Quella luce che
rischiara la mia anima".
" 500 anni fa conobbi il calore della felicità
più pura e sentimenti mai provati prima sgorgarono dal mio
cuore.
Qualcuno mi donò Amore e, per la seconda volta,
venni al mondo.
Poi, come il vento impetuoso spezza i ramoscelli più
deboli, l'uragano del destino irruppe nelle nostre esistenze, spazzando
via ogni cosa sul suo cammino.
500 anni fa conobbi il freddo della disperazione più cupa,
quando persi tutto ciò che avevo.
In un attimo, così come mi era stata donata,
la nuova vita mi fu tolta senza pietà.
Il gelo si diffuse nelle mie membra e la linfa vitale
che in me scorreva fu sostituita da veleno mortale.
Ma qualcosa testimonia che non fu tutto solo un sogno.
Ciò che mi fu donato, seppur per brevi attimi,
è ancora lì, a sostenermi, dopo tutto questo tempo.
Scavando in me lo riscopro, come una catena legata stretta
a tenere insieme i pezzi del mio cuore lacerato.
E, attraverso il buio che ormai mi pervade, scorgo nel
profondo del mio essere una fiamma che arde ancora.
Mi riscopro ad osservarla, ed ecco che sento rinascere
in me ciò che credevo perduto.
La piccola fiammella si muta in un impetuso incendio
e, come fuoco che brucia, torna a scorrermi nelle vene, per sorreggermi.
Quella luce che rischiara la mia anima è nata
500 anni fa e non si è ancora spenta.
Rimarrà lì in eterno a ricordarmi il calore
della felicità più pura, il dono dell'amore di quattro
angeli."
_ 500 anni prima _
Capitolo 2
DALLE TENEBRE PIÙ OSCURE
Nessuno aveva mai osato varcare i cancelli del mondo celeste senza
permesso, ne' tantomeno aveva mai osato rivolgersi con insolenza all'Imperatore
Celeste. Nessuno, fino a quel giorno.
Fino al giorno in cui una creatura dall'esistenza oscura, ormai dimenticata
dai più, scoprì che un bambino dagli occhi dorati le
era stato portato via. Da tempi ormai remoti quella creatura non si
interessava più di quel che accadeva nel mondo. Viveva lontano
da tutto e da tutti, sola. A volte rimaneva per anni a dormire nel
ventre di un vulcano, o sul fondale di qualche oceano. Alcune leggende
volevano che i più fortunati avessero udito in passato la sua
voce cantare nel vento o che addirittura l'avessero vista a cavallo
di strane creature alate librarsi nel cielo notturno. Si diceva che
i suoi occhi fossero stelle e che i capelli che le ricadevano sulla
schiena fossero fili intrecciati ai raggi della Luna. Leggende. Nessun
essere mortale probabilmente credeva più nella sua esistenza
e persino gli abitanti del mondo celeste avevano dimenticato il suo
nome.
E così avrebbe continuato ad essere, se non fosse stato per
quel bimbo nato da una roccia.
Dopo tanto tempo di solitudine la Terra aveva partorito un'altra vita
e aveva chiamato la propria Figlia ad assistere all'evento.
La creatura era accorsa a quel richiamo e aveva preso con se' quell'
essere eretico in grado di scioglierle il cuore.
Ed ora scopriva che qualcuno gliel'aveva portato via, che lo aveva
allontanato da lei.
Il legame che aveva stretto con lui le permise subito di sapere dove
era stato condotto: nel mondo celeste. Ed è lì che si
recò immediatamente.
L'ira crebbe spaventosa dentro di lei. Per secoli non aveva interferito
con gli affari di quel mondo, non si era opposta a tutte le battaglie
che avevano condotto, invadendo la propria casa. Ma c'era un limite
a tutto. Portarle via quel bambino era un atto che andava punito e
questa volta non avrebbe lasciato correre.
Senza soffermarsi a pensare a ciò che stava facendo e senza
darsi peso di chi stesse cercando di fermare la sua marcia, con un
gesto rabbioso spalancò una ad una tutte le porte fino all'ultima,
prima di trovarsi di fronte all'imperatore celeste.
-Vecchio
- disse, suscitando l'indignazione di tutti i presenti,
già abbastanza sbalorditi nel trovarsi di fronte quella strana
creatura, né demone, né divinità, né donna.
-Vecchio..questo è troppo.
Nel frattempo si era fermata a breve distanza dal suo interlocutore,
fissandolo in modo minaccioso. La sua apparente calma era resa ancor
più terrificante dalla rabbia che le scorreva in corpo.
Ripresisi dalla sorpresa, immediatamente alcune guardie la circondarono,
intimandole di andarsene, chiunque fosse.
