Non furono affatto belli i giorni
che seguirono in casa Mitsui. Hisashi il giorno dopo l'incontro con Tetsuo aveva
ricominciato a frequentarlo. Tetsuo gli aveva presentato un mucchio di ragazze
ed Hisashi usciva una volta con una e una volta con l'altra per cercare di dimenticare
Mikan la quale dal canto suo aveva preso a frequentare assiduamente Sakuya Atsuko.
Tutti e due cercavano di evitarsi il più possibile. Anche se la gelosia
era padrona dei loro cuori. Mitsui odiava Atsuko. Ora era convinto
davvero
che fosse il ragazzo di Mikan e soffriva da impazzire all'idea che lei potesse
essere di qualcun altro che non fosse lui. Mikan invece continuava a chiedersi
se Hisashi e la sua ragazza si fossero lasciati. Visto che ora Hisashi usciva
con mille ragazze diverse. Ogni volta che Mikan lo vedeva in compagnia di una
ragazza le sembrava di ricevere una stilettata nel cuore,
stava malissimo e
le sembrava di morire. Pensava che tutte potessero averlo tranne lei. Infatti
Hisashi dalla sera di quel sabato non la degnava più nemmeno di uno sguardo;
come se lei non esistesse. E questo le dava un dolore insopportabile.
I
due ragazzi stavano facendo un gioco al massacro. Continuavano a procurarsi sofferenze
solo perché erano convinti di cose che in realtà non esistevano
e perché entrambi ignoravano i sentimenti dell'altro.
Intanto
Hisashi insieme allo Shohoku aveva vinto la partita contro il Ryonan; quindi a
distanza di un mese sarebbe partito assieme alla sua squadra per affrontare il
campionato nazionale.Questo lo confortava . Per un periodo sarebbe stato lontano
da Mikan e sperava che il quel periodo sarebbe riuscito finalmente a dimenticarla
anche se non ci contava troppo.
SABATO POMERIGGIO ORE 15.30
DRIIIINNNNN
DRIIINNNNN
"Pronto? Oh salve, si io sono Mitsui Sonoko.
Piacere mio. Si gliela chiamo subito"
TOC TOC
"Avanti" Disse
Mikan che si trovava nella sua camera.
Sonoko aprì la porta "Mikan,
c'è tuo padre al telefono" Disse.
A Mikan si gelò il sangue
nelle vene. Aveva cercato di non pensare più a suo padre e alle cose terribili
che aveva scoperto quel giorno; anche se non c'era affatto riuscita. Non aveva
proprio voglia di parlare con lui, ma doveva farlo. Altrimenti il suo comportamento
avrebbe insospettito sia suo padre che sua madre che Sonoko.
"Grazie"
Disse Mikan a Sonoko che le aveva porto il cordless. Sonoko uscì dalla
stanza.
"Pronto" Disse Mikan in tono teso.
"Ciao Mikan, come
stai?" Chiese suo padre le sembrava avesse un tono imbarazzato.
"Stò
bene."Mentì Mikan, non era mai stata peggio in vita sua.
"Mikan
volevo chiederti una cosa
tu per caso due settimane fa sei venuta a Tokyo
a casa a trovarmi?"Disse suo padre.
Mikan si sentì male.Allora
lui sapeva
"Sì" Rispose gelida. "Come fai a saperlo?"
Chiese anche se aveva una mezz'idea in proposito.
"Sachiko, la donna che
ti ha aperto mi ha detto che mi aveva cercato una ragazza di sedici anni e che
poi quando lei mi ha chiamato la ragazza era sparita. Così gli ho chiesto
di descrivermi la ragazza.Ma a quel punto sapevo già che eri tu."
Disse il padre di Mikan.
"Alla faccia! E come mai hai chiamato solo dopo
due settimane?" Disse Mikan in tono ironico e amaro.
"Io, ho dovuto
trovare il coraggio per affrontarti, capisci? Sai tutto vero?" Disse suo
padre contrito.
"Vuoi dire che quella donna è la tua amante da
prima del divorzio e che aspetta un bambino da te? Se è questo si lo so!"
Disse sempre ironicamente Mikan.
"Mikan .. io.. volevo chiederti scusa
per non averti detto niente..mi disp"
"Smettila! Non ho voglia di
sentire le tue stupide scuse! E ora mi dispiace ma ho da studiare!" E Mikan
riattaccò il telefono.
