Draco Malfoy
e Ginny Weasley. Due mondi apparentemente lontanissimi, e che non hanno mai saputo
di essere vicinissimi...
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UNA
STELLA CHE VUOLE ESSERE LIBERA
Piccola
stella che brilli nel cielo, bacio la tua luce così distante, troppo vicina
è la notte, troppo lontana la stella.
"Virginia!
Virginia Weasley!"
"Si?"
"E' tanto difficile smettere
di guardare fuori dalla finestra?"
"Chiedo scusa, professoressa McGrannit."
L'espressione
della professoressa di Trasfigurazione era ben poco rassicurante, Ginny Weasley
arrossì vistosamente.
"Il suo profitto è sufficiente, ma
è pur vero che ultimamente si distrae un po' troppo
"
La ragazza
scosse la testa, senza sapere cosa dire.
"Il diploma è vicino."
La professoressa socchiuse gli occhi, con quell'espressione che la rendeva tanto
simile ad un felino.
"Ginny è distratta perché ha ricevuto
una lettera di suo fratello Ron
lui ed Harry Potter se la spassano con gli
Auror e Ginny è gelosa!" ridacchiò una ragazza con folti ricci
biondi.
Virginia abbassò la testa, sperando di poter scomparire.
"Molto
bene signorina Fear, ma non sono affari suoi, vero?" sibilò la McGrannit.
L'altra ragazza si morse le labbra.
"Forse dovremmo tornare a parlare
di cose serie." Riprese l'austera insegnante "Stasera arriveranno gli
ispettori del Ministero. Come sapete è usanza che sia così in prossimità
del tempo del diploma. Controllano che tutto vada per il meglio, e a volte vengono
notati ragazzi dotati che possano essere assunti a lavorare proprio per lo stesso
Ministero."
Un mormorio eccitato si levò dalla classe intera.
"Proprio
per il Ministero!" disse un ragazzo di Serpeverde "Certo io non ci lavorerei!
Guardate la Weasley
suo padre è impiegato lì, e non se la passano
certo bene!"
Alcuni risero.
"Posso uscire professoressa? Non
mi sento bene
" sussurrò Ginny, a voce tanto bassa che neanche
la sua compagna di banco riuscì ad udirla. Ma non voleva farsi sentire,
non ne aveva il coraggio. Rimase lì ferma, con la testa abbassata, fino
alla fine della lezione.
Uscirono tutti dalla classe, e Ginny ancora non si
mosse. Poi si alzò, solo per guardare fuori dalla finestra, e questa volta
senza paura di essere sgridata, o compresa male.
L'erba verde della inoltrata
primavera cresceva a perdita d'occhio. Gli alberi si innalzavano contro un cielo
intensamente blu.
Quanto avrebbe voluto essere lì fuori, fuori nei
prati. Senza nessuno che ridesse o dicesse sciocchezze
"Tutto bene
miss Weasley?"
La voce della McGrannit la indusse a voltarsi.
"Si."
"Ho
visto che non è uscita e
davvero tutto bene?"
"Si, grazie.
Stavo giusto per andare a pranzo."
La professoressa assentì mentre
la ragazza correva via. Minerva McGrannit rimase solo un attimo a guardare fuori,
inebriata dal vento fresco e profumato, poi richiuse la finestra e lasciò
la classe.
La tavola del pranzo era imbandita riccamente
come al solito.
E, come al solito, Ginny non prese che pochi bocconi di pasticcio di carne. Detestava
servirsi da sola. Si sentiva talmente goffa mentre allungava le mani, e osservata.
Forse non era così
ma
e poi tutti i ragazzi di Grifondoro sembravano
talmente allegri! Erano sempre, invariabilmente allegri. E per un certo tempo
si erano aspettati da lei che fosse come i suoi fratelli, brillante e pronta a
far battute. Ma non era così, ed avevano finito per dimenticarsi di Virginia
Weasley, continuando a far sempre festa senza che lei vi prendesse mai parte.
Se ci ripensava, Virginia non era mai stata in una stanza dove non ci fosse
un gruppetto di divertiti compagni di Casa, eppure non ricordava d'essere mai
stata tra loro, con loro.
Era tanto fastidioso essere presenti ad una continua
festa di cui non si poteva mai far parte.
E, con il tempo, anche i vincoli
dello spirito di corpo erano caduti, e Ginny si era trovata sotto il tiro incrociato
delle battute sia dei Serpeverde che dei Grifondoro.
Ma tanto
non ci
faceva quasi più caso. O così pensava. Ci soffriva senza farci caso.
"Ho finito
" sussurrò, ancora a nessuno, e se ne andò
verso il dormitorio.
Questo le piaceva fare, starsene sul letto a guardare
fuori dalla finestra. Fantasticare.
S'era creata il suo piccolo mondo, un mondo
perfettamente a sua misura
un mondo immaginario di creature fantastiche.
Un mondo dove la sua parola aveva un peso. Dove la gente si fermava ad ascoltarla
parlare.
Perché, dopotutto, Ginny sapeva ben parlare e aveva una bella
testa. Ma chi lo avrebbe notato? Se neanche a casa sua stavano a sentirla, tutti
troppo presi dalla vita frenetica, dalle cose serie, e chissà perché
nessuno riteneva quella ragazza dall'aria triste una cosa seria.
"Virginia!
Weasley, sveglia!"
