensi di poter raggiungere Lupin e di scoprire qualche altro dettaglio? Ti chiedo una cosa molto difficile e pericolosa… ”

Black annuì cupo.

“ Partirò immediatamente. ”

“ E a te, Severus, devo chiedere di… ”

“ Lo so. ”

“ Non dovrai farlo subito, ma voglio che ti tenga pronto. ”

Sirius Black voltò le spalle al gruppo e se ne andò salutando con un cenno.

“ Buona fortuna…” mormorò Albus Silente.

“ Severus ritirati pure. E tu, Aura, vorrei parlarti, se non ti dispiace. ”

La donna si riscosse e seguì con la coda dell’occhio l’uomo che amava, e che era in pericolo di vita, mentre usciva silenziosamente.

“ I motivi per cui sei qui cominciano a prendere forma. Posso contare anche su di te per tentare di fermare Voldemort? ”

“ Lui và fermato. Ed io sono con voi. Anche se temo di potere fare molto poco. ”

“ Al contrario. Hai fatto più di quanto mi aspettassi. Ma non è finita qui. Mi basta sapere che sarai al tuo posto al momento giusto. ”

“ Dopotutto sono qui per questo. ”

“ Eppure sulla tua strada non hai trovato solo Voldemort…” Silente sorrise.

“…No. C’era ben altro. ”

“ Credi che sia la scelta giusta? ”

La donna si irrigidì, possibile che Silente come Ron, Harry ed Hermione volesse dissuaderla dal provare dei sentimenti per Piton?

“ Sono convinta di si. ”

“ Speravo in questa risposta. ”

Aura lo guardò senza capire.

“ E’ tutto. Mi basta sapere quello che mi hai detto, e che sarai pronta se e quando arriverà il momento di schierarsi in prima linea. Trascorri una buona notte. ”

La donna uscì in preda a molti dubbi, ma soprattutto preoccupata per Severus Piton.

Forse si era aspettata di trovarlo fuori dall’ufficio di Silente, fermo nell’ombra lì dove per la prima volta aveva sentito la sua voce ed aveva pensato di detestarlo. Si guardò intorno, ma probabilmente lui era già nella propria camera a riflettere su chissà quali questioni.

Ma che voleva Silente, poi? Mandarlo a fare la spia ancora una volta? No, era un’assurdità: Voldemort sapeva di essere stato tradito e lo avrebbe ucciso alla prima occasione. O magari aveva dei contatti tra gli altri Mangiamorte: potevano esserci delle altre spie… Sospirò e si accorse di essere arrivata davanti alla propria camera.

Severus…voleva intensamente vederlo e poi stringerlo. Voleva essere sua, e lo desiderava con un’impellenza che non si sarebbe mai aspettata. Aprì la porta e si lasciò cadere subito sul letto. Cercò di ascoltare il proprio cuore. Perché amava Piton?

Che genere di donna doveva essere per amarlo? Molto infondo provava un filo di ribrezzo per sé stessa, neanche lei era stata del tutto franca con Severus. Molte cose della sua vita gliele aveva taciute, forse solo perché non avevano avuto ancora il tempo di parlarne, o forse perché dirgliele poteva significare perderlo…Affondò la testa nel cuscino. Per quanto non potesse spiegarselo amava Severus profondamente, come se lui fosse un’altra metà di sé stessa. Era un amore spirituale, ma anche pieno di desiderio, tanto da farla soffrire.

“ Severus…Severus…Severus…Io ti amo! ” mormorò.

Si alzò e cominciò a slacciarsi il vestito da ballo. Infilò una sottile e serica tunica di un bel verde scintillante, e sciolse i capelli. Non voleva togliersi la spilla di Severus che indossava come un ciondolo, la sfiorò con le dita e poi lo sguardo le cadde sul nero mantello ripiegato su una sedia. Il mantello di Piton che molti giorni prima aveva portato via dall’aula di Pozioni per ripulirlo e rammendarlo. Se lo premette sul viso, era ancora profumato di lui. Lo infilò e immaginò di essere tra le sue braccia.

Poi vide il manto dell’invisibilità che aveva lasciato Harry una sera che lui e Ron erano venuti a trovarla in camera. Prima che la ragione potesse fermarla lo aveva indossato e scivolava silenziosamente nei corridoi. Voleva semplicemente portargli il mantello che aveva conservato, lasciarglielo come un pegno da qualche parte. E voleva vederlo senza essere vista, solo per un attimo, senza una ragione.

Aprì lentamente la pesante porta della camera di Piton ed entrò con cautela. Sul fondo c’era un camino con il fuoco prossimo a spegnersi. Osservò tutto intorno. Anche nell’oscurità distingueva i libri e le ampolle poggiati sulla scrivania, e il letto vuoto. Lui era seduto davanti al caminetto su una poltrona. Aura fece qualche passo per vederlo meglio.

Ma Severus si alzò di scatto e protese le braccia nella sua direzione, fendendo l’aria con le mani.

“ Chi c’è qui? Potter?! ”

La donna indietreggiò, ma non sufficientemente in fretta. Si sentì afferrare, e rinunciò a fuggire.

Severus Piton si rese conto di non avere per le mani Potter né un altro studente. Stava stringendo un corpo familiare.

Molto piano fece scivolare via il mantello.

La donna lo fissò con uno sguardo che voleva dire molte cose. Sotto il manto dell’invisibilità ne aveva un altro, uno nero, che gli apparteneva.

Severus Sciolse il nodo e lo aprì. Trattenne il fiato. Era bella, molto, troppo.

Non riuscì a trattenersi dal baciarla, prima piano poi con furia, quasi violentemente.

Lei era arrossita in maniera deliziosa, ma aveva risposto al suo bacio con altrettanta passione, e, come aveva fatto l’uomo poco prima con lei, gli stava slacciando il mantello.

Lui la fissò chiedendosi se dovesse fermarla o incoraggiarla. Il desiderio cresceva tanto da diventare irrefrenabile. La aiutò a sbottonargli il vestito, e non appena il suo torace fu scoperto lei lo accarezzò, esplorandolo prima con le mani e poi con la bocca.

Severus guidò le mani di lei, si fece svestire completamente e poi ricambiò le sue carezze, sfilandole la tunica. La sollevò tra le braccia e la depose sul letto.

“ Qui finisce e qui comincia il mondo ” sussurrò, ed anche se avesse voluto non avrebbe potuto più fermarsi. Delicatezza e violenza si intrecciavano in una deliziosa schermaglia. Prima che lui la prendesse lei gli posò le mani sulle spalle come per trattenerlo, ed abbassò lo sguardo. “ Non ho mai avuto un uomo…Io non so…Sei tu il primo. ” Forse aveva timore di non essere alla sua altezza, ed arrossì ancora una volta.

L’uomo la strinse più forte, desiderandola ancora più intensamente, conscio del dono e della fiducia che gli offriva.

“ Lascia che ti guidi io…” disse, la voce era niente più che un roco sussurro.

Diverse ore dopo erano ancora stretti l’uno all’altra. Severus si sollevò un poco per guardarla meglio, gli occhi scintillanti di lui brillavano nel buio, almeno quanto quelli blu di lei.

“ Severus…”

“ Dillo ancora ”

“ Severus… ”

La baciò, non ancora sazio.

All’alba l’ex Mangiamorte che adesso amava ( e quanto lontani gli sembravano i giorni di Voldemort ) svegliò delicatamente la donna addormentata al suo fianco. Era meglio che nessuno li vedesse uscire al mattino dalla stessa stanza, e la riaccompagnò fino alla sua.

“ Entra un attimo, per favore. ”

Severus socchiuse gli occhi “ Non è il caso che…Tra poco saranno tutti in giro, ed è meglio che io rientri in camera. ”

“ Sciocco, no! Dammi solo un bacio o non potrò resistere fino a questa notte! E fammi una promessa…”

“ Cosa? ”

“ Che per quanto l’orizzonte possa diventare scuro tu non mi lascerai sola.”

VII

I giorni seguivano ai giorni: l’autunno cedette il posto all’inverno, e alle vacanze di Natale. Una mattina la scuola si svuotò, e nella nebbia del primo mattino Aura vide le carrozze con gli studenti partire per riportarli alle loro case.

