TSUBASA
L'infermiera era appena uscita dopo aver rifatto la
stanza e io non sapevo più che fare per passare il tempo
Accesi
il televisore appeso al muro di fronte al letto e cominciai a girare
tutti i canali alla ricerca di qualche programma interessante, magari
una partita o un programma sportivo qualsiasi. Nulla solo polizieschi
e televendite
stavo quasi per mettermi a strillare dalla disperazione
quando Genzo entrò facendo capolino
- Ehi come va?
- Oh Genzo
finalmente qualcuno - spensi la televisione sollevandomi
a sedere - non ne potevo più di telefilm polizieschi
- Ero da queste parti a fare footing e ho pensato di passare. Come
ti senti?
- Oddio potrebbe andare meglio
Dimmi tu piuttosto
Perché
non hai giocato contro gli Stati Uniti. Sono rimasto sorpreso di questa
scelta di Mikami
- Era un modo per valutare le condizioni di Morisaki e Wakashimazu
- Scelta tecnica allora
L' hai presa bene
- Ne abbiamo discusso con Tatsuo in fondo qui si tratta dell'interesse
della squadra
ma dopodomani con l'Europa non mi metterò
da parte di questo puoi starne certo
- Il Brasile è in ottima condizione ho visto
- Sapevi che lo allenava Roberto?
- Sì
Me lo disse quando stavo per partire per la Spagna
Si sedette accanto alla finestra incrociando le braccia:
- Allora come ti trovi laggiù
Non risposi ma invece gli chiesi:
- Genzo
come hai trovato Sanae?
- Che vuoi dire?
- Non la trovi diversa?
- Tsubasa l'ultima volta che l' hai vista era praticamente una ragazzina.
E ora
- E' una donna
- conclusi io per lui
- Ecco e allora?Qual è il problema?
- Non lo so
- feci un gesto vago con la mano - In questi anni
io ho pensato a lei molto spesso
Genzo seduto sul davanzale della finestra mi guardava in silenzio
con le braccia incrociate sul petto e non mi rendeva certo facile
confidarmi con lui
- Dicevate sul serio a Parigi?
- Riguardo cosa?
- I suoi sentimenti per me
- Tsubasa sono discorsi di 10 anni fa
- Non avevo mai considerato che lei potesse amarmi
- La cosa era evidente per tutti, tranne che per te
Sei sempre
stato lento in queste cose
- Io credevo scherzaste
- Senti scusa Tsubasa ma secondo te lei perché si preoccupava
tanto di te?Spirito di sacrificio?
- Lo so me ne sono accorto
- Un po' tardi non ti pare?
- Da che parte stai?
- Qui non è questione di parte, la mia era solo una constatazione.
Nessuno te ne fa una colpa. Tu sei partito per realizzare il tuo sogno,
non vedo dove sia il problema
- Il problema è che io mi sento in colpa
Si alzò dal davanzale e mi voltò le spalle:
- Cosa avresti dovuto fare?Rinunciare al tuo sogno per non fare soffrire
lei?Andiamo
- Lei lo faceva
- Adesso finiscila con tutte queste "seghe mentali". Era
una scelta sua investire energie e sentimenti in qualcosa che, lo
sapeva bene, poteva finire così. Come sua è stata la
scelta di venire negli Stati Uniti quando tu hai fatto la tua scelta
- Credi che ce l'abbia con me per questo?
- Cosa vuoi che ne sappia Tsubasa, dovresti chiederlo a lei ti pare?
- E quando non viene a trovarmi molto spesso?
- Vai a cercarla tu
Genzo si lasciò scappare un sorriso guardando l'orologio che
aveva al polso.
- Starei volentieri a parlare qui con te ma ora devo proprio andare
senno chi lo sente Tatsuo se arrivo tardi agli allenamenti
Lo guardai uscire poi mi lasciai ricadere sui cuscini portando le
mani dietro la testa, lasciando correre i pensieri
Sanae
quando lei era diventata indispensabile per me?L'anno del
terzo campionato della scuola media?O prima nei due anni precedenti?Non
avrei saputo dirlo
certo è che la sua presenza era fondamentale
e il non averla accanto mi aveva rivelato tutta la sua importanza
troppo tardi
Che razza di stupido ero stato
quante occasioni
perse a parlare di calcio, eliminatorie, avversari problemi con la
squadra. Mentre invece avrei potuto discutere con lei di tante altre
cose. Nemmeno sapevo che avesse il sogno di studiare medicina ero
sempre troppo impegnato a guardare il pallone che portavo sempre con
me
SANAE
Stavo osservando al negatoscopio delle lastre trovando
conferma del mio sospetto quando Dana si avvicinò.
- Mmm brutto affare vero?
- Già morbo di Hodgkin
in quarto stadio direi
- Glielo hai già detto?
Scossi la testa:
- Come si fa a dire a una donna che sta per sposarsi che le restano
solo sei mesi di vita
non mi abituerò mai a questa parte
del nostro lavoro
- Lo so è la parte peggiore
ma Sanae impara a non farti
coinvolgere se no ti ritrovi risucchiata
Tolsi le lastre dal negatoscopio sospirando
- Dai vieni
ti offro un caffè
Entrammo nella sala medici e mentre riempiva le due tazze:
- Ci vuoi la panna vero?- mi chiese
Annuii mentre mi sedevo al tavolino, Dana arrivò subito al
punto senza tanti preamboli:
- Come la metti con Tsubasa?
- Cioè?
- Ti ha fatto effetto rivederlo? - mi domandò mettendomi davanti
la tazza
- Gli ho parlato pochi minuti l'altro giorno poi non ho trovato molto
tempo per salire da lui
- feci spallucce
- Non l' hai trovato
o non lo vuoi trovare?
- Un po' tutt'è due - mormorai ben sapendo che con Dana era
inutile cercare scuse
- Sanae ma non lo potrai evitare per sempre.
- Lo so Dana ma è che ho fatto tanto per strapparmelo dal cuore,
per ricostruirmi una vita senza di lui che ora ho paura di venirne
di nuovo travolta
- E dove sarebbe il problema?
Mi alzai dalla sedia e cominciai a camminare avanti e indietro per
la saletta:
- E' solo che ora la mia vita ha preso una direzione ben precisa
- Se ti viene data una seconda opportunità non buttarla via.
A meno che tu non tenga di più alla tua carriera che a lui
- E' questo il punto
non so se voglio una seconda opportunità
- Non lo scoprirai certo evitandolo ti pare?