"Oh, lasciala lì!"
"Se se
ne accorgono se la prenderanno con noi!"
"Weasley!"
Ginny
si riscosse appena quel tanto che le fu necessario ad udire le voci delle sue
compagne di stanza. Sgranò gli occhi, i begli occhi chiari, a fissare le
due ragazze agghindate in abito elegante, pronte per una festa.
"Si?"
domandò come istupidita.
"Ti sei addormentata, Weasley! Sono passate
le nove della sera! E c'è la festa per gli inviati del Ministero!"
"Le
nove? Ho dormito tanto?"
"Già! Così sembrerebbe
"
sghignazzò una delle due ragazze "E ti conviene lavarti la faccia
e vestirti, devi scendere in Sala Grande. Oh, ma se non ti cambi nessuno ci farà
caso. Dopotutto tu non vuoi
non puoi ballare, vero?"
Le ragazze si
allontanarono ridendo.
Ginny si passò una mano sugli occhi, sfregandoseli.
Aveva fatto un bel sogno, ma il risveglio non era gradevole, no, no.
"Devo
proprio alzarmi
" mormorò con un filo di voce, e raggiunse il
baule ai piedi del letto. Si chinò per aprirlo e frugò tra gli abiti
per qualche minuto. Alla fine tirò fuori una veste color smeraldo tutta
sgualcita. Era l'abito da sera, o quello che avrebbe dovuto ritenere tale, che
sua madre le aveva preso di seconda mano.
Ginny lo posò sul letto per
osservarlo. Qui e lì il colore sembrava più sbiadito, ed un ricamo
di perline era quasi venuto via. Ma la cosa più brutta era che sarebbe
sembrato che fosse appena passata attraverso un ciclone
ma tanto che importava?
Chi lo avrebbe notato? Sarebbe scesa in Sala il tempo necessario a dare un'occhiata
e poi
via.
Ginny indossò l'abito, e raccolse i capelli con un
nastro. Indugiò qualche istante sulle scale, e poi si decise a raggiungere
gli altri.
Chissà perché, pensò, quanto più una
persona si sforza di strisciare contro i muri per non attirare l'attenzione, tutti
sembrano vederla. Ci volle poco perché notasse con un nodo alla gola che
gli abiti delle ragazze erano tutti ben più eleganti, moderni e curati
del suo.
"Guarda c'è la Weasley triste
" sentì
ridacchiare "S'è messa addosso un grembiule come quelli per le lezioni
di Erbologia!"
Ginny strinse i denti. Era stato un errore
era stato
tutto un errore. Avrebbe dovuto restare in camera. Era chiaro che non poteva farsi
vedere durante un momento di intensa socializzazione, proprio no. Dopotutto non
le importava nulla degli inviati del Ministero
era chiaro che nessuno l'avrebbe
notata. Si sarebbe diplomata e poi avrebbe cercato un lavoro pidocchioso, restando
tutta la vita alla Tana senza godere della considerazione di nessuno. E le stava
bene. Le stava bene di stare da parte, in modo che nessuno potesse rovinare i
suoi sogni, i suoi brevi momenti di felicità.
Scappa Virginia, si disse,
batti in ritirata! E stava proprio tentando di scappare quando andò a sbattere
contro qualcuno.
"Mi spiace tanto
" mormorò, senza levare
lo sguardo sul viso della persona che aveva davanti. Continuò per un attimo
ad osservare la giacca nera ornata di fregi d'argento e poi si ritrasse per fuggire
via.
"Ginny Weasley
" sussurrò una voce bizzarramente
familiare.
La ragazza sollevò lo sguardo. Due occhi grigi ed intensamente
luminosi, lunghi capelli biondi ed un sorriso ironico. Lo conosceva? Conosceva
un ragazzo una volta che
ma questo era un uomo.
"Un anno senza
che tu avessi il dispiacere di vedermi è valso a cancellare il mio sgradito
ricordo?" sorrise l'uomo "Sono certo che per una Weasley debba essere
assai fastidioso ricordare un
."
"Malfoy!" mormorò
la ragazza.
"Lui
" disse l'altro.
"Non è possibile.
Draco Malfoy non ha più di vent'anni
"
"Venti compiuti
ad aprile." Fece l'altro inclinando la testa "Sono così cambiato,
Virginia Weasley? Tu non lo sei affatto
le stesse lentiggini, lo stesso
sguardo incomprensibile, gli stessi
gusti nel vestire."
Ginny arrossì
vistosamente, umiliata.
"Non metterti a piangere, Weasley. Sono un funzionario
del Ministero, adesso. Non ci si aspetta che io faccia lacrimare le studentesse."
"Non
sto piangendo, Malfoy!" fece Ginny con un'inconsueta aggressività.
"Cos'è,
sei ancora adirata perché l'ultimo anno Serpeverde ha strappato la coppa
di Quidditch a Grifondoro?" ghignò Malfoy "Ma pensavo ti facessi
piacere. Potter non è venuto a piangere da te? O è stata quell'impiastro
di Cho-Chang a consolarlo?"
"Smettila
" Ginny si decise
a scappare davvero, e corse verso le scale per la torre.
"Cosa c'è
Draco?" domandò un altro giovane mago del Ministero, avvicinandosi
a Malfoy "Chi era quella poveraccia?"
"Un soggetto divertente
da frequentare, condividiamo bei ricordi
" sussurrò il giovane
uomo.
