Only One Road

CROCEVIA

TSUBASA

L'infermiera era appena uscita dopo aver rifatto la stanza e io non sapevo più che fare per passare il tempo…Accesi il televisore appeso al muro di fronte al letto e cominciai a girare tutti i canali alla ricerca di qualche programma interessante, magari una partita o un programma sportivo qualsiasi. Nulla solo polizieschi e televendite…stavo quasi per mettermi a strillare dalla disperazione quando Genzo entrò facendo capolino…
- Ehi come va?
- Oh Genzo…finalmente qualcuno - spensi la televisione sollevandomi a sedere - non ne potevo più di telefilm polizieschi
- Ero da queste parti a fare footing e ho pensato di passare. Come ti senti?
- Oddio potrebbe andare meglio…Dimmi tu piuttosto…Perché non hai giocato contro gli Stati Uniti. Sono rimasto sorpreso di questa scelta di Mikami
- Era un modo per valutare le condizioni di Morisaki e Wakashimazu…
- Scelta tecnica allora…L' hai presa bene…
- Ne abbiamo discusso con Tatsuo in fondo qui si tratta dell'interesse della squadra…ma dopodomani con l'Europa non mi metterò da parte di questo puoi starne certo
- Il Brasile è in ottima condizione ho visto…
- Sapevi che lo allenava Roberto?
- Sì…Me lo disse quando stavo per partire per la Spagna…
Si sedette accanto alla finestra incrociando le braccia:
- Allora come ti trovi laggiù…
Non risposi ma invece gli chiesi:
- Genzo…come hai trovato Sanae?
- Che vuoi dire?
- Non la trovi diversa?
- Tsubasa l'ultima volta che l' hai vista era praticamente una ragazzina. E ora…
- E' una donna…- conclusi io per lui
- Ecco e allora?Qual è il problema?
- Non lo so…- feci un gesto vago con la mano - In questi anni io ho pensato a lei molto spesso…
Genzo seduto sul davanzale della finestra mi guardava in silenzio con le braccia incrociate sul petto e non mi rendeva certo facile confidarmi con lui
- Dicevate sul serio a Parigi?
- Riguardo cosa?
- I suoi sentimenti per me
- Tsubasa sono discorsi di 10 anni fa…
- Non avevo mai considerato che lei potesse amarmi…
- La cosa era evidente per tutti, tranne che per te…Sei sempre stato lento in queste cose
- Io credevo scherzaste
- Senti scusa Tsubasa ma secondo te lei perché si preoccupava tanto di te?Spirito di sacrificio?
- Lo so me ne sono accorto…
- Un po' tardi non ti pare?
- Da che parte stai?
- Qui non è questione di parte, la mia era solo una constatazione. Nessuno te ne fa una colpa. Tu sei partito per realizzare il tuo sogno, non vedo dove sia il problema
- Il problema è che io mi sento in colpa
Si alzò dal davanzale e mi voltò le spalle:
- Cosa avresti dovuto fare?Rinunciare al tuo sogno per non fare soffrire lei?Andiamo
- Lei lo faceva…
- Adesso finiscila con tutte queste "seghe mentali". Era una scelta sua investire energie e sentimenti in qualcosa che, lo sapeva bene, poteva finire così. Come sua è stata la scelta di venire negli Stati Uniti quando tu hai fatto la tua scelta
- Credi che ce l'abbia con me per questo?
- Cosa vuoi che ne sappia Tsubasa, dovresti chiederlo a lei ti pare?
- E quando non viene a trovarmi molto spesso?
- Vai a cercarla tu…
Genzo si lasciò scappare un sorriso guardando l'orologio che aveva al polso.
- Starei volentieri a parlare qui con te ma ora devo proprio andare senno chi lo sente Tatsuo se arrivo tardi agli allenamenti
Lo guardai uscire poi mi lasciai ricadere sui cuscini portando le mani dietro la testa, lasciando correre i pensieri
Sanae…quando lei era diventata indispensabile per me?L'anno del terzo campionato della scuola media?O prima nei due anni precedenti?Non avrei saputo dirlo…certo è che la sua presenza era fondamentale e il non averla accanto mi aveva rivelato tutta la sua importanza troppo tardi…Che razza di stupido ero stato…quante occasioni perse a parlare di calcio, eliminatorie, avversari problemi con la squadra. Mentre invece avrei potuto discutere con lei di tante altre cose. Nemmeno sapevo che avesse il sogno di studiare medicina ero sempre troppo impegnato a guardare il pallone che portavo sempre con me…


SANAE

Stavo osservando al negatoscopio delle lastre trovando conferma del mio sospetto quando Dana si avvicinò.
- Mmm brutto affare vero?
- Già morbo di Hodgkin…in quarto stadio direi…
- Glielo hai già detto?
Scossi la testa:
- Come si fa a dire a una donna che sta per sposarsi che le restano solo sei mesi di vita…non mi abituerò mai a questa parte del nostro lavoro
- Lo so è la parte peggiore…ma Sanae impara a non farti coinvolgere se no ti ritrovi risucchiata…
Tolsi le lastre dal negatoscopio sospirando
- Dai vieni…ti offro un caffè
Entrammo nella sala medici e mentre riempiva le due tazze:
- Ci vuoi la panna vero?- mi chiese
Annuii mentre mi sedevo al tavolino, Dana arrivò subito al punto senza tanti preamboli:
- Come la metti con Tsubasa?
- Cioè?
- Ti ha fatto effetto rivederlo? - mi domandò mettendomi davanti la tazza
- Gli ho parlato pochi minuti l'altro giorno poi non ho trovato molto tempo per salire da lui…- feci spallucce
- Non l' hai trovato…o non lo vuoi trovare?
- Un po' tutt'è due - mormorai ben sapendo che con Dana era inutile cercare scuse
- Sanae ma non lo potrai evitare per sempre.
- Lo so Dana ma è che ho fatto tanto per strapparmelo dal cuore, per ricostruirmi una vita senza di lui che ora ho paura di venirne di nuovo travolta…
- E dove sarebbe il problema?
Mi alzai dalla sedia e cominciai a camminare avanti e indietro per la saletta:
- E' solo che ora la mia vita ha preso una direzione ben precisa…
- Se ti viene data una seconda opportunità non buttarla via. A meno che tu non tenga di più alla tua carriera che a lui
- E' questo il punto…non so se voglio una seconda opportunità…
- Non lo scoprirai certo evitandolo ti pare?
- Perché devi sempre avere ragione tu? - mi risedetti stancamente
Dana stava per rispondermi quando la porta si spalancò improvvisamente e Megan l'infermiera di turno disse entrando:
- Sta arrivando un ambulanza con un poliziotto colpito al cuore da un proiettile…
Balzammo in piedi dalle sedie su cui eravamo sedute e raggiungemmo l'atrio del Pronto Soccorso dove Micheal ci stava aspettando:
- Chiama Walken…- disse Dana
- Già fatto…ho allertato sala operatoria 2
Mentre io e Dana ci precipitavamo fuori ad attendere l'arrivo dell'ambulanza il dottor Walken arrivò in quel momento di corsa:
- Ragguagli…
Megan si avvicinò dicendo:
- Maschio, bianco vittima di una sparatoria. Il paramedico dice che il proiettile ha probabilmente sfiorato il pericardio…
L'ambulanza fece il suo ingresso nello spiazzo antistante l'entrata del Pronto Soccorso, appena si fermò ne scesero due paramedici con un barella:
- Pressione 50 ha avuto un arresto cardiaco poco fa lo abbiamo ripreso per i capelli…
Il dottor Walken prese in mano la situazione mentre la barella entrava in sala emergenze:
- Non c'è tempo…presto subito in sala operatoria…Dana tu occupati di intubarlo avvertite sala operatoria di preparare per la sternotomia…
Spingendo la barella verso l'ascensore si volse verso di me:
- Nakazawa cosa fa?Se cercava un intervento interessante mi segua…
Mi bloccai nel mezzo del corridoio sentendomi impietrita
- Allora Nakazawa si muove? - Walken mi stava tenendo aperte le porte dell'ascensore
- Sì arrivo…

