Maximilian

Aprì lentamente gli occhi. Nell'intensa luminosità della stanza riconobbe le figure dei suoi genitori. La madre piangeva stretta al petto del marito mentre quest'ultimo aveva uno sguardo fisso...assente.
Un brivido di terrore gli percorse la schiena. Sgranò gli occhi -"No..."- Gocce di sudore freddo gli scivolarono dalle tempie lungo il viso cadendo sul lenzuolo bianco.
Tutto sembrava girargli intorno e i rumori ovattati. Davanti agli occhi gli passavano veloci alcune immagini…un cielo azzurro, le montagne in lontananza…Poi… -"No...No...Mio Dio ti prego..."- mormorò stringendo nei pugni il lenzuolo.
La morbida mano di Nike sulla sua lo fece tornare alla realtà. Si voltò.
I suoi occhi, il tremolio della sua mano, il respiro affannato dal pianto...Allora...
-"E'...E'..."- mormorò mentre alcune lacrime cominciarono a rigargli il viso.
Nike non rispose. Si gettò tra le sue braccia e pianse.

Una macchina sportiva nera, sfrecciava sull'autostrada quasi deserta.
Il ragazzo al volante lanciò un'occhiata al compagno di viaggio seduto accanto a lui. Aveva il gomito appoggiato al finestrino aperto e il vento gli scompigliava i corti capelli neri. Fissava davanti a sè con uno sguardo perso in chissà quali pensieri.
Mark emise un impercettibile sospiro. Non era più lui. Questo lo avevano notato un po' tutti; certo aveva ancora certi atteggiamenti in tipico stile Price, soprattutto con Ed...Ma sembrava essersi spento qualcosa in lui. Quella sicurezza incrollabile, quella fiducia nella vita che da sempre gli era appartenuta...ora sembravano scomparse.
-Io che mi preoccupo per lui?- pensò mentre un sorriso si aprì sul viso serio dell'attaccante. Chi l'avrebbe detto…E pensare che fino a poco tempo fa ci picchiavamo di santa ragione...
-Oh Nike...Come mi hai ridotto! Da tigre, mi sto trasformando in un innocuo gattino.-

-"Hey ragazzina guarda dove vai..."- le urlai dopo avermi fatto cadere. Lei alzò il viso puntandomi quei suoi meravigliosi occhi neri e fieri nei miei.
-"Mi dispiace ma stavo facendo tardi a lezione, Landers"- mi disse sfoderando un sorriso dolcissimo che mi colpì subito.
-"Ma...Ma mi conosci?"- le chiesi sorpreso.
-"Ehmm...Diciamo che una persona mi ha raccontato qualcosa di te..."- mi rispose mentre si chinava per raccogliere i libri caduti a terra dopo lo scontro.
-"E chi? Lo conosco?"- chiesi sempre più incuriosito.
-"Mio fratello...E sì lo conosci…"- rispose un po' riluttante guardandomi di nuovo in viso.
Il suo sguardo...Il colore dei suoi lunghi capelli, quegli occhi scuri e profondi...No...Non sarà...Poi l'occhio mi cadde sul nome scritto sul quaderno che teneva in mano....

E' passato un anno da quel giorno. E' incredibile! Tra tutte le ragazze sulla terra dovevo proprio innamorarmi della sorella di Price?

L'aereo atterrò in perfetto orario. Nike recuperò con qualche difficoltà la valigia; si diresse poi verso l'uscita dove sicuramente la stavano aspettando. Si guardò attorno…Nessuno.
-"Uffa gli uomini! E poi siamo noi le ritardatarie…."- mormorò incrociando nervosamente le braccia al petto. Poi due mani sul suo viso...E poi attorno alla sua vita per stringerla forte.
-"Mark..."- il suo cuore sussultò riconoscendo immediatamente quelle mani che la strigevano.
-"Hey, hey giù le mani Landers! Non sei un polipo!" -
Al ruggire della voce sarcastica di Benji, Mark mollò la presa non senza prima lanciargli uno sguardo infuocato...Che però non sortì nessun effetto sul portiere.
-"Uffa, Benny! Finiscila di fare il fratello geloso!"- replicò scocciata Nike.

Il pomeriggio trascorse velocemente; Nike si divertì molto soprattutto nell'ascoltare le continue frecciatine che quei due si scambiavano. Quando litigavano sembravano due galli...ma in fondo, pensò, quei due sono amici...anche se si farebbero marchiare a fuoco piuttosto che ammetterlo.
Si appoggiò alla ringhiera fissando un punto lontano, lasciando che i due litigassero indistubati.

-"Ehy! Voi due! Che cosa avete da urlare…!"-
-"Dillo a Benny…E' lui che sta faccendo una sceneggiata"-
-"Io? Cosa??? Senti Max…Sai con chi esce Nike?"-
-"Con Landers"-
-"Ma…Lo sapevi? E' mai possibile che sia sempre l'ultimo???"-
-"…Bhè eri in Germania…Cosa ti dicevo? Sai Nike ha il ragazzo…E' un tuo compagno di Nazionale…Mark Landers…In mezz'ora saresti arrivato qui incominciando il tuo solito monologo su come quel tipo ti fa mandare in bestia…"-
-"Ok lasciamo perdere…Comunque tu sei troppo piccola per uscire con un ragazzo…"-
-"Cosa? Ma se abbiamo la stessa età! E poi ti ho mai detto qualcosa sui tuoi "appuntamenti"???"-
-"Non cercare di cambiare discorso…Bella mia stiamo parlando di te. Tu non lo conosci quel tipo! E'…"-
-"E' dolce, simpatico e affettuoso"-
-"Ma stiamo parlando dello stesso Mark?"-
-"Bastaaa!!! Mi avete stancato! Ben fattene una ragione! Zisin non lo stuzzicare...E comunque se volete continuare la vostra stupida discussione continuatela in giardino! Devo studiare! Quindi SPARITE!!!! ARIAAA!!! V I A !!! Ad almeno 10 m da ME!!!"-

Sorrise, ripensando a quel pomeriggio, ormai lontano.
-"Pechè stai ridendo?"- chiese Mark in una rara interruzione della discussione con Price.
-"Bhè...Perchè..."- si interruppe continuando a ridere.
-"...Perchè?"- incalzò Benji.
-"Perchè quando litigate sembrate due galli starnazzanti. Urlate agitando le braccia minacciosi..."-
I due si lanciarono un'occhiata. -"Ma sentila...E' proprio tua sorella"- disse Mark scuotendo sconsolato la testa, mentre Benji si limitò ad asserire con un sorriso.
Dopo alcuni secondi di silenzio Mark si avvicinò a Benji.
-"Senti...Ma non sei un po' stanco? Sai abbiamo camminato molto e tu ti sei appena ristabilito...Non vorrei che sforzassi la gamba..."-
-"Cos'è Landers mi stai gentilmente chiedendo di lasciarvi soli?"-
-"Adesso te lo sto chiedendo gentilmente...Se poi non te ne vai non userò più queste buone maniere..."-
-"Guarda che non avevo nessuna intenzione di stare qui a fare il terzo incomodo! Ma tu tieni le tue mani adese e contigue al tuo corpo...se non vuoi avere più di un incontro ravvicinato con il mio pugno..."-
Mark sorrise sarcastico incrociando le braccia al petto -"Cosa credi? Io sono un gentiluomo...E poi le tue minacce dovrebbero farmi paura?"- poi con aria seria guardò Benji -"Stai tranquillo...Ma levati dalle palle"-
Benji lo squadrò ancora una volta prima di avvicinarsi alla sorella che appoggiata alla ringhiera era di nuovo immersa nei suoi pensieri.
-"Io torno in albergo, come ti avevo promesso...Ma se lui non si dovesse comporatare bene...Ricordati un colpo basso ben assestato e..."-
-"Ma sì...lo so"- rispose sbuffando.
Benji salutò i due ragazzi; Mark lo guardò allontanarsi e quando sparì dalla sua visuale, si avvicinò a Nike abbracciandola da dietro. A quel contatto lei si girò rimanendo sempre nella dolce gabbia del suo abbraccio.
-"Mi sei mancata..."- mormorò prima di appoggiare le labbra sulle sue e abbandonarsi in quel bacio.
Bi Bip Bi Bip...L'arrivo di un messaggio sul telefonino guastò quell'atmosfera.
Mark, scocciato tirò fuori dalla tasca dei jeans il cellulare.
Un messaggio. "Mani adese e contigue al tuo corpo..."
-"Ma cos'ha un radar? Una sfera di cristallo? O semplicemente una dote innata nel rompermi le palle?"- ringhiò l'attacante guardando con odio il malefico cellulare.