"Somiglia molto a quel pazzo
Wezzy
Weasly
Weasley?"
"Perceval
Weasley" ridacchiò Draco "E' sua sorella."
"Oh,
questo la dice lunga. Tra lui ed il padre
adesso mi spiego perché
aveva quello straccio addosso. Perché adesso non vieni a fare due chiacchiere
con gente un po' più importante ed utile?"
"Si
"
fece Malfoy, annuendo. E prima di seguire l'amico rispose ai sorrisetti sfacciati
di alcune ragazze che lo osservavano con interesse.
La Torre di Grifondoro
era vuota. Vuota salvo per Ginny Weasley, raggomitolata a riflettere sul suo letto.
Aveva tirato le cortine in modo che le altre ragazze, una volta rientrate, non
la vedessero nemmeno. Era stato strano subire l'umiliazione da Malfoy. C'era stato
un tempo in cui non ci avrebbe fatto caso, quando anche i suoi fratelli ed Harry
erano a scuola. Allora si era limitata a sentire Ron o Fred e George che insultavano
di rimando Draco, li aveva visti tirarsi qualche stupido incantesimo e poi tirare
avanti. Si era sentita difesa, seppure le offese di Malfoy avessero avuto qualche
importanza. E non aveva avuto importanza che Ron, Fred e George attaccassero Draco
per il solo gusto di farlo, e non per lei. Allora si era a lungo chiesta, svanita
la cotta per Potter, se Draco fosse davvero il bastardo che mostrava d'essere,
ma non aveva mai trovato risposta. Adesso s'era trovata da sola davanti a quello
che era inaspettatamente diventato un uomo, un uomo bastardo
e lei era sempre
la solita ragazzina. Sempre la solita Ginny con l'aria spaurita e le sue cose
di poco conto.
Ed era più difficile ignorare le cattive osservazioni
di un uomo su una ragazzina che vorrebbe essere più di quel che è
durante una festa da ballo.
Ginny sospirò, era fastidioso che Malfoy
la strappasse dalla consueta monotona malinconia, e solo per gettarla più
giù
ancora di più sul fondo. Ma no, non era solo questo
era stato l'accenno a Potter a farle perdere le staffe. Potter
se ne sarebbe
mai liberata? Sembrava che tutto ciò che quel ragazzo avesse toccato fosse
diventato memorabile, persino la cotta ridicola di una bambina. Beh, quella vecchia
infatuazione era diventata la cosa più notevole di Ginny per tutti. Impossibile
far capire a qualcuno che Harry Potter non era nulla per Ginny Weasley, forse
solo poco più di un ricordo.
Harry Potter
l'ultima immagine che
ne aveva era lui su una scopa. Una foto scattata ed inviata da Ron. Harry e la
scopa
la scopa ed Harry. Probabilmente era quella la coppia migliore per
Potter, e non che a Ginny interessasse. Harry
sempre con la solita faccia
da ragazzino
sempre uguale. E Draco
com'era diverso! Un uomo, proprio
un uomo
un bastardo cresciuto, si ricordò Ginny, e chiuse gli occhi
sperando di addormentarsi.
"Per questo eseguirete una approfondita ricerca
sulla trasfigurazione dei fenicotteri rosa in lampade da tavola" disse Minerva
McGrannit chiudendo il registro con uno scatto.
I ragazzi uscirono dall'aula
assonnati e stanchi. Parecchi si diressero a fare un pisolino nei dormitori, senza
neanche preoccuparsi di andare a pranzo.
Ginny pensò che quella era
esattamente l'ora per andare in Biblioteca a fare la sua ricerca
l'ora in
cui non avrebbe trovato nessuno. Sfortunatamente la Biblioteca non era vuota,
sembrava proprio che Draco Malfoy ed un altro ispettore del Ministero avessero
scelto quel momento per controllare alcuni libri. Per un istante Virginia pensò
di girarsi sui tacchi e tornare più tardi, ma non sarebbe stato dignitoso
e decise di andare a sedersi ad un tavolino appartato, dopo aver trovato il volume
che le serviva. Per qualche minuto credette d'essere osservata, e aprì
il suo quaderno con ostentata lentezza e calma, ma poi si rese conto che Draco
non doveva affatto starla osservando. Aveva di certo altro da fare
e poi,
insomma
perché avrebbe dovuto osservarla? Ginny morsicò nervosamente
la punta della sua penna d'aquila. Era anche vittima della paranoia adesso? Scosse
la testa e si concentrò sui fenicotteri e le lampade da tavola.
Il
tempo trascorse rapido, studenti arrivarono e se ne andarono
e Ginny non
era ancora riuscita a capirci molto. Provò a puntare silenziosamente la
bacchetta nel nulla tentando di ripetere i movimenti che aveva visto compiere
alla McGrannit, ma le parve che la sua non fosse altro che una patetica e molto
mal riuscita imitazione.
"Oh, al diavolo!" sibilò, sbattendo
la bacchetta sul tavolo.
"Non dovresti trattare così la tua bacchetta."
Ginny
si voltò, a bocca aperta. Malfoy le concesse un sorriso storto.
"E'
difficile che tu ti possa diplomare con un punteggio decente se te la prendi tanto
alla prima magia che non ti viene bene."
"Non sono fatti tuoi, Malfoy!"
disse la giovane con veemenza.