Il cuore le batteva all'impazzata. Buttò
per terra il libro di storia giapponese sul quale stava studiando prima della
telefonata. E compose un numero di telefono.
"Pronto?" Disse una
voce maschile a lei conosciuta.
"Sakuya, sono io. Verresti a prendermi?"
Disse Mikan agitatissima aveva proprio bisogno di distrarsi e di non pensare a
niente.
"Arrivo in un'attimo!" Si sentì dire in tono entusiasta
Mikan.
Hisashi in camera sua a studiare per gli esami di fine
trimestre sentì suonare il citofono più volte, visto che nessuno
andava a rispondere decise di andare lui.
"Chi è?" Disse piuttosto
scocciato. Ma dov'era finita sua madre?Pensò.
"Sono Sakuya Atsuko,
può dire a Mikan che la stò aspettando qui sotto. Grazie."
Hisashi sbattè il citofono nel chiuderlo.
Ora doveva anche fare il segretario
a quel bastardo? Pensò livido di rabbia e gelosia. Mikan uscì dalla
sua stanza proprio in quel momento. Era vestita in modo carino e si era truccata.
Ad Hisashi andò il sangue alla testa.
"Il tuo bello ti aspetta
di sotto! Uhm sono sicuro che lo ecciterai un mondo vestita.. in questo modo
come una sgualdrina" Disse Hisashi cattivo facendo scorrere il suo sguardo
su tutto il corpo di Mikan per enfatizzare le sue parole. Voleva ferirla, voleva
che provasse il dolore che lei gli stava dando.
Mikan sbiancò. I suoi
peggiori incubi si stavano avverando.<Allora è vero! Mi considera una
sgualdrina
> pensò i suoi occhi divennero lucidi e le venne un
senso di nausea. Abbassò gli occhi e cercò di superare Hisashi e
raggiungere il portone.
Ma Hisashi la prese per un braccio e se l'attirò
addosso:
"Perché non ripetiamo l'esperienza? Anche stavolta non
diremo niente ad Atsuko! Allora che ne dici?" Disse Hisashi tra l'ironico
e il suadente. Le sue labbra erano a due centimetri da quelle di Mikan.
Mikan
sgranò gli occhi lo respinse e gli diede uno schiaffo "Mi fai schifo!
Sei solo un'animale!" Disse furiosa.
"Ah, ora ti faccio schifo?!
Due settimane fa però non la pensavi così! Anzi mi sembrava che
ti fosse piaciuto e anche molto!" Disse Hisashi sempre più cattivo,
la sua cattiveria aumentava all'aumentare del dolore che stava provando.
Gli
occhi di Mikan si riempirono di lacrime ascoltando quelle parole, corse via di
casa piangendo.
Hisashi rimase pietrificato vedendola in quello stato.
L'aveva
fatta piangere
le aveva detto delle cose bruttissime delle quali non ne
pensava davvero nemmeno una. Aveva pensato di volerla vedere soffrire, ma quando
l'aveva vista piangere per colpa delle cose cattive che le aveva detto, aveva
provato dei sensi di colpa atroci e un dolore al cuore terribile. Stava male!
Stava male da morire. Il suo dolore era insopportabile. L'amava in modo totale
e il suo amore per lei lo stava distruggendo. Quando l'aveva avuta per un'attimo
tra le braccia si era sentito vivo come se non stesse aspettando altro da giorni.
Ma era stato solo un momento e lei gli aveva detto che lui le faceva schifo.
Era
riuscito a farsi odiare.. sbattè un pugno contro una parete e si appoggiò
con la testa alle braccia incrociate contro il muro.
"TI AMO! TI AMO MIKAN!"
Gridò disperato piangendo
.
Mikan e Sakuya
erano andati alla spiaggia. Mikan piangeva ancora disperata tra le braccia di
Atsuko.
Atsuko se l'era vista arrivare in lacrime e preoccupato le era corso
incontro chiedendole cosa fosse successo. Ma Mikan gli aveva solo detto di portarla
lontano da lì. Così Atsuko l'aveva portata in spiaggia in un posto
un pò isolato. Visto che era un fine settimana di giugno e la spiaggia
era piuttosto affollata.Appena erano arrivati gli occhi di Mikan si erano di nuovo
riempiti di lacrime e Sakuya l'aveva presa tra le braccia per consolarla.
"Che
ti è successo Mikan? Hai litigato con i tuoi?" Chiese dolcemente Sakuya
che non sapeva nulla del fatto che Mikan vivesse in casa della madre di Mitsui.