Si tolse la felpa, lanciando il capellino sul tavolo accanto alla finestra. A peso morto si lasciò cadere sul letto, portandosi un braccio sul viso.
Una lacrima gli solcò la guancia. Probabilmente nemmeno si accorse di quel segno di debolezza...insolito per il suo carattere.
Il cielo azzurro, le montagne in lontananza...Voltò la testa di scatto come per scacciare quel ricordo che lo stava tormentando da mesi.
A salvarlo dai suoi ricordi lo squillo del cellulare.
Rimase ad ascoltarlo indeciso se rispondere o meno. Poi con un colpo di reni si alzò raggiunse il cellulare posto sopra il tavolo. Sul display lampeggiava un nome...Juliet.

Le strette vie del centro storico erano molto affollate, Nike e Mark a fatica raggiungensero la piazza principale dove si teneva un piccolo mercatino; delle lanterne di carta illuminavano, con una luce fioca ma calda, le numerose bancarelle creando un'atmosfera intima e serena. I due ragazzi parlarono molto...di tutto quello che era successo durante il periodo di separazione. Lei degli studi a Londra...lui dei duri allenamenti in vista delle partite di qualificazione ai prossimi Mondiali di Francia. Sempre mano nella mano...senza mai lasciarsi un attimo.
Verso le 11 rientrarono in albergo. Si fermarono nella hall dove Tom, Bruce, Philippe, Julian, Holly e Patty chiaccheravano sorseggiando del thè freddo o gustandosi del gelato.
Non appena scorsero i due ragazzi il gruppetto di campioni li salutarono.
-"Ciao ragazzi come state?"- chiese Nike avvicinandosi a loro.
-"Bene grazie. E tu?"- rispose cortese Tom.
-"Meno male che sei arrivata! Mark era in fermento in questi gorni...Era tutto un -"Nike ariva fra due giorni" "Finalmente la rivedrò..."- si intromise Bruce con il tono più sarcastico che gli riusciva.
-"Piantala Kojiak!"- ringhiò il numero nove della Nazionale fulminandolo con lo sguardo.
Nike sorrise vedendo l'aria vagamente imbarazzata del suo ragazzo, mentre gli altri non riuscirono a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
-"E Benji? E' in camera sua?"- chiese poi a Patty seduta accanto a lei.
-"No. E' uscito da poco, credo sia in giardino"-
Nike, lasciò l'allegra compagnia a chiacchierare, o meglio a testare la resistenza di Mark, con battute allusive e frecciatine..."Pazzi..." pensò conoscendo il livello minimo di resistenza del suo ragazzo.
Dopo alcuni minuti, la ragazza trovò il fratello sdraiato sotto un albero a fissare le stelle che risplendevano nel cielo terso e scuro.
-"Allora? Come si è comportato quello?"- chiese Benji con aria severa accorgendosi della presenza della sorella seduta accando a lui.
-"Mi ha portato in un boschetto isolato, e lì mi ha mostrato un paio di manette e un libro indiano illustrato. Molto istruttivo..."-
Benji aggrottò un sopracciglio, poi lei continuò -"Come vuoi che si sia comportato? Da perfetto gentiluomo come sempre...Anzi guarda mi ha regalato anche questo ciondolo..."- gli disse porgendogli la collana alla quale era appeso un piccolo orsetto che teneva fra le mani un cuore.
-"Mmmmhmmm..."- un verso indecifrabile fu la risposta del ragazzo.
Passarono alcuni minuti di silenzio...anche se erano vicini fisicamente i due erano estremamente lontani nella realtà.
-"Sei cambiato..."- Quella domanda arrivò all'improvviso. Benji rimase zitto, mentre sul suo viso si formò una strana espressione.
-"Bhè...Le persone cambiano..."- disse poi con tono incolore.
-"...Sì, ma tu non sei più tu. Anche Mark se ne è accorto..."-
-"Ah bhè...Allora se lo dice Mark..."-
-"Smettila di nasconderti dietro a questo atteggiamento arrogante! Non fare finta che niente ti colpisca e che tutto ti scivoli via, quando dentro stai soffrendo!"- Lo fissava dritto negli occhi, con un misto di tristezza e rabbia.
Benji abbassò lo sguardo sospirando tristemente.
-"E' stata colpa mia"-
-"Ma non è vero, è stato un inc..."-
-"No! Non è stato un incidente!"- la interruppe alzandosi e dirigendosi con ampie falcate verso l'albergo.
"Benjamin..."- mormorò, guardando la figura del fratello sparire nell'oscurità, prima di abbassare il viso e dare libero sfogo alle lacrime.
Mark aveva assistito a tutta la scena. Stava cercando Nike quando la vide discutere animatamente col fratello; decise di non intromettersi ma non riuscì a fare a meno di ascoltare tutta la conversazione nascosto dietro un albero. Uscì dal suo nascondiglio e si accucciò di fronte a lei ancora con il viso fra le mani. Le prese il mento con due dita e lo sollevò. I suoi occhi erano rossi e gonfi dal pianto e profondamente tristi. Istintivamente la abbracciò e lei si perse in quel petto ampio e muscoloso. Pianse, pianse fino all'ultima lacrima; da troppo tempo tratteneva dentro di sè quel dolore. Ma ora Mark era lì...Ora non era più sola.