"Sono un ispettore
dovrei accertarmi
che gli studenti facciano il loro dovere."
"Non sono fatti tuoi neanche
se sei un ispettore!"
"Che carina
" Draco ridacchiò
"Dopo la combriccola degli Weasley maschi, finalmente sento anche te cercare
di ruggire
non lo avevo mai visto prima. Immagino che sia prerogativa di
una famiglia oltremodo numerosa come la tua passarsi le buone consuetudini, vero?
Le consuetudini
oltre gli abiti e tutto il resto."
Ginny sbarrò
gli occhi "Un ispettore non parla a questo modo
"
Malfoy si
guardò attorno "E chi dice che parlo a questo modo? Sei stata capace
di non capire una stupida trasfigurazione per ore
sono andati tutti via,
vedi? Chi testimonierà contro di me?" sorrise cattivo.
"Hai
fatto molta strada se poi ti ritrovi a lavorare per il Ministero solo per venire
ad insultare studenti indigenti
" sibilò la Weasley, alzandosi.
"Pensavi
che facessi carriera più rapidamente?"
"Il tuo paparino di
certo poteva piazzarti meglio
almeno per come voialtri Malfoy vi decantate
tra voi."
"Suvvia
non è questo? Tu hai un'altra domandina
che cerca di uscire dalla tua boccuccia
" fece Draco con un ghigno "E'
o non è davvero un ispettore al Ministero? E' una copertura, forse? Draco
Malfoy non dovrebbe essere lì, dovrebbe essere con
"
"Sta
zitto!" Ginny si tappò le orecchie con le mani "Non voglio sentirlo,
non voglio saperlo."
"Perché se lo sapessi
" insinuò
Malfoy "Andresti a riferirlo al tuo fratellino Auror ed al tuo amichetto
Potter?"
"No! Questo lo stai dicendo tu
" la voce di Ginny
era improvvisamente incrinata.
"Ti infastidisce tanto sentire il nome
di Harry Potter? Deve averti lasciato proprio male
almeno ti ha dato qualche
bacio come si deve?" sghignazzò Draco.
"Basta!" Ginny
fece per allontanarsi verso la porta, ma il giovane uomo l'afferrò, trattenendola.
"Lasciami,
Malfoy! Se alzo la voce la signora Pince mi sentirà
"
"La
bibliotecaria ha altro da fare, Virginia."
"Non ti basta insultarmi?
Vuoi farmi paura?"
Malfoy sorrise "Volevo solo dirti che la tua bacchetta
non è adatta alla trasfigurazione
è difficile che tu riesca
a combinare qualcosa di buono con una così tozza. Dovresti procurartene
un'altra
si vede che questa non è stata fatta per te. Di chi era,
di Bill?"
Ginny si morse le labbra "Sei proprio un verme
"
Draco
la lasciò andare senza smettere di sorridere storto.
"Và
a cena, Weasley, non hai neanche pranzato e sembri quasi denutrita."
Ginny
raccolse le sue cose e corse fuori, quasi senza sentire Draco che le proponeva
di farle un prestito per comprare una nuova bacchetta.
Quella sera, a cena,
Ginny si riempì ostentatamente il piatto di cosciotti di pollo. E li divorò
con una certa ansia. Troppo tardi si accorse che Draco Malfoy non era neanche
in Sala
e si ritirò a dormire con la pancia fin troppo piena.
I
giorni seguenti trascorsero con fastidiosa lentezza per Virginia Weasley che non
perdeva occasione per tentare di evitare Malfoy. Né, d'altra parte, Draco
aveva fatto nulla per avvicinarla. Ginny aveva notato come la maggior parte delle
ragazzine flirtassero con lui tutto il tempo. Ed il flirtare doveva essere più
piacevole dell'insultare anche per Draco Malfoy, dopotutto.
Così Ginny
s'era acquietata, ed era tornata a dedicarsi all'osservazione dei prati dalla
finestra, con buona pace degli insegnanti che trovavano difficile tollerare la
sua distrazione.
"Virginia Weasley non è sciocca
" aveva
detto la McGrannit in consiglio con gli altri insegnanti "Il suo profitto
è sufficiente e non posso lamentarmi. Manca di quella civetteria fastidiosa
che è propria di molte ragazzine della sua età. Tuttavia temo che
il mondo della sua immaginazione abbia prevalso del tutto su quello materiale,
il nostro per intenderci. Come insegnante mi piacerebbe darle una mano, ma temo
che sia soltanto lei a poter scegliere, in questo campo."
La McGrannit
non aveva aggiunto altro, né gli altri professori, né gli ispettori
che erano stati presenti.
Draco Malfoy aveva ascoltato quasi distrattamente
guardando fuori dalla finestra.
Un pomeriggio come tanti Ginny era scesa con
un libro in una delle aule che di solito erano vuote. Avrebbe voluto dedicarsi
alla lettura indolente, senza avere nessuno intorno. Sfortunatamente poco dopo
anche un gruppetto di ragazzine del quarto anno di Grifondoro aveva scelto quella
classe per una piccola riunione, e non avevano neppure notato la silenziosa presenza
di Virginia, seduta dietro una tenda presso la finestra.
"Avete visto
quella papera di Ginny Weasley?"
"Chi?"
"Quella tutta
lentiggini e capelli rossi. Quella che si veste di stracci."
"Si
chiama Weasley? Non lo sapevo
allora è lei!"