-Chi sei? Come osi rivolgerti all'Imperatore Celeste in questo modo?
-Toglietevi di mezzo, inutili residui della stupidità di questo
mondo- rispose seccamente lei, senza degnarli di uno sguardo-
se
non volete morire.
-Non è permesso usare la violenza qui!!
-FUORI DAI PIEDI!!- ordinò furiosamente la creatura e con un
gesto li spazzò via tutti, mandandoli a finire a terra.
Già si stavano ammassando gruppi di persone pronte ad intervenire,
quando fu lo stesso Imperatore ad intromettersi.
-Fermi!!
La sua agitazione era palese, poiché sapeva benissimo chi aveva
di fronte. Sebbene non avesse avuto notizie di lei da moltissimo tempo,
non aveva dimenticato l'esistenza di quella creatura.
L'unica che non dovesse rendere conto a lui, l'unica fuori dal suo
controllo.
-Lasciateci soli.
-Ma
-Questo è un ordine. Lasciateci soli. Uscite, tutti.
Alla creatura sfuggì un sorriso sarcastico, l'Imperatore Celeste,
la più alta autorità, abituato ad essere obbedito ad
un semplice cenno, non poteva farsi vedere arrendevole nei suoi confronti.
Quando l'ultimo dei presenti ebbe lasciato la sala, seguì un
lungo silenzio.
-Questa volta avete sorpassato ogni limite- sentenziò lei con
voce che non ammetteva repliche.
-Ti prego di calmarti, ora. Se ti degni di spiegarmi
-Sai benissimo di cosa sto parlando.
L'Imperatore Celeste si lasciò sfuggire un sospiro.
-Sì, capisco, ma devi cercare di
-Lui è mio!Non c'è altro da dire! La Terra me lo ha
affidato e voi lo avete portato via senza permesso!!
-Ma
la sua stessa esistenza è un'eresia! Non posso permettermi
di lasciare libero un pericolo simile.
La creatura fece un passo avanti con rabbia.
-Ma bene! Vedo che con il passare del tempo le vecchie abitudini sono
rimaste! Siete sempre i soliti ipocriti che si nascondono dietro il
concetto di giustizia per pararsi le spalle.
-Questi non sono affari che ti riguardano
A proposito, come ti
devo chiamare ora? Persino i mortali che ospiti nella tua "casa"
si sono dimenticati di te
La creatura strinse i pugni e i suoi occhi divennero due fessure.
-Giusto, i vostri sporchi affari non mi interessano minimamente
ma
lui sì. Ho stretto un legame di sangue con quel bambino
L'Imperatore celeste ebbe un sussulto per lo sgomento:
-Tu non avrai
sai bene che è proibito!
-Sì? E per quale delle vostre stupide leggi?- esclamò
lei beffarda.
-Non puoi aver osato
-Osato??Dimentichi forse chi hai di fronte? O hai scordato pure ciò
di cui sono capace, oltre al mio nome?
-Tu non capisci
Quel bambino non ha coscienza del pericolo che
rappresenta; ed è per questo motivo che abbiamo posto sul suo
capo un diadema che controlla la sua forza e delle catene ai polsi
e alle caviglie..
-VOI COSA?!- urlò la donna in preda ad un attacco d'ira, trattenendosi
a stento dallo strozzare quello stupido vecchio.
-Noi ab..
-Ho sentito benissimo ciò che voi idioti avete fatto!!
-Noi dovevamo farlo! Per la sicurezza di tutti!-cercò di giustificarsi
quello.
-No
no, voi l'avete fatto unicamente per la vostra, di sicurezza.
La verità è che avete paura di lui, come di tutti gli
esseri che voi chiamate con disprezzo eretici
perché non
sono sotto il vostro controllo, perché non sono dei burattini
da manovrare a piacimento.
-Questo è solamente il tuo punto di vista- rispose lui piccato.
-La verità fa male, non è vero? In ogni caso, a me interessa
soltanto lui. Era sotto la mia custodia, non avrebbe rappresentato
un pericolo proprio per nessuno, e in più era libero.
-Non sapevamo che fosse sotto la tua custodia. E anche qui è
libero
-Immagino- lo interruppe sarcasticamente.
-
e ora è in affidamento ad un tutore.
-Un tutore
è così che ora chiamate i carcerieri??
-Te l'ho detto: non è in prigione. E a quanto ho potuto sentire,
è felice dove si trova ora.
-Come se a te importasse.La sua è un'esistenza unica, voi non
sapete come gestirla
La creatura aveva iniziato a camminare avanti ed indietro per la sala,
senza più guardare in volto l'imperatore.
-Se proprio vuoi saperlo ha già combinato un sacco di guai
da quando è arrivato!
