La macchina si fermò nello spiazzo
antistante il portone della grande villa di Danny mentre lui gli andava in contro
sorridendo.
"Eccovi ragazzi finalmente! Ce ne avete messo per arrivare,
scommetto che vi siete persi!" disse loro alzando un sopracciglio. Mark e
Paul lo fulminarono con lo sguardo poi scoppiarono a ridere entrambi.
"Non
ti dico le peripezie per arrivare qui!" esclamò Mark prendendo il
suo borsone dal cofano poi sorrise nel vedere Maki correre verso di lui
"TESORO!"
disse lei gettandogli le braccia al collo felice "finalmente sei arrivato!
Ma quanto ci avete messo?"
"Non me ne parlare!"
"Veramente
l'unico a lamentarsi dovrei essere io visto che ho sopportato voi tre per più
di 5 ore!" esclamò Alan aiutando Charlize a prendere i bagagli. Gli
altri gli fecero una linguaccia mentre Danny si avvicinò a Ed
"Abbiamo
ospiti!" disse guardando Charlize
"E' un'amica di Al, è rimasta
in panne lungo la strada e se non fosse stato per lei non saremmo mai riusciti
ad arrivare qui!" spiegò il portiere della Toho.
Danny si avvicinò
a lei sorridendo "Ciao" le disse "piacere di conoscerti io sono
Danny" e le tese la mano. Lei gliela strinse "Piacere mio Danny io sono
Charlize, e sono dispiaciuta di arrecarti disturbo"
"Ma quale disturbo!"
esclamò lui facendo l'offeso "gli amici di Alan sono anche amici miei"
e l'aiutò con i bagagli
"Ti dispiace se uso il telefono?"
domandò lei "vorrei avvertire il carro attrezzi di rimorchiare la
mia macchina da un meccanico"
"Certo fai pure" disse lui e l'accompagnò
al telefono del salone porgendole una guida telefonica.
La giovane la spulciò
velocemente poi cominciò a comporre il numero.
"Certo che è
carina" disse Danny comparendo alle spalle di Alan che saltò di 4
metri da terra per lo spavento.
"Dannazione Danny non comparirmi alle
spalle così all'improvviso! Vuoi farmi saltare una valvola cardiaca?"
disse lui cercando di rallentare i battiti del suo cuore ancora sotto shock
"Non
cambiare discorso"gli disse il giovane "Chi è?"
"Una
carissima amica che non vedevo da 12 anni"
"Davvero?" il suo
sguardo era malizioso
"Perché mi guardi così?" gli
domandò Alan con un sorriso un po' forzato
"Sicuro che non ci sia
qualcosa sotto?" il giovane giocatore della New Team non fece in tempo a
replicare che fu attirato dalla conversazione di Charlize. La giovane stava praticamente
gridando al telefono
"CHE COSA?! Due settimane? Per una coppa dell'olio?
Ma non mi faccia ridere"
i due ragazzi si guardarono sorpresi "No
mi stia a sentire lei io devo tornare al più presto a Fukuoka
.ma
non me ne frega niente
..ed io cosa dovrei fare?
CHE?
e come ci
torno a casa?
Ma è assurdo!!
.Mm
.Mm
Si
No, non
se ne parla
una settimana!
no un momento
PRONTO? PRONTO?"
ma il meccanico aveva già riagganciato "GRRRRR! Razza di deficiente!"
urlò lei posando la cornetta. Era furente.
"Qualcosa non va?"
azzardò Alan con titubanza
"SI!" esclamò lei disperata
"quello stupido di un meccanico dice che ci vogliono almeno due settimane
per riparare una banale coppa dell'olio! Mio nonno ci metterebbe molto meno!"
"Avevi
degli impegni da sbrigare a Fukuoka?" domandò leggermente dispiaciuto
"No
niente di urgente almeno" continuò lei appoggiandosi al tavolino del
telefono
"E allora perché arrabbiarsi?" le sorrise il giovane,
lei ci pensò un po' e si convenne che aveva ragione.
"Già,
hai ragione tu! Senti di dispiacerebbe accompagnarmi in città? Voglio trovare
un albergo prima che faccia buio
."