Le osservò fino a quando non sparirono oltre gli alti cancelli di Hogwarts, immaginando come dovessero essere le loro famiglie, e la loro vita segreta agli occhi del resto del mondo. Fino a quel punto aveva visto più di qualunque altro babbano, ma c’erano ancora tante cose da sapere, da vedere…se tutto non fosse finito prima, se Voldemort si fosse tenuto lontano. Si voltò e scorse la sagoma di Severus Piton nell’ombra sotto l’arco d’entrata del castello.

“ Adesso avremo un po’ di libertà in più. ” la voce di Severus era roca e calda, molto diversa da quella che tutti gli conoscevano.

“ Non tutti hanno lasciato la scuola. ”

“ Tutti, tranne quel piccolo intrigante di Potter e i suoi amici. E loro sanno. ”

“ Sospettano, ma non sanno. ”

Severus fece uno di quei sorrisi obliqui difficilmente comprensibili per cui era famoso.

“ Può essere che Silente ci lasci liberi per qualche giorno. ”

“ Oh, non saprei dove andare! Sto benissimo qui. ”

“ E non verresti con me? ”

La donna lo guardò stupefatta “ E dove? ”

“ Non penserai che io sia sempre vissuto qui. Ho una casa…”

Piton estrasse la bacchetta magica e con una mossa elegante fece apparire una cascata di piccole scintille verdi, e tra le scintille prese forma la sagoma di un vecchio maniero.

“ E’ un ologramma! ”

Il mago parve perplesso.

“ Un ologramma? ”

“ Una rappresentazione virtuale di un oggetto. Nel mio mondo si chiama così. ”

“ Sapete fare questo? Ma non praticate la magia… ”

“ Ci sono molte altre cose oltre la magia. Per esempio la tecnologia. ”

Severus Piton arricciò le labbra sottili.

“ Tu ci sottovaluti! ” Aura rise “ Se voi altri provaste a conoscerci meglio…per esempio tu conosci tantissime cose, ma ignori il mio mondo. O ne hai una rappresentazione fittizia. Voi avete cose che a noi sfuggono, ma noi ne abbiamo altre che non conoscete. Con questo presupposto è impossibile dire chi sia superiore. Siamo diversi, ma forse complementari. ”

“ Ciò nonostante vorresti venire con me? ”

“ Si ” la donna assunse un’espressione cauta “ Se Silente riterrà opportuno che ci allontaniamo. Davvero, Severus, non per Harry, non solo per lui. Voldemort vuole te, a meno che tu non lo convinca di essere ancora uno dei suoi fedeli. ”

Piton stava valutando quelle parole. Aveva un’aria fredda e speculativa.

“ Cosa vorresti che facessi? ”

“ Non fraintendermi…” la donna sembrava più preoccupata “ Vorrei solo che potessimo avere un piano b nel caso in cui Silente sbagli i calcoli. ”

“ Piano b? ”

“ Un’uscita di sicurezza. Una scappatoia. Non c’è bisogno che te lo dica io! Voldemort ti vuole, no? ”

“ Si. Conoscendolo…si. ”

“ Se le difese di Silente fossero inefficaci, e se lui ti prendesse…devi trovare il modo di restare in vita. ”

“ Mi stai dicendo che dovrei passare dalla sua parte? ”

“ No! No, certo che no! Sarebbe folle se io ti consigliassi questo. E non voglio che accada: rabbrividisco solo all’idea. Ma potresti fingere, dargli un contentino e intanto essere occhi e orecchie di Silente. Sono sicura che questo in fin dei conti faccia parte dei vostri piani. ”

Piton fece qualche passo verso il giardino, scese gli scalini e si incamminò verso gli alberi.

“ Silente ed io siamo già d’accordo. Non dovresti preoccuparti. ”

Aura lo raggiunse “ Mi fido ciecamente di te. Più di quanto tu non sappia. La mia vita è stata in mano tua già in passato e come vedi… ”

“ Cosa? ”

Il mago era perplesso. Ma la donna sorrise e corse verso il castello.

“ Più tardi Harry ed i suoi amici andranno ad Hogsmeade con Hagrid e gli altri, ed io muoio dalla voglia di vedere l’unico insediamento totalmente abitato dai maghi della Gran Bretagna! Vieni anche tu? ”

“ Sono anni che non ci vado… ”

“ Coraggio! ”

Piton sibilò sconsolato “ Va bene, ma a patto che Potter stia molto lontano da noi.”

Hogsmeade era decisamente un posto interessante. Severus era abituato a muoversi come uno spettro e sfuggiva i luoghi sovraffollati, guidava la donna per le strade più strette e buie, dove la gente non amava passare, ma le forniva in questo modo una migliore conoscenza del villaggio. Indicandole ogni cosa che potesse ritenere degna di nota. In poco più di due ore avevano visto tutto.

Tutto tranne la Stamberga Strillante. Piton non amava quel posto, gli ricordava eventi spiacevoli della sua giovinezza, ma la donna era intenzionata a vederla.

“ Ho sentito dire che è una casa stregata! ”

Piton sbuffò “ Niente affatto. E’ solo una stupida diceria. Ti racconterei una storia a questo proposito, se non fosse tremendamente noiosa. ”

Il vecchio edificio era cadente, le porte e le finestre erano state sprangate.

Tutto sommato, pensò Aura, era solo una casa molto vecchia e molto malandata.

“ Avevi ragione… ”

“ Ho sempre ragione. ”

“ Speravo che si potesse entrare e vedere i fantasmi… ”

“ Fantasmi?! Ma se Hogwarts è piena di stupidi spettri…e non si entra da qui. ”

“ Ah, no? ”

Piton sollevò gli occhi al cielo e ingoiò amaro: si era tradito.

“ Tu sai qualcosa che io non so…ed hai cercato di nascondermela! ”

Molte volte nel corso della sua vita Piton si era trovato a camminare su una linea sottile che poteva segnare definitivamente il suo appartenere ad una parte o all’altra, ed aveva imparato che per essere sicuri la prima cosa da fare era stare rigorosamente soli. Niente emozioni, niente coinvolgimento. Solo calcolo e astuzia. Era certo di poter essere definito il campione assoluto di questa specialità, ma poi…una donna capace di capirlo al primo sguardo, che sentiva come lui, che sapeva…e in qualche modo poteva privarsi della copertura che per anni lo aveva nascosto. Poteva restare Piton l’antipatico per il resto del mondo ( e non senza un certo gusto e soddisfazione, specialmente quando guardava le facce terrorizzate di Neville Paciock e dei suoi amici ), ma per lei…poteva essere Piton e basta. Piton che non deve comportarsi per forza in un certo modo. Piton che sa ridere, Piton che sa dire cose carine ( certo a modo suo, ed in maniera che ad altri sarebbe sembrata piuttosto inconsueta ).

“ Se ci tieni tanto…se proprio ci tieni…se ci vuoi, se ci devi entrare… ”

“ Si? ”

“ Dobbiamo tornare nel parco del castello. ”

“ Sicuro che questa non sia solo una scusa per fuggire da Hogsmeade? ”

Severus le scoccò un’occhiataccia “ Ma se non vuoi… ”

Lei sorrise e gli scostò una ciocca di capelli neri dal viso pallido “ Non fare così…sciocco mago, o potrei pentirmi di certe cose che ti ho detto… ”

Aura rideva divertita, seguire Piton in un cunicolo non se l’era proprio aspettato. Severus la aveva portata fino al Platano Picchiatore, poi aveva cercato un bastone sufficientemente lungo da arrivare a premere il bottone posto tra le radici dell’albero che lo immobilizzava ed apriva il passaggio segreto per la Stamberga Strillante.

Erano scesi giù per una galleria scura e finalmente erano entrati nella Stamberga vera e propria.

“ Altro che fantasmi: ci devono essere dei topi enormi, guarda, è tutto masticato… ”

“ No. Niente topi. E’ stato un lupo mannaro. ”

“ E tu che ne sai? ”

“ Quel lupo si chiamava Remus. Questa storia ti direbbe anche qualcosa su quel…quel Sirius Black che non immagini… ”

“ Se volevi stupirmi ci stai riuscendo. Però, tutto considerato, anche se oggi sei insolitamente loquace, e addirittura vuoi raccontarmi una storia, io sono costretta a chiederti di stare zitto…”

Piton intuì la sfumatura maliziosa nel tono della donna e pregustò il seguito.