Si svegliò. Si girò verso Mark ancora beatamente addormentato accanto a lei. Era bellissimo quando dormiva. I capelli un po' arruffati lo rendevano tremendamente sexi...Lo baciò dolcemente sulle labbra facendolo svegliare.
-"Buon giorno Amore"- gli disse con un sorriso dolcissimo.
Mark le sorrise a sua volta; si avvicinò al suo viso; con una mano le spostò una ciocca dei lunghi capelli neri dietro l'orecchio, poi accostò le sue labbra a quelle di lei unendosi in un appassionato bacio...che però durò poco visto che da lì a mezz'ora sarebbero iniziati gli allenamenti.
Era ormai metà mattina e i ragazzi si stavano allenando dando il loro meglio in vista della prossima partita; Nike li osservava seduta sull'erba poco distante dal campo. Aveva notato un grande miglioramento in tutti, perfino in Bruce...E la cosa non la fece che sorridere ripensando a che scarpone era appena una decina di anni prima, quando da capitano della Newppy perdeva per 30 a 0...Se andava bene.
-"Da quanto tempo non assistiamo agli allenamenti insieme?"-
Nike sobbalzò non accorgendiosi della figura che silenziosamente le si era avvicinata e si era seduta accanto a lei.
-"Oh...Patty mi hai fatto prendere un colpo!!! Non farlo mai più, ti prego"-
-"Eh eh, scusami non volevo spaventarti...Cosa fissavi con tanto interesse? Per caso un certo affascinante giocatore???"- chiese maliziosa.
-"...Ehm...Non direi...Visto che stavo fissando Bruce...Ho notato un grande miglioramento in lui."-
-"Eh già chi l'avrebbe mai immaginato..."- rispose Patty sospirando.
-"Come vanno le cose tra te e il ciuffettone?"- chiese poi Nike cambando discorso.
-"Uffa ma la vuoi smettere di chiamarlo così???"-
-"Hi hi hi, va bene come va con Oliver? Così va meglio?"-
Patty le lanciò un'cchiataccia poi rispose -"Va tutto benissimo ormai stiamo insieme da tre anni."-
-"Mi fa piacere...Allora...presto convolerete a giuste nozze?"-
Patty arrosì di colpo -"Bhè...Ne abbiamo parlato e forse fra un anno..."- si fermò riacquistando un colore più normale per poi continuare -"...E tu piuttosto come vanno le cose col tigrotto..."-
-"E' la cosa più bella che mi sia capitata..."- rispose semplicemente posando lo sguardo sul ragazzo fermo a metà campo.
Ci furono alcuni minuti di silenzio; entrambe impegnate ad osservare i rispettivi ragazzi che continuavano la loro partita di allenamento.
-"Hey, che ne diresti di andare a fare spese in centro? Dobbiamo comprarci il vestito per la festa che la Federazione organizzerà..."- esordì Patty alzandosi di scatto.
-"Ma non ti sembra che sia un po' presto??? E se poi non si qualificano?"-
-"Coooosaaa? Dubiti della Nazionale Giapponese??? Dubiti che il MIO Holly non riesca a trascinare alla vittoria la gloriosa squadra giapponese??? Nike mi deludi profondamente..."- disse Patty mettendo le mani sui fianchi e assumendo una finta espressione arrabbiata.
-"Ohhhh non sia mai...E poi con Bruce e il suo "face stop" la vittoria è assicurata! - rispose Nike alzando le mani in segno di resa.
-"Bene allora andiamo. Se vincono faremo un figurone con i nostri bei vestiti alla festa...se perdono...Bhè consoleremo i nostri amati...togliendoceli..."- rispose facendo un occhiolino malizioso Patty.
-"Ma Patty...Bhè...direi che il tuo ragionamento fila...Quasi, quasi spero che non vincano...Comunque...Andiamo!!!"- rispose Nike tenendo gioco all'amica.

Gli allenamenti finirono stranamente in anticipo. I ragazzi decisero di andare a mangiare una pizza tutti insieme dopo una doccia rinvigorente. Solo Benji, Mark e Holly non si unirono al gruppo rimanendo ancora per qualche minuto negli spogliatoi.
-"Hey, Benji! Io, Mark, Patty e Nike andiamo a mangiare qualcosa per conto nostro...Ti vuoi unire?"- chiese Holly interrompendo il silenzio.
-"No grazie"- rispose secco Benji mentre chiudeva l'armadietto.
-"Cos'hai? Ti senti in imbarazzo perchè saresti l'unico ad non essere in dolce compagnia?"- disse Mark con il solito tono sarcastico.
Benji si limitò a fulminarlo con lo sguardo, prima di prendere il casco ed uscire salutando solo con un gesto della mano.
Holly rimase a fissare la porta dalla quale era appena uscito il portiere; alzò poi le spalle rinunciando a capire il comportamento del compagno di squadra -"Bhè...Mark Andiamo!"-.

Benji guardava nervosamente l'orologio. -"Arrivo con il treno delle 19..."- Mancava un quarto d'ora ma le vie erano intasate e da più di 10 minuti era fermo nel medesimo punto. Per fortuna il traffico si mosse seppur lentamente, riuscendo ad arrivare alla stazione con un leggero anticipo.
-"Binario 7..."- Con lunghe falcate raggiunse il binario di arrivo. Il treno, era arrivato da poco e i passeggeri cominciavano a scendere invadendo la banchina. Benji scrutava attentamente tra la folla, facendosi largo a fatica tra la ressa delle persone che si dirigevano freneticamente verso l'uscita...ad un certo punto la vide. Bellissima come come sempre. I lunghi capelli biondi erano legati con un piccolo nastro rosso, ma alcuni boccoli le scivolavano ai lati del viso e incorniciavano quei suoi meravigliosi occhi verdi.
Anche Juliet lo vide. Lì a pochi passi da lei e la stava guardando con quei suoi magnetici e profondi occhi neri.
Si avvicinarono lentamente come per potersi osservare attentamente e imprimere bene quella visione che avevano dinnanzi. Uno di fronte all'altra...i loro cuori battevano forte. -"Ciao Ben..."- disse con un filo di voce che tradiva tutta l'emozione. Benji le sorrise prima di stringerla in un forte abbraccio.

-"Allora andiamo in quel ristorantino lungo il fiume?"- chiese Patty prendendo a braccetto il suo adorato Holly.
-"Per noi va bene!"- rispose Nike imitando il gesto dell'amica.
Era la prima volta che loro quattro uscivano insieme. Più stupiti di tutti erano le ragazze. Mark e Holly che conversavano da buoni amici? Poi pensarono che dopo aver visto andare d'accordo Landers e Price, non le stupiva più niente e nessuno.
La cena si svolse in allegria tra le chiacchiere...O meglio tra i pettegolezzi delle due ragazze e gli schemi di gioco dei due campioni.
Dopo cena le due coppie si separarono Holly e Patty tornarono in albergo, mentre Nike e Mark continuarono la loro passeggiata romantica lungo il fiume.
-"Fra poco ci sarà l'ultima partita..."- disse Nike sedendosi su una panchina.
-"Sì. Se la vinciamo andiamo a disputare i Mondiali a Parigi"-
-"Come SE vincete? Non mi dire che hai paura di perdere?"-
-"Chi io? Ma fammi il piacere..."-
-"Ahhhh...Ecco il Mark che conosco..."- si alzò avvicinandosi a lui rimasto in piedi; portò le braccia intorno al suo collo e poi a pochi centimetri dal suo viso continuò -"...E che amo tanto."- posò le labbra sulla sua bocca mentre lui la tirò forte a sè.

-"Come sei silenzioso..."-
-"Bhè...Lo sai che non sono un grande oratore..."-
-"Sì, lo so...Ma non ci vediamo da tre mesi...E credevo che ci fossero degli argomenti..."-
Benji non rispose prefendo stringerla a sè.
-"Sai, Ben...Io...Ecco ti dovrei dire una cosa...Importante..."-
-"Dimmi ti ascolto..."-
-"Bhè...Ecco...Io..."- Juliet abbassò lo sguardo cercando di trovare le parole giuste.
-"Cos'hai? Perchè tentenni tanto?"-
-"No...E' che è una cosa piuttosto importante...Ma..."-
-"Ma???"-
-"...Ecco io volevo sapere se riuscirete a vincere i Mondiali..."-
Benji la guardò stupita...Ci voleva tanto a dire una cosa del genere?
-"...Bhè noi ce la metteremo tutta...Però credo che abbiamo buone possibilità..."-
-"Ne sono felice..."-
C'era qualcosa che non andava...Lo aveva capito subito...lo sguardo era agitato, come se qualcosa la tormentasse.
-"Perchè mi guardi?"- chiese sentendosi osservata.
Benji le sorrise dolcemente -"Sei bellissima sotto i raggi della luna..."-
Lei arrossì -"Ma come sei romantico stasera..."- ma non riuscì a terminare la frase...interrotta dal bacio del ragazzo.

