Buon viaggio Alan

Capitolo 7

 

La pioggia era finalmente cessata lasciando spazio ad un sole nuovo ed incredibilmente lucente che stringeva l'intera Terra nel suo caldo abbraccio.
Mentre risalivano i gradini di pietra sembrava tutto diverso intorno: le scale, il sole, il mare. Quella parola suonò come una comunissima parola nella mente di Alan. Strinse di più la mano di Charlize.
La giovane lo guardò, sorrise, mentre dai suoi folti riccioli cadevano pesanti le gocce di acqua rimaste intrappolate scivolando dolci sulle sue spalle.
Avanti a loro, sulla sommità della scalinata, i ragazzi e Maki stavano raccogliendo il fogliame sparso dal vento durante la tempesta.
Tranquilli, sereni. Felicemente inconsapevoli di ciò che era successo continuavano il loro lavoro, chi fischiettando chi sbuffando.
Si fermò a guardarli. Un sorriso sornione si disegnò sul suo viso ancora bagnato dall'acqua salata.
Una risata. Prima leggera, poi sempre più intensa fino a diventare un'esplosione di gioia!
Charlize lo osservò senza capire.
"Al, cos'hai?!" domandò titubante
"Cosa c'è?!" rispose frenetico "c'è che sono felice…sono felice…SONO FELICE!!!!" e con trasporto la sollevò tra le braccia e la fece ruotare nell'aria cristallina mentre i suoi riccioli disperdevano gocce tinte di arcobaleno alla luce del sole.
I ragazzi vennero richiamati da quelle voci squillanti e li osservarono un po' sorpresi.
"Eh, la droga la droga!" esclamò Mark continuando a rastrellare il giardino.
"Ma che gli prende a quei due?" domandò Ed grattandosi un sopracciglio
"Non ci arrivi testone?" lo rimproverò Maki che lo osservava mani ai fianchi.
Paul sorrise <finalmente amico mio…> pensò mentre lo osservava ridere, una risata che veniva dal profondo del cuore, come non gli vedeva fare da tempo <la felicità comincia a sorriderti…visto che non ne valeva la pena di morire così giovane?> poi a voce alta "Ehi, voi due! Basta smancerie! Ci sono due rastrelli che vi aspettano!!!"
Alan e Charlize sorrisero
"Si buana!!" esclamò il portiere della New Team.
Un arcobaleno, alle loro spalle, si tuffava nel mare.

"Ah! Questa bella sfacchinata era proprio l'ideale!" esclamò sarcastico Mark buttandosi a peso morto sul divano.
"Sempre a lamentarti vero tigre?" ruggì Maki, mentre i suoi occhi si trasformavano in fessure.
Dalla cucina arrivò Ed con un vassoio con dei bicchieri pieni di tè ghiacciato
"Forza amici, arrivano i rinforzi!" e adagiò l'oggetto sul tavolino di fortuna che Danny aveva recuperato dalla cantina (quello originale Alan l'aveva…eliminato!).
le ragazze decisero di fare prima la doccia e poi, con calma, si sarebbero sorbite il loro meritato tè.
"Eh!" sospirò Paul dopo che ebbe mandato giù una buona sorsata dal bicchiere "Su, in fondo ci voleva un po' di sano lavoro fisico!"
"Diciamo che ci ha ricordato ciò che ci aspetta tra una settimana: allenamenti a non finire!" aggiunse Ed alzando gli occhi al cielo.
A quelle parole un flash improvviso attraversò la mente di Alan. Dannazione come poteva essersene dimenticato così? Gelò al pensiero di ciò che lo stava aspettando dietro l'angolo…
<I guai non finiscono proprio mai!> pensò serio: come cavolo poteva essersi dimenticato che doveva partire per la Nigeria tra una settimana e sarebbe stato via tre anni!
"Alan!" la voce di Paul lo riportò alla realtà "qualcosa non va?"
"Eh…no no, tutto ok…ahah!" cercò di sembrare il più naturale possibile ma non ci riuscì molto bene. Paul lo osservò sospettoso., ma preferì non aggiungere altro.
Il portiere della New Team si alzò lentamente e si affacciò al balcone del soggiorno. Lasciò andare un pesante sospiro.
"Un minuto per dirmi cosa altro sta per succedere!" Paul comparve all'improvviso alle sue spalle.
L'amico lo osservò rassegnato, avrebbe comunque dovuto dirglielo.
"Paul ciò che sto per dirti devi tenerlo solo per te intesi?!"
"Sono una tomba!"
respirò a fondo come a trovare il coraggio. Se trovava così difficile dirlo a Paul…dirlo a Charlie sarebbe stato tre volte peggio!
"Parto per la Nigeria vecchio mio, sto fuori tre anni!"
il viso di Paul scattò fulmineo verso di lui, gli occhi sbarrati "Che…???"
Alan sorrise "Queste sono le belle idee di Gamo…aveva bisogno di una nuova trovata per la squadra ….tornerò per i prossimi mondiali!"
"E quando me lo dici quando sei partito?" Paul era tra l'arrabbiato e l'incredulo "Gamo non si smentisce proprio mai!" poi più grave "non l'hai ancora detto a Charlie, vero?"
Alan sorrise ironico "No…ero così felice che l'ho completamente rimosso!"
"Quando?"
"Pochi giorni ormai mi separano dalla partenza!"
"Allora sbrigati a dirglielo…più rimandi e più è difficile!"
Paul era sempre la bocca della saggezza! Sospirò pesante.
"Hai ragione." Fece per rientrare quando si fermò sulla porta "Non dovrà saperlo nessuno…in teoria…non dovresti saperlo nemmeno tu!"
l'amico sorrise lasciando intendere che non lo avrebbe detto ad anima viva.