- Perché devi sempre avere ragione tu? - mi risedetti stancamente
Dana stava per rispondermi quando la porta si spalancò improvvisamente
e Megan l'infermiera di turno disse entrando:
- Sta arrivando un ambulanza con un poliziotto colpito al cuore da
un proiettile
Balzammo in piedi dalle sedie su cui eravamo sedute e raggiungemmo
l'atrio del Pronto Soccorso dove Micheal ci stava aspettando:
- Chiama Walken
- disse Dana
- Già fatto
ho allertato sala operatoria 2
Mentre io e Dana ci precipitavamo fuori ad attendere l'arrivo dell'ambulanza
il dottor Walken arrivò in quel momento di corsa:
- Ragguagli
Megan si avvicinò dicendo:
- Maschio, bianco vittima di una sparatoria. Il paramedico dice che
il proiettile ha probabilmente sfiorato il pericardio
L'ambulanza fece il suo ingresso nello spiazzo antistante l'entrata
del Pronto Soccorso, appena si fermò ne scesero due paramedici
con un barella:
- Pressione 50 ha avuto un arresto cardiaco poco fa lo abbiamo ripreso
per i capelli
Il dottor Walken prese in mano la situazione mentre la barella entrava
in sala emergenze:
- Non c'è tempo
presto subito in sala operatoria
Dana
tu occupati di intubarlo avvertite sala operatoria di preparare per
la sternotomia
Spingendo la barella verso l'ascensore si volse verso di me:
- Nakazawa cosa fa?Se cercava un intervento interessante mi segua
Mi bloccai nel mezzo del corridoio sentendomi impietrita
- Allora Nakazawa si muove? - Walken mi stava tenendo aperte le porte
dell'ascensore
- Sì arrivo
Mi sentivo addosso tutto il peso del mondo
l'operazione
era durata più di sei ore ma il giovane poliziotto non ce l'aveva
fatta, il suo cuore non aveva retto, purtroppo la pallottola lo aveva
perforato
"Non si lasci abbattere da queste cose
purtroppo sono cose
che succedono e noi medici dobbiamo accettarlo come parte del lavoro"
mi aveva detto Walken posandomi una mano sulla spalla mentre uscivamo
dalla sala operatoria.
Ricordavo ancora quello che avevo provato a fare la mia prima diagnosi
e vedere il paziente tornare a casa guarito
un senso di gioia
e orgoglio profondo
ma quello non mi era mai capitato. Perdere
un paziente, vederlo spegnersi sotto i miei occhi e assistervi impotente
mi aveva fatto sentire inutile, incapace.
Il suono del cerca persone mi distolse da quei pensieri
mi alzai
controvoglia chiedendomi cosa potessero volere in Pronto Soccorso.
Mi trovai davanti Genzo con indosso una tuta della Nazionale Giapponese
e un asciugamano al collo:
- Che ci fai qui?
- Sono venuto a trovare Tsubasa e passando in Pronto Soccorso ho chiesto
di te
Ehi Sanae tutto OK? Hai una faccia
Mi passai una mano sul volto:
- E' stata una nottata dura. Ho perso un paziente in sala operatoria
-
le parole mi uscirono come un fiume in piena - E' già successo
che pazienti che passavano in Pronto Soccorso poi non superassero
l'intervento
ma questo lo stavo operando io
e l' ho visto
spegnersi senza che io potessi farci nulla
- le lacrime cominciarono
a scorrermi sulle guance senza che io potessi farci nulla
Sentii Genzo avvicinarsi e senza pensarci su mi ritrovai a piangere
sulla sua spalla scossa da singhiozzi incontrollabili
- Scusa per prima
- mormorai imbarazzata quando
ci trovammo seduti su una panchina del parco dell'ospedale dove lui
mi aveva condotta e fatto sedere
- Non devi scusarti Sanae
hai appena perso un paziente mi sembra
normale
- Sai perché ho scelto di fare il medico?
- No
- C'è qualcosa di straordinario nel salvare delle vita umane.
Vedere che riesci ad alleviare le sofferenze di qualcuno ti fa sentire
utile
Lo vidi sorridere e mi interruppi
- Perché sorridi?
- Nulla solo consideravo il fatto che in fondo fa parte del tuo carattere.
Sei sempre stata altruista
Non ho mai capito come tu facessi
a preoccuparti sempre prima degli altri
Lo guardai con attenzione. C'era qualcosa nel suo sguardo. Lo ricordavo
strafottente, quasi invulnerabile mentre ora mi sembrava di scorgere
solo dubbi, paura sconforto
- Non dovresti tornare in albergo ad allenarti
La prossima amichevole
è vicina
- Tanto io non giocherò
nessuna delle amichevoli in programma
-
il suo tono era quasi amaro mi volsi a guardarlo e lui proseguì
- Tatsuo mi ha convocato, ma dire la verità non gli potrò
essere di molto aiuto
- Non capisco
- Ho subito una frattura l'ennesima
I medici mi hanno detto che
ormai l'osso è troppo indebolito per sopportare una attività
fisica ai ritmi agonistici cui ero abituato.
Lo guardai e in quel momento sentii gli occhi che mi si riempivano
di lacrime mi avvicinai a lui e lo abbracciai d'impulso
Lo sentii
irrigidirsi per un attimo colto di sorpresa poi sollevò un
braccio e mi cinse la vita attirandomi ancora di più a sé,
passandomi l'altra mano tra i capelli. Non era come l'abbraccio di
poco prima durante il quale si era limitato a darmi delle pacche di
incoraggiamento sulle spalle per calmare i miei singhiozzi. Questo
sembrava di più la ricerca di un appiglio, una persona disperata
a cui non rimane altro a cui aggrapparsi
Rimanemmo così
non so per quanto tempo sentii il suo cuore che batteva contro il
mio e questo mi fece uno strano effetto
Mi scostai da lui e lo
guardai sorridendo un po' imbarazzata
- Scusami Genzo non avrei dovuto
- Sanae
- allungò una mano ad accarezzarmi il volto e
sorrise mentre i suoi occhi restavano
tristi spenti, gli presi
la mano e la strinsi tra le mie nel tentativo di comunicargli ciò
che non riuscivo ad esprimere a parole e di cui mi pareva avere un
disperato bisogno: coraggio, calore, conforto. Strinse le mie mani
convulsamente evitando di guardarmi negli occhi
D'improvviso, guardandolo lo vidi così smarrito, disperato
e solo, e senza sapere perché mi colse l'impulso di baciarlo
volevo
avvicinarmi, accarezzargli il volto farlo girare verso di me e posare
le mie labbra sulle sue
Rimasi scioccata da questo pensiero e
mi scostai da lui un po' bruscamente
Lo vidi guardarmi perplesso
ma non disse nulla
- Ne sei sicuro?Voglio dire, anche i medici possono sbagliare
- Brinkmann il medico che mi ha operato ad Amburgo dopo l'infortunio
è stato categorico
Strinse il pugno con rabbia
- Perché non parli con Micheal Kronk
magari lui
- No grazie, non voglio sentirmi ripetere ancora che sono finito
- Ma - insistetti io - potrebbe darti qualche speranza in più
- Lo credi davvero?
