Cherry Blossom

PARTE TERZA: UNA NUOVA VITA

1. AGOSTO

La giovane donna scese dall'aereo guardandosi attorno un po' spaesata. Era arrivata ad Amburgo finalmente…Quelle ultime due settimane erano state veramente frenetiche: tra preparativi e saluti era stato un vortice di emozioni e paure…Non aveva voluto che i ragazzi la accompagnassero all'aeroporto li aveva salutati il giorno prima della partenza al campo di allenamento. Erano stati così carini: avevano addirittura organizzato una festicciola d' addio…tutti anche Ishizaki si erano mostrati dispiaciuti che lei se ne andasse:
- Mi mancherai Nakazawa…come farò a divertirmi…ora chi potrò prendere in giro?
Lei lo aveva abbracciato commossa dicendogli che anche a lei sarebbero mancate le loro litigate, poi tutti l'avevano circondata porgendole un pacchetto: era la maglia della Nankatsu con il suo nome scritto sulla schiena…Tsubasa se ne stava in disparte e la osservava in silenzio…Da quando si erano incontrati quella mattina lungo il canale non avevano più scambiato una parola neppure durante gli allenamenti.
"Allora vai per Genzo?"
Quella frase continuava a girarle nella testa, il tono con cui l'aveva detto era stato così…duro, quasi carico di dolore e di rimprovero…Sanae non riusciva a smettere di sentirsi un po' in colpa, ma lei non aveva fatto nulla e poi il pensare che Tsubasa potesse essere geloso di Genzo era un pensiero assurdo…Avrebbe voluto parlargli, ma per ironia del destino non erano riusciti a scambiare più di due parole e sempre in compagnia di altri…soprattutto Kumi…non si staccava mai dal braccio di Tsubasa senpai da quando aveva saputo che Sanae sarebbe partita…Il koala e il baobab…dovette trattenersi per non scoppiare a ridere a quell'immagine ogni volta che le capitava di vederli assieme. Non sapeva se c'era qualcosa tra loro…non che le importasse ma credeva di no, Tsubasa era troppo concentrato sui suoi alti obiettivi per accorgersi di chi gli stava accanto…Lei lo sapeva fin troppo bene…Non è che la sua situazione fosse migliore adesso però…Sorrise amara passandosi una mano tra i capelli…Era innamorata di Genzo…ma per lui era solo un'amica…
"Ma io e Sanae siamo solo amici e quel bacio non significa nulla di quello che pensi tu"
Così aveva detto a Tatsuo Mikami…Certo solo amici…E allora lei perché aveva scelto proprio Amburgo? Aveva vinto anche una borsa di studio negli Stati Uniti….avrebbe potuto scegliere ed evitare di andare a infilarsi in un ginepraio di sentimenti non corrisposti…e allora perché? Forse aveva una spiccata vocazione al martirio…Un po' di sano sadomasochismo? Certo i suoi sentimenti per Genzo avevano prevalso sul buonsenso…E poi da quando in qua lei aveva del buonsenso? Bastava vedere quanti anni aveva perso dietro a Tsubasa che non vedeva nulla oltre al pallone…E poi, quando aveva mandato domanda per l'Università aveva tentato un azzardo, una sfida al Destino o a chiunque ci fosse dietro…e quando l'avevano accettata ad Amburgo si era detta che se il Destino si prendeva gioco di lei, lei si sarebbe beffata del destino…Ed eccola lì fuori dall'aeroporto di Amburgo carica di valige e con il dubbio atroce di aver fatto un sciocchezza, forse sarebbe stata meglio l'altra alternativa, ma ormai non poteva più tornare indietro…Chiuse gli occhi prese un profondo respiro e chiamò un taxi…
Raggiunse il campo dell'Amburgo senza minimamente guardarsi attorno per scoprire quella che sarebbe stata la città in cui avrebbe vissuto per i prossimi anni. Il suo unico pensiero era rivolto a Genzo…Non aveva avvertito nessuno del fatto che sarebbe arrivata prima…Però aveva voglia di vederlo subito, immediatamente…per tutto il viaggio non aveva fatto altro che contare i minuti che la separavano da quell'incontro…Sentiva il cuore martellarle nel petto…Un anno, era passato un anno esatto…E ora finalmente lo avrebbe rivisto…Quante cose erano successe in quei mesi, lei era cambiata, aveva dato un'altra prospettiva alla sua vita…Aveva paura ma ormai era fatta, e poi si era ripromessa di non lasciarsi più guidare dagli altri per le sue decisioni…Oddio non che la sua decisione di venire ad Amburgo fosse del tutto priva di condizionamento…
Il centro sportivo dove si allenava l' Amburgo era veramente enorme, considerò una volta scesa dal taxi, e dopo aver chiesto all'autista di aspettarla qualche minuto si fece coraggio ed entrò. Quando fu in vista del campo di calcio della prima squadra trasse un bel respiro profondo e si nascose dietro un albero per osservare da lontano gli allenamenti.
Eccolo là tra i pali…Leggermente chinato pronto a ricevere il tiro di Schneider perfettamente concentrato…Lo vide compiere tutti quei gesti che faceva di solito e sorrise sotto la visiera del cappellino con le sue iniziali poteva indovinare lo sguardo concentrato teso a percepire Schneider e ogni suo minimo gesto.
Quando il Kaiser fece partire il suo tiro Sanae rimase senza parole era ancora più potente di quello che ricordava…Genzo riuscì solo a respingerlo con i pugni…
Il pallone volò lontano dalla porta dirigendosi verso di lei. Lo raccolse scostandosi dall'albero:
- Ehi tu?! Non puoi stare qui…Non è consentito assistere agli allenamenti - una voce alle sue spalle la fece sussultare
Si volse trovandosi davanti la faccia di Tatsuo Mikami:
- Sig Mikami, buongiorno…- mormorò incerta - Sono Sanae Nakazawa…
- Ma tu dovevi arrivare dopodomani…
- Lo so mi spiace ma ci sarebbero stati degli scioperi e ho preferito anticipare…Sono venuta al campo perché non sapevo come raggiungervi…
- Sì d'accordo vieni tanto Genzo ha finito gli allenamenti per oggi…Così andiamo a casa sarai stanca…
Tenendosi stretto tra le braccia il pallone Sanae si incamminò dietro a Tatsuo Mikami mentre il suo cuore accelerava i battiti e pensava che le gambe non l' avrebbero sorretta fino alla porta di Genzo…ecco ancora pochi passi e gli sarebbe stata di fronte…
Lui non aveva prestato molta attenzione a dove fosse finito il pallone respinto ma continuava a concentrarsi sugli altri tiri che gli arrivavano dai suoi compagni di squadra:
- O.K. per oggi basta così Genzo…- la voce di Mikami lo distolse da quella concentrazione
Si volse togliendosi il berretto per asciugarsi il sudore e solo allora la vide…e percepì anche la reazione dei suoi compagni di squadra…si irrigidì.
- Nakazawa…-
Lei gli si avvicinò piano con un sorriso dipinto sul viso
- Ciao Wakabayashi kun…- credeva che il cuore le sarebbe uscito dal petto…quanto le erano mancati quel sorriso, quel volto, quella voce…
- Ciao Sanae…sei arrivata…
- Sì…
- Visto che ce l' hai fatta? - lo disse piano
- Senza di te però non l'avrei neppure immaginato. - gli sorrise
- Il merito è tutto tuo…Sei arrivata prima…
- Già…
- Dove hai lasciato i bagagli?
- Sono sul taxi, gli ho chiesto di aspettarmi…avevo voglia di vederti…- la scappò detto
Lui si calò la visiera sugli occhi imbarazzato, percepiva gli sguardi di tutti i suoi compagni di squadra su di lui e soprattutto poteva sentire quello di Schneider, dannazione, sperò non si ricordasse quel nome che aveva pronunciato quella mattina di pioggia al campo…
- Se mi aspetti in macchina con Tatsuo…andiamo a casa. Cercherò di fare più presto possibile Sarai stanca…
- D'accordo…Allora ci vediamo tra un po'…- lo salutò allontanandosi dopo aver posato a terra il pallone che per tutto quel tempo aveva tenuto stretto al petto…Si ritrovò a pensare che se non lo avesse avuto gli avrebbe sicuramente gettato le braccia al collo…

