1. AGOSTO
La giovane donna scese dall'aereo guardandosi attorno
un po' spaesata. Era arrivata ad Amburgo finalmente
Quelle ultime
due settimane erano state veramente frenetiche: tra preparativi e
saluti era stato un vortice di emozioni e paure
Non aveva voluto
che i ragazzi la accompagnassero all'aeroporto li aveva salutati il
giorno prima della partenza al campo di allenamento. Erano stati così
carini: avevano addirittura organizzato una festicciola d' addio
tutti
anche Ishizaki si erano mostrati dispiaciuti che lei se ne andasse:
- Mi mancherai Nakazawa
come farò a divertirmi
ora
chi potrò prendere in giro?
Lei lo aveva abbracciato commossa dicendogli che anche a lei sarebbero
mancate le loro litigate, poi tutti l'avevano circondata porgendole
un pacchetto: era la maglia della Nankatsu con il suo nome scritto
sulla schiena
Tsubasa se ne stava in disparte e la osservava
in silenzio
Da quando si erano incontrati quella mattina lungo
il canale non avevano più scambiato una parola neppure durante
gli allenamenti.
"Allora vai per Genzo?"
Quella frase continuava a girarle nella testa, il tono con cui l'aveva
detto era stato così
duro, quasi carico di dolore e di
rimprovero
Sanae non riusciva a smettere di sentirsi un po' in
colpa, ma lei non aveva fatto nulla e poi il pensare che Tsubasa potesse
essere geloso di Genzo era un pensiero assurdo
Avrebbe voluto
parlargli, ma per ironia del destino non erano riusciti a scambiare
più di due parole e sempre in compagnia di altri
soprattutto
Kumi
non si staccava mai dal braccio di Tsubasa senpai da quando
aveva saputo che Sanae sarebbe partita
Il koala e il baobab
dovette
trattenersi per non scoppiare a ridere a quell'immagine ogni volta
che le capitava di vederli assieme. Non sapeva se c'era qualcosa tra
loro
non che le importasse ma credeva di no, Tsubasa era troppo
concentrato sui suoi alti obiettivi per accorgersi di chi gli stava
accanto
Lei lo sapeva fin troppo bene
Non è che la
sua situazione fosse migliore adesso però
Sorrise amara
passandosi una mano tra i capelli
Era innamorata di Genzo
ma
per lui era solo un'amica
"Ma io e Sanae siamo solo amici e quel bacio non significa nulla
di quello che pensi tu"
Così aveva detto a Tatsuo Mikami
Certo solo amici
E
allora lei perché aveva scelto proprio Amburgo? Aveva vinto
anche una borsa di studio negli Stati Uniti
.avrebbe potuto scegliere
ed evitare di andare a infilarsi in un ginepraio di sentimenti non
corrisposti
e allora perché? Forse aveva una spiccata
vocazione al martirio
Un po' di sano sadomasochismo? Certo i
suoi sentimenti per Genzo avevano prevalso sul buonsenso
E poi
da quando in qua lei aveva del buonsenso? Bastava vedere quanti anni
aveva perso dietro a Tsubasa che non vedeva nulla oltre al pallone
E
poi, quando aveva mandato domanda per l'Università aveva tentato
un azzardo, una sfida al Destino o a chiunque ci fosse dietro
e
quando l'avevano accettata ad Amburgo si era detta che se il Destino
si prendeva gioco di lei, lei si sarebbe beffata del destino
Ed
eccola lì fuori dall'aeroporto di Amburgo carica di valige
e con il dubbio atroce di aver fatto un sciocchezza, forse sarebbe
stata meglio l'altra alternativa, ma ormai non poteva più tornare
indietro
Chiuse gli occhi prese un profondo respiro e chiamò
un taxi
Raggiunse il campo dell'Amburgo senza minimamente guardarsi attorno
per scoprire quella che sarebbe stata la città in cui avrebbe
vissuto per i prossimi anni. Il suo unico pensiero era rivolto a Genzo
Non
aveva avvertito nessuno del fatto che sarebbe arrivata prima
Però
aveva voglia di vederlo subito, immediatamente
per tutto il viaggio
non aveva fatto altro che contare i minuti che la separavano da quell'incontro
Sentiva
il cuore martellarle nel petto
Un anno, era passato un anno esatto
E
ora finalmente lo avrebbe rivisto
Quante cose erano successe
in quei mesi, lei era cambiata, aveva dato un'altra prospettiva alla
sua vita
Aveva paura ma ormai era fatta, e poi si era ripromessa
di non lasciarsi più guidare dagli altri per le sue decisioni
Oddio
non che la sua decisione di venire ad Amburgo fosse del tutto priva
di condizionamento
Il centro sportivo dove si allenava l' Amburgo era veramente enorme,
considerò una volta scesa dal taxi, e dopo aver chiesto all'autista
di aspettarla qualche minuto si fece coraggio ed entrò. Quando
fu in vista del campo di calcio della prima squadra trasse un bel
respiro profondo e si nascose dietro un albero per osservare da lontano
gli allenamenti.
Eccolo là tra i pali
Leggermente chinato pronto a ricevere
il tiro di Schneider perfettamente concentrato
Lo vide compiere
tutti quei gesti che faceva di solito e sorrise sotto la visiera del
cappellino con le sue iniziali poteva indovinare lo sguardo concentrato
teso a percepire Schneider e ogni suo minimo gesto.
Quando il Kaiser fece partire il suo tiro Sanae rimase senza parole
era ancora più potente di quello che ricordava
Genzo riuscì
solo a respingerlo con i pugni
Il pallone volò lontano dalla porta dirigendosi verso di lei.
Lo raccolse scostandosi dall'albero:
- Ehi tu?! Non puoi stare qui
Non è consentito assistere
agli allenamenti - una voce alle sue spalle la fece sussultare
Si volse trovandosi davanti la faccia di Tatsuo Mikami:
- Sig Mikami, buongiorno
- mormorò incerta - Sono Sanae
Nakazawa
- Ma tu dovevi arrivare dopodomani
- Lo so mi spiace ma ci sarebbero stati degli scioperi e ho preferito
anticipare
Sono venuta al campo perché non sapevo come
raggiungervi
- Sì d'accordo vieni tanto Genzo ha finito gli allenamenti
per oggi
Così andiamo a casa sarai stanca
Tenendosi stretto tra le braccia il pallone Sanae si incamminò
dietro a Tatsuo Mikami mentre il suo cuore accelerava i battiti e
pensava che le gambe non l' avrebbero sorretta fino alla porta di
Genzo
ecco ancora pochi passi e gli sarebbe stata di fronte
Lui non aveva prestato molta attenzione a dove fosse finito il pallone
respinto ma continuava a concentrarsi sugli altri tiri che gli arrivavano
dai suoi compagni di squadra:
- O.K. per oggi basta così Genzo
- la voce di Mikami lo
distolse da quella concentrazione
Si volse togliendosi il berretto per asciugarsi il sudore e solo allora
la vide
e percepì anche la reazione dei suoi compagni
di squadra
si irrigidì.
- Nakazawa
-
Lei gli si avvicinò piano con un sorriso dipinto sul viso
- Ciao Wakabayashi kun
- credeva che il cuore le sarebbe uscito
dal petto
quanto le erano mancati quel sorriso, quel volto, quella
voce
- Ciao Sanae
sei arrivata
- Sì
- Visto che ce l' hai fatta? - lo disse piano
- Senza di te però non l'avrei neppure immaginato. - gli sorrise
- Il merito è tutto tuo
Sei arrivata prima
- Già
- Dove hai lasciato i bagagli?
- Sono sul taxi, gli ho chiesto di aspettarmi
avevo voglia di
vederti
- la scappò detto
Lui si calò la visiera sugli occhi imbarazzato, percepiva gli
sguardi di tutti i suoi compagni di squadra su di lui e soprattutto
poteva sentire quello di Schneider, dannazione, sperò non si
ricordasse quel nome che aveva pronunciato quella mattina di pioggia
al campo
- Se mi aspetti in macchina con Tatsuo
andiamo a casa. Cercherò
di fare più presto possibile Sarai stanca
- D'accordo
Allora ci vediamo tra un po'
- lo salutò
allontanandosi dopo aver posato a terra il pallone che per tutto quel
tempo aveva tenuto stretto al petto
Si ritrovò a pensare
che se non lo avesse avuto gli avrebbe sicuramente gettato le braccia
al collo
Mentre lei si allontanava Schneider si avvicinò
a Genzo:
- Dann die ist sie?1 - domandò piano in modo che gli altri
non sentissero
Genzo si aggiustò il cappellino e senza rispondere si diresse
verso gli spogliatoi. Mentre lasciava che l'acqua della doccia lavasse
via la stanchezza si ritrovò a pensare e, come, gli capitava
molto spesso in quegli ultimi tempi il viso sorridente di Sanae accompagnava
i suoi pensieri
Averla rivista era stata la conferma, se mai
ce ne fosse stato bisogno, che i suoi sentimenti non erano cambiati
né
si erano affievoliti con la lontananza di quei mesi
Come aveva
potuto essere così stupido anche solo di pensare che l'avrebbe
dimenticata così per magia solo non vedendola
Genzo aveva
cercato di non pensare a lei, riflettendo sul fatto che era impossibile
che potesse succedere qualcosa tra loro per un sacco di buone ragioni
di cui ora non ne rammentava neppure una. Ma, come al solito, i pensieri
come i sentimenti non seguivano nessun comando razionale
Appena
l'aveva vista aveva dovuto fare un grosso sforzo su sé stesso
per non andarle incontro, abbracciarla, lasciarsi avvolgere dal suo
profumo di gelsomini
come quel giorno lungo il Viale dei Ciliegi
Scosse la testa per fare andare via l'acqua in eccesso dai capelli
e uscì dalla doccia avvolgendosi in un asciugamano:
- Ehi Wakabayashi
dove la tenevi nascosta quella bellezza, -
la voce di Vogel lo riscosse
- Già potresti presentarcela
O volevi tenertela tutta
per te
- aggiunse Hollerbach
Genzo si volse verso di loro guardandoli cupo, Schneider dietro di
loro lo osservava con un sorrisino ironico ma lui senza rispondere
finì di vestirsi e presa la sua borsa uscì dagli spogliatoi
- Geht's zum Teufel2
- borbottò mentre usciva dallo spogliatoio
seguito dalle risate di suoi compagni di squadra
La macchina correva lungo il nastro d'asfalto della statale lasciandosi
alle spalle la città e poi la zona della periferia:
- Allora come è andato il viaggio
- chiese Genzo
- Noioso
- commentò Sanae reprimendo a stento un sbadiglio
- anche il film che hanno trasmesso lo avevo già visto con
Yukari a Tokyo
- Succede quasi sempre così
Cosa dicono i ragazzi?