“…Chiudi gli occhi ed apri la bocca… ”

Severus Piton sorrise tra sé e sé. Chiuse gli occhi, aprì la bocca, si preparò a ricevere e dare un bacio…e…sentì qualcosa di tanto piccante in bocca da fargliela fumare…

“ Maledetta! Una Piperilla! Questa non dovevi farmela… ” e sputacchiò la terribile caramella “ E’ ora che mi comporti da professore e che ti insegni come ci si comporta con un mago oscuro… ”

E acciuffata Aura la sospinse sul letto.

In preda all’ebbrezza del gioco, e sicuri che nessun altro potesse entrare nella Stamberga, non sentirono i passi nel corridoio…

Due figure incappucciate scivolavano verso la stanza con le bacchette in mano, c’era qualcuno nella casa abbandonata, qualcuno che poteva rappresentare un ostacolo per la loro missione; un nemico che li aveva seguiti? Sentirono le voci oltre la porta, ed all’unisono la spalancarono con un calcio pronti a evocare un incantesimo.

“ Severus! ”

Remus Lupin non credeva ai propri occhi. Davanti a lui c’era Severus Piton con una donna molto bella. Sirius Black sghignazzò.

“ Buona sera signorina. Ciao Severus. Non sembri molto felice di vederci…mi sembra inutile chiedere se disturbiamo, è evidente! ”

Piton li fissò con uno sguardo di odio allo stato puro. Aiutò Aura ad alzarsi e si avviò verso la porta.

“ No, aspetta. Severus! ” Remus fece un passo avanti e cercò di trattenerlo. Ma Piton increspò la bocca in una delle sue smorfie crudeli e con un rapido movimento estrasse la bacchetta.

Black si irrigidì e si preparò al duello.

Con una mossa fulminea la donna strappò di mano la bacchetta prima a Piton e poi a Black. I due uomini la fissarono sbalorditi.

“ Buona sera signor Black. Sfortunatamente non possiamo trattenerci. ”

Gli rilanciò la bacchetta e aprì la porta. Prima che Piton potesse seguirla Black gli si avvicinò tanto da potergli sussurrare “ Che pozione hai dovuto darle, per convincerla a stare con una viscida serpe come te? ”

“ Ora basta, Sirius! ” Lupin si frappose tra i due.

“ Severus, non volevamo darti noia. Siamo tornati con notizie importanti. ”

“ In questo caso ne discuteremo nell’ufficio di Silente. E solo lì. ” ed uscì sbattendosi la porta alle spalle.

Black e Lupin rimasero a guardarsi.

“ Sirius, hai esagerato. ”

“ Non è neanche la minima parte di quello che da quasi vent’anni voglio dirgli…andiamo, Remus! Lo sai chi è; è Piton! ”

“ Ne hai un giudizio troppo definitivo. Silente si fida di lui. ”

“ Silente è sempre pronto a concedere una seconda possibilità. Potrebbe sbagliarsi un giorno di questi… ”

“ Non consideri che anche tu sei alla tua seconda possibilità con lui. ”

“ E’ diverso. Molto diverso…So che non vuoi sentirlo, ma Piton era un Mangiamorte, ed i Mangiamorte hanno aiutato Voldemort ad uccidere James e Lili. ”

“ Ma Severus ne era già fuori. Ne abbiamo già discusso. Molte delle informazioni che hanno permesso di sgominare la banda dei Mangiamorte le ha fornite proprio lui. ”

Black sbuffò “ Resta della tua idea, ma quando sei con quello lì guardati le spalle! ”

VIII

Silente aveva fissato il lago attraverso la grande finestra del suo studio pur senza guardarlo realmente. Poi si era girato ed aveva fatto cenno a Piton di avvicinarsi. Il mago lo aveva fatto in silenzio ed aveva ascoltato il Preside,dopo, reclinando appena il capo, in un cenno d’assenso, era uscito molto lentamente, stringendosi nel mantello.

Silente era sembrato tremendamente vecchio.

Black e Lupin erano rimasti immobili, come persi dietro un pensiero non facilmente confessabile, riluttanti persino a guardare negli occhi chiunque in quella stanza.

Minerva McGrannit era uscita quasi subito con gli occhi velati.

Aura sentiva di trovarsi in un vicolo cieco, facile preda della paura, ricacciò le lacrime e si disse che non avrebbe pianto, perché piangere voleva dire ammettere con sé stessa e con gli altri che Severus andava incontro alla morte, e no, non doveva essere così “ Volete smetterla? ” sbottò “ Non è ancora morto nessuno, o avete così poca fiducia in Piton? ”

Remus Lupin la guardò con tristezza. Silente invece si riscosse dai suoi pensieri.

“ Beh, se non ci riesce lui a togliersi dai guai… ” Black sospirò “ …Chi ci riuscirà? Per questo ha un talento naturale. ”

Qualche minuto dopo stavano uscendo dallo studio del Preside con aria meno mogia.

Mentre attraversava il corridoio fino alla sua camera Aura vide un’ombra uscire dal buio. “ Severus? ”

L’ombra rise sommessamente e la donna gridò prima ancora che un fascio di luce rossa la mancasse di poco.

Urlò con tutto il fiato che aveva in gola e sperò di fare in tempo a raggiungere qualcuno, ma il secondo incantesimo la colpì in pieno. Scivolò a terra proprio mentre Black e Lupin apparivano dall’altra parte del corridoio, con tutte le forze residue protese una mano in avanti, come se loro potessero salvarla. Ma l’ombra molto più velocemente la sollevò e la trascinò via in un turbine di luci e colori, prima che svenisse.

“ NO! ” Piton fissò Black e Lupin come se fossero dei pazzi “ No! ”

Corse più in fretta che poteva verso la camera di Aura e spalancò la porta, dentro c’erano solo Silente e la McGrannit.

“ Severus… ”

“ Dove sono andati? Come hanno fatto? Non potevano smaterializzarsi! ”

“ Una passaporta con un potente incantesimo. ”

La McGrannit si mise la testa tra le mani “ A quest’ora si saranno accorti che lei è…che non è una strega. ” due lacrime scivolarono tra le dita che coprivano gli occhi.

“ Non capisco perché colpire lei… ” Black era perplesso.

“ Ho una mia teoria: che fosse nel posto sbagliato al momento sbagliato. ” Silente si lisciò la barba con una mano.

“ Volevano mostrarci che Hogwarts non è inviolabile. A Voldemort piace giocare. Ha dato una dimostrazione prima di venire a prendere Potter. ”

“ Quella ragazza non ha speranze. ” Commentò Black amaramente.

“ No! Voldemort vorrà carpirle tutte le informazioni possibili…c’è un po’ di tempo. ”

Piton si girò bruscamente, fece qualche passo e poi si strinse il braccio sinistro “ Ci sta chiamando…Chiama i Mangiamorte. Devo andare… ” corse attraverso i corridoi, e poi fuori dal parco, fino ad un posto dove fosse possibile smaterializzarsi per poi rimaterializzarsi al cospetto del Signore Oscuro.

Severus Piton non era uomo da spaventarsi facilmente, ma non era nemmeno uno sprovveduto. Voldemort non stava aspettando altro che il modo di colpire Potter e Silente, e sapeva, o almeno sospettava che il suo ex discepolo lo aveva tradito per passare dalla parte dei suoi più acerrimi nemici. Che cosa gli avrebbe mai detto? E che cosa stava andando a fare? Stava semplicemente correndo verso la morte, o forse sarebbe riuscito almeno a riportare indietro il corpo senza vita di quella che era stata l’unica persona che avesse amato? Un attimo prima di comparire davanti al suo vecchio padrone ed ai suoi confratelli Mangiamorte si rese conto di essersi mosso solo guidato dall’istinto, del tutto irrazionalmente e che questo poteva voler dire solo che era arrivato al capolinea della propria vita: con Voldemort e senza un piano era perduto…

Un gruppo di ombre nere, maghi incappucciati, si stringeva attorno ad un uomo alto e sottile, sotto il cappuccio era visibile solo lo scintillio di due enormi occhi di serpente, due rubini dal brillio malefico.

Piton scivolò con la testa china fino al Signore Oscuro e baciò l’orlo della sua veste, si unì movendosi all’indietro al gruppo dei discepoli e aspettò, senza mai perdere di vista la figura accasciata a terra e sorvegliata da un gigantesco serpente.