- Questo non è il SGGK che conosco
dov'è finita
tutta la tua grinta?
Mi sorrise amaro:
- L' ho persa
- Non ci credo
Tu hai paura, psicologicamente capita dopo un
brutto infortunio
- Risparmiami la psicologia spicciola per favore
- Almeno prova no?Parla con Micheal..
Si alzò in piedi e fece per allontanarsi, mi alzai e lo seguii
posandogli una mano sul braccio
- Genzo
promettimi che ci penserai. Non buttare al vento la tua
carriera
- Quale carriera?Ormai quella è andata in frantumi in quella
maledetta partita assieme al mio femore - il suo pareva un urlo di
dolore, sentii le lacrime pungermi gli occhi
Si volse verso di me e mi fissò per alcuni istanti di nuovo
quella sensazione quell'impulso:
- Genzo sei un tipo strano
ti mostri come disinteressato a tutto
e tutti eppure soffri più di tutti gli altri
- mormorai
- E tu da quanti anni hai rinchiuso il tuo cuore? Dopo Tsubasa
Non
vedo anelli alle tua dita e non mi sembra che hai una vita al di fuori
dell' Ospedale
Chinai il capo
- Vero siamo molto simili io e te
- Mi spiace non volevo riaprire una ferita
Lo guardai stupita non era da lui scusarsi
- Com'è che non passa Genzo? Il dolore
intendo
- Non lo so credo che quello resti sempre in fondo. Impariamo solo
a conviverci
- Per te è così?
- In un certo senso
Credo che sia diverso da persona a persona
Ognuno
affronta il dolore a modo suo e lo supera
- Io non l' ho affrontato, sono scappata
E lui mi è ripiombato
addosso
- Tu non sei scappata
Ti sei solo chiusa a riccio
Perché?
Mi strinsi nelle spalle:
- Disintossicazione?Mi ero occupata di lui per nove anni
e avevo
bisogno di non avere nessuno intorno
- Stai facendo come lui
Però
Limiti i tuoi orizzonti
e tu non sei il tipo
- Perché non parli con Kronk? - replicai
- Sanae
non
il dottor Brinkmann è stato chiaro
- Chi si sta limitando ora?
- Ma che altro posso fare
- Allenare?diventare giornalista sportivo?Ci sono altre strade
Mi guardò senza rispondere poi si avvicinò a me abbracciandomi
di nuovo per poi allontanarsi senza voltarsi
TSUBASA
- Ehi Tsubasa allora?- la voce di Ishizaki mi riscosse
bruscamente, dovevo essermi appisolato e non mi ero accorto che erano
entrati i ragazzi
- Uh? Ciao
- li guardai fermi in piedi attorno al mio letto -
Scusatemi
- E' noioso vero? - Taro mi guardava comprensivo
- Non ce la faccio più
- borbottai incrociando le braccia
al petto
- Ma dai con tutte queste infermiere
- disse Ryo assumendo un
aria estasiata
- Le infermiere?- chiesi non capendo dove volesse andare a parare
- Lascia perdere con lui caschi male Ryo lo sai che Tsubasa per queste
cose - intervenne Jun sorridendo
- Già, Già - annuì l'altro - La povera Sanae
ne sa qualcosa
Ehi a proposito viene spesso a trovarti?- aggiunse
sogghignando e dandomi di gomito
- No, lei qui ha i suoi pazienti
- E tu vuoi farci credere che non trova mai il tempo di passare un
po' da te
Guardai supplice verso Taro Misaki che sorridendo intervenne prontamente:
- Le hai viste le partite?
- Sì e devo dire che ve la siete cavata egregiamente anche
senza di me
- Matsuyama è stato una rivelazione in quel ruolo
- Vero
se non ci fosse lui avremmo dei seri problemi ad organizzare
il centrocampo
- La cosa stupefacente è stato il goal che Genzo si è
fatto fare da Schneider da fuori area
- Già - commentai a mia volta - non si è neppure mosso.
Vi ha spiegato?
- Dopo la partita quando abbiamo cercato di chiedergli qualcosa non
ci ha risposto ma è uscito dallo spogliatoio sbattendo la porta
La porta si aprì.
- Oh Tsubasa pensavo fossi solo - Sanae entrò sorridendo
- Eccola qui
Visto?
E tu Tsubasa che dicevi che non veniva
mai
Mi ritrovai ad arrossire come un ragazzino
- Vedo che non sei cambiato molto vero Ishizaki?
- Sai Sanae
non avrei mai creduto che tu saresti diventata medico
- Già lo immaginavo
Avrei dovuto continuare a lavare le
vostre magliette e divise?
- No
non volevo dire quello
Mi lascia scappare un sorriso a vedere i loro battibecchi
- Sarà meglio che andiamo
così li lasciamo soli
soletti
i piccioncini
hanno tanti anni da recuperare
- Ishizaki la pianti?- sbottò Sanae
Gli altri uscirono sorridendo
- Tutto bene?Ti vedo stanco
- Ho appena finito una seduta di riabilitazione
- Non dovresti sforzarti così
- disse Sanae sporgendosi
verso di me e sedendosi. - Micheal mi dice che è stupefatto
del tuo recupero
Sorrisi osservandola con attenzione e considerando che poi non era
cambiata molto in realtà
Forse un po' fisicamente ma aveva
la stessa attenzione e preoccupazione che aveva allora
Il medico
era sicuramente la professione adatta a lei.
- Già non vedo l'ora di tornare a giocare
- Sei sempre stato un po' affrettato in queste cose
- Non posso farci nulla
Non riesco a stare lontano dai campi
di calcio
- Lo so
Il silenzio calò tra noi. Quel silenzio che accompagnava i
pochi momenti che trascorrevamo insieme da quando ero stato investito
Passava
qualche volta quando era di turno in Ospedale per vedere come stavo
o se avevo bisogno di qualcosa ma rimaneva poco e poi immancabilmente
calava questo silenzio, questo muro di incomunicabilità dopo
le prime chiacchiere di routine
- A cosa pensi ? - mi chiese
- Sanae c'è qualche problema tra noi due? - le domandai invece
di rispondere fissandola negli occhi, non sopportavo più quel
silenzio
Lei non rispose
-
Lo so Sanae
ti ho ferito - proseguii
- Cosa te lo fa pensare?
- Me ne sono andato senza tenere conto dei tuoi sentimenti.