- Mi hanno detto di salutarti
Sono rimasti molto stupiti del
fatto che avessi fatto domanda per una borsa di studio all'estero
- Ma non gli avevi detto nulla dei tuoi propositi?
Si strinse nelle spalle:
- Un po' per scaramanzia e un po' perché non volevo si impicciassero
dei fatti miei
E anche quando il preside mi ha comunicato che
l'avevo ottenuta non ho detto nulla subito
- E Tsubasa? - la domando gli era uscita senza volerlo
Lei si volse a guardare fuori dal finestrino:
- Lui
non ha detto nulla
-
Effettivamente non aveva detto nulla a parte
"Allora vai per Genzo
"
" Io credo di essermi innamorata di Genzo
"
Anche se lui non aveva sentito quelle parole perché era corso
via, Sanae era sicura che l'avesse in qualche modo intuito
Senza
voltarsi osservò il profilo di Genzo riflesso sul finestrino
con un dito ne seguì i contorni
Lui si volse in quel momento per sbirciarla e i loro sguardi si incontrarono
attraverso il vetro, si sorrisero arrossendo un poco distogliendo
subito lo sguardo.
La casa dei Wakabayashi apparve alla loro vista appena superata una
curva. Si stagliava candida sul verde del prato all'inglese e del
boschetto che le stava alle spalle
- Benvenuta
- le disse Genzo quando lei scese dalla macchina
- Da qui comincia la tua nuova vita
2. OTTOBRE
Ormai erano passati due mesi dal suo arrivo ad Amburgo.
Aveva iniziato a frequentare l'università e stava cominciando
ad ambientarsi. Fortunatamente capiva un pochino di tedesco e con
Genzo avevano deciso di non parlare in giapponese
quindi tutto
era un po' più facile. La città le piaceva molto era
così diversa da Fujisawa, ma stranamente non si sentiva così
spaventata come aveva immaginato prima della partenza, ma era piena
di eccitazione per tutte quelle novità
La mattina dopo
colazione, qualche volta Genzo la accompagnava all'università
e poi andava al campo ad allenarsi con i suoi compagni mentre lei
il pomeriggio faceva delle lunghe passeggiate per visitare la città
e imparare ad orientarsi. Sorrise. Una nuova vita
Era stato facile
lasciarsi tutto alle spalle dopotutto
Arrivò al parco
che aveva scoperto il suo primo giorno di esplorazione. Camminando
tra i sentieri aveva visto un grande spazio verde che i ragazzi avevano
trasformato in un rudimentale campo di calcio e dove giocavano quasi
tutti i pomeriggi dopo la scuola. Aveva preso l'abitudine di fermarsi
a guardarli per un po' lasciando che i ricordi scivolassero sulla
sua memoria come gocce di pioggia sul vetro di una finestra. Quel
giorno i ricordi la travolsero più prepotenti di altre volte
La
Nankatsu, Tsubasa e gli altri
chissà cosa stavano facendo
Se
chiudeva gli occhi, lasciandosi cullare dal vociare dei ragazzini
che si incitavano su quel campo improvvisato, poteva immaginare di
essere di nuovo a Fujisawa al campo di allenamento della Nankatsu
Quel giorno a quel pensiero il suo sguardo s'intristì per un
attimo, tutto sommato un po' le mancavano, doveva ammetterlo, se chiudeva
gli occhi poteva vederli bene tutti quanti: Ishizaki, Izawa, Morisaki
Sorrise
ripensando a tutti quegli anni che si era occupata di loro e
di
Tsubasa. Basta! Scosse la testa. Doveva smetterla di pensarci! Aveva
deciso di dare una svolta alla sua vita liberandosi del passato e
ora doveva andare avanti. Il pensiero di Genzo le si insinuò
nella mente
Senza di lui non si sarebbe mai decisa, lui l'aveva
incoraggiata e spinta a dare quella svolta alla sua vita
Ma doveva
ammettere con sé stessa che i suoi sentimenti per Genzo erano
un problema
"Solo amici" aveva detto a Tatsuo
In
quei primi due mesi si erano visti poco o niente, tra partite, trasferte
e mercoledì di Champions League capitava sovente che lo vedesse
più spesso attraverso lo schermo televisivo che non a casa.
Gli mancava molto la sua compagnia: quell'estate in Giappone erano
stati molto tempo assieme si vedevano quasi tutti i giorni e ora scambiavano
appena poche frasi in macchina durante il tragitto per l' Università
o la sera a cena quando Genzo non era in ritiro con la squadra
Forse
però era meglio così, si disse Sanae, ma evitare di
vederlo troppo quando abitavano nella stesse casa ( per quanto grande
fosse
) non era una buona cura per cancellare i sentimenti dal
suo cuore
Le era capitato molte notti di svegliarsi sentendolo
rientrare dalle trasferte all'estero e di restare poi sveglia pensando
a lui che dormiva nella prima stanza in cima alle scale
Una notte
si era alzata aveva socchiuso la porta e fatto un paio di passi in
direzione della stanza di Genzo in fondo al corridoio
per poi
correre a letto nascondendo la testa sotto la trapunta di piume spaventata
dai pensieri che si era ritrovata a formulare
Sarebbe stata un
pazzia
Si rimise a camminare, quel parco le piaceva molto era così
rilassante, c'era un sacco di gente: bambini che si rincorrevano gridando,
persone che facevano footing, chissà magari un giorno o l'altro
avrebbe potuto cominciare a correre anche lei, così tanto per
occupare il tempo, anche se prevedeva che da lì a pochi mesi
con l'Università non le sarebbero rimasti molti momenti liberi
Mentre era immersa in quei pensieri la sua attenzione venne distratta
dall'abbaiare di un cane che si stava avvicinando. Si fermò
vedendo venirle incontro un cucciolo di cane lupo che si avventò
su di lei
Il cane non aveva intenzioni aggressive e si mise
a leccarla sul viso pieno d'entusiasmo scodinzolando.
La ragazza si mise a ridere per nulla spaventata, era abituata alle
effusioni di Buck il cane di Genzo
La prima volta che era uscita
in giardino le si era praticamente fiondato addosso gettandola a terra
e cominciando a leccarle il viso, scodinzolando allegro, davanti a
un Genzo esterrefatto che aveva commentato:
- Di solito non fa così
Con gli estranei è aggressivo
- Si vede che io gli piaccio
-aveva risposto lei sorridendo
- Già
- era stato la reazione di Genzo mentre la osservava
con le braccia incrociate al petto e uno sguardo indecifrabile sotto
la visiera che l'aveva fatta arrossire
- Mi spiace! - disse una voce maschile distogliendola da quei ricordi
- Kusch Boris!
Quando riuscì a liberarsi dalle effusioni del cane Sanae poté
vedere che davanti a lei c'era un ragazzo sorridente in tuta sportiva
con i capelli biondi e gli occhi azzurri: lo riconobbe immediatamente
e rimase impietrita . Anche lui doveva averla riconosciuta perché
la stava fissando:
- Tu sei Nakazawa, se non sbaglio
Sanae. L'amica di Wakabayashi
- Sì, Schneider
- disse lei alzandosi
- Sai chi sono
- Chi non conosce Karl Heinz Schneider: il Kaiser
- disse lei
chinandosi ad accarezzare Boris
Karl la guardava sorridendo mentre giocava con il piccolo cane che
continuava a saltarle sulle gambe per ricevere una dose di coccole.
Così quella era la ragazza che a quanto pareva aveva fatto
breccia nel cuore del SGGK. Doveva ammettere che si aspettava qualcosa
di un po' più appariscente, ma Genzo lo aveva stupito non poco
per il solo fatto di vederlo così preso da una donna
Era
nervoso, lo notava da come dirigeva la difesa durante gli allenamenti:
più di una volta era stato sul punto di fare a pugni con Ernst
o Gravensen, i due difensori più arretrati colpevoli secondo
lui di non fare abbastanza attenzione. Durante le trasferte poi era
intrattabile più del solito. Quando gli altri lo provocavano
su Sanae reagiva sempre bruscamente con un ostinato silenzio calandosi
la visiera del cappellino sugli occhi ed evitando di raccogliere le
provocazioni, solo una volta a una sua domanda diretta aveva detto
che lui e Sanae erano solo amici
ma allora? Schneider riteneva
che quelli non fossero affari suoi ma a lui pareva che Genzo fosse
innamorato di Sanae, forse lei non corrispondeva i suoi sentimenti?
Genzo da quando era tornato dal Giappone dopo l'incidente al mignolo
l'anno precedente era strano, sempre scostante e burbero e non era
più ritornato al suo paese natio
E poi c'era stata quella
mattina al campo sotto la pioggia
lui aveva pronunciato il suo
nome
Che tra loro fosse successo qualcosa durante quell'estate?Già
ma cosa? Schneider la osservò un po' di sottecchi mentre giocava
con il suo cucciolo, non riusciva proprio a immaginarlo:
- Allora come ti trovi qui in Germania
-
- Molto bene
Fortunatamente conoscevo un po' la lingua e non
ho avuto grosse difficoltà ad ambientarmi
- rispose Sanae
sistemandosi meglio sul prato mentre il piccolo cane lupo le saltava
in grembo ricominciando a leccarla
- Come mai sei venuta in Germania? - Schneider si sedette accanto
a lei incuriosito
- Ha vinto una borsa di studio per la facoltà di medicina
-
spiegò Sanae - L'estate scorsa Genzo mi ha convinta a tentare
questa strada e io ho presentato alcune domande
negli Stati Uniti
e qui, e alla fine mi hanno accettato da entrambe le parti
- Perché hai scelto proprio Amburgo
? - la domanda di
Schneider la colse alla sprovvista e lei si trovò ad arrossire
senza poterlo evitare.