Charlie stava parlando a telefono quando lui entrò nella stanza.
"Si certo…molto bene passerò nel pomeriggio…a più tardi!" la comunicazione venne interrotta.
La vacanza si stava lentamente concludendo, il giorno dopo tutti sarebbero tornati a casa e lui sarebbe partito per una nuova terra, un mondo tutto nuovo che gli offriva l'incredibile opportunità di non essere più la riserva della riserva ma che, contemporaneamente, lo avrebbe allontanato da tutti i suoi amici e dalla donna che amava. Non c'era più tempo da perdere, ne aveva perso fin troppo, il momento era tristemente arrivato e si sforzò di raccogliere tutte le sue forze…
"Amore!!" esclamò Charlize saltandogli al collo e stampandogli un bacio mozzafiato sulle labbra "finalmente oggi vado a ritirare la macchina…me l'ha riparata!…"
ma l'entusiasmo le morì osservando il suo sguardo mortificato "…che c'è Alan…qualcosa non va?" lentamente si sciolse dall'abbraccio e si fermò ad osservarlo in attesa di una risposta.
Il giovane la superò di qualche passo, prese fiato…
"Perdonami sin da adesso…" cominciò seriamente "…ho sbagliato e so che me ne vorrai…sono stato uno sciocco…"
"Ma di cosa stai parlando?" Charlie non riusciva a capire
Si girò di scatto e la guardò fisso nei suoi occhi smeraldini che lo avevano fatto innamorare. La verità lo fece sentire più vecchio di dieci anni.
"Devo partire…vado in Nigeria e starò via tre anni…me lo ha ordinato il mister Gamo…."
A Charlize sembrò che tutto si fermasse appena il significato di quelle parole arrivò alla sua mente. Si sentì gelare. Lentamente gli voltò le spalle.
"Tu che fai….?" Ebbe solo la forza di bisbigliare quelle tre parole.
Alan si vergognò come un ladro per non averglielo detto prima. Era davvero mortificato.
"Mi dispiace avertelo detto solo adesso ma…non ne ho avuto il coraggio e…poi…l'avevo dimenticato…."
"…dimenticato…."
"…stavo così bene con te che tutti i miei pensieri e preoccupazioni sono scomparse…e l'ho dimenticato…"
un lungo momento di silenzio li separò. In quel momento sembravano lontani mille miglia anche se erano nella stessa stanza.
Un singhiozzo ruppe la tensione facendo scattare Alan.
Non poteva vederla in faccia ma sapeva che stava piangendo. Poteva sentire il rumore delle lacrime sulla sua pelle.
Fece un passo verso di lei…
"Ti prego Charlie non…" ma lei non gli fece finire la frase.
Strinse i pugni con rabbia…
"Molto bene….allora…buon viaggio Alan…." Gli perforò il cuore con il suo sguardo verde e pungente "…e buona fortuna!"
il giovane portiere della New Team rimase immobile come pietrificato e rimase così anche quando lei lasciò di corsa la stanza.
"L'ha presa male eh?" la voce di Paul arrivò improvvisa alle sue orecchie
"Un po'….mi sento una merda!"
il suo compagno sorrise "E' normale! Beh…che fai lì impalato? Aspetti il tram? Va' corrile dietro o lei non ti aspetterà!" e gli diede una spinta per spronarlo.
Non se lo fece ripetere due volte.

