Hanry Potter

Fiocchi di neve

 


Hogwarts, Sala Comune di Grifondoro, un giorno come tanti.
- La vuoi smettere di torturare quel povero gatto? - gridò una ragazza dai
lunghi e arruffati capelli castani.
- Devo trasfigurarlo! - rispose con lo stesso tono di voce un ragazzo alto
con i capelli rossi e i vestiti logori.
- Ma perché proprio Grattastinchi? Hai uno dei gatti che ha dato la
McGrannit per esercitarci! Dillo, che ce l'hai con Grattastinchi! -
- E anche se fosse? E poi non trovo più il mio gatto, devo usare
Grattastinchi! Tu non hai bisogno di esercitarti! -
- Forse non lo trovi perché, per una volta, sei riuscito a trasfigurarlo! -
.
Finalmente l' arruffato gatto rosso riuscì a scappare dalla presa del
ragazzo e a correre impaurito nelle braccia della sua padrona. - Oh, povero
piccolo - disse lei accarezzandolo. - Tranquillo, non ti lascerò mia più
nelle mani di quell' idiota, stai tranquillo -
- Idiota a chi? - le chiese arrabbiato il rosso diventando in volto dello
stesso colore dei suoi capelli.
- A te, brutto idiota senza sentimenti che non sei altro! - gli rispose la
ragazza dello stesso umore prendendo in braccio il suo gatto e salendo a
testa alta verso il suo dormitorio. Mentre il ragazzo boccheggiava
seguendola con lo sguardo, un suo compagno lo chiamò dall' altra parte della
stanza: - Ehi, Ron, lasciala perdere e finiamo i compiti. Facciamo
incantesimi invece di trasfigurazione, tanto abbiamo vasta scelta sui temi
da fare, tanti ne abbiamo -
- Quella. quella. - continuò a boccheggiare il rosso sedendosi vicino al sua
amico, un moro con gli occhiali e una cicatrice a forma di saetta sulla
fronte. - A me. idiota a me. ma come si permette? Io non l' ho mai chiamata
così. - . Ci pensò un po' su e poi disse: - Credo - .
- Dai, lasciala stare. è solo un po' nervosa perché abbiamo molti compiti. -
- Un po'? Per poco non mi uccide! E solo perché stavo trasfigurando
Grattastinchi in un uccello! Se almeno ritrovassi il mio gatto. -
- L'ho fatto io per te - lo avvertì il moro. - Era sotto il mio letto e
inseguiva il pettirosso di Dean - . Tirò fuori dalla cartella un essere che
somigliava molto ad un gatto marrone con le ali azzurrine. Non aveva un
bell' aspetto. - Secondo me ha fame, ma non capisco se vorrebbe mangiare per
gatto o per uccello. Che dici, gli do un po' di succo di zucca? -
- Fai tu - disse il suo compagno con un alzata di spalle. Posò la testa sul
suo libro di Incantesimi, poi tornò a guardare l' amico.
- Che c'è? - chiese lui.
- Secondo te è vero che non ho sentimenti? - .
Il moro sospirò. Da quando conosceva Ron e Hermione, circa cinque anni, non
ricordava ci fosse stato un momento di pace fra i due. Che sia perché Ron
credeva che Grattastinchi, il gatto di Hermione, avesse mangiato Crosta, il
suo topo, tre anni prima, che sia perché lei era stata invitata al Ballo del
Ceppo l'anno dopo da un altro ragazzo, non avevamo mai smesso di litigare.
Erano troppo diversi tra loro: la saggia Hermione che dà sempre consigli
giusti e predica ai suoi amici di studiare costantemente e l'impacciato e
fifone Ron, sempre in lite per il suo carattere irascibile, ma entrambi
buoni e fidati amici. Sì, erano proprio diversi: eppure si volevano un gran
bene. Ron parlava di Hermione come se fosse la sua sorella minore, Ginny (da
pochi mesi il nuovo amore segreto del suo migliore amico, Harry, dopo la sua
storia con la Corvonero Cho Chang), ma lui, Harry, pur non essendo esperto
in quel campo, aveva capito che, almeno da parte di Ron, c'era qualcos'altro
sotto.
- Allora? - lo incitò Ron. - Secondo te Hermione ha ragione? Cioè, è la
prima volta che mi dice che non ho sentimenti, ma molte altre volte
insinuava che non sapessi dominarli, qualcosa del genere. tipo al Ballo del
Ceppo, quando io avevo lasciata sola Padma Patil. e lei invece ci era andata
con quel Krum - . Il volto di Ron si incupì. - E si è perfino arrabbiata
urlandomi che potevo invitarla prima io di. Krum. Cosa c'è? - chiese,
vedendo un sorriso sulle labbra dell'amico.
- Sai - rispose Harry. - Hermione ha proprio ragione - .