"QUALE ALBERGO!" sbottò
improvviso Danny "Tu ti fermi qui da me, figuriamoci!"
i due si guardarono
per un momento poi si voltarono verso l'altro ragazzo
"Non vorrei essere
di disturbo
"
"Quale disturbo, anzi più siamo e meglio
è
e poi
Maki sarà contenta di avere qualche amica con
cui spettegolare!!"
Alan le sorrise enigmatico (e chi è il Giocondo?)
aspettando una sua parola a riguardo, dal canto suo Charlize era titubante "Bhe
ma sei sicuro?"
"Certo! La tua stanza è già pronta"
e prese i suoi bagagli avviandosi per le scale.
Poco dopo entrò anche
il resto del gruppo "Qualcosa non va?" domandò Mark osservando
Alan e Charlize.
"Charlie si ferma con noi" disse il giovane caricandosi
la valigia
"Davvero? Bene!" concluse Ed e Maki sorrise "Un'amica
con cui spettegolare!" esclamò prendendole le mani.
Il
sole era appena sorto da dietro le collinette della penisola e s'affacciava sul
mare facendolo luccicare di mille riverberi.
Charlize si svegliò al
suono della sveglia sul comodino e la spense con una mano. Si rizzò a sedere
sul letto e sbadigliò.
Avrebbe voluto dormire ancora un po' ma doveva
allenarsi: è vero che era in vacanza ma chi dorme non piglia pesci!
Si
vestì velocemente e si legò la selvaggia massa riccia. Scese in
cucina e bevve d'un sorso un bel bicchiere di succo d'arancia. Gli altri stavano
ancora dormendo.
Si allacciò una maglia in vita e uscì. L'aria
era frizzante al punto giusto ma si sarebbe riscaldata molto presto. Quello era
il momento più adatto per fare un po' di movimento.
Incominciò
a correre e si diresse verso la stradina che portava al paese di Tateyama.
Sapeva
che c'era un tempio con una grande scalinata e ne avrebbe approfittato per farle
di corsa, sarebbe stato un toccasana per i suoi muscoli.
La strada era deserta
solo qualche rada macchina passava dirigendosi verso il porto.
D'un tratto
la sua attenzione fu attirata da una figura familiare che le veniva incontro correndo.
Sorrise
riconoscendovi Alan.
I giovani si avvicinarono e lui le passò accanto
con un inchino. Entrambi non si fermarono ma poco dopo la voce di Alan attirò
la sua attenzione.
"Mi scusi signorina, dove va così di corsa?"
era già al suo fianco
"Da nessuna parte" rispose lei sorridendo
"Davvero?
Tu guarda che coincidenza!anch'io"
"Allora potremmo andarci insieme"
sorrisero e continuarono a correre fianco a fianco.
Charlize si chiese da quanto
tempo stesse correndo e lo guardò con la coda dell'occhio. Non sembrava
per niente stanco. Bella forza era un giocatore di calcio c'era abituato. Si sentì
una stupida e continuò a correre.
Il paese era ancora deserto, immerso
nel sonno profondo.
Arrivati davanti le scale del tempio Charlize si fermò
sentendo le sue gambe incredibilmente pesanti.
"Accidenti, non sono abituata
a correre così tanto" disse recuperando fiato. Alan le sorrise
"Riposiamoci
un po' ok?"
"Non preoccuparti per me" gli disse guardandolo
negli occhi "continua pure" e cominciò a stratcharsi i muscoli.
Il giovane cominciò a salire le scale di corsa ma gli bastarono due tornate
per metterlo KO.
"Già stanco?" sorrise la ragazza guardandolo
"Ho
i polpacci distrutti, ma come fai tu a non stancarti con le scale?"
"Nella
pallavolo i polpacci sono i maggiori soggetti a contrazioni: spinta, salto e così
via."
Visto che erano entrambi stanchi decisero di sedersi su una panchina
all'interno del tempio.
Erano 12 anni che non passavano un po' di tempo insieme.
"Allora"
disse Alan rompendo il ghiaccio "è passato tanto tempo dall'ultima
volta che abbiamo chiacchierato un po' avrai tantissime cose da dirmi" e
si lasciò andare contro la spalliera della panchina chiudendo gli occhi
mentre il sole gli baciava la pelle.
Charlize rimase ad osservarlo per un attimo.
