Il resto è silenzio
Capitolo 5
Della serie "chi non muore....".....
Pensavate
fossi sparita dalla circolazione, vero?
In effetti è da tanto che non
mi faccio sentire, purtroppo non dipende da me.
Sappiate solo che vi osservo
dall'alto (o meglio, dal basso, dato che sono alta appena un metro e una ciliegina
T__T).
Ho notato con piacere che ci sono tante new entry!!!! Benvenute a tutte!!!!
E c'è anche la mia amica Acuamaine!!!! Ciao tesoro!!!
Dopo mesi e mesi
ho finito (si fa per dire) il quinto capitolo de Il resto è silenzio, quindi,
eccovelo, sempre che vi ricordiate di cosa si tratta^^'.
Baciotti tenerosi
Sanada
Keiji
Sakuragi era fuori di se dalla rabbia.Come si permetteva quello stupido marmocchio
di ribellarsi?!Quella prova di sottomissione della sera prima non lo aveva convinto
per niente.
Quello spilungone sapeva qualcosa.
E se non sapeva, sospettava.
Proprio
non ci voleva! Non poteva di certo farlo fuori come se niente fosse, anche se
la tentazione c'era.
E poi due morti sospette nel giro di pochi mesi in una
famiglia così importante non sarebbero certo passate inosservate.
Cosa
poteva fare?
Eppure in qualche modo doveva agire, ed anche in fretta, altrimenti
tutto quello che si era faticosamente conquistato sarebbe andato irrimediabilmente
perduto, per colpa di un ragazzino
.non lo avrebbe permesso.
Doveva essere
cauto, e vero. Per fortuna non aveva la necessità di agire in prima persona.
Quella
riunione lo stava davvero annoiando.
"Vi prego di scusarmi, non mi sento
molto bene"
Si alzò e senza aggiungere altro raggiunse il suo ufficio
personale, seguito a ruota dalla sua fedele segretaria.
"Tutto bene signor
Keiji?"
"Solo un terribile mal di testa"
"le porto un'aspirina"
"Si
.ah!
Kaori, disdici tutti i miei impegni pomeridiani, e non far entrare nessuno se
non sotto mio specifico ordine, di' che non sto bene"
"Va bene, con
permesso"
Cosa poteva fare?
Innanzitutto quel ragazzo andava sorvegliato.
Avrebbe di sicuro in questo modo trovato una soluzione adatta, senza destare sospetti.
Ci voleva qualcuno esperto e di fiducia, ma lui sapeva bene a chi rivolgersi.
Quella
stramaledetta sensazione aveva continuato a perseguitarlo per tutto il giorno:
mentre si recava a scuola, durante la pausa, prima degli allenamenti.
Cercava
in tutti i modi di convincersi che era tutto frutto della sua immaginazione, che
le manie di persecuzione erano l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento.
Eppure
non c'era niente da fare.
Si sentiva spiato , seguito.
Sesto senso? Paura?
Hanamichi
Sakuragi non sapeva il perché.
Mentre si dirigeva esitante verso l'abitazione
della volpe quella sensazione si era fatta più insistente, era talmente
distratto da investire in pieno un passante, che molto premurosamente lo aveva
aiutato a rialzarsi e si era assicurato più volte che non si fosse fatto
niente, neanche fosse stata colpa sua!
Probabilmente era solo preoccupazione
per l'esito dell'incontro con Rukawa...comunque non era affatto tranquillo.
Giunto
all'ingresso si guardò preoccupato attorno più volte prima di suonare.
Non
che ci fosse chissachè da nascondere, però...
Una volta attraversato
il cancello però, quelle preoccupazioni d'incanto svanirono.
Il cuore
cominciò a battergli più forte, a saltargli nel petto, altra sensazione
inspiegabile...o forse no...
Il numero undici dello Shohoku non riusciva
a credere ai propri occhi...
Piangeva...
Hanamichi Sakuragi, il teppista,
solare, indisponente,irrispettoso....stava piangendo.
Che il dolore fosse ancora
fresco lo aveva già intuito, ma non si aspettava di vederlo scoppiare a
piangere mentre tentavano per l'ennesima volta di ricostruire i possibili avvenimenti
di quella tragica sera.
Sembrava tutto tranquillo, quando ad un tratto Hanamichi,
emettendo un singulto a meta strada tra il gemito e il ruggito, si era preso il
volto tra le mani,gettando il volto all'indietro,ed era scoppiato in lacrime.
Rukawa
non sapeva davvero come comportarsi.
Sapeva che qualunque parola pronunciata
sarebbe stata fuori luogo, e quindi decise, come capitava molto spesso nella sua
vita, di tacere e di lasciar sfogare il suo compagno.
Gli si stringeva il cuore
nel vederlo ridotto in quello stato.