Mentre lei si allontanava Schneider si avvicinò a Genzo:
- Dann die ist sie?1 - domandò piano in modo che gli altri non sentissero
Genzo si aggiustò il cappellino e senza rispondere si diresse verso gli spogliatoi. Mentre lasciava che l'acqua della doccia lavasse via la stanchezza si ritrovò a pensare e, come, gli capitava molto spesso in quegli ultimi tempi il viso sorridente di Sanae accompagnava i suoi pensieri…Averla rivista era stata la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che i suoi sentimenti non erano cambiati…né si erano affievoliti con la lontananza di quei mesi…Come aveva potuto essere così stupido anche solo di pensare che l'avrebbe dimenticata così per magia solo non vedendola…Genzo aveva cercato di non pensare a lei, riflettendo sul fatto che era impossibile che potesse succedere qualcosa tra loro per un sacco di buone ragioni di cui ora non ne rammentava neppure una. Ma, come al solito, i pensieri come i sentimenti non seguivano nessun comando razionale…Appena l'aveva vista aveva dovuto fare un grosso sforzo su sé stesso per non andarle incontro, abbracciarla, lasciarsi avvolgere dal suo profumo di gelsomini…come quel giorno lungo il Viale dei Ciliegi… Scosse la testa per fare andare via l'acqua in eccesso dai capelli e uscì dalla doccia avvolgendosi in un asciugamano:
- Ehi Wakabayashi…dove la tenevi nascosta quella bellezza, - la voce di Vogel lo riscosse
- Già potresti presentarcela…O volevi tenertela tutta per te…- aggiunse Hollerbach
Genzo si volse verso di loro guardandoli cupo, Schneider dietro di loro lo osservava con un sorrisino ironico ma lui senza rispondere finì di vestirsi e presa la sua borsa uscì dagli spogliatoi…
- Geht's zum Teufel2…- borbottò mentre usciva dallo spogliatoio seguito dalle risate di suoi compagni di squadra
La macchina correva lungo il nastro d'asfalto della statale lasciandosi alle spalle la città e poi la zona della periferia:
- Allora come è andato il viaggio…- chiese Genzo
- Noioso…- commentò Sanae reprimendo a stento un sbadiglio - anche il film che hanno trasmesso lo avevo già visto con Yukari a Tokyo…
- Succede quasi sempre così…Cosa dicono i ragazzi?
- Mi hanno detto di salutarti…Sono rimasti molto stupiti del fatto che avessi fatto domanda per una borsa di studio all'estero…
- Ma non gli avevi detto nulla dei tuoi propositi?
Si strinse nelle spalle:
- Un po' per scaramanzia e un po' perché non volevo si impicciassero dei fatti miei…E anche quando il preside mi ha comunicato che l'avevo ottenuta non ho detto nulla subito…
- E Tsubasa? - la domando gli era uscita senza volerlo
Lei si volse a guardare fuori dal finestrino:
- Lui…non ha detto nulla…-
Effettivamente non aveva detto nulla a parte
"Allora vai per Genzo…"
" Io credo di essermi innamorata di Genzo…"
Anche se lui non aveva sentito quelle parole perché era corso via, Sanae era sicura che l'avesse in qualche modo intuito…Senza voltarsi osservò il profilo di Genzo riflesso sul finestrino con un dito ne seguì i contorni…
Lui si volse in quel momento per sbirciarla e i loro sguardi si incontrarono attraverso il vetro, si sorrisero arrossendo un poco distogliendo subito lo sguardo.
La casa dei Wakabayashi apparve alla loro vista appena superata una curva. Si stagliava candida sul verde del prato all'inglese e del boschetto che le stava alle spalle…
- Benvenuta…- le disse Genzo quando lei scese dalla macchina - Da qui comincia la tua nuova vita…

 

2. OTTOBRE

Ormai erano passati due mesi dal suo arrivo ad Amburgo. Aveva iniziato a frequentare l'università e stava cominciando ad ambientarsi. Fortunatamente capiva un pochino di tedesco e con Genzo avevano deciso di non parlare in giapponese…quindi tutto era un po' più facile. La città le piaceva molto era così diversa da Fujisawa, ma stranamente non si sentiva così spaventata come aveva immaginato prima della partenza, ma era piena di eccitazione per tutte quelle novità…La mattina dopo colazione, qualche volta Genzo la accompagnava all'università e poi andava al campo ad allenarsi con i suoi compagni mentre lei il pomeriggio faceva delle lunghe passeggiate per visitare la città e imparare ad orientarsi. Sorrise. Una nuova vita…Era stato facile lasciarsi tutto alle spalle dopotutto…Arrivò al parco che aveva scoperto il suo primo giorno di esplorazione. Camminando tra i sentieri aveva visto un grande spazio verde che i ragazzi avevano trasformato in un rudimentale campo di calcio e dove giocavano quasi tutti i pomeriggi dopo la scuola. Aveva preso l'abitudine di fermarsi a guardarli per un po' lasciando che i ricordi scivolassero sulla sua memoria come gocce di pioggia sul vetro di una finestra. Quel giorno i ricordi la travolsero più prepotenti di altre volte…La Nankatsu, Tsubasa e gli altri…chissà cosa stavano facendo…Se chiudeva gli occhi, lasciandosi cullare dal vociare dei ragazzini che si incitavano su quel campo improvvisato, poteva immaginare di essere di nuovo a Fujisawa al campo di allenamento della Nankatsu…
Quel giorno a quel pensiero il suo sguardo s'intristì per un attimo, tutto sommato un po' le mancavano, doveva ammetterlo, se chiudeva gli occhi poteva vederli bene tutti quanti: Ishizaki, Izawa, Morisaki…Sorrise ripensando a tutti quegli anni che si era occupata di loro e…di Tsubasa. Basta! Scosse la testa. Doveva smetterla di pensarci! Aveva deciso di dare una svolta alla sua vita liberandosi del passato e ora doveva andare avanti. Il pensiero di Genzo le si insinuò nella mente…Senza di lui non si sarebbe mai decisa, lui l'aveva incoraggiata e spinta a dare quella svolta alla sua vita…Ma doveva ammettere con sé stessa che i suoi sentimenti per Genzo erano un problema…"Solo amici" aveva detto a Tatsuo…In quei primi due mesi si erano visti poco o niente, tra partite, trasferte e mercoledì di Champions League capitava sovente che lo vedesse più spesso attraverso lo schermo televisivo che non a casa.
Gli mancava molto la sua compagnia: quell'estate in Giappone erano stati molto tempo assieme si vedevano quasi tutti i giorni e ora scambiavano appena poche frasi in macchina durante il tragitto per l' Università o la sera a cena quando Genzo non era in ritiro con la squadra…Forse però era meglio così, si disse Sanae, ma evitare di vederlo troppo quando abitavano nella stesse casa ( per quanto grande fosse…) non era una buona cura per cancellare i sentimenti dal suo cuore…Le era capitato molte notti di svegliarsi sentendolo rientrare dalle trasferte all'estero e di restare poi sveglia pensando a lui che dormiva nella prima stanza in cima alle scale…Una notte si era alzata aveva socchiuso la porta e fatto un paio di passi in direzione della stanza di Genzo in fondo al corridoio…per poi correre a letto nascondendo la testa sotto la trapunta di piume spaventata dai pensieri che si era ritrovata a formulare…Sarebbe stata un pazzia…
Si rimise a camminare, quel parco le piaceva molto era così rilassante, c'era un sacco di gente: bambini che si rincorrevano gridando, persone che facevano footing, chissà magari un giorno o l'altro avrebbe potuto cominciare a correre anche lei, così tanto per occupare il tempo, anche se prevedeva che da lì a pochi mesi con l'Università non le sarebbero rimasti molti momenti liberi…
Mentre era immersa in quei pensieri la sua attenzione venne distratta dall'abbaiare di un cane che si stava avvicinando. Si fermò vedendo venirle incontro un cucciolo di cane lupo che si avventò su di lei… Il cane non aveva intenzioni aggressive e si mise a leccarla sul viso pieno d'entusiasmo scodinzolando.
La ragazza si mise a ridere per nulla spaventata, era abituata alle effusioni di Buck il cane di Genzo…La prima volta che era uscita in giardino le si era praticamente fiondato addosso gettandola a terra e cominciando a leccarle il viso, scodinzolando allegro, davanti a un Genzo esterrefatto che aveva commentato:
- Di solito non fa così…Con gli estranei è aggressivo…
- Si vede che io gli piaccio…-aveva risposto lei sorridendo
- Già…- era stato la reazione di Genzo mentre la osservava con le braccia incrociate al petto e uno sguardo indecifrabile sotto la visiera che l'aveva fatta arrossire…
- Mi spiace! - disse una voce maschile distogliendola da quei ricordi - Kusch Boris!
Quando riuscì a liberarsi dalle effusioni del cane Sanae poté vedere che davanti a lei c'era un ragazzo sorridente in tuta sportiva con i capelli biondi e gli occhi azzurri: lo riconobbe immediatamente e rimase impietrita . Anche lui doveva averla riconosciuta perché la stava fissando:
- Tu sei Nakazawa, se non sbaglio…Sanae. L'amica di Wakabayashi…
- Sì, Schneider…- disse lei alzandosi
- Sai chi sono…
- Chi non conosce Karl Heinz Schneider: il Kaiser…- disse lei chinandosi ad accarezzare Boris
Karl la guardava sorridendo mentre giocava con il piccolo cane che continuava a saltarle sulle gambe per ricevere una dose di coccole. Così quella era la ragazza che a quanto pareva aveva fatto breccia nel cuore del SGGK. Doveva ammettere che si aspettava qualcosa di un po' più appariscente, ma Genzo lo aveva stupito non poco per il solo fatto di vederlo così preso da una donna…Era nervoso, lo notava da come dirigeva la difesa durante gli allenamenti: più di una volta era stato sul punto di fare a pugni con Ernst o Gravensen, i due difensori più arretrati colpevoli secondo lui di non fare abbastanza attenzione. Durante le trasferte poi era intrattabile più del solito. Quando gli altri lo provocavano su Sanae reagiva sempre bruscamente con un ostinato silenzio calandosi la visiera del cappellino sugli occhi ed evitando di raccogliere le provocazioni, solo una volta a una sua domanda diretta aveva detto che lui e Sanae erano solo amici…ma allora? Schneider riteneva che quelli non fossero affari suoi ma a lui pareva che Genzo fosse innamorato di Sanae, forse lei non corrispondeva i suoi sentimenti? Genzo da quando era tornato dal Giappone dopo l'incidente al mignolo l'anno precedente era strano, sempre scostante e burbero e non era più ritornato al suo paese natio…E poi c'era stata quella mattina al campo sotto la pioggia…lui aveva pronunciato il suo nome…Che tra loro fosse successo qualcosa durante quell'estate?Già ma cosa? Schneider la osservò un po' di sottecchi mentre giocava con il suo cucciolo, non riusciva proprio a immaginarlo:
- Allora come ti trovi qui in Germania…-
- Molto bene…Fortunatamente conoscevo un po' la lingua e non ho avuto grosse difficoltà ad ambientarmi…- rispose Sanae sistemandosi meglio sul prato mentre il piccolo cane lupo le saltava in grembo ricominciando a leccarla…
- Come mai sei venuta in Germania? - Schneider si sedette accanto a lei incuriosito
- Ha vinto una borsa di studio per la facoltà di medicina…- spiegò Sanae - L'estate scorsa Genzo mi ha convinta a tentare questa strada e io ho presentato alcune domande…negli Stati Uniti e qui, e alla fine mi hanno accettato da entrambe le parti…
- Perché hai scelto proprio Amburgo…? - la domanda di Schneider la colse alla sprovvista e lei si trovò ad arrossire senza poterlo evitare.
- E' stato un caso…Più un azzardo che altro…Non avrei mai pensato di vincere proprio questa…- si ritrovò a mormorare con evidente imbarazzo, la cosa non sfuggì a Schneider che si lasciò sfuggire un sorrisino compiaciuto ma non indagò oltre:
- Come sta Tsubasa?
Sanae si strinse nelle spalle:
- Bene…Quando sono partita era ancora in Giappone...
- Ma io sapevo che Ozora era partito per il Brasile con Roberto Hongou alla fine dell'ultimo Torneo Giovanile di Parigi
- Sì ma quest'anno è tornato per giocare l'ultimo campionato con la Nankatsu. Una sorta di addio…
- Strano che Genzo non lo abbia imitato…- osservò il Kaiser
Sanae se lo era chiesta anche lei perché Genzo non era rimasto in Giappone quell'anno eppure sapeva che il preside della scuola aveva provato a convincerlo, anche prima della sua partenza:
- Credo che per lui la possibilità di giocare in prima squadra con l' Amburgo fosse più stimolante
- Già penso anche io che restare ad Amburgo gli facesse più comodo…- disse Karl alzandosi e richiamando il cane poi aggiunse sorridendo - Credo però non si aspettasse un goal simile dal destino…
Karl si allontanò soddisfatto, ora capiva molte cose e anche cosa poteva aver conquistato Genzo di quella ragazza…Solo non gli era ancora chiaro quale fosse il problema trai due, non era un gran conoscitore dei sentimenti umani, ma se Sanae aveva avuto la possibilità di scegliere altre destinazioni, c'era un valido motivo perché la sua scelta era caduta proprio su Amburgo…E lui aveva il vago sospetto che il motivo si chiamasse Genzo Wakabayashi…