Provava una strana sensazione di trepidazione mista a felicità, non riusciva
neanche lei a capire che cosa fosse e ciò l'agitava non poco.
"Allora?"
domandò nuovamente Alan e le sue parole la distolsero dai suoi pensieri
"Oh
bhe
ecco
io
" le parole non volevano venirle alla bocca ma subito si riprese
"non ho niente di interessante da raccontarti!" concluse
Alan la
guardò sorpreso "Niente da raccontarmi?" ripeté "come
sarebbe a dire? Non ci vediamo da 12 anni, sei diventata una giocatrice di professione
e questo ti pare niente?"
Charlize si rese conto di aver detto una cretinata
ma in quel momento era rimasta troppo spiazzata per poter trovare una risposta
che avesse un senso. Fortunatamente le parole tornarono alla sua bocca "Hai
ragione" disse "Bhe cosa vuoi sapere?"
"Dimmi della pallavolo"
"Che
dire" cominciò "Mi sono allenata duramente per realizzare questo
mio grande sogno ed ora, dopo tanti sacrifici, sono stata convocata per la nazionale"
"Ma
dai? Davvero? E' fantastico!" esclamò lui guardandola negli occhi
"Non me lo avevi detto questo ieri!"
"Non ci avevo proprio pensato!
È successo tutto così in fretta
ma ora tocca a te"
"I
mondiali li abbiamo giocati l' hanno scorso e ci sono ancora tre anni prima dei
prossimi. Ho tutto il tempo che voglio per prepararmi a dovere." E dicendo
questo distolse lo sguardo come se stesse nascondendo qualcosa. Charlize si accorse
di questo suo cambiamento e gli chiese
"Qualcosa non va?"
"No"
rispose lui tornando quello di sempre "niente, è tutto ok" e
le sorrise.
Quando arrivarono alla villa di Danny erano già
le dieci e tutti erano in piedi e indaffarati.
"Ehi ma dove siete stati
voi due?" domandò Ed guardandoli arrivare
"A fare qualcosa
che dovresti fare anche tu" rispose Alan in tono ironico
"Ah no,
io sono in vacanza" aggiunse Ed alzando le mani "Almeno queste due settimane
me le voglio godere" e si allontanò mentre i due sorridevano.
"Adesso
ho proprio bisogno di una bella doccia!" esclamò Charlize dirigendosi
verso la casa
"Aspetta" la raggiunse la voce di Maki "andiamo
al mare non fartela tanto ci facciamo il bagno!"
Charlize si girò
sui tacchi "Mm la cosa è molto allettante
ok" e si avvicinò
agli altri "vieni Alan
" disse rivolgendosi al giovane ma quando
il suo sguardo lo raggiunse il sorriso le morì sulle labbra. Il portiere
della New Team era improvvisamente impallidito.
" N-No
" disse
con una voce tremante "grazie
non vengo
.ho delle telefonate urgenti
da fare
semmai quando ho finito vi raggiungo" e rientrò in casa
velocemente mentre gli altri erano rimasti a guardarlo sorpresi
"Ma che
gli è preso?" domandò Danny ma non ricevette risposta. Charlize
si guardò intorno cercando di capire cosa gli fosse successo e si accorse
che anche Paul si era rabbuiato <Forse sa cosa è successo ad Alan >
Alan
era corso su in camera e svelto aveva chiuso la porta poggiandovisi contro. Respirava
a fatica e il suo cuore stava pulsando più velocemente del dovuto.
Il
mare
.il mare
.il mare
..
"NO BASTA!" gridò
serrandosi le orecchie come se questo gli impedisse il riecheggiare nella sua
mente del suono di quella parola. Piano cercò di calmarsi o il suo cuore
gli sarebbe scoppiato. Come un fulmine si fiondò verso uno dei cassetti
del comodino vicino al letto e ne cacciò un flaconcino rosso dal quale
prese un paio di pillole che trangugiò frenetico. Il suo battito stava
diminuendo.
Si gettò sul letto con lo sguardo rivolto al soffitto.
<Non
posso continuare così > si disse, poi gli sovvenne lo sguardo di Charlie
<devo averla spaventata, maledizione, non voglio che si preoccupi per me. E
poi ora mi chiederà cosa mi è successo
.ed io
.non voglio
più raccontare quella storia > si coprì gli occhi con il braccio
come se non volesse guardare ma non poteva impedire alla sua mente di fargli rivivere
scorci di immagini mai dimenticate
.