- E' stato un caso
Più un azzardo che altro
Non avrei
mai pensato di vincere proprio questa
- si ritrovò a mormorare
con evidente imbarazzo, la cosa non sfuggì a Schneider che
si lasciò sfuggire un sorrisino compiaciuto ma non indagò
oltre:
- Come sta Tsubasa?
Sanae si strinse nelle spalle:
- Bene
Quando sono partita era ancora in Giappone...
- Ma io sapevo che Ozora era partito per il Brasile con Roberto Hongou
alla fine dell'ultimo Torneo Giovanile di Parigi
- Sì ma quest'anno è tornato per giocare l'ultimo campionato
con la Nankatsu. Una sorta di addio
- Strano che Genzo non lo abbia imitato
- osservò il Kaiser
Sanae se lo era chiesta anche lei perché Genzo non era rimasto
in Giappone quell'anno eppure sapeva che il preside della scuola aveva
provato a convincerlo, anche prima della sua partenza:
- Credo che per lui la possibilità di giocare in prima squadra
con l' Amburgo fosse più stimolante
- Già penso anche io che restare ad Amburgo gli facesse più
comodo
- disse Karl alzandosi e richiamando il cane poi aggiunse
sorridendo - Credo però non si aspettasse un goal simile dal
destino
Karl si allontanò soddisfatto, ora capiva molte cose e anche
cosa poteva aver conquistato Genzo di quella ragazza
Solo non
gli era ancora chiaro quale fosse il problema trai due, non era un
gran conoscitore dei sentimenti umani, ma se Sanae aveva avuto la
possibilità di scegliere altre destinazioni, c'era un valido
motivo perché la sua scelta era caduta proprio su Amburgo
E
lui aveva il vago sospetto che il motivo si chiamasse Genzo Wakabayashi
Genzo stava seduto sul divano e leggeva un giornale
sportivo. Sanae gli si fece più vicino sbirciando da sopra
le pagine
Lui la guardò alzando appena gli occhi:
- Sì? Volevi qualcosa?
- Genzo tu domani, non hai allenamenti vero?
- No, perché? -
- Ti prego dai usciamo stasera
Che so andiamo a ballare
-
poi vedendo la sua espressione poco convinta si affrettò ad
aggiungere -
o anche solo a bere qualcosa
Ti va?
- Non saprei neppure dove portarti
non conosco birrerie
- Non ti preoccupare, c'è un locale vicino al Campus. Si chiama
"R4" mi pare
da fuori sembra carino
E poi aggiunse
- in un sussurro - è un po' che non stiamo insieme noi due
Genzo la guardò stupito poi le disse di andarsi a preparare
E
mentre lei saliva le scale che portavano al piano di sopra si fermò
in fondo al grande scalone travolto dai suoi pensieri
Bhè
sì aveva ragione da quando era arrivata effettivamente avevano
passato poco tempo assieme e doveva ammettere che gli era mancata
Ancora
quel pensiero scosse la testa
certo che era strano, come faceva
a sentirne la mancanza se vivevano sotto lo stesso tetto e dormivano
a pochi metri l'uno dall'altra
Già ma doveva ammettere
con se stesso che c'erano notti in cui quei pochi metri di corridoio
parevano una distanza infinita da colmare
ma poi voleva colmarla?
Cosa sarebbe accaduto se avesse fatto un piccolo passo verso di lei,
lasciando libero sfogo ai suoi sentimenti
E sei lo avesse respinto?
Scosse la testa così rischiava di impelagarsi in ragionamenti
vuoti e senza senso
E poi lei
chissà se era ancora
innamorata di Tsubasa e se pensava ancora a lui
Poteva essere,
in fondo ogni tanto la sorprendeva con lo sguardo malinconico perso
nel vuoto
Quando entrarono nel locale molti occhi si volsero a guardare Sanae
con ammirazione e Genzo sentì una piccola ondata di gelosia
travolgerlo, si volse a guardare la giovane che accanto a lui pareva
non essersene neppure accorta e senza sapere perché si trovò
a sorridere.
Si sedettero ad un tavolino appartato e ordinarono due boccali di
birra:
- Allora- disse Genzo sorseggiando il suo bicchiere - ti sei ambientata?
- Sì è tutto così stimolante
- annuì
Sanae - non credevo
Prima di partire ero così piena di
paure ora invece mi sembra di essere qui da sempre
Assaggiò la birra e lo guardò con un'espressione che
lo fece ridacchiare:
- Ma è disgustosa!!!
- Bhè può sembrare al primo sorso ma poi ti abitui
Sanae ne bevve un altro sorso ma la sua opinione non cambiò
- Non ne senti la mancanza?Dei ragazzi voglio dire
- le chiese
Genzo
Sanae rimase un po' soprapensiero prima di rispondere:
- Non proprio, sai ho avuto così tanto da fare in questo periodo
che quasi non ci ho pensato
Mi sono venuti in mente ieri per
la prima volta perché al parco ho visto un gruppo di ragazzini
che giocavano a calcio con le porte fatte con gli zaini della scuola
E
mi sono ritrovata catapultata indietro di anni
per un attimo
ero di nuovo quella ragazzina che inseguiva un sogno
una illusione
- posò il mento su una mano e lasciò vagare lo sguardo
come seguendo il filo immaginario di un aquilone che la portava lontano
- Quanto tempo è passato
Sai mi sono accorta, in quel
parco, di essere cambiata, di non essere più quella Sanae che
aspettava, che si lasciava guidare dai sogni di qualcun altro
Credo
che anche i sentimenti per Tsubasa, in fondo, facessero un po' parte
di quella vecchia Sanae
Ora che ho finalmente in mano la mia
vita con i miei ritmi, con la giusta scansione del tempo tutto acquista
una dimensione nuova
Genzo fissò la ragazza che aveva davanti rendendosi conto solo
ora che quella non era più la Sanae della scorsa estate, quella
era una giovane donna di quasi vent'anni con le idee chiare: prendere
la decisione di lasciare il Giappone le aveva fatto acquisire maggiore
consapevolezza e dato maggior sicurezza in sé stessa
Anche
fisicamente era molto cambiata in quell'anno che non l'aveva vista,
era diventata una giovane donna molto attraente con quei capelli scuri
che aveva lasciato crescere e ormai le arrivavano quasi a sfiorare
le spalle e quegli occhi color nocciola
no quelli erano rimasti
sempre uguali capaci di lasciarlo senza fiato
E poi lo stesso
profumo di gelsomini
lo aveva sentito in macchina mentre gli
sedeva accanto dandogli le indicazioni per raggiungere il locale
E
aveva notato che quando parlava di Tsubasa il suo sguardo restava
limpido, sereno
- Genzo
- lei lo stava chiamando scotendogli la mano davanti
agli occhi -
ti sei incantato?
La guardò sorridendo:
- Bhè sei così bella stasera
- gli scappò
detto quasi senza rendersene conto
Sanae arrossì
era a disagio
non era abituata ai complimenti
nei suoi confronti, non aveva mai considerato questo aspetto di sé
d'altronde
Tsubasa non aveva mai dimostrato di notarla oltre le sue attenzioni
di manager, però le fece piacere che lui la trovasse bella
molto più che pensare che Tsubasa avrebbe potuto farlo:
- Scusa - le disse Genzo - Non volevo metterti in imbarazzo.
- No - rispose lei - non sono abituata ai complimenti
Sai quando
hai sempre avuto come rivale un pallone da calcio non ti fermi a considerare
queste cose
Genzo vedendo il lampo birichino che le passava negli occhi non poté
trattenersi dallo scoppiare a ridere passandosi una mano tra i capelli
ricciuti.
- Già immagino sia così
Lei rimase a guardarlo con dolcezza:
- Che c'è?- disse lui quando se ne accorse
- Mi piace sentirti ridere
Non lo fai spesso e quando lo fai
mi
rende felice
- osservò lei abbassando subito lo sguardo
sul suo bicchiere sentendosi imbarazzata di quello che aveva detto
e per cercare di darsi un contegno ne bevve un lungo sorso
Una dolce melodia si diffuse dagli altoparlanti nel locale e alcune
coppie si alzarono dai tavoli per andare al centro del locale a ballare
allacciate
Sanae tornò a guardare Genzo.
- Ti va di ballare?- gli chiese a bruciapelo senza sapere neppure
lei perché, forse era l'effetto della birra o che altro, ma
non le importava.
La musica attorno a loro era un'atmosfera avvolgente e altre coppie
occupavano la piccola pedana ma quando sentì le braccia di
Sanae attorno al suo collo per lui non ci fu nulla oltre a loro due
al mondo
Loro due che ballavano, il corpo di lei abbandonato
tra le sue braccia, il suo profumo che lo avvolgeva
Genzo dovette
fare affidamento a tutto il suo autocontrollo per non stringerla di
più a sé e affondare il viso nei suoi capelli perdendo
ogni controllo. Chiuse gli occhi assaporando quel momento senza permettersi
di pensare ad altro: lei era lì tra le sue braccia e anche
se solo per quella sera niente altro contava. Quando la musica terminò
restarono per alcuni istanti fermi al centro della pedana, come se
non volessero staccarsi poi Genzo la sentì muoversi contro
di sé, sollevarsi sulla punta dei piedi farsi più vicina
e avvicinandosi al suo orecchio sussurrare con voce rotta:
- Grazie Genzo sei un buon amico per me
Quando sentì il fiato di lei sfiorargli l'orecchio Genzo si
sentì percorso da una scarica elettrica, ma a quelle parole
il suo cuore si fermò per un breve attimo
Quella stessa notte Sanae non riuscì a chiudere
occhio, si sentiva scoppiare la testa e il cuore. Continuava a rivoltarsi
nel letto. Perché aveva detto quella frase
Non lo sapeva
Le
erano uscite e basta
E poi le parole che in realtà avrebbe
voluto dire erano altre
Stare tra le braccia di Genzo l'aveva
lasciata sconvolta, non erano mai stati così vicini, neppure
quel pomeriggio sotto i ciliegi
era stata come una scossa improvvisa
Trovarsi
lì contro il suo petto avvolta dal suo calore, così
rassicurante, protettivo non le era mai capitato di sentirsi così
Avrebbe
voluto sussurrargli ben altro all'orecchio
ma aveva avuto paura,
paura che lui la respingesse, paura di perderlo
non avrebbe retto
a perdere Genzo. Si guardò le braccia sentendole così
vuote
Abbracciò il cuscino affondandoci dentro il volto.