- E' acqua passata Tsubasa
- Sai quando ero in Brasile
mi mancavi
La cosa strana era
che quasi non me ne rendevo conto, era un gioco perverso facevo di
tutto per non pensarti per non richiamare il tuo viso i tuoi occhi
per poi con disappunto scoprirti lì in un angolo dei miei pensieri,
mentre aprivo il cartone del latte
- Allora pensavi a me? - il suo tono era sorpreso
- Sanae, io non ho mai smesso di pensarti
- dissi con foga
- Già che strano io invece ho passato questi anni nel tentativo
di dimenticarti
- E ci sei riuscita?
- Sì
- Avevo sempre pensato che il mio sogno fosse anche il tuo
- Qui sbagliavi e ho sbagliato anche io
- Non capisco
- Metri di giudizio, punti di vista, Tsubasa
Io mi ponevo in
un ottica sbagliata. Credevo che facendomi partecipe del tuo sogno
avrei fatto anche automaticamente parte della tua vita
e del
tuo cuore
ma non è stato così. Mi ero dimenticata
che anche io avevo una vita, dei sogni
- Te ne sei andata
- Avrei dovuto aspettarti per quanto? Fino a che tu non fossi tornato
vittorioso con la coppa del mondo tra le mani
Con tanto di dichiarazione
magari in uno stadio vuoto?Mentre mi dicevi quando mi fossi grato
per esserti stata accanto?E io mi sarei commossa
accettando di
sposarti nella cornice dei nostri amici
e di seguirti nelle tue
peregrinazioni
(Scusate non ho resistito NDA ^______^)
- Ti sarebbe spiaciuto?
- Non è questo il punto
Vedo che non capisci il mio punto
di vista
- Spiegamelo
- Cosa faresti se ti togliessero l' unica ragione attorno a cui ruota
la tua vita?
- Mi sentirei finito
- Quando tu te ne sei andato mi sono accorta che il mondo girava ancora
e che io potevo camminarci in mezzo. E sono andata avanti. Tutto lì
- Ricordi la promessa?
- Che promessa?
- Mi dicesti promettimi che vincerai
ecco io l' ho fatto fino
ad adesso
- E' una promessa di tanto tempo fa
eravamo ragazzini
-
si passò una mano tra i capelli
- Mi ha accompagnato per tutta la carriera, il pensiero di mantenere
quella promessa di renderti orgogliosa
- Ma io sono orgogliosa Tsubasa
Di quello che hai raggiunto con
le tue forze e la tua determinazione. Non ho mai avuto dubbi su questo
- E se..- cominciai
- La vita non si fa con i se Tsubasa
I primi tempi che ero qui
non facevo altro che chiedermi, se avessi fatto bene ad andarmene,
se non avrei dovuto rispondere a una di quelle lettere scrivendoti
quanto mi mancassi, o venire in Brasile
ma così si resta
invischiati in un circolo vizioso di ipotesi che non ti fa andare
avanti
- E tu cosa hai fatto?
- Una cosa che per ironia della sorte mi hai insegnato tu
mi
sono buttata in qualcosa che mi facesse sentire viva
-
Si alzò dalla sedia e fece per allontanarsi, mi sporsi e afferrandola
per un polso la tirai verso di me abbracciandola
Lei fece per
dire qualcosa ma le mormorai sui capelli:
- No non dire nulla ti prego lascia parlare me - mi fermai un istante
continuando a tenerla tra le braccia - Sanae io non so
non era
chiaro neppure a me allora
E ora che ti ho ritrovata
Non
voglio perderti di nuovo
Le sollevai il viso e mi chinai sul suo viso
posai le mie labbra
sulle sue ma lei si ritrasse
- Non credo si possa tornare indietro Tsubasa - disse lei - non a
questo punto e dopo tutto questo tempo
.Tu forse sei ancora attaccato
al ricordo di quella ragazzina
ma io sono diversa. Le persone
cambiano, cambiano i sentimenti
Mi passai una mano tra i capelli lasciandomi cadere sul letto
- Micheal Kronk mi ha detto che Walken ti ha accettato come assistente
- Sì
- Diventerai un bravo cardiochirurgo
La guardai e ancora la sua immagine si sovrappose a quella di una
ragazzina che per anni mi aveva sempre sostenuto
SANAE
Mi avvicinai al banco dell'accettazione consegnando
a Megan le cartelle dei pazienti dimessi quel giorno:
- Dottoressa
- seguii il suo sguardo e vidi Genzo fermo davanti
alla sala d'aspetto del Pronto Soccorso, con le braccia incrociate
al petto e la schiena sullo stipite. Da quando avevamo fatto quella
chiacchierata, il giorno in cui io avevo perso il paziente e lui mi
aveva confidato il dramma della sua carriera non lo avevo più
incontrato
era come se cercasse di evitarmi. Lo salutai sorridendo
- Avevo pensato - mi disse - che magari ti andava di mangiare qualcosa
- Certo volentieri
- risposi, guardai l'orologio - Io finisco
il turno tra un'ora, aspettami all'uscita.
Camminammo in silenzio per tutto il tragitto dall'ospedale
al mio appartamento
Avevo proposto se invece di uscire fuori
a cena, potevamo ordinare qualcosa da mangiare a casa in tranquillità
visto che ero molto stanca e lui dopo aver accettato con un'alzata
di spalle si era chiuso in un mutismo assoluto
Mi scappò
un sorriso questo era Genzo Wakabayashi
o lo si prendeva così
o ci si litigava dalla mattina alla sera
Aprii la porta di casa facendomi da parte per farlo passare:
- Prego - gli dissi sorridendo- Mettiti pure comodo
io arrivo
subito
- gli indicai il divano- E stai attento a Muso
-
aggiunsi prima di infilarmi in bagno
Quando rientrai nel soggiorno era seduto sul divano con il gatto sulle
gambe e stava sfogliando il plico di fotocopie che mi aveva dato Walken:
- Simpatico il tuo gatto
mi è subito saltato addosso
-
sorrise mentre l'accarezzava
- Gatta
- precisai - Muso è una femmina
-
Sollevò i fogli:
- E' questo quello che vorresti fare?
Mi sedetti accanto a lui ripiegando le gambe sotto di me e diedi una
scorsa alla pagina che mi mostrava in cui si parlava dei progressi
della Cardiochirurgia mini invasiva nell'ambito degli interventi:
- Già
- annuii - lo hai letto?
- Qualcosa ma sai non ci capisco nulla
tutti quei termini: sternotomia
che
roba è?
- Praticamente ti aprono il torace come le ante di un armadio, segandoti
qui
- gli spiegai mimando l'azione, passando una mano sul mio
sterno
- Ah
E tu vorresti farlo?