-"Hey...Ma quello non è Benji?"- disse Nike indicando con la mano.
-"Uhh? Dove?"-
-"Lì guarda... E quella non è Juliet?"-
-"Juliet? Juliet Scheider?"-
-"E' lei...Non sapevo che la stagione sinfonica fosse già finita..."-
-"Bene, bene...Andiamo a salutarli..."- disse il ragazzo pregustando una piccola vendetta...
-"Ma Mark...Non vorrai disturbarli?"-
-"Ohhhh sì che voglio...Pensa a tute le volte che ci ha interrotto lui..."-
Landers trascinò letteralmente Nike in direzione dei due ragazzi che immersi ancora in quel bacio non si accorsero dell'avvicinarsi dei due.
-"Heilà...Price! Ecco perchè hai disdegnato i nostri inviti..."- disse Landers dando una poderosa pacca sulla schiena di Price.
Benji si staccò da Juliet ormai color peperone-gamberetto, girandosi con sguardo omicida verso Mark, che nel frattempo se la rideva di gusto.
-"Landers...Vaff.! Ringrazia solo che ci sia Nike! Sennò ti avrei già steso!"- Quelle parole nonchè l'espressione di Price non fece che aumentare il buon umore di Landers.
-"Juliet...Come stai?"- chiese Nike allontanandosi con l'amica per lasciare i due testoni litigare in pace.
-"Bene, grazie...Anche tu vedo..."- disse indicando con un cenno della testa il numero 9 del Giappone.
Nike arrrossì...-"Ehm sì...Direi proprio di sì..."-
-"Tu piuttosto...Ma non vi eravate lasciati?"-
-"Non è proprio così...vedi..."- si sedette su una panchina -"In effetti dopo l'incidente eravamo in crisi. Benjamin non era più lui. Si chiuse ancora di più in sè stesso...e la mia presenza divenne per lui pressochè indifferente. Così gli proposi di non vederci per un po'...Ma poi ho scoperto..."- si fermò un attimo "...Di essere ancora innamorata di lui..."-
-"Capisco...Sai anche lui non ha mai smesso di amarti in tutto questo tempo."- le rispose con un sorriso sincero.
-"Senti Nike...Io..."-.
-"Nike, torniamo in albergo? Domani gli allenamenti cominciano prima...E soprattutto non so quanto ancora riuscirò a resistere dal picchiare il tuo adorato fratello..."-. Interruppe Mark.
La ragazza annuì poi si rivolse all'amica: -"Senti parliamo dopo...Immagino alloggerai nel nostro stesso albergo..."- detto questo si aggrappò al braccio del cannoniere e si allontanò.
-"Bhè torniamo anche noi?"- chiese Benji porgendo alla ragazza il casco.

Scostò la leggera tenda bianca della stanza. Fissò lo sguardo su un punto indefinito dell'orizzonte mentre una leggera brezza le muoveva i lunghi capelli biondi lasciati sciolti.
Qualcuno bussò discretamente alla sua porta distogliandola dai suoi pensieri. -"Juliet posso entrare? Sono Nike!"-
Juliet si asciugò le piccole lacrime che le rigavano il viso, riacquistando l'aria più serena e spensierata che le riusciva. -"Entra pure..."- rispose.
-"Emmh...Allora?"- chiese maliziosa la ragazza bruna sedendosi sul letto.
-"...Allora cosa?"-
-"Dai che hai capito...Torni all'improvviso, interrompendo la stagione sinfonica...Ci sarà un motivo..."-
-"Bhè...Come ti ho già detto prima...L'altra sera l'ho chiamato e gli ho detto che volevo parlargli...che era urgente. Non sono venuta qui espressivamente per ritornare insieme...Però quando l'ho visto...Bhè il mio cuore ha cominciato a ragionare per conto suo...E poi non appena lui mi ha stretto tra le sue braccia ho capito che anche lui provava i miei stessi sentimenti..."-

Entrò in camera, senza neanche accendere la luce si buttò sul letto. Voleva solo dormire e dimenticare per almeno qualche ora i ricordi che lo tormentavano. Ma niente. Gli occhi erano spalancati nell'oscurità a fissare l'unico raggio di luce che proveniva dall'esterno, probabilmente dovuto ad un lampione del piccolo parco dell'albergo.
I pensieri correvano veloci...ma tutti terminavano sul viso di Juliet.
Dio quanto era felice di averla di nuovo vicino...Erano passati quasi due anni dalla prima volta che l'aveva vista scendere la scalinata di casa Scheider, a braccetto con Karl-Heinz, avvolta in un vestito nero che faceva risaltare la perfezione del suo corpo...i capelli le accarrezzavano la schiena nuda...e poi quei occhi verdi così intensi...in cui si perse dal primo istante.
Socchiuse gli occhi inspirando profondamente. Allungò il braccio raggiungendo il comodino. Tastando nel buio prese una piccola scatola rivestita di velluto rosso.
Giocherellò un po', girandola e rigirandola tra le dita. Si mise poi seduto, facendo scattare l'apertura di quella piccola scatola.
Fissò l'anello. Lo aveva comprato lo stesso giorno in cui lei aveva deciso di lasciarlo...O meglio di prendere un po' di tempo per riflettere sulla loro relazione, che da qualche tempo sembrava non funzionare.
-"Ben, sei cambiato..."- Ormai era quasi diventata un'abitudine sentirselo dire.
Sospirò. Sì era cambiato e anche lui si rendeva conto...Ma non riusciva a fare finta di niente e tornare a condurre la stessa vita di prima...Come poteva?
-Basta!- Chiuse di scatto la scatola lasciandosi cadere nuovamente sul letto.
Ora lei era lì...E di certo non avrebbe commesso gli errori del passato.
Chiuse gli occhi riuscendo finalmente ad abbandonarsi in un sonno profondo.

-"Quando lo dirai a mio fratello?"- quella domanda arrivò all'improvviso.
Juliet si girò di scatto, staccando lo sguardo dall'esterno. -"Come scusa?"-
Nike si alzò dal letto avvicinandosi all'amica; la superò appaggiandosi alla finestra; spostò una ciocca dei lunghi capelli neri dietro l'orecchio poi mise i suoi occhi neri in quelli verdi dell'amica. -"Quando gli dirai del bambino?"-
Juliet, si portò istintivamente le braccia al ventre abbassando lo sguardo.
-"E' così evidente?" -
-"No...Ma avevo intuito qualcosa..."-
Juliet sorrise. Dopottutto era felice di poter condividere quel dolce segreto con qualcuno.
-"Non dirgli niente per il momento...Pensavo di dirglielo dopo la partita con la Thailandia..."-
Nike annuì -"Quando nascerà?"-
-"Ad agosto..."-
-Bene, bene...Sarò zia...Zia Nike...Non suona male...Ehy? Ma...Ma perchè hai quella faccia?"-
-"Bhè...Perchè non so come regirà..."-
Nike le si avvicinò prendendole le mani. -"Stai tranquilla. Sono sicura che impazzirà dalla gioia"- Poi guardò l'orlogio -"E' tardi...Andrò a dormire e anche tu avrai bisogno di riposare..."-
-"Mi raccomando non dire niente a nessuno...Neanche a Mark..."-
-"Stai tranquilla. Buonanotte!"- rispose faccendo un occhialino complice.

18 marzo. Finalmente era giunto il giorno della partita decisiva per la qualificazione ai prossimi mondiali di Francia.
Marshall fece riunire i ragazzi per discutere la tattica di gioco da usare nella partita contro la Nazionale Thalandese. I giocatori sedevano intorno ad un grande tavolo ovale di legno chiaro e ognuno di loro aveva una buona visuale dello schermo in cui scorrevano le immagini delle ultime partite dei loro prossimi avversari. L'allenatore del Giappone spiegava attentamente i punti deboli della squadra thailandese, soffermandosi con cura sulle schede tecniche e sulle caratteristiche dei diversi giocatori.
Mark era al limite della sopportazione. Se era una cosa che odiava erano proprio queste lezioni di tattica! No, non le poteva proprio soffrire. "Tattica? Phuà...Un bel passaggio e poi ci penso io...Altro che mille schemi...fanno solo perdere tempo!".
Si guardò intorno rinunciando a seguire i sproloqui di Marshall. Holly seguiva con attenzione e sembrava non risentire delle 2 ore di "predica tattica"; Tom sembrava cotto, ma non lo dava a dimostrare...dopottutto doveva mantenere la reputazione di "bravo ragazzo e giocatore perfetto - sempre attento"; Ed aveva lo sguardo omicida, di sicuro stava meditando di zittire Marshall con una mossa di Karate; Danny aveva lo sguardo perso nel vuoto come del resto la maggior parte dei suoi compagni di squadra. Con lo sguardo cercò poi il suo rivale preferito. Lo vide seduto in fondo. I gomiti appoggiati sul tavolo e il viso appoggiato sulle mani incrociate. Il capellino, benchè ben calcato sulla testa, non nascondeva i suoi occhi...tremendamente tristi e lontani...ma non solo.