Le lacrime la sorpresero allagandole gli occhi e il viso in un fiume
inarrestabile.
Nello stesso istante in fondo al corridoio, Genzo stava sdraiato sul
letto a guardare il soffitto continuando ad ascoltare come un eco,
che gli risuonava nella testa all'infinito, le parole di Sanae quella
sera
Si disse che quella era la conferma che Sanae non provava
nulla per lui oltre la semplice amicizia, la cosa però poneva
un problema, non indifferente si disse Genzo. Doveva dimenticarla
Le parole di Sanae quel giorno sotto i ciliegi lo colpirono come una
pugnalata fredda
perché gli tornavano in mente ora?
"Io credo che sarebbe molto facile amarti
Una volta imparato
a guardare oltre le apparenze"
- Già
- mormorò amaramente - ma non per te
3. DICEMBRE
Presto arrivò Natale e per Sanae tutto era una
scoperta nuova
Il Natale in Europa aveva un'atmosfera completamente
diversa da come lo festeggiavano loro in Giappone
- Ti va di andare in giro per vedere le vetrine e gli addobbi natalizi
oggi pomeriggio? - gli propose Genzo quel giorno entrando in camera
sua dopo aver bussato
- Ma non ti devi allenare?- chiese lei incerta alzando gli occhi dal
testo di Medicina che stava studiando. In realtà le avrebbe
fatto molto piacere passare un po' di tempo con Genzo ma non voleva
che lui perdesse del tempo
- C'è la pausa per le feste Natalizie si riprende dopo Capodanno
Allora
che ne dici? Pensi di potere abbandonare per un po' i tuoi libri?
- Volentieri, stavo giusto cercando una scusa
- Bene allora se ti prepari in fretta possiamo uscire tra mezz'ora
- Volo
- esclamò Sanae chiudendo il libro con un movimento
rapido della mano
Genzo si chiuse la porta alle spalle sorridendo era un po' che voleva
passare del tempo con Sanae in fondo le mancava e anche se si era
ripromesso di seppellire i suoi sentimenti non poteva certo trascurarla
per sempre
Le strade di Amburgo era decorate con rami di pino e agrifoglio e
alle porte dei negozi erano state messe delle lampade a olio
Genzo
e Sanae camminavano per le strade di Amburgo in silenzio godendosi
l'uno la vicinanza dell'altra. Era bello stare così vicini
ma allo stesso tempo lontani assaporando solo la compagnia. Era stato
un periodo frenetico per entrambi e si erano visti talmente poco
Sussultò
quando sentì il braccio di Sanae infilarsi sotto al suo e stringersi
a lui
Era piacevole dopo tutto, sentiva il suo calore propagarsi
per tutto il braccio si volse a guardarla sorridendole:
- Grazie, Genzo. - il ragazzo si stupì, nel sentire Sanae ringraziarlo.
- Sento che sarà un Natale stupendo. Il mio primo Natale occidentale
Con
te
Lui la guardò un po' imbarazzato come sempre quando lei metteva
l'accento su quell' aspetto del loro rapporto
Un noi che in fondo
non c'era ma che però
Scosse la testa
"Grazie Genzo sei un buon amico per me
" aveva mormorato
quella sera
La voce di Schneider li riscosse
- Ehi, ma guarda che incontro fortunato
Wakabayashi e Nakazawa
Giro
di acquisti natalizi?
- Karl
- Ehi Karl dove lo hai lasciato il piccolo cucciolo? - chiese Sanae
guardandosi intorno aspettando di vedersi piombare quella piccola
palla di pelo tra le gambe per la solita dose di coccole
Genzo li guardò interrogativamente:
- Non potevo portarlo qui con tutta questa gente
- spiegò
- Peccato mi sarebbe piaciuto tanto vederlo
E' così dolce
Schneider si volse verso Genzo mentre diceva:
- Potresti venire a trovarlo qualche volta
Wakabayashi sa dove
abito
- Oh mi piacerebbe moltissimo
- mormorò d' impulso Sanae
- ma non vorrei disturbare
- Com'è che siete così in confidenza?- chiese Genzo
cercando di dare un tono sorpreso e casuale alla sua domanda ma si
accorse subito dal sorriso di Karl di aver fallito miseramente
Dannazione
ci mancava solo che Schneider avesse compreso i suoi sentimenti per
Sanae. Non poteva essere altrimenti visto la domanda di quel giorno
al campo " Dann die ist sie?"
- Ci incontriamo ogni tanto al parco
Sai com'è si scambia
due chiacchiere e Sanae gioca con il piccolo Boris
- spiegò
Schneider guardandolo dritto negli occhi
- Ah
- fu il laconico commento di Genzo mentre si accorgeva di
essere geloso
Sanae non glielo aveva detto.
- Hey Wakabayashi
cosa fate per la vigilia di Natale tu e la
tua amica? - la voce di Schneider lo riscosse
- Nulla di particolare
Perché voi cosa fate? - Sanae era
molto incuriosita
- Si organizzano cenoni e festeggiamenti per aspettare la Mezzanotte
-
spiegò Genzo
- Sembra divertente
- commentò Sanae, poi si rivolse a
Genzo - Tu come pensavi di festeggiare?
- A dire la verità non ci avevo ancora pensato
Non ho
mai festeggiato queste cose
-
- Perché non venite alla festa che darò a casa mia?
Ci sarà tutta la squadra
- Schneider guardò Genzo
con attenzione aspettando una risposta
- Perché no
- si ritrovò a mormorare evitando
di guardare nella sua direzione. Dannazione Schneider si divertiva
a metterlo in imbarazzo ultimamente non si lasciava sfuggire occasione
di stuzzicarlo su Sanae in ogni modo
Sanae camminava velocemente sul marciapiede cercando
di evitare di scontrarsi con gli altri passanti che correvano affaccendati
negli ultimi acquisti. Una folata di vento gelido misto a nevischio
la investì una volta girato l'angolo: si strinse ancora di
più nel pesante montone
ma sembrava che quello non bastasse
a riscaldarla dal freddo di dicembre. La città era totalmente
illuminata dalle luci del Natale, ormai mancava poco
e lei doveva
ancora comprare un regalo per Genzo e Tatsuo Mikami
Il regalo
per il sig Mikami non era un problema
una bellissima sciarpa
di morbido cashemire sarebbe andata benissimo
Ma il regalo per
Genzo era tutto il pomeriggio che girava per le strade di Amburgo
in cerca del regalo adatto, ma ogni cosa che aveva visto non gli sembrava
abbastanza
avrebbe voluto qualcosa di personale, ma non troppo,
qualcosa che gli facesse capire quanto lui fosse importante
Oddio
si disse ma così non troverò mai nulla che vada bene
si
fermò un istante di fronte alla vetrina di un negozio di abbigliamento
che esponeva in vetrina molti abiti eleganti per Capodanno
si
fermò pensierosa a considerare la possibilità di acquistarne
uno per la festa di Karl, ma scartò subito l'idea, poi passò
alla vetrina di fianco e vide una serie di maglioni di lana da uomo
con la cerniera a lato del collo: quello era il regalo adatto a Genzo
Un
bel maglione caldo e morbido
Sorridendo felice entrò nel
negozio per fare il suo acquisto.
Arrivò a casa completamente intirizzita, ma ciò non
le impedì di salire le scale canticchiando una canzone natalizia
sentita quella mattina alla radio di cui non ricordava tutte le parole.
La voce di Genzo dal fondo delle scale la fece sussultare:
- Siamo allegri vedo
Fatto acquisti ? - con un cenno del capo
indicò le due borse che aveva con sé
- Già
- Trovato qualcosa per la festa? - indagò lui curioso
Scosse la testa:
- No
- Se ti va la governante ha fatto lo zabaione
- Volentieri
poso questi pacchi e scendo ho proprio bisogno di
qualcosa di caldo
Quando entrò nel salone Sanae rimase a bocca
aperta nel vedere nell'angolo destro poco discosto dalla finestra
un grosso abete carico di luci e palline colorate
e Genzo in
piedi accanto ad esso che stava sistemando le ultime decorazioni:
- Ma cosa
Lui si volse con in mano alcune palline colorate:
- Bhè questo è un albero di Natale
- Questo lo vedo anche io
- Allora? Vuoi darmi una mano? O stai lì a guardare?