Genzo stava seduto sul divano e leggeva un giornale sportivo. Sanae gli si fece più vicino sbirciando da sopra le pagine…Lui la guardò alzando appena gli occhi:
- Sì? Volevi qualcosa?
- Genzo tu domani, non hai allenamenti vero?
- No, perché? -
- Ti prego dai usciamo stasera…Che so andiamo a ballare…- poi vedendo la sua espressione poco convinta si affrettò ad aggiungere - …o anche solo a bere qualcosa…Ti va?
- Non saprei neppure dove portarti…non conosco birrerie
- Non ti preoccupare, c'è un locale vicino al Campus. Si chiama "R4" mi pare…da fuori sembra carino…E poi aggiunse - in un sussurro - è un po' che non stiamo insieme noi due…
Genzo la guardò stupito poi le disse di andarsi a preparare…E mentre lei saliva le scale che portavano al piano di sopra si fermò in fondo al grande scalone travolto dai suoi pensieri…Bhè sì aveva ragione da quando era arrivata effettivamente avevano passato poco tempo assieme e doveva ammettere che gli era mancata…Ancora quel pensiero scosse la testa…certo che era strano, come faceva a sentirne la mancanza se vivevano sotto lo stesso tetto e dormivano a pochi metri l'uno dall'altra…Già ma doveva ammettere con se stesso che c'erano notti in cui quei pochi metri di corridoio parevano una distanza infinita da colmare…ma poi voleva colmarla? Cosa sarebbe accaduto se avesse fatto un piccolo passo verso di lei, lasciando libero sfogo ai suoi sentimenti…E sei lo avesse respinto? Scosse la testa così rischiava di impelagarsi in ragionamenti vuoti e senza senso…E poi lei…chissà se era ancora innamorata di Tsubasa e se pensava ancora a lui…Poteva essere, in fondo ogni tanto la sorprendeva con lo sguardo malinconico perso nel vuoto…
Quando entrarono nel locale molti occhi si volsero a guardare Sanae con ammirazione e Genzo sentì una piccola ondata di gelosia travolgerlo, si volse a guardare la giovane che accanto a lui pareva non essersene neppure accorta e senza sapere perché si trovò a sorridere.
Si sedettero ad un tavolino appartato e ordinarono due boccali di birra:
- Allora- disse Genzo sorseggiando il suo bicchiere - ti sei ambientata?
- Sì è tutto così stimolante…- annuì Sanae - non credevo…Prima di partire ero così piena di paure ora invece mi sembra di essere qui da sempre
Assaggiò la birra e lo guardò con un'espressione che lo fece ridacchiare:
- Ma è disgustosa!!!
- Bhè può sembrare al primo sorso ma poi ti abitui…
Sanae ne bevve un altro sorso ma la sua opinione non cambiò
- Non ne senti la mancanza?Dei ragazzi voglio dire…- le chiese Genzo
Sanae rimase un po' soprapensiero prima di rispondere:
- Non proprio, sai ho avuto così tanto da fare in questo periodo che quasi non ci ho pensato…Mi sono venuti in mente ieri per la prima volta perché al parco ho visto un gruppo di ragazzini che giocavano a calcio con le porte fatte con gli zaini della scuola…E mi sono ritrovata catapultata indietro di anni… per un attimo ero di nuovo quella ragazzina che inseguiva un sogno…una illusione - posò il mento su una mano e lasciò vagare lo sguardo come seguendo il filo immaginario di un aquilone che la portava lontano - Quanto tempo è passato…Sai mi sono accorta, in quel parco, di essere cambiata, di non essere più quella Sanae che aspettava, che si lasciava guidare dai sogni di qualcun altro…Credo che anche i sentimenti per Tsubasa, in fondo, facessero un po' parte di quella vecchia Sanae…Ora che ho finalmente in mano la mia vita con i miei ritmi, con la giusta scansione del tempo tutto acquista una dimensione nuova…
Genzo fissò la ragazza che aveva davanti rendendosi conto solo ora che quella non era più la Sanae della scorsa estate, quella era una giovane donna di quasi vent'anni con le idee chiare: prendere la decisione di lasciare il Giappone le aveva fatto acquisire maggiore consapevolezza e dato maggior sicurezza in sé stessa…Anche fisicamente era molto cambiata in quell'anno che non l'aveva vista, era diventata una giovane donna molto attraente con quei capelli scuri che aveva lasciato crescere e ormai le arrivavano quasi a sfiorare le spalle e quegli occhi color nocciola…no quelli erano rimasti sempre uguali capaci di lasciarlo senza fiato…E poi lo stesso profumo di gelsomini…lo aveva sentito in macchina mentre gli sedeva accanto dandogli le indicazioni per raggiungere il locale…E aveva notato che quando parlava di Tsubasa il suo sguardo restava limpido, sereno…
- Genzo…- lei lo stava chiamando scotendogli la mano davanti agli occhi -…ti sei incantato?
La guardò sorridendo:
- Bhè sei così bella stasera…- gli scappò detto quasi senza rendersene conto
Sanae arrossì…era a disagio…non era abituata ai complimenti nei suoi confronti, non aveva mai considerato questo aspetto di sé…d'altronde Tsubasa non aveva mai dimostrato di notarla oltre le sue attenzioni di manager, però le fece piacere che lui la trovasse bella molto più che pensare che Tsubasa avrebbe potuto farlo:
- Scusa - le disse Genzo - Non volevo metterti in imbarazzo.
- No - rispose lei - non sono abituata ai complimenti…Sai quando hai sempre avuto come rivale un pallone da calcio non ti fermi a considerare queste cose…
Genzo vedendo il lampo birichino che le passava negli occhi non poté trattenersi dallo scoppiare a ridere passandosi una mano tra i capelli ricciuti.
- Già immagino sia così…
Lei rimase a guardarlo con dolcezza:
- Che c'è?- disse lui quando se ne accorse
- Mi piace sentirti ridere…Non lo fai spesso e quando lo fai…mi rende felice…- osservò lei abbassando subito lo sguardo sul suo bicchiere sentendosi imbarazzata di quello che aveva detto e per cercare di darsi un contegno ne bevve un lungo sorso…
Una dolce melodia si diffuse dagli altoparlanti nel locale e alcune coppie si alzarono dai tavoli per andare al centro del locale a ballare allacciate…Sanae tornò a guardare Genzo.
- Ti va di ballare?- gli chiese a bruciapelo senza sapere neppure lei perché, forse era l'effetto della birra o che altro, ma non le importava.
La musica attorno a loro era un'atmosfera avvolgente e altre coppie occupavano la piccola pedana ma quando sentì le braccia di Sanae attorno al suo collo per lui non ci fu nulla oltre a loro due al mondo…Loro due che ballavano, il corpo di lei abbandonato tra le sue braccia, il suo profumo che lo avvolgeva…Genzo dovette fare affidamento a tutto il suo autocontrollo per non stringerla di più a sé e affondare il viso nei suoi capelli perdendo ogni controllo. Chiuse gli occhi assaporando quel momento senza permettersi di pensare ad altro: lei era lì tra le sue braccia e anche se solo per quella sera niente altro contava. Quando la musica terminò restarono per alcuni istanti fermi al centro della pedana, come se non volessero staccarsi poi Genzo la sentì muoversi contro di sé, sollevarsi sulla punta dei piedi farsi più vicina e avvicinandosi al suo orecchio sussurrare con voce rotta:
- Grazie Genzo sei un buon amico per me…
Quando sentì il fiato di lei sfiorargli l'orecchio Genzo si sentì percorso da una scarica elettrica, ma a quelle parole il suo cuore si fermò per un breve attimo…