"
Ti prego non chiedermi nulla" Disse Mikan continuando a piangere e così
Sakuya si accontentò di tenerla tra le braccia e consolarla silenziosamente.
Hisashi
dopo che si fù ripreso. Uscì e andò in una bettola di sua
conoscenza. Aveva voglia di ubriacarsi e di non pensare a niente. Voleva togliersi
dal cuore quel dolore che continuava a torturarlo. Voleva per un'attimo dimenticarsi
di Mikan e del suo amore a senso unico per lei. Dopo la sesta birra arrivò
nel locale anche Tetsuo. Infatti quello era un posto che loro due avevano un tempo
frequentato insieme assiduamente.
"Mitsui, vedo che hai già fatto
il pieno!" Disse Tetsuo sedendosi al tavolo di Hisashi.
"Ciao Tetsuo,
ho voglia di divertirmi puoi rimediarmi qualche pollastrella?" Chiese Hisashi
già mezzo ubriaco.
"Certo che posso! Ma sei sicuro di stare bene?
Forse dovresti bere di meno." Disse Tetsuo sapendo quanto Mitsui tenesse
al basket e sapendo anche quanto era deleterio per uno sportivo ubriacarsi ed
eccedere con l'alcol.
"Tetsuo! Ma che sei mia madre?! Allora questa pollastrella
me la rimedi o no?"
Poco più tardi Mitsui
era in un albergo ad ore con una ragazza abbastanza carina che gli aveva procurato
Tetsuo.
Erano nudi sdraiati sul letto la ragazza lo baciava e lo toccava dovunque.
Ma Hisashi mentre la baciava e la toccava non faceva altro che pensare a Mikan
e al giorno in cui l'aveva avuta tra le braccia tutta per sé. Immagginò
per un attimo che c'era Mikan e non quella sconosciuta tra le sue braccia. Si
era quasi convinto di questo quando aprì gli occhi e vide il volto estraneo
di quella ragazza di fronte ai suoi occhi. Si alzò all'improvviso dal letto.
"Mi
dispiace, non posso" Disse alla ragazza incominciando a vestirsi.
"Ma
che ti prende? Forse non ti piaccio?" Rispose la ragazza delusa, lui invece
le piaceva molto.
"Non è questo, anzi sei molto carina. Non posso
e basta. Non chiedermi altro" Aspettò che la ragazza si rivestisse
e andarono via insieme
Mikan aveva finalmente smesso
di piangere. Lei ed Atsuko erano seduti sulla spiaggia solitaria e guardavano
in silenzio il mare.
Mikan stava ancora malissimo ed ogni volta che pensava
alle parole di Hisashi le veniva un senso di nausea. Il ragazzo che lei amava
più di chiunque al mondo la considerava una sgualdrina. Voleva vomitare,
non poteva sopportare l'immenso dolore e la vergogna che questo pensiero le dava.
Si sentiva distrutta dalla disperazione. Sentiva che la sua vita e lei stessa
stavano andando lentamente in pezzi
Erano passati
due giorni. Da quel sabato pomeriggio quando Hisashi le aveva detto quelle cose
terribili e Mikan faceva di tutto per non vederlo. Stava sempre fuori casa e studiava
in biblioteca. Non che ce ne fosse bisogno perché anche Hisashi stava fuori
casa il più possibile anche lui non voleva vederla si vergognava di quello
che le aveva detto e si sentiva immensamente in colpa; in più non voleva
vederla più in compagnia di quel maledetto Atsuko.
Però
quella sera di martedì erano entrambi a casa, era stata Sonoko a chiedere
loro di non uscire perché doveva parlare con tutti e due.
Suonò
il campanello di casa e Sonoko andò ad aprire. Dalle loro stanze sia Hisashi
che Mikan sentirono Sonoko parlare concitata con una voce femminile che Mikan
riconobbe subito. Era sua madre!
Sonoko chiamò entrambi
i ragazzi dicendo loro di raggiungerla in sala.
Mikan aspettò che la
porta della camera di Hisashi si richiudesse e dopo qualche minuto uscì
anche lei. Li trovò tutti e tre in sala seduti su poltrone e divano.
Sua
madre le andò incontro abbracciandola "Mikan tesoro, come stai?"
Le disse dolcemente.
"Stò bene" Mentì lei al solito
"Perché sei qui? Finalmente hai trovato una casa in cui trasferirci?"