.il mare placido, il motoscafo
che saltava sulle onde, suo padre sorridente
.e poi una creatura grigia al
suo fianco, i denti aguzzi stringersi in una morsa attorno alla sua gamba, l'acqua
tingersi di rosso
.
Aprì gli occhi di scatto immerso in un bagno
di sudore. Prese un altro paio di pillole e si alzò per farsi la doccia.
Cercò di non pensarci, ormai era storia passata, ma non poté trattenere
un'espressione disgustata quando vide sulla sua gamba una cicatrice da morso di
squalo. Si sforzò di distogliere lo sguardo e si immerse sotto la doccia.
Charlize
non faceva altro che pensare allo sguardo sconvolto che aveva visto dipinto sul
volto di Alan poco prima. Non aveva mai visto nessuno così spaventato e
la cosa la stava preoccupando non poco. Si voltò a cercare Paul e si convinse
che lui sapeva qualcosa.
Lo vide seduto vicino a Danny su una sdraio che chiacchierava.
Parlavano sicuramente di calcio da come sbraitavano. Era tentata di chiedergli
cosa tormentasse Alan ma aveva deciso che lo avrebbe chiesto prima al diretto
interessato. Si voltò a guardare il mare
.il mare
Al suono
di quella parola Alan era impallidito, doveva esserci un legame tra le due cose.
Ma quale?
Non aveva mentito del tutto ai suoi compagni, doveva
davvero fare delle telefonate urgenti, anzi solo una
all'allenatore della
New Team.
"Salve Mister, sono Alan" disse dopo che una voce di uomo
aveva risposto al telefono
"Alan, stavo giusto aspettando la tua chiamata"
il
ragazzo non aveva voglia di perdersi in convenevoli e arrivò subito al
sodo "Ha notizie per me?" domandò serio
"Si, ho la data
della tua partenza" disse " tra due settimane hai un aereo prenotato
all'aeroporto di Tokyo, destinazione Nigeria"
"Molto bene signore"
rispose Alan deglutendo a fatica
"Peter Rufyo si farà trovare già
all'aeroporto e partirete insieme. Il volo è alle 10 e 30, sii puntuale,
questa è la tua grande occasione Alan"
"Lo so"
"Mi
raccomando goditi questi ultimi giorni di riposo, perché poi ti aspetteranno
prove durissime. D'accordo?"
"Si signore, arrivederci e grazie di
tutto" e lentamente riappese. Si lasciò scivolare lungo la parete
del salone fino sedersi a terra e si passò una mano tra i capelli.
Non
se la sentiva di partire, ma ormai aveva già accettato, o meglio, il mister
aveva accettato per lui. Ma perché questo Rufyo aveva scelto lui? Cosa
aveva di così speciale perché lo volesse nella sua squadra? In Nigeria
poi dove è cosa nota che i giocatori sono dei colossi, cosa avrebbe dovuto
rappresentare lui? Certo l'occasione era proprio da non perdere, ma per uno che
di talento ne ha già! Alan sapeva di non essere chissà quanto bravo,
di certo non era paragonabile a Benji o Ed, e allora perché? Perché?
Scosse
la testa cercando di cacciare quei pensieri, ormai era deciso e non poteva tirarsi
indietro. La cosa brutta sarebbe stata dirlo ai suoi compagni, o almeno a Paul,
su questo il mister era stato categorico: nessuno doveva saperlo, sarebbe dovuto
partire in gran segreto. Ma lui aveva già deciso che lo avrebbe detto a
Paul, era il suo migliore amico ed una vigliaccata del genere non gliela poteva
fare.
Sbuffando si decise ad alzarsi da terra. Poco dopo arrivarono gli altri.
"Tesoro,
sono a casa!" gridò acutamente Ed scherzando mentre Alan lo guardava
rassegnato: quel ragazzo era proprio sbroccato!
Paul gli si avvicinò
e, in modo che solo lui potesse sentire, gli disse "Come ti senti?".
Alan
gli sorrise e la cosa rassicurò molto l'amico che gli diede una lieve pacca
sulla spalla e salì in camera sua.