- Si può salvare una vita umana
ma oggi ci sono altre
tecniche come puoi vedere nelle pagine successive
-
- No, no grazie
mi passa l'appetito
- rispose posando il
plico sul divano accanto a me
Scoppiai a ridere della sua espressione disgustata:
- Allora ti va se ordiniamo qualcosa a un Cinese?Se no ho delle pizze
surgelate in frigo
- Vada per le pizze allora, ma toglimi da davanti queste immagini
se no
Mi alzai dal divano e mi diresse verso il piccolo cucinino di cui
era munito l'appartamento:
- Vieni a darmi una mano però
c'è del vino in frigo
- Ehi il tuo frigo è vuoto
- osservò sbirciandoci
dentro dopo che ebbe preso la bottiglia di vino
- Sai, non ho mai molto tempo di fare la spesa e poi il più
delle volte mangio in ospedale o da Doc Magoo
- Doc che?
- La tavola calda dall'altra parte della strada
di fronte all'Ospedale
- Tutta dedita al lavoro eh?
- Non prendermi in giro Genzo
-
- Non ci penso neppure
io ti trovo ammirevole
Anzi ti ho
sempre ammirato.
Gli sorrisi e gli feci cenno di sedersi su uno sgabello dell'isola
che separava il cucinino dal soggiorno:
- Ti sei sistemata bene vedo
- disse versando del vino bianco
in due bicchieri
- Non c'è male
Sai qui praticamente ci vengo solo per
dormire quelle poche volte che non passo la notte in Ospedale
- E' dura?
- Già - annuii - ci sono dei giorni in cui entro in Ospedale
la mattina alle cinque e ne esco l'indomani alla sera
- Come fai?
- Passione
mi piace
- Sai non avrei mai pensato che
- si interruppe posando il bicchiere
-
avrei fatto qualcosa di diverso dal seguire Tsubasa?
Annuì
- Credo che lo pensassero in molti e forse io per prima. Ma quando
quel giorno all'Aeroporto ho letto quell'intervista mi sono sentita
libera. Come se una catena che mi teneva legata si fosse sciolta.
Ed è stato come se solo allora avessi visto tutte le possibilità
che mi perdevo se restavo limitata al raggio di azione della catena
-
sorseggiai il vino
- Stai dicendo che Tsubasa era quella catena?
Mi strinsi nelle spalle
- Non proprio
ma era come se io mi fossi convinta che lui fosse
la mia unica possibilità
Ma dopo che lui era partì
per il Brasile ho capito che c'erano altre cose che potevo fare, ma
che per farle me ne sarei dovuta andare.
- E' come se ti fossi spenta Sanae
Dov'è quell'allegra
ragazza che sì occupava
di tutti noi della Nankatsu
- Non sono più quella ragazza
Genzo, sono diventata una
donna. E non sai che fatica ho fatto per strapparmelo dal cuore
per
non sussultare ogni volta che vedevo un pallone
- Sei cambiata Sanae
- Tutti cambiamo in fondo. Ci si lascia alle spalle molte cose non
senza una certa sofferenza
Dapprima abbiamo convinzioni di cui
crediamo di non poter fare a meno poi quando la vita ci mette davanti
altre strade ci rendiamo conto che possiamo benissimo vivere con altri
parametri e che forse quelli vecchi non erano quelli giusti. E a un
certo punto ti chiedi come facevi a vivere con quella visione ristretta
delle cose
- Quanto hai dovuto sacrificare di te stessa però?
Mi strinsi di nuovo nelle spalle a quella domanda
- In fondo si perde sempre qualcosa di noi maturando no?E poi avevo
già lasciato alle spalle qualcosa di me quando lo avevo incontrato
Si
è trattato di rivedere delle cose
- Sai Hijuga aveva una teoria -
- Lo so la disse anche a me - risi -
quando me lo disse confesso
che mi divertì molto:
" Deve essere una capra se non si è ancora accorto di
una bella ragazza come te"
- In fondo lo pensavamo un po' tutti.
- Che fosse una capra? - l' interruppi ridendo
-
che tu fossi un bella ragazza
- Mi stai forse dicendo che eravate un po' tutti innamorati di me?
- Io no
- borbottò alzandosi e andando a mettersi davanti
alla vetrinetta del soggiorno
Restammo in silenzio per alcuni minuti mentre infilavo le pizze surgelate
nel forno e finivo di apparecchiare
- Quanti ricordi vero? - la sua voce mi fece sussultare
Mi avvicinai tenendo in mano il bicchiere sbirciando da sopra la sua
spalla per scoprire ciò che aveva attirato la sua attenzione
- Già
- mormorai - una vita di ricordi
-
Vidi subito la foto un po' discosta dalle altre quasi nascosta dietro
a una cornice più grande che racchiudeva la foto della mia
laurea con i miei familiari
- Ma quella foto
Aprì la vetrinetta e senza che io gli dicessi nulla, tirò
fuori la cornice. La osservai da sopra la sua spalla: la Nankatsu
alla prima vittoria al Campionato Nazionale contro il Meiwa
c'era
tutta la squadra al completo con l'allenatore. Eravamo in posa davanti
alla porta del campo di allenamento, Tsubasa in prima fila accanto
a Taro Misaki e io dietro a tutti tra lui e Mamoru Izawa
- Quanto tempo
Perché non si può restare così
momenti
scattati, fermi, come frammenti, attimi di felicità
-
mormorai come seguendo un pensiero fugace
- E' la vita Sanae che va avanti e il più delle volte bisogna
pure rincorrerla per non restare indietro
- Sai prima di partire per venire qui ho fatto piazza pulita di
-
mi interruppe
Si volsi a guardarmi
- Di Tsubasa?
- Di tutto quello che poteva ricordarmi di lui
La divisa della
scuola, gli articoli di giornale,le foto. Ho buttato via ogni cosa
di quel periodo e mi sono accorta che non avevo nulla di mio e che
io in realtà non l' avevo mai avuta una vita mia fino ad allora
In
realtà, vivevo al suo riflesso: dei suoi successi. Ma di mio
non avevo nulla
- Però questa l' hai tenuta
- sollevò la cornice
- Non volontariamente
quando sono arrivata qui e ho sballato
i cartoni per sistemarmi nella stanza al college quella cornice era
lì in mezzo alle mie cose
E allora mi sono detta che forse
un piccolo frammento di passato potevo tenerlo
Allora - presi
la cornice dalle sue mani e la guardai con tenerezza - ma erano anni
che non la guardavo
Ho voluto dimenticare tutto. E ora tutto
è tornato così improvviso
A volte sei convinto
di esserti lasciato il passato alle spalle e invece ti svegli una
mattina e ti ritrovi tutto davanti agli occhi come se il tempo non
fosse mai passato
- Tu non hai nulla che ti leghi a lui
- Lo so Genzo ma quando l' ho rivisto mi è sembrato di tornare
a quegli anni come se lui non fosse mai partito. Non so come spiegarti
- Hai sempre avuto la vocazione all' infermiera con lui.
