Somebody For Someone

PREFAZIONE
Ecco qui…Sono di nuovo alle prese con una FF…e tanto per cambiare tutto è un mistero per voi come per me che la scrivo…Ci sono canzoni che ascoltiamo e che ci lasciano un qualcosa nell'animo. Io parto sempre da una canzone o una serie di canzoni per scrivere le fanfiction mi aiuta a trovare le atmosfere e quando ne ho più di una work in progress mi serve per dividere le scene e non fare confusione…e quella che ho usato per questa pseudo song fic è una canzone dei The Corrs che io ho adorato sin dal primo ascolto, non so neppure perché sarà per le atmosfere, o per quegli inspiegabili moti dell'animo che ci fanno amare le cose più strane?…Tempo fa avevo buttato giù un racconto in un giorno di pioggia senza alcun riferimento a personaggi di manga ma solo per rielaborare alcuni eventi…l'incipit era poi rimasto lì sospeso e così le idee che mi rigiravano per la testa…quando ho riascoltato questa canzone la cosa è scattata da sola…e in un altro giorno di pioggia (che ci volete fare sarò metereopatica…) mi sono rimessa su queste idee e questo è il risultato.
Vorrei dedicare questa fanfiction ad Andrea (anche se lui non lo saprà mai, né la leggerà mai) per quello che poteva essere e non è stato…La paura di provare è molto brutta specie nei sentimenti
Buona lettura
Sanychan

Questa fanfiction e tutti i suoi diritti sono © di Sanychan

 

SOMEBODY FOR SOMEONE

 


Una situazione normale…un incontro in un bar in una qualsiasi città, in un giorno di pioggia come tanti altri…


There's a deep girl in the corner shop
Selling sugar for money in the dead of the night
And her soul's in the sugar and her heart's in the mud.


And she is crying with a stranger for someone to love
And she sing: "Look at me - see me" "Look at me - save me"
"Free me" - "find me". Because if there is Somebody for someone - yeah look at me

Camminava fendendo la folla che pareva non vederla neppure, tutti si affrettavano per gli ultimi acquisti prima di Natale.
Una ventata di vento gelido la colpì scompigliandole i capelli e portandole contro uno scroscio d'acqua: si strinse addosso il cappotto che indossava cercando di ripararsi dalla pioggia con l'ombrello. Ora la pioggia veniva di traverso seguendo le folate di vento che la sferzavano da tutte le direzioni.
Alzò per un attimo lo sguardo al cielo scuro. Chissà magari avrebbe nevicato se la temperatura fosse scesa abbastanza.
Natale con la neve avrebbe avuto un'altra atmosfera.
Natale aveva sempre il potere di comunicarle tristezza, come un latente sapore amaro in sottofondo. Le luci, i suoni, l'allegria, tutta quella atmosfera di festa e di gioia erano così malinconici….Si fermò un istante alla fermata dell'autobus…
Dall'altra parte della strada un piccolo Bar sembrava invitarla a ristorarsi per qualche minuto. Guardò da entrambe le parti prima di attraversare ed entrò nel locale lasciando che il tepore la avvolgesse. Si sedette al un tavolino posando le borse su una sedia accanto a lei, si tolse il cappotto e si scostò i capelli umidi dal viso…
Si sentì osservata e alzati gli occhi vide un uomo seduto al bancone del bar che la guardava attraverso lo specchio timidamente sorrise ma lui non rispose al suo sorriso…Lo guardò per qualche istante poi distolse lo sguardo sentendosi imbarazzata per quel gesto avventato: era sempre stata molto timida…
Tolse la lettera dalla borsetta…E la osservò per qualche secondo…Era arrivata quella mattina e non l'aveva ancora aperta per un sacco di motivi che le parevano buonissimi…Paura?Forse…Sentimenti contrastanti le attanagliavano il cuore…Il fatto era che non le aveva mai scritto da quando era partito…
E allora perché solo ora?O meglio perché proprio ora?Ora che la sua vita era tranquilla senza di lui?
Rialzò lo sguardo sullo specchio e sussultò…l'uomo era ancora lì che la guardava…non aveva risposto al suo timido sorriso prima e lei si astenne dal farlo nuovamente.
C'era qualcosa di familiare in quell'uomo seduto al bancone del bar…Lo osservò con attenzione sbirciando la sua immagine riflessa…i ricciuti capelli neri…il volto scavato incorniciato da una ispida barba corta, gli occhi scuri che la fissavano dallo specchio senza neppure tentare di dissimulare la cosa, mentre sorseggiava il suo bicchiere…
Tornò a dedicare la sua attenzione alla lettera. Rigirando la busta tra le mani. La posò sul tavolo osservando la calligrafia. Si fece coraggio e la prese di nuovo in mano…Ne strappò un angolo tirando fuori un unico foglio di carta e cominciò a leggere.
Le lacrime le offuscarono la vista e alcune cominciarono a rotolare lungo le sue guance senza che lei potesse impedirlo. Si passò il dorso della mano sulla guancia ricacciando indietro le lacrime cha amare le scivolarono in gola.
Ripiegò il foglio con cura riponendolo nella busta che poi fece in tanti piccoli pezzi con cui riempì il posacenere…
Alzò lo sguardo lasciandolo vagare nel locale. Un gruppo di ragazzi entrarono sorridendo nel bar con i loro giacconi imbottiti e i pattini buttati sulle spalle, si sedettero al tavolo davanti al suo cominciando a chiacchierare allegramente…Li guardò con una certa invidia rammentando quel periodo della sua giovinezza in cui poteva permettersi di trascorrere le ore spensierate delle sue giornate con gli amici…Una coppietta in un tavolo appartato si guardava negli occhi mentre si mormoravano parole segrete…
Tornò a volgersi verso l'uomo seduto al bancone, ma si accorse vedendo la sua immagine riflessa nello specchio che si era avvicinato all'uscita…si fermò sulla soglia giusto il tempo di tirare su il colletto dell'impermeabile per poi allontanarsi nella pioggia.
La giovane donna sospirò. Finì la sua cioccolata e contro voglia si alzò dalla seggiola infilandosi il cappotto, diede un ultima occhiata ai pezzettini di carta che traboccavano dal posacenere, poi si girò e uscì dal locale anche lei…