Mi sentivo addosso tutto il peso del mondo…l'operazione era durata più di sei ore ma il giovane poliziotto non ce l'aveva fatta, il suo cuore non aveva retto, purtroppo la pallottola lo aveva perforato…
"Non si lasci abbattere da queste cose…purtroppo sono cose che succedono e noi medici dobbiamo accettarlo come parte del lavoro" mi aveva detto Walken posandomi una mano sulla spalla mentre uscivamo dalla sala operatoria.
Ricordavo ancora quello che avevo provato a fare la mia prima diagnosi e vedere il paziente tornare a casa guarito…un senso di gioia e orgoglio profondo…ma quello non mi era mai capitato. Perdere un paziente, vederlo spegnersi sotto i miei occhi e assistervi impotente mi aveva fatto sentire inutile, incapace.
Il suono del cerca persone mi distolse da quei pensieri…mi alzai controvoglia chiedendomi cosa potessero volere in Pronto Soccorso. Mi trovai davanti Genzo con indosso una tuta della Nazionale Giapponese e un asciugamano al collo:
- Che ci fai qui?
- Sono venuto a trovare Tsubasa e passando in Pronto Soccorso ho chiesto di te…Ehi Sanae tutto OK? Hai una faccia
Mi passai una mano sul volto:
- E' stata una nottata dura. Ho perso un paziente in sala operatoria…- le parole mi uscirono come un fiume in piena - E' già successo che pazienti che passavano in Pronto Soccorso poi non superassero l'intervento…ma questo lo stavo operando io…e l' ho visto spegnersi senza che io potessi farci nulla…- le lacrime cominciarono a scorrermi sulle guance senza che io potessi farci nulla
Sentii Genzo avvicinarsi e senza pensarci su mi ritrovai a piangere sulla sua spalla scossa da singhiozzi incontrollabili…

- Scusa per prima…- mormorai imbarazzata quando ci trovammo seduti su una panchina del parco dell'ospedale dove lui mi aveva condotta e fatto sedere
- Non devi scusarti Sanae…hai appena perso un paziente mi sembra normale
- Sai perché ho scelto di fare il medico?
- No…
- C'è qualcosa di straordinario nel salvare delle vita umane. Vedere che riesci ad alleviare le sofferenze di qualcuno ti fa sentire utile
Lo vidi sorridere e mi interruppi
- Perché sorridi?
- Nulla solo consideravo il fatto che in fondo fa parte del tuo carattere. Sei sempre stata altruista…Non ho mai capito come tu facessi a preoccuparti sempre prima degli altri
Lo guardai con attenzione. C'era qualcosa nel suo sguardo. Lo ricordavo strafottente, quasi invulnerabile mentre ora mi sembrava di scorgere solo dubbi, paura sconforto…
- Non dovresti tornare in albergo ad allenarti…La prossima amichevole è vicina
- Tanto io non giocherò…nessuna delle amichevoli in programma…- il suo tono era quasi amaro mi volsi a guardarlo e lui proseguì - Tatsuo mi ha convocato, ma dire la verità non gli potrò essere di molto aiuto…
- Non capisco…
- Ho subito una frattura l'ennesima…I medici mi hanno detto che ormai l'osso è troppo indebolito per sopportare una attività fisica ai ritmi agonistici cui ero abituato.
Lo guardai e in quel momento sentii gli occhi che mi si riempivano di lacrime mi avvicinai a lui e lo abbracciai d'impulso…Lo sentii irrigidirsi per un attimo colto di sorpresa poi sollevò un braccio e mi cinse la vita attirandomi ancora di più a sé, passandomi l'altra mano tra i capelli. Non era come l'abbraccio di poco prima durante il quale si era limitato a darmi delle pacche di incoraggiamento sulle spalle per calmare i miei singhiozzi. Questo sembrava di più la ricerca di un appiglio, una persona disperata a cui non rimane altro a cui aggrapparsi…Rimanemmo così non so per quanto tempo sentii il suo cuore che batteva contro il mio e questo mi fece uno strano effetto…Mi scostai da lui e lo guardai sorridendo un po' imbarazzata
- Scusami Genzo non avrei dovuto…
- Sanae…- allungò una mano ad accarezzarmi il volto e sorrise mentre i suoi occhi restavano…tristi spenti, gli presi la mano e la strinsi tra le mie nel tentativo di comunicargli ciò che non riuscivo ad esprimere a parole e di cui mi pareva avere un disperato bisogno: coraggio, calore, conforto. Strinse le mie mani convulsamente evitando di guardarmi negli occhi…
D'improvviso, guardandolo lo vidi così smarrito, disperato e solo, e senza sapere perché mi colse l'impulso di baciarlo…volevo avvicinarmi, accarezzargli il volto farlo girare verso di me e posare le mie labbra sulle sue…Rimasi scioccata da questo pensiero e mi scostai da lui un po' bruscamente…Lo vidi guardarmi perplesso ma non disse nulla
- Ne sei sicuro?Voglio dire, anche i medici possono sbagliare
- Brinkmann il medico che mi ha operato ad Amburgo dopo l'infortunio è stato categorico
Strinse il pugno con rabbia
- Perché non parli con Micheal Kronk… magari lui
- No grazie, non voglio sentirmi ripetere ancora che sono finito
- Ma - insistetti io - potrebbe darti qualche speranza in più…
- Lo credi davvero?
- Questo non è il SGGK che conosco…dov'è finita tutta la tua grinta?
Mi sorrise amaro:
- L' ho persa…
- Non ci credo… Tu hai paura, psicologicamente capita dopo un brutto infortunio
- Risparmiami la psicologia spicciola per favore
- Almeno prova no?Parla con Micheal..
Si alzò in piedi e fece per allontanarsi, mi alzai e lo seguii posandogli una mano sul braccio
- Genzo…promettimi che ci penserai. Non buttare al vento la tua carriera…
- Quale carriera?Ormai quella è andata in frantumi in quella maledetta partita assieme al mio femore - il suo pareva un urlo di dolore, sentii le lacrime pungermi gli occhi
Si volse verso di me e mi fissò per alcuni istanti di nuovo quella sensazione quell'impulso:
- Genzo sei un tipo strano…ti mostri come disinteressato a tutto e tutti eppure soffri più di tutti gli altri…- mormorai
- E tu da quanti anni hai rinchiuso il tuo cuore? Dopo Tsubasa…Non vedo anelli alle tua dita e non mi sembra che hai una vita al di fuori dell' Ospedale
Chinai il capo
- Vero siamo molto simili io e te
- Mi spiace non volevo riaprire una ferita…
Lo guardai stupita non era da lui scusarsi
- Com'è che non passa Genzo? Il dolore…intendo
- Non lo so credo che quello resti sempre in fondo. Impariamo solo a conviverci
- Per te è così?
- In un certo senso…Credo che sia diverso da persona a persona…Ognuno affronta il dolore a modo suo e lo supera…
- Io non l' ho affrontato, sono scappata…E lui mi è ripiombato addosso
- Tu non sei scappata…Ti sei solo chiusa a riccio…Perché?
Mi strinsi nelle spalle:
- Disintossicazione?Mi ero occupata di lui per nove anni…e avevo bisogno di non avere nessuno intorno…
- Stai facendo come lui…Però…Limiti i tuoi orizzonti e tu non sei il tipo…
- Perché non parli con Kronk? - replicai
- Sanae…non…il dottor Brinkmann è stato chiaro…
- Chi si sta limitando ora?
- Ma che altro posso fare…
- Allenare?diventare giornalista sportivo?Ci sono altre strade
Mi guardò senza rispondere poi si avvicinò a me abbracciandomi di nuovo per poi allontanarsi senza voltarsi