♥

- Weasley! Granger! Volete farci il gentile piacere di chiudere le vostre
orrende bocche e seguire la lezione? - tuonò Piton dalla propria cattedra.
- Scusi, professore - disse rossa in volto Hermione, schiacciando forte con
il suo piede quello di Ron.
- Dieci punti in meno a Grifondoro -
- Ma. professore. -
- Per uno - dichiarò Piton come se questo bastasse a chiudere la faccenda.
- Professore, mi ascolti. - cominciò Hermione alzandosi dalla propria sedia.
- Stavo spiegando a Ron come si fa la pozione. -
- Non può toglierci punti! - disse a voce alta il suo compagno. - Siamo già
in netto svantaggio con le altre Case! -
- Potevate cacciarvi in meno guai -
- Ma professore! -
- Ron, sta zitto! - sussurrò fra i denti Hermione pestandogli di nuovo i
piedi.
- Ahi, mi fai male! -
- Venti punti, per uno, in meno per Grifondoro. -
- Ma. -
- .e domani sera vi voglio nel mio ufficio per la vostra punizione. Ora
continuiamo la lezione - .

♥

- E' sempre colpa tua! Non puoi stare zitta almeno una volta? -
- Mia? Senti questa! E' solo colpa tua se stasera siamo qui! E non ho
nemmeno finito di sferruzzare i berretti per gli elfi domestici! Sei proprio
bravo solo a metterci nei guai! - .
Ron stava per replicare, ma Harry lo interruppe. - Volete finirla? - disse
loro. - La colpa è di Piton, che ce l'ha continuamente con noi, ma anche
vostra - aggiunse. - Non dovete mettervi a bisticciare durante le lezioni -
- Ma. -
- Niente ma! Ora voi andate nell' ufficio di Piton e io vado ad allenarmi a
Quidditch, e sono già molto arrabbiato, come Capitano della squadra, che tu
non ci sia, Ron! - . Così detto, fece marcia indietro e si diresse verso la
Sala d'Ingresso. Ron lo guardò andare via stupefatto, poi si voltò a
guardare Hermione. - Non riesco a capire se è la reincarnazione di te o di
Angelina. O magari della McGrannit -
- Muoviti - lo tirò per la maglietta lei. Un attimo dopo erano nell' ufficio
di Piton.
- Benvenuti - li accolse con un sorriso malevolo sul volto. - A cosa devo
questi minuti di anticipo? -
- Abbiamo pensato che le facesse piacere. professore. vederci arrivare
prima. -
- A me non fa mai piacere vedervi, signorina Granger - annunciò Piton con
la solita voce tetra e strascicata. - Comunque è un bene che siate arrivati
prima. Per voi, intendo, visto che dovrete pulire tutto il mio ufficio - .
Ron e Hermione si scambiarono un'occhiata cupa, ma non si lamentarono con il
professore.
- Bene, ora devo andare, i miei doveri mi aspettano. Quella - disse Piton,
agitando la bacchetta e facendo comparire sulla sua scrivania un vassoio con
alcuni panini e due boccali di succo di zucca. - è la vostra cena. Pulite
anche il vassoio, dopo. Sarebbe autopulente, ma voglio vedere se pulito
dagli studenti risulti più lucente - . Con un ghigno sinistro, aprì la
porta, la richiuse e si diresse verso la Sala Grande.
Hermione afferrò uno dei due stracci poggiati sulla scrivania di Piton, ma