There's a deep boy at the corner shop
Watching sugar sell for money to the dead of the night
And he sees in her an angel in the cruellest of worlds
Hiding in the darkness
Screaming out for love (screaming out for love)


Anche quel giorno era una brutta giornata…Natale era passato e il nuovo anno era cominciato…Con tutti i propositi e i progetti che caratterizzavano questo periodo…Camminava per strada persa nei suoi pensieri…Senza pensarci si ritrovò ad imboccare la strada che conduceva a scuola…erano anni che non la faceva più dai tempi del diploma…Lo vide da lontano. Una figura alta con indosso un impermeabile e un cappellino rosso in testa…Si fermò incerta se avvicinarsi o allontanarsi…poi si fece coraggio….Quando fu a pochi passi da lui rimase ferma con l'ombrello che gocciolava…Pareva non sentire l'acqua che scendeva a bagnarlo fermo lì a fissare ciò che una volta era stato un campo di calcio…Come se l'avesse sentita si voltò verso di lei e la guardò fissa. Le piantò negli occhi quel suo sguardo nero, duro corrugando leggermente la fronte quasi a cercare di richiamare un indizio che confermasse la sensazione di conoscerla già. E quando quella conferma arrivò mormorò un lieve "ma tu" senza aggiungere altro…Lei annuì riconoscendolo a sua volta e vincendo la sua timidezza gli si avvicinò per ripararlo con l' ombrello. Fu stupita del fatto che lui non si ritraesse, anche se appena lo ebbe formulato quel pensiero le parve assurdo e ridicolo…L'acqua ora gocciolava solo sulla sua spalla. Era una scena alquanto ridicola tutto sommato restare lì in silenzio sotto la pioggia accanto a un uomo che forse aveva conosciuto tanti anni prima …
Seguì un periodo strano…incontri casuali ma forse neppure tanto…seduti al tavolino di quel Caffè a chiacchierare…Sarebbero stati momenti da analizzare…ricordando aspetti diversi per ognuno perché il passato è un immagine sbiadita ridipinta col senno di poi che acquista il significato e il valore che chi ricorda gli attribuisce…Se ripensava a come tutto era cominciato e a come poi si era evoluto. Potevano due solitudini annullarsi a vicenda?Aveva sempre creduto di no…ma ora forse poteva ricredersi?Non voleva pensare al domani…bastava vivere giorno per giorno, notte per notte.