La trovò mentre preparava furiosamente i bagagli.
Osservò i suoi movimenti collerici.
"Che fai?" domandò con tutto il coraggio possibile
"Non ci vedi?" rispose irata "Me ne vado! La mia macchina è pronta e non c'è più bisogno che resti qui!"
"Aspetta…."
Ma lei non lo ascoltava nemmeno. Si intestardiva nel chiudere una valigia stracarica.
"Ho detto aspetta!" ripetè con decisione mentre poggiava una mano sul suo borsone.
Lei si fermò. Incrociò le braccia e gli piantò i suoi occhi in faccia. Erano arrossati.
"Che cavolo vuoi ancora? Non ti accontenti di quello che mi hai fatto?"
ringhiò mordendosi il labbro.
"So di aver sbagliato! E fai bene a volermene! Ma questa volta non intendo mandare tutto all'aria…non voglio rovinare quello che sta nascendo tra noi…è troppo bello per essere calpestato così!"
lei gli rivolse un'espressione scettica
"Come se tu non l'avessi già rovinato…"
"Se tu non vuoi accettare le scuse che ti sto porgendo allora è davvero tutto finito…ma io non voglio che finisca così maledizione!"
lasciò che parte della sua rabbia si riversasse sulla parete dandogli un pugno.
"Non ho scusanti per essermi dimenticato di una cosa così importante…e sono disposto a fare tutto pur di rimediare…" la superò e si affacciò alla terrazza "…sono disposto anche a rinunciare a partire…se vuoi…posso anche abbandonare il calcio…"
"No!" gridò improvvisa Charlize stringendosi nelle sue spalle "non devi…rinunciare ai tuoi sogni! Non voglio…Ti odio per non avermi detto niente, per esserti dimenticato una cosa tanto importante però…lontano da me per così tanto tempo…e se incontri un'altra che ti porterà via per sempre?…ti prego…non dimenticarmi quando sarai in Nigeria…non dimenticarti di me!…"
calde lacrime scendevano dai suoi occhi e si confondevano con le sue parole.
Non voleva separarsi da lui! Non voleva lasciarlo.
Alan la strinse a sé in un caldo abbraccio. L'avrebbe protetta anche se fosse stato lontano mille miglia. Le prese il viso tra le mani.
"Nessuno potrà mai separarmi da te! Non ti dimenticherò…come potrei? Sarai il mio solo pensiero l'essenza stessa della mia forza…e quando tornerò potrai essere fiera di me! Ti amo Charlie!"
e racchiuse tutte le parole che avrebbe voluto dirle in un bacio che li strappò alla realtà per portarli in un meraviglioso mondo di sogno in cui tutti i pensieri e i desideri assumevano consistenza e diventavano veri.
Il borsone cadde dal letto con un tonfo sordo.