- Mi avevi promesso lo zabaione
- Prima finiamo l'albero poi lo zabaione
- Cattivo
- fece il broncio inginocchiandosi di fianco a lui
Lo squillo del telefono gli impedì di ribattere:
- Sig Genzo il Sig Mikami la vuole al telefono
- la governante
si affacciò sulla porta. Genzo si diresse verso lo studio per
rispondere al telefono e disse alla Governante di portare lo zabaione
a Sanae
La telefonata con Tatsuo fu breve e concisa ma Genzo non tornò
subito in salotto dove sentiva Sanae che chiacchierava con la governante
mentre finivano di preparare l'albero
Si sedette su una delle
poltrone di velluto dello studio di suo padre lasciandovisi cadere
stancamente con un sospiro senza sapere che fare
La Juventus
lo aveva richiesto per chiudere la stagione visto che il loro portiere
titolare si era gravemente infortunato e c' erano buone probabilità
di una conferma dell'ingaggio per l'anno successivo
In un altro
momento non ci avrebbe pensato due volte a dare una risposta affermativa
ma
ora
eppure questa poteva essere la soluzione
andarsene:
lasciare Amburgo era una eventualità che non aveva mai preso
in considerazione neppure quando i primi tempi aveva incontrato serie
difficoltà di ambientazione. Lui era abituato a non lasciare
mai la presa, e questa sua caparbietà lo aveva aiutato ad arrivare
dove stava adesso: in prima squadra dell'Amburgo lui un portiere Giapponese
ma con Sanae
Il lieve bussare alla porta lo riscosse:
- Genzo
- la voce di Sanae
Senza aspettare risposta lei fece capolino dalla porta con in mano
una tazza fumante:
- Ti ho portato il tuo zabaione
- gli disse porgendogli la tazza
accompagnandola con un sorriso che scese fino in fondo al suo cuore
- Grazie
- rispose lui prendendola e lasciando che il calore
gli riscaldasse le dita gelate per qualche istante, era piacevole
ma
cosa avrebbe potuto togliere il gelo che invece provava al cuore?
- Wakabayashi kun tutto bene? Mi sembri preoccupato
Lui si volse a sorriderle, era tanto che non lo chiamava così:
- Tutto bene Nakazawa san
Ti va di restare un po' qui? Se apri
le tende possiamo guardare scendere la neve
Lei annuì e dopo aver tirato le pesanti tende di velluto si
accoccolò ai piedi di Genzo in silenzio perdendosi nei suoi
pensieri
Se solo avesse alzato gli occhi a incontrare quelli
del SGGK che in quel momento la stavano fissando quello che vi avrebbe
scorto l'avrebbe lasciata senza fiato
"Come posso lasciarla?Eppure non vedo altra soluzione
"
Sanae si sentiva molto nervosa quella sera senza sapere
perché, si guardò allo specchio per l'ennesima volta.
Indossava un semplice tubino nero con una scollatura che lasciava
scoperte abbondantemente le spalle mettendo in vista generosamente
il decolté e uno spacco laterale ma era incerta del risultato
Eppure
la commessa che le aveva venduto quell'abito le aveva detto che stava
d'incanto. Ora però che stava nella sua stanza
non ne
era poi così sicura
si sfiorò i capelli raccolti
in uno chignon da cui sfuggivano delle ciocche di capelli
Sospirò
bhè tanto ormai era tardi anche solo per ripensarci
era
già in ritardo e Genzo la stava aspettando, dovevano andare
da Karl per le nove ed erano già le otto e mezza passate
Si
fermò un istante a pensare a lui, era stato strano in quei
giorni, pensieroso più del solito e capitava spesso che lo
sorprendesse a guardarla da sotto la visiera con uno strana luce negli
occhi. Più di una volta le era sembrato che fosse sul punto
di dirle qualcosa, ma poi girava sui tacchi e se ne andava a giocare
con Buck in giardino
Lei allora saliva in camera sua e si metteva
ad osservarlo dalla finestra incapace di capire cosa gli passasse
per la testa, lo sentiva così distante
Si affrettò
ad uscire dalla stanza dopo aver indossato la stola di lana che completava
l'abito
non poteva attardarsi ancora
Genzo Wakabayashi se ne stava in piedi in fondo alla scalinata con
un gomito appoggiato alla colonnina che chiudeva il corrimano, guardandosi
la punta delle scarpe con aria falsamente indolente, quelle giornate
erano state le più difficili della sua vita, non aveva ancora
preso la sua decisione Tatsuo l'ultima volta che si erano sentiti
gli aveva detto " Mi fido delle tue decisioni so che farai la
scelta più giusta" Dannazione allora perché non
sapeva cosa fare? Una parte di lui avrebbe voluto scappare il più
lontano possibile da Sanae, e l'altra sapeva che farlo avrebbe significato
far morire una parte del suo cuore
Alzò la testa quando
sentì un lieve rumore provenire dall'alto delle scale
Gli
ci volle tutto il suo controllo per non rimanere a bocca aperta mentre
osservava Sanae scendere le scale con passo incerto
ma con una
grazia che lo affascinava:
- Accidenti ai tacchi
- borbottò quando fu giunta in fondo
- perché mi sono fatta convincere dalla commessa del negozio
a comprarle
Cercava di nascondere il proprio imbarazzo e di apparire disinvolta
- Andiamo? - Genzo le porse il braccio mentre la guardava di sottecchi
prevedendo che i suoi compagni di squadra stasera sarebbero stati
come mosche attorno ad un vasetto di miele
Quella sera era veramente
stupenda, ma la cosa straordinaria era quella grazia naturale di cui
lei non era per nulla consapevole e che la rendeva tremendamente sexy
ed affascinante.
La casa di Schneider era una villetta a due piani vicino
al centro di allenamento dell'Amburgo
quando Sanae e Genzo arrivarono
a destinazione si accorsero di essere gli ultimi
- Pensavo che non sareste più venuti
- gli disse Schneider
accogliendogli sulla porta - Sanae sei stupenda stasera
-
Grazie - la ragazza arrossì del complimento
- Venite ci sono tutti
Sanae fu trascinata da Schneider in mezzo a un campanello di persone
per fare le presentazioni. Molti erano i giocatori della prima squadra
che aveva intravisto qualche volta al Wolkpark Stadion quando era
andata a vedere Genzo giocare in casa
alcuni erano lì
con le proprie mogli e fidanzate:
- Lei è Sanae Nakazawa, un'amica del nostro portiere Wakabayashi
-
la presentò Karl
La giovane fu subito circondata da un nugolo di persone che la tempestavano
di domande, su come si trovasse in Germania su come fosse la vita
in Giappone
Ogni tanto alzava lo sguardo in direzione di Genzo
che rimaneva poco discosto ad osservarla senza dare segno di voler
partecipare alla conversazione
Karl gli si avvicinò lasciando sola Sanae assieme alle mogli
:
- Allora Genzo?
- Che vuoi Karl? -
L'altro lo guardava sorridendo e a Genzo non piacque il lampo divertito
che passò nel suo sguardo
- Quando ti deciderai a dirle dei tuoi sentimenti
- Di cosa stai parlando? - si mise sulla difensiva
- Andiamo è inutile che fingi con me
Guarda che è
palese la cosa
- Non capisco perché sto ancora qui ad ascoltarti
- Forse perché in fondo ti va di parlarne
- Con te?
Schneider si strinse nelle spalle poi vedendo che l'altro non accennava
a continuare il discorso.
- Io non ti capisco, sai? Sanae è una donna meravigliosa se
ne sei innamorato perché non ti dichiari
- Tu non puoi capire
- Che cosa? Che il grande SGGK ha paura? - incurante dell'occhiata
di fuoco che l'altro gli lanciò proseguì - Paura di
essere respinto?
Genzo fece per allontanarsi ma Karl lo fermò posandogli la
mano sul braccio:
- Noi non siamo mai stati grandi amici Genzo, però ci rispettiamo
no? Se accetterai l'offerta della Juventus sei davvero disposto ad
andartene così senza dirle quello che provi? Te ne andresti
dopo che lei è venuta qui
per te? -
- Ti sbagli lei è venuta, qui per studiare
E per dimenticare
Tsubasa
- Anche per studiare, ma non sarei così sicuro sul fatto di
dimenticare Ozora. Tu sapevi che lei aveva un'altra scelta? Che avrebbe
potuto andare negli Stati Uniti? - Schneider vide compiaciuto che
Genzo sussultò a quelle parole:
- Non me lo aveva detto
Il sig. Keller si avvicinò a loro due interrompendo la loro
conversazione e Schneider salutato il Presidente della squadra si
allontanò dopo aver lanciato un'occhiata inequivocabile a Genzo:
- Wakabayashi
non pensavo saresti venuto
conoscendo la tua
idiosincrasia ai rapporti con la squadra
- Sig. Presidente
Karl ci ha invitato
e allora non mi pareva
carino rifiutare
- E così sei in compagnia? Chi sarebbe la tua compagna?
Genzo indicò Sanae che stava parlando con le mogli di Butt
e Weetendorf e Schneider era accanto a lei, come se si fosse accorta
che lui la stava guardando Sanae alzò gli occhi e gli sorrise
radiosa, lui rispose con un gesto del capo e un mezzo sorriso
- Deliziosa
- commentò Keller - E la lasci sola così?
Con la fama di dongiovanni del Kaiser
- Io e Sanae non
lei è un'amica che sta studiando medicina
- Ah! Sì lo avevo sentito ma Wakabayashi..- lo guardò
fisso - da come la guardi non mi sembra solo un'amica
Comunque
cambiamo discorso possiamo parlare?
Genzo seguì il Presidente nella stanza attigua:
- Ascolti Wakabayashi
Il direttore sportivo della Juventus mi
ha chiamato stamani
Genzo lo ascoltava e intanto osservava attraverso la porta aperta
Sanae che ora stava ballando con Karl e sorrideva alle battute di
lui
sembravano a loro agio e molto in confidenza
Il pensiero
di dover partire per l'Italia lo aveva tormentato per tutti quei giorni
da quando Tatsuo gli aveva comunicato prima di Natale, la proposta
della società bianconera
E poi le parole di Karl
-
Roberto Bettega mi ha sollecitato a dargli una risposta sulla
proposta di darti in prestito per questo fine stagione e ha confermato
la possibilità di acquisto definitivo a partire dal prossimo
campionato
Con ottime condizioni di contratto devo dire
-
il Presidente sparò una cifra esagerata come ingaggio, ma Genzo
si voltò appena a guardare il Presidente da sopra la spalla,
poi tornò di nuovo a guardare in direzione di Sanae:
- So che è una scelta difficile
Ho detto loro che ti avrei
sollecitato e che avrei lasciato a te la scelta
Pensaci e fammi
sapere
Hai tempo fino all'inizio dell'anno. Ti vorrebbero per
la ripresa del campionato
- gli passò di fianco fermandosi
un istante accanto a lui e seguendo il suo sguardo aggiunse - Capisco
anche che è difficile decidere di lasciare qualcosa di così
importante
Genzo sussultò capendo benissimo a cosa il Presidente Keller
si riferiva, ma erano davvero così evidenti i suoi sentimenti
per lei?