-Vi sta bene!
-Non credere che mi faccia piacere tenere qui quel
-Allora ridatemelo!- esclamò lei furiosa, bloccandosi davanti
a lui.
Dopo un respiro profondo, quello rispose:
-Sono spiacente, ma la mia risposta è no.
Ora che lo avevano riempito di dispositivi di controllo, non le era
possibile portarlo via da lì, senza permesso.
-Potrei distruggervi tutti e riprendermelo con la forza- continuò
lei abbassando la voce ad un sibilo. Entrambi sapevano che non stava
bleffando.
-A che scopo? Lui non ne capirebbe il motivo e ti odierebbe.
Aveva ragione, ma la donna non riusciva a rassegnarsi.
-Tutto questo vi si ritorcerà contro. Non potete pretendere
di contenere sua forza con dei semplici dispositivi di controllo e
poi trattarlo come il più infimo degli esseri, senza aspettare
ritorsioni
.
-Noi non
-Fammi la cortesia di non trattarmi come uno di tutti quegli idioti
dei tuoi subordinati, vecchio. Lo so come trattate quelli come lui,
lo so fin troppo bene- lo interruppe.
Poi gli si avvicinò pericolosamente.
-Un giorno vi pentirete di ciò che state facendo
e comunque
non sperare che io lasci perdere questa faccenda.
L'imperatore rimase pensieroso per un attimo.
-Beh
dato il tuo interesse per lui, se giuri di non fare sciocchezze,
ti do il permesso di venire a trovarlo quando vu
-Non ho bisogno del tuo permesso, vecchio! -lo interruppe lei.
-Il legame che ho con lui è il lasciapassare per venir qui
a mio piacimento
ed inoltre, sappi che non ho intenzione di
fare alcun giuramento.
Velocemente come si era avvicinata, si allontanò da lui.
-Dove vai adesso?- proruppe l'Imperatore Celeste, immobilizzato sul
suo trono.
-Dove mi pare, vecchio. La tua vista inizia a darmi il voltastomaco
e mi hai stancato con le tue chiacchere inutili- rispose la creatura
avviandosi verso la porta.
-Ricordati che
-NO. Ricorda tu le mie parole. Qualunque cosa accada io sarò
qui più veloce della luce, e le conseguenze ricadranno su di
voi, qualunque esse siano. Sappi che non c'è vendetta più
terribile della mia, dovessero passare anche mille anni
.Tantopiù
che ho tutto il tempo del mondo dalla mia parte.
Così dicendo spalancò la porta della sala, incamminandosi
verso l'uscita del palazzo, senza badare minimamente allo scompiglio
che causava al suo passaggio.
-Scimmia, vedi di non entusiasmarti troppo*! Se ti ho portato in giardino
è solo perché mi stavi
rendendo il lavoro impossibile!
-Konzen, guarda!!- esclamò esultante il piccolo tirando la
veste dell'uomo al suo fianco, indicando una farfalla che si era posata
poco distante da loro.
-Tsk! Mocciosi
Poi, d'un tratto il bimbo si immobilizzò, facendosi attento.
Spalancò i suoi grandi dorati e rimase in ascolto. Qualcosa
di strano stava avvenendo in lui. Percepiva chiaramente una presenza
a lui familiare, un profumo
ma quella sensazione così
forte, così come era venuta, scomparve, lasciandolo confuso.
-E ora che ti prende? Non volevi andare a raccogliere i fiori?
Alla voce dell'uomo, il bambino si riscosse e, lanciando ancora qualche
occhiata perplessa alle spalle, gli si affiancò nuovamente,
afferrandogli l'orlo della veste.
Una creatura dal nome ormai dimenticato fissò le due figure
allontanarsi verso i giardini. Il suo arrivo nel mondo celeste aveva
creato non poco trambusto, ma lei non se ne dava pensiero. La sua
preoccupazione era tutta per il bambino, per il Seiten Taisei dagli
occhi dorati.
La sua prima intenzione era stata quella di andare a fare due chiacchere
con il famoso "tutore", giusto per mettere le cose in chiaro,
ma
nel momento stesso in cui li aveva trovati, s'era nascosta dietro
ad un albero ad osservare.
Per il momento poteva rimandare la sua entrata in scena.
Il piccolo, dopotutto, sembrava in buone mani:non v'era traccia di
disprezzo nell'atteggiamento dell'uomo dai lunghi capelli biondi.
-Tornerò presto
-mormorò.
Magari con un regalo per il suo bimbo.
E gli abitanti del mondo celeste, volenti o nolenti, avrebbero dovuto
abituarsi alle sue frequenti visite, si disse, prima di sparire in
uno scintillio argentato.
*mi piace troppo questa frase!!^____^