Ali
di angelo spezzate È
passato un mese dalla sua morte. Il suo sorriso era scomparso da anni, da quando
suo padre era uscito di galera
mi rimaneva solo la speranza di rivedere un
giorno quei denti bianchissimi
Ed ora nemmeno quello. Alan
il mio
unico pensiero è a lui
ha sofferto più di noi in questo periodo;
lui ha perso un amico
lui lo ha visto cadere, ha sentito il suo cuore spegnersi
ha
corso per non morire
È passato un mese, ma è come se fossero
passati mille
e io sono rimasta in uno stato di tepore, a scrutare le vie
buie che portano a quella casa. La squadra si è chiusa, erano rimasti
in pochi e Bruce era il capitano
un ottimo capitano e nel suo tempo libero
insegnava, insieme a Ted e Johnny, ai bambini delle elementari
Piano,
piano tutti abbandonarono la divisa
il primo di tutti fu Crocker, non venne
nemmeno a scuola -ove si respirava aria di morte-
se ne era andato, lasciando
nella disperazione anche i suoi genitori
scomparso nel nulla
Ora
sono qui davanti al cancello d'entrata, la sull'erba c'è ancora la sagoma
di Bruce, i fili ingialliti sono ancora piegati come se il suo corpo fosse ancora
su di essi. All'improvviso corro, come aveva fatto Alan quel giorno, raggiungo
in fretta la stazione ferroviaria, mi giro ma dietro di me non c'è nessuno. Sospiro
e mi avvio verso il binario ove fra un paio di minuti passerà il treno
che mi condurrà a casa, ed è allora che lo vedo. Il viso privo
di espressione, pallido e magro, sembra quasi quello di un cadavere, le delicate
mani nascoste in un paio di guanti. La bocca, quella bocca che un tempo tutti
invidiavano, ora era solcata da tagli di medie dimensioni, sporcata dal sangue,
che scendeva lungo il mento ormai di un rosso ametista. "Alan" sussurro
avvicinandomi, "Alan
sei proprio tu
", lui mi osserva, "Oddio,
non puoi essere tu!" urla alzandosi, "Vattene Patty! Rischi troppo!!!"
ora sembra furibondo, come se io rappresentassi una merce non gradita e lui fosse
infuriato con chi gliela ha portata. Piangendo mi mette le mani sulle spalle
"Dimmi cosa hai visto poco fa
dimmelo Patricia
", chiudo gli
occhi, il suo viso mi fa ribrezzo; "Bruce, stava volando
un ragazzo
lo
inseguivo, volevo che si fermasse
e tu
tu che cadi su un squallido letto",
lui deglutisce, "Ti prego dimentica tutto ciò
torna a casa e
dimentica
". "Che succede Alan
?" "Nulla"
"Non mentirmi! Dimmi che sta succedendo!" "Non capiresti"
"Provaci
Ti prego", non osa guardarmi, i suoi occhi disegnano piccoli
cerchi sull'aria, le sue mani si stringono nelle maniche, mi manda un'occhiata
furtiva ancora insicuro, "Sei bella Patricia, troppo bella per morire
",
mi accarezza il viso, lentamente le sue scheletriche dita scivolano sulla mia
morbida guancia
Gli blocco la mano, lo guardo con occhi supplichevoli,
"No" bisbiglio, "Posso anche morire
se posso salvarti",
i suoi occhi duri e privi di vita, ora si addolciscono tornando quelli di sempre,
"È questo il punto
" mi stringe la mano "
tu non
puoi salvarmi, nessuno può farlo". Scuoto la testa, "No, io
non mi arrendo! Ci sarà pure qualcosa che posso fare per te
Rivoglio
Alan Crocker, il portiere della New Team
non puoi lasciarci così
"
piango e non riuscivo a smettere, "Ti prego
" Sentii la sua
ruvida bocca posarsi sulla fronte, "Te lo chiedo come amico
torna a
casa e dimentica" "Come posso
" "Se provi qualcosa per
me, anche se è solo una forma primitiva d'affetto, ti prego
Ti scongiuro,
dimentica
dimenticami e vivi
" "È l'ultimo contatto
vero?"
sussurro, prima che lui si dilegui per sempre "È l'ultimo contatto
con te
dove andrai ora?" bisbigliò al vento, sperando di ricevere
una risposta. "Ed ora dove andrai?!?!" urlo mentre un treno merci
sfreccia dietro di me, sovrastando così la mia domanda, "Torna
Torna
da noi Alan
non lasciarci così
" sussurro ancora, prima
di rimettermi a piangere. Sento il fischio del treno, mentre un leggero vento
mi alza di lato la gonna, sento freddo sulle mie gambe nude, ma nulla di ciò
mi distrae dall'ultima cosa che mi è rimasta di te
Una scia di piume
bianche
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