* * *

Seduto sullo scoglio si ritrovò a fissare il mare. Aveva il potere di placarlo osservare il moto delle onde infrangersi schiumose sugli scogli e l'acqua chiara e cristallina. Nel silenzio di quella sera invernale il mare con il suo indistinto impulso seguiva i suoi pensieri come una colonna sonora. Nubi scure e cariche di pioggia si stavano ammassando sulla linea dell'orizzonte coprendo la luna e le piccole stelle che punteggiavano il velluto nero del cielo. Aspirò profondamente l'aria salmastra…L'odore del mare in inverno gli faceva pensare a lei, e alla prima volta che l'aveva vista, quel giorno di pioggia seduto al bancone del bar pochi giorni prima di Natale…L'aveva osservata a lungo impudentemente quasi, seguendo con attenzione tutti i suoi gesti nel leggere quella lettera, eppure non aveva risposto al suo sorriso quando lei lo aveva accennato, forse intimidita dal suo sguardo fisso..
L'aveva amata subito da quel primo momento?Poteva essere di sì…In quegli occhi colmi di lacrime aveva visto la sua anima, in cui si celava il mistero di una donna che tentava di non farsi sopraffare.
Perché piangeva?Cosa c'era scritto su quella lettera non lo seppe mai, non lo chiese, né pensò mai di chiederlo: il dolore non deve avere un motivo può esplodere nella vita senza una ragione precisa che lo abbia scatenato…
Di cosa ci si innamora?Di piccole cose, gesti magari di come l'altro si scosta una ciocca di capelli dal volto, o anche di come gira il cucchiaino nella tazzina del caffè…Lo sguardo, la maniera anche solo di entrare e stare in una stanza…L'amore quello vero si nutre delle piccole cose quotidiane…
Era una strana donna, capace di entusiasmarsi e di gioire per un inezia lo sbocciare di un fiore il riscoprire un profumo conosciuto…Ricordava ancora quella sera appena pochi giorni prima quando era uscita sul terrazzino ed estasiata era rimasta lì ferma a piedi nudi sulle piastrelle a osservare il primo fiore di gardenia sbocciato. Era rimasto appoggiato allo stipite della porta finestra, mentre l'aria fresca della sera estiva portava con sé l'odore delle gardenie gonfiando le tende leggere di cotone…Osservava la piega del collo come scendeva diritta nella schiena seguendo la colonna vertebrale…le sue spalle nude, la pelle diafana…
E poi quella volta mentre girava per la città senza meta pensando a lei distrattamente l'aveva intravista camminare davanti a lui in mezzo alla folla…Spinto da uno strano impulso l'aveva seguita osservando la sua camminata e restandone affascinato. Procedeva diritta: le spalle e il busto eretto, il mento sollevato, lo sguardo rivolto davanti a sé…poteva immaginare l'espressione leggermente corrucciata dietro gli occhiali da sole. Schivava con gesti rapidi e leggeri i pochi ostacoli che le si paravano davanti sul marciapiede…un bambino distratto che giocava, un operaio intento a scaricare la merce di una consegna…Lei camminava come seguendo una linea immaginaria verso la destinazione a lui sconosciuta, mantenendola inalterata come una nave che solca le onde secondo la rotta che chi tiene le mani sul timone. Solo ogni tanto si voltava per osservare una vetrina o sorridere a un bambino che le passava accanto…C'era nei suoi movimenti un qualcosa che lo aveva ammaliato. Ripensava al suo sguardo…Lo sguardo di lei era una lama infuocata che gli trafiggeva il cuore da quella prima volta che lo aveva incrociato…A volte era incapace di reggerlo a lungo. L'amava?Non se lo era mai chiesto forse perché non sapeva o non voleva rispondersi. Ciò che vi leggeva…Se una donna mi guardasse a quel modo…
E poi quella maniera fiduciosa di dire le cose…Era quasi contagioso. Non riusciva a immaginarsela sconsolata e depressa dopo quella giornata di pioggia al bar…
Si guardò le mani…Mani grandi in cui il viso minuto di lei era quasi scomparso quando lo aveva preso tra di esse per baciarla…
Mani che non avevano mai accarezzato la pelle di una donna con tale intensità o abbandono seguendone le linee immaginarie anche nei sogni…Gli bastava chiudere gli occhi per poter sentire ancora quella sericità sotto le sue dita…