“ La mia famiglia è ancora riunita… ” sibilò Voldemort “ Tuttavia qualcuno attende una condanna o un’assoluzione… ” posò i suoi malefici occhi su Piton “ Severus, mi sei stato fedele? Bada, Severus…io non perdono! ”

“ Mio Signore, in tutti questi anni ho aspettato solo un segno da parte tua. La mia fedeltà e facilmente comprovabile…” il mago fissò uno degli incappucciati al suo fianco, un uomo dal portamento elegante, con una ciocca di capelli biondi che spuntava dal cappuccio “ Forse Lucius avrà sentito dire a suo figlio in che modo io abbia tentato di osteggiare Potter sin dal suo arrivo ad Hogwarts… ”

Malfoy assentì.

“ Mi sembrano labili scuse. ” Voldemort estrasse la bacchetta.

“ Sorvegliato da Silente non potevo agire…E’un mago troppo potente per me. Aspettavo solo il tuo ritorno… ”

Voldemort rinfoderò la bacchetta, e si produsse in un orrido sorriso obliquo.

“ Severus, allora non troverai alcunché di strano o spiacevole nell’interrogare e poi uccidere quella donna? ”

“ Sarà un divertimento senza limiti. ”

“ Chi è? ”

“ Una sporca babbana assoldata dal quel babbanofilo di Silente per difendere Potter. ”

“ Babbani, mezzibabbani e babbanofili: con simile feccia Silente crede di ostacolarmi? Il vecchio Albus sa che sono immortale, eppure continua con le sue assurde provocazioni… Salazar Serpeverde sarebbe orripilato all’idea che Hogwarts sia frequentata da quei…quei luridi relitti. ”

“ Con il permesso del mio Signore penseremo noi a tutto. Saranno spazzati via. ”

“ Bene, Severus. Adesso estorci a quella donna ogni informazione possibile. ”

Voldemort si fidava di Piton? Il mago sapeva che l’unico modo per salvarsi era mostrare senza esitazione di essere ancora fedele alla vecchia causa.

“ Hai del veritaserum? ”

“ Lo porto sempre con me. ”

“ Bene…proprio come un tempo! Somministraglielo. ”

Il professore di Pozioni scrollò rudemente la donna per svegliarla, poi le fece scivolare in bocca alcune gocce di veritaserum. La donna tossì e aprì gli occhi, si guardò attorno atterrita.

“ Ci vorrà ancora qualche istante prima che faccia effetto. ”

Dopo pochi secondi gli occhi di Aura si fecero vacui, come se il riflesso della vita che in essi sempre aleggia li avesse improvvisamente abbandonati.

Voldemort si avvicinò, e carezzò la testa dell’enorme serpente che gli si era accostato.

“ Chi sei tu? ”

“ Aura Kay. ”

“ Sei una babbana? ”

“Si. ”

“ Perché sei entrata ad Hogwarts? ”

“ Per seguire un progetto comune di Albus Silente e di Alastor Moody. Per fermare il mago oscuro che si fa chiamare Voldemort. E per vendetta. ”

Gli occhi di Voldemort si chiusero fino a diventare due fessure imperscrutabili.

“ Vendetta? ”

“ Si. ”

“ Di che vendetta si tratta? ”

“ Ritrovare e uccidere l’uomo che ha distrutto la mia casa e la mia famiglia. ”

Piton sussultò.

“ Chi è quest’uomo? ”

“ Severus Piton. ”

“ La tua famiglia è stata distrutta? ”

“ I miei genitori erano babbani, ma praticavano l’alchimia. Con Silente avrebbero dimostrato che non può esserci una discriminante tra maghi e babbani che sia basata solo sull’utilizzo della magia. La base della magia è praticata anche da babbani, o è stata originata da loro. Con questi presupposti è impossibile ritenere i maghi o i babbani inferiori gli uni agli altri; perché con l’andare del tempo hanno sviluppato una conoscenza comune in modi differenti. Voldemort non poteva permetterlo. ”

Il Signore Oscuro si fece pensieroso “…Julius e Antea Kay…erano loro? ”

“ Si. ”

Piton fissò la donna in maniera indecifrabile.

“Andavano eliminati subito! Come ti sei salvata? ”

“ Ero nascosta al sicuro, ho visto tutto. E’ stato diciotto anni fa. Io avevo nove anni. Voldemort li uccise. Piton distrusse la casa. Mi salvai per puro caso. ”

“ E sei tornata per vendicarti? ”

“ Per caso incontrai Alastor Moody, questo mi mise in condizione di gettare un ponte tra il mio mondo e quello dei miei nemici. ”

“ Perché non hai ucciso subito Piton? ”

“ Perché Piton mi ha usato violenza, e mi ha messo in condizione di non nuocergli. ”

“ Come? ”

“ Somministrandomi una pozione. Ogni sera mi obbligava a berla, per timore che rivelassi a Silente che l’avevo visto scagliare un incantesimo oscuro. Non sono riuscita ad oppormi. ”

“ Che pozione? ”

“ Il filtro dell’obbedienza. ”

“ Tu e Silente avete degli accordi segreti? ”

“ No. A causa degli effetti della pozione che mi veniva somministrata Silente sospettava che mi fossi innamorata di Piton, non sapeva del filtro e dei miei genitori. Silente non si fida di Piton. ”

Voldemort fece un cenno a Severus Piton “ Uccidila! ”

Il mago estrasse la bacchetta e la puntò. Un’esplosione rossa scagliò il corpo della donna a diversi metri di distanza.

Piton arretrò fino al cerchio dei Mangiamorte con un’espressione gelida sul volto.

Voldemort si avvicinò gongolando “ Sei assolto,Severus. Ho un altro incarico per te: portami Potter. ”

Il Mangiamorte si smaterializzò. Voldemort sorrise malignamente ai suoi adepti.

IX

Harry Potter ed i suoi amici Ron ed Hermione stavano salendo le scale per raggiungere la sala di ritrovo dei Grifondoro. Da diversi minuti tra loro era sceso un pesante silenzio carico di dubbi e di paure. Silente era stato molto chiaro. Probabilmente a quell’ora Aura stava gridando prima di cadere colpita da una maledizione senza perdono. Hermione si appoggiò ad un muro, e si lasciò scivolare; le lacrime scorrevano senza che potesse fermarle.

“ E’ tutto come per Cedric Diggory… ”

“ No, è molto peggio. Allora non abbiamo avuto nemmeno il tempo di accorgerci di quello che stava capitando, adesso sappiamo dall’inizio cosa aspettarci… ” commentò Ron cupamente “ Non dovevano permettere ad Aura di venire qui, era troppo rischioso. ”

“ La staranno cercando. Può essere che riescano a trovarla, in tempo. ” Harry rabbrividì, lottò strenuamente per cercare di non pensare allo spirito di Diggory che gli chiedeva di riportare il suo corpo ai genitori. Per non pensare a cosa Voldemort gli aveva fatto l’anno precedente.

Hermione sollevò la testa e tirò su col naso “ Piton la sta cercando, avete sentito, no? Aura si fida di lui. La troverà… ”

Ron scosse la testa “ Piton? A quest’ora starà baciando le mani di Voldemort… ”

“ Molto acuto, signor Weasley. Peccato che abbia sbagliato completamente. ”

I tre ragazzi si voltarono all’unisono.

“ La hanno trovata? ” Harry fece qualche passo verso Piton, la labile speranza che lo aveva rianimato si mutò in disperazione. Il mago era cupo.

“ No. Signor Potter deve seguirmi. ”

“ Perché? ” Ron scattò in avanti “Dove? ”

“ Signor Weasley deve tornare al suo dormitorio,subito. Anche lei signorina Granger. E non credo sia il caso di mettere in discussione quest’ordine, perché è un ordine. ”

Sulla faccia di Piton era stampate un’espressione di gelida rabbia, e feroce determinazione.

“ Potter, devo portarla dai Dursley. Secondo Silente lì sarà al sicuro. Ma prima passiamo nel mio studio; devo prendere delle cose che mi saranno utili durante il viaggio. ”

Piton scoccò un’occhiata eloquente a Ron ed Hermione, ed i due filarono via, non prima di aver sussurrato ad Harry di stare attento.