si gettò quasi immediatamente su una sedia, apparentemente esausta.
- Già sei stufa? - la prese in giro Ron, però, imitandola.
Hermione gettò lo straccio a terra. - Uff! - disse. - Abbiamo ancora un
sacco di compiti da fare, e stiamo qui a perdere tempo. Per quando avremo
finito, poi, sarà troppo tardi per metterci al lavoro, e a me oggi non va di
restare sveglia fino all' alba. Passami un panino - ordinò a Ron che aveva
già addentato il suo. - Vorrà dire che anche la lettera per Viktor dovrà
aspettare fino a domani. -
- Viktor chi? - chiese subito accigliato Ron. - Krum? -
- No, Viktor Weasley - lo prese in giro la ragazza. - Certo che Krum! -
- Lo senti ancora? -
- Sì - rispose lei arrossendo un pochino.
- Non ho fame - annunciò il ragazzo alzandosi di scatto e posando arrabbiato
il suo panino nel vassoio. Prese uno straccio e cominciò a pulire alcune
bottigliette contenenti pozioni sullo scaffale alla sua sinistra. Hermione
lo imitò, con più calma.
- Ti da tanto fastidio che io senta ancora Viktor? -
- Non chiamarlo così - ringhiò lui fra i denti. - Chiamalo semplicemente
Krum -
- Ma come potrei chiamarlo per cognome? In fondo tra noi c'è stato qualcosa.
- si interruppe improvvisamente, andando a pulire un altro scaffale lontano
da Ron, ma lui la seguì.
- Aha! - disse. - Allora avevo ragione! Tra te e Krum c'era qualcosa! -
- Aha! Allora avevo ragione! Tra te e Krum c'era qualcosa! - lo prese in
giro Hermione. - Sì, io e Krum. Viktor stavamo insieme, c'è qualcosa di
strano? -
- Insieme insieme? -
- Insieme insieme, con annessi abbracci, baci e cose varie, tutto quello che
ti puoi immaginare facciano due fidanzati -
- Anche.? -
- No- concluse Hermione abbassando lo sguardo. - E' per questo che ci siamo
lasciati, se stai per chiedermelo. Lui voleva e io. io non mi sentivo
pronta. Così abbiamo deciso di rimanere solo amici di penna -
- Hai fatto bene - dichiarò Ron senza guardarla. - Eri ancora piccola, e. e
lo sei ancora per certe cose. Non vale la pena buttarsi via con il primo che
incontri - .
Hermione lo guardò e sorrise, un sorriso dolce, innocente, un sorriso vuoto
di allusioni: un sorriso da bambina, la cosa più bella che possedeva, ma che
a pochi aveva concesso l'onore di vedere. Ron si accorse del suo sguardo, e
arrossì, continuando a guardare dritto davanti a sé.
- Lo pensi davvero? - gli chiese timidamente Hermione.
- Certo! - rispose sicuro Ron. - Lo conoscevi da nemmeno un anno, e neanche
molto. E avevi solo quattordici anni! -
- Quasi quindici - lo corresse Hermione, ma non sembrava affatto offesa:
guardava invece Ron con quel suo giovane sorriso, ed arrossiva ad ogni frase
del ragazzo.
- E non lo dovresti fare nemmeno adesso, se lui te lo chiedesse! Voglio
dire. non solo sei ancora giovane, una ragazzina, ma non lo conosci ancora
molto bene! Quindi - concluse. - se vorrai il mio consenso per andarci a
letto, beh, te lo puoi sognare - .
