Alan sfilò lentamente i guanti che avvolgevano
le sue mani. La partita era appena terminata lasciando sgomenti i
suoi amici giapponesi.
"Ottimo lavoro, Alan, ottimo davvero!" esclamò Gamo
entusiasta dandogli una pacca sulla spalla "Ma il merito è
soprattutto tuo Peter! Hai fatto i miracoli che mi aspettavo!"
l'uomo dagli occhi di ghiaccio sorrise impercettibile.
"Lascia che ti stringa la mano furbone, questo sì che
si chiama giocare!" si complimentò Paul mentre il resto
della squadra era rimasta indietro con aria incerta.
Il portiere della New Team sorrise arrossendo leggermente.
"Beh
e voi laggiù?" domandò Mbasa alla
nazionale giapponese "
non salutate il vostro compagno ritrovato?"
il gruppo si scambiò delle rapide occhiate poi il coro delle
loro voci scrosciò come una cascata avvolgendo il portiere
regalandogli il giusto bentornato a casa.
"Ehi campione
ma che ti hanno dato da mangiare?" esclamò
Bruce
"Voglio sapere che cavolo hai combinato tutti questi anni"
sentenziò Bob dandogli un colpetto in testa. Domande e complimenti
piovvero da tutti i lati senza che il giovane potesse rispondere.
Più distanziati i nigeriani osservavano sorridenti la situazione,
felici per il loro compagno.
Ma qualcosa attirò lo sguardo di Mbasa.
"Sembra siano molto affiatati!"
"Non illuderti N'gana
c'è sempre chi non accetta
"
"Che?
" e seguì lo sguardo del suo compagno.
Benji era rimasto vicino alla panchina e osservava Alan con sguardo
di fuoco.
"Andiamo, non può prenderla così
." Sbuffò
la piccola punta nigeriana
"Gli darà un sacco di guai ci scommetto!"
"Oh beh peggio per lui! Istinto non gliela darà vinta!
Sarà una bella lotta!"
non si sarebbe mai aspettato tutto quel calore dai suoi
vecchi amici. Era contento di essere tornato tra loro anche se ormai
sapeva di essere diventato più Nigeriano che Giapponese.
Sentiva che quel mondiale sarebbe stato indimenticabile e dopo sarebbe
tornato a casa con la sua tribù. Ma ora c'era qualcosa di più
importante che lo aspettava
o, meglio
qualcuno
.
Alzò lo sguardo in un punto indefinito degli spalti. Osservava.
Cercava qualcuno
una figura in piedi attirò la sua attenzione.
Era isolata e lo osservava sorridente. Una massa di fuoco ondeggiò
al vento.
Alan non sentiva più le voci dei suoi compagni, sembrava che
fosse calato un improvviso silenzio. Il suo sguardo era fisso su di
lei. Il cuore batteva così lento che ebbe l'impressione che
si stesse fermando
Gli sorrise, prese la borsa e lasciò gli spalti con passo leggero
"No
perché vai via
" mormorò senza
accorgersene "
aspetta
"
"Alan stai bene?" domandò Tom osservando il suo sguardo
perso
"Io
" tentennò facendo qualche passo avanti
"
vengo subito
"
"Che?"
"Devo andare
" e cominciò ad allontanarsi prima
camminando poi prese a correre come un lampo verso l'uscita secondaria
dello stadio "
Vengo subito" gridò ai suoi compagni
rimasti increduli a centro campo.
"Ma che avrà visto
?" domandò a vuoto
il mister Gamo grattandosi il sopracciglio.
<Aspetta
aspetta
> gridava la sua testa,
o forse il suo cuore <perché vai via
?>
aveva atteso tre lunghi anni per poterla rivedere, abbracciare, ed
era lei ne era sicuro!
Le pareti del corridoio correvano veloci al suo passaggio. In lontananza
intravide una luce
<E' l'uscita
> diede fondo a tutte le sue energie ed in
un attimo fu abbracciato dai raggi del sole che splendeva all'esterno.
Chiuse gli occhi un istante per abituarsi e quando li riaprì
una giovane donna gli dava le spalle.
I suoi capelli, rossi come il sangue, sembravano le fiamme dell'inferno
in balia del vento e ondeggiavano scomposti.