Quella stessa notte Sanae non riuscì a chiudere occhio, si sentiva scoppiare la testa e il cuore. Continuava a rivoltarsi nel letto. Perché aveva detto quella frase…Non lo sapeva…Le erano uscite e basta…E poi le parole che in realtà avrebbe voluto dire erano altre…Stare tra le braccia di Genzo l'aveva lasciata sconvolta, non erano mai stati così vicini, neppure quel pomeriggio sotto i ciliegi…era stata come una scossa improvvisa…Trovarsi lì contro il suo petto avvolta dal suo calore, così rassicurante, protettivo non le era mai capitato di sentirsi così…Avrebbe voluto sussurrargli ben altro all'orecchio…ma aveva avuto paura, paura che lui la respingesse, paura di perderlo…non avrebbe retto a perdere Genzo. Si guardò le braccia sentendole così vuote…Abbracciò il cuscino affondandoci dentro il volto. Le lacrime la sorpresero allagandole gli occhi e il viso in un fiume inarrestabile.
Nello stesso istante in fondo al corridoio, Genzo stava sdraiato sul letto a guardare il soffitto continuando ad ascoltare come un eco, che gli risuonava nella testa all'infinito, le parole di Sanae quella sera…Si disse che quella era la conferma che Sanae non provava nulla per lui oltre la semplice amicizia, la cosa però poneva un problema, non indifferente si disse Genzo. Doveva dimenticarla… Le parole di Sanae quel giorno sotto i ciliegi lo colpirono come una pugnalata fredda…perché gli tornavano in mente ora?
"Io credo che sarebbe molto facile amarti…Una volta imparato a guardare oltre le apparenze"
- Già …- mormorò amaramente - ma non per te…

 

3. DICEMBRE

Presto arrivò Natale e per Sanae tutto era una scoperta nuova…Il Natale in Europa aveva un'atmosfera completamente diversa da come lo festeggiavano loro in Giappone…
- Ti va di andare in giro per vedere le vetrine e gli addobbi natalizi oggi pomeriggio? - gli propose Genzo quel giorno entrando in camera sua dopo aver bussato
- Ma non ti devi allenare?- chiese lei incerta alzando gli occhi dal testo di Medicina che stava studiando. In realtà le avrebbe fatto molto piacere passare un po' di tempo con Genzo ma non voleva che lui perdesse del tempo
- C'è la pausa per le feste Natalizie si riprende dopo Capodanno…Allora che ne dici? Pensi di potere abbandonare per un po' i tuoi libri?
- Volentieri, stavo giusto cercando una scusa…
- Bene allora se ti prepari in fretta possiamo uscire tra mezz'ora…
- Volo…- esclamò Sanae chiudendo il libro con un movimento rapido della mano
Genzo si chiuse la porta alle spalle sorridendo era un po' che voleva passare del tempo con Sanae in fondo le mancava e anche se si era ripromesso di seppellire i suoi sentimenti non poteva certo trascurarla per sempre…
Le strade di Amburgo era decorate con rami di pino e agrifoglio e alle porte dei negozi erano state messe delle lampade a olio…Genzo e Sanae camminavano per le strade di Amburgo in silenzio godendosi l'uno la vicinanza dell'altra. Era bello stare così vicini ma allo stesso tempo lontani assaporando solo la compagnia. Era stato un periodo frenetico per entrambi e si erano visti talmente poco…Sussultò quando sentì il braccio di Sanae infilarsi sotto al suo e stringersi a lui…Era piacevole dopo tutto, sentiva il suo calore propagarsi per tutto il braccio si volse a guardarla sorridendole:
- Grazie, Genzo. - il ragazzo si stupì, nel sentire Sanae ringraziarlo. - Sento che sarà un Natale stupendo. Il mio primo Natale occidentale…Con te…
Lui la guardò un po' imbarazzato come sempre quando lei metteva l'accento su quell' aspetto del loro rapporto…Un noi che in fondo non c'era ma che però…Scosse la testa
"Grazie Genzo sei un buon amico per me…" aveva mormorato quella sera
La voce di Schneider li riscosse
- Ehi, ma guarda che incontro fortunato…Wakabayashi e Nakazawa…Giro di acquisti natalizi?
- Karl…
- Ehi Karl dove lo hai lasciato il piccolo cucciolo? - chiese Sanae guardandosi intorno aspettando di vedersi piombare quella piccola palla di pelo tra le gambe per la solita dose di coccole
Genzo li guardò interrogativamente:
- Non potevo portarlo qui con tutta questa gente…- spiegò
- Peccato mi sarebbe piaciuto tanto vederlo…E' così dolce…
Schneider si volse verso Genzo mentre diceva:
- Potresti venire a trovarlo qualche volta…Wakabayashi sa dove abito…
- Oh mi piacerebbe moltissimo…- mormorò d' impulso Sanae - ma non vorrei disturbare
- Com'è che siete così in confidenza?- chiese Genzo cercando di dare un tono sorpreso e casuale alla sua domanda ma si accorse subito dal sorriso di Karl di aver fallito miseramente…Dannazione ci mancava solo che Schneider avesse compreso i suoi sentimenti per Sanae. Non poteva essere altrimenti visto la domanda di quel giorno al campo " Dann die ist sie?"
- Ci incontriamo ogni tanto al parco…Sai com'è si scambia due chiacchiere e Sanae gioca con il piccolo Boris…- spiegò Schneider guardandolo dritto negli occhi
- Ah…- fu il laconico commento di Genzo mentre si accorgeva di essere geloso…Sanae non glielo aveva detto.
- Hey Wakabayashi…cosa fate per la vigilia di Natale tu e la tua amica? - la voce di Schneider lo riscosse
- Nulla di particolare…Perché voi cosa fate? - Sanae era molto incuriosita
- Si organizzano cenoni e festeggiamenti per aspettare la Mezzanotte…- spiegò Genzo
- Sembra divertente…- commentò Sanae, poi si rivolse a Genzo - Tu come pensavi di festeggiare?
- A dire la verità non ci avevo ancora pensato…Non ho mai festeggiato queste cose…-
- Perché non venite alla festa che darò a casa mia? Ci sarà tutta la squadra…- Schneider guardò Genzo con attenzione aspettando una risposta
- Perché no… - si ritrovò a mormorare evitando di guardare nella sua direzione. Dannazione Schneider si divertiva a metterlo in imbarazzo ultimamente non si lasciava sfuggire occasione di stuzzicarlo su Sanae in ogni modo…

Sanae camminava velocemente sul marciapiede cercando di evitare di scontrarsi con gli altri passanti che correvano affaccendati negli ultimi acquisti. Una folata di vento gelido misto a nevischio la investì una volta girato l'angolo: si strinse ancora di più nel pesante montone…ma sembrava che quello non bastasse a riscaldarla dal freddo di dicembre. La città era totalmente illuminata dalle luci del Natale, ormai mancava poco…e lei doveva ancora comprare un regalo per Genzo e Tatsuo Mikami…Il regalo per il sig Mikami non era un problema…una bellissima sciarpa di morbido cashemire sarebbe andata benissimo…Ma il regalo per Genzo era tutto il pomeriggio che girava per le strade di Amburgo in cerca del regalo adatto, ma ogni cosa che aveva visto non gli sembrava abbastanza…avrebbe voluto qualcosa di personale, ma non troppo, qualcosa che gli facesse capire quanto lui fosse importante…Oddio si disse ma così non troverò mai nulla che vada bene…si fermò un istante di fronte alla vetrina di un negozio di abbigliamento che esponeva in vetrina molti abiti eleganti per Capodanno…si fermò pensierosa a considerare la possibilità di acquistarne uno per la festa di Karl, ma scartò subito l'idea, poi passò alla vetrina di fianco e vide una serie di maglioni di lana da uomo con la cerniera a lato del collo: quello era il regalo adatto a Genzo…Un bel maglione caldo e morbido…Sorridendo felice entrò nel negozio per fare il suo acquisto.
Arrivò a casa completamente intirizzita, ma ciò non le impedì di salire le scale canticchiando una canzone natalizia sentita quella mattina alla radio di cui non ricordava tutte le parole.
La voce di Genzo dal fondo delle scale la fece sussultare:
- Siamo allegri vedo…Fatto acquisti ? - con un cenno del capo indicò le due borse che aveva con sé
- Già…
- Trovato qualcosa per la festa? - indagò lui curioso
Scosse la testa:
- No…
- Se ti va la governante ha fatto lo zabaione…
- Volentieri…poso questi pacchi e scendo ho proprio bisogno di qualcosa di caldo…