TSUBASA

- Ehi Tsubasa allora?- la voce di Ishizaki mi riscosse bruscamente, dovevo essermi appisolato e non mi ero accorto che erano entrati i ragazzi
- Uh? Ciao…- li guardai fermi in piedi attorno al mio letto - Scusatemi
- E' noioso vero? - Taro mi guardava comprensivo
- Non ce la faccio più…- borbottai incrociando le braccia al petto
- Ma dai con tutte queste infermiere…- disse Ryo assumendo un aria estasiata
- Le infermiere?- chiesi non capendo dove volesse andare a parare
- Lascia perdere con lui caschi male Ryo lo sai che Tsubasa per queste cose - intervenne Jun sorridendo
- Già, Già - annuì l'altro - La povera Sanae ne sa qualcosa…Ehi a proposito viene spesso a trovarti?- aggiunse sogghignando e dandomi di gomito
- No, lei qui ha i suoi pazienti
- E tu vuoi farci credere che non trova mai il tempo di passare un po' da te…
Guardai supplice verso Taro Misaki che sorridendo intervenne prontamente:
- Le hai viste le partite?
- Sì e devo dire che ve la siete cavata egregiamente anche senza di me…
- Matsuyama è stato una rivelazione in quel ruolo
- Vero…se non ci fosse lui avremmo dei seri problemi ad organizzare il centrocampo
- La cosa stupefacente è stato il goal che Genzo si è fatto fare da Schneider da fuori area
- Già - commentai a mia volta - non si è neppure mosso. Vi ha spiegato?
- Dopo la partita quando abbiamo cercato di chiedergli qualcosa non ci ha risposto ma è uscito dallo spogliatoio sbattendo la porta…
La porta si aprì.
- Oh Tsubasa pensavo fossi solo - Sanae entrò sorridendo
- Eccola qui…Visto?…E tu Tsubasa che dicevi che non veniva mai…
Mi ritrovai ad arrossire come un ragazzino
- Vedo che non sei cambiato molto vero Ishizaki?
- Sai Sanae…non avrei mai creduto che tu saresti diventata medico
- Già lo immaginavo…Avrei dovuto continuare a lavare le vostre magliette e divise?
- No…non volevo dire quello
Mi lascia scappare un sorriso a vedere i loro battibecchi
- Sarà meglio che andiamo…così li lasciamo soli soletti…i piccioncini…hanno tanti anni da recuperare
- Ishizaki la pianti?- sbottò Sanae
Gli altri uscirono sorridendo
- Tutto bene?Ti vedo stanco
- Ho appena finito una seduta di riabilitazione
- Non dovresti sforzarti così…- disse Sanae sporgendosi verso di me e sedendosi. - Micheal mi dice che è stupefatto del tuo recupero
Sorrisi osservandola con attenzione e considerando che poi non era cambiata molto in realtà…Forse un po' fisicamente ma aveva la stessa attenzione e preoccupazione che aveva allora…Il medico era sicuramente la professione adatta a lei.
- Già non vedo l'ora di tornare a giocare
- Sei sempre stato un po' affrettato in queste cose…
- Non posso farci nulla…Non riesco a stare lontano dai campi di calcio…
- Lo so…
Il silenzio calò tra noi. Quel silenzio che accompagnava i pochi momenti che trascorrevamo insieme da quando ero stato investito…Passava qualche volta quando era di turno in Ospedale per vedere come stavo o se avevo bisogno di qualcosa ma rimaneva poco e poi immancabilmente calava questo silenzio, questo muro di incomunicabilità dopo le prime chiacchiere di routine
- A cosa pensi ? - mi chiese
- Sanae c'è qualche problema tra noi due? - le domandai invece di rispondere fissandola negli occhi, non sopportavo più quel silenzio…
Lei non rispose
-…Lo so Sanae…ti ho ferito - proseguii
- Cosa te lo fa pensare?
- Me ne sono andato senza tenere conto dei tuoi sentimenti.
- E' acqua passata Tsubasa
- Sai quando ero in Brasile…mi mancavi…La cosa strana era che quasi non me ne rendevo conto, era un gioco perverso facevo di tutto per non pensarti per non richiamare il tuo viso i tuoi occhi per poi con disappunto scoprirti lì in un angolo dei miei pensieri, mentre aprivo il cartone del latte…
- Allora pensavi a me? - il suo tono era sorpreso
- Sanae, io non ho mai smesso di pensarti…- dissi con foga