Si voltò finalmente a guardare Hermione, e ciò che vide fu una sedicenne che
rideva di gusto, divertita.
- Che c'è? - le chiese lui. - Il mio discorso faceva pena? Sembro il solito
ragazzino all'antica? -
- No, Ron, è solo che sei troppo protettivo! Anche con Ginny. ma. ah ah ah.
la storia del consenso era bellissima! - .
Ron le diede le spalle, offeso. - Non devi prendermi in giro solo perché ti
ho espresso il mio parere - disse, le braccia rigide lungo i fianchi. -
Ognuno ha diritto ad esprimere le proprie opinioni -
- Oh no, Ron, non ti sto. ah ah ah. prendendo in giro, solo che. ah ah. sei
così. così dolce - . Così dicendo, lo prese per una spalla, voltandolo, e
gli mise le proprie braccia intorno alle robuste spalle. Ron guardò quelle
braccia, immobile, e arrossì. Hermione lo strinse ancora di più. - Sai, Ron
- disse, mentre il panico invadeva il corpo del ragazzo, facendolo sudare
freddo. - Sei così dolce, certe volte. Mi dispiace che litighiamo così
spesso, sei un buon amico. Sai che facciamo dopo Hogwarts? Andiamo io, te,
Harry, Ginny, e anche Luna e Neville, se vogliono, a vivere insieme in una
grande casa. Spero che saremo almeno io e te, più di tutti, con te sto
troppo bene. - .
Ron la fissava, immobile. Poi, piano piano, ricambiò il suo abbraccio. Anche
Hermione arrossì, sentendo le braccia del ragazzo sulla sua schiena scendere
lentamente.
- Sto troppo bene con te, Ron. Ti voglio davvero molto bene. - . Cominciò a
dargli piccoli baci sulle guance, e poi sulla fronte, e poi sul naso, e poi
sul collo. - Sei proprio un grande amico, Ron - . Il corpo di Ron,
improvvisamente, si irrigidì di nuovo. - E sei buffissimo con questa macchia
di sporco sul naso! - . Lo lasciò andare, scoppiando di nuovo a ridere. Ron
non la imitò: rimase fermo, immobile. Non sapeva perché sentiva quella
strana stretta allo stomaco, le parole dell'. amica lo avevano ferito. E lui
non riusciva a capire perché.
- Ehi, Ron - lo chiamò lei. - Vieni a vedere! Ho appena scoperto il motivo
per cui Piton non ci avrebbe dovuto far entrare qui dentro. Altro che non li
faceva, i filtri d'amore! - .
Ron raggiunse Hermione verso uno scaffale non molto polveroso. Alla
bottiglietta che la ragazza teneva in mano mancava qualche goccia del
liquido, forse Piton non si sarebbe accorto che lui lo aveva usato. Scacciò
velocemente questo pensiero dalla mente, ma poi Hermione disse: - Che ne
dici, Piton si accorgerà se ne rubiamo un po'? - .
Ron la guardò sorpreso. - Per chi? - le chiese, il cuore che batteva a
mille, ma che sembrò fermarsi per sempre quando Hermione rispose.
- Per Harry, no? -
- Per Harry? -
- Ma sì! Non ti sei accorto di come guarda tua sorella da questa estate? - .
Per il resto della serata il pensiero di Harry e Ginny insieme scacciò dalla
mente di Ron gli strani sintomi che aveva provato nell'abbracciare Hermione,
e lei non disse niente per, inevitabilmente, ricordarglielo.