* * *

Una folata di vento portò alle sue narici l'odore salmastro e un po' di spruzzi d'acqua….Si sentiva addosso il sale sulla pelle…come quella volta…come la sua pelle…
Attorno al tavolo erano sedute una decina di persone. Una torta di compleanno con le candeline era al centro circondata da bicchieri e un paio di bottiglie di spumante…Un uomo e una donna sedevano ai lati opposti, lontani separati da quella distanza e da ben altro. Mentre sorseggiavano lo spumante l' uomo la osservava sorridere felice circondata dagli amici, c'era qualcosa in lei che andava oltre ogni immaginazione: semplicità…Indossava un abito bordeaux uno di quei tubini leggermente attillati che sottolineava la linea del seno e dei fianchi. Da quando si erano incontrati fuori dal locale non era più riuscito a staccarle gli occhi di dosso…più tardi qualche tempo dopo quando la loro storia aveva preso la sua strana routine lei gli aveva confessato la sua avversione per gli sguardi altrui…c'era una sorta di pudore o anche di timore.
Quando lui la guardava lei si schermiva…a volte si copriva il volto cercando di nascondersi
Gli sguardi ti scavano dentro diceva e io non sono sicura che quello che ci possono scoprire sia…bello o interessante per loro. Anche ora che lui la stava guardando da sopra il suo bicchiere lei ogni tanto alzava la testa o gli lanciava occhiate furtive…ma cercava sempre di ripararsi dal suo sguardo quasi avesse paura.
Spinto da una strana volontà aveva proposto di andare al mare. Ricordava ancora lo sguardo di lei che si fissava nel suo e con voce sorpresa ma in cui si poteva sentire l'eco del riso gli aveva detto che era un po' tardi per andare al mare…Lui aveva ribattuto se non aveva mai visto il mare di notte e quando lei aveva scosso la testa aveva aggiunto allora bisogna rimediare…
C'era qualcosa che lo spingeva a cercare di passare più tempo possibile in sua compagnia anche a stare seduti su uno scoglio in silenzio a contemplare la volta stellata sopra di loro
Erano arrivati al faro camminando in silenzio, nel silenzio di quella sera…Il mare con il suo indistinto impulso rendeva tutto più etereo…e i profumi delle piante in fioritura li avvolgevano come una seconda atmosfera; quella volta aveva scoperto che la notte era il suo luogo prediletto…lei così eterea e pallida capace di stare sveglia a guardare le stelle incurante della marea che saliva a schizzarli con le onde che si infrangevano sugli scogli…Al ritorno in macchina con i finestrini abbassati lasciando che l'aria della notte li accarezzasse ancora per un po' scoprì di essere felice anche solo di quello…Lei era lì accanto a lui seduta con una mano fuori dal finestrino il suo profilo si stagliava netto contro la notte che c'era al di là, si era tagliata i capelli ora erano corti ma sempre ribelli con quelle ciocche che si giravano dove volevano, e non aveva perso il vizio di passarvi la mano nel tentativo di portarseli dietro le orecchie come faceva anche da ragazzina…Muoveva piano le labbra canticchiando una canzone di cui non riusciva ad afferrare tutte le parole:

(Somebody's gonna make it right) "look at me"
(Somebody's gonna make it right) "see me"
(Somebody's gonna make it right) "look for me"
(Somebody's gonna make it right) "save me"
(Somebody's gonna make it right) "free me"
(Somebody's gonna make it right) "find me"
'Cos if there's somebody for someone "yeah look at me"