La Juventus
l'Italia
poteva essere una occasione d'oro per
fare un salto alla sua carriera
quello era il club più
prestigioso a livello europeo, se non addirittura mondiale, aveva
vinto tutto e giocare in quella squadra voleva dire entrare a far
parte della Storia del calcio
si volse di nuovo verso la sala
a guardare Sanae che continuava a ballare con Schneider
"Ogni tanto ci incontriamo al Parco
"
Perché Sanae non gliene aveva parlato? Era attratta da Karl?
Si stava dimenticando di Tsubasa innamorandosi di Schneider? E lui?
Cosa avrebbe fatto? Se la sarebbe lasciata portare via?Di solito non
era tipo da cedere su cose che considerava importanti, era come in
campo per lui contava vincere, ma con Sanae riaffiorava tutta la sua
insicurezza, una insicurezza che aveva radici profonde e che lui aveva
sempre nascosto dietro quella sua aria strafottente
La guardò,
quella sera era veramente stupenda con quell'abito
Era luminosa
radiosa
quanto
era che non la vedeva così?
" Grazie Genzo sei un buon amico per me
"
"E' venuta qui per te
"
"
poteva andare negli Stati Uniti
"
Le parole di Karl gli risuonavano nella testa come un eco martellante
E
se
il cuore accelerò i battiti al pensiero di quell'eventualità
Tornò
a guardarla
La vide staccarsi da Karl e portarsi una mano al petto ridendo per
poi voltarsi per tutta la sala come se cercasse qualcuno
Si mosse
leggermente per mettersi nel suo specchio di visuale e quando lei
lo vide si diresse verso di lui sorridendo:
- Ehi Genzo
non sei un gran cavaliere
Dove sei sparito per
tutta la sera?
- Vedo che però hai trovato chi mi ha sostituito
- commentò
lui indicando con un gesto del capo Schneider che si muoveva da un
gruppo all'altro scherzando con tutti i suoi compagni di squadra.
- Oh, Karl, è stato così gentile da farmi compagnia
- Perché non mi hai detto che vi incontrate al parco? - le
chiese a bruciapelo
Lei fece un gesto vago con la mano mentre si voltava verso il cameriere
per prendere due bicchieri di champagne, ne porse uno a Genzo che
rifiutò:
- Non mi sembrava una cosa importante
E poi sarà capitato
un paio di volte
da come lo dici tu sembra che ci siamo incontrati
tutti i giorni
Il cameriere ripassò e lei gli consegnò uno dei due
bicchieri
- E di cosa parlate?
Lei si portò una mano al volto ridacchiando:
- Sai a dire la verità
- lo guardò - a volte pare
di parlare con Tsubasa
Genzo sollevò un sopraciglio guardandola con aria interrogativa
e lei spiegò:
- Parla solo di calcio
-
Genzo scoppiò in una fragorosa risata attirando l'attenzione
degli altri giocatori che si volsero a guardarlo un po' stupiti, nessuno
aveva mai sentito Genzo Wakabayashi ridere a quella maniera, così
rilassata e spontanea
Karl si avvicinò loro con un sorriso
guardando un punto sopra le loro teste:
- Sanae permetti?
- No, Karl un altro ballo proprio non riuscirei a farlo
sono
sfinita
- Ma io volevo solo rispettare una tradizione
- si avvicinò
a lei e la baciò sulla guancia quando si staccò da lei
guardò Genzo dritto negli occhi e gli disse:
- E tu? Non rispetti la tradizione?
Sanae sussultò
Il tempo parve fermarsi e i rumori cessare
attorno a loro
quando sentì la sua mano sulla spalla tutto
scomparve, c'erano solo loro due sotto quel rametto di vischio. Sentì
il suo respiro sulla pelle prima che lui posasse le sue labbra sulla
sua guancia chiuse gli occhi per qualche istante
mentre il cuore
pareva volerle schizzare fuori dal petto.
Più tardi Genzo si affacciò alla porta
finestra che dava sul giardino della casa di Schneider. Cercava Sanae
era un po' che non la vedeva in giro, dopo che si erano scambiati
il bacio sotto il vischio lei si era allontanata con la scusa di andare
a rinfrescarsi il trucco, e lui aveva scambiato quattro chiacchiere
con i suoi compagni di squadra
Sanae era in giardino seduta su
una poltrona in veranda, fasciata nel grande scialle di lana che Tatsuo
le aveva regalato per Natale:
- Sanae. -
- Oh Genzo
- lei era sussultata evidentemente non lo aveva sentito
avvicinarsi
- Non hai freddo?
- No è piacevole stare qui
e poi mi piace quest'aria così
fredda che profuma di neve
Siediti un po' accanto a me, se chiudi
gli occhi puoi immaginare di essere a Fujisawa
- Hai nostalgia di casa?
- Sì, un po' mi mancano i miei genitori e mio fratello
credo
sia l'effetto delle feste, no? Renderci malinconici
- Già credo di sì
- disse sedendosi accanto a lei
sull'altra poltrona
- Sai cosa mi manca più di tutto?- mormorò lei piano
e aggiunse subito senza aspettare risposta da lui -
I ciliegi
in fiore
strano no? Come uno senta la nostalgia per le cose più
sciocche
- Già mancano anche a me
Rimasero in silenzio per alcuni istanti un po' imbarazzati per le
implicazioni di quella frase e i ricordi che in loro risvegliava
- Sanae
- Genzo interruppe quel momento ricordando tutto a un
tratto il motivo che lo aveva spinto a cercarla
- Sì? - c'era qualcosa di strano nella voce del ragazzo. Lei
si volse sorridendo, rendendosi conto di come il solo fatto che lui
fosse lì accanto le la rendeva immensamente felice
Troppo
felice, le ricordò una vocina, d'improvviso Sanae divenne triste
Lo
guardò di sottecchi anche al buio poteva scorgere il profilo
volitivo di Genzo stagliarsi contro il cielo scuro e la sua espressione
non poteva vederla bene però le pareva pensieroso
- Genzo
Tutto bene?
Lui si volse a guardarla:
- Sanae
come hai fatto a sapere che la tua decisione di venire
in Germania era quella giusta?
Rimase interdetta da quella domanda:
- Bhè non saprei
- Hai valutato tutte le possibilità? I pro e i contro? Come
quelli di non rivedere più Tsubasa
- Non so Genzo
Forse ho solo considerato se questa decisione
mi pareva funzionale alla mia vita
- Cioè? - lui la guardò senza capire cercando di indovinare
la sua espressione ma il buio della notte glielo impediva
Si strinse nelle spalle:
- Bhè ho solo considerato che a Fujisawa non avevo più
nulla che mi trattenesse
Tutto qui -
- E come fai a sapere se la decisione che hai preso è giusta?
- Credo dipenda da come tu ti senta nella situazione quando ci sei
- Sì, ma prima
- insistette lui
Si guardarono per qualche istante, entrambi si trovarono incatenati
nello sguardo dell' altro in una muta comunicazione indecifrabile,
poi un rumore li riscosse:
- Non credo che prima tu possa sapere veramente se quella è
la decisione giusta. Molte volte bisogna rischiare
- E tu hai rischiato? - la guardò e lei abbassò gli
occhi - Venendo qui voglio dire, invece che negli Stati Uniti?
- Chi te lo ha detto che avevo la possibilità
- si interruppe
- Karl
- Oh
- si fermò qualche istante poi proseguì -
Non molto, sapevo che c'eri tu
Lui la guardò alzando un sopraciglio e Sanae si affrettò
ad aggiungere:
- Sai molte volte la presenza di una persona amica è un incentivo
- Forse ma questo non è il mio caso
la Juventus mi ha
richiesto come portiere in prestito per terminare la stagione
Con
la possibilità di essere acquistato definitivamente dal prossimo
campionato
- mormorò senza riuscire a guardarla negli
occhi
Il cuore di Sanae si fermò per qualche secondo mentre chiedeva:
-E cosa pensi di fare?
- Non lo so
Certo l'opportunità è buona
Sanae mormorò:
- Così te ne andresti a Torino
in Italia
la Juventus
è una delle squadre più importanti a livello internazionale
Quando
dovresti partire?
" Così te ne vai e mi lasci sola
"
- Non lo so
Il presidente ha detto che l'ultima parola è
la mia
"Se tu vuoi che io resti
non hai che da dirmelo"
- E tu hai già deciso?
" Non andare. Resta con me
"
- Sarebbe una grande occasione per la mia carriera
" Chiedimi di rinunciare e io mando all'aria tutto.."
- Il sig Mikami che dice?
-
" Al diavolo la tua carriera
"
Si strinse nelle spalle:
- Ha sempre lasciato decidere a me su queste cose
" Io ti amo Sanae
"
- Vai
- gli disse Sanae con voce ferma e sorridendo - E' importante
per te
Non hai nulla che ti trattiene qui
- disse cercando
di nascondere il dolore che provava
" Resta con me
Io ti amo
"
- E' chiaro che se io andassi via tu potresti restare a casa mia
Ho
già parlato con Tatsuo e lui si occuperebbe di tutto
- Ma di questo non devo preoccuparti, come vincitrice della borsa
di studio potrei ottenere ancora l'alloggio al Campus
Genzo non rispose e il silenzio calò tra loro come una coltre
pesante.
Piano attorno a loro cominciò a scendere la neve
Sanae
la guardò scendere per un po' attraverso il velo di lacrime
che rischiavano di tracimare dalle sue ciglia senza che lei potesse
fare nulla per impedirlo.