"Si! Avete
visto che razza di intrigante?"
"Non toglie gli occhi di dosso all'ispettore
biondo
"
"E' una sfacciata!"
"Non ha doti né
mezzi
forse spera di accrescere il proprio interesse
"
"Lui
frequentava questa scuola. E' un Malfoy!"
"Lo stesso anno di Potter."
"Doppiamente
sfacciata la Weasley
tutti sanno che lui era rivale di Harry Potter! E lei
era innamorata di Potter
"
"Ma Potter non la guardava neanche
in faccia!"
Le ragazze ridacchiarono.
"Ho sentito di una certa
faccenda
"
"Cosa?"
"Successe a San Valentino
la Weasley si umiliò terribilmente
"
Oltre la tenda che la
nascondeva alla vista Ginny stava piangendo, lottando contro il desiderio di alzarsi
e ribattere. Quasi non si accorse che le ragazzine avevano smesso di parlare e
che un'altra persona era entrata nella stanza.
"L'utilizzo delle aule
è ristretto agli orari di lezione
" aveva detto Malfoy con voce
fredda.
Le ragazze erano fuggite un po' spaventate ed un po' eccitate, ciarlando
come ochette.
Malfoy aveva socchiuso gli occhi e si era diretto verso la tenda
polverosa, spostandola con un gesto deciso.
"Dovresti prendere l'abitudine
di insultare anche gli altri, non solo me
"
Il viso arrossato e gli
occhi bagnati di lacrime di Virginia lo avevano fatto arretrare di un passo.
"E'
per Potter?" aveva sibilato "Per quello che hanno detto? Lo so che non
è vero. Per quanto la tua fedeltà a quell'idiota sia del tutto immeritata
da lui, non dovresti preoccuparti."
"Non mi importa nulla di Potter!
Non mi importa più nulla di lui da quando avevo dodici anni!" aveva
strillato Ginny, improvvisamente decisa, e si era allontanata asciugandosi gli
occhi, cercando di non pensare a quanto fosse umiliata ed offesa.
Draco l'aveva
seguita con lo sguardo, inarcando appena un sopracciglio.
Notte. Era notte.
E Ginny non poteva dormire
teneva gli occhi fissi sul soffitto. Il senso
di inferiorità e l'umiliazione del pomeriggio erano ancora vivi, non la
lasciavano in pace
come il viso di Malfoy, sprezzante e freddo.
Virginia
chiudeva gli occhi e vedeva quel volto. Virginia fissava il soffitto e vedeva
quel volto. Stava soffocando! Si sentiva in trappola più che mai, aveva
bisogno di aria, di libertà
e le immagini dei prati verdi che osservava
dalla finestra le vennero alla memoria. Prati
prati dove correre da sola,
nessun limite, nessuna imposizione, nessuno che la umiliasse!
Si alzò
silenziosamente, e scivolò fuori dalla camera, via dalla Torre, fuori dalla
scuola. Il prato che si stendeva tra il castello e la foresta era umido e scuro.
Virginia rabbrividì nella camicia da notte leggera, ma non tornò
indietro. Mosse i primi timidi passi nell'erba e poi rise
Hogwarts era
alle sue spalle, con tutte le sciocchezze di quelli che la frequentavano, con
tutti i ricordi sgradevoli, con tutte le cose che la avevano ferita, con tutte
le sue miserie.
Virginia rideva. Rideva
e iniziò a correre, e
poi cadde, felice, rotolandosi nell'erba. E la risata si mutò in pianto,
in pianto che era di tristezza e gioia insieme. E si rialzò per correre
ancora, per tuffarsi nella fievole luce delle stelle.
"Io sono libera!"
strillò, e si diresse verso la foresta.
Non vide la sagoma scura che
percorreva la strada in senso inverso al suo, soltanto improvvisamente si rese
conto d'essere stata stretta tra le braccia da qualcuno.
"La foresta è
pericolosa
non dovresti essere qui, Weasley
" la voce di Malfoy,
non la solita voce fredda
era un po' ansimante, come se avesse corso, ed
aveva sussurrato, sibilato quasi quelle parole
come per evitare che qualcun
altro, se mai ci fossero stati altri nel raggio di centinaia di metri, potesse
udirle.
"Io sono libera! Lasciami, sono libera!" gridò quasi
Virginia, divincolandosi.
"No, tu sei pazza, Virginia! Tu
non ti
rendi conto
intorno ad Hogwarts, di notte
non è prudente!"
"Prudente
lasciami, lasciami Malfoy!" sussurrò Ginny, improvvisamente conscia
del pericolo, ricordandosi con chi aveva a che fare "Cosa ci fai tu qui?"
"No!
Cosa ci fai tu qui! Quello che io
lo sai, smettila di fare la sciocca. Continua
a fingere di ignorarlo e vieni via!"
"Lasciami! Lasciami!" Virginia
aveva paura, voleva allontanarsi da Malfoy
da Malfoy ammantato di nero che
veniva dalla foresta di notte e le diceva che era pericoloso e che lui
"Smettila
di fare la stupida!" Draco si morse un labbro e poi strinse di più
l'altra "Devi star zitta, adesso!"