Quei capelli li avrebbe riconosciuti tra mille, come avrebbe riconosciuto
i suoi occhi di smeraldo e la sua voce leggera.
"Charlize
." Mormorò
"Sono fiera di te" rispose. Lentamente si voltò lasciando
che il giovane portiere si perdesse nel suo sguardo verde e trasparente.
Quanto gli era mancato.
La giovane sorrise. "Ti stanno bene
"
Alan lasciò trasparire un'espressione interrogativa, poi si
toccò le numerose trecce che scendevano scomposte dalla sua
improvvisata coda di cavallo "Ti riferisci a i capelli
beh
ecco
" e sorrise imbarazzato.
"Sei dimagrito e sei cresciuto
."
"Un po' si
"
"Ti vedo così strano
sei invecchiato
."
"Accidenti
qualche lato positivo?"
"Sei bellissimo!"
arrossì sorridendo.
Si avvicinò a lei di qualche passo. Le sfiorò il viso
con la mano.
Quel leggero contatto gli provocò un brivido lungo tutta la
schiena.
"E' vero sono invecchiato
ma non mi sono dimenticato di
te
"
le loro labbra si unirono in un lungo bacio in cui si scambiarono
il reciproco amore.
"Dio come mi sei mancata!" disse abbracciandola stretta
"Bentornato a casa
"
Al centro del campo di gioco i compagni di squadra e gli allenatori
si stavano ancora chiedendo dove fosse quando lo videro riapparire.
"Ah, eccolo che torna
" esclamò Peter Rufyo
"E lei?" domandò Gamo osservando la ragazza dai capelli
rossi che camminava mano nella mano con Alan "chi è?"
"Ma è Charlie!" esclamò Mark sorridente
"allora è lei la Bella
" mormorò N'gana
all'indirizzo del suo capitano "
eh beh
è bella
sì!"
Paul si avvicinò ai due allargando le braccia "Ciao Charlie
come
stai?!"
"Oh, io benissimo
" e abbracciò l'amico. Anche
Ed, Danny e Paul si avvicinarono salutandola e si complimentarono
per il mondiale che aveva vinto con la Nazionale di pallavolo.
"E così
sei tu quella che gli ha preso il cuor
!"
esclamò Peter Rufyo avvicinandosi "Onorato di conoscerti!"
e tese la mano che Charlie strinse con affetto.
Anche Maki accorse per abbracciare l'amica che non vedeva da un paio
d'anni.
"Bene signori è stato davvero un incontro
interessante!" sentenziò Rufyo quando furono all'esterno
dello stadio
"Anche per noi!" convenne Gamo stringendogli la mano "Ora
è meglio tornare all'albergo
"
e fece cenno ai suoi ragazzi di salire sul pullman.
"Al
.non fare il furbo!" esclamò N'gana poggiando
un piede sulla scaletta del loro mezzo "ci hai promesso che c'avresti
fatto da Cicerone stasera
portaci in un posto speciale!"
"Non preoccuparti
so io dove portare una squadra guastatori
come voi! Passate alle nove da noi
!"
La punta nigeriana annuì con un sorriso a trentadue denti e
scomparve all'interno del pullman.
"Che cos'è sta' storia?" domandò
Bruce facendo capolino alle spalle del giovane portiere.
"Niente
avevo promesso loro che li avrei portati in giro
a
fare un po' di casino! Tutto qua!"
"Hai legato molto con loro
.!" Esclamò Philip
seduto nel sediolino avanti
"Si
ma non è sempre stato tutto rosa e fiori!"
rispose con un sorriso ironico.
"Spero tu non ti sia mai messo contro King-Kong!!" aggiunse
Rob rabbrividendo alla sola idea di doverlo riaffrontare.
Un coro di risate si levò dall'interno del pullman.
"Allora, com'era l'Africa
"
"Beh, Paul
non ci sono parole per descriverla
"
"Però scommetto che ne hai per descrivere le ragazze!"
aggiunse Bruce con un rivoletto di bava che gli colava da un lato
della bocca "Certo che se sono tutte come Trisha e Tanza
una
capatina in Nigeria ce la faccio anche io
"
puntuale piovve lo scapaccione da parte di Evelyn che lo guardava
con sguardo infuocato
"Prego, hai detto??"