4. GENNAIO
Quella sera Sanae si girava e rigirava nel letto incapace
di dormire. Il pensiero che Genzo potesse andarsene in Italia le era
insopportabile
"Vai "gli aveva detto lei mentre in
realtà voleva supplicarlo di non lasciarla
Cosa avrebbe
fatto se lui fosse andato via? Certo aveva la sua vita all'Università,
aveva fatto alcune amicizie con i compagni di corso e si era ambientata
benissimo ma Genzo era una parte veramente importante nella sua nuova
vita
Averlo accanto tutti i giorni, andare a vederlo alle partite
quando giocava al Wolkspark Stadion
passare quelle rare serate
seduti sul divano ad ascoltare la musica o a chiacchierare. Averlo
accanto così era molto meglio che non vederlo affatto, se lui
fosse andato a Torino
si sarebbero visti ancora meno:
- Io ti amo
- lo disse a voce alta questa volta lasciando che
il peso delle parole cadesse su di lei assorbito dal silenzio della
stanza
perché, perché non lo aveva detto quella
sera alla festa di Karl mentre parlavano fuori sotto la neve che scendeva
placida a coprire tutto con il suo manto candido di silenzio...perché,
perché lo stesso silenzio non poteva scendere sul suo cuore
e sul dolore che la stava tormentando
Si alzò dandosi
della sciocca
come poteva credere che solo dicendogli di amarlo
lo avrebbe indotto a rinunciare a quella opportunità
E
poi non sarebbe stato giusto
In questi ultimi giorni aveva cercato
di non pensarci molto
ma ora lui avrebbe dovuto dare la risposta
al Presidente dell'Amburgo
Chissà da lì a una settimana
Genzo Wakabayashi avrebbe potuto essere a Torino. E lei cosa avrebbe
fatto?Puoi restare qui le aveva detto. Il pensiero di restare in quella
casa senza di lui le era però insopportabile
Scosse la
testa dicendosi che doveva smettere di pensarci tanto così
non avrebbe concluso nulla
Scese in cucina per bere un bicchiere di latte
Fuori cominciavano
a sentirsi dei tuoni che accompagnarono gli scrosci di pioggia
Mentre si versava il latte nel bicchiere vide Genzo che correva sotto
la pioggia attorno al campo di calcio sul retro della casa.
Senza badare a nulla uscì dalla porta secondaria e lo raggiunse
a piedi scalzi e in pigiama
non voleva che se ne andasse senza
sapere
Gli avrebbe detto ciò che provava
Rimase però
ferma sotto l'acqua a guardarlo correre con la tuta nera dell'Amburgo
il cappellino calato sugli occhi e il capo chino
Cosa stava per
fare? Non poteva
"Solo amici"
ma davvero lui non
provava nulla di diverso per lei? Qualche volta le era parso di scorgere
qualcosa nei suoi occhi mente la guardava
Forse era il momento
di scoprirlo
Non poteva lasciarlo andare via senza confessargli
i suoi sentimenti
e senza sapere
Doveva farsi coraggio.
"Quando si ama bisogna dirlo
no?"
Chi le aveva detto quella frase?
Kumi in quel lontano pomeriggio
sotto casa di Tsubasa dopo la finale con il Toho
l'anno che poi
era partito per il Brasile da Parigi
Lei allora non aveva confessato
i suoi sentimenti a Tsubasa, non ne aveva trovato il coraggio mentre
era in camera sua quel pomeriggio
ma perdere Genzo
no non
poteva perdere Genzo senza tentare
Quello che provava per lui
era molto più profondo dei suoi sentimenti per Tsubasa
Un tuono più forte degli altri scosse l'aria cogliendola alla
sprovvista e coprendosi le orecchie con le mani lanciò un urlo
più di sorpresa che di spavento attirando così l'attenzione
del giovane portiere:
- Sanae
Genzo le fu subito accanto:
- Cosa ci fai fuori con questo tempo e per giunta così conciata?-
-
Potrei farti la stessa domanda
-
- Non riuscivo a dormire
ma io, mia cara, non sono in pigiama
e completamente scalzo
- osservò lui prendendola in braccio
e dirigendosi verso casa
- Devi sempre puntualizzare tutto
- osservò lei sorridendo
appoggiando il capo sulla sua spalla e godendosi quel momento
Lui sorrise senza rispondere. All'interno della villa provò
ad accendere la luce dopo averla posata a terra a malincuore, ma inutilmente:
- Accidenti quel tuono deve aver fatto saltare la corrente - si volse
verso Sanae - Dammi la mano e stammi vicino
- disse intrecciando
le sue dita a quelle di lei.
Si diresse verso le scale nell'ingresso e salì al primo piano
avanzando tentoni, seguendo il muro. Entrò nella sua stanza
e senza lasciare la mano di lei la condusse nel bagno dove aprì
i rubinetti dell'acqua calda:
- Ecco fatti un bagno caldo, io vado a cercare delle candele e qualcosa
di asciutto
- Genzo
- lo richiamò proprio mentre stava per uscire
" Resta con me
"
- Mmm?!
- Ci sarebbe anche una cioccolata calda magari?
Lui rise di quella risata profonda e allegra così rara e proprio
per questo così preziosa .
Si immerse nel tepore della vasca piena d'acqua dopo averci aggiunto
un po' di bagnoschiuma
un forte aroma muschiato si liberò
nell'aria
Il profumo di Genzo
Ripensò alla prima
volta che lo aveva sentito
quel bacio sulla guancia quel giorno
al campo della Nankatsu quando lui aveva detto al sig. Mikami
"Solo amici
"
- Sanae
- la voce di lui la fece sussultare - Ti ho messo una
mia tuta sul letto e una candela sul comodino. Io vado a farmi una
doccia
Quando sentì la porta della stanza chiudersi uscì dalla
vasca e avvolta in un asciugamano entrò nella stanza di Genzo
vide subito la tuta stesa sul letto
Mentre si vestiva osservò
alla tenue luce della candela la camera
Non era mai entrata nella
sua stanza eppure doveva ammettere che rispecchiava appieno la personalità
di Genzo
La tuta le andava un po' grande
ma era bello sentirsi
avvolti dal suo profumo; provò ad accendere ancora una volta
la luce ma nulla
Poteva scendere a prepararla lei la cioccolata,
si disse invece che stare lì ad aspettare
Chissà
che ora era
ma la sveglia sul comodino di Genzo andava con l'elettricità
ed era spenta
Cercando di non inciampare e rischiare di rompersi qualche osso rotolando
sulla scalinata di casa Wakabayashi scese al pian terreno e si diresse
verso la cucina
trovò dei fiammiferi in un cassetto e
tutto l'occorrente per la cioccolata
Mentre era intenta a versare la cioccolata nelle tazze sentì
la voce leggermente preoccupata di Genzo provenire dal piano di sopra:
- Sanae?
- probabilmente era rientrato in camera e non l'aveva
trovata
- Sono in cucina Genzo
Vai a sederti in salotto che arrivo con
la cioccolata
- gli rispose affacciandosi alla porta.
Quando entrò nel salotto vide che aveva già acceso il
caminetto
Una dolce luce aranciata si diffuse per la stanza.
Sanae si era seduta per terra sul tappeto le gambe ripiegate sotto
di sé e la tazza della cioccolata tra le mani e pareva immersa
in chissà quali pensieri
Genzo si perse qualche istante
a guardarla: i capelli ormai lunghi oltre le spalle le incorniciavano
il viso dall'ovale perfetto
Gli venne in mente quel giorno al
campo quando Schneider gli aveva chiesto:
" Dann Die ist sie?
"
E' lei
lui non aveva risposto passandogli accanto tenendo gli
occhi bassi per non rispondere a quella domanda ma anche per evitare
che Karl scoprisse tutto. La cosa era stata inutile visto il discorso
che gli aveva fatto quella sera a casa sua
Certo poteva tergiversare
fin che voleva con Schneider ma con sé stesso sarebbe stato
tutto inutile
Aveva creduto che allontanandosi da lei i suoi
sentimenti si sarebbero dissolti come neve al sole come fossero solo
una illusione di quell'estate
Un sogno sotto i fiori di ciliegio
E
invece da quando lei era arrivata quasi sei mesi prima
aveva
dovuto combattere con sé stesso una battaglia che mai avrebbe
creduto possibile
Una battaglia per impedirsi di prenderla tra
le braccia
di baciarla
affondare le mani nei suoi capelli
e perdersi di nuovo in quegli occhi color nocciola come quel lontano
pomeriggio sotto i ciliegi in fiore
Ma poi perché doveva
combattere con sé stesso? Ripensò ancora alle parole
di Karl. Forse aveva ragione la sua era solo paura di essere respinto.
Si appoggiò al divano con la schiena bevendo un lungo sorso
di cioccolata
Era bello restare lì seduti vicini separati da appena pochi
passi, pensava Sanae, guardandolo con la coda dell'occhio
sarebbe
bastato così poco per colmare quello spazio
chissà
cosa sarebbe successo se lo avesse fatto
posargli una mano sulla
spalla
sentire il calore della sua pelle sotto le sue dita, risalire
sul collo e affondare le mani nei suoi capelli
Distolse lo sguardo mentre Genzo si voltava a guardarla
Poteva indovinarne le curve sotto la tuta
Sanae
Quando sarebbe
riuscito a resistere prima di avvicinarsi a lei attirarla a sé
e baciarla con passione
trascinarla sul tappeto con lui
Chiuse
gli occhi cercando di scacciare quell'immagine
Tornò a guardarlo lui pareva essersi addormentato. Si sentì
stringere il cuore al pensiero di non vederlo più e gli occhi
le si riempirono di lacrime:
Lui aprì gli occhi e Sanae ritrovò incatenata in quello
sguardo profondo e magnetico.