"No
"
"Allora
non mi lasci scelta, Weasley
"
Virginia sbarrò gli occhi mentre
Malfoy premeva la sua bocca contro quella di lei, mentre le faceva scivolare una
mano tra i capelli, e con l'altra la teneva ferma. Smise persino di divincolarsi,
rispose persino a quel bacio
al primo bacio che avesse mai ricevuto, che
avesse mai dato. E poi Draco la sollevò tra le braccia, riportandola verso
il castello.
Attraversarono il cortile e poi le prime sale dell'imponente
edificio di Hogwarts, Ginny era completamente ammutolita, restava immobile. Poi
Draco si fermò, e la rimise con i piedi per terra, fissandola con uno sguardo
enigmatico.
"Adesso sparisci Weasley, e sta zitta
dimenticati di
avermi visto
"
Ginny si sforzò di leggere qualche particolare
emozione sul volto dell'altro. Per un attimo le parve di scorgervi un leggero
imbarazzo, ma Malfoy era indecifrabile, e, molto più probabilmente, incapace
di provare alcun sentimento.
Le gote della ragazza si arrossarono violentemente,
mentre lei si tormentava le mani e se la filava verso il dormitorio dei Grifondoro.
Draco
rimase immobile per un po', come se riflettesse intensamente, ma poi si risolse
a dirigersi verso i propri alloggi. Ed era quasi a destinazione quando ricordò
di avere indosso degli abiti
poco adatti ad essere mostrati. Gli abiti del
suo vero io, della sua altra vita. Gli abiti che aveva visto tante volte anche
indosso al proprio padre. Gli abiti neri dei Mangiamorte. Agitò la bacchetta,
tornando al suo solito abito elegante. Sfortunatamente non notò di essere
stato visto
non notò il suo giovane collega del ministero che lo
osservava, perplesso, oltre un angolo. Draco tornò in camera sua, si chiuse
a chiave e si lasciò andare sul letto. Imprecò sommessamente pensando
a Virginia, alla breve sensazione di calore che aveva provato stringendola, ai
suoi capelli
alla sua bocca.
Maledetta Weasley, pensò, volevo
solo farti paura e zittirti, ma ho fatto del male solo a me stesso. Però
però una parte dell'animo di Malfoy
gioiva. Gioiva perché
aveva violato quella segreta freddezza, quell'innocenza di cui Virginia sembrava
ammantata. Era come quel desiderio che lo spingeva a camminare sulla neve bianca
ed appena caduta per sporcarla, per disfarla
solo che poi
si pentiva
sempre di quel che aveva fatto, tornando a desiderare una neve candida e pura.
Malfoy serrò le labbra in una smorfia di intensa sofferenza. Perché,
si chiese, perché sento che la mia anima è tanto lacera?
Ginny
non era tornata a letto, ma stava fissa davanti ad uno specchio, accarezzandosi
le labbra con aria assorta.
"Draco
" sussurrò "Draco
"
e un po' avrebbe voluto avere il coraggio di farla pagare a quella serpe andando
a portare la spia sulle sue attività notturne, un po' avrebbe desiderato
ah, come era difficile da dire, persino da pensare! Un po' avrebbe voluto sperimentare
ancora quella nuova sensazione di calore che le risaliva lungo il corpo, che sembrava
privarla di forze. Persino il semplice tocco di Malfoy la affascinava
era
come se nella sua pelle ci fosse qualche magica virtù capace di far vibrare
il corpo dell'altra. Ma che pazza che sono, rifletté Ginny, di tutti quelli
che esistono al mondo
proprio Draco! E poi
proprio Draco cosa?! Draco
l'aveva umiliata dopotutto! Virginia si andò ad infilare tra le coperte
molto tardi quella notte, con una vaga sensazione di scontentezza.
"Mi
ha fatto chiamare Silente?" domandò freddamente Malfoy la mattina
dopo al preside.
"Si, signor Malfoy
" gli occhi del vecchio
erano due indecifrabili fessure, e Draco si sentì improvvisamente a disagio
"Come ha trascorso la notte?"
"Bene direi. Anche se sono stato
vagamente insonne." rispose Malfoy tranquillamente, mentendo in maniera spudorata
come era stato abituato a fare.
"Capisco. Devo chiederle di non lasciare
la scuola finché non saranno state chiarite alcune situazioni."
"Cosa
vuol dire?" Draco si accigliò.
"Vuol dire che ci sono giunte
voci di sue sospette attività notturne
voci di mantelli neri, se
mi intende."
"Davvero no, non intendo."
"Andiamo Draco,
ci conosciamo da molto
e tutti sanno che la fama di casa Malfoy non è
proprio limpida."
Draco si irrigidì "Continuo a non capire.
Mi accusa di essere un Malfoy? Non è un reato."
"Ma partecipare
a notturni convegni di Mangiamorte si."
"Qualcuno mi ha forse visto?
Sono stato visto inginocchiarmi davanti a Voldemort?!" fece Draco in un sibilo
rabbioso.
"Dovrò raccogliere prove, temo. Ma spero che lei sia
innocente." disse Silente con il tono di chi sapesse che era tutto il contrario.
Alcuni minuti dopo Malfoy uscì dalla presidenza sbattendo la porta.