* * *

Tornava spesso con il pensiero a quei giorni il tempo gli era parso come uno spazio tra un sogno e l'altro…Da quella volta lui non riusciva a capire…Aspettava con ansia di vederla, anche per puro caso incontrarla, per vedere quello sguardo illuminarsi…era come se la luce di quello sguardo lo sfiorasse di riflesso
…Capitava a volte che nei week end andassero al mare sulla spiaggia, camminando a piedi nudi sulla sabbia tiepida e con le onde che salivano piano a lambire i loro passi…Oppure si sdraiavano a contemplare le nuvole, il volo dei gabbiani giocando a cogliere le rispettive percezioni di ciò che ognuno di loro dava per scontato con il sottofondo delle grida dei gabbiani. Lei una volta era scoppiata a ridere posandogli una mano sul collo dicendo che stavano ascoltando il silenzio
Gli era sembrato tutto più facile fino a quel fatidico sabato pomeriggio…
Quel sabato pioveva…Per qualche tempo lui pensò addirittura che ci fosse qualcosa di strano in tutto questo…si incontravano sempre in giornate di pioggia…
Quel pomeriggio lei lo invitò a casa sua…Lui non aveva il solito impermeabile ma solo una camicia che divenne fradicia e gli si incollò addosso nei pochi attimi che impiegarono dall'auto di lui alla porta di casa…Entrarono in casa ridendo come due bambini…toglila gli disse lei che la facciamo asciugare…Te ne presto una delle mie dovrei averne qualcuna da uomo…Il petto e la schiena erano bagnati lei lo osservò per qualche istante cercando di nascondere i brividi e il tremito delle mani…Forse vorresti fare una doccia calda gli indicò la stanza da bagno e gli diede gli asciugamani puliti…
Lo sentiva di là: lo scroscio dell'acqua contro le pareti. Il pensiero di lui nell'altra stanza gli dava una strana sensazione, non era mia entrato in casa sua…non ce n'era mai stato motivo eppure il saperlo di là le pareva una cosa normale.
Rientrò in soggiorno con indosso solo i jeans sorridendo riconoscente, portava l'asciugamano ripiegato in mano lei si avvicinò…un movimento incerto, una piccola esitazione da parte di entrambi quasi che la paura di sfiorarsi fosse comune…Un accordo tacito che venne spezzato dalla caduta del telo di spugna per terra e dal loro chinarsi entrambi per raccoglierlo…due dita che si sfiorarono…Si guardarono negli occhi…si erano desiderati forse da quel loro primo silenzioso scambio di sguardi al Caffè ma non lo avevano mai fatto trapelare tra loro: niente mano nella mano, né baci, né tocchi fuggevoli durante i loro incontri.
Lui non si fermò a dormire quel week end…una volta uscito lei rimase appoggiata alla finestra che dava sulla strada a guardarlo allontanarsi per molto tempo anche dopo che lui scomparve con un ultimo gesto di saluto…Lo vedeva sempre lì fermo con la mano alzata e un accenno di sorriso sul volto di solito così ombroso…

Camminava lento per strada cercando di resistere ai residui sentimenti di tenerezza nei confronti di lei. Non che non volesse…ma la cosa era stata così inaspettata e c'erano ancora tante cose oscure per entrambi…Un coinvolgimento tale…Con lei…non lo avrebbe mai creduto possibile né lo avrebbe mai cercato se forse non si fossero incontrati in quel Caffè prima e poi al vecchio campo dietro la scuola. C'erano volte in cui il suo sguardo gli faceva male quando lo guardava fisso mentre lui cercando di sfuggirgli guardava da un'altra parte…in silenzio…Lei ridendo diceva che gli pareva di inseguire un aquilone ma si sentiva il rammarico nella sua voce di saperlo distante da lei non materialmente ma con il pensiero. Quasi un muro tra loro…Essi camminavano lungo questo muro che nessuno dei due aveva voluto o potuto infrangere…Eppure non capiva perché aveva sempre lasciato quell'incertezza tra loro…movendosi su un confine che per lungo tempo non si era azzardato a superare…Restando in quel limbo in cui poteva non vivere solo lasciando che le emozioni lo sfiorassero veloci e leggere senza penetrare in profondità nel suo cuore.