- Già che strano io invece ho passato questi anni nel tentativo di dimenticarti
- E ci sei riuscita?
- Sì
- Avevo sempre pensato che il mio sogno fosse anche il tuo
- Qui sbagliavi e ho sbagliato anche io
- Non capisco…
- Metri di giudizio, punti di vista, Tsubasa…Io mi ponevo in un ottica sbagliata. Credevo che facendomi partecipe del tuo sogno avrei fatto anche automaticamente parte della tua vita…e del tuo cuore…ma non è stato così. Mi ero dimenticata che anche io avevo una vita, dei sogni…
- Te ne sei andata…
- Avrei dovuto aspettarti per quanto? Fino a che tu non fossi tornato vittorioso con la coppa del mondo tra le mani…Con tanto di dichiarazione magari in uno stadio vuoto?Mentre mi dicevi quando mi fossi grato per esserti stata accanto?E io mi sarei commossa…accettando di sposarti nella cornice dei nostri amici…e di seguirti nelle tue peregrinazioni…(Scusate non ho resistito NDA ^______^)
- Ti sarebbe spiaciuto?
- Non è questo il punto…Vedo che non capisci il mio punto di vista
- Spiegamelo
- Cosa faresti se ti togliessero l' unica ragione attorno a cui ruota la tua vita?
- Mi sentirei finito…
- Quando tu te ne sei andato mi sono accorta che il mondo girava ancora e che io potevo camminarci in mezzo. E sono andata avanti. Tutto lì
- Ricordi la promessa?
- Che promessa?
- Mi dicesti promettimi che vincerai…ecco io l' ho fatto fino ad adesso…
- E' una promessa di tanto tempo fa…eravamo ragazzini…- si passò una mano tra i capelli
- Mi ha accompagnato per tutta la carriera, il pensiero di mantenere quella promessa di renderti orgogliosa
- Ma io sono orgogliosa Tsubasa…Di quello che hai raggiunto con le tue forze e la tua determinazione. Non ho mai avuto dubbi su questo
- E se..- cominciai
- La vita non si fa con i se Tsubasa…I primi tempi che ero qui non facevo altro che chiedermi, se avessi fatto bene ad andarmene, se non avrei dovuto rispondere a una di quelle lettere scrivendoti quanto mi mancassi, o venire in Brasile…ma così si resta invischiati in un circolo vizioso di ipotesi che non ti fa andare avanti
- E tu cosa hai fatto?
- Una cosa che per ironia della sorte mi hai insegnato tu…mi sono buttata in qualcosa che mi facesse sentire viva…-
Si alzò dalla sedia e fece per allontanarsi, mi sporsi e afferrandola per un polso la tirai verso di me abbracciandola…Lei fece per dire qualcosa ma le mormorai sui capelli:
- No non dire nulla ti prego lascia parlare me - mi fermai un istante continuando a tenerla tra le braccia - Sanae io non so…non era chiaro neppure a me allora…E ora che ti ho ritrovata…Non voglio perderti di nuovo…
Le sollevai il viso e mi chinai sul suo viso…posai le mie labbra sulle sue ma lei si ritrasse
- Non credo si possa tornare indietro Tsubasa - disse lei - non a questo punto e dopo tutto questo tempo….Tu forse sei ancora attaccato al ricordo di quella ragazzina…ma io sono diversa. Le persone cambiano, cambiano i sentimenti
Mi passai una mano tra i capelli lasciandomi cadere sul letto
- Micheal Kronk mi ha detto che Walken ti ha accettato come assistente
- Sì…
- Diventerai un bravo cardiochirurgo
La guardai e ancora la sua immagine si sovrappose a quella di una ragazzina che per anni mi aveva sempre sostenuto…


SANAE

Mi avvicinai al banco dell'accettazione consegnando a Megan le cartelle dei pazienti dimessi quel giorno:
- Dottoressa…- seguii il suo sguardo e vidi Genzo fermo davanti alla sala d'aspetto del Pronto Soccorso, con le braccia incrociate al petto e la schiena sullo stipite. Da quando avevamo fatto quella chiacchierata, il giorno in cui io avevo perso il paziente e lui mi aveva confidato il dramma della sua carriera non lo avevo più incontrato…era come se cercasse di evitarmi. Lo salutai sorridendo
- Avevo pensato - mi disse - che magari ti andava di mangiare qualcosa…
- Certo volentieri…- risposi, guardai l'orologio - Io finisco il turno tra un'ora, aspettami all'uscita.