La Weasley! La Weasley che aveva turbato tutta la notte i suoi sogni
lo
aveva venduto a Silente! Oh, ma che c'era da stupirsi?! Era ovvio
i Weasley,
tutti i Weasley lo odiavano! Doveva averla disgustata a tal punto! Ma avrebbe
pagato
se tanto la condanna era stata già emessa e se Malfoy doveva
restare a scuola
almeno se la sarebbe spassata. Che a Virginia piacesse
o no! E dopotutto che poi lo accusasse pure
tanto la condanna per stupro
non poteva essere superiore a quella per essere stato un Mangiamorte. E se Azkaban
doveva essere
che Azkaban fosse, ma con soddisfazione. Oh, Malfoy non si
rese conto che il desiderio di sopraffare Ginny gli aveva anche vietato di pensare
alla fuga
ma se avesse indagato sul perché
forse la risposta
non gli sarebbe piaciuta.
"Che vadano tutti in malora
" sibilò
Malfoy dirigendosi verso la zona dove di solito i ragazzi delle scuola passavano
tranquillamente il tempo del relax.
Trovò Virginia in quella classe
dove l'aveva vista insultare dalle ragazzine di Grifondoro.
"Malfoy
"
mormorò Ginny, vedendolo entrare, e si alzò, arrossendo.
"Virginia
"
rispose l'altro, in tono dolce.
"Cosa
cosa c'è?"
"Desideravo
parlarti di quello che è successo, e chiederti scusa, ma non qui
qui potrebbe venire qualcuno. Ci ho riflettuto, mi sono comportato davvero come
un verme."
"Scusarti
" sussurrò Ginny un po' delusa.
"Esatto.
Vieni con me
"
Ginny lo seguì senza resistenze, iniziando
a stupirsi solo quando si rese conto di essere finita nella camera da letto del
giovane uomo.
Osservò Malfoy che taceva, sgranò gli occhi quando
lo vide togliersi il mantello e gettarlo su una poltrona, e poi sbottonarsi la
veste.
"Draco, cosa fai?" domandò, improvvisamente timorosa.
"Quello che vedi sgualdrina
" sogghignò per l'espressione
della Weasley "Adesso faremo i conti
è stato piacevole vendere
un Malfoy? Quando lo racconterai a tuo padre ed a tuo fratello li lascerai a bocca
aperta."
"Vendere
"
"Silente mi ha chiamato. Me
lo ha detto
sei stata davvero coraggiosa! Accusarmi d'essere un Mangiamorte
adesso, però, vedremo quanto sei coraggiosa davvero
e non gridare,
non ti sentirebbero, non provare a fuggire
la stanza è sigillata!"
Ginny
sgranò gli occhi, Malfoy credeva che lei lo avesse tradito?!
"Che
vuoi farmi
"
"Quello che dovevo fare ieri notte
mi tolgo
un capriccio
" sussurrò Draco avvicinandosi. Ginny non disse
nulla, improvvisamente conscia di tutto. Felice, per la prima volta della sua
impaurita debolezza
che le avrebbe concesso di soddisfare il suo malsano
desiderio di Malfoy
anche se lui la credeva una traditrice.
Quando Draco
la spinse sul letto non c'era dolcezza, non c'era nulla di amabile in lui, c'era
solo, nei suoi occhi, una luce brutale e famelica.
"Questo si ottiene
a tradirmi
" mormorò Malfoy, stringendola.
Ginny sussultò
spaventata e morbosamente affascinata, e quando il giovane uomo la prese
pensò che non avrebbe voluto essere in nessun altro luogo.
Prima dell'alba
Draco destò Ginny, che s'era addormentata, distesa su un fianco, quasi
sulla sponda del grande letto, come per non occupare spazio, mantenendosi distante
dall'altro.
"Vattene, Virginia
" sussurrò con fredda
cortesia "Sei servita bene allo scopo, ora và pure via
prima
che si chiedano dove sei. Oppure puoi andare direttamente da Silente e dirgli
che ho abusato di te
"
C'era una strana malinconia nel tono del giovane
uomo. La malinconia di chi avesse trovato più di quanto non potesse ammettere.
"Va,
Virginia
"
Ginny fissò un ultima volta il volto di Draco.
E raccolse le sue cose, andando via.
C'erano misteriosi contrasti nel cuore
della ragazza
da una parte uno strano appagamento
dall'altra una crescente
vergogna. Una consapevolezza d'essere stata umiliata sin nel profondo. Ma non
nutriva rancore per Malfoy
no non rancore. L'attrazione per Draco andava
ben oltre quello che le era parso. Era come se, d'improvviso, un evento bizzarro
avesse fatto crollare un'apparente odio
rivelando una profonda sete dell'altro.
Del suo corpo, della sua anima scura. Era come se Virginia vedesse sé stessa
come un vaso vuoto
e il fascino, il carisma, la tenebrosa seduzione di Draco
potevano colmarla, renderla improvvisamente importante
Virginia non sapeva
se una simile sensazione fosse affine all'amore. Ma di certo era simile alla perdizione.
Perché si sentiva perduta.
Perduta
e poteva amare Draco e odiare
sé stessa.
Alcune ore più tardi Draco venne richiamato da Albus
Silente, nel suo studio.
Il giovane fissò Silente con occhi colmi di
risentimento "So quel che vuole
" disse in un sibilo di disprezzo
"Si tratta di Virginia Weasley!"
"Esatto
" fece Silente,
lisciandosi la barba.
"Non cercherò di negare."