♥

- Ehi, Harry! - .
Harry si voltò: era stata Ginny a chiamarlo.
- Ciao! - lo salutò lei. - Senti. stasera c'è quel ballo. hai presente? Ti
volevo. chiedere. se ti andava di venirci con me -
- Ma io non so ballare. - arrossì Harry.
- Nemmeno io - sorrise la ragazza. - Solo. volevo passare un pò di tempo con
te senza mio fratello fra i piedi - .
Harry ricambiò il sorriso. - Allora. a stasera -
- A stasera cosa? - chiese Ron che era appena arrivato.
- C'è il Ballo di Natale, se ricordi - rispose Ginny. - Silente aveva detto
di farlo prima dell'inizio delle vacanze perché molti sarebbero tornati a
casa per Natale. Non te lo sarai dimenticato? - aggiunse, accigliata.
- Ah. no, è che. - mormorò timidamente Ron, arrossendo all'idea di ballare
di fronte a tutti, come già una volta aveva corso il rischio. - Io non ci
vengo -
- Sì che ci vieni! Altrimenti Hermione con chi ci va? - .
Ron alzò di colpo la testa distogliendo lo sguardo dal pavimento lucido e
fissandolo su sua sorella. - Hermione? - chiese, imbarazzato. - Non è stata
già invitata da qualcun altro? Voglio dire. perché io e lei? -
- Lei ci tiene - lo supplicò Ginny.
- Ad andare al ballo - disse Ron guardando distrattamente gli addobbi
natalizi sulle pareti e sul soffitto.
- Ad andarci con te - .
Ron la tornò a guardare stupito, mentre lei si scambiava un'occhiata
complice con Harry. - Vado. vado ad invitarla. Sia chiaro che lo faccio
perché ho capito che voi due andrete al ballo insieme e a me non va di fare
il palo. e comunque, che la inviti o non la inviti, rimarrò sempre seduto a
un tavolo con Hermione. - . Continuando a mormorare frasi del genere e senza
senso, si avviò verso la Sala Comune di Grifondoro.
- E' fatta! - fece in segno di vittoria Ginny. - Ron ci lascerà in pace! -
- Ma era vera la storia di Hermione? -
- Beh, no. Ma, come ha detto Ron, passerebbero lo stesso la serata insieme -
si affrettò ad aggiungere - Perciò meglio che Herm sia come invitata che
come punto di aggrappo per Ron - .

♥

Ron si fermò esitante davanti al ritratto della Signora Grassa. Non poteva
invitare Hermione, lei non avrebbe capito. Capire che cosa, poi? Che l'aveva
invitata per non rimanere da solo o perché ci teneva ad andare al ballo
insieme? Non lo sapeva nemmeno lui.
- Vuoi deciderti a dire la parola d'ordine? - lo sgridò la Signora Grassa.
- Sirius Black -
- Oh, quel bell'uomo. morto per onore. - .
Mentre attraversava il buco del ritratto, Ron trovò un modo per togliersi
dai casini: Hermione, in quel momento, sarebbe stata sicuramente nel suo
dormitorio a fare i compiti per le vacanze e, siccome lui non poteva
salirci, avrebbe finto un malore e non sarebbe uscito dal dormitorio
maschile fino alla fine del ballo. Così, pensava, non avrebbe potuto
incontrarla. Ma, appena varcata la soglia, incontrò la ragazza castana.
- Oh, ciao, Ron! - lo salutò lei animatamente.
- Ehr... ciao, Herm. -
- Che si dice in giro? Hai visto Harry? Dovevo chiedergli una cosa -
- Se vuole venire la ballo con te? - chiese Ron accigliato.
- Veramente sapevo che ci sarebbe andato con Ginny. E comunque io non ci
vado, non ho un accompagnatore - .
Ron ebbe come l'impressione che Hermione lo guardasse speranzosa.
- Tu non ci vai? - gli chiese lei.
- Ehm. no, non mi sento molto bene. credo che andrò a stendermi sul letto e
ci rimarrò per un po' -
- Capisco. - disse lei con una nota nella voce che a Ron sembrò molto
delusa. - Ora devo andare in biblioteca, voglio cominciare il tema per
Piton. - . Così dicendo, fece per uscire della sala, ma il suo amico,
all'ultimo momento, la fermò. Doveva farlo, ora o mai più. - Ehi, Herm, ci
vieni con me? Al ballo, intendo - . La ragazza sorrise raggiante. - Davvero?
Grazie, Ron! - disse entusiasta dandogli un leggero bacio sulla guancia
sinistra.