La notte era gelida. Gli alberi illuminati da un grosso falò gettavano ombre inquietanti tutto attorno. La sola presenza dei Mangiamorte, però era sufficiente a terrorizzare, e la sagoma nera di Voldemort si stagliava sopra tutte le altre, carica di malvagità. Harry Potter rabbrividì, con gli occhi sbarrati fissò l’uomo che aveva ucciso i suoi genitori, e cadde ai suoi piedi quando Severus Piton lo spinse violentemente.

“ Mio Signore, ti ho portato Potter. ”

“ Eccellente, Severus! ” Voldemort rise “ Ci ritroviamo, Harry, e questa volta sarà l’ultima. Alzati! Vuoi morire in piedi come tuo padre, o preferisci strisciare e chiedere pietà? ”

Potter fissò con odio prima Voldemort e poi il suo professore di Pozioni. Si alzò e sollevò il mento in segno di sfida.

Dal gruppo dei Mangiamorte si alzò un basso mormorio. La voce strascicata di Lucius Malfoy esortò il mago ad uccidere il ragazzo.

Ron ed Hermione corsero con quanto fiato avevano in gola allo studio di Albus Silente, e mentre stavano per mettersi a gridare, per richiamare l’attenzione, il Gargoyle che ne bloccava l’entrata saltò di lato, mostrando Lupin, Black e la professoressa McGrannit.

“ Ragazzi, che ci fate qui! ” la professoressa era sorpresa.

Black notò immediatamente che qualcosa non andava per il verso giusto “ Dov’è Harry? ”

“ Piton lo ha portato via. ” Ron ansimò “ Ha detto che Silente lo sapeva. ”

Remus e Sirius si fissarono.

“ Minerva chiama Silente! Noi dobbiamo andare… ”

Voldemort fece un gesto con la mano, e per l’ennesima volta Harry Potter volò a diversi metri di distanza.

“ Crucio! ”

Quante volte, pensò il ragazzo, quante volte ancora dovrà farlo? Il Signore Oscuro rideva convulsamente, seguito dai Mangiamorte che formavano un cerchio tutto attorno.

Harry tentava di non gridare, si contorceva in preda a spasmi dolorosissimi e tratteneva il fiato per non dare a Voldemort la soddisfazione di vederlo prossimo allo sfinimento.

“ Imperio! ” gridò il suo nemico “ Alzati Harry, supplicami, chiedimi di ucciderti! ”

Il ragazzo resistette strenuamente.

“ NO! ” gridò. Con un altro gesto della mano Voldemort lo mandò a sbattere ancora una volta a diversi metri da lui.

Piton rimase nell’ombra, mentre il suo padrone ed i suoi confratelli si allontanavano sempre di più dal fuoco. Aspettò ancora qualche minuto e poi raggiunse il corpo di Aura. Lo raccolse con un’espressione piena di dolore e timore e la strinse. Un attimo dopo il consueto strappo all’altezza dell’ombelico lo avvertì che si era messo in viaggio. Seppur avvolto nel turbinio di colori si chiese cosa stesse accadendo nella foresta.

Harry rotolò contro il vecchio fusto di un albero coperto di muschio. Sentì la faccia premuta contro l’erba umida e si chiese quanto tempo fosse trascorso. Si sollevò un po’, tentando vedere dove fosse Piton, forse sperando che facesse qualcosa, ma non riuscì a vederlo. Continuò a guardarsi intorno per un po’, fino a che non sentì incombere la nera e minacciosa ombra di Voldemort. I suoi occhi rossi scintillarono nell’oscurità “ E’ finita, Potter. Dì addio alla vita, e recita un’ultima preghiera… ”

Sollevò la bacchetta e Harry socchiuse gli occhi.

Prima che il fuoco assassino dell’Avada Kedavra toccasse terra, Harry era sparito. A diverse miglia di distanza si stava trascinando verso la Stamberga Strillante.

Piton emerse dall’oscurità, si reggeva a malapena. Si domandò quanta energia gli fosse rimasta per operare una nuova smaterializzazione, guardò il corpo di Aura e si inginocchiò lì accanto, passò una mano sui capelli serici della donna, e poi la lasciò scivolare sul suo petto. Sollevò il corpo di Aura e raccolse le forze per ripartire.

Sirius osservava Remus, il volto dell’amico era teso, gli occhi seguivano l’oscillazione di un pendolo su una vecchia carta geografica. Black sospirò, fosse stato per lui avrebbe applicato l’incantesimo Quattro Punti per cercare di individuare Piton, ma l’amico era stato contrario. Aveva detto che con il pendolo magico avrebbero fatto prima e sarebbero stati più sicuri. Tuttavia l’attesa snervava Sirius; sentiva di dover correre da Harry subito, per evitare che morisse come erano morti James e Lili.

“ Lo ho avvertito. Lo sento, si sta movendo… ”

“ Dove? ”

“ Verso nord ”

“ Ma dove a nord? Cosa cerca di raggiungere? ”

“ Non lo so…aspetta, forse ho capito. La sua casa! ”

Sirius si voltò e fece un cenno all’amico “ Dobbiamo muoverci. Subito! ”

Severus Piton guardò le mura di pietra vecchie di secoli che si ergevano nella radura, stagliandosi contro la luna calante. Raccolse le forze e trascinò la donna all’interno del maniero, si chiese se avesse almeno l’energia residua per accendere un fuoco nel camino…sospirò rumorosamente. Portare il corpo di Aura fino al piano superiore fu un vero tormento. Riuscì faticosamente a metterla sul letto, e toccò le labbra esangui di lei con la punta delle dita. Avvertì il gelo della morte e chinò il capo. Voldemort non sarebbe arrivato da un momento all’altro vero? Non appena si fosse accorto della sua sparizione lo avrebbe cercato, ma non lì, sperò ardentemente.Non venire, si disse, non venire qui a cercarmi! Ma se fosse venuto…non aveva più speranze, non poteva nemmeno lanciare l’incantesimo che avrebbe confuso un eventuale inseguitore, facendogli perdere le tracce. Tanto valeva morire piacevolmente, se doveva morire, e cercando di ignorare i dolori che lo straziavano si sdraiò accanto alla donna. Solo un miracolo…pensò, a questo punto solo un miracolo potrebbe salvarmi. E si abbandonò allo sfinimento, chiuse gli occhi e provò ad addormentarsi. Ma neanche nel sonno venne lasciato in pace, sognò una coppia di babbani che molti anni prima Voldemort aveva ucciso, qualcuno che lui aveva contribuito a distruggere: Julius ed Antea Kay.

Sirius Black e Remus Lupin salirono piano le scale del vecchio castello, fermandosi ogni tanto ad ascoltare il silenzio. La prima stanza del piano superiore aveva la porta aperta, Lupin aguzzò gli occhi e vide i due corpi stesi sul letto.

“ Lumos! ” pronunciarono all’unisono i due amici.

“ Ma che…sono morti?! ”

“ Severus respira, lei…no. E’ tardi, Sirius, è morta! ”

“ Bastardo! ”

Il grido di Black risuonò nel maniero, risvegliando Piton. Il mago si sollevò a fatica, fissando i due uomini ostili che aveva davanti mise i piedi a terra, e ondeggiò malfermo. Pur sapendo di essere spacciato estrasse la bacchetta. Con un residuo di vitalità fissò Black con aria di sfida, e lo trapassò con un’occhiata colma di disprezzo.

“ …Bastardo! ” Sirius gli sputò in faccia il proprio odio “ Assassino! La hai ammazzata! Ed Harry…Harry dov’è? ”

“ Cosa ti fa supporre che io sappia dov’è quel piccolo intrigante? ” la sua voce traboccava sarcasmo.

“ Maledetto. Ora pagherai! ” Black fece un passo avanti “ Pagherai per James e per Lili, pagherai per Harry, pagherai per Aura, e per tutti quelli che hai ammazzato. Sei un traditore, sei un pazzo! ”

Piton fece una risatina “ E vuoi farmela pagare tu? Ma se non sai tenere in mano una bacchetta…o chiederai aiuto a quel lupo mannaro là dietro?! ”

“ Dannato idiota! ”

“ Bada! Tu sai che ti sono superiore mille volte, e se solo volessi, se solo avessi voluto…ti avrei ammazzato da moltissimo tempo, e forse, forse avrei dovuto…”

Piton barcollò, e Black ne approfittò per fare una rapida mossa con la bacchetta. Severus picchiò violentemente la testa contro la parete e si accasciò sul pavimento. Con tutta la propria forza di volontà si sollevò. Protese la bacchetta, e la punta acuminata si illuminò di verde.