- Non prendermi in giro
- Sto solo constatando l'ovvio.
- Già forse hai ragione
- ammise riponendo la cornice
nella vetrinetta
- Ehi
non dovevamo cenare?
GENZO
Tatsuo Mikami chiuse la comunicazione posando la penna
con cui aveva giocherellato nervosamente per tutto il tempo della
conversazione telefonica con il medico della Clinica di Amburgo di
cui gli avevo dato il nominativo.
- Genzo perché non me lo hai detto? - sospirò
- Cosa dovevo fare?Quando mi hai convocato credevo di potercela fare
- E' per questo che non hai parato il tiro di Schneider l'altro giorno?
- Già
non sono riuscito a muovermi - mi battei un pugno
sulla coscia - Dannazione!!!
- Io
- Non compatirmi Tatsuo è la cosa che sopporto di meno. - mormorai
con sarcasmo
- Genzo sai benissimo che non è così
Abbassai gli occhi e non dissi nulla
- Hai parlato con il dottor Kronk?Mi pare che sia in gamba
Scossi la testa:
- Sanae
lei insiste di farmi avere un' appuntamento quando voglio
- Perché non ci pensi?
- Per sentirmi dire cosa?Che non ho speranze?No grazie
Sono stufo.
- Da quando ti arrendi così
Lo guardai in tralice:
- Tatsuo almeno tu credevo avresti capito
Non hai sentito quello
che ha detti il dott. Brinkmann? E' stato chiaro no?
- Già ma non è il solo chirurgo ortopedico su questa
terra
E poi tu in questi mesi hai giocato no?
- Peggiorando la situazione
- Magari Kronk può darti nuove speranze
- Sono stanco Tatsuo. Lastre, visite e magari una nuova operazione.
Sono stufo di aggrapparmi a una sottile speranza e poi sentirmi ripetere
che non ce ne sono, che devo cercarmi altre alternative alla carriera
- Genzo lo sai vero che potresti sempre far parte del mio staff di
allenatori per i mondiali
- Mi ci vedi ad allenare Wakashimazu? - sorrisi ironico ma l'amarezza
delle mie parole incrinò la mia voce - Dannazione Tatsuo io
ho bisogno di giocare
guardare in faccia l'attaccante mentre
si avvicina alla mia porta vedere il fuoco nei suoi occhi. Sentire
l'adrenalina scorrere nelle mie vene
Il calcio è tutto
per me
Tatsuo mi guardava senza parlare, incapace di dire nulla
La cosa di cui gli fui grato fu di non scorgere in fondo ai suoi occhi
la compassione o la pena
Anche Sanae aveva avuto lo stesso sguardo
quando glielo avevo detto. Ripensai a Sanae quando mi aveva raccontato
della morte del suo paziente
In quel momento con quella espressione
intensa ed assorta
era strano, ma quando abbandonava quell'aria
di indifferenza che assumeva quando si trattava di affrontare persone
che le ricordavano il passato
mostrava un lato di sé totalmente
nuovo
Insospettabile agli occhi di chi come me non la conosceva
a fondo
Una donna che si trovava d'improvviso di fronte a un
passato doloroso, ma allo stesso tempo forte e incrollabile sempre
pronta a rialzarsi e a ricominciare
Una donna che riusciva a
farmi vacillare come quel pomeriggio quando l'avevo stretta tra le
braccia per consolare i suoi singhiozzi disperati per aver perso il
paziente in sala operatoria
Dovevo difendermi da quelle sensazioni,
non dovevo lasciare che si facessero strada nel mio cuore per un sacco
di buoni motivi. E Tsubasa Ozora era quello principale
Forse
era così anche per lei
In fondo eravamo così simili
Feriti
Tutti
e due
.Una donna che nascondeva il suo dolore di fronte a cui
non aveva difese e un uomo che difendeva il suo orgoglio dall' assalto
di un presente oscuro e privo di prospettive e di un futuro ancora
più incerto
Il barista mi guardò, mentre mi metteva davanti
il bicchiere pieno
Forse pensando che ho bevuto troppo
.A
dire la verità neppure ricordo a che quota di bicchieri sono
arrivato
Né da quanto sono qui
Un paio d'ore?Una
serata?Una vita?
Mi guardai in giro per il locale
sono l'ultimo cliente che sta
seduto al bancone
Forse quest'uomo vorrebbe andare a casa dalla
sua famiglia, oppure rinchiudersi in un appartamento vuoto a pensare
a quanto sia amara la sua vita
Riabbassai lo sguardo sul mio bicchiere
non importava cosa ci
fosse dentro.Tutto sommato mi importa che sia forte
Abbastanza
forte da farmi dimenticare tutto
questi giorni, questo pomeriggio,
questa vita. Dimenticare quello che sono in questo momento, quello
che sono stato in passato, quello che non potrò più
essere.
Feci girare il ghiaccio nel bicchiere mentre la verità mi colpisce
come un pugno in pieno stomaco
Non serve bere per dimenticare:
Quando Schneider ha calciato e io sono rimasto fermo sulla linea di
porta come un novellino la gamba mi faceva così male che non
sono riuscito a muovermi e la palla si è insaccata dietro le
mie spalle
" L' osso della gamba destra è seriamente compromesso
"
Quelle parole continuavano a vorticarmi in testa come un eco infinito.
Vorrei farle smettere ma non posso, non ci riesco
Vuoto.
Senza più senso
prospettive, futuro.
Così mi sono sentito quando i dottori mi ha detto che non potrò
più giocare a calcio
Molto probabilmente. Sono finito
come calciatore a 26 anni
Non mi resta più nulla
Neppure
i mondiali del 2002
Certo non è che uno possa giocare
fino a quaranta anni
ma i mondiali
oddio
mi sono preparato
per anni per questo
Allenamenti massacranti, sacrificando tutto
e tutti
Mi ritrovo a ridere quasi con isteria
attirando l'attenzione
del barista che sta asciugando un bicchiere
Non poter più giocare a calcio
questa è una condanna,
non una diagnosi.Io ho bisogno di giocare di stare tra i pali a guidare
la difesa sentire l'adrenalina in corpo prima che un avversario effettui
il suo tiro. Il volto di Nakazawa si affacciò ai miei pensieri,
sorrisi lievemente nonostante tutto. Fissai per un po' il fondo del
bicchiere, perché mi viene in mente proprio adesso? Forse perché
è l'unica oltre a Tatsuo a cui ho avuto il coraggio di dirlo?
