Per troppo amore


Non chiedetemi niente!
Mi faccio paura da sola!!!

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Un grido straziante ruppe il silenzio.
- Perché? - chiese la donna in lacrime - Perché? Lo hai fatto? -
Ma la domanda non ottenne risposta.
Un vuoto incolmabile tutt'intorno e in testa solo quella domanda senza risposta.
- I miei bambini! - disse tra i singhiozzi.
I corpi delle due piccole creature, stavano riversi in una pozza di sangue, su quello che era sempre stato un bellissimo tappeto.
La donna cadde a terra in ginocchio vinta da quel dolore.
- Cosa ti avevano fatto? Cosa? - gridò stringendo al petto quelle due anime innocenti.
- Erano colpevoli, - disse finalmente - colpevoli di troppo amore! -
Lei si alzò di scatto e girò, l'uomo che le dava le spalle, con un gesto rabbioso.
- Come puoi dire certe cose? Erano i tuoi figli! -
Lui si guardò le mani insanguinate.
- No, ti sbagli. Uno solo era mio figlio, l'altro era del tuo amante, un uomo che oramai non c'è più! -
La donna rimase gelata: allora, sapeva!
Com'era possibile?
E lui aveva fatto la stessa fine delle due povere creature?
- L'hai… -
- No, come non ho ucciso i bambini. Non sono un mostro! -
I due si guardarono negli occhi per un lungo istante.
All'improvviso dal piano superiore della casa si udì uno sparo.
La donna corse subito a vedere e sul suo letto, con la pistola ancora fumante, c'era lui con gli occhi aperti.
Si era ucciso, un colpo alla tempia.
- No, non può essere vero! - sussurrò scivolando lentamente con la schiena lungo il muro.
- E' finita per tutti! - disse l'uomo sulle scale.
- Ti ho amato e ti amo ancora! Perdonami se non sono riuscito a difenderti da tanto dolore! -
La donna alzò gli occhi, giusto il tempo di vederlo cadere a terra.
- Tsubasa! - gridò correndogli in contro.
- Sanae, mi dispiace! -
- No è tutta colpa… - s'interruppe all'improvviso.
Uno splendido sorriso e poi la fine.
Tsubasa suo marito, Yoru suo figlio, la piccola Aki e il suo amante: tutti morti in un solo attimo di "ordinaria" follia.
- Ti amo anch'io, Tsubasa! - disse alzandosi e dirigendosi in camera.
- E amo ache te, Taro! -
Una folata di vento, le scompigliò i capelli corvini.
- Si fermi signora! - gridò qualcuno alle sue spalle, ma lei era già in un altro mondo: un mondo di luce eterna.
- Sto arrivando! - sussurò qualche secondo prima che il suo esile corpo toccasse terra.

 

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