“ Sei un povero stolto. James diceva sempre che eri un testone…Non capisci mai niente… ” sibilò. Poi un rivolo di sangue gli scivolò all’angolo della bocca.

“ Muori! ” Black puntò la bacchetta, e una sfera di luce rossa si formò rapidamente alla sua punta.

Severus si domandò che cosa si provasse a morire. Poi con la coda dell’occhio vide qualcosa che gli fece gelare il sangue “ NO! ” gridò.

La sfera incandescente si staccò dalla bacchetta.

Lupin seguì lo sguardo di Piton: prima che il suo cervello avesse registrato quel che stava facendo, gridò un controincantesimo.

“ Excudos! ”

Una lastra di particelle intensamente dorate respinse l’incantesimo di Black, che riuscì solo a sfiorare la schiena di Aura.

La donna si strinse freneticamente a Piton. Soppresse il grido di terrore che le si era formato in gola non appena, risvegliatasi, aveva visto Black scagliare una maledizione. Non sentì nemmeno il bruciore intenso alla schiena. E continuò a stringere Severus.

“ Severus, Severus, stai bene? ” mormorò, e si chiese perché non fosse ancora morta. Aveva sperato di fare scudo con il proprio corpo all’uomo, prima che l’incantesimo colpisse. Ma ora, perché era viva? L’incantesimo non era mortale?

Severus le rispose con un debole bacio.

“ Ma cosa… ” Black fissò Remus “ che diavolo sta succedendo? ”

Lupin aveva visto, un attimo prima che fosse troppo tardi, la donna che si gettava davanti al mago ed aveva lanciato l’incanto capace di bloccare ogni altra magia.

Black era attonito, incapace di comprendere qualsiasi cosa, ma la mente di Lupin cominciava a fare due più due.

“ Aura…i tuoi genitori…eri tu? ” Severus guardò la donna, chiedendosi se l’avesse persa per sempre.

“ Sssh! Stai zitto. Ti prego, pensa solo a rimetterti in sesto. ”

Come se fosse stato richiamato dai peggiori incubi delle quattro persone lì riunite Voldemort si materializzò in una nuvola di fumo.

I suoi occhi rossi registrarono l’immagine di Piton sfinito, la donna che gli stava davanti come per proteggerlo, ed i due scagnozzi di Silente che lo fissavano sbigottiti.

“ Bene…facevo male a fidarmi di te, non è vero? Severus…mi deludi! Davvero, hai messo su questa commedia solo per una donna babbana?! Avevi tanto bisogno di strusciarle addosso? ” Voldemort rise sommessamente “ Ma dovevo saperlo, è stato un errore mio, no? E Potter? ” gli occhi di rubino scintillarono maleficamente

“ Questo però non posso perdonartelo…Voi morirete adesso! ”

Nessuno poteva farci nulla. Lupin e Black si fissarono per l’ultima volta, incapaci di fare qualunque cosa, Piton tirò Aura verso di sé; ma la donna fece una cosa del tutto inaspettata.

Mentre l’Avada Kevadra veniva scagliata, Aura, si strappò il medaglione a forma di occhio che aveva sempre indossato; la pupilla di smeraldo scintillò mentre la donna puntava il talismano contro il Signore Oscuro. La diabolica luce della maledizione venne assorbita con un sibilo dall’occhio che, come se fosse vivo, sussultò e poi riflesse l’incantesimo verso chi lo aveva lanciato. Voldemort si smaterializzò imprecando, e la formula mortale si infranse contro un muro.

Per diversi istanti i quattro restarono zitti.

Poi Lupin ruppe gli indugi “ Che cos’è quello? ”

“ Questa è la magia che possono usare anche i babbani! Il segreto per cui Voldemort uccise i miei, il segreto che si è stato protetto quando un giovane Mangiamorte mi portò in salvo prima che il suo padrone mi vedesse e mi prendesse…questo è ciò che Severus Piton ha salvato, molto tempo fa! ”

Severus sussultò “ Quella cosa può fermare Voldemort?! ”

“ Non per sempre. Ma per quel tanto che basta a salvare delle vite. E’ il frutto dell’alchimia praticata dai normali esseri umani. La Pietra Filosofale di noi babbani, meno potente di quella dei maghi, e dalla differente efficacia. ”

Piton ridacchiò “ Comunque potevi anche farne a meno…la maledizione di Voldemort non poteva colpirci: questa casa è stata protetta da Silente con degli incantesimi particolari, come la casa dei Dursley quando Potter è con loro. ”

“ Esatto! ” Albus Silente apparve, seguito da Minerva McGrannit.

“ Stai bene, Severus? Harry mi ha detto tutto. A quanto pare, però, ve la siete cavata da soli egregiamente. ”

Black sospirò “ Potete spiegarmi? Non credo di averci capito nulla. ”

Silente sorrise “ Quando Piton ha preso Harry gli ha dato della pozione polisucco per prendere le sue sembianze, e Severus ne ha bevuta dell’altra per trasformarsi in Harry. ”

Aura fece un passo avanti “ Prima però, quando Severus ha seguito Voldemort e gli ha fatto credere di avermi dato del veritaserum in realtà mi ha somministrato il Filtro della Morte Vivente, ed una pozione che mi proteggesse dagli incantesimi d’attacco.”

“ Così Voldemort ha creduto che fossi dalla sua parte. Ma quando Aura ha parlato dei suoi genitori ho pensato al peggio…io non lo sapevo ” continuò Piton “ Avevo detto ad Harry di portare via il corpo di Aura, gli ho dato una passaporta per la Stamberga Strillante, e lì lo ho seguito. Gli ho detto di chiamare Silente, e intanto abbiamo ripreso le nostre sembianze reali. Ho materializzato me ed Aura in casa mia, perché molto tempo fa il Preside installò alcuni incantesimi per proteggermi da Voldemort se avesse scoperto che ero una spia. ”

“ Tutto molto ingegnoso, non credete? ” Silente guardò Piton “ Ma ora è il caso di affidarti a madama Chips, no? ”

Severus gemette. Sirius era poco convinto.

“ Perché non lo ha detto subito? ”

“ Perché, mi hai permesso di dirtelo?! Sei un idiota! E poi…se uno riesce ad ingannare gli amici ha più probabilità di ingannare i nemici. Oh, non che tu sia un amico, intendiamoci! ”

“ E Aura, i suoi genitori, il talismano? ”

“ I miei erano alchimisti, si alchimisti babbani. Non tutti lo sospettano, ma all’inizio non c’era nessuna differenza tra maghi e non maghi: entrambi avevano le stesse facoltà, ma decisero di svilupparle in maniera diversa. Silente lavorava segretamente con mio padre per questo. Per far comprendere quanto assurde fossero le mire di Voldemort. Ma la cosa gli giunse all’orecchio, e lui decise di eliminare la mia famiglia. Mio padre aveva ritrovato una formula…per fare questo ” e indicò il ciondolo “ Si tratta di una specie di Pietra Filosofale, come vi ho detto, solo che non serve a produrre l’elisir di lunga vita, né l’oro. Serve a riflettere il male e a scacciarlo. E’una cosa complessa…E’ per questo che non mi sarebbe servita a fermare l’incantesimo che prima ha scagliato Sirius, perché lui non è malvagio, ma Voldemort si. La pietra protegge la gente, tutto qui! Quando il Signore Oscuro attaccò la mia famiglia c’era con lui Piton; non potendo salvare i miei genitori, salvò me e mi mise al sicuro. Io avevo la pietra, e quando rase al suolo la casa…beh, era una casa vuota! ”

Lupin prese la parola “ Ma Voldemort tornerà? ”

“ Si. Non subito, ma non appena avrà riorganizzato le sue file tornerà…beh, e ci troverà pronti. ” Silente sorrise “ Ma ora andiamo! ”

X

L’infermeria sarebbe stata vuota se non per l’unico letto occupato. Piton fissava il soffitto e cercava di godersi un po’ di riposo. Tuttavia non riusciva mai a smettere davvero di pensare a tutto quello che era successo.