"Eh
eh..eh
la tua mano è sempre leggera come
una piuma Evy!" commentò massaggiandosi la nuca.
"Ehi Benji
non hai niente da chiedere a Alan? Perché
te ne stai seduto in disparte?" domandò Johnny Mason all'indirizzo
del portiere che non aveva più spiccicato una parola da quando
era stato sostituito ed era rimasto lontano dal gruppo.
"E che dovrei chiedere?" rispose seccato senza neanche voltarsi
"saranno fatti suoi! E poi sono cavoli miei se voglio fare l'asociale!"
si calcò il cappellino sulla testa e continuò a guardare
il paesaggio che scorreva veloce all'esterno del pullman.
I suoi compagni, Alan per primo, osservarono Benji con sguardo stupito.
Julian aveva un'espressione più seria: aveva già notato
il suo comportamento ostile e sapeva anche verso chi!
"Che ti ha fatto di male?"
"Non capisco, Julian di che tu stia parlando?"
"Andiamo Benji
." Sospirò Julian pesantemente
il portiere lanciò una fugace occhiata ai suoi compagni di
viaggio per vedere se li stessero ascoltando, poi rispose
"Sono
affari miei
"
"Benjamin Price per favore hai la bellezza di 21 anni ti pare
il momento di fare i ragazzini?"
ma il SGGK continuò a mantenere il suo cupo silenzio.
"Senti
" continuò Julian a voce bassa "
spero
che questa competizione non provochi problemi
."
"Ma quale competizione per favore!" sbottò irato
"sono solo nervoso
si può essere nervosi o bisogna
richiedere il permesso scritto?" aggiunse con espressione ironica.
Il giovane libero fece finta di non averlo sentito e continuò
imperterrito "Non sei nemmeno venuto a salutarlo
"
"Ah questa poi
mica è tornato dalla guerra
e
poi dovevate vedervi: sembravate un gruppo di gatti che facevano le
fusa attorno ad una ciotola di croccantini
mi stava venendo il
voltastomaco!" e tornò a fissare il panorama che correva
veloce fuori dal finestrino.
Una lunga pausa divise i due giocatori. Sembrava il tempo scorresse
lentissimo.
Invece non durò che pochi secondi.
"Va bè
" sentenziò Julian alzandosi "
fai
un po' come ti pare
ma non combinare guai! Te lo chiedo per piacere
le liti tra noi non sono la cosa di cui abbiamo bisogno!"
"Si
si
" lo liquidò senza badarci troppo.
Il giocatore della Mambo sospirò rassegnato e andò a
mettersi vicino Tom Beker.
"Problemi?" domandò questi osservando la sua espressione
seria
"Forse si
forse no
può darsi
" sorrise
inespressivo "
credo proprio di si!"
La brezza serale scivolò sul suo corpo come un foulard di seta
leggera. Chiuse gli occhi inspirandone l'odore estivo. L'aria Nigeriana
gli sembrò che avesse un profumo diverso.
Però la Luna era sempre uguale, sia in Africa che in Giappone.
<Leggo una felicità incerta sul tuo volto
>
"E già
"
<Non sei contento di essere qui?>
Alzò le spalle "Non so
mi sento un po' a disagio
"
<Perché?> e si appoggiò leggero sul davanzale
del terrazzo <Non sono forse i tuoi amici loro?>
"Ma si, ma si
" sbuffò spostando una delle trecce
rasta dal viso "
solo che
avverto un'aria pesante!
Ma forse è solo frutto della mia immaginazione!" e gli
sorrise sincero
La sua fedele guida lo osservava incerto dalla sua posizione <Non
vorresti essere qui non è vero?>
"Non è ironico tutto questo?" gli domandò
sarcastico "Ho sudato come un cane per andarmene da lì
ed
ora che finalmente sono tornato in Giappone, non vedo l'ora di tornare
in Africa!"
osservò distratto l'orologio sul polso e il suo orario. Erano
le quasi le nove.
"E' tardi!" sentenziò rientrando nella stanza "loro
saranno qui a momenti
è meglio scendere!" e fece
per uscire
<Dove andate di bello?>
"Oh
li porto in un luogo peccaminoso!! Vuoi venire?"