Si fermò ai bordi del campo: il profumo dell'erba bagnata le faceva tornare alla mente ricordi lontani. Il giardino della villa di Fujisawa, il calore del sole estivo, le grida felici...Max. Non riuscì a trattanere le lacrime. Un anno...senza di lui...senza il suo adorato Maximilian...Non le sembrava possibile.
Guardò l'orologio. Erano quasi le nove. Si asciugò il viso, mentre con lunghe falcate si dirigeva verso gli spogliatoi della Nazionale; aveva promesso a Patty di aiutarla nel suo lavoro di manager...perlomeno avrebbe servito a distrarsi.
Con sorpresa si accorse della presenza di un'altra ragazza...
-"Hey, cognatina cosa ci fai qui?"- chiese Nike riacquistando la solita aria spensierata.
-"Sono venuta a darvi una mano..."-
-"Un aiuto mirato però..."- disse Patty comparendo alle loro spalle, mentre con l'indice indicava la maglia numero 1 che Juliet stringeva tra le mani.
Juliet arrossì di colpo, mentre Nike e Patty sorrisero divertite.
-"Hey Nike? Perchè ridi?"- chiese Mark cingendole le braccia intorno ai fianchi.
-"Oh...Bhè niente di importante..."- si limitò a rispondere -"Com'è andata la riunione?"-
Mark le rispose con uno sguardo che valeva più di mille parole.
-"Scusa Landers...Dov'è Ben?"-
-"Ben?...Ah Price...non lo so è uscito una ventina di minuti prima della fine della riunione..."-
-"Ah...Capisco...non lo vedo da ieri sera..."-
-"Dai Jul, non ti preoccupare sarà da qualche parte...Sai che è un orso e che gli piace stare in solitudine di tanto in tanto..."- rispose Nike cercando di rinquorare l'amica che sembrava preoccupata.
-"Landers...Smettila di fare il gallo e vieni qui!"- urlò Freddie da bordo campo.
-"Uffa se non c'è Price a rompermi le palle c'è il suo sostituto ufficiale...Marshall!"- detto questo si apprestò a raggiungere il centro campo dove erano già pronti i suoi compagni per iniziare l'ultimo allenamento.
Freddie guardava distrattamente gli allenamenti; anche se fisicamente era a bordo campo con la mente era lontanissimo...e non era difficile intuire a cosa stesse pensando...anche se non aveva legami di sangue con Max lo aveva sempre sentito vicino, come Benji e Nike d'altronde. Più volte parlava di loro come dei suoi tre "figliocci"...lui che per inseguire la carriera di calciatore aveva rinunciato a costruirsi una famiglia....Voltò lo sguardo verso la porta alla sua sinistra. L'assenza del suo pupillo tra i pali, spiccava. Il povero Alan nonostante ci mettesse tutto il suo impegno non riusciva nemmeno a sfiorare le bordate di Landers.
Mark, segnò la sua quinta rete. Non c'era gusto giocare contro Croker...Troppo facile. Si girò in direzione dell'allenatore e notò subito il suo sguardo. Sospirò, provando compassione per l'uomo ma soprattutto per Nike e per Benji.
Non sapeva come comportarsi...cosa fare o cosa dire. Dopo la morte di suo padre lui non volle vedere nessuno. L'unica cosa che lo faceva sentire meglio era correre. Correre veloce, lontano dai luoghi e dalle cose che lo ricordavano. Lontano dalla commiserazione della gente, dalle loro frasi stereotipate e di circostanza e così, pensò, che non lo volessero neppure loro...Per questo prima non disse niente a Nike limitandosi ad abbracciarla forte facendole capire che lui era là...che le era vicino.

-"Come stai?"- chiese all'improvviso Patty mentre disponeva con cura le fettine di limone e zucchero su un vassoio. Juliet spostò subito lo sguardo verso Nike.
La ragazza sospirò capendo subito il vero senso della domanda. Appoggiò il coltello con il quale stava tagliando i limoni, tenendo la testa bassa. Non voleva piangere...Si era ripromessa di non piangere...Ma non riusciva più a trattenere quelle lacrime.
-"Mi manca...mi manca da morire. Mi mancano le litigate, i pomeriggi estivi trascorsi insieme, il suo costante ottimismo...mi manca di potergli parlare...Vorrei che non fosse successo...A volte vorrei essere morta anch'io..."- Le parole uscirono come un fiume in piena, mentre calde lacrime cominciarono a rigarle il viso.
-"So che non possiamo comprendere il tuo dolore...Ma non dire più che non vuoi vivere."- disse Patty mentre dolcemente le accarezzava i capelli.
-"Patty ha ragione. Non sei sola. Hai noi due, con cui ti puoi sfogare ogni volta che il ricordo si fa doloroso, poi hai un ragazzo che ti adora...e Benjamin"-
Nike alzò la testa, calmò il suo pianto -"Benjamin...Già..."- loro non potevano capire che il loro rapporto era profondamente cambiato da quel giorno.

Da quanto tempo era lì? Non lo sapeva e non gli importava neanche. Era come se si trovasse in un mondo parallelo dove suoni, odori, colori non esistevano. Sentiva solo un ronzio fastidioso nelle orecchie e vedeva solo quella pietra grigia.
Le lacrime percorsero lentamente il viso, per poi cadere e bagnare quella stessa pietra.
Chiuse gli occhi, di scatto come per allontanare quel ricordo che da un anno non lo lasciava in pace..."Il cielo azzurro, le montagne in lontananza…"...-"Basta!"- quella parola gridata...uscita dalla bocca senza volerlo, riecheggiò nel silenzio di quel luogo.
Cadde sulle ginocchia vinto da quel dolore che lo stava dilaniando. I pugni stringevano con rabbia dei ciuffi d'erba...-"Perdonami...Ti prego perdonami..."-.

Sapeva dove trovarlo. E infatti la moto era parcheggiata davanti all'entrata.
Prese coraggio. Aprì il piccolo cancello in ferro battuto e si incamminò lungo il vialetto. Dopo poco, lo vide...Stava piangendo.
Lo fissò da lontano con uno sguardo triste. Non lo vedeva piangere da quel giorno all'ospedale.
-"Benjamin..."- mormorò piegandosi sulle ginoccia accanto a lui. Ci volle qualche secondo prima che il ragazzo si rendesse conto della presenza della sorella.
Benji la fissò. Nike rimase colpita dal suo sguardo; gli occhi erano rossi e gonfi dal pianto e un velo di tristezza oscurava il suo solito sguardo ironico e fiero. Lo abbracciò forte lasciando che sfogasse ancora quel dolore trattenuto per troppo tempo dentro di sè.
Dopo alcuni minuti Benji si divincolò dall'abbraccio della sorella, cercando di riprendere le forze e soprattutto il controllo delle sue emozioni. Sistemò i fiori nel piccolo vaso di granito grigio posto accanto alla lapide. Fissò il nome Maximilian Price scritto con lettere dorate -"Vorrei essere morto io..."-.
Il ruore di uno schiaffo ruppe il silenzio sacrale di quel luogo. Benji con gli occhi sbarrati dalla sorpresa si teneva la guancia destra appena colpita.
-"Mai più! Non azzardarti a dire mai più una cosa simile!"- Nike lo fissava dritto negli occhi, stringendo i pugni per scaricare la rabbia e il dolore che stava provando.
-"Nike...Tu non puoi capire..."-
-"Prova a spiegarmelo allora! Tu ti tieni sempre dentro tutto non vuoi che nessuno sappia qualcosa di te...Di ciò che provi...No tu allontani tutti...Di cosa hai paura? Di scoprire che anche tu sei un essere umano? Che soffre e che ha bisogno di piangere e degli altri per alleviare il dolore?"-
Con uno scatto Benji prese per le spalle Nike, ora era lui ad avere uno sguardo carico di rabbia.
-"Non sei stato tu ad ucciderlo! Non sei tu a vedere lo sguardo di tuo padre che ti ferisce...Che ti ricorda che è stata colpa tua". La stringeva forte. Tanto da farle provare dolore. -"Benny...Non è stata colpa tua! E' stato solo un incidente, un maledettissimo incidente! E ringrazio ogni giorno il cielo del fatto che tu sia ancora qui con me...Se avessi perso anche te...non so cosa avrei fatto..."-
-"Ma sono stato io ad insistere di provare subito la moto...E sono stato io a chiedergli di prendere la strada panoramica...Se non l'avessi fatto non avremmo incontrato quel camion...E lui non sarebbe...Morto"-.
-"Benny, ascoltami...Non è stata colpa tua. Lo sai la passione che aveva per le moto. Dal primo momento che l'ha vista ha voluto provarla...Che tu gli avessi chiesto o no!"- Nike gli parlava con dolcezza, prendendogli le mani tra le sue.
-"Sì...Ma sono stato io a dirgli di prendere la strada panoramica per raggiungere lo chalet!"-.
-"Benny...Non puoi darti la colpa per questo! E' stata solo una crudele fatalità. Era scritto nel destino, sarebbe successo anche se avesse preso un'altra strada."-
Benji scosse la testa -"Io ho tutta la vita davanti a me, mentre lui..."- voltò lo sguardo verso la scritta d'orata. Nike non aveva più parole...e il silenzio si interpose nuovamente tra di loro...ancora una volta erano distanti.