Camminammo in silenzio per tutto il tragitto dall'ospedale al mio appartamento…Avevo proposto se invece di uscire fuori a cena, potevamo ordinare qualcosa da mangiare a casa in tranquillità visto che ero molto stanca e lui dopo aver accettato con un'alzata di spalle si era chiuso in un mutismo assoluto…Mi scappò un sorriso questo era Genzo Wakabayashi…o lo si prendeva così o ci si litigava dalla mattina alla sera…
Aprii la porta di casa facendomi da parte per farlo passare:
- Prego - gli dissi sorridendo- Mettiti pure comodo…io arrivo subito…- gli indicai il divano- E stai attento a Muso…- aggiunsi prima di infilarmi in bagno
Quando rientrai nel soggiorno era seduto sul divano con il gatto sulle gambe e stava sfogliando il plico di fotocopie che mi aveva dato Walken:
- Simpatico il tuo gatto…mi è subito saltato addosso…- sorrise mentre l'accarezzava
- Gatta…- precisai - Muso è una femmina…-
Sollevò i fogli:
- E' questo quello che vorresti fare?
Mi sedetti accanto a lui ripiegando le gambe sotto di me e diedi una scorsa alla pagina che mi mostrava in cui si parlava dei progressi della Cardiochirurgia mini invasiva nell'ambito degli interventi:
- Già…- annuii - lo hai letto?
- Qualcosa ma sai non ci capisco nulla…tutti quei termini: sternotomia…che roba è?
- Praticamente ti aprono il torace come le ante di un armadio, segandoti qui…- gli spiegai mimando l'azione, passando una mano sul mio sterno
- Ah…E tu vorresti farlo?
- Si può salvare una vita umana…ma oggi ci sono altre tecniche come puoi vedere nelle pagine successive…-
- No, no grazie…mi passa l'appetito…- rispose posando il plico sul divano accanto a me
Scoppiai a ridere della sua espressione disgustata:
- Allora ti va se ordiniamo qualcosa a un Cinese?Se no ho delle pizze surgelate in frigo…
- Vada per le pizze allora, ma toglimi da davanti queste immagini se no…
Mi alzai dal divano e mi diresse verso il piccolo cucinino di cui era munito l'appartamento:
- Vieni a darmi una mano però…c'è del vino in frigo
- Ehi il tuo frigo è vuoto…- osservò sbirciandoci dentro dopo che ebbe preso la bottiglia di vino
- Sai, non ho mai molto tempo di fare la spesa e poi il più delle volte mangio in ospedale o da Doc Magoo
- Doc che?
- La tavola calda dall'altra parte della strada…di fronte all'Ospedale
- Tutta dedita al lavoro eh?
- Non prendermi in giro Genzo…-
- Non ci penso neppure…io ti trovo ammirevole…Anzi ti ho sempre ammirato.
Gli sorrisi e gli feci cenno di sedersi su uno sgabello dell'isola che separava il cucinino dal soggiorno:
- Ti sei sistemata bene vedo…- disse versando del vino bianco in due bicchieri
- Non c'è male…Sai qui praticamente ci vengo solo per dormire quelle poche volte che non passo la notte in Ospedale …
- E' dura?
- Già - annuii - ci sono dei giorni in cui entro in Ospedale la mattina alle cinque e ne esco l'indomani alla sera
- Come fai?
- Passione…mi piace
- Sai non avrei mai pensato che…- si interruppe posando il bicchiere
- …avrei fatto qualcosa di diverso dal seguire Tsubasa?
Annuì
- Credo che lo pensassero in molti e forse io per prima. Ma quando quel giorno all'Aeroporto ho letto quell'intervista mi sono sentita libera. Come se una catena che mi teneva legata si fosse sciolta. Ed è stato come se solo allora avessi visto tutte le possibilità che mi perdevo se restavo limitata al raggio di azione della catena…- sorseggiai il vino
- Stai dicendo che Tsubasa era quella catena?
Mi strinsi nelle spalle
- Non proprio…ma era come se io mi fossi convinta che lui fosse la mia unica possibilità…Ma dopo che lui era partì per il Brasile ho capito che c'erano altre cose che potevo fare, ma che per farle me ne sarei dovuta andare.
- E' come se ti fossi spenta Sanae…Dov'è quell'allegra ragazza che sì occupava…di tutti noi della Nankatsu
- Non sono più quella ragazza…Genzo, sono diventata una donna. E non sai che fatica ho fatto per strapparmelo dal cuore…per non sussultare ogni volta che vedevo un pallone
- Sei cambiata Sanae…
- Tutti cambiamo in fondo. Ci si lascia alle spalle molte cose non senza una certa sofferenza…Dapprima abbiamo convinzioni di cui crediamo di non poter fare a meno poi quando la vita ci mette davanti altre strade ci rendiamo conto che possiamo benissimo vivere con altri parametri e che forse quelli vecchi non erano quelli giusti. E a un certo punto ti chiedi come facevi a vivere con quella visione ristretta delle cose
- Quanto hai dovuto sacrificare di te stessa però?
Mi strinsi di nuovo nelle spalle a quella domanda
- In fondo si perde sempre qualcosa di noi maturando no?E poi avevo già lasciato alle spalle qualcosa di me quando lo avevo incontrato…Si è trattato di rivedere delle cose
- Sai Hijuga aveva una teoria -
- Lo so la disse anche a me - risi -…quando me lo disse confesso che mi divertì molto:
" Deve essere una capra se non si è ancora accorto di una bella ragazza come te"
- In fondo lo pensavamo un po' tutti.
- Che fosse una capra? - l' interruppi ridendo
- …che tu fossi un bella ragazza…
- Mi stai forse dicendo che eravate un po' tutti innamorati di me?
- Io no…- borbottò alzandosi e andando a mettersi davanti alla vetrinetta del soggiorno
Restammo in silenzio per alcuni minuti mentre infilavo le pizze surgelate nel forno e finivo di apparecchiare
- Quanti ricordi vero? - la sua voce mi fece sussultare
Mi avvicinai tenendo in mano il bicchiere sbirciando da sopra la sua spalla per scoprire ciò che aveva attirato la sua attenzione
- Già…- mormorai - una vita di ricordi…-
Vidi subito la foto un po' discosta dalle altre quasi nascosta dietro a una cornice più grande che racchiudeva la foto della mia laurea con i miei familiari
- Ma quella foto…
Aprì la vetrinetta e senza che io gli dicessi nulla, tirò fuori la cornice. La osservai da sopra la sua spalla: la Nankatsu alla prima vittoria al Campionato Nazionale contro il Meiwa…c'era tutta la squadra al completo con l'allenatore. Eravamo in posa davanti alla porta del campo di allenamento, Tsubasa in prima fila accanto a Taro Misaki e io dietro a tutti tra lui e Mamoru Izawa…
- Quanto tempo…Perché non si può restare così…momenti scattati, fermi, come frammenti, attimi di felicità… - mormorai come seguendo un pensiero fugace
- E' la vita Sanae che va avanti e il più delle volte bisogna pure rincorrerla per non restare indietro
- Sai prima di partire per venire qui ho fatto piazza pulita di…- mi interruppe
Si volsi a guardarmi
- Di Tsubasa?
- Di tutto quello che poteva ricordarmi di lui…La divisa della scuola, gli articoli di giornale,le foto. Ho buttato via ogni cosa di quel periodo e mi sono accorta che non avevo nulla di mio e che io in realtà non l' avevo mai avuta una vita mia fino ad allora…In realtà, vivevo al suo riflesso: dei suoi successi. Ma di mio non avevo nulla…
- Però questa l' hai tenuta… - sollevò la cornice
- Non volontariamente…quando sono arrivata qui e ho sballato i cartoni per sistemarmi nella stanza al college quella cornice era lì in mezzo alle mie cose…E allora mi sono detta che forse un piccolo frammento di passato potevo tenerlo…Allora - presi la cornice dalle sue mani e la guardai con tenerezza - ma erano anni che non la guardavo…Ho voluto dimenticare tutto. E ora tutto è tornato così improvviso…A volte sei convinto di esserti lasciato il passato alle spalle e invece ti svegli una mattina e ti ritrovi tutto davanti agli occhi come se il tempo non fosse mai passato
- Tu non hai nulla che ti leghi a lui…
- Lo so Genzo ma quando l' ho rivisto mi è sembrato di tornare a quegli anni come se lui non fosse mai partito. Non so come spiegarti
- Hai sempre avuto la vocazione all' infermiera con lui.
- Non prendermi in giro…
- Sto solo constatando l'ovvio.
- Già forse hai ragione…- ammise riponendo la cornice nella vetrinetta
- Ehi…non dovevamo cenare?