<Spiritoso
.> rispose con stizza mentre Alan gli rivolse
un sorriso scherzoso.
Lentamente la porta si richiuse alle sue spalle.
La hall era piuttosto trafficata. Molti dei giocatori
erano accomodati sugli eleganti divanetti rivestiti in velluto blu
e accompagnavano le loro chiacchiere con un buon bicchiere di succo
d'arancia.
Altri erano appena arrivati dalla sala da pranzo.
Mark era seduto presso un ripiano incassato nel muro circondato da
comodi sgabelli insieme a Maki e Danny.
Le ragazze gironzolavano intorno ai propri 'uomini' cercando di rubare
più tempo possibile in loro compagnia.
La porta della Hall si aprì lentamente facendo comparire la
delicata di figura di Charlize.
"Salve ragazzi!" salutò sorridente
"Hei rossa!" esclamò la Tigre della Toho "Sola
soletta? Aspetta che chiamo il tuo 'Bello'
"
fece per alzarsi ma la comparsa dell'intera squadra nigeriana alle
spalle della sua amica lo fece bloccare.
"Li ho trovati qua fuori che aspettavano Al e così gli
ho detto che potevano anche aspettarlo dentro! Ho fatto bene?"
domandò sorridente mentre l'intera nazionale giapponese osservava
i nuovi venuti da capo a piedi.
I colori sgargianti dei loro abiti risaltavano sulla loro pelle di
ebano.
Holly sopraggiunse sorridendo "Benvenuti!!" esclamò
avvicinandosi a Mbasa
Il colosso gli strinse la mano in segno di amicizia.
"Puntuali come al solito!" esclamò
la voce di Alan a metà della scalinata che portava alla hall
"Quando si tratta di una serata di puro divertimento
spacchiamo
sempre il secondo!" esclamò N'gana strofinandosi le mani
impaziente.
L'abbigliamento del giovane portiere si attirò gli sguardi
curiosi dei suoi compagni.
I suoi capelli rasta scendevano liberi sulle spalle e ondeggiavano
lenti mentre scendeva le scale.
Una maglia di un beige molto chiaro e con particolari decorazioni
seguiva, leggera, i contorni del suo fisico in piena forma. Dei coloratissimi
pantaloni a righe e vita molto bassa, scendevano decisamente aderenti
lungo le sue cosce muscolose per poi aprirsi a zampa. Un paio di sandali
chiudevano il quadro.
"Ehi!" esclamò Charlize cingendogli il collo con
le braccia "ma dove credi di andare in una tenuta così
sexy!"
"Sexy?" fece eco il giovane con sguardo sorpreso "Ma
veramente
sono vestito come mi vesto sempre!"
"Ah si
" aggiunse la rossa inarcando un sopracciglio
"
e così in Africa tu vai in giro così
dovrò
chiedere a Peter se ha un paio di 'gorilla' per farti la guardia!"
un coro di risate riempì la grande sala.
"Dai
sei sempre la solita!" sorrise Alan arrossendo
leggermente, poi rivolto al suo gruppo "Forza ragazzi avviamoci
"
"Dove andate di bello?" domandò Mark dall'alto del
suo sgabello
"Ma perché?
" aggiunse stupito il portiere giapponese
"
voi non venite?"
i giocatori si scambiarono una serie di sguardi perplessi e incerti
"Ma veramente
" azzardò Johnny "
non
sapremmo
non credo che Gamo ci dia il permesso
"
"Permesso?" fece eco Alan sbalordito "
perché
voi gli chiedete il permesso?! Questa sì che è buona!"
e sorrise divertito.
In quel mentre la porta della hall si aprì facendo comparire
entrambi i mister impegnati in una profonda discussione.
"Ma guarda!" esclamò Mbasa "capitate a proposito!"
i due uomini osservarono il nugolo di giocatori raccolti davanti a
loro
"Cos'è questa? Una rimpatriata?" domandò Gamo
inarcando un sopracciglio
"No, mister!" rispose N'gana "Alan ci porta in giro!"
"Ehi boss
!" chiamò il giovane dai lunghi rasta
"
ma lo sai che loro chiedono il permesso al loro mister
per poter uscire?"