Quando entrò nel salone Sanae rimase a bocca aperta nel vedere nell'angolo destro poco discosto dalla finestra un grosso abete carico di luci e palline colorate…e Genzo in piedi accanto ad esso che stava sistemando le ultime decorazioni:
- Ma cosa…
Lui si volse con in mano alcune palline colorate:
- Bhè questo è un albero di Natale
- Questo lo vedo anche io…
- Allora? Vuoi darmi una mano? O stai lì a guardare?
- Mi avevi promesso lo zabaione…
- Prima finiamo l'albero poi lo zabaione…
- Cattivo…- fece il broncio inginocchiandosi di fianco a lui
Lo squillo del telefono gli impedì di ribattere:
- Sig Genzo il Sig Mikami la vuole al telefono…- la governante si affacciò sulla porta. Genzo si diresse verso lo studio per rispondere al telefono e disse alla Governante di portare lo zabaione a Sanae…
La telefonata con Tatsuo fu breve e concisa ma Genzo non tornò subito in salotto dove sentiva Sanae che chiacchierava con la governante mentre finivano di preparare l'albero…Si sedette su una delle poltrone di velluto dello studio di suo padre lasciandovisi cadere stancamente con un sospiro senza sapere che fare…La Juventus lo aveva richiesto per chiudere la stagione visto che il loro portiere titolare si era gravemente infortunato e c' erano buone probabilità di una conferma dell'ingaggio per l'anno successivo…In un altro momento non ci avrebbe pensato due volte a dare una risposta affermativa…ma ora…eppure questa poteva essere la soluzione…andarsene: lasciare Amburgo era una eventualità che non aveva mai preso in considerazione neppure quando i primi tempi aveva incontrato serie difficoltà di ambientazione. Lui era abituato a non lasciare mai la presa, e questa sua caparbietà lo aveva aiutato ad arrivare dove stava adesso: in prima squadra dell'Amburgo lui un portiere Giapponese… ma con Sanae…Il lieve bussare alla porta lo riscosse:
- Genzo…- la voce di Sanae
Senza aspettare risposta lei fece capolino dalla porta con in mano una tazza fumante:
- Ti ho portato il tuo zabaione…- gli disse porgendogli la tazza accompagnandola con un sorriso che scese fino in fondo al suo cuore
- Grazie…- rispose lui prendendola e lasciando che il calore gli riscaldasse le dita gelate per qualche istante, era piacevole…ma cosa avrebbe potuto togliere il gelo che invece provava al cuore?
- Wakabayashi kun tutto bene? Mi sembri preoccupato…
Lui si volse a sorriderle, era tanto che non lo chiamava così:
- Tutto bene Nakazawa san…Ti va di restare un po' qui? Se apri le tende possiamo guardare scendere la neve…
Lei annuì e dopo aver tirato le pesanti tende di velluto si accoccolò ai piedi di Genzo in silenzio perdendosi nei suoi pensieri…Se solo avesse alzato gli occhi a incontrare quelli del SGGK che in quel momento la stavano fissando quello che vi avrebbe scorto l'avrebbe lasciata senza fiato…
"Come posso lasciarla?Eppure non vedo altra soluzione…"

Sanae si sentiva molto nervosa quella sera senza sapere perché, si guardò allo specchio per l'ennesima volta. Indossava un semplice tubino nero con una scollatura che lasciava scoperte abbondantemente le spalle mettendo in vista generosamente il decolté e uno spacco laterale ma era incerta del risultato…Eppure la commessa che le aveva venduto quell'abito le aveva detto che stava d'incanto. Ora però che stava nella sua stanza…non ne era poi così sicura…si sfiorò i capelli raccolti in uno chignon da cui sfuggivano delle ciocche di capelli…Sospirò bhè tanto ormai era tardi anche solo per ripensarci…era già in ritardo e Genzo la stava aspettando, dovevano andare da Karl per le nove ed erano già le otto e mezza passate…Si fermò un istante a pensare a lui, era stato strano in quei giorni, pensieroso più del solito e capitava spesso che lo sorprendesse a guardarla da sotto la visiera con uno strana luce negli occhi. Più di una volta le era sembrato che fosse sul punto di dirle qualcosa, ma poi girava sui tacchi e se ne andava a giocare con Buck in giardino…Lei allora saliva in camera sua e si metteva ad osservarlo dalla finestra incapace di capire cosa gli passasse per la testa, lo sentiva così distante…Si affrettò ad uscire dalla stanza dopo aver indossato la stola di lana che completava l'abito…non poteva attardarsi ancora
Genzo Wakabayashi se ne stava in piedi in fondo alla scalinata con un gomito appoggiato alla colonnina che chiudeva il corrimano, guardandosi la punta delle scarpe con aria falsamente indolente, quelle giornate erano state le più difficili della sua vita, non aveva ancora preso la sua decisione Tatsuo l'ultima volta che si erano sentiti gli aveva detto " Mi fido delle tue decisioni so che farai la scelta più giusta" Dannazione allora perché non sapeva cosa fare? Una parte di lui avrebbe voluto scappare il più lontano possibile da Sanae, e l'altra sapeva che farlo avrebbe significato far morire una parte del suo cuore…Alzò la testa quando sentì un lieve rumore provenire dall'alto delle scale…Gli ci volle tutto il suo controllo per non rimanere a bocca aperta mentre osservava Sanae scendere le scale con passo incerto…ma con una grazia che lo affascinava:
- Accidenti ai tacchi…- borbottò quando fu giunta in fondo - perché mi sono fatta convincere dalla commessa del negozio a comprarle…
Cercava di nascondere il proprio imbarazzo e di apparire disinvolta
- Andiamo? - Genzo le porse il braccio mentre la guardava di sottecchi prevedendo che i suoi compagni di squadra stasera sarebbero stati come mosche attorno ad un vasetto di miele…Quella sera era veramente stupenda, ma la cosa straordinaria era quella grazia naturale di cui lei non era per nulla consapevole e che la rendeva tremendamente sexy ed affascinante.

La casa di Schneider era una villetta a due piani vicino al centro di allenamento dell'Amburgo…quando Sanae e Genzo arrivarono a destinazione si accorsero di essere gli ultimi
- Pensavo che non sareste più venuti…- gli disse Schneider accogliendogli sulla porta - Sanae sei stupenda stasera…
- …Grazie - la ragazza arrossì del complimento
- Venite ci sono tutti…
Sanae fu trascinata da Schneider in mezzo a un campanello di persone per fare le presentazioni. Molti erano i giocatori della prima squadra che aveva intravisto qualche volta al Wolkpark Stadion quando era andata a vedere Genzo giocare in casa…alcuni erano lì con le proprie mogli e fidanzate:
- Lei è Sanae Nakazawa, un'amica del nostro portiere Wakabayashi…- la presentò Karl
La giovane fu subito circondata da un nugolo di persone che la tempestavano di domande, su come si trovasse in Germania su come fosse la vita in Giappone…Ogni tanto alzava lo sguardo in direzione di Genzo che rimaneva poco discosto ad osservarla senza dare segno di voler partecipare alla conversazione…
Karl gli si avvicinò lasciando sola Sanae assieme alle mogli :
- Allora Genzo?
- Che vuoi Karl? -
L'altro lo guardava sorridendo e a Genzo non piacque il lampo divertito che passò nel suo sguardo
- Quando ti deciderai a dirle dei tuoi sentimenti
- Di cosa stai parlando? - si mise sulla difensiva
- Andiamo è inutile che fingi con me…Guarda che è palese la cosa…
- Non capisco perché sto ancora qui ad ascoltarti…
- Forse perché in fondo ti va di parlarne…
- Con te?
Schneider si strinse nelle spalle poi vedendo che l'altro non accennava a continuare il discorso.
- Io non ti capisco, sai? Sanae è una donna meravigliosa se ne sei innamorato perché non ti dichiari…
- Tu non puoi capire…
- Che cosa? Che il grande SGGK ha paura? - incurante dell'occhiata di fuoco che l'altro gli lanciò proseguì - Paura di essere respinto?
Genzo fece per allontanarsi ma Karl lo fermò posandogli la mano sul braccio:
- Noi non siamo mai stati grandi amici Genzo, però ci rispettiamo no? Se accetterai l'offerta della Juventus sei davvero disposto ad andartene così senza dirle quello che provi? Te ne andresti dopo che lei è venuta qui…per te? -
- Ti sbagli lei è venuta, qui per studiare…E per dimenticare Tsubasa
- Anche per studiare, ma non sarei così sicuro sul fatto di dimenticare Ozora. Tu sapevi che lei aveva un'altra scelta? Che avrebbe potuto andare negli Stati Uniti? - Schneider vide compiaciuto che Genzo sussultò a quelle parole:
- Non me lo aveva detto…
Il sig. Keller si avvicinò a loro due interrompendo la loro conversazione e Schneider salutato il Presidente della squadra si allontanò dopo aver lanciato un'occhiata inequivocabile a Genzo:
- Wakabayashi…non pensavo saresti venuto…conoscendo la tua idiosincrasia ai rapporti con la squadra…
- Sig. Presidente…Karl ci ha invitato…e allora non mi pareva carino rifiutare
- E così sei in compagnia? Chi sarebbe la tua compagna?
Genzo indicò Sanae che stava parlando con le mogli di Butt e Weetendorf e Schneider era accanto a lei, come se si fosse accorta che lui la stava guardando Sanae alzò gli occhi e gli sorrise radiosa, lui rispose con un gesto del capo e un mezzo sorriso
- Deliziosa…- commentò Keller - E la lasci sola così? Con la fama di dongiovanni del Kaiser…
- Io e Sanae non…lei è un'amica che sta studiando medicina…
- Ah! Sì lo avevo sentito ma Wakabayashi..- lo guardò fisso - da come la guardi non mi sembra solo un'amica…Comunque cambiamo discorso possiamo parlare?
Genzo seguì il Presidente nella stanza attigua:
- Ascolti Wakabayashi…Il direttore sportivo della Juventus mi ha chiamato stamani…
Genzo lo ascoltava e intanto osservava attraverso la porta aperta Sanae che ora stava ballando con Karl e sorrideva alle battute di lui…sembravano a loro agio e molto in confidenza…Il pensiero di dover partire per l'Italia lo aveva tormentato per tutti quei giorni da quando Tatsuo gli aveva comunicato prima di Natale, la proposta della società bianconera…E poi le parole di Karl…
- …Roberto Bettega mi ha sollecitato a dargli una risposta sulla proposta di darti in prestito per questo fine stagione e ha confermato la possibilità di acquisto definitivo a partire dal prossimo campionato…Con ottime condizioni di contratto devo dire…- il Presidente sparò una cifra esagerata come ingaggio, ma Genzo si voltò appena a guardare il Presidente da sopra la spalla, poi tornò di nuovo a guardare in direzione di Sanae:
- So che è una scelta difficile…Ho detto loro che ti avrei sollecitato e che avrei lasciato a te la scelta…Pensaci e fammi sapere…Hai tempo fino all'inizio dell'anno. Ti vorrebbero per la ripresa del campionato…- gli passò di fianco fermandosi un istante accanto a lui e seguendo il suo sguardo aggiunse - Capisco anche che è difficile decidere di lasciare qualcosa di così importante…
Genzo sussultò capendo benissimo a cosa il Presidente Keller si riferiva, ma erano davvero così evidenti i suoi sentimenti per lei?
La Juventus…l'Italia…poteva essere una occasione d'oro per fare un salto alla sua carriera…quello era il club più prestigioso a livello europeo, se non addirittura mondiale, aveva vinto tutto e giocare in quella squadra voleva dire entrare a far parte della Storia del calcio…si volse di nuovo verso la sala a guardare Sanae che continuava a ballare con Schneider…
"Ogni tanto ci incontriamo al Parco…"
Perché Sanae non gliene aveva parlato? Era attratta da Karl? Si stava dimenticando di Tsubasa innamorandosi di Schneider? E lui? Cosa avrebbe fatto? Se la sarebbe lasciata portare via?Di solito non era tipo da cedere su cose che considerava importanti, era come in campo per lui contava vincere, ma con Sanae riaffiorava tutta la sua insicurezza, una insicurezza che aveva radici profonde e che lui aveva sempre nascosto dietro quella sua aria strafottente…La guardò, quella sera era veramente stupenda con quell'abito…Era luminosa…radiosa…quanto era che non la vedeva così?
" Grazie Genzo sei un buon amico per me…"
"E' venuta qui per te…"
"… poteva andare negli Stati Uniti…"
Le parole di Karl gli risuonavano nella testa come un eco martellante…E se…il cuore accelerò i battiti al pensiero di quell'eventualità…Tornò a guardarla…
La vide staccarsi da Karl e portarsi una mano al petto ridendo per poi voltarsi per tutta la sala come se cercasse qualcuno…Si mosse leggermente per mettersi nel suo specchio di visuale e quando lei lo vide si diresse verso di lui sorridendo:
- Ehi Genzo…non sei un gran cavaliere…Dove sei sparito per tutta la sera?
- Vedo che però hai trovato chi mi ha sostituito…- commentò lui indicando con un gesto del capo Schneider che si muoveva da un gruppo all'altro scherzando con tutti i suoi compagni di squadra.
- Oh, Karl, è stato così gentile da farmi compagnia…
- Perché non mi hai detto che vi incontrate al parco? - le chiese a bruciapelo
Lei fece un gesto vago con la mano mentre si voltava verso il cameriere per prendere due bicchieri di champagne, ne porse uno a Genzo che rifiutò:
- Non mi sembrava una cosa importante…E poi sarà capitato un paio di volte…da come lo dici tu sembra che ci siamo incontrati tutti i giorni…
Il cameriere ripassò e lei gli consegnò uno dei due bicchieri
- E di cosa parlate?
Lei si portò una mano al volto ridacchiando:
- Sai a dire la verità…- lo guardò - a volte pare di parlare con Tsubasa…
Genzo sollevò un sopraciglio guardandola con aria interrogativa e lei spiegò:
- Parla solo di calcio…-
Genzo scoppiò in una fragorosa risata attirando l'attenzione degli altri giocatori che si volsero a guardarlo un po' stupiti, nessuno aveva mai sentito Genzo Wakabayashi ridere a quella maniera, così rilassata e spontanea…Karl si avvicinò loro con un sorriso guardando un punto sopra le loro teste:
- Sanae permetti?
- No, Karl un altro ballo proprio non riuscirei a farlo…sono sfinita
- Ma io volevo solo rispettare una tradizione…- si avvicinò a lei e la baciò sulla guancia quando si staccò da lei guardò Genzo dritto negli occhi e gli disse:
- E tu? Non rispetti la tradizione?
Sanae sussultò…Il tempo parve fermarsi e i rumori cessare attorno a loro…quando sentì la sua mano sulla spalla tutto scomparve, c'erano solo loro due sotto quel rametto di vischio. Sentì il suo respiro sulla pelle prima che lui posasse le sue labbra sulla sua guancia chiuse gli occhi per qualche istante…mentre il cuore pareva volerle schizzare fuori dal petto.