-"Marshall, non riesco a trovare Price...Non è nemmeno in camera sua"-
-"Non ti preoccupare...Vedrai arriverà..."- rispose l'allenatore della Nazionale senza distogliere lo sguardo dal foglio che teneva fra le dita.
Il viceallenatore, annuì poco convinto; uscì dalla stanza chiudendo la porta. Rimasto solo Marshall lesse per l'ennesima volta quelle 4 righe scritte a mano su quel foglio bianco che aveva trovato sulla sua scrivania al rientro dall'allenamento della mattina...aveva capito subito chi era il mittente ancora prima di riconoscere la calligrafia.
"Freddie,
so che quello che ti dirò, ti causerà amarezza e delusione soprattutto perchè non ho trovato il coraggio di dirtelo a voce.
Lascio il calcio, non chiedermi spiegazioni. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me.
Perdonami.
Benjamin".
Lo aveva fatto. In fondo se lo aspettava. Nell'ultimo anno aveva perso la gioia di giocare a calcio...per lui era diventato più un obbligo che un piacere...e poi Greg e le sue assurde pretese...ma fino all'ultimo aveva pensato...aveva sperato...
Posò il foglio con cura sopra la scrivania di legno scuro, osservò per qualche secondo il telefono, poi si decise a sollevare la cornetta e a comporre il numero.

Lo stadio si stava lentamente riempiendo. Le squadre erano pronte a scendere in campo; ormai mancavano pochi minuti all'inizio della partita.
-"Allora ragazzi...Mettiamocela tutta!"- urlò Holly prima di scendere in campo seguito con lo stesso entusiasmo dal resto della squadra.
Mark e Patrick all'attacco, Holly, Tom, Paul e Danny a centrocampo, Julian, Philippe, Bob e Bruce in difesa...Ed in porta.
Patty e Juliet presero posto in tribuna proprio sopra la panchina del Giappone. Nike arrivò pochi minuti dopo, rossa in viso a causa della corsa che aveva fatto per raggiungere in tempo lo stadio.
-"Nike, perchè gioca Warner invece di Ben? Ha ancora problemi con la gamba?"- chiese preoccupata Juliet non vedendo tra i pali il suo ragazzo.
-"Ehm...ecco sì preferisce non sforzarla ancora..."- rispose Nike mentendo.

Benji giunse nello spogliatoio a metà del primo tempo...indossò la maglia numero 1, per quella che doveva essere la sua ultima partita.
Dal borsone prese un paio di guanti verde scuro; se li infilò con cura facendo aderire perfettamente le mani al loro interno.
Un triste sorriso si aprì sul viso del giocatore fino a quel momento serio e pensieroso. Quei guanti erano un regalo di Max. Gliehli aveva regalati il giorno in cui lasciò Fujisawa per seguire Marshall in Germania. -"Mi raccomando fai vedere a tutti chi sei, SGGK! "-. SGGK. Era stato lui a dargli quel soprannome con il quale ben presto fu conosciuto nell'ambito calcistico.
All'improvviso, la porta dello spogliatoio si aprì con un odioso cigolio che fece riemergere dai suoi ricordi il giovane portiere.
Si girò in direzione di quel rumore, e quasi sbiancò alla vista di quell'uomo sulla cinquantina dai capelli corti brizzolati e occhi profondi e duri.
-"Pa...Papà..."
L'uomo rimase zitto; si avvicinò...per poi superarlo e affacciarsi alla piccola finestra della stanza.
Un minuto di interminabile silenzio prima che delle parole uscissero dalla bocca dell'uomo.
-"Benjamin...Freddie mi ha comunicato la tua decisione..."-
-"Tse...Adesso sarai contento...Hai visto? Ho fatto quello che mi hai chiesto!"- interruppe Benji con uno sguardo duro al limite dell'odio.
-"Già...Ma non sono venuto qui per questo...Vedi stamattina c'ero anch'io al cimitero...E vi ho visto...ma soprattutto ho sentito quello che hai detto!"-
Benji rimase immobile. Cos'era quello strano sguardo che aveva? Dov'era l'espressione dura di qualche minuto prima?
L'uomo dopo una breve pausa continuò a parlare.
-"Ho capito che ho sbagliato! Ti ho chiesto di prendere il posto di Maximilian...Ma non pensare che ti ho dato la colpa della morte di tuo fratello. E' stato solo un incidente! Perdonami se non ti sono stato vicino come avrei dovuto!"- abbassò la testa come per nascondere la vera esperssione del viso.

Il match continuava con un ritmo serrato. Il risultato segnava 1 a 0 per la Thailandia. Purtroppo un vecchio infortunio alla spalla destra di Warner aveva condizionato il rendimento del portiere, portando al momentaneo svantaggio. Marshall guardava preoccupato la partita. Sapeva che Warner non sarebbe riuscito a continuare a lungo ma sapeva anche che un Warner infortunato era meglio di un Crocker in perfetta forma fisica.
-"Freddie...Entro io"- disse una voce profonda alle sue spalle. Marshall si girò di scatto -"Benji..."- ma venne interrotto dal ragazzo.
-"Freddie...Vorrei che dimenticassi la lettera...e ch"- ma fu Marshall questa volta a interrompere.
Appoggiò le mani sulle spalle del ragazzo -"Non dire nulla. E' tutto ok"- lo abbracciò forte e il suo gesto fu contaccambiato dal giovane portiere.
Il pallone finì in fallo laterale e Marshall potè provvedere alla sostituzione del portiere.
-"Price...mi raccomando..."-
-"Tranquillo Ed...Vedrai vinceremo! Saremo noi a giocarci il Mondiale!"-
Warner venne portato immediatamente in infermeria, mentre Benji raggiunse la sua posizione tra i pali. Guardò verso le tribune cercando di incrociare lo sguardo di Juliet. La vide seduta in mezzo a Patty e a Nike. Le sorrise, prima di dare le ultime istruzioni ai difensori.
Mark, lo guardava da centrocampo; notò la luce nei suoi occhi...Aveva lo sguardo combattivo e sicuro che aveva un tempo...lo stesso delle loro ormai mitiche sfide ai tempi della New Team e della Muppet.
Il numero 3 Thailandese rimise la palla in gioco verso il suo capitano, il numero 10 dribblò abilmente la difesa giapponese riuscendo a superare con un splendido doppio passo Callaghan; raggiunta l'area di rigore, completamente smarcato, caricò il tiro...Ma il pallone gli fu tolto dal piede...l'attaccante si ritrovò a terra sbilanciato dal proprio peso. Benji, con un sorriso ironico, lo guardò cadere...-"Forza ragazzi, prima pareggiamo e poi pensiamo a vincere!" - urlò poi, lanciando il pallone a Landers.