Chiese Mikan curiosa.
"No, non sono venuta per questo. Sono venuta per
riportarti con me a Tokyo" Mikan restò di pietra. Cosa aveva detto
sua madre? La voleva riportare a Tokyo? Si sentì gelare. Non avrebbe più
visto Hisashi. Doveva essere sollevata all'idea, invece
il solo pensiero di
non rivederlo più, la gettò nella disperazione più nera.
Hisashi
sbiancò. Mikan sarebbe tornata a Tokyo?! Doveva essere contento, finalmente
avrebbe potuto dimenticarla, allora perché il solo pensiero di non rivederla
più lo faceva stare così male? Si sentiva morire alla sola idea.
"Allora
sei contenta Mikan?" Chiese sua madre sorridente, pensando che Mikan non
vedesse l'ora di tornare nella sua città natale.
"Ma perché
devo tornare a Tokyo? Io pensavo che volessi trasferirti qui! Era quello che mi
avevi detto quando mi hai spedito come un pacco a Kanagawa!" Disse arrabbiata.
Noriko
restò sorpresa dalla reazione della figlia "Ma io pensavo che tu non
volessi stare qui! Al telefono mi hai sempre tenuto il muso perché ti ho
mandata a Kanagawa" Disse Noriko.
"Tu non capisci proprio niente
mamma! Fai sempre come ti pare! Ed io devo obbedire ai tuoi ordini! Vuoi spiegarmi
che diavolo è cambiato? Perché non ci trasferiamo più a Kanagawa?!"
Disse Mikan arrabbiata.
Noriko guardò Sonoko come in cerca d'appoggio.
"Noriko,
vai in camera di Mikan con lei e spiegale tutto tranquilla. Vedrai che se le spieghi
tutto ti capirà" Disse Sonoko all'amica. Noriko la ringraziò
dell'aiuto e andò con Mikan nella sua stanza.
"Allora? Che cosa
mi devi spiegare?" Disse Mikan sempre più arrabbiata.
"Tuo
padre mi ha chiamata e mi ha detto che sai tutto." Disse Noriko seria.
Mikan
sbiancò. "E' vero, so tutto, ma questo che cosa c'entra col nostro
trasferimento?" Disse Mikan senza capire.
"Io ti avevo mandata a
Kanagawa e volevo trasferirmi qui per evitarti di scoprire il vero motivo per
cui io e tuo padre stiamo divorziando, cioè il suo tradimento con quella
donna che aspetta anche un bambino da lui come già sai.Non volevo crearti
traumi o problemi, visto che hai sempre adorato tuo padre. Ma visto che hai scoperto
tutto non c'è più motivo che io scombini sia il mio lavoro che tutta
la mia vita per trasferirmi qui. In fondo sei stata qui solo due mesi e qualche
giorno, non credo proprio che trasferirti di nuovo a Tokyo ti possa danneggiare,
la scuola è praticamente appena iniziata e in due mesi non credo che avrai
fatto chissà quali amicizie profonde.." Disse Noriko cercando di convincerla.
Mikan
la guardò storto, sua madre era proprio un'insensibile. Come si permetteva
di prendere così sottogamba la sua vita? Era vero che aveva voluto evitarle
un trauma per via della storia del padre, ma non sarebbe stato meglio dirle la
verità che scoprirlo in quel modo? Anche perché per via di quel
fatto ora Hisashi la considerava una sgualdrina
si sentì afferrare
dalla nausea a quel pensiero. Poi pensò che se non avesse convinto sua
madre a restare non l'avrebbe più visto e l'angoscia l'assalì.
"E
invece non è vero!! Io ho molti amici ai quali voglio bene e non voglio
lasciarli per colpa tua! Le mie amicizie di qui sono molte più profonde
di quelle che ho lasciato a Tokyo. E poi mi sono anche iscritta al club d'arte!
A Tokyo ogni volta non riuscivo mai ad iscrivermi perché era sempre sovraffolato!
Io qui stò bene! Non me ne voglio andare!" Disse Mikan decisa.
"Mi
dispiace Mikan, ma tu torni a Tokyo con me e questa è la mia ultima parola.Stanotte
dormirò in albergo. Domani ti aiuterò a preparare le tue cose e
andremo dal preside per chiedere il trasferimento. Mi faresti un favore se cominciassi
già da stasera a preparare la tua roba" Disse Noriko e uscì
dalla stanza.