Più tardi Genzo si affacciò alla porta finestra che dava sul giardino della casa di Schneider. Cercava Sanae era un po' che non la vedeva in giro, dopo che si erano scambiati il bacio sotto il vischio lei si era allontanata con la scusa di andare a rinfrescarsi il trucco, e lui aveva scambiato quattro chiacchiere con i suoi compagni di squadra…Sanae era in giardino seduta su una poltrona in veranda, fasciata nel grande scialle di lana che Tatsuo le aveva regalato per Natale:
- Sanae. -
- Oh Genzo…- lei era sussultata evidentemente non lo aveva sentito avvicinarsi
- Non hai freddo?…
- No è piacevole stare qui…e poi mi piace quest'aria così fredda che profuma di neve…Siediti un po' accanto a me, se chiudi gli occhi puoi immaginare di essere a Fujisawa…
- Hai nostalgia di casa?
- Sì, un po' mi mancano i miei genitori e mio fratello…credo sia l'effetto delle feste, no? Renderci malinconici…
- Già credo di sì…- disse sedendosi accanto a lei sull'altra poltrona
- Sai cosa mi manca più di tutto?- mormorò lei piano e aggiunse subito senza aspettare risposta da lui -…I ciliegi in fiore…strano no? Come uno senta la nostalgia per le cose più sciocche…
- Già mancano anche a me…
Rimasero in silenzio per alcuni istanti un po' imbarazzati per le implicazioni di quella frase e i ricordi che in loro risvegliava…
- Sanae…- Genzo interruppe quel momento ricordando tutto a un tratto il motivo che lo aveva spinto a cercarla
- Sì? - c'era qualcosa di strano nella voce del ragazzo. Lei si volse sorridendo, rendendosi conto di come il solo fatto che lui fosse lì accanto le la rendeva immensamente felice…Troppo felice, le ricordò una vocina, d'improvviso Sanae divenne triste…Lo guardò di sottecchi anche al buio poteva scorgere il profilo volitivo di Genzo stagliarsi contro il cielo scuro e la sua espressione non poteva vederla bene però le pareva pensieroso…
- Genzo…Tutto bene?
Lui si volse a guardarla:
- Sanae…come hai fatto a sapere che la tua decisione di venire in Germania era quella giusta?
Rimase interdetta da quella domanda:
- Bhè non saprei…
- Hai valutato tutte le possibilità? I pro e i contro? Come quelli di non rivedere più Tsubasa…
- Non so Genzo…Forse ho solo considerato se questa decisione mi pareva funzionale alla mia vita…
- Cioè? - lui la guardò senza capire cercando di indovinare la sua espressione ma il buio della notte glielo impediva
Si strinse nelle spalle:
- Bhè ho solo considerato che a Fujisawa non avevo più nulla che mi trattenesse…Tutto qui -
- E come fai a sapere se la decisione che hai preso è giusta?
- Credo dipenda da come tu ti senta nella situazione quando ci sei…
- Sì, ma prima…- insistette lui
Si guardarono per qualche istante, entrambi si trovarono incatenati nello sguardo dell' altro in una muta comunicazione indecifrabile, poi un rumore li riscosse:
- Non credo che prima tu possa sapere veramente se quella è la decisione giusta. Molte volte bisogna rischiare…
- E tu hai rischiato? - la guardò e lei abbassò gli occhi - Venendo qui voglio dire, invece che negli Stati Uniti?
- Chi te lo ha detto che avevo la possibilità…- si interruppe
- Karl
- Oh…- si fermò qualche istante poi proseguì - Non molto, sapevo che c'eri tu…
Lui la guardò alzando un sopraciglio e Sanae si affrettò ad aggiungere:
- Sai molte volte la presenza di una persona amica è un incentivo…
- Forse ma questo non è il mio caso…la Juventus mi ha richiesto come portiere in prestito per terminare la stagione…Con la possibilità di essere acquistato definitivamente dal prossimo campionato…- mormorò senza riuscire a guardarla negli occhi
Il cuore di Sanae si fermò per qualche secondo mentre chiedeva:
-E cosa pensi di fare?
- Non lo so…Certo l'opportunità è buona…
Sanae mormorò:
- Così te ne andresti a Torino…in Italia…la Juventus è una delle squadre più importanti a livello internazionale…Quando dovresti partire?
" Così te ne vai e mi lasci sola…"
- Non lo so…Il presidente ha detto che l'ultima parola è la mia…
"Se tu vuoi che io resti…non hai che da dirmelo"
- E tu hai già deciso?
" Non andare. Resta con me…"
- Sarebbe una grande occasione per la mia carriera…
" Chiedimi di rinunciare e io mando all'aria tutto.."
- Il sig Mikami che dice?…-
" Al diavolo la tua carriera…"
Si strinse nelle spalle:
- Ha sempre lasciato decidere a me su queste cose…
" Io ti amo Sanae…"
- Vai…- gli disse Sanae con voce ferma e sorridendo - E' importante per te…Non hai nulla che ti trattiene qui…- disse cercando di nascondere il dolore che provava
" Resta con me…Io ti amo…"
- E' chiaro che se io andassi via tu potresti restare a casa mia…Ho già parlato con Tatsuo e lui si occuperebbe di tutto…
- Ma di questo non devo preoccuparti, come vincitrice della borsa di studio potrei ottenere ancora l'alloggio al Campus…
Genzo non rispose e il silenzio calò tra loro come una coltre pesante.
Piano attorno a loro cominciò a scendere la neve…Sanae la guardò scendere per un po' attraverso il velo di lacrime che rischiavano di tracimare dalle sue ciglia senza che lei potesse fare nulla per impedirlo.