Nessuno studente era venuto a trovarlo, naturalmente, né i suoi colleghi, a parte Minerva e Silente che venivano ad informarsi sulla sua salute ogni sera. Non c’era niente di strano nel fatto che per molti la sua assenza fosse un sollievo.

Ma Aura…era venuta solo un paio di volte, ed era stata così misteriosa…Piton aveva idea di cosa potesse significare, ma per il momento evitava di pensarci, e cercava di rimettersi in forze.

Una sera Madama Chips venne ad informarlo che poteva tornarsene ai suoi appartamenti. Piton si rimise una delle solite vesti nere e mestamente si avviò per i corridoi. Non aveva girato che uno o due angoli, quando quei piccoli fastidiosi ragazzini, Potter, Granger e Weasley, si fecero avanti. Severus non era nelle condizioni di spirito adatte ad affrontarli, ma si armò di tutta l’antipatia ed il sarcasmo che riuscì a recuperare.

“ Potter, non dovreste essere nel vostro dormitorio? ”

“ Ehm…si. ”

“ E allora? Venticinque punti in meno a Grifondoro per la vostra cattiva condotta. ”

Ron si chiese se valesse la pena di fare quello che aveva pensato di fare, ma Hermione gli affibbiò una gomitata nelle costole per costringerlo a parlare “Noi… cioè, io. Io volevo chiederle scusa per aver pensato che fosse dalla parte di Voldemort! ”

I tre ragazzi corsero via, lasciando Piton in stato confusionale “ Mi hanno chiesto scusa?! ” un gemito di ribrezzo risuonò tra le vecchie pareti di Hogwarts.

La pesante porta della camera di Piton si aprì con un cigolo. Il mago entrò, e si buttò sul letto, affondò la faccia trai cuscini e sbadigliò. Un brivido gli percorse la schiena, o meglio, un dito gli percorse la schiena, scivolando delicatamente sul rilievo delle sue ossa sporgenti, e Severus rabbrividì di piacere.

Si girò, e seppure nella semioscurità,colse il luccichio malizioso degli occhi della donna. Aura scivolò su di lui, sbottonò l’abito dell’uomo, e lo aprì. Con una mossa carica di sensualità lasciò scorrere i capelli sul suo torace, suscitando un gemito soffocato, poi si chinò per baciarlo, mandandolo in visibilio.

Continuò a spogliarlo, e percorse con la bocca tutto il suo corpo, fermandosi a baciare con intensità tutte quelle parti che sapeva avrebbero suscitato una tempesta di sensazioni piacevoli in lui. Severus decise di non restare fermo, afferrò la donna per le braccia e ribaltò la situazione, cominciò a svestirla. Poi si fermò ad osservarla, e lasciò scorrere le mani sul suo corpo, perlustrandone ogni centimetro in maniera così accurata da far rabbrividire ed arrossire Aura.

Severus la prese più di una volta, sempre con lo stesso desiderio, sempre con la stessa violenta, incandescente passione. E dopo si fermò a guardarla, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.

“ Pensavo che non saresti venuta. ”

La donna gli carezzò il ventre “ Perché? ”

“ Sei la figlia di Julius ed Antea Kay, non è una buona ragione? ”

“ Un’ottima ragione per amarti ancora di più. ”

“ Non mi odi? ”

“ No! Quante volte te lo devo dire? Ti ricordi Halloween? Ti ho detto che ti amavo per tutto quello che sei, e che lo facevo consapevolmente… ”

Le carezze della donna risvegliarono ancora una volta il desiderio dell’uomo.

“ Mi farai impazzire…”

“ Credevo che fossi già pazzo. ”

“ Con te non è mai abbastanza. ”

“ Allora, dovrai permettere anche a me di impazzire. ”

“ Credevo di aver già provveduto… ”

“ A me non basta mai, riprova… ”

Inutile dire che quella notte non dormirono che per poco più di dieci minuti.

L’alba colse Hogwarts in un giorno di pace e tranquillità, e nessuno ebbe a preoccuparsi più di nulla fino alle vacanze estive.

I ragazzi lasciarono la scuola, Potter tornò a malincuore dai Dursley e Severus Piton propose ad Aura un viaggio al nord nel suo castello. Quando Minerva McGrannit e Albus Silente furono raggiunti dalla notizia che i due sarebbero partiti, fu chiaro che qualcosa stesse bollendo in pentola, o se preferite, nel calderone.

Poco prima che le vacanze finissero venne annunciato che Remus avrebbe ripreso il posto di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, e che per un altro anno ancora Piton si sarebbe dovuto accontentare di Pozioni. Silente dovette mettersi alla ricerca di un nuovo insegnante di Babbanologia, visto che quello vecchio se ne era andato in pensione,e si preparò ad affrontare ancora una volta Voldemort, sapendo che sarebbe tornato più forte che mai e più determinato a uccidere Harry Potter.

Dopo una lunga esitazione Minerva McGrannit si preparò ad affrontare il Preside e a fargli una domanda che da tempo aveva in mente “ Lei sapeva dall’inizio chi fosse Aura, in realtà? ”

“ Si, io e Moody eravamo d’accordo sul fatto che lei dovesse essere messa in condizione di riprendere gli studi dei suoi genitori. All’inizio Moody non sapeva chi fosse, ma con l’andare del tempo è stata lei stessa a dirglielo; Alastor me ne ha parlato e con l’aiuto del signor Weasley siamo riusciti a portarla qui. ”

“ Ma lei ha fatto di più. Perché la affidò a Piton, contro ogni apparente buon senso? ”

“ Contro ogni buon senso? Minerva, il cerchio si doveva chiudere: Piton la salvò e subito dopo uscì dal gruppo dei Mangiamorte e venne a propormi di diventare una spia. ”

“ Ma poi…Severus non è certo un uomo paziente, temevo che la avrebbe fatta scappare a gambe levate dopo un paio di giorni… ”

“ Al contrario, Severus è l’uomo più paziente che io conosca. Anche se lo è a modo suo. ”

“ Uhm…e lei non ha fatto in modo che le cose tra loro si mettessero per il verso giusto? ”

Silente ridacchiò “ Ero convinto che tutto sarebbe andato proprio così, ma io e Fanny abbiamo fatto in modo, in un paio di occasioni, di dare una spintarella alla ruota della Sorte! ”

La McGrannit si lasciò cadere su una poltrona, sospirando “ Beh, è stata una buona idea, devo ammetterlo! Per tutti noi, e specialmente per Severus. E’ da quando lo conosco che è sempre stato solo. ”

“ Ti sbagli ancora una volta! Piton ha dovuto fare una scelta quando ha deciso di combattere Voldemort, e la ha presa con l’approvazione di quello che era il suo migliore amico. ”

Minerva sussultò.

“ James Potter, Minerva, era proprio lui. Quando Piton divenne la mia spia, James gli fu molto grato: un paio di volte riuscì ad evitare per un soffio che Voldemort lo trovasse. James e Severus erano amici in maniera complessa, ma erano amici! Queste sono cose che nemmeno Remus e Sirius sanno, e ti sarei grato se le tenessi per te. ”

La professoressa scosse la testa “ E’ incredibile. Per tutti questi anni nessuno se ne è accorto… ”

“ Vedi, come dice Severus, se vuoi ingannare un nemico, devi prima riuscire ad ingannare un amico. E poi il Male, quel Male a cui tutti pensano che Piton sia votato, non è un concetto assoluto. Pensaci, Salazar Serpeverde è comunemente ritenuto un mago crudele, eppure è stato trai fondatori di Hogwarts, questo perché il male che aveva dentro di sé era bilanciato da Grifondoro, Tassorosso, e Corvonero…il male non si può estinguere, sarebbe sciocco pensarlo. Ma lo si può domare, con l’amicizia, con la compassione…con l’amore. ” Silente sorrise “ Ed ora vuoi un ghiacciolo al limone? ”

Sirius Black e Remus Lupin passeggiavano nel parco del castello “ Non riesco a crederci! ” Sirius ondeggiò soprappensiero, e Remus si chinò per strappare un filo d’erba che si infilò in bocca, producendo un acuto fischio.