GENZO

Tatsuo Mikami chiuse la comunicazione posando la penna con cui aveva giocherellato nervosamente per tutto il tempo della conversazione telefonica con il medico della Clinica di Amburgo di cui gli avevo dato il nominativo.
- Genzo perché non me lo hai detto? - sospirò
- Cosa dovevo fare?Quando mi hai convocato credevo di potercela fare
- E' per questo che non hai parato il tiro di Schneider l'altro giorno?
- Già…non sono riuscito a muovermi - mi battei un pugno sulla coscia - Dannazione!!!
- Io…
- Non compatirmi Tatsuo è la cosa che sopporto di meno. - mormorai con sarcasmo
- Genzo sai benissimo che non è così…
Abbassai gli occhi e non dissi nulla
- Hai parlato con il dottor Kronk?Mi pare che sia in gamba…
Scossi la testa:
- Sanae…lei insiste di farmi avere un' appuntamento quando voglio…
- Perché non ci pensi?
- Per sentirmi dire cosa?Che non ho speranze?No grazie…Sono stufo.
- Da quando ti arrendi così…
Lo guardai in tralice:
- Tatsuo almeno tu credevo avresti capito…Non hai sentito quello che ha detti il dott. Brinkmann? E' stato chiaro no?
- Già ma non è il solo chirurgo ortopedico su questa terra…E poi tu in questi mesi hai giocato no?
- Peggiorando la situazione
- Magari Kronk può darti nuove speranze
- Sono stanco Tatsuo. Lastre, visite e magari una nuova operazione. Sono stufo di aggrapparmi a una sottile speranza e poi sentirmi ripetere che non ce ne sono, che devo cercarmi altre alternative alla carriera
- Genzo lo sai vero che potresti sempre far parte del mio staff di allenatori per i mondiali
- Mi ci vedi ad allenare Wakashimazu? - sorrisi ironico ma l'amarezza delle mie parole incrinò la mia voce - Dannazione Tatsuo io ho bisogno di giocare…guardare in faccia l'attaccante mentre si avvicina alla mia porta vedere il fuoco nei suoi occhi. Sentire l'adrenalina scorrere nelle mie vene…Il calcio è tutto per me…
Tatsuo mi guardava senza parlare, incapace di dire nulla…
La cosa di cui gli fui grato fu di non scorgere in fondo ai suoi occhi la compassione o la pena…Anche Sanae aveva avuto lo stesso sguardo quando glielo avevo detto. Ripensai a Sanae quando mi aveva raccontato della morte del suo paziente…In quel momento con quella espressione intensa ed assorta…era strano, ma quando abbandonava quell'aria di indifferenza che assumeva quando si trattava di affrontare persone che le ricordavano il passato…mostrava un lato di sé totalmente nuovo…Insospettabile agli occhi di chi come me non la conosceva a fondo…Una donna che si trovava d'improvviso di fronte a un passato doloroso, ma allo stesso tempo forte e incrollabile sempre pronta a rialzarsi e a ricominciare…Una donna che riusciva a farmi vacillare come quel pomeriggio quando l'avevo stretta tra le braccia per consolare i suoi singhiozzi disperati per aver perso il paziente in sala operatoria…Dovevo difendermi da quelle sensazioni, non dovevo lasciare che si facessero strada nel mio cuore per un sacco di buoni motivi. E Tsubasa Ozora era quello principale…Forse era così anche per lei…In fondo eravamo così simili…Feriti…Tutti e due….Una donna che nascondeva il suo dolore di fronte a cui non aveva difese e un uomo che difendeva il suo orgoglio dall' assalto di un presente oscuro e privo di prospettive e di un futuro ancora più incerto…