I suoi sentimenti per il rossino erano
ormai delineati abbastanza chiaramente da creare in lui il forte impulso di attirarlo
a se e stringerlo tra le braccia.
Ma non poteva, non ancora almeno, anche se
dopo quello che era successo qualche giorno prima...
"Scusa" esclamò
con forza Sakuragi, quasi come risvegliatosi da uno stato di trance, interrompendo
il filo dei suoi pensieri.
Si asciugò alla bene e meglio gli occhi
con le mani, cercando di riprendere il controllo di se stesso.
Non gli piaceva
affatto farsi vedere in quello stato da Rukawa, ma...
"Il... dolore...il
ricordo...sono ancora così vivi...insopportabili..."
Il volto basso,
quasi avesse paura di leggere negli occhi dell'altro il disprezzo per le sue debolezze,
oppure, peggio ancora, la pietà.
"Ti capisco" rispose Rukawa
in un sussurro, diradando tutti i suoi dubbi, alleggerendo il suo cuore.
Ad
un tratto tutta la tristezza era scomparsa, sostituita da un'indescrivibile senso
di serenità e fiducia: sentiva che con Rukawa al suo fianco poteva farcela,
poteva ridare uno scopo, un senso, alla sua vita.
Era chiaro anche a lui ormai
che tra di loro c'era qualcos'altro oltre la semplice attrazione fisica.
La
sua vicinanza lo turbava anche per le implicazioni emozionali ed emotive
Pensava
a tutto questo e a mille altre cose mentre fissava gli occhi del ragazzo al suo
fianco, e mentre quest'ultimo fissava i suoi, quasi a volersi trasmettere attraverso
essi i loro pensieri.
Aveva talmente tanto bisogno di lui
di sentirlo
vicino.
Aveva talmente tanta voglia di lui che non resistette
Mentre
ancora teneva gli occhi fissi nei suoi, senza più altro tempo per riflettere
ne capire, lo afferrò per le spalle attirandolo a se.
Rukawa non fece
in tempo ad accorgersi di quello che stava succedendo, che già le labbra
di Sakuragi erano serrate sulle sue.
Era stupito, certo, o meglio: non era
preparato, era stato colto di sorpresa.
Perché una cosa era certa: se
lo aspettava, e per essere più precisi lo sperava.
Sperava che Hanamichi
si decidesse a fare la prima mossa, perché lui non era sicuro di potarla
fare, non era sicuro delle eventuali reazioni del rossino.
Ed ora quel ragazzo
che prepotentemente era entrato nei suoi pensieri lo stava baciando appassionatamente.
E
lo stupore fu subito accantonato.
Si aggrappò con forza a lui, cingendo
le braccia attorno al collo di Sakuragi, attirandolo più vicino a se.
Il
rossino si era accorto di aver colto di sorpresa Rukawa, tuttavia, seppure la
paura di un eventuale rifiuto fosse remotamente presente, non riusciva a smettere
di baciarlo.
I dubbi furono subito cancellati dalla risposta neanche troppo
tardiva della volpe.
Quel suo aggrapparsi a lui.
Quel suo...chiedere di
più.
Lo spinse con un movimento deciso del busto fino a farlo sdraiare
su quel letto tentatore, coprendolo interamente col proprio corpo, facendolo aderire
completamente al suo.
Hanamichi sembrava andare a fuoco, e quel fuoco si stava
trasmettendo interamente al ragazzo che stringeva convulsamente tra le braccia.
Le
loro bocche si staccarono solo quando, mentre si muovevano l'uno contro l'altro,
i loro bacini si incontrarono facendo entrare in contatto le loro virilità
eccitate, provocando un lungo ed improvviso brivido di piacere nei due ragazzi.
I
due si fissarono per qualche istante negli occhi, entrambi storditi dal turbinio
di emozioni che, per la prima volta nelle loro giovani vite, stavano entrambi
sperimentando.
"Cosa....?"
Sussurrò Rukawa, la voce resa
roca dall'eccitazione.
Ma Sakuragi lo zittì posandogli un dito sulla
bocca, e immediatamente dopo sprofondando il viso nell'incavo tra capo e collo
del compagno, depositando piccoli baci tra i capelli, sul collo, sulla spalla.
"Ti
voglio...Kaede"
Rukawa rabbrividì nel sentire pronunciare il suo
nome dalla voce tremante di Hanamichi.
"Voglio tutto...tutto di te"
Soffiava
queste parole tra i suoi capelli, sul suo viso, come tante piccole carezze, dolci
e sensuali assieme.
Cominciò a muoversi lentamente su di lui, strusciandosi,
ondeggiando i fianchi.
Rukawa giaceva ancora immobile e incredulo.
Non era
mai stato così...
"Io credo..."
...così....
"Io
penso...."
...incredibilmente...
"Ti amo"
....felice.
CONTINUA...
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