-"E' stata una bella parata!"-
-"Greg..."-
-"Freddie, volevo ringraziarti...Stamattina, al telefono, mi hai fatto capire cosa stavo facendo...Stavo rovinando la vita a mio figlio, cercando di trasformarlo in una persona che non è...Lui è nato per giocare a calcio...E non posso impedirglielo...E soprattutto non posso pretendere che prenda il posto di Maximilian..."-
Freddie lo guardava attraverso le lenti scure degli occhiali. L'uomo non spostava lo sguardo da Benji, che tra i pali dirigeva abilmente la difesa.
-"Hai ragione. Benji è eccezionale."- si limitò a rispondere Marshall con orgoglio.
-"Hey papà? Cosa ci fai qui?"- chiese sorpresa Nike dal parapetto sopra la panchina del Giappone.
-"Ciao Tesoro. Sono venuto a vedere Benjamin giocare."- rispose semplicemente.
Nike lo guardava con gli occhi sgranati. Veniva a vedere una partita di calcio? Non era mai successo una cosa del genere...già il fatto che fosse tornato in Giappone aveva dell'incredibile! Poi notò il suo viso. Era da tanto che non lo vedeva sorridere...e anche Benji sembrava essere tornato lo stesso cinico, sarcastico, sicuro e combattivo ragazzo di un tempo. Un largo sorriso si aprì sul suo viso...Forse...Anzi ne era sicura...adesso tutto sarebbe tornato come un tempo.

La partita finì 3 a 1 con una splendida doppietta di Landers, e il terzo goal di testa dello specialista Diamont.
I ragazzi festeggiavano a centrocampo abbracciandosi e urlando di felicità; solo tre giovani si staccarono dal gruppo avviandosi verso le tribune.
Patty, Juliet e Nike li osservavano avvicinarsi e a stento trattenevano le lacrime negli occhi.
Nike e Benji incrociarono lo sguardo. La ragazza notò subito la luce nei suoi occhi...una luce che sembrava essersi spenta ora era ritornata a nuova vita.
-"Scusa...Zisin!"- disse Benji.
Zisin? Da quanto tempo non la chiamava così? Una volta sarebbe andata su tutte le furie...ma adesso...ne era felice.
-"Zisin???"- ripetè sorpreso Mark.
-"Ehmm...E' il nomignolo che mi hanno dato..."- rispose imbarazzata Nike.
-"Io e Max la chiamavamo sempre così...Da piccola non stava mai ferma...e ad ogni passo...era un disastro..."- spiegò Benji trattenendo a stento una risata.
Nike rimase colpita. Era da tanto che non vedeva ridere il fratello e soprattutto non aveva mai parlato di Maximilian prima...
-"Eri così terribile da piccola?"-chiese Mark incuriosito.
-"Terribile? Non c'è un termine che la descriva...Una volta ha rovesciato una intera lattina di coca cola su dei disegni di Max...Il giorno dopo doveva consegnargli...e così ha passato tutta la notte a rifarli. Un'altra volta ha avuto la brillante idea di lavare i miei guanti da portiere...solo che con l'acqua calda si sono ristretti...tanto che adesso li indossa un orsetto di peluche...E poi..."-
-"Eh basta!!! Avevo 10 e 5 anni...E poi volevo solo farvi un piacere!!! E comunque non è che voi eravate dei Santi! Chi ha rotto con una pallonata il mio portagioie di porcellana??? E chi si è dimenticato di passarmi a prendere al doposcuola???"- disse Nike incrociando le braccia al petto.
-"Ah ah...Dopo 9 anni ancora mi rinfacci di averti distrutto il portagioie??? Se te ne ho regalato uno nuovo...E poi povero Max, ha rinunciato ad uscire con la sua ragazza per portarti al luna park e farsi perdonare..."-
-"Nike...Non sapevo avessi un passato così burrascoso..."- si intromise Jul divertita.
-"Perchè non parliamo un poco anche di Anego??? Anche lei non scherzava da piccola...Era il capopanda della tifoseria!"- aggiunse Nike cercando di deviare il discorso da lei mentre Patty la fulminò con lo sguardo.
-"Già è vero! Una volta voleva picchiarmi per aver steso il suo "adorato Holly" nella finale del campionato!"- incalzò Mark, divertito nel vedere il colorito rosso acceso di Patty...mentre gli altri scoppiarono a ridere.

Nello spogliatoio rimasero soltanto Benji e Mark. Tutti gli altri erano già andati al party organizzata dalla Federazione Giapponese per festeggiare la qualificazione ai Mondiali.
Benji era seduto sulla panchina, e cercava invano di chiudere la zip del borsone; Mark sembrava nervoso; inspirò prima di chiudere con un gesto deciso la porta dell'armadietto.
-"Price..."- disse voltandosi verso di lui.
-"Mmmmm..."- rispose il portiere ancora litigando con la zip difettosa del suo borsone.
-"Stasera, voglio chiedere a Nike di sposarmi!"- disse deciso tutto d'un fiato...il suo sguardo cercava preoccupato quello di Price...Non che avesse paura di lui...figuriamoci...ma si aspettava di sicuro una reazione più o meno violenta del compagno di squadra.
Price non si scompose. Con un gesto deciso tirò la zip, poi alzò la testa a guardare Mark.
Lo scrutò attentamente...Mark potè sentire il sui occhi leggergli dentro...
-"La ami?"- disse poi con un tono incredibilmente calmo.
Mark, rimase senza parole...ancora una volta Price lo aveva spiazzato...tutto si aspettava fuorchè una domanda del genere e soprattutto un tono così...amichevole?...anzi si era già preparato psicologicamente ad una crisi isterica da fratello geloso...invece...
-"Che domande idiote fai??? Certo che la amo...Credi che la sposerei per cosa??? Per i soldi?"-
Benji si alzò, ponendosi di fronte a lui...ancora i suoi occhi neri lo scrutavano dentro.
Scosse la testa -"Non ho mai pensato ad una cosa simile...Non so cosa ci trovi in te...Ma Nike ti ama...E credo che sarete felici"-
-"Allora ho il tuo benestare?"- rispose Mark con un tono ironico.
Il portiere scosse la testa in segno di assenso, prese il borsone sulle spalle e si avviò verso l'uscita dello spogliatoio; si fermò sulla soglia e senza voltarsi disse -"E se ti avessi detto di no?"-
-"Ti avrei picchiato fino a quando non cambiavi idea...O più semplicemente me ne sarei altamente fregato della tua opinione"-
-"Eh eh...immaginavo...Su cognato muoviamoci...Ormai la festa sarà già iniziata da un pezzo..."- rispose Benji uscendo dallo spogliatoio.
Mark sorrise -"Cognato?...Mhà...Chi l'avrebbe mai detto anche solo un paio d'anni prima..."- pensò mentre chiudeva la porta alle sue spalle.

-"Allora...Glielo dirai?"-
Juliet, sospirò profondamente; si appoggiò alla ringhiera di marmo del balcone della sala.
-"Sì...anche se non so come..."-
Nike si avvicinò all'amica, ma prima di poterle dire qualcosa, la voce di Mark la fece voltare.
-"Tesoro...senti dovrei dirti una cosa..."- poi girandosi verso Juliet aggiunse "...in privato..."-.
-"Ah...Nessun problema...Vi lascio soli"- rispose la bionda ragazza, sparendo dentro la sala, non senza prima aver scambiato uno sguardo d'intesa con Nike.
-"Cosa vuoi dirmi?"- chiese Nike con un filo di preoccupazione nella voce, alla vista di quella faccia così seria e del tono di voce usato così...autoritario.