Mikan sentì il suo cuore spezzarsi. Non avrebbe più
visto Hisashi l'unico ragazzo che era sicura avrebbe mai amato
<Hisashi
come
potrò vivere senza di te? Solo ora mi accorgo che non ho mai voluto dimenticarti
davvero, che mi accontentavo di starti vicino anche se non potevo averti e soffrivo
come un cane. Quando potrò mai amare qualcuno nello stesso immenso modo
in cui amo te? Ti amo Hisashi
amerò sempre e solo te
>
Mentre
pensava queste cose gli occhi di Mikan si riempirono di calde lacrime. Mentre
il suo cuore provò un dolore così intenso che la lasciò totalmente
senza forze, si accasciò per terra piangendo disperata.
Hisashi
in camera sua piangeva silenziosamente. Mikan domani sarebbe andata via. Era stata
lì solo per due mesi ma erano bastati perché lui capisse che mai
più avrebbe amato una donna come amava lei. Nonostante tutto il dolore
che provava quando la guardava e sapeva che lei era di un altro, preferiva lo
stesso poterla guardare e starle in qualche modo vicino piuttosto che non poterla
vedere mai più.
<Mikan non andartene, ti prego resta qui
ti
amo, ti amerò sempre... Come farò senza di te? Non lasciarmi Mikan
>
A
cena parlarono solo Sonoko e Noriko che erano felici di essere insieme dopo tanto
tempo. Infatti più tardi sarebbero anche uscite insieme a prendere un drink.
Hisashi e Mikan stettero in silenzio non toccando praticamente cibo.
Sonoko
e Noriko se ne accorsero ma non interferirono. Noriko sapeva che Mikan non mangiava
perché non voleva andarsene. Sonoko pensò che il figlio non avesse
fame. Infatti non sospettava nemmeno che Hisashi non mangiava per via della partenza
di Mikan. Da come aveva sempre visto Sonoko, a nessuno dei due interessava minimamente
cosa facesse l'altro. Non sapeva quanto invece si sbagliava
Sonoko
e Noriko erano uscite erano le 10.00 di sera. Mikan era in camera sua a preparare
i bagagli con la morte nel cuore.
Hisashi in camera sua non faceva altro che
pensare che Mikan non poteva andarsene con in mente il loro ultimo sgradevole
scontro. Si fece coraggio e bussò alla porta di camera sua.
Mikan
si sorprese. In casa c'erano solo lei ed Hisashi. Possibile che fosse lui? Forse
sua madre era tornata indietro perché aveva dimenticato di dirle qualcosa
"Avanti"
Disse guardando verso la porta. Hisashi entrò in camera sua facendo battere
il suo povero cuore all'impazzata.
Mikan sgranò gli occhi ed Hisashi
se ne accorse.
"Mikan
io sono venuto per chiederti scusa" Hisashi
abbassò gli occhi provava ancora vergogna per ciò che le aveva detto.
Mikan lo guardò sorpresa e aspettò che lui continuasse.
"Io..
sabato non ero in me. Avevo dei problemi e me la sono presa con te ingiustamente.
Perdonami per quello che ti ho detto. Non pensavo nemmeno una parola delle terribili
cose che mi sono uscite di bocca. Ti chiedo solo di dimenticare e se puoi di conservare
un buon ricordo di me." Disse ancora Hisashi stavolta facendosi coraggio
e guardandola negli occhi.
"Io ti ho perdonato Hisashi, stai tranquillo.Ricorderò
solo le cose belle, come il giorno del tuo compleanno quando siamo andati al concerto
degli Aerosmith e spero che tu farai altrettanto e che dimenticherai tutte le
cose brutte che ci siamo detti."
Disse Mikan guardandolo tristemente e
pensando che non l'avrebbe mai dimenticato.
"Saranno solo le cose belle
che legherò al tuo ricordo" Rispose Hisashi tristemente;
felice
di essere stato perdonato da una parte e immensamente addolorato dall'altra visto
la circostanza in cui era avvenuto il suo perdono.Buttò uno sguardo nella
stanza e vide delle valigie già pronte e altre ancora da fare. Il suo sguardo
divenne ancora più triste. Il giorno dopo a quell'ora la stanza che ora
occupava Mikan sarebbe stata vuota
Un sordo dolore all'altezza del cuore
lo prese a quel pensiero.
"Bene allora io vado in camera mia, prima però
volevo darti queste. Sono le foto che abbiamo scattato al concerto" Continuo
Hisashi porgendo a Mikan una busta gialla con dentro le fotografie.