* * *

La pioggia cadeva scrosciando, era un muro di acqua che si parava davanti ai pochi passanti che avevano avuto il coraggio o la necessità di uscire in una serata come quella…
Un uomo si tirò su il colletto dell'impermeabile ormai completamente fradicio prima di attraversare correndo la strada ed entrare in un bar.
Nessuno dei pochi clienti seduti ai tavolini si girò a guardarlo quando entrò scrollandosi di dosso l'acqua, né il barista lo osservò più a lungo dei brevi istanti che gli furono necessari per raccogliere l'ordinazione.
Lo specchio appeso dietro il bancone rimandava l'immagine di un uomo dai capelli neri e gli occhi scuri intento ad osservare assorto la vita del bar che si svolgeva alle sue spalle.
La porta si aprì e una giovane donna dalla figura sottile andò a sedersi nel tavolo proprio dietro di lui togliendosi il cappotto coloro cammello con gesti leggeri.
L'uomo la guardò per qualche istante attraverso lo specchio: indossava un maglione nero a collo alto con un foulard verde pastello annodato sulle spalle e tutto in lei emanava una sconcertante semplicità. Richiamata dal suo sguardo la donna si volse a incontrare i suoi occhi e gli sorrise. All'uomo parve che quella giornata piovosa di novembre si fosse tramutata nel più radioso pomeriggio primaverile…Le sorrise a sua volta e lei gli si avvicinò

Se cercava di riassumere con poche parole quella storia si perdeva… Parlare di loro non lo faceva da tempo, eppure l'aveva analizzato, scomposto, frantumato questo "rapporto" l'aveva talmente pensato ragionato che aveva razionalizzato le emozioni fino quasi a snaturarle…

Io voglio conoscere tutto di te e della tua vita…la prese per il polso mentre lo diceva e lei sentì il calore di quella stretta sulla sua pelle. Lui sentì il cuore accelerare i battiti a quel contatto

Lo aveva incontrato quasi per caso, uno scherzo del Destino. Era buffo ritrovarsi così dopo tanti anni con una vita in mezzo, ognuno con il proprio bagaglio di dolori, gioie, ricordi…Come due strade che per lungo tempo corrono separate ignare l'una dell'altra fino a che una curva, un ponte, una svolta non portano a diventare una strada unica.

Perché? in un sussurro quasi temesse di porre quella domanda, l'espressione dei suoi occhi la stessa di quella volta al Faro quando lui le aveva detto
… La cosa che mi ha stupito di te è che non sembravi così…
Così come?Non c'era stato verso di tirarglielo fuori

Perché mi sto innamorando di te…
Credi che stiamo facendo la cosa giusta?
Non lo so…però so che se non ci proviamo non me lo perdonerei mai…
Non so come fare…Genzo
Nemmeno io Sanae…ma possiamo provare a farlo assieme…

Quando i due uscirono dal bar nessuno li seguì con lo sguardo…nessuno degli avventori dedicò attenzione a quella coppia che si allontanava allacciata sotto la pioggia ridendo di chi sa cosa…
Mentre il vento portava con sé frammenti di parole…

Sogni mai?
Sempre ad occhi aperti…
E cosa sogni?
Di volare via
Se dovessi esprimere un desiderio?
Credo che sarebbe di avere tanti desideri
Il ricordo più bello?
Quello del momento che ancora non ho vissuto con te…


Somebody for someone
Somebody for Someone
Somebody for Someone


Nota conclusiva:
Allora per la prima volta mi cimento con una One piece breve di CT…non so come definirla (AU/OOC) bhò…prendetela così come viene…perché io l' ho scritta senza pensarci troppo….Mi piacciono i due personaggi di Genzo e Sanae…(non si era capito vero?) e li ho usati a mio piacimento…se questo infastidisce qualcuno sumimasen…Il fatto è che li sento epidermicamente adatti a raccontare ciò che ho nel cuore. Non me ne vogliano i fan di CT e della coppia normale Tsubasa, Sanae…

Arigato Gozomashita
Sanychan