Il barista mi guardò, mentre mi metteva davanti il bicchiere pieno…Forse pensando che ho bevuto troppo….A dire la verità neppure ricordo a che quota di bicchieri sono arrivato…Né da quanto sono qui…Un paio d'ore?Una serata?Una vita?
Mi guardai in giro per il locale…sono l'ultimo cliente che sta seduto al bancone…Forse quest'uomo vorrebbe andare a casa dalla sua famiglia, oppure rinchiudersi in un appartamento vuoto a pensare a quanto sia amara la sua vita…
Riabbassai lo sguardo sul mio bicchiere…non importava cosa ci fosse dentro.Tutto sommato mi importa che sia forte…Abbastanza forte da farmi dimenticare tutto…questi giorni, questo pomeriggio, questa vita. Dimenticare quello che sono in questo momento, quello che sono stato in passato, quello che non potrò più essere.
Feci girare il ghiaccio nel bicchiere mentre la verità mi colpisce come un pugno in pieno stomaco…Non serve bere per dimenticare:
Quando Schneider ha calciato e io sono rimasto fermo sulla linea di porta come un novellino la gamba mi faceva così male che non sono riuscito a muovermi e la palla si è insaccata dietro le mie spalle
" L' osso della gamba destra è seriamente compromesso…"
Quelle parole continuavano a vorticarmi in testa come un eco infinito. Vorrei farle smettere ma non posso, non ci riesco…
Vuoto.
Senza più senso…prospettive, futuro.
Così mi sono sentito quando i dottori mi ha detto che non potrò più giocare a calcio…Molto probabilmente. Sono finito come calciatore a 26 anni…Non mi resta più nulla…Neppure i mondiali del 2002…Certo non è che uno possa giocare fino a quaranta anni…ma i mondiali…oddio…mi sono preparato per anni per questo…Allenamenti massacranti, sacrificando tutto e tutti…
Mi ritrovo a ridere quasi con isteria…attirando l'attenzione del barista che sta asciugando un bicchiere…
Non poter più giocare a calcio… questa è una condanna, non una diagnosi.Io ho bisogno di giocare di stare tra i pali a guidare la difesa sentire l'adrenalina in corpo prima che un avversario effettui il suo tiro. Il volto di Nakazawa si affacciò ai miei pensieri, sorrisi lievemente nonostante tutto. Fissai per un po' il fondo del bicchiere, perché mi viene in mente proprio adesso? Forse perché è l'unica oltre a Tatsuo a cui ho avuto il coraggio di dirlo? L'unica che sa della fine ingloriosa del SGGK…La cosa che mi è rimasta impressa è che quando gliel' ho detto non ho scorto compassione o pena nei suoi occhi…ma solo tanto dolore
Sanae…che strana donna era diventata…chiusa e diffidente. La ricordavo quando era la manager della Nankatsu e ancora prima quando ero il portiere della Shutetsu…Come poteva cambiare così tanto una persona
Mi ritrovai a chiedermi se molta colpa del suo cambiamento non dipendesse proprio dal fatto che Tsubasa fosse partito per il Brasile…Certo lei lo sapeva da anni come tutti noi del resto…
Ripensai a quando l'avevo stretta a me…Sentivo ancora la morbidezza del suo corpo sotto le mie mani…Mi chiesi cosa sarebbe successo se l'avessi baciata…non che non lo desiderassi ma c'era il pensiero di Tsubasa a tormentarmi e a tormentarla nonostante quello lei dice che non ha importanza…Avrei voluto baciarla…dapprima lentamente vincere magari la sua resistenza poi con sempre maggior desiderio, passione, trasporto…Sussultai a quei pensieri
Non avrei mai pensato di provare un trasporto simile per una donna. Che poi quella donna fosse proprio Sanae rendeva ancora tutto più irreale. La conoscevo da sempre. Sin da quando eravamo bambini e mai avevo pensato a lei in questi termini.
Mi alzai dal bancone barcollando leggermente…Lasciai un pugno di banconote al barista accanto al bicchiere vuoto. Uscii all'aperto lasciando che l'aria mi schiarisse la mente. Respirai profondamente quell'aria salmastra che arrivava dall' Oceano fermo in mezzo al marciapiede…In quei momenti sentivo di poter tornare ad essere ancora qualcuno, di poter riprendere la vita che mi era stata strappata al 35° minuto del secondo tempo di quella maledetta partita…Tutto pareva essersi fermato ad allora congelato in quell'istante e tutto quello che era successo da quel momento in poi era solo un sogno, un incubo d cui mi sarei svegliato presto…magari con quella partita ancora da giocare…
A volte capitava che la sognassi…rivivevo ogni attimo sapendo benissimo quello che sarebbe successo allo scoccare di quel dannatissimo 35° minuto ma non potevo evitarlo, non potevo evitare di uscire per anticipare il colpo di testa…E mi risvegliavo ansante sul dolore lancinante dell'osso che si frantumava come un pezzo di vetro
Peccato che quegli attimi fossero fuggevoli e rari, e la realtà si ripresentava presto in tutta la sua crudezza racchiusa in una semplice parola: FINITO…

SANAE

Rientrando a casa quella sera trovai Genzo seduto sulle scale che portavano al mio appartamento:
- Sanae…
Alzai un sopraciglio sentendolo strascicare le parole:
- Sei ubriaco Genzo?
- Ho bevuto un paio di bicchierini che c'è di male?- si strinse nelle spalle
- Dai entra ti preparo un caffè…E' meglio - gli dissi aprendo la porta e cercando di aiutarlo, ma lui respinse il mio braccio
- Ecco a voi Sanae Nakazawa…la buona samaritana per vocazione…- la sua voce mi colpì come una frustata. Ma decisi di ignorare la sua provocazione gettai la giacca sulla poltrona vicino al divano
- Vai a farti una doccia che ti preparo un caffè forte e qualcosa da mangiare…se torni in albergo così conciato il sig. Mikami ti rispedisce in Germania a calci
Lui mi venne vicino guardandomi negli occhi…Sentivo il suo alito sul mio viso sapeva di vodka e vedevo i suoi occhi vacui che mi fissavano, ero incapace di reagire:
- Sai una cosa?Mi piaci…Sanae Nakazawa…- mormorò tutto di un fiato prima di crollarmi addosso completamente addormentato. Caddi sul tappeto del soggiorno con un tonfo sordo. Sentivo il peso del suo corpo sopra di me…e lo trovai piacevole, per un istante mi lasciai cullare da quella sensazione di calore che mi aveva invaso il cuore e che mi pareva di non provare da anni o di non aver mai provato…Alzai una mano e gli accarezzai il volto leggermente:
- Anche tu mi piaci Genzo Wakabayashi…
Muso la mia gattina si avvicinò guardandomi con la testa leggermente reclinata da un lato:
- Che hai da guardare…potresti anche darmi una mano…no?
Ero sconvolta da quello che avevo appena detto. Mi alzai e poi lo sollevai:
- Accidenti quanto pesi …- mormorai tra me
Con qualche difficoltà lo portai in camera da letto lasciandolo cadere a peso morto sul letto andai verso l'armadio per prendere un coperta, mi avvicinai a lui e lo coprii. Poi uscii per andare a prepararmi qualcosa da mangiare anche se non avevo molto appetito. Stavo lavando i piatti quando sentii dei rumori provenire dalla camera. Appena entrai vidi Genzo sudato e probabilmente in preda a un incubo… si agitava e si lamentava nel sonno mormorando parole incomprensibili. Mi avvicinai al letto accendendo l'abat - jour. Cercai di scuoterlo, di farlo svegliare ma inutilmente l'incubo pareva tenerlo avvinghiato tra le sue spire…Allora cominciai ad accarezzargli i capelli come faceva mia madre con me quando facevo dei brutti sogni da bambina. A quel punto parve calmarsi e scivolare in un sonno più tranquillo e senza sogni. Gli accarezzai la fronte e mi alzai dal letto. Mentre stavo per voltarmi ed uscire dalla stanza lui mi prese per il polso tirandomi verso il basso. Mi ritrovai stretta tra le sua braccia con il viso contro il suo petto potevo sentire il suo profumo e il battito furioso del suo cuore confondersi con il mio…
- Nakazawa…resta con me questa notte - la sua voce pareva quella di un bambino spaventato
Senza sapere perché mi sentii salire le lacrime agli occhi: era così indifeso l'incertezza sul suo futuro lo rendeva così inquieto era probabilmente per questo che aveva bevuto…
Mi sdraiai accanto a lui attirando il suo capo sulla mia spalla continuando ad accarezzargli i capelli. Senza accorgermene infine mi addormentai anche io…

