Sayuki

 

Capitolo3

…MI RITROVAI IN UNA LUCE SPLENDENTE

Una figura silenziosa camminava lungo i grandi viali alberati, accarezzata dai raggi dorati del sole. Si fermò per bearsi di quel calore, con meraviglia, sebbene ormai sapesse che nel Tenkai ogni cosa avveniva in maniera del tutto diversa rispetto al mondo terreno.
Era passato ormai qualche tempo dalla sua irruzione nel mondo celeste. Tempo che lei aveva trascorso in trepidante attesa di rivedere il bimbo dagli occhi dorati.
Dopo tanta solitudine, avvertiva per la prima volta una strana emozione scuoterle il petto, una particolare sensazione che le faceva fremere il cuore: doversi prendere cura di un altro essere vivente era un'esperienza nuova ed eccitante.
Era scesa nuovamente tra i mortali, aveva vagato per le loro strade, senza che loro potessero vederla, ma abbastanza vicina da avvertire la sua presenza.
Si era messa a studiare il loro comportamento incuriosita, spiando le madri con i loro bambini, pensando al più bel dono da portare al suo, su nel mondo celeste.
Si era lasciata trasportare dal vento nelle terre più lontane, era giunta negli abissi più remoti degli oceani, cercando qualcosa di veramente speciale.
Poi, una mattina, il nuovo sole le aveva portato consiglio: avrebbe riempito una grande cesta con i frutti più rari e gustosi nati dalla Terra.
Quello sarebbe stato il suo dono: il cibo con cui l'aveva nutrito quando era venuto al mondo.
E così aveva fatto la sua seconda comparsa nel mondo celeste, incurante degli sguardi e dei commenti che seguivano al suo passaggio.

Persa com'era nei propri pensieri non si accorse subito di una presenza nel giardino in cui stava passeggiando.
Alzò lo sguardo e scorse qualcuno comodamente sdraiato sul ramo di un albero. Questi le sorrise e le disse, mostrandole il bicchiere che teneva tra le mani:
-Non c'è niente di meglio che assaporare del buon sakè tra le dolci fragranze dei fiori di ciliegio, ma in sua compagnia sarebbe ancora più piacevole. Vuole favorire?
La creatura lo osservò per un attimo, sorpresa per quell'insolito invito.
-Mi dispiace, sarà per un'altra volta….sai dirmi dove posso trovare un certo Konzen Douji?
-L'ufficio di Konzen è l'ultimo sulla destra di quel corridoio- le rispose una voce gentile.
Chi aveva parlato era uno strano ragazzo con indosso un lungo camice bianco, che si trovava ai piedi dello stesso albero.
-Grazie- disse lei allontanandosi in una nuvola di luce.

I due, dal canto loro, si lanciarono uno sguardo d'intesa, tornando poi a fissarla.
-Deve essere lei, quella di cui parlano tanto.
-Già…chissà che cosa vorrà mai da Konzen?…Ah, a proposito:…Kenren, ti sembra questo il momento di startene qui beato a bere sakè? Non sai che c'è del lavoro da fare?
-Oh…gran generale Tenpou… è sempre il momento di bere del buon sakè…il lavoro può anche aspettare, no?-rispose quello sorridendo.
Qualcun altro, nel frattempo, aveva notato la nuova arrivata.
-Guarda, guarda, è tornata…sai Jiroushin…credo che la venuta di quel bimbo abbia scatenato una serie di eventi davvero interessanti…- commentò divertita Kanzeon Bosatsu, osservando dalla sua finestra tutta la scena.

