UNA VITA NORMALE


L'INIZIO DELLA FINE?

Prefazione: ecco! L'ho fatto di nuovo! Ho di nuovo fatto confusione! In uno dei capitoli precedenti ho chiamato Kimo col suo nome originale (Touma). Vi prego di scusarmi.Nel caso dovesse capitare di nuovo, e per chi non lo sapesse, sarà meglio chiarire: Ryo il fuoco= Ryo Sanada, Kimo il cielo= Touma Hashiba, Sami la luce= Seiji Date, Simo l'acqua= Shin Mouri, Shido la terra= Shu Lei Fan.
Spero di aver azzeccato i cognomi. Come sempre perdonate gli eventuali errori!
Aspetto sempre eventuali commenti! Ciao.


Ryo si apprestò a fare quello che aveva promesso: mangiò con appetito (erano tre giorni che non toccava cibo!), chiacchierando allegramente con i suoi amici, poi si recò nella sua stanza, dove, sempre con il pensiero di Lisa in testa, restò per un po' a guardare il soffitto. Quando il sonno venne, neppure se ne accorse.
Quando il mattino seguente si alzò, i suoi amici erano svegli già da un pezzo, e si stavano allenando cercando di prepararsi alla lotta imminente. Rimase per un po' in disparte a osservarli, poi si unì a loro.
Le forze gli erano tornate in pieno...era di nuovo il loro leader.
Anche se dentro non sarebbe mai più potuto essere lo stesso. Il dolore era ancora vivo e lancinante, ma aveva deciso di tenerselo per se, solo lui doveva soffrirne, gli altri avevano bisogno del vecchio Ryo, e anche lui.

Gli ultimi giorni le erano sembrati un vero incubo! La madre che non le permetteva di alzarsi, i dolori che saltavan fuori come funghi, ma la cosa più insopportabile, era non sapere che fine avesse fatto Ryo!
Per fortuna almeno Mark non si era fatto vedere, aveva da fare col lavoro e per qualche giorno sarebbe rimasto fuori città.
Ma quel giorno decise di farla finita, doveva trovare Ryo, e l'unico modo per farlo era tornare a scuola e indagare.
A quanto pareva nessuno ne sapeva molto, sembrava che quel ragazzo fosse sbucato dal nulla e nel nulla sparito.
L'unico che poteva sapere qualcosa era il preside...ma quella dannata legge sulla privacy.
Non si sarebbe arresa! Non voleva arrendersi, era il suo unico appiglio per non cadere nella disperazione.
"Amina, tutto ok?" La sua amica Karen probabilmente si era accorta che in lei c'era qualcosa di strano, ma era stata tanto discreta da non fare commenti, ora forse era un po' preoccupata, decise che le avrebbe fatto bene parlare con lei.
" Non tanto amica mia"
"Vuoi dirmi cosa è successo? In questi giorni sei così...strana...assente."
"Hai ragione, avrei dovuto dirtelo prima, se vuoi ascoltarmi ti racconterò tutto".
Le raccontò dei suoi sentimenti per Ryo e lei rimase molto sorpresa: era stata sempre sicura dell'amore della sua amica per Mark, e non pensava che potesse cambiare idea così facilmente, ma Amina le raccontò tutto con tale trasporto che Karen non dubitò mai che i suoi sentimenti non fossero veri.
Poi le raccontò dei confusi avvenimenti di qualche giorno prima, e di come Ryo si fosse volatilizzato.
Mentre raccontava non poteva fare a meno di fermare le lacrime, e dopo un po' anche la sua amica piangeva, dimostrando ancora una volta quanto fossero vicine.
Infine le disse della sua intenzione di scoprire l'abitazione del ragazzo, e lei si dimostrò subito disponibile ad aiutarla.
"Sai una cosa?" Chiese infine la sua amica "Non credo proprio che Ryo si sia eclissato per paura di parlare con te, in fondo aveva già deciso di andare via"
"Già" Disse Amina, poco convinta " ma ciò non toglie che mi aveva promesso che avremmo parlato!".
"Forse quello che è successo l'ha indotto ad allontanarsi da te...per preservarti da chissà quale pericolo, forse ha a che fare con quella voce ha ti sembra di aver sentito"
"Non ci avevo pensato, ma proteggermi da cosa? Non sono mica una sprovveduta, e poi anche se fosse non può scegliere anche per me".
Rimasero per qualche istante in silenzio.
Poi Amina concluse, quasi in un sussurro.
"Oh! Ryo! Quale segreto mi nascondi? E' questo segreto ad allontanarti da me...oppure semplicemente...non mi ami?"