Benji, camminava nella semioscurità del giardino dell'albergo, cercando di mettere un po' di ordine nei suoi pensieri prima di unirsi agli altri.
Si sedette su una panchina illuminata dalla luce fioca del lampione in ferro battuto. Appoggiò il mento sulle mani, socchiuse gli occhi emettendo un lieve sospiro. La sua mente tornò a qualche ora prima.

-"Prima di morire Maximilian...mi ha dato questa..."- La riconobbe subito. Era la catenina che Max portava sempre al collo con la medaglietta che riproduceva lo stemma dei Price.
L'uomo la consegnò a Benji, poi continuò -"Mi ha detto..."Dalla a Ben...E digli che sarò sempre con lui...Spero gli porti fortuna in vista dei prossimi Mondiali..." e poi mentre chiudeva gli occhi mormorò "Ben...il mio Super Great Goal Keeper"-
Benji sorrise tristemente continuando a fissare la medaglietta; la girò. Erano incise quattro lettere S.G.G.K.
-"Ho pensato di farle incidere..."- disse l'uomo notando lo sguardo di Benji fisso su quelle quattro lettere.
Benji, che fino a quel momento era rimasto in silenzio puntò i suoi penetranti occhi neri in quelli del padre. -"Perchè?...Perchè mi dici questo appena adesso? Perchè in questo ultimo anno l'unica volta che mi hai cercato era per impormi la tua volontà? Perchè?"- il tono era duro...ma controllato.
L'uomo inspirò profondamente, spostando lo sguardo davanti a sè.
-"Non lo so...Quando ho visto morire Maximilian...nel mio cuore si è creato un vuoto...che non riuscivo a sopportare..."-
-"...E così hai pensato di trasformare questo tuo figlio ribelle nella copia del tuo figlio preferito"- interruppe sarcastico Benji.
L'uomo non rispose..Chiuse gli occhi ripensò alle parole di Marshall -"Greg, non puoi rovinare la vita a Benjamin! Non è non potrà mai essere Maximilian!"- Inspirò nuovamente girandosi verso Benji.
-"Hai ragione. Ti prego, perdonami"- disse semplicemente. Il ragazzo rimase colpito dall'espressione dell'uomo. I grandi occhi scuri erano velati di tristezza; un'espressione sconosciuta al ragazzo abituato a vederli brillare di sicurezza e autorità. No...Erano occhi che mostravano sofferenza, solitudine...ma anche speranza...speranza di essere perdonato e capito.

Benji sorrise sentendo un calore invadergli il cuore. Alzò gli occhi al cielo stringendo nel pugno il ciondolo. -"Max...Sei e sarai sempre con me"- mormorò prima di incamminarsi verso l'albergo.

-"...Cosa? Puoi ripetere...Perfavore?"- la voce le tremava, il cuore le cominciò a battere velocemente e le mani cominciarono a ghiacciarsi.
-"Vuoi sposarmi?"- Mark le ripetè con calma la domanda, fissando nervoso il viso della ragazza, in cerca di una risposta.
Nike, lo guardava...Aveva paura che si trattasse di un sogno e che una volta risposto si sarebbe svegliata. Deglutì un paio di volte...poi finalmente trovò la voce per rispondere.
-"Sì"- quasi impercettibile...ma forte abbatanza per essere udito. Mark sgranò gli occhi dalla felicità; la abbracciò forte prima di baciarla appassionatamente.
-"Ti amo..."- le disse staccandosi per un momento e asciugandole le lacrime che scendevano dai suoi occhi.
-"Ti amo anch'io"- sussurrò prima di baciarlo nuovamente.

Lasciata sola l'amica, Juliet si diresse verso il giardino, sentendo il bisogno di una boccata d'aria fresca. Camminò per qualche minuto, prima di fermarsi sulle sponde del piccolo laghetto al centro del giardino. Si strinse le braccia intorno alla vita cercando un po' di tepore...ma soprattutto per stringere la creatura che stava crescendo in lei.
-"Piccola..."- disse una voce dietro di lei che la fece sussultare.
-"Ben...Che paura mi hai fatto prendere...pensavo fossi ancora con tuo padre..."-
-"Scusami, non volevo spaventarti...E' partito...L'ho accompagnato all'aereoporto..."-
-"Adesso è tutto a posto, tra voi?"-
-"Bhè...Sì..."- rispose semplicemente.
La ragazza non indagò oltre conoscendo il carattere fortemente riservato del ragazzo; tornò a fissare i riflessi argentei del laghetto.
Benji le si avvicinò abbracciandola da dietro. Le baciò delicatamente la testa, mente le sue dita scorrevano sul suo viso.
-"Senti...Da quando sei tornata...sei strana...Dimmi la verità, devi dirmi qualcosa...Non è vero?"-
Juliet sgranò gli occhi...
-"Ma se non te la senti di parlarmene...aspetterò...ma ti prego se stai pensando di lasciarmi...dimmelo subito"- continuò, mentre la strinse a sè più forte.
Juliet si irrigidì a quelle parole. Lasciarlo? Vivere senza di lui?...Si girò guardando negli occhi il ragazzo. Lui la guardava con quei occhi così penetranti in cui riuscì però a leggere preoccupazione.
-"Ben..."-
-"Dimmi..."-
-"Io ti amo...Ma ecco..."- si fermò abbassando lo sguardo.
Benji le sollevò delicatamente il viso; lo accarrezzò...-"...Ma?"-
-"Io sono...ecco...aspetto un bambino..."- Gliel'aveva detto finalmente...E adesso come avrebbe reagito?
Quelle parole arrivarono dritte al cuore di Benji. Dentro di sè, sentiva un miscuglio di sensazioni...sorpresa, stupore, paura...ma soprattutto una felicità intensa.
-"Ti prego Ben dimmi qualcosa..."- domandò Juliet, preoccupata dal mutismo del govane.
-"Hai...Avremo un bambino?"- chiese con un tono tremolante...decisamente non consueto per l'impassibile ragazzo.
-"...Già...Nascerà fra 6 mesi..."-
-"6 mesi? Ma...Ma perchè non me l'hai detto subito?"- Sui suoi occhi tornò uno sguardo triste...deluso...
-"Avevo paura..."-
-"Paura? Di cosa?"-
-"Paura che non lo volessi..."-
-"Come non potrei non volerlo? E' una parte di me...e di te..."-
-"Bhè...Sai la morte di tuo fratello, i problemi con la tua famiglia, l'infortunio...questo non avrebbe fatto altro che complicare le cose"-
-"Jul, come hai potuto pensare una cosa del genere? Ti amo...Come mai avrei pensato di riuscire ad amare...Farei di tutto per te! E...E adesso mi darai un bambino..."-
-"Vuoi...Vuoi dire che sei felice del bambino?"- domandò alzando il viso tenuto finora basso.
Il portiere la strinse forte -"Torneremo ad Amburgo...Noi tre...Io, tu e il nostro bambino...ma prima..."- tirò fuori dalla tasca della giacca la scatolina rossa la aprì prendendo tra le dita l'anello in oro bianco con un solitario al centro; si inginocchiò prendendole la mano destra. "...Ma prima...Juliet Schneider mi vuoi sposare?"-
La ragazza sentiva il cuore scoppiarle nel petto, le gambe tremare così come le mani...
-"Sì...Sì Benjamin Price..."- rispose con voce tremolante, dando fondo a tutto il suo autocontrollo che però non riuscì a impedirle di piangere.
Benji si rialzò, la guardò intensamente ancora una volta prima di baciarla con un trasporto e una passione mai provata.
Era l'inizio di una nuova vita.

* Zisin = terremoto (almeno secondo il mio vocabolarietto^^)