 


4. GENNAIO

Quella sera Sanae si girava e rigirava nel letto incapace di dormire. Il pensiero che Genzo potesse andarsene in Italia le era insopportabile…"Vai "gli aveva detto lei mentre in realtà voleva supplicarlo di non lasciarla…Cosa avrebbe fatto se lui fosse andato via? Certo aveva la sua vita all'Università, aveva fatto alcune amicizie con i compagni di corso e si era ambientata benissimo ma Genzo era una parte veramente importante nella sua nuova vita…Averlo accanto tutti i giorni, andare a vederlo alle partite quando giocava al Wolkspark Stadion…passare quelle rare serate seduti sul divano ad ascoltare la musica o a chiacchierare. Averlo accanto così era molto meglio che non vederlo affatto, se lui fosse andato a Torino…si sarebbero visti ancora meno:
- Io ti amo…- lo disse a voce alta questa volta lasciando che il peso delle parole cadesse su di lei assorbito dal silenzio della stanza…perché, perché non lo aveva detto quella sera alla festa di Karl mentre parlavano fuori sotto la neve che scendeva placida a coprire tutto con il suo manto candido di silenzio...perché, perché lo stesso silenzio non poteva scendere sul suo cuore e sul dolore che la stava tormentando…Si alzò dandosi della sciocca…come poteva credere che solo dicendogli di amarlo lo avrebbe indotto a rinunciare a quella opportunità…E poi non sarebbe stato giusto…In questi ultimi giorni aveva cercato di non pensarci molto…ma ora lui avrebbe dovuto dare la risposta al Presidente dell'Amburgo…Chissà da lì a una settimana Genzo Wakabayashi avrebbe potuto essere a Torino. E lei cosa avrebbe fatto?Puoi restare qui le aveva detto. Il pensiero di restare in quella casa senza di lui le era però insopportabile…Scosse la testa dicendosi che doveva smettere di pensarci tanto così non avrebbe concluso nulla…
Scese in cucina per bere un bicchiere di latte…Fuori cominciavano a sentirsi dei tuoni che accompagnarono gli scrosci di pioggia…
Mentre si versava il latte nel bicchiere vide Genzo che correva sotto la pioggia attorno al campo di calcio sul retro della casa.
Senza badare a nulla uscì dalla porta secondaria e lo raggiunse a piedi scalzi e in pigiama…non voleva che se ne andasse senza sapere…Gli avrebbe detto ciò che provava…Rimase però ferma sotto l'acqua a guardarlo correre con la tuta nera dell'Amburgo il cappellino calato sugli occhi e il capo chino…Cosa stava per fare? Non poteva…"Solo amici"…ma davvero lui non provava nulla di diverso per lei? Qualche volta le era parso di scorgere qualcosa nei suoi occhi mente la guardava…Forse era il momento di scoprirlo…Non poteva lasciarlo andare via senza confessargli i suoi sentimenti…e senza sapere…Doveva farsi coraggio.
"Quando si ama bisogna dirlo…no?"
Chi le aveva detto quella frase?…Kumi in quel lontano pomeriggio sotto casa di Tsubasa dopo la finale con il Toho…l'anno che poi era partito per il Brasile da Parigi…Lei allora non aveva confessato i suoi sentimenti a Tsubasa, non ne aveva trovato il coraggio mentre era in camera sua quel pomeriggio…ma perdere Genzo…no non poteva perdere Genzo senza tentare…Quello che provava per lui era molto più profondo dei suoi sentimenti per Tsubasa…
Un tuono più forte degli altri scosse l'aria cogliendola alla sprovvista e coprendosi le orecchie con le mani lanciò un urlo più di sorpresa che di spavento attirando così l'attenzione del giovane portiere:
- Sanae…
Genzo le fu subito accanto:
- Cosa ci fai fuori con questo tempo e per giunta così conciata?-
- …Potrei farti la stessa domanda…-
- Non riuscivo a dormire…ma io, mia cara, non sono in pigiama e completamente scalzo…- osservò lui prendendola in braccio e dirigendosi verso casa
- Devi sempre puntualizzare tutto…- osservò lei sorridendo appoggiando il capo sulla sua spalla e godendosi quel momento
Lui sorrise senza rispondere. All'interno della villa provò ad accendere la luce dopo averla posata a terra a malincuore, ma inutilmente:
- Accidenti quel tuono deve aver fatto saltare la corrente - si volse verso Sanae - Dammi la mano e stammi vicino…- disse intrecciando le sue dita a quelle di lei.
Si diresse verso le scale nell'ingresso e salì al primo piano avanzando tentoni, seguendo il muro. Entrò nella sua stanza e senza lasciare la mano di lei la condusse nel bagno dove aprì i rubinetti dell'acqua calda:
- Ecco fatti un bagno caldo, io vado a cercare delle candele e qualcosa di asciutto…
- Genzo…- lo richiamò proprio mentre stava per uscire
" Resta con me…"
- Mmm?!
- Ci sarebbe anche una cioccolata calda magari?
Lui rise di quella risata profonda e allegra così rara e proprio per questo così preziosa .
Si immerse nel tepore della vasca piena d'acqua dopo averci aggiunto un po' di bagnoschiuma…un forte aroma muschiato si liberò nell'aria…Il profumo di Genzo…Ripensò alla prima volta che lo aveva sentito…quel bacio sulla guancia quel giorno al campo della Nankatsu quando lui aveva detto al sig. Mikami
"Solo amici…"
- Sanae…- la voce di lui la fece sussultare - Ti ho messo una mia tuta sul letto e una candela sul comodino. Io vado a farmi una doccia…
Quando sentì la porta della stanza chiudersi uscì dalla vasca e avvolta in un asciugamano entrò nella stanza di Genzo vide subito la tuta stesa sul letto…Mentre si vestiva osservò alla tenue luce della candela la camera…Non era mai entrata nella sua stanza eppure doveva ammettere che rispecchiava appieno la personalità di Genzo…La tuta le andava un po' grande…ma era bello sentirsi avvolti dal suo profumo; provò ad accendere ancora una volta la luce ma nulla…Poteva scendere a prepararla lei la cioccolata, si disse invece che stare lì ad aspettare…Chissà che ora era…ma la sveglia sul comodino di Genzo andava con l'elettricità ed era spenta…
Cercando di non inciampare e rischiare di rompersi qualche osso rotolando sulla scalinata di casa Wakabayashi scese al pian terreno e si diresse verso la cucina…trovò dei fiammiferi in un cassetto e tutto l'occorrente per la cioccolata…
Mentre era intenta a versare la cioccolata nelle tazze sentì la voce leggermente preoccupata di Genzo provenire dal piano di sopra:
- Sanae?…- probabilmente era rientrato in camera e non l'aveva trovata
- Sono in cucina Genzo…Vai a sederti in salotto che arrivo con la cioccolata…- gli rispose affacciandosi alla porta.
Quando entrò nel salotto vide che aveva già acceso il caminetto…Una dolce luce aranciata si diffuse per la stanza. Sanae si era seduta per terra sul tappeto le gambe ripiegate sotto di sé e la tazza della cioccolata tra le mani e pareva immersa in chissà quali pensieri…Genzo si perse qualche istante a guardarla: i capelli ormai lunghi oltre le spalle le incorniciavano il viso dall'ovale perfetto…Gli venne in mente quel giorno al campo quando Schneider gli aveva chiesto:
" Dann Die ist sie?…"
E' lei…lui non aveva risposto passandogli accanto tenendo gli occhi bassi per non rispondere a quella domanda ma anche per evitare che Karl scoprisse tutto. La cosa era stata inutile visto il discorso che gli aveva fatto quella sera a casa sua…Certo poteva tergiversare fin che voleva con Schneider ma con sé stesso sarebbe stato tutto inutile…Aveva creduto che allontanandosi da lei i suoi sentimenti si sarebbero dissolti come neve al sole come fossero solo una illusione di quell'estate…Un sogno sotto i fiori di ciliegio…E invece da quando lei era arrivata quasi sei mesi prima…aveva dovuto combattere con sé stesso una battaglia che mai avrebbe creduto possibile…Una battaglia per impedirsi di prenderla tra le braccia…di baciarla…affondare le mani nei suoi capelli e perdersi di nuovo in quegli occhi color nocciola come quel lontano pomeriggio sotto i ciliegi in fiore…Ma poi perché doveva combattere con sé stesso? Ripensò ancora alle parole di Karl. Forse aveva ragione la sua era solo paura di essere respinto. Si appoggiò al divano con la schiena bevendo un lungo sorso di cioccolata…
Era bello restare lì seduti vicini separati da appena pochi passi, pensava Sanae, guardandolo con la coda dell'occhio…sarebbe bastato così poco per colmare quello spazio…chissà cosa sarebbe successo se lo avesse fatto…posargli una mano sulla spalla…sentire il calore della sua pelle sotto le sue dita, risalire sul collo e affondare le mani nei suoi capelli…
Distolse lo sguardo mentre Genzo si voltava a guardarla…
Poteva indovinarne le curve sotto la tuta…Sanae…Quando sarebbe riuscito a resistere prima di avvicinarsi a lei attirarla a sé e baciarla con passione…trascinarla sul tappeto con lui…Chiuse gli occhi cercando di scacciare quell'immagine…
Tornò a guardarlo lui pareva essersi addormentato. Si sentì stringere il cuore al pensiero di non vederlo più e gli occhi le si riempirono di lacrime:
Lui aprì gli occhi e Sanae ritrovò incatenata in quello sguardo profondo e magnetico.
Entrambi lessero qualcosa negli occhi dell'altro…qualcosa che poteva essere solo intuito ma anche frainteso…ma erano spaventati da quello che vedevano e da quello che provavano…
- Sanae…
Genzo fu il primo a rompere quel silenzio, si fece coraggio e disse come se parlasse a sé stesso:
- Sai perché ero fuori a correre sotto la pioggia? - la sua domanda non attendeva risposta e lui continuò -…Avevo appena deciso di rifiutare la proposta della Juventus…
- Ma Genzo la tua carriera…Questa è un'occasione importante per te…
- La mia carriera non è la sola cosa importante…-
Le accarezzò i capelli giocando con alcune ciocche ribelli scese poi a sfiorarle la guancia con le dita tremanti…Sanae non si ritrasse…poteva sentire il suo respiro farsi affannoso come il mare in tempesta…Le sfiorò le labbra con dolcezza…
- Non posso andarmene in Italia …- le sussurrò all'orecchio quando si ritrasse e il cuore di lei accelerò i battiti, lo sentiva contro il suo petto - …Non posso lasciarti…Non voglio -
- Genzo…-mormorò lei appoggiando il capo sulla sua spalle
Rimasero abbracciati senza parlare, fino a che il fuoco non si spense…Genzo si godeva il tocco delicato delle sue dita tra i suoi capelli, lasciandosi avvolgere e cullare da quella sensazione di pace e dolcezza che gli aveva invaso il cuore. Dopo alcuni minuti si accorse che la mano della ragazza era appoggiata sulla sua testa ma non si muoveva, abbassò gli occhi, quel tanto che bastava per vederla in viso. Costatando che si era addormentata, la prese in braccio stringendola al petto come se fosse il suo tesoro più prezioso. Salì al piano superiore fino alla stanza di lei, la depositò nel letto e la coprì. La guardò per qualche istante dormire così tranquilla e placida…come aveva potuto pensare di potersene andare e di stare senza di lei…le accarezzò dolcemente il viso poi fece per andarsene ma la voce di lei lo trattenne:
- Resta con me ti prego…- gli disse con voce impastata dal sonno
Genzo sorrise, fece il giro del letto e si sdraiò accanto a lei mettendole le braccia attorno alle spalle l'attirò a sé,addormentandosi anche lui dopo pochi minuti.
L'indomani mattina Sanae si svegliò stiracchiandosi…Fece per alzarsi ma c'era qualcosa che la bloccava…ancora un po' assonnata si volse verso sinistra e vide Genzo profondamente addormentato che le cingeva la vita con un braccio e al suo movimento l'aveva stretta ancora di più…Si avvicinò piano a lui accoccolandosi meglio tra le sue braccia e godendosi quel momento…un grugnito provenne dall'uomo che le dormiva accanto e lei si sporse per posargli un bacio lieve sulle labbra…
Genzo sussultò svegliandosi, quasi stupito di trovarsela così vicina:
- Buongiorno…- disse scompigliandogli i capelli
- Sanae…- mormorò lui
- Sì…- disse lei piano osservandolo con dolcezza…sembrava un bambino appena sveglio. Ridacchiò
- Cosa c'è?- le chiese lui attirandosela ancora più vicina
- Nulla…- fece lei con aria ingenua
- Allora perché ridacchiavi?
- Io non stavo ridacchiando…-disse lei con un lampo birichino negli occhi
Genzo cominciò ad accarezzarle i capelli in maniera dolcissima, adesso che la realtà dei loro sentimenti era stata svelata, ogni gesto e ogni parola assumevano un significato nuovo. Sanae si avvicinò di più al ragazzo e lo baciò. Genzo reagì all'istante attirandola a sé, abbassò la testa verso il collo di lei posò le labbra sulla pelle sentendola rabbrividire:
- Genzo…- sospirò passandogli una mano sulla testa e lasciando che i capelli di lui si infilassero tra le sue dita.