L'unica che sa della fine ingloriosa del SGGK
La cosa che mi
è rimasta impressa è che quando gliel' ho detto non
ho scorto compassione o pena nei suoi occhi
ma solo tanto dolore
Sanae
che strana donna era diventata
chiusa e diffidente.
La ricordavo quando era la manager della Nankatsu e ancora prima quando
ero il portiere della Shutetsu
Come poteva cambiare così
tanto una persona
Mi ritrovai a chiedermi se molta colpa del suo cambiamento non dipendesse
proprio dal fatto che Tsubasa fosse partito per il Brasile
Certo
lei lo sapeva da anni come tutti noi del resto
Ripensai a quando l'avevo stretta a me
Sentivo ancora la morbidezza
del suo corpo sotto le mie mani
Mi chiesi cosa sarebbe successo
se l'avessi baciata
non che non lo desiderassi ma c'era il pensiero
di Tsubasa a tormentarmi e a tormentarla nonostante quello lei dice
che non ha importanza
Avrei voluto baciarla
dapprima lentamente
vincere magari la sua resistenza poi con sempre maggior desiderio,
passione, trasporto
Sussultai a quei pensieri
Non avrei mai pensato di provare un trasporto simile per una donna.
Che poi quella donna fosse proprio Sanae rendeva ancora tutto più
irreale. La conoscevo da sempre. Sin da quando eravamo bambini e mai
avevo pensato a lei in questi termini.
Mi alzai dal bancone barcollando leggermente
Lasciai un pugno
di banconote al barista accanto al bicchiere vuoto. Uscii all'aperto
lasciando che l'aria mi schiarisse la mente. Respirai profondamente
quell'aria salmastra che arrivava dall' Oceano fermo in mezzo al marciapiede
In
quei momenti sentivo di poter tornare ad essere ancora qualcuno, di
poter riprendere la vita che mi era stata strappata al 35° minuto
del secondo tempo di quella maledetta partita
Tutto pareva essersi
fermato ad allora congelato in quell'istante e tutto quello che era
successo da quel momento in poi era solo un sogno, un incubo d cui
mi sarei svegliato presto
magari con quella partita ancora da
giocare
A volte capitava che la sognassi
rivivevo ogni attimo sapendo
benissimo quello che sarebbe successo allo scoccare di quel dannatissimo
35° minuto ma non potevo evitarlo, non potevo evitare di uscire
per anticipare il colpo di testa
E mi risvegliavo ansante sul
dolore lancinante dell'osso che si frantumava come un pezzo di vetro
Peccato che quegli attimi fossero fuggevoli e rari, e la realtà
si ripresentava presto in tutta la sua crudezza racchiusa in una semplice
parola: FINITO
SANAE
Rientrando a casa quella sera trovai Genzo seduto sulle
scale che portavano al mio appartamento:
- Sanae
Alzai un sopraciglio sentendolo strascicare le parole:
- Sei ubriaco Genzo?
- Ho bevuto un paio di bicchierini che c'è di male?- si strinse
nelle spalle
- Dai entra ti preparo un caffè
E' meglio - gli dissi
aprendo la porta e cercando di aiutarlo, ma lui respinse il mio braccio
- Ecco a voi Sanae Nakazawa
la buona samaritana per vocazione
-
la sua voce mi colpì come una frustata. Ma decisi di ignorare
la sua provocazione gettai la giacca sulla poltrona vicino al divano
- Vai a farti una doccia che ti preparo un caffè forte e qualcosa
da mangiare
se torni in albergo così conciato il sig.
Mikami ti rispedisce in Germania a calci
Lui mi venne vicino guardandomi negli occhi
Sentivo il suo alito
sul mio viso sapeva di vodka e vedevo i suoi occhi vacui che mi fissavano,
ero incapace di reagire:
- Sai una cosa?Mi piaci
Sanae Nakazawa
- mormorò
tutto di un fiato prima di crollarmi addosso completamente addormentato.
Caddi sul tappeto del soggiorno con un tonfo sordo. Sentivo il peso
del suo corpo sopra di me
e lo trovai piacevole, per un istante
mi lasciai cullare da quella sensazione di calore che mi aveva invaso
il cuore e che mi pareva di non provare da anni o di non aver mai
provato
Alzai una mano e gli accarezzai il volto leggermente:
- Anche tu mi piaci Genzo Wakabayashi
Muso la mia gattina si avvicinò guardandomi con la testa leggermente
reclinata da un lato:
- Che hai da guardare
potresti anche darmi una mano
no?
Ero sconvolta da quello che avevo appena detto. Mi alzai e poi lo
sollevai:
- Accidenti quanto pesi
- mormorai tra me
Con qualche difficoltà lo portai in camera da letto lasciandolo
cadere a peso morto sul letto andai verso l'armadio per prendere un
coperta, mi avvicinai a lui e lo coprii. Poi uscii per andare a prepararmi
qualcosa da mangiare anche se non avevo molto appetito. Stavo lavando
i piatti quando sentii dei rumori provenire dalla camera. Appena entrai
vidi Genzo sudato e probabilmente in preda a un incubo
si agitava
e si lamentava nel sonno mormorando parole incomprensibili. Mi avvicinai
al letto accendendo l'abat - jour. Cercai di scuoterlo, di farlo svegliare
ma inutilmente l'incubo pareva tenerlo avvinghiato tra le sue spire
Allora
cominciai ad accarezzargli i capelli come faceva mia madre con me
quando facevo dei brutti sogni da bambina. A quel punto parve calmarsi
e scivolare in un sonno più tranquillo e senza sogni. Gli accarezzai
la fronte e mi alzai dal letto. Mentre stavo per voltarmi ed uscire
dalla stanza lui mi prese per il polso tirandomi verso il basso. Mi
ritrovai stretta tra le sua braccia con il viso contro il suo petto
potevo sentire il suo profumo e il battito furioso del suo cuore confondersi
con il mio
- Nakazawa
resta con me questa notte - la sua voce pareva quella
di un bambino spaventato
Senza sapere perché mi sentii salire le lacrime agli occhi:
era così indifeso l'incertezza sul suo futuro lo rendeva così
inquieto era probabilmente per questo che aveva bevuto
Mi sdraiai accanto a lui attirando il suo capo sulla mia spalla continuando
ad accarezzargli i capelli. Senza accorgermene infine mi addormentai
anche io
Una musica si insinuò nella mia testa
da
dove veniva? Feci per girarmi verso la direzione che mi parava la
fonte di quella musica ma incontrai un ostacolo
Dovevo spegnere
quella maledetta sveglia. Aprii gli occhi e realizzai che Genzo stava
dormendo accanto a me e mi stava tenendo stretta a sé
Sussultai
per un attimo
poi i ricordi della sera prima tornarono piano
a rassicurarmi sulla situazione
- Genzo svegliati
.