Una musica si insinuò nella mia testa…da dove veniva? Feci per girarmi verso la direzione che mi parava la fonte di quella musica ma incontrai un ostacolo…Dovevo spegnere quella maledetta sveglia. Aprii gli occhi e realizzai che Genzo stava dormendo accanto a me e mi stava tenendo stretta a sé…Sussultai per un attimo…poi i ricordi della sera prima tornarono piano a rassicurarmi sulla situazione…
- Genzo svegliati….
- Mmmh
- Dai Genzo svegliati devo andare in ospedale…
Aprì un occhio, poi li spalancò entrambi quando realizzò che mi trovavo tra le sue braccia mentre mi teneva legata a sé con il braccio attorno alla mia vita:
- Na…Nakazawa…-
- Buongiorno…
Si scostò di scatto portandosi una mano alla testa:
- Dimmi che…
- Tranquillo - gli sorrisi - Non hai fatto nulla che io non ti abbia lasciato fare…
- Che Cosa!!!???
Scoppiai a ridere della sua espressione, e mi alzai dal letto:
- Io vado a preparare la colazione…Tu ne vuoi?Dovresti essere affamato… - osservai guardandolo maliziosamente…
- Ma sono le 5:30!!!
- Ehi Bimbo io devo essere in ospedale alle 7:00 per cominciare il turno
- Una tazza di caffè la prendo volentieri…chissà che non mi schiarisca le idee
Andai in cucina e poco dopo lui fece capolino con l'aria assonnata sedendosi su uno sgabello dell'isola che fungeva da tavolo:
- Senti Sanae…- si passò una mano tra i capelli - per qualunque cosa sia successa stanotte…
Gli misi davanti una tazza di caffè bollente che lui guardò
- Non preoccuparti per stanotte non è successo nulla…Sei tornato ubriaco ieri sera e sei crollato sul divano… Ti ho portato nel mio letto…Poi hai avuto un incubo e mi hai chiesto di restare non so se eri cosciente o stavi sognando…ma io sono rimasta e devo essermi addormentata…Soddisfatto?
Si concesse un lungo sorso di caffè prima di rispondere:
- Sì ora comincio a ricordare qualcosa…- mi guardò negli occhi ma io distolsi lo sguardo dedicandomi a cercare in frigo qualcosa per colazione, non si poteva dire che gli avessi mentito ma non potevo certo dirgli quello che aveva detto mi imbarazzava troppo:
- Mangi qualcosa? - gli domandai
- A quest'ora scherzi? E' già tanto se in mio stomaco accetta il tuo caffè…
- Come sarebbe il "Mio" caffè? Cosa c'è che non va?
- A parte che sembra acqua per sciacquare i piatti? - mi volsi verso di lui - Assaggia…- mi disse porgendomi la tazza
Ne bevvi un sorso…e dovetti ammettere che effettivamente non era il mio miglior caffè…
- D'accordo hai ragione ma se vieni con me…ti offro la colazione da Doc Magoo…la migliore che tu abbia mai mangiato…
- Perché dovrei venire con te?
- Primo perché tanto ormai sei sveglio…-
- Per colpa tua e della tua dannata sveglia…- borbottò lui
Lo ignorai:
- Secondo perché così magari…Potresti incontrarti con il dott. Kronk…
Sbiancò in viso:
- Ti avevo detto che…
- Tranquillo non ho preso alcun appuntamento ma se vorrai parlargli ti accompagnerò nel suo ufficio. E poi potresti passare a tenere compagnia a Tsubasa…- aggiunsi prima di uscire dalla cucina e infilarmi in bagno per impedirgli di ribattere - Oggi ha la seduta di fisioterapia…

Lo studio del dottor Walken era spazioso e luminoso con un verdeggiante terrazzo con vista sulla città, quando bussai non ricevetti risposta quindi entrai chiedendo permesso.
La grande scrivania di tek davanti alla finestra era ingombra di cartelle mediche, riviste specializzate, un modellino di cuore umano a grandezza naturale stava appoggiato sul computer…tutto era come la prima volta che ero entrata lì per iniziare il mio preassistentato. Su un lato della scrivania c'era una massiccia cornice d'argento, mi sporsi e vidi il volto sorridente di una adolescente con i ricciuti capelli castani e due occhi scuri mobili e pensosi: doveva essere Joyce…la presi in mano per osservarla meglio
- D'accordo Micheal però andiamo a cena una di queste sere - la voce del dottor Walken giunse dal terrazzo e più lontano gli rispose Micheal Kronk
- Jeremy mi fai un favore?Trovati una famiglia
La fragorosa risata di Walken coprì le altre parole ma a me parve di cogliervi una nota amara, posai in fretta la cornice e lui fece il suo ingresso dalla finestra.
- Ah bene è qui…- disse sfregandosi le mani in un gesto che gli era abituale - Venga sul terrazzo è una così bella giornata - e fatto dietro front sui suoi mocassini italiani uscì da dove era appena entrato.
Lo seguii rimanendo ancora una volta senza fiato dalla vista che si godeva da lì:
- Ho trovato la sua relazione sulla Chirurgia mini invasiva molto interessante…
- L'argomento era affascinante…e con molte possibilità di sviluppo. La chirurgia robotica sarà una delle prospettive future nel campo degli interventi al cuore
- Ecco vedo che ha colto perfettamente nel segno. Sapevo di non sbagliare scegliendo lei. Quando è venuta in questo ospedale due anni fa per cominciare il suo internato mi ha subito colpito. C'era una luce nei suoi occhi la stessa che alla sua età avevo anche io. Non ho mai preso tirocinanti molto volentieri perché in loro vedevo solo la voglia di far carriera di avere una bella villa a Carmel Valley o un buon posto in qualche clinica privata. Quando ci ero costretto dalle insistenze di Neice li terrorizzavo facendo sì che il loro internato fosse un inferno. Diciamo che sono un tipo stravagante - sorrise, aveva una doppia fila di denti bianchissimi che spiccavano in mezzo al viso abbronzato assieme a quei due occhi castani mobili e magnetici:mi faceva pensare a un'aquila o a un altro rapace…Risposi al suo sorriso quell'uomo mi piaceva
- Diciamo…stravagante- accondiscesi
- Lei mi piace ragazza…- scoppiò a ridere - e non mi capita spesso sa. Un uomo come me, un genio della Cardiochirurgia come mi hanno definito, deve anche essere un po' misantropo. Ti descrivono strano pieno di piccole manie. Non mi piace la gente è vero, sono diffidente: i più vogliono qualcosa da me o sono solo curiosi di vedere il medico che ha trapiantato un cuore artificiale nel petto di un morto - si fermò un minuto puntando lo sguardo su un punto indefinito nel cielo poi continuò - Ho una proposta da farle Nakazawa è per questo che l' ho fatta venire…E credo di non sbagliare se penso che lei sia la persona giusta…


Tsuzuku…

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