Charlize lo guardava preoccupata
e Alan sentì qualcosa di strano dentro di sé quando incrociò
il suo sguardo. Poi le sorrise, Charlie sospirò visibilmente sollevata
e gli sorrise di rimando avvicinandosi
"Stai bene, non è vero?"
gli domandò guardandolo negli occhi
quegli occhi verdi, trasparenti,
penetranti lo fecero restare senza parole. Non si era accorto di quanto fossero
belli. Perché ci faceva caso solo ora?
"Si, tutto a posto"
Il mattino seguente i ragazzi trovarono Charlie e Maki già
in piedi intente a cucinare chissà cosa.
Alan era uscito per la sua
solita corsetta mattutina.
"Cos'è in vacanza non dorme nessuno?"
domandò Ed alzando le mani
"Solo noi pigroni" gli rispose
Mark e si avvicinò a Maki abbracciandola da dietro "buongiorno"
"Ciao
Tesoro!" lo salutò lei disinvolta e gli lasciò un segno di
farina sul naso con il dito.
Mark rise e si pulì. Poco dopo arrivò
Alan.
"Salve a tutti!" salutò agguantando una mela dal tavolo
e addentandola
"Buongiorno Al" gli rispose Charlie voltandosi leggermente.
Lui le strizzò l'occhio e salì le scale per andare a farsi una doccia.
Quel
suo gesto l'aveva lasciata ferma per un attimo e Maki non poté non notarlo,
sorrise.
Le era sembrata particolarmente carina Charlie in quella tenuta "casalinga"
e sorrise mentre si infilava sotto la doccia. Poi si riscosse <vergognati Alan
come puoi fare certi apprezzamenti su di lei! > si rimproverò <è
una tua amica di sempre non puoi fare una cosa simile! Però
> si
stava rendendo conto che Charlie era davvero bella, e poi l'aveva già notato
quando l'aveva incontrata il giorno che arrivò a Tateyama e non l'aveva
riconosciuta
.e c'aveva provato! Si vergognò tantissimo per aver pensato
una cosa simile, accidenti quella era Charlie! La sua vecchia amica! Eppure quando
l'aveva riconosciuta non poteva negare di aver provato uno strano brivido.
Il
pranzo era stato ottimo e i ragazzi non poterono non leccarsi i baffi a fine pasto.
"Per
smaltire tutto quello che ho mangiato altro che corsa!" esclamò Ed
massaggiandosi lo stomaco
"Era tutto squisito! Complimenti alle cuoche!!"
si complimentò Paul alzando il bicchiere con il vino
Le due ragazze
sorrisero e fecero un cenno di ringraziamento con il capo. Ora bisognava sparecchiare.
I
ragazzi, incredibilmente, stavano dando una mano!
"Maki, dove lo metto
questo?" domandò Charlize
"Va lì sopra!" ed indicò
uno scaffale piuttosto alto. Charlie lo squadrò un momento, poi si convinse
che poteva arrivarci
.ma si sbagliava! Si protese in tutti i modi ma non
c'era nulla da fare, non ci arrivava proprio. D'un tratto
"Lascia
faccio io" disse una voce a lei ben nota, comparendole alle spalle. La ragazza
rimase a guardare mentre Alan posava la scatola sullo scaffale, senza problemi.
Poi sorrise e gli disse
"Come ti invidio!" Alan rimase un attimo
sorpreso
"E perché?"
"E lo domandi? Sei alto!"
"Alto?
IO?" e cominciò a ridere
"Tu scherzi? Guarda che io sono solo
1 e 65. sono piuttosto corta"
"Capirai, io non sono mica due metri!
Solo 1 e 75"
"Mi farebbero veramente comodo quei 10 cm in più
sai?"
"Vuoi che te li regali?" domandò lui ironico guardandola
negli occhi. Charlie gli lanciò un'occhiata di sufficienza e gli diede
una pacca su una spalla "Scemo!" e si allontanò. Alan sorrise.
Quello
sguardo l'aveva quasi sciolta!
Charlize non aveva più
pensato di chiedere ad Alan cosa avesse avuto quel giorno che era impallidito
non appena aveva sentito nominare il mare. Lo vedeva più rilassato e la
cosa rassicurava anche lei.