♥

- Sia chiaro, io non ballerò, me ne starò seduto in disparte per tutta la
serata. ok, se vuoi ti offrirò da bere, ma spero che non me lo chiederai
perché sono al verde. Che idiota che sei, Ron! Non si paga da bere né da
mangiare - si stava dicendo Ron guardandosi allo specchio e provando il
discorso da fare a Hermione fra pochi minuti. Si sistemò per l'ennesima
volta il farfallino rosso sul vestito che gli avevano regalato i suoi
fratelli Fred e George l'anno prima. - Come sto, Harry? - chiese all'amico
che era intento a schiacciarsi i capelli sulla fronte.
- Bene - rispose distrattamente Harry.
- A Ginny piacciono i tuoi capelli quando sono tutti arruffati - lo informò
Ron.
- Oh - . Harry li mise di corsa in disordine (anche se prima non aveva
comunque ottenuto il risultato che sperava) in un modo che sapeva ricordava
molto suo padre James. - Dai, dobbiamo andare. Hermione e Ginny ci staranno
aspettando da un bel pezzo - . Così detto, presero un mazzo ciascuno di rose
colte dal giardino di Hagrid e si avviarono verso la Sala Comune. Arrivati,
però, trovarono solo Ginny. Era avvolta in un vestito lungo verde, lo stesso
colore dell'abito del suo accompagnatore, che le metteva in risalto i
capelli color fuoco; indossava un paio di scarpe nere come i suoi occhi con
le fibbie, molto eleganti; al collo portava una collana di perle e sulle
orecchie un paio di orecchini della stessa natura; i capelli erano sciolti e
lisci, e le cadevano dolci sulle spalle scoperte. Ogni suo movimento, anche
se brusco, risultava molto grazioso ed esile e, nonostante la grande forza
che aveva dentro, quella sera sembrava un ragazza molto fragile, pronta a
rompersi da un momento all'altro se non fosse stata maneggiata con cura.
- Hermione sta arrivando - avvertì Ron, che deglutì. Si era già dimenticato
del discorso da fare a Hermione e, non riusciva a capire perché, un qualcosa
di pesante gli era piombato nello stomaco e lo impediva di fare qualsiasi
cosa. Rimanendo immobile, guardò Harry porgere le sue rose alla sua dama.
- Oh, grazie! - disse lei sorridendo e prendendo i fiori. - Non dovevi
proprio, Harry. - .
Entrambi erano rossi in viso, ma, quando Ginny gli diede un schioccante
bacio sulla guancia, Harry lo divenne ancora di più. Ma ora stava arrivando
il turno di Ron, e lui lo sapeva bene.
- Scusate il ritardo - . Avvolta in un chiaro vestito azzurro, Hermione
stava scendendo lentamente le scale del dormitorio femminile di Grifondoro.
Gli occhi scuri le splendevano e come non mai si poteva notare che i suoi
denti erano più a posto di qualche anno prima. I capelli castani legati in
una crocchia, tranne due ciuffi che le cadevano elegantemente davanti al
viso arrossato, Hermione raggiunse con tutta calma Ron, che la osservava
attonito. Non sapeva se era per la leggera scollatura color cielo, o per la
collana d'argento che aveva al collo, o ancora per la lucentezza dei suoi
capelli, ma Ron in quel momento la vedeva sotto una nuova luce, gli sembrava
un angelo con gli occhi di Hermione. Perfino lo sguardo era cambiato: era
così. così. Ron non sapeva come definirlo, ma forse la parola "dolce"
sarebbe bastata.
- Ciao - sorrise lei arrossendo sulle sue pallide gote.
- C. ciao - rispose Ron continuando a fissarla paralizzato. Dietro le spalle
sentì Ginny soffocare un leggero risolio.
- Ron. le rose! - sussurrò Harry alle sue orecchie.
- Oh, sì. tieni! - disse lui imbarazzato tendendo brusco il braccio verso
Hermione. Il brusio di sua sorella si faceva sempre più forte, quasi
insopportabile.
- Grazie! - lo ringraziò la sua dama.
- Vogliamo andare? - . Si voltò. Harry aveva preso sottobraccio Ginny e
stavano dirigendosi verso l'uscita della Sala Comune. Ron lo imitò, sempre
bruscamente, ma Hermione non sembrava essere delusa per il suo comportamento
strano. Sembrava perfino non notarlo, e si aggrappò al braccio del suo
cavaliere sorridendo felice. Molto felice.