I suoi passi risuonavano sulle assi di legno lucido dei corridoi, mentre occhi curiosi spiavano il suo passaggio attraverso ante socchiuse. Avvicinandosi all'ufficio che le avevano indicato come quello del cosiddetto "tutore", si accorse che il silenzio che vigeva nelle altre parti del palazzo, lì era sostituito da una serie di schiamazzi e grida poco decorose.
Bussò alla porta, ma a causa del rumore che proveniva dall'interno, nessuno la sentì.
Invece di bussare una seconda volta, si decise ad aprire la porta.
Il pavimento di quello che sembrava un ufficio era totalmente ricoperto da aeroplanini di carta, mentre uno di quelli dolcemente terminava il breve volo planando ai suoi piedi.
Per il resto la stanza appariva vuota.
All'improvviso una vocetta ruppe il silenzio.
-Fiuuuu…mi sono preso una paura..pensavo fosse già Konzen di ritorno!
La creatura si voltò appena in tempo per vedere una testolina ricoperta da lunghi capelli castani spuntare da sotto una scrivania.
Due enormi occhi dorati risaltavano su quel viso delicato.
L'espressione di sollievo del bimbo venne presto sostituita da un miscuglio di stupore e meraviglia alla vista di chi aveva appena varcato la soglia dell'ufficio di Konzen.
Una strana emozione lo pervase.
Quella donna bellissima gli era in qualche modo familiare e i suoi occhi luminosi sembravano attraversargli l'anima.
Dal canto suo la creatura stava studiando quella buffa figura che ora le si era avvicinata timidamente per osservarla da vicino.
Si fissarono occhi negli occhi in profondo silenzio.
-Si può sapere che cos'hai combinato questa volta, scimmia?!! -li interruppe una voce, mentre l'uomo dai lunghi capelli biondi faceva la sua entrata nella stanza.
Nell'udire quella frase il bimbo si nascose istintivamente dietro la veste della donna e solo in quel momento Konzen Douji realizzò la sua presenza nella stanza.
Per un buon minuto i due si studiarono a vicenda.
Konzen si chiese allibito chi mai potesse essere quella strana creatura e che cosa ci facesse nel suo ufficio.
Lentamente si portò dietro la scrivania e si sedette, senza distogliere gli occhi da lei.
Una lunga veste bianca le avvolgeva il corpo, lasciandole scoperte le spalle e parte della schiena, inoltre portava appese alla vita varie cinture che mettevano in risalto le sue forme perfette. Le braccia erano ricoperte da diversi bracciali e strani simboli, mentre i polsi erano legati tra loro con alcune catenelle che le passavano dietro la schiena.I calzari che indossava erano abbinati a parti di armatura posizionate nei punti vulnerabili del suo corpo. Infine lunghi capelli argentati legati con vari nastri colorati le incorniciavano un viso levigato su cui spiccavano due immensi occhi chiari, che in quel momento ricambiavano il suo sguardo inquisitore.
-Si può sapere chi sei?- le chiese.
Quella però non rispose, invece si voltò verso il bimbo e inginocchiandosi di fronte a lui domandò con voce limpida:
-E tu, mi riconosci?
Nell'udirla parlare, nel bambino si produsse un effetto straordinario.
Sgranò i suoi occhi dorati e per un momento sembrò sul punto di togliersi il diadema.
Poi però si riscosse e le saltò al collo esultante.
-Certo che mi ricordo!!! Che bello!!! Sei venuta!!!!!!
-Insomma, Goku, mi vuoi spiegare che sta succedendo? - chiese Konzen sempre più stupito.
-Goku? -chiese la donna.
-Sì, è questo il mio nome, sai. L'ho chiesto io a Konzen di darmene uno e lui mi ha chiamato così: Goku.
Per un attimo, il viso della donna sembrò oscurarsi, ma il visetto felice del bimbo e lo sguardo pulito dell'uomo la fecero sorridere e la stanza sembrò illuminarsi di nuovo.
-Goku, eh? Ben, allora ti chiamerò anche io così -disse, prendendolo in braccio e rialzandosi senza alcuna difficoltà.
Questo semplice gesto fece capire a Konzen di avere di fronte qualcuno di molto particolare, visto che riusciva tranquillamente a tenere in braccio Goku con tutto il peso delle sue catene.
-Chi sei tu?- le chiese ancora.
Lei finalmente tornò a fissarlo negli occhi e sorrise.
-Sono…sua madre- rispose.
-Sì, la mia mammina. Che bello!!!- esclamò Goku, mentre per la sorpresa, l'uomo rischiò di cadere dalla sedia.


-Allora è così che sono andate le cose….- disse pensosamente Konzen, dopo che la donna gli ebbe narrato i fatti accaduti, a partire dalla nascita di Goku-…possibile che io sia sempre l'ultimo a sapere ciò che accade qui?!- aggiunse sbuffando spazientito.
Il bimbo, soddisfatto, stava gustando i frutti che la donna gli aveva portato in dono, e lei non poteva fare altro che guardarlo, felice.
-Però, in tutta questa storia, un particolare mi sfugge ancora: chi o cosa sei tu?- le chiese ancora sospettoso.
-Questo non ha importanza- disse lei, prendendo in braccio Goku che nel frattempo le si era avvicinato.
-Ma un nome dovrai pur averlo! Come ti dovremmo chiamare noi? Senzanome?- ironizzò.
-Beh…che ne dice il mio Goku? Me lo vuoi trovare tu un nome?- gli domandò teneramente.
-Io? Un nome?
-Sì, come Konzen l'ha dato a te, così tu lo dai a me.Che ne pensi?
Il bimbo ci pensò un attimo per poi correre via esultante.
Poi, poco prima che lei se ne andasse…
-Ho deciso: ti chiamerò Yume- affermò timidamente.
-Yume?-chiesero in coro i due adulti fissandolo.
-Sì…beh…perché..-aggiunse lui arrossendo-…perché secondo me tu sei bella come un sogno…
La creatura allora, si chinò su di lui e lo baciò dolcemente su una guancia.
-E sia, se questo è ciò che hai deciso, d'ora in poi il mio nome sarà Yume.
Poi, mentre si allontanava da lui, Goku le afferrò un lembo della veste e fissandola speranzoso le chiese:
-Tornerai presto, vero?
-Più veloce della luce.
-Promesso?
-Promesso.
E lei manteneva sempre le sue promesse.


***

Tess: bene, bene, anche il terzo capitolo è terminato…e ho già in mente il quarto..^____^
Goijo: mmh…cos'è tutta questa allegria? o__o
Tess: ah…deve essere la splendida torta cinese al mandarino che ho mangiato a cena…! Da favola!! ^ç^
Goijo: Oh, mamma, non ce ne bastava uno che ragionava con lo stomaco, invece che con il cervello…*___*
Tess: Mi mancavano i vostri commenti…-_______________________________-''''