Natale con te

 

SERIE: SLAM DUNK
TITOLO: NATALE CON TE
AUTORE: YUKARI
GENERE: ROMANTICO/SENTIMENTALE
STORIA: Pochi giorni prima di Natale, Miki perde il treno che doveva condurla a casa per le vacanze. Ma se perdendo quel treno, trovasse invece l'amore?
NOTA: AUTOCONCLUSIVA.

 

Questa fanfiction e tutti i suoi diritti sono © di Yukary

Per commenti, critiche opinioni scrivete alla mail roxy_hisa@tiscali.it




Dedico questa fan fiction alla mia meravigliosa sorellina Rachele.
Ti voglio bene Rachele, non scordarlo mai.
Yukari.R.

Era tardissimo, pensò Miki Azuki. Doveva sbrigarsi se non voleva perdere il treno, buttò nella borsa il cellulare e si mise letteralmente a correre per uscire fuori dal campus universitario e recarsi alla stazione dei treni, poco distante.
Riuscì a fatica ad arrivare alla stazione, visto il pesantissimo borsone che si trascinava dietro. Aveva il respiro affannoso per la corsa che aveva fatto con quella zavorra addosso; fece un ultimo sforzo, il treno per portala alla stazione centrale di Tokyo, doveva passare di lì a poco. Arrivò finalmente alla sua meta, ma una brutta sorpresa l’accolse. Spalancò gli occhi incredula, Il treno le partì davanti agli occhi, senza che lei fosse riuscita ad entrarvi! L’aveva perso, per una manciata di secondi!E il prossimo sarebbe passato, quando sarebbe stato ormai troppo tardi!
“Oh no!! Impossibile!!!” Gridò disperata, dopo un’attimo di panico, prese subito il cellulare in mano uscendo fuori dalla stazione e chiamò un taxi. Le dissero che sarebbe arrivato entro 10 minuti.
<Mio Dio! Speriamo di riuscire ad arrivare in tempo!! Non voglio passare il Natale qui a Tokyo, tutta sola!!! E poi… che diranno i miei genitori?> Pensò Miki piena di ansia, camminava avanti e indietro aspettando il taxi.
Guardò l’orologio per la millesima volta, erano passati già 13 minuti e il taxi, ancora non arrivava.
Miki iniziò seriamente a preoccuparsi, aveva un brutto presentimento… proprio quando stava per perdere le speranze , il taxi finalmente arrivò e le si parò di fronte. Il taxista, un ragazzo abbastanza giovane, l’aiutò col bagaglio non prima di averla squadrata per bene. Miki era una ragazza bellissima e gli uomini non potevano fare a meno di guardarla e di ammirare la sua bellezza. Finalmente partirono verso la stazione di Shibuya. C’era molto traffico per strada, visto che era il 23 dicembre e tutti facevano gli ultimi acquisti, per l’ormai imminente Natale.
Miki, dentro di sé pregava di arrivare in tempo.
Finalmente arrivarono alla stazione. Miki sorrise felice al taxista, gli pagò la corsa, prese il suo bagaglio e corse verso il binario del treno che doveva prendere per tornare a Kanagawa.
<Ce l’ho fatta!> continuava a canterellare nella sua mente, felice.
Arrivò al binario e le sembrò un deja vù, il treno stava partendo e senza di lei!!! Proprio, come il treno della stazione metropolitana!!! Vide il treno che si allontanava veloce da Tokyo e che se ne andava verso Kanagawa.. dai suoi genitori e dalle sue sorelle, dove lei non sarebbe andata!!! Gli occhi le divennero lucidi e delle lacrime le accarezzarono il bel viso. Strinse a sé l’orsacchiotto che aveva comprato per la sua sorellina Emiko e che chissà quando, le avrebbe potuto dare.
<Voglio andare a casa! E’ Natale! Voglio stare con la mia famiglia!!!> pensò, continuando a piangere silenziosamente…

