DOPPIO SCAMBIO

CAPITOLO 5

 

Una Mercedes grigio argento, parcheggiò davanti alla sede del ritiro della Nazionale Giovanile Giapponese. Un ragazzo dai corti capelli castano chiaro e grandi occhi nocciola, che illuminavano un sorriso dolce, scese dalla lussuosa automobile. Il giovane tirò fuori dalla tasca della giacca nera il cellulare, mentre con un piccolo telecomando, faceva scattare la serratura delle portiere dell'autovettura.
Entrò nell'edificio principale del grande complesso sportivo raggiungendo, dopo un lungo corridoio vetrato, il salotto della hall.
-"Heylà! Ragazzi!"- disse alzando la mano in gesto di saluto.
-"Julian!!! Che sorpresa!"- risposero in coro i ragazzi, girandosi in direzione della voce.
-"Come va?"- chiese poi il giovane avvicinandosi al gruppo di amici.
-"Tutto bene...Come puoi vedere ci stavamo rilassando un po'"- rispose Tom, indicando con la mano il tavolino invaso dalle carte da gioco.
-"Ehehe Vedo. Non pensavo che con gli allenamenti di Freddie riusciste ad avere ancora la forza di tenere le carte in mano ..."-
-"Ma guarda. Ci prende pure in giro..."- disse Philippe incrociando le braccia al petto.
-"Piuttosto...Hai saputo la novità?"- chiese Bruce, intervenendo nel discorso.
-"Mmmm...Quale?"-
-"Benji e Mark dividono la stessa stanza...Pensa! Sono passate ben 2 ore prima che venissero alle mani...Ed io purtroppo ho perso 200 Y...sigh...Avevo scommesso che si sarebbero picchiati nella prima mezz'ora..."- rispose Bruce con una faccia dispiaciuta.
-"Ah...Sì...Me l'ha detto...Freddie ha avuto una buona idea...O si uccidono o impareranno a sopportarsi...E chissà magari alla fine diventeranno amici."-
Il silenzio calò nella sala...poi una risata..."Se amici..."- dissero in coro i giocatori, continuando a ridere.
-"Cambiando discorso...Che forse è meglio...Come va la riabilitazione?"- chiese Holly, facendo cenno di sedersi sulla poltroncina libera proprio di fronte a lui.
-"Bhè...Va tutto bene, grazie. Adesso ho ripreso ad allenarmi...E forse per la partita contro il Cile...ci sarò anch'io!"-
-"Sì...Sempre che Amy-Candy Candy...Ti dia il permesso..."- disse una voce ironica alle sue spalle.
-"Credo che io sia libero di fare quello che voglio...no?"- rispose riconoscendo subito la voce.
-"Se...libero di fare quello che vuole lei..."-
-"Senti, Ben...Hai intenzione di andare avanti così tutta la sera??? Perchè come sono venuto così me ne vado..."-
-"E saresti capace di perderti una bellissima cena Price-Ross???"- rispose il portiere con il solito sorriso ironico dipinto sulle labbra.
-"Ohhhh...Guarda...Non so se riuscirei a vivere...Ma posso sempre provarci"- rispose Julian incrociando le braccia al petto.
-"Basta! Torniamo seri...Andiamo...Prima che cambi idea!"- disse Benji avviandosi all'uscita.
-"Ok...Però...guidi tu!"- rispose Julian lanciandogli le chiavi.

-"Hai intenzione di parlare...O continuamo a restare in silenzio?"- chiese Julian dopo una decina di minuti passati in assoluto mutismo all'interno dell'automobile.
-"Di che cosa vuoi parlare?"- gli rispose il moro ragazzo alla guida.
-"Bhè...E' da un po' che non ci vediamo...Avrai qualcosa da raccontare...no?"-
-"Tu lo sai il motivo di questa cena?"- chiese serio, staccando per un attimo lo sguardo dalla strada.
-"Lo immagino..."-
-"E non hai niente da dire?"-
-"E cosa c'è da dire? Sarà la solita cena...i soliti discorsi...ecc. ecc."-
-"E sei così tranquillo? Io so che scoppierò...E sai cugino? Dovrai impegnarti più dell'ultima volta per imperdire che me ne vada...O che mandi al diavolo qualcuno..."-
-"Ben...Calmati. Innervosirsi prima del tempo non serve...Magari vorranno dirci qualcosa d'altro...Magari la cena è stata organizzata per riunire la famiglia dopo tanto tempo..."-
-"Lian...Passi per gli zii...ma i miei genitori credi che vengano da Londra solo per il piacere di stare con me?"- rispose, con un filo di amarezza nella voce.
-"Tu sei troppo duro con i tuoi. Saranno anche un po' freddi...Ma ti vogliono bene."-
-"Un po'??? Freddi?"- mormorò Benji senza aggiungere altro, preferendo rinchiudersi nel silenzio.
Julian non si sentì di sforzare il discorso, capendo l'amarezza del cugino. In fondo Benji era cresciuto praticamente da solo...a differenza di lui. Anche se i suoi genitori erano spesso in viaggio...erano sempre stati presenti nella sua vita non facendogli mai mancare l'affetto e il calore di una famiglia unita.