Aeroporto di Tokyo.
"Ma non doveva esserci anche il tuo nuovo allenatore?"
domandò Paul osservandosi intorno.
L'aeroporto era molto affollato. Come al solito.
Alan scosse la testa "Ci sono stati dei cambiamenti di programma: Peter Rufyo mi aspetta all'aeroporto di Kano."
E così la vacanza era finita e per Alan stava per cominciare una nuova vita in un terra incredibilmente lontana dalla sua. Sarebbe stato lontano dagli amici, da Charlie e da tutti coloro che potevano infondergli sicurezza: sarebbe dovuto partire da zero.
Certo non era un'idea allettante ma sarebbe riuscito a superare anche questo ostacolo!
Osservò i due giovani davanti a lui. Cercò di sembrare il più sereno possibile anche se aveva una leggera 'tremarella'. Sorrise a questo pensiero e la tensione sembrò sciogliersi come neve al sole.
<I PASSEGGERI DEL CHARTER 767 PER KANO SONO PREGATI DI RECARSI AI PORTELLI DI IMBARCO…RIPETO…>
"E' il mio…" sospirò dopo aver ascoltato la voce dell'altoparlante dell'aeroporto "…è arrivato il momento…"
Paul sorrise "Ok vecchio! Mi raccomando…" disse battendogli una mano sulla spalla "…fai il bravo e metti la maglia di lana!"
"See come no…faranno minimo 50 gradi all'ombra!!"
sorrisero entrambi. Paul non sarebbe mai cambiato!
Il suo sguardo si spostò su Charlize che lo osservava triste.
Che occhi di smeraldo!
Fu il suo pensiero incrociandoli. Dio come amava quella rossina! E il pensiero di tornare da lei avrebbe fatto letteralmente volare quei tre anni!
"Ehi…" disse inarcando un sopracciglio "…mi raccomando non darti alla pazza gioia mentre non ci sarò!" e le sorrise
"Stupido!" rispose abbracciandolo "Mi mancherai…!"
"Tornerò presto vedrai…!"
i due si sciolsero malvolentieri da quell'abbraccio. Poi la giovane lanciò un'occhiata complice a Paul e aggiunse "Alan…senti io e Paul vorremmo chiederti un favore…"
l'ex-portiere della New Team li osservò sorpreso "Che avete in mente perfidi!"
"Vorremmo strapparti una promessa!" esclamò il suo migliore amico
"Devi prometterci che darai il meglio di te sempre e comunque, non dovrai mollare per nessuna ragione. È il tuo momento e devi viverlo fino in fondo. Promettici che tornerai campione!"
e la giovane tese la mano davanti a lui. Paul la poggiò sulla sua e osservò Alan negli occhi.
------------------------da leggere con 'Somebody to love' dei Jefferson Aiplane-------------------------
Quest'ultimo guardò entrambi e si soffermò sulle loro mani. Era una promessa impegnativa ma, in fondo, era quello il suo obbiettivo…si non si sarebbe arreso…mai!
I suoi amici avevano fiducia in lui e non gli avrebbe delusi.
Sorrise e poggiò anch'egli la sua mano sulle loro.
"Prometto! Sarete fieri di me!"
voltò le spalle al suo mondo e scomparve portato via dalla scala mobile.

Con lo zaino in spalla e una forte dose di coraggio si avviò per il corridoio di imbarco.
Una signorina aspettava davanti al portellone.
Lo osservò con sguardo sorpreso e un po' incerto.
Alan sorrise e porse il biglietto aereo. Buttò un occhio all'interno del velivolo e sgranò gli occhi:
i passeggeri erano tutti uomini di colore! L'unico 'bianco' era lui. Non che la cosa avesse importanza però…faceva uno strano effetto.
"Sicuro di non aver sbagliato volo?" domandò stentando un sorriso
il giovane osservò ancora i passeggeri per un attimo, poi sorrise "No, credo proprio di no!"l'hostess ricambiò il suo sorriso
"Posto 32, sesta fila accanto al finestrino!"
Alan ringraziò e si avviò al suo posto.
Sistemò il bagaglio a mano sopra il sediolino.
Un signore in abiti tradizionali si sistemò accanto a lui. Gli sorrise.
Alan ricambiò e sentì che tutti i suoi muscoli cominciavano a rilassarsi. In un attimo era incredibilmente tranquillo: la paura e la tensione si erano come dissolte. Era come se quel viaggio lo stesse riportando finalmente a casa!
Allacciò la cintura e osservò l'aeroporto di Tokyo farsi piccolo piccolo.
Ma non c'erano solo Paul e Charlie ad augurargli buona fortuna, qualcuno dall'alto del tetto dell'aeroporto stava osservando il suo aereo che si allontanava.
Il vento ne scompose il lungo mantello nero. C'erano numerose persone intorno a lui ma nessuno sembrò accorgersi della sua presenza.
"Buon viaggio Alan, il nostro cammino è appena cominciato e la strada è decisamente lunga ma io veglierò suoi tuoi passi. Ti aspetto in Nigeria…"


Fine

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