Akira Sendoh camminava per il quartiere di Shibuya, guardava le vetrine addobbate per il Natale e le facce allegre delle famigliole che facevano gli ultimi acquisti, prima della festa.
Divenne triste, lui aveva sempre festeggiato Natale insieme alla sua famiglia, fin da piccolo.
Ma quell’anno invece, sarebbe rimasto tutto solo a Tokyo.
Pensò, a quello che era accaduto qualche settimana prima…
I suoi ed anche lui, erano stati invitati a trascorrere il Natale in Polinesia, in casa di amici. Akira era felicissimo a questa idea, e proprio quando aveva già pronti i bagagli, per raggiungere i suoi a Kanagawa e partire con loro, gli era stato rimandato un’ esame all’ultimo momento. Così, aveva dovuto rinunciare al viaggio. Ritornò con la mente al presente:
<Bè.. posso consolarmi, almeno ho preso un 28 all’esame> Pensò sorridendo, ma il suo sorriso, era un sorriso malinconico, e vedere tutte quelle famiglie per strada, che invece sorridevano di felicità, non lo aiutava certo a sentirsi meglio.
Sospirò sconsolato e decise di andare a prendersi una bella cioccolata calda, in un bar lì vicino.

Akira entrò nel bar che era affollatissimo di gente, notò che c’era solo un tavolino con un posto libero, e che era per metà, occupato da una bella ragazza dall’espresione triste. Ordinò la sua cioccolata e incuriosito dalla ragazza, decise di andare da lei.
“Ciao” le disse nel suo solito modo irresistibile, con la sua bellissima voce.
Miki alzò gli occhi, e si trovò di fronte: Akira Sendoh! L’idolo dell’università, il campione di basket! Che le faceva uno dei suoi più bei sorrisi.
<Oh no… adesso non ho davvero voglia di parlare con nessuno. Figuriamoci col ragazzo più play-boy di tutta l’università! > Pensò Miki, cercando una scusa per allontanarlo da sè.
“Posso sedermi?” Chiese Akira sempre sorridendo.
Prima che Miki riuscisse ad impedirselo, disse automaticamente di “si”.
Miki si arrabbiò con sè stessa: <Accidenti a me! Perché gli ho detto di si?Tutto perché, non mi veniva una cavola di scusa per rifiutare!!>
“Scusa, non mi sono ancora presentato, sono davvero maleducato. Piacere di conoscerti, io mi chiamo Akira Sendoh” Disse Akira porgendole la mano, sempre col sorriso sulla sua bella faccia.
‘Lo so chi sei’ Stava per rispondere Miki, ma poi fece finta di non saperlo, visto che lui era un play-boy e lei non aveva voglia di dargli soddisfazione. A malincuore, si presentò anche lei.
“Piacere di conoscerti, io sono Miki Azuki” Rispose Miki, stringendogli la mano. Quando la sua mano venne a contatto con quella di lui, sentì un calore dentro al cuore che non aveva mai sentito prima e si chiese sorpresa, che cosa le stesse prendendo. Gli lasciò la mano turbata.
Il cameriere, portò in quel momento, la cioccolata ad Akira.
“Posso offrirti qualcosa?” le chiese Akira gentile, ma Miki rifiutò mentre i suoi occhi tornarono tristi e di nuovo, ricominciò a pensare alla sua famiglia.
Akira, notò di nuovo, lo sguardo triste di prima, sul volto di Miki.
“Miki… posso chiamarti: Miki?” Chiese poi, quando lei lo guardò sorpresa.
Miki si strinse nelle spalle, in fondo che c’era di male? Pensò, e gli disse di “si”.
“Miki.. c’è qualcosa che non va?Lo so che non sono affari miei… ma mi sembri davvero molto giù…e se posso fare qualcosa per aiutarti…” Disse Akira un pò imbarazzato. Quella ragazza riusciva a confonderlo con i suoi occhi così intensi, che lo guardarono sorpresi ancora una volta; già la terza, da quando si era avvicinato a lei.
Miki, era davvero molto sorpresa dall’atteggiamento di Akira Sendoh. Non avrebbe mai pensato, fosse un tipo così attento e sensibile. Decise di parlargli del suo problema, forse, le avrebbe fatto bene, sfogarsi un po’ con qualcuno.
“Sono così giù, perché circa un’ora e mezza fa, ho perso il treno che avrebbe dovuto riportarmi a casa per Natale. Ho cercato un biglietto come una disperata, anche per i prossimi giorni, ma è tutto esaurito fino al 5 gennaio. Ho provato anche con gli autobus e l’