♥

- E quindi non voglio ballare, perché. ehm. non sono capace e preferirei
restare a parlare con te - dichiarava Ron alla sua dama quando stavano per
entrare nella Sala Grande, dove si stava per tenere il Ballo di Natale.
- Ma io non voglio ballare! - lo rassicurò Hermione. - Anch'io voglio
rimanere seduta a un tavolo a parlare con te, solo che sono felice che mi
abbia invitata tu prima di Neville o di qualcun altro. Li avrei delusi
perché non ho molta voglia di andare in pista. E' per questo che sono così
felice che tu mi abbia invitata! Sapevo che avresti voluto rimanere da parte
- .
Un macigno strinse il petto di Ron. - Tranquilla - rispose. - Ti ho invitata
per lo stesso motivo - . Ma, dentro sé, sapeva che stava mentendo. Si voltò
a guardare Hermione: ora era lei quella con la delusione stampata sul viso.
Ma non era più tempo di stare a parlare: il portone della Sala Grande si
stava aprendo e tutti i cavalieri con le loro dame stavano entrando alla
ricerca di un posto dove sedersi per la cena prima del ballo. Mentre si
dirigevano verso il tavolo occupato da Harry e Ginny, Malfoy li urtò.
- Oh, scusa, Weasley, non ti avevo visto - lo prese in giro il Serpeverde. -
Sai com'è, gli insetti non si vedono molto bene se non li osservi
attentamente. -
- Tappati le fauci, Malfoy - lo fulminò con lo sguardo Hermione.
- Dovevo aspettarmelo: la Granger e Weasley. Sapevo che prima o poi sarebbe
successo. Hai deciso di unirti agli insetti, Granger? O forse è l'unico che
hai trovato dato che nessuno vorrebbe come dama una Mezzo. -
- No! - gridò Hermione abbassando con un gesto la bacchetta che Ron aveva
già puntato contro Malfoy. - Andiamocene - disse, prendendo Ron nuovamente
sottobraccio. Si avvicinarono al tavolo di Harry e si sedettero accanto ai
loro amici. Dopo un po' il banchetto cominciò; poi Silente prese la parola.
- Miei cari amici, studenti e professori, custodi e centauri, risparmiamo i
convenevoli e sotto con le danze! - .
Harry e Ginny si alzarono immediatamente dicendo di andare a ballare, ma Ron
e Hermione li videro uscire dalla sala sperando di non essere visti.
- Forse vogliono che non li seguiamo - esordì Hermione, e da quel punto lei
e Ron iniziarono una conversazione ininterrotta per più di un'ora. Nel
frattempo, Harry e Ginny non erano ancora tornati. Ma a Ron non importava,
stava guardando le coppie che volteggiavano sulla pista: Neville e Luna,
Malfoy e la Parkinson, Dean e Lavanda, Calì e Seamus, Padma e un ragazzo di
Corvonero, Ernie e Hannah, Cho e Michael, Silente e la McGrannit, Hagrid e
Vitius che avevano ingaggiato una scenetta comica ed ora erano al centro
dello spettacolo, con il gigantesco guardiacaccia che sollevava il minuscolo
professore di incantesimi e lo faceva volare sopra le sua mani come fosse
stato un bambino molto piccolo. Improvvisamente le Sorelle Stravagarie
cominciarono a suonare una canzone che Ron non riconobbe per loro, e
Hermione saltò su in piedi.
- Che hai? - le chiese Ron.
- E' la mia preferita! E' "Your song" di Elton John, un cantante Babbano - .
Strinse le mani davanti a sé e guardò Ron in segno di supplica. - Ti prego,
ti prego, ti prego! Solo questa! -
- Solo questa cosa? -
- Balliamola! Non ti chiederò nient'altro, te lo giuro! - .
Ron ascoltò le parole. "Oh, no" pensò. "E' una canzone d'amore! E ora che
faccio?"