“ Non riesco ancora a crederci! Piton ha una donna! Quell’idiota è riuscito a trovarne una tanto pazza da mettersi con lui! ”

“ Potrei quasi credere che tu sia geloso. ”

“ Geloso?! Di Piton? ”

“ Di lui, o di lei. Pensavo che quella ragazza ti piacesse. ”

“ Beh, solo fino a quando non ho capito che era pazza…Piton è stato tanto furbo da batterci questa volta. ”

“ Batterci? ”

“ Si! Vuol dire che dovremo trovarci una fidanzata anche noi! ”

Remus rallentò il passo ed diede un buffetto scherzoso a Sirius “ Pensavo di bastarti io! ”

“ Ah, smettila, stupido! ”

Lupin ridacchiò “ Comunque hai ragione; James è stato il primo a sposarsi, ed ha avuto un figlio. E adesso anche Piton… ”

“ Già, ci tocca sbrigarci. Immaginati la scena: Severus che insegna Pozioni ai nostri rampolli,penso che potrebbe morirne! ”

Remus ammiccò, poi si fermò un istante a contemplare il panorama “ Te lo ricordi? ”

“ Cosa? ”

“ Noi. Tu, James, Peter ed io. ”

Black socchiuse gli occhi e lasciò andare la mente ai ricordi “ Si… ”

“ Correvamo qui intorno, mi sembra di sentirci ancora...e Severus ci spiava in lontananza. ”

“ Questo non è vero. ”

Il mantello fluttuante di Piton frusciò sull’erba “ Non vi spiavo affatto. ”

“ Ah, no? E cosa facevi, allora? ”

“ Il tuo problema, Black, è che tu hai sempre pensato di essere il centro del mondo. ”

“ Veramente pensavo che questo fosse il tuo problema, Severus. ”

Il mago fece spallucce “ Mi sbaglio o avverto un tono più aspro del solito? Cosa c’è, Sirius? Sei…geloso? ”

“ Devi essere impazzito. Dove si è mai visto che uno possa essere geloso di un viscido serpente?! ”

“ Si. Sei geloso! ”

“ Puh, per questa volta te lo lascio credere. Remus, andiamocene via, questo posto è troppo mal frequentato… ”

Piton osservò i due maghi che scendevano lungo il pendio collinoso, e chiuse gli occhi in preda ad un’intima ed inconfessabile sensazione di piacere. Era riuscito ancora una volta a mettere in difficoltà Black. Prima di tornare al castello gettò una frettolosa occhiata tutto intorno, apparentemente non era mutato nulla, ma l’apparenza poteva trarre in inganno anche uomini molto saggi. Tutto è cambiato, si disse.

Harry, Ron ed Hermione si fermarono a leggere gli orari delle lezioni.

“ Ci toccano ancora Pozioni doppie coi Serpeverde! ” constatò Ron. E quest’anno senza Aura sarà tremendo. ”

“ Si, beh, mi ci stavo abituando…ad andare a Pozioni senza affliggermi troppo, voglio dire. Peccato. ”

“ Vi siete iscritti anche voi a Babbanologia? ” chiese Hermione.

“ Si. Dopo i fatti dell’anno scorso, mi sembrava il minimo. ” Harry scorse frettolosamente la lista di quelli che avevano inserito Babbanologia nel loro piano di studi “ Sembra che i frequentanti siano raddoppiati. Non siamo stati i soli ad avere questa idea. ”

“ Si, naturalmente nessun Serpeverde la frequenterà, ma meglio così, no? ”

Hermione sgranò gli occhi “ Leggi qui! ”

“ Cosa? ”

“ La lista. Alla lettera M… ”

“ Malagant Martin, Malbert Anne, Malcart Brad, Mal…MALFOY DRACO?! ” Harry trasecolò. Ron scosse la testa incredulo “ Quel ragazzo deve essere fuori di senno…evidentemente Aura gli piaceva più di quanto credessimo. ”

Aura accese una candela, e si guardò allo specchio. Quando Piton entrò lo assalì con un bacio capace di togliere il respiro, e l’uomo non si fece pregare per concederle quello che negli ultimi tempi non si erano certo negati.

“ Uh, con tutti gli impegni che ci aspettano dovremmo rallentare il ritmo ” disse, e si guardò i graffi che la donna gli aveva lasciato sulla pelle pallida.

“ Non penso di poterlo fare. Credevo che nemmeno tu… ”

“ Basta che mi lasci tanta forza da tormentare un po’ i miei studenti… ”

“ Di quella ne hai a sufficienza. Ti ho mai detto quanto io ti trovi insolente, insopportabile, disgustoso, raccapricciante, viscido, antipatico? ”

“ Grazie, me lo ricordi sempre. E io ti dico abbastanza spesso che ti odio? ”

“ Mai a sufficienza! Mi piace il modo in cui mi odi. Dovresti odiarmi ancora di più. ”

“ Sei incontentabile. Comunque, ti odio ogni giorno di più. Tu mi odi? ”

“ Inimmaginabilmente. ”

“ Fammi un piacere… ”

“ Si? ”

“ Odiami ancora un po’, adesso. ”

Harry ed i suoi amici entrarono nell’aula di Babbanologia, era strapiena. Il professore non era ancora arrivato.

Le porte della classe sbatterono rumorosamente, e una sagoma nera entrò a tutta velocità sbraitando. I ragazzi trattennero il fiato.

“ In questa classe non ci saranno stupidi sventolii di bacchetta! Non mi aspetto che voi comprendiate la difficile arte della conoscenza dei babbani…” Aura scoppiò a ridere, incapace di continuare oltre, fissò i ragazzi che erano ammutoliti e si accasciò sulla cattedra con le lacrime agli occhi “ Benvenuti! Vi prego, scusatemi, di norma non mi prendo gioco dei miei studenti…ma è stato più forte di me! ”

Ron, Harry ed Hermione si gettarono tra le braccia dell’amica “ Sei qui, e sei la professoressa! E’ meraviglioso! ”

“ Si, beh, ma tornate a posto. Meglio cominciare la lezione.”

Poi, si avvicinò ai ragazzi in modo che gli altri non potessero sentirla “ Adesso capisco cosa prova Piton, strapazzarvi in questo modo è troppo divertente! ” guardò la classe, e vide Malfoy “ Draco, vuoi essere così gentile da venire vicino a me? ”

Il ragazzo sobbalzò ed arrossì.

“ Mettiti qui, aiutami a spiegare come i babbani si salutano. Allora…ci si stringe la mano, e poi, se ci si conosce bene, si fa così…” e stampò due baci sulle guance del ragazzo “ Perfetto! Ma penso che queste cose le sappiate anche voi, no? In realtà, Malfoy, ti volevo ringraziare: sei il primo ed unico Serpeverde che si sia mai iscritto a Babbanologia! ” Il ragazzo ritornò a posto tra risatine e mormorii, e sprofondò sulla sedia di legno come se fosse una comodissima poltrona, ciondolandosi con aria estasiata.

Ron sussurrò ad Harry “ Quest’anno comincia sotto i migliori auspici! ”

Dopo cena Piton si agitò più del solito, Aura stava chiacchierando con Lupin e la cosa lo faceva quasi imbestialire. Non appena riuscì ad avvicinarsi alla donna le chiese spiegazioni.

“ Mi stavo facendo raccontare una cosa a proposito di un Molliccio. ”

Piton sbiancò.

“ Andiamo, non prendertela! ”

Il mago era terreo “ Non doveva dirtelo! ”

“ Io trovo che sia molto divertente…però ti prego, non prendertela ancora con Neville per questo! ”

Piton sbuffò “ Hai una concezione molto bassa di me…”

La donna gli mise un dito sulle labbra “ Sssh! Lo so. E’ che non volevo farti rivelare uno dei tuoi tanti segreti. ”

“ E quale sarebbe? ” l’uomo era preoccupato.

“ Se devo proprio dirlo…beh, secondo me tu stai cercando di aiutare Neville a crescere, senza nascondersi dietro tutte le sue disgrazie. Non è che vuoi farne un uomo davvero coraggioso? ”

Piton rabbrividì “ Uhm, mi farai venire l’orticaria, io queste cose non posso sentirle…non dirle mai più, nemmeno per scherzo! ”

Aura rise “ Stai zitto, una buona volta! Non peggiorare la situazione! ”

“ Tanto peggio di così! ”

Gli chiuse la bocca con un bacio, e si chiese quanta fortuna avesse avuto ad aver trovato un Mangiamorte tanto adorabile.

FINE

by Mariacarla