I giorni successivi misero a dura prova i samurai. Ormai il ritorno dei demoni era una realtà assodata. Gli attacchi si succedevano con un ritmo incalzante, non concedendo tregua ai cinque eroi, che d'altronde non potevano fare altro che difendersi, senza la possibilità di approdare nessun piano d'attacco, poiché i demoni apparivano dal nulla...nessuna traccia di Arago, ne del palazzo delle tenebre.
Eppure riuscivano a sentirne la presenza.
Inoltre i demoni erano più forti e decisi che mai, e avevano dimostrato chiaramente la volontà di impossessarsi del potere delle armature.
"Ne hanno bisogno" spiegò loro Demon " solo così possono far ritornare Arago dalla dimensione in cui l'avete spedito l'ultima volta...solo richiamando lo stesso potere che lo ha imprigionato può liberarsi completamente...e a quel punto, niente riuscirà a fermarlo".
"Ma se è imprigionato come dici tu, come ha fatto ad influenzare la mente dei demoni?" chiese Sami.
"Voi sapete che Arago non è altro che la manifestazione del male, finchè il male continuerà ad esistere lui non potrà morire" era la risposta di Demon.
"Quindi utilizza il male insito nelle persone per alimentarsi e manovrarle" azzardò Kimo.
Un dubbio si fece strada nella mente dei samurai, e fu Ryo, sempre più preoccupato, ad esporlo:
"Ma se è così, come ha potuto riprendere il controllo dei demoni? Loro erano riusciti a liberarsi dal controllo di Arago ritornando buoni...o no?"
"In ogni essere umano è presente una parte malvagia, latente o manifesta che sia. Quando i demoni sono stati liberati dall'influsso di Arago, la parte buona ha ripreso il sopravvento, mentre la parte malvagia è ritornata latente...Arago non ha fatto altro che far riaffiorare quella parte latente e prenderne il controllo...essi sono burattini al suo comando...So cosa state pensando...perché Arago non ha cercato d riaffidarmi l'armatura del demone supremo?"
Annuirono stupefatti
"l'influenza delle armature ci protegge in un modo che neppure voi potete sospettare...essa agisce sui nostri spiriti ripulendoli dal male che è in essi, riducendolo ad un granello di sabbia in un oceano di positività...pur aggrappandosi ad esso Arago non riuscirebbe mai a prendere il controllo su di noi, ed è su di questo che dobbiamo fare affidamento, la forza del bene deve essere accresciuta e coltivata, solo così potremo sperare di liberare il mondo da questa ennesima minaccia, anche se non posso assicurarvi che sarà per sempre".
Quelle parole suonarono come una condanna a morte per i samurai, soprattutto per Ryo...anche se avessero vinto...avrebbero dovuto continuare a vegliare fino a che, probabilmente, il male non si fosse rimanifestato...e addio sogni di tranquillità, addio speranze di poter essere un giorno felice.
"Vuoi dire che non possiamo far niente per fermarlo definitivamente?" chiese disperato.
"No, purtroppo solo temporaneamente, per un periodo che può durare secoli, oppure pochi anni.
E' successo una volta secoli fa, è successo ora...succederà ancora, finchè esisteranno gli esseri umani.
Ma finchè il male tornerà, troverà sempre i Samurai a sbarrargli la strada. Oggi siete voi, domani saranno altri cinque ragazzi"
"Altri cinque sfigati vorrai dire!" La disperazione di Ryo cresceva inesorabilmente" Mi dispiace Demon, ma non riesco a vedere quello che per te è un grande onore se non come una maledizione! Ho 18 anni, ti rendi conto! E tu mi dici che per il resto della mia vita non dovrò far altro se non combattere e aspettare, restando nell'anonimato affinchè gli esseri umani possano vivere una vita spensierata! Non ci vedo niente di cui essere orgogliosi!"
"Ryo ti prego, calmati! Non è detto che tu non possa vivere una vita normale! Una volta sconfitto Arago tu potrai fare della tua vita quello che vuoi, a patto di essere pronto a tornare all'attacco quando e se ce ne sarà bisogno!"
"Una vita normale!" Ryo era distrutto "Non è che stai dimenticando qualcosa Demon?"
"...E di non coinvolgere esseri umani!" disse Demon, che finalmente sembrava aver capito "Ryo...tu...non vorrai dirmi che...tu non puoi! Pensa a cosa rischia chiunque ti stia accanto! Hai dimenticato le mille volte in cui Ambra e Denny hanno rischiato la vita?"
"Non preoccuparti Demon!" esplose duro Ryo "Non è successo assolutamente niente...mi sono tirato indietro prima che fosse troppo tardi...per lei...non per me...per me è già troppo tardi. Ma questo sembra non avere alcuna importanza. Stà tranquillo...continuerò a fare quello che devo fare, come tutti qui del resto".
Restarono in silenzio a testa bassa, ognuno riflettendo sulle implicazioni di quella rivelazione sulle proprie vite, ognuno perdendo parte delle proprie speranze per il futuro.
Una vita normale...Ryo sapeva che aveva perso l'ultima chance perdendo Amina...chissà cosa stava facendo! Chissà se pensava ancora a lui? Ryo non voleva farla soffrire, e per questo sperava che riuscisse ad essere felice, anche se saperla tra le braccia di qualcun altro lo faceva soffrire terribilmente. Avrebbe dovuto farsene una ragione, probabilmente ora era assieme a Mark.