 

5. MARZO

Sanae era ferma al cancello che chiacchierava con Schneider mentre i due cani, Buck e Boris giocavano tra di loro. Genzo li vide da lontano uscendo dagli spogliatoi e sentì una morsa di gelosia mordergli il cuore, mentre si avvicinava poté vedere che Sanae sorrideva e arrossiva leggermente mentre Karl le parlava poi le sorrise e senza essersi accorto di lui si allontanò di corsa con il cagnolino alle calcagna. Si volse un momento per guardare verso il campo cercando di riprendere il controllo di sé, dopo quello che gli aveva detto Tatsuo quella mattina
Sussultò quando sentì le mani di lei coprirgli gli occhi e il suo profumo avvolgerlo…Le prese le mani e se le passò attorno al collo attirandola contro di sé…assaporando quel momento:
- Allora finito per oggi?
- Che ci fai qui?
- Sono venuta a prenderti…Non avevo lezioni oggi e ho pensato di farti una sorpresa…Andiamo sulla spiaggia?

Il cane di Genzo si mise a correre verso il bagnasciuga abbaiando furiosamente alle onde. I due giovani lo osservavano un po' stupiti
- Buck cosa fai? - lo richiamò Genzo
Sanae rideva mentre il vento le scompigliava i capelli e la leggera pioggerellina che cadeva le bagnava il viso si sentiva bene …
Il cane correva da un capo all'altro della spiaggia abbaiando alla spuma ogni qual volta l'onda andava ad infrangersi sulla sabbia…
La pioggia continuava cadere mentre Sanae e Genzo restavano lì fermi sulla spiaggia ma essi parevano non accorgersene. Poi d'un tratto Genzo ruppe quel silenzio:
- ..posso farti una domanda ?- disse
- Certo dimmi… -
- Vedi...volevo sapere cosa voleva Karl da te...-
- Oh sento una punta di gelosia nelle tue parole -
- Io geloso? No...ecco...vedi è solo che....- divenne leggermente rosso
- Sei geloso... - lo canzonò lei girandosi a guardarlo
- Piantala - Genzo si abbassò la visiera sugli occhi
- ...Sei troppo carino quando arrossisci, lo sai?- lei si fece più vicina guardandolo con le mani dietro la schiena
- Ma allora ti diverti a mettermi in imbarazzo…-
- Comunque mi ha detto che era contento che avessi deciso di restare -
- Solo questo?-
- Lo dicevo io che sei proprio geloso - fece un giro su sé stessa dandogli le spalle
- Piantala…- borbottò Genzo imbarazzato -…E' solo che ora che ti ho trovata ho paura di perderti…
Lei si volse a guardarlo:
- …Perché hai paura di perdermi…
Anche lui era stupito di ciò che aveva detto ma con Sanae era così gli tirava fuori cose e sentimenti che neppure pensava di possedere, forse doveva dirglielo
-…Sanae…- cominciò
- …Io ti amo…- mormorò arrossendo
Lui la guardò felice ma disse:
-…Anche tu sei proprio carina quando arrossisci…
- E' il tuo vizio quello di puntualizzare sempre su tutto?- chiese lei
- Perché ti da fastidio?
- No, in fondo mi piace, ma a volte…- si fermò
- …a volte…?
- Sei proprio impossibile…- disse lei ridendo togliendogli il cappellino mentre lui la sollevava in aria facendola girare un paio di volte prima di attirarla tra le sue braccia e verso le sue labbra perdendo la cognizione del tempo…
Il cane corse verso di loro saltando addosso a entrambi e facendoli rotolare a terra mentre cominciava a leccare il viso di Sanae:
- Ehi, Buck…- protestò Genzo cercando di allontanarlo con un braccio mentre con l'altro continuava a tenere Sanae stretta a sé
- Lo vedi che sei geloso…- lo canzonò lei prima che lui le chiudesse la bocca con un bacio.

Arrivarono a casa bagnati fradici ridendo come due bambini, avevano perso la cognizione del tempo in spiaggia e alla fine l'acquazzone li aveva presi in pieno
- Sarà meglio che ci facciamo una doccia o qui ci prendiamo un malanno con i fiocchi -
- Hai sempre la vocazione dell'infermiera…- la canzonò lui
Dopo avergli fatto una linguaccia Sanae si diresse verso la scala ma lui la bloccò passandole le braccia attorno alla vita stringendola a sé restando in silenzio per alcuni istanti…mormorando sui suoi capelli con voce roca:
- Ti prego…dimmi che non mi lascerai…
- Genzo che stai dicendo…
- …Ecco Tatsuo…E' per questo che ho finito tardi gli allenamenti…mi ha detto che la federazione giovanile Tedesca vuole organizzare un incontro amichevole con la Nazionale juniores giapponese questa primavera…
- Era questo allora…- disse lei dopo qualche istante di silenzio -…Dubiti dei miei sentimenti? Dubiti di me Wakabayashi?
- Forse rivedendo Tsubasa…- Genzo si rendeva conto di essere pienamente irrazionale ma non riusciva a farne a meno…l'amava con tutto sé stesso, più della sua stessa vita e il terrore di perderla lo lasciava senza fiato. Quando Tatsuo gli aveva comunicato di quell'amichevole si era sentito prendere dal panico: lui che non si lasciava mai travolgere dalla paura in campo, che era in grado di conservare tutto il suo sangue freddo anche davanti all'attaccante più bravo della Bundesliga aveva il Terrore di perdere la donna che amava…
- Certo non posso negare che Tsubasa sia stato importante…per me…ma…- arrossì nel dirlo - Ora ci sei tu…E poi se era questo il problema ti sei scordato che io passerò tutta la primavera a Stoccarda per quel corso di specializzazione…quindi non ci sarò…- lo baciò per alcuni istanti poi staccandosi di malavoglia gli intimò di correre di sopra a farsi una bella doccia
- Potresti venire con me…- la provocò lui mordicchiandole un orecchio -
Sanae rise, mentre lo seguiva sulle scale

 

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Note:
1 Allora è lei?
2 Andate al diavolo!

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Note dell'autrice

Qui finisce la Parte Terza…Mi spiace se è un po' lunghetta e se magari può apparire assurdo che Genzo e Sanae ci mettano così tanto dichiararsi i loro sentimenti. Certo Genzo è una persona dal carattere molto forte, ma credo che nell'ambito dei sentimenti sia fondamentalmente un insicuro…(visti gli anni dell'infanzia in solitudine che ha trascorso)…
A presto per l'Epilogo…non so quando…ma cercherò di concludere presto…anche perché ho altre fic imbastite da concludere che mi stanno girando per la testa e per la gioia delle mie amiche che devono sorbirsele in anteprima…ma che ci volete fare io ho bisogno dei miei lettori tipo…Cià, Cià

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