- Ehm. -
- Ti prego! - . Era così carina quando faceva quella faccia, così dolce. Ron
non l'aveva mai vista così, e non se la sentì di deluderla. Dopotutto, erano
in ballo: bisognava ballare.
- Ok -
- Sì! - , esultò Hermione. - Dai, muoviamoci prima che finisca! - . Così
dicendo, lo trascinò sulla pista e lo strinse forte. Ron sentiva le mani
della ragazza sul collo sudato e la sua testa sulle spalle. Lentamente,
l'abbracciò sempre più forte a sé, facendo scendere le sue braccia attorno
alla vita. Come aveva detto Malfoy? "La Granger e Weasley. Sapevo che prima
o poi sarebbe successo" . Ma successo cosa? Forse sembrava che loro due.?
Ron sorrise. Forse voleva che sembrasse così, o forse voleva che non lo
sembrasse nemmeno, che così fosse. Lentamente, Hermione alzò un poco la
testa e gli sussurrò in un orecchio.
- Usciamo, per favore. Voglio stare solo. io e te. - .
Ron annuì. Si slegò dall'abbraccio della ragazza e la prese per mano. Le sue
mani, la sua fronte, il suo petto sudavano ancora di più, il suo cuore
batteva come mai aveva battuto, ma a lui non importava. Finalmente aveva
capito cosa provava veramente per Hermione, e questo bastava. Ora si
trattava solo di sperare che Hermione lo ricambiasse. E, credetemi, quella
notte sperò con tutte le sue forze.
Uscirono nell'aria fresca della sera e nulla faceva pensare che fosse una
notte di inverno. Lentamente, godendosi il panorama di quella notte
stellata, camminavano lungo il viale alberato. Poco più in là, su una
panchina in disparte, videro Harry stringere Ginny con un braccio attorno al
collo della ragazza. Stavano osservando come loro la luna e le stelle che
brillavano come non mai. Passando piano senza far rumore, sentirono i due
ragazzi parlare a bassa voce.
- E' stata la sera più bella della mia vita, Harry. -
- Anche per me. e spero che ce ne siano ancora altre, cento, mille, milioni
di notti così, passate insieme l'uno con l'altra. - .
Ron e Hermione li superarono in fretta, non volendo ascoltare il resto dei
loro discorsi. Si sedettero su una panchina vicina, senza smettere di
guardarsi negli occhi.
- Secondo te - disse Hermione improvvisamente. - Harry e Ginny hanno.? -
- No -
- Come fai ad esserne così sicuro? -
- Lo so e basta - . Ed era vero: sentiva che quella notte tutto era sicuro,
non c'era nemmeno un dubbio che potesse turbarli in quel momento così
magico. Ron avvicinò lentamente il suo viso a quello della ragazza, ma, poco
prima che le loro labbra potessero toccarsi, qualcosa di molto freddo cadde
sul naso di Ron, bagnandolo. Alzò la testa e vide miliardi di fiocchi di
neve scendere sopra di loro e su tutta la scuola. Scoppiò di colpo a ridere,
e Hermione lo imitò, non sapendo bene perché lo stesse facendo.
- Ron - disse fra le risate. - Perché stiamo ridendo? -
- Nevica, ci sono le stelle, sono con te - rispose Ron urlando. - Ha ragione
Ginny: questa è la notte più bella della mia vita! Yu-uh! - . Corse sotto la
neve, poi tornò indietro e sollevò Hermione da terra, ridendo entrambi come
pazzi. - Ti amo, Hermione! Ne sono sicuro, come sono sicuro che non
dimenticherò mai questo momento! -
- Ti amo anch'io, Ron! - .
Sempre ridendo, Ron la lasciò tornare con i piedi a terra. Si guardarono e,
smettendo di ridere, ma tornando a sorridere, avvicinarono la loro calde
labbra accogliendo l'amore.

FINE