Il resto della giornata passò tranquillo. Nessuno di loro aveva molta voglia di parlare, soprattutto Ryo.
Le cose erano molto migliorate, siccome aveva deciso di tenersi tutto per se, anche se sapeva che i suoi amici riuscivano lo stesso a sentire quello che provava.
La mattina dopo si impegnarono strenuamente negli allenamenti, nulla poteva essere lasciato al caso, i loro nemici erano dannatamente forti. Quando si avviarono verso casa era quasi ora di pranzo, Simo li aveva lasciati per fare la sua solita gita al lago [le buone abitudini! ^____^! NdS]: non riusciva mai a stare per troppo tempo lontano dall'acqua.
Mentre tornavano all'abitazione si accorsero che qualcuno li aspettava sull'uscio. Avvicinandosi i lineamenti esili della figura si facevano sempre più chiari.
Poi Ryo si fermò, tremante, gli occhi lucidi roteavano freneticamente, il volto sconvolto, combattuto tra la gioia e l'immenso dolore, e gli altri capirono.
"A...Amina" balbettò, la voce rotta e resa irriconoscibile dall'emozione.
Lei li aveva visti, e aspettava il loro arrivo, il volto rivolto verso terra.
Ryo avrebbe voluto correre ad abbracciarla, era felice di sapere che pensasse ancora a lui e che l'aveva cercato, ma sapeva che avrebbe dovuto mandarla via...fingendo di non amarla...non sapeva se ce l'avrebbe fatta, ma avrebbe dovuto resistere, fino alla fine, poi poteva anche crollare.
"Cosa farai?" chiese Sami, preoccupato per la sua reazione.
"Quello che è giusto fare...spezzerò il cuore di entrambi, ancora una volta, ma almeno le salverò la vita".
Lentamente ripresero ad avanzare. Ryo si fermò a pochi passi da lei, guardandola negli occhi, cercando faticosamente di assumere un'espressione dura, mentre gli altri entravano in casa accennando fugaci saluti alla ragazza, che ricambiò con cortesia, prima di riprendere a fissare la figura che si ergeva maestosa di fronte a lei.
"Ryo...come stai?" quella voce così dolce...vibrante di mille timori! Come poteva farla soffrire? Come poteva allontanarla da lui?
"Perché sei venuta?" chiese duro, stringendo i pugni per non perdere il controllo.
"Io...avevo bisogno di parlarti, di sapere...perché non sei venuto? Me lo avevi promesso...mi avevi promesso che..." gli occhi le si inondarono di lacrime, e Ryo voleva morire.
"Se non ti ho cercato è perché non avevo niente da dirti. Tu hai la tua vita e io la mia...e sono incompatibili, ti prego, va via ora."
Lei lo guardava incredula, il volto contorto in una maschera di rabbia e dolore.
"Ti odio!" esplose infine "come puoi trattarmi così...dopo tutto quello che ho passato nelle ultime settimane! Io ti dico che ti amo e tu sparisci! Credevi che stessi scherzando? Ti ritrovo e mi tratti come la più squallida delle sgualdrine! Ti odio!" batteva ferocemente i pugni contro il torace del samurai " Ti odio...ti odio..."
Poi la furia svanì "Ti amo" sussurrò infine " Ti amerò per sempre...nonostante questo...nonostante tutto!"
Si prese il volto tra le mani e singhiozzando si allontanò correndo.
Ryo rimase immobile sull'uscio, stravolto dal dolore, un dolore lancinante, fisico, che gli attanagliava il petto, togliendogli il respiro. Cominciò ad annaspare furiosamente, mentre il dolore cresceva...tenendosi una mano sul petto cercò di avanzare per entrare in casa, ma soffriva paurosamente...tutto attorno a lui cominciò a roteare vertiginosamente e a svanire...finchè tutto fu buio.
Cadde a terra privo di sensi.



 

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