Entrambi lessero qualcosa negli occhi dell'altro
qualcosa che
poteva essere solo intuito ma anche frainteso
ma erano spaventati
da quello che vedevano e da quello che provavano
- Sanae
Genzo fu il primo a rompere quel silenzio, si fece coraggio e disse
come se parlasse a sé stesso:
- Sai perché ero fuori a correre sotto la pioggia? - la sua
domanda non attendeva risposta e lui continuò -
Avevo
appena deciso di rifiutare la proposta della Juventus
- Ma Genzo la tua carriera
Questa è un'occasione importante
per te
- La mia carriera non è la sola cosa importante
-
Le accarezzò i capelli giocando con alcune ciocche ribelli
scese poi a sfiorarle la guancia con le dita tremanti
Sanae non
si ritrasse
poteva sentire il suo respiro farsi affannoso come
il mare in tempesta
Le sfiorò le labbra con dolcezza
- Non posso andarmene in Italia
- le sussurrò all'orecchio
quando si ritrasse e il cuore di lei accelerò i battiti, lo
sentiva contro il suo petto -
Non posso lasciarti
Non voglio
-
- Genzo
-mormorò lei appoggiando il capo sulla sua spalle
Rimasero abbracciati senza parlare, fino a che il fuoco non si spense
Genzo
si godeva il tocco delicato delle sue dita tra i suoi capelli, lasciandosi
avvolgere e cullare da quella sensazione di pace e dolcezza che gli
aveva invaso il cuore. Dopo alcuni minuti si accorse che la mano della
ragazza era appoggiata sulla sua testa ma non si muoveva, abbassò
gli occhi, quel tanto che bastava per vederla in viso. Costatando
che si era addormentata, la prese in braccio stringendola al petto
come se fosse il suo tesoro più prezioso. Salì al piano
superiore fino alla stanza di lei, la depositò nel letto e
la coprì. La guardò per qualche istante dormire così
tranquilla e placida
come aveva potuto pensare di potersene andare
e di stare senza di lei
le accarezzò dolcemente il viso
poi fece per andarsene ma la voce di lei lo trattenne:
- Resta con me ti prego
- gli disse con voce impastata dal sonno
Genzo sorrise, fece il giro del letto e si sdraiò accanto a
lei mettendole le braccia attorno alle spalle l'attirò a sé,addormentandosi
anche lui dopo pochi minuti.
L'indomani mattina Sanae si svegliò stiracchiandosi
Fece
per alzarsi ma c'era qualcosa che la bloccava
ancora un po' assonnata
si volse verso sinistra e vide Genzo profondamente addormentato che
le cingeva la vita con un braccio e al suo movimento l'aveva stretta
ancora di più
Si avvicinò piano a lui accoccolandosi
meglio tra le sue braccia e godendosi quel momento
un grugnito
provenne dall'uomo che le dormiva accanto e lei si sporse per posargli
un bacio lieve sulle labbra
Genzo sussultò svegliandosi, quasi stupito di trovarsela così
vicina:
- Buongiorno
- disse scompigliandogli i capelli
- Sanae
- mormorò lui
- Sì
- disse lei piano osservandolo con dolcezza
sembrava
un bambino appena sveglio. Ridacchiò
- Cosa c'è?- le chiese lui attirandosela ancora più
vicina
- Nulla
- fece lei con aria ingenua
- Allora perché ridacchiavi?
- Io non stavo ridacchiando
-disse lei con un lampo birichino
negli occhi
Genzo cominciò ad accarezzarle i capelli in maniera dolcissima,
adesso che la realtà dei loro sentimenti era stata svelata,
ogni gesto e ogni parola assumevano un significato nuovo. Sanae si
avvicinò di più al ragazzo e lo baciò. Genzo
reagì all'istante attirandola a sé, abbassò la
testa verso il collo di lei posò le labbra sulla pelle sentendola
rabbrividire:
- Genzo
- sospirò passandogli una mano sulla testa e lasciando
che i capelli di lui si infilassero tra le sue dita.
5. MARZO
Sanae era ferma al cancello che chiacchierava con Schneider
mentre i due cani, Buck e Boris giocavano tra di loro. Genzo li vide
da lontano uscendo dagli spogliatoi e sentì una morsa di gelosia
mordergli il cuore, mentre si avvicinava poté vedere che Sanae
sorrideva e arrossiva leggermente mentre Karl le parlava poi le sorrise
e senza essersi accorto di lui si allontanò di corsa con il
cagnolino alle calcagna. Si volse un momento per guardare verso il
campo cercando di riprendere il controllo di sé, dopo quello
che gli aveva detto Tatsuo quella mattina
Sussultò quando sentì le mani di lei coprirgli gli occhi
e il suo profumo avvolgerlo
Le prese le mani e se le passò
attorno al collo attirandola contro di sé
assaporando
quel momento:
- Allora finito per oggi?
- Che ci fai qui?
- Sono venuta a prenderti
Non avevo lezioni oggi e ho pensato
di farti una sorpresa
Andiamo sulla spiaggia?
Il cane di Genzo si mise a correre verso il bagnasciuga
abbaiando furiosamente alle onde. I due giovani lo osservavano un
po' stupiti
- Buck cosa fai? - lo richiamò Genzo
Sanae rideva mentre il vento le scompigliava i capelli e la leggera
pioggerellina che cadeva le bagnava il viso si sentiva bene
Il cane correva da un capo all'altro della spiaggia abbaiando alla
spuma ogni qual volta l'onda andava ad infrangersi sulla sabbia
La pioggia continuava cadere mentre Sanae e Genzo restavano lì
fermi sulla spiaggia ma essi parevano non accorgersene. Poi d'un tratto
Genzo ruppe quel silenzio:
- ..posso farti una domanda ?- disse
- Certo dimmi
-
- Vedi...volevo sapere cosa voleva Karl da te...-
- Oh sento una punta di gelosia nelle tue parole -
- Io geloso? No...ecco...vedi è solo che....- divenne leggermente
rosso
- Sei geloso... - lo canzonò lei girandosi a guardarlo
- Piantala - Genzo si abbassò la visiera sugli occhi
- ...Sei troppo carino quando arrossisci, lo sai?- lei si fece più
vicina guardandolo con le mani dietro la schiena
- Ma allora ti diverti a mettermi in imbarazzo
-
- Comunque mi ha detto che era contento che avessi deciso di restare
-
- Solo questo?-
- Lo dicevo io che sei proprio geloso - fece un giro su sé
stessa dandogli le spalle
- Piantala
- borbottò Genzo imbarazzato -
E' solo
che ora che ti ho trovata ho paura di perderti
Lei si volse a guardarlo:
-
Perché hai paura di perdermi
Anche lui era stupito di ciò che aveva detto ma con Sanae era
così gli tirava fuori cose e sentimenti che neppure pensava
di possedere, forse doveva dirglielo
-
Sanae
- cominciò
-
Io ti amo
- mormorò arrossendo
Lui la guardò felice ma disse:
-
Anche tu sei proprio carina quando arrossisci
- E' il tuo vizio quello di puntualizzare sempre su tutto?- chiese
lei
- Perché ti da fastidio?
- No, in fondo mi piace, ma a volte
- si fermò
-
a volte
?
- Sei proprio impossibile
- disse lei ridendo togliendogli il
cappellino mentre lui la sollevava in aria facendola girare un paio
di volte prima di attirarla tra le sue braccia e verso le sue labbra
perdendo la cognizione del tempo
Il cane corse verso di loro saltando addosso a entrambi e facendoli
rotolare a terra mentre cominciava a leccare il viso di Sanae:
- Ehi, Buck
- protestò Genzo cercando di allontanarlo
con un braccio mentre con l'altro continuava a tenere Sanae stretta
a sé
- Lo vedi che sei geloso
- lo canzonò lei prima che lui
le chiudesse la bocca con un bacio.
Arrivarono a casa bagnati fradici ridendo come due bambini,
avevano perso la cognizione del tempo in spiaggia e alla fine l'acquazzone
li aveva presi in pieno
- Sarà meglio che ci facciamo una doccia o qui ci prendiamo
un malanno con i fiocchi -
- Hai sempre la vocazione dell'infermiera
- la canzonò
lui
Dopo avergli fatto una linguaccia Sanae si diresse verso la scala
ma lui la bloccò passandole le braccia attorno alla vita stringendola
a sé restando in silenzio per alcuni istanti
mormorando
sui suoi capelli con voce roca:
- Ti prego
dimmi che non mi lascerai
- Genzo che stai dicendo
-
Ecco Tatsuo
E' per questo che ho finito tardi gli allenamenti
mi
ha detto che la federazione giovanile Tedesca vuole organizzare un
incontro amichevole con la Nazionale juniores giapponese questa primavera
- Era questo allora
- disse lei dopo qualche istante di silenzio
-
Dubiti dei miei sentimenti? Dubiti di me Wakabayashi?
- Forse rivedendo Tsubasa
- Genzo si rendeva conto di essere
pienamente irrazionale ma non riusciva a farne a meno
l'amava
con tutto sé stesso, più della sua stessa vita e il
terrore di perderla lo lasciava senza fiato. Quando Tatsuo gli aveva
comunicato di quell'amichevole si era sentito prendere dal panico:
lui che non si lasciava mai travolgere dalla paura in campo, che era
in grado di conservare tutto il suo sangue freddo anche davanti all'attaccante
più bravo della Bundesliga aveva il Terrore di perdere la donna
che amava
- Certo non posso negare che Tsubasa sia stato importante
per
me
ma
- arrossì nel dirlo - Ora ci sei tu
E
poi se era questo il problema ti sei scordato che io passerò
tutta la primavera a Stoccarda per quel corso di specializzazione
quindi
non ci sarò
- lo baciò per alcuni istanti poi staccandosi
di malavoglia gli intimò di correre di sopra a farsi una bella
doccia
- Potresti venire con me
- la provocò lui mordicchiandole
un orecchio -
Sanae rise, mentre lo seguiva sulle scale
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Note:
1 Allora è lei?
2 Andate al diavolo!
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Note dell'autrice
Qui finisce la Parte Terza
Mi spiace se è
un po' lunghetta e se magari può apparire assurdo che Genzo
e Sanae ci mettano così tanto dichiararsi i loro sentimenti.
Certo Genzo è una persona dal carattere molto forte, ma credo
che nell'ambito dei sentimenti sia fondamentalmente un insicuro
(visti
gli anni dell'infanzia in solitudine che ha trascorso)
A presto per l'Epilogo
non so quando
ma cercherò
di concludere presto
anche perché ho altre fic imbastite
da concludere che mi stanno girando per la testa e per la gioia delle
mie amiche che devono sorbirsele in anteprima
ma che ci volete
fare io ho bisogno dei miei lettori tipo
Cià, Cià