"Veramente???" esclamò Peter Rufyo con sguardo estatico
"Oh beato te Gamo! I miei 'animali da guerra' non mi pensano
proprio!"
"Suvvia Boss
non è vero!"
"Alan tu porti la bandiera!"
un coro di risatine si espanse tra i presenti.
"Forza mister Gamo
lasci venire anche loro
" aggiunse
Jumanji al mister giapponese che lo guardò riflessivo
"Veramente, non saprei
domani ci sono gli allenamenti
ok
basta che non facciate troppo tardi!" si convinse dopo averci
pensato un po'.
Un boato di esultanza esplose all'improvviso e i giocatori scomparvero
per le scale dell'albergo per andarsi a preparare.
"In teoria, Alan
" aggiunse Gamo verso il suo portiere
"
anche tu dovresti chiedermi il permesso
."
"Ah si
" fece eco il giovane con falso interesse "
ma
figurati!" e distolse lo sguardo
"Peter
ma che gli hai fatto a sto' ragazzo
"
"Non guardare me
se lo sono cresciuto i miei ragazzi!"
Pochi minuti e la hall fu nuovamente riempita.
I giocatori di entrambe le squadre erano tutti riuniti nella sala
e si apprestavano ad uscire per passare una notte brava
"Ma
Benji?" domandò Holly notando l'assenza
del suo compagno, di solito tra i primi disposti ad una serata di
baldorie.
"Ehm
non viene
ha detto che è stanco e ha sonno
"
rispose Tom con tono incerto
"Stanco? Benji? Questa sì che è nuova
"
esclamò Alan sorpreso "
forse riesco a convincerlo
a
" non terminò la frase che sentì la mano
di Julian posarsi sulla sua spalla
"Al
è meglio che
lo lasci stare!" gli disse
in tono basso il libero della nazionale
il portiere lo osservò preoccupato, poi aggiunse "Dimmi
la verità
Benji è arrabbiato con me?"
"Nooo
." Rispose con eccessiva verve il baronetto "
non
è vero
"
"Julian, sono troppo vecchio per credere alle bugie!" tagliò
corto il giovane e si allontanò per mettersi a capo del folto
gruppo di giocatori.
Lasciarono l'albergo che erano da poco passate le dieci.
Con passo tranquillo si dirigevano verso il centro cittadino.
Le luci delle insegne illuminavano a giorno l'intera Tokyo offrendo
un gran bello spettacolo.
La squadra nigeriana osservava con stupore ogni cosa che li circondava.
Non avevano mai visto tanta gente in giro a quell'ora.
In Nigeria ad un certo orario scattava il coprifuoco.
Invece lì, ognuno poteva fare ciò che voleva e uscire
alle ore più disparate. Erano tutti così liberi.
Camminarono a lungo prima di giungere in un quartiere più isolato
e privo di edifici.
C'erano solo aiuole e panchine illuminati da alti lampioni.
"Ma dove ci hai portato Al? Qui non c'è niente
"
esclamò N'gana guardandosi intorno.
Il portiere gli rivolse un'occhiata saputella
"Seguitemi, uomini di poca fede!" e continuò a camminare
noncurante degli sguardi sorpresi dei suoi amici.
Attraversarono l'intera zona scambiandosi, di tanto in tanto, qualche
sorriso nello scoprire le coppiette appartate che si scambiavano romantiche
effusioni alla luce dei lampioni.
"Accidenti quante macchine ci sono!" esclamò Rob
notando le numerose vetture parcheggiate nei dintorni. Strani bagliori
proiettavano luci nel cielo e si muovevano psichedeliche. Brusio sommesso
di voci e musica sparata a palla. Alan sorrise continuando a camminare.
Arrivato che fu al limite del parco posto su una collinetta, si fermò
soddisfatto ed invitò i suoi amici a guardare verso il basso.
Luci di mille colori si riflettevano verso l'alto lasciando scie luminose.
Una miriade di gente era accalcata all'entrata di un enorme edificio
posto al centro di quella valle.
Una enorme insegna luminosa dava il nome al capannone.
I suoi compagni osservarono in silenzio quella piccola Las Vegas con
occhi sbarrati.
"Benvenuti signori
" sentenziò Alan "
benvenuti
al 'Gladiator'"