Mikan la
prese. "Grazie, anch'io devo darti le tue foto.. tra una cosa e l'altra mi
era passato di mente" Aprì un cassetto e ne trasse fuori una busta
simile a quella che le aveva dato un'attimo prima Hisashi.
"Grazie"
Disse Hisashi mentre prendeva la busta. "Allora.. io vado. Buonanotte"
"Buonanotte"
Rispose Mikan ed un'attimo dopo la porta della sua stanza si richiuse alle spalle
di Hisashi.
Mikan non riusciva ancora a credere che Hisashi si fosse scusato
con lei. Si sentiva immensamente sollevata a sapere che lui non la considerasse
davvero una sgualdrina. Poi tornò triste pensando che dal giorno dopo non
l'avrebbe più visto.
Si mise seduta sul letto e guardò le fotografie
che le aveva dato Hisashi. C'era sempre lei in tante pose diverse e sembrava molto
felice. Nelle foto che invece aveva dato lei ad Hisashi c'era ritratto sempre
lui, Mikan le aveva sviluppate due giorni dopo il concerto e ne aveva fatto fare
due copie di ognuna, in modo da poterne tenere una copia per sé. Da quando
le aveva sviluppate non era passato giorno in cui non le avesse guardate. Tra
poco quelle foto sarebbero state tutto quello che le rimaneva di Hisashi, insieme
al foulard di Steven Tyler che lui le aveva regalato
iniziò a piangere.
In
camera sua Hisashi non guardava le foto che le aveva dato Mikan, ma quelle che
invece lui le aveva scattato al concerto. Aveva fatto due copie di ognuna di quelle
foto, in modo da poterle tenere per sé.
Mikan era così bella
non riusciva a credere che dal giorno dopo non l'avrebbe più vista
Noriko
quella mattina aveva sbrigato tutte le formalità dal preside per il trasferimento
di scuola di Mikan. Poi aveva aiutato Mikan a fare gli ultimi pacchi. Avevano
pranzato insieme a Sonoko. Ed ora stavano caricando le ultime cose in macchina.
Hisashi era andato a scuola. O almeno tutti credevano che fosse così. Mikan
dalla sera prima non l'aveva più visto. Stava malissimo e non riusciva
a credere di essere così indifferente ad Hisashi da non prendersi nemmeno
la briga di venirla a salutare per l'ultima volta prima di partire.
Noriko
salutò caldamente Sonoko ringraziandola di essersi presa cura della figlia
per più di due mesi. Anche Mikan salutò la madre di Mitsui e la
ringraziò.
Noriko e Mikan si misero in macchina e partirono dirette
verso Tokyo. Il cuore di Mikan si stava spezzando dal dolore.
Hisashi,
quel giorno non era andato affatto a scuola. Era stato tutto il tempo in spiaggia
a crogiolarsi nella sua disperazione. Non voleva vedere Mikan che si allontanava
per sempre da lui. Poi verso l'ora in cui sapeva sarebbe partita era andato ad
un'altura che dava il panorama su tutta la città e aveva gridato tutto
il suo dolore:
"PERCHE'? PERCHE' TE NE STAI ANDANDO? TI AMO MIKAN!!!!
NON LASCIARMI! TI PREGO!!!!"
Mikan per tutto il viaggio
fino a Tokyo pianse disperata e tutte le attenzioni e le premure di sua madre
per consolarla furono inutili.
Hisashi quel giorno non tornò
affatto a casa lasciando nella più nera preoccupazione Sonoko.
FINE
SETTIMA PARTE
CONTINUA
CIAO A TUTTI SONO YUKARI.
ANCHE QUESTA STORIA STA' PER CONCLUDERSI. A TUTTI QUELLI CHE L'HANNO SEGUITA FINORA
VA' IL MIO PIU' SINCERO: GRAZIE DI CUORE!^^
VOGLIO RICORDARE A TUTTI CHE I
MITICI PERSONAGGI DI SLAM DUNK APPARTENGONO ALL'ANCORA PIU' MITICO TAKEHIKO INOUE.
QUELLI INVENTATI APPARTENGONO A ME O A SE' STESSI. FATE VOI^^! QUESTA STORIA NON
E' SCRITTA PER FINI DI LUCRO MA SOLO PER PURO DIVERTIMENTO E PASSIONE. SALUTO
TUTTI. BACIONI GROSSI YUKA-CHAN ^_^