Gli occhi
di Silente lampeggiarono "La signorina Weasley ha detto che lei non ha commesso
alcun crimine
alcun crimine. Oh, ma ti voglio dare del tu, Draco, dopotutto
ti conosco da molto
aboliamo certe formalità. Ginny mi ha detto che
eri con lei l'altra notte. Che non hai potuto commettere alcun crimine perché
eravate insieme
appartati nel bosco
"
Draco socchiuse gli occhi.
"E
ha detto anche che le vesti nere servivano solo a non farti riconoscere
che si direbbe di un ispettore del ministero che amoreggia con una studentessa
"
"E'
così
" mormorò Draco.
"Ho spiegato tutto all'uomo
che ti aveva visto tornare in camera
"
Draco impallidì "L'uomo
che
"
"Si. Un tuo collega malfidato
adesso è tutto
chiarito e considero chiusa la questione, ma
Virginia
"
"Virginia
"
deglutì Draco
"Potrebbe avere dei problemi da tutto questo
la tua posizione, la sua
"
Quando fu fuori dallo studio di Silente,
Draco si poggiò al muro, pallido e frastornato. Ginny non lo aveva tradito
affatto
non era stata lei
e neanche lo aveva accusato per quello che
aveva le fatto
né aveva tentato di giustificarsi con lui
perché?
Perché? Perché?
Draco corse verso la Torre di Grifondoro.
"Avete
visto Ginny Weasley?" domandava a chi incontrava, ma nessuno sembrava averla
vista. Poi, finalmente, una ragazza gli disse di averla vista salire sulla Torre
dell'Osservatorio.
Ginny fissava i prati sottostanti
il verde mosso dal
vento. E quanto, quanto avrebbe voluto essere lì! Avrebbe voluto essere
quell'erba, sfiorata dal vento
nella carezza libera del vento, e non provare
più una tale vergogna, un tale rifiuto per sé stessa
si sporse,
si sporse verso il verde
"Virginia!" gridò Draco stringendola
"Ti chiedo scusa
perdonami, ti prego
io
"
Il ragazzo
si inginocchiò ai suoi piedi a testa china "Sono un verme
credevo
tu avessi detto che ero andato nella foresta a
a
ma io
sono
un verme! Ti supplico di non gettare la tua vita a causa mia
"
Draco
sollevò il capo, sobbalzando per la carezza di Virginia. Una carezza tenera
e lenta.
"Non stavo uccidendomi
osservavo il verde
"
sussurrò, mentre una lacrima le scivolava via.
Malfoy la osservò
così, per un attimo, con la luce alle spalle che le faceva scintillare
i capelli rossi, che la soffondeva di magia
"Sei bella
"
sussurrò, e si alzò per stringerla.
Ginny non si ribellò
a quel tocco "Draco
" sussurrò soltanto "Draco
"
"Sei
bella
" ripeté il ragazzo, mentre cercava la bocca dell'altra.
E quella semplice parola "bella" sulla bocca di Malfoy sciolse tutti
i dubbi di Virginia, tutti i suoi timori, tutte le sue ansie, tutta la vergogna.
"Mi spiace
" disse poi Draco "A causa mia potresti essere
espulsa
ma ti farò ottenere quel diploma, e non solo quello
"
"Non
voglio le raccomandazioni di un Malfoy
" mormorò Ginny, arrossendo
vistosamente.
"Non volevano essere raccomandazioni."
"Allora
cosa?" il ragazzo le pose un dito sulle labbra "Vorrei chiederti una
cosa
vogliamo ripetere la scena dell'altra notte?"
"Era perfetta
"
"No.
Non per me."
Draco sorrise, stringendo Ginny.
Passarono i giorni
arrivò il tempo del diploma, e Virginia Weasley lo conseguì brillantemente.
Forse, anche grazie alla tempestività con cui venne messa a tacere la storia
della sua relazione con un ispettore del ministero.
Quando Ginny ebbe ritirato
il suo attestato, corse verso la foresta.
Malfoy era lì, fermo dietro
un albero, ad attenderla.
"Ce la hai fatta
" sorrise.
"Grazie
a te
"
Il giovane scosse la testa "Questo non è vero.
Ma ti ho portato un regalo, piccola Virginia, eccolo
"
Ginny scartò
un pacchettino, e tirò fuori da una scatola un piccolo ciondolo a forma
di stella. C'era una scritta, incisa in caratteri minuscoli, sul retro. La lesse
a fatica
"
Piccola stella che brilli nel cielo, bacio la tua
luce così distante, troppo vicina è la notte, troppo lontana la
stella
"
Ginny fissò Draco "Trovi che io sia distante
come una stella?" sorrise.
Draco alzò le spalle "Non chiedermi
di più. Ma quello che voglio dirti è che sei un essere prezioso,
Ginny Weasley, anche se il nome Weasley mi fa venire voglia di strapparti i capelli,
stella." ridacchiò e poi tornò serio "Quella frase
si adatta sia a te che a me, per certi versi
quando non sarà più
così
quando non somiglierà più a te ed a me, allora
"
"Allora
cosa?"
"Allora
sarai mia senza possibilità di tornare
indietro. Ed io davvero tuo."
"Quando saremo liberi?"
Draco
assentì "Dagli altri, da noi stessi
"
Virginia si sollevò
a baciarlo, stringendo tra le mani il ciondolo.
Draco la fissò, bella
com'era, rara e preziosa.
" Piccola stella che brilli nel cielo, bacio
la tua luce così distante, troppo vicina è la notte, troppo lontana
la stella." ripeté
FINE