- Mmmh
- Dai Genzo svegliati devo andare in ospedale
Aprì un occhio, poi li spalancò entrambi quando realizzò
che mi trovavo tra le sue braccia mentre mi teneva legata a sé
con il braccio attorno alla mia vita:
- Na
Nakazawa
-
- Buongiorno
Si scostò di scatto portandosi una mano alla testa:
- Dimmi che
- Tranquillo - gli sorrisi - Non hai fatto nulla che io non ti abbia
lasciato fare
- Che Cosa!!!???
Scoppiai a ridere della sua espressione, e mi alzai dal letto:
- Io vado a preparare la colazione
Tu ne vuoi?Dovresti essere
affamato
- osservai guardandolo maliziosamente
- Ma sono le 5:30!!!
- Ehi Bimbo io devo essere in ospedale alle 7:00 per cominciare il
turno
- Una tazza di caffè la prendo volentieri
chissà
che non mi schiarisca le idee
Andai in cucina e poco dopo lui fece capolino con l'aria assonnata
sedendosi su uno sgabello dell'isola che fungeva da tavolo:
- Senti Sanae
- si passò una mano tra i capelli - per
qualunque cosa sia successa stanotte
Gli misi davanti una tazza di caffè bollente che lui guardò
- Non preoccuparti per stanotte non è successo nulla
Sei
tornato ubriaco ieri sera e sei crollato sul divano
Ti ho portato
nel mio letto
Poi hai avuto un incubo e mi hai chiesto di restare
non so se eri cosciente o stavi sognando
ma io sono rimasta e
devo essermi addormentata
Soddisfatto?
Si concesse un lungo sorso di caffè prima di rispondere:
- Sì ora comincio a ricordare qualcosa
- mi guardò
negli occhi ma io distolsi lo sguardo dedicandomi a cercare in frigo
qualcosa per colazione, non si poteva dire che gli avessi mentito
ma non potevo certo dirgli quello che aveva detto mi imbarazzava troppo:
- Mangi qualcosa? - gli domandai
- A quest'ora scherzi? E' già tanto se in mio stomaco accetta
il tuo caffè
- Come sarebbe il "Mio" caffè? Cosa c'è che
non va?
- A parte che sembra acqua per sciacquare i piatti? - mi volsi verso
di lui - Assaggia
- mi disse porgendomi la tazza
Ne bevvi un sorso
e dovetti ammettere che effettivamente non
era il mio miglior caffè
- D'accordo hai ragione ma se vieni con me
ti offro la colazione
da Doc Magoo
la migliore che tu abbia mai mangiato
- Perché dovrei venire con te?
- Primo perché tanto ormai sei sveglio
-
- Per colpa tua e della tua dannata sveglia
- borbottò
lui
Lo ignorai:
- Secondo perché così magari
Potresti incontrarti
con il dott. Kronk
Sbiancò in viso:
- Ti avevo detto che
- Tranquillo non ho preso alcun appuntamento ma se vorrai parlargli
ti accompagnerò nel suo ufficio. E poi potresti passare a tenere
compagnia a Tsubasa
- aggiunsi prima di uscire dalla cucina e
infilarmi in bagno per impedirgli di ribattere - Oggi ha la seduta
di fisioterapia
Lo studio del dottor Walken era spazioso e luminoso
con un verdeggiante terrazzo con vista sulla città, quando
bussai non ricevetti risposta quindi entrai chiedendo permesso.
La grande scrivania di tek davanti alla finestra era ingombra di cartelle
mediche, riviste specializzate, un modellino di cuore umano a grandezza
naturale stava appoggiato sul computer
tutto era come la prima
volta che ero entrata lì per iniziare il mio preassistentato.
Su un lato della scrivania c'era una massiccia cornice d'argento,
mi sporsi e vidi il volto sorridente di una adolescente con i ricciuti
capelli castani e due occhi scuri mobili e pensosi: doveva essere
Joyce
la presi in mano per osservarla meglio
- D'accordo Micheal però andiamo a cena una di queste sere
- la voce del dottor Walken giunse dal terrazzo e più lontano
gli rispose Micheal Kronk
- Jeremy mi fai un favore?Trovati una famiglia
La fragorosa risata di Walken coprì le altre parole ma a me
parve di cogliervi una nota amara, posai in fretta la cornice e lui
fece il suo ingresso dalla finestra.
- Ah bene è qui
- disse sfregandosi le mani in un gesto
che gli era abituale - Venga sul terrazzo è una così
bella giornata - e fatto dietro front sui suoi mocassini italiani
uscì da dove era appena entrato.
Lo seguii rimanendo ancora una volta senza fiato dalla vista che si
godeva da lì:
- Ho trovato la sua relazione sulla Chirurgia mini invasiva molto
interessante
- L'argomento era affascinante
e con molte possibilità
di sviluppo. La chirurgia robotica sarà una delle prospettive
future nel campo degli interventi al cuore
- Ecco vedo che ha colto perfettamente nel segno. Sapevo di non sbagliare
scegliendo lei. Quando è venuta in questo ospedale due anni
fa per cominciare il suo internato mi ha subito colpito. C'era una
luce nei suoi occhi la stessa che alla sua età avevo anche
io. Non ho mai preso tirocinanti molto volentieri perché in
loro vedevo solo la voglia di far carriera di avere una bella villa
a Carmel Valley o un buon posto in qualche clinica privata. Quando
ci ero costretto dalle insistenze di Neice li terrorizzavo facendo
sì che il loro internato fosse un inferno. Diciamo che sono
un tipo stravagante - sorrise, aveva una doppia fila di denti bianchissimi
che spiccavano in mezzo al viso abbronzato assieme a quei due occhi
castani mobili e magnetici:mi faceva pensare a un'aquila o a un altro
rapace
Risposi al suo sorriso quell'uomo mi piaceva
- Diciamo
stravagante- accondiscesi
- Lei mi piace ragazza
- scoppiò a ridere - e non mi capita
spesso sa. Un uomo come me, un genio della Cardiochirurgia come mi
hanno definito, deve anche essere un po' misantropo. Ti descrivono
strano pieno di piccole manie. Non mi piace la gente è vero,
sono diffidente: i più vogliono qualcosa da me o sono solo
curiosi di vedere il medico che ha trapiantato un cuore artificiale
nel petto di un morto - si fermò un minuto puntando lo sguardo
su un punto indefinito nel cielo poi continuò - Ho una proposta
da farle Nakazawa è per questo che l' ho fatta venire
E
credo di non sbagliare se penso che lei sia la persona giusta
Tsuzuku