Mark, uscì dalla doccia. Chiuse gli occhi e assaporò le dolci note del silenzio. Raggiunse il letto e si buttò supino. Non si ricordava dell'ultima volta che era stato così stanco. Quando il sonno si impadronì di lui, qualcuno bussò alla porta. Mark ascoltò quel rumore ritmico...sperando che smettesse...ma invece si faceva sempre più insistente e terribilmente fastidioso.
Con un colpo di reni si alzò, trascinandosi verso la porta per vedere...O meglio per mandare al diavolo lo scocciatore che aveva osato svegliarlo.
-"Heylà...Mark! Questa sera festa!!! Rinnoviamo lo spirito festaiolo del Toho!!!"- Era Ed, allegro e raggiante con in mano due belle bottiglie di Martini bianco, seguito da Danny carico di cibarie e di un vecchio stereo.
-"Ragazzi...Vi prego sono a pezzi"- biascicò Mark...Ma ormai i due ospiti si erano già impadroniti della stanza.
-"Su, su...Bello mio...Domani è vacanza...Non ti ricordi?"- disse Ed circondando con un braccio le spalle di Mark.
-"Sì...Il sig. Marshall è stato convocato d'urgenza in federazione...E così...Domani non ci sono gli allenamenti..."- spiegò Danny, visto l'aria interrogativa del suo capitano.
-"Uauuuu...Allora...Brindiamo!!! "- disse Mark riprendendo miracolosamente le forze e strappando una bottiglia di Martini dalle mani di Ed.
-"Ben detto Mark!"- rispose il portiere scolandosi un lungo sorso di Martini...mentre Danny in versione dJ si occupava del sottofondo musicale.

-"Eccoci arrivati"- disse Benji mentre imboccava il vialetto d'ingresso di una grande villa in stile occidentale molto simile alla sua di Fujisawa.
Parcheggiò accanto a una bmw nera, targata GB. Sentì un senso di ansia prendere il posto della sua solita freddezza. -"Vedrai...Andrà tutto bene."- disse Julian notando l'espressione scura sul volto del cugino.
Alla porta gli accolse il maggiordomo, che dopo i doverosi saluti e convenevoli vari, fece strada ai due giovani. Entrarono nel grande salone, sfarzoso e opulento come si addiceva a una famiglia ricca e importante come quella dei Ross.
Ed eccoli lì...Davanti a loro, i quattro componenti del loro personale plotone di esecuzione. I due signori, in impeccabile vestito scuro, discutevano probabilmente di affari accanto al grande camino di marmo grigio, sorseggiando di tanto in tanto del brandy accompagnato da quelche boccata di sigaro toscano.
Le due signore, rigorosamente in abito lungo e firmato da una griffe italiana, invece chiacchieravano sedute sul divano di pelle nera.
-"Julian, tesoro...Siete arrivati finalmente."- disse la signora Ross, accorgendosi della presenza dei due ragazzi.
-"Ciao mamma...papà"- rispose Julian con un dolce sorriso.
-"Benjamin, non saluti i tuoi genitori?"- disse l'altra donna avvicinandosi al giovane portiere, rimasto in silenzio.
-"Buonasera, madre...padre."- rispose con aria gelida, provocando una smorfia di irritazione nella donna.
Julian e sua madre si lanciarono uno sguardo d'intesa...Dovevano fare qualcosa prima che la situazione precipitasse, dopo neanche 5 minuti.
-"...Benjamin...Ma come sei cresciuto. In Germania ti trattano bene...vedo"- disse la donna constatando la muscolatura delle braccia del nipote.
-"Bhè zia...In Germania...Si mangia molto bene"- rispose con un sorriso sincero.
-"A proposito, di mangiare...?"- disse Julian posando lo sguardo sulla tavola imbandita che si intravedeva dal salone.
-"Eheh...Julian, mi fa piacere sentire che hai fame...vuol dire che stai bene."- disse il sign. Ross dando un'affettuosa pacca alla schiena del figlio, mentre con l'altra mano faceva cenno, agli altri, di accomodarsi nella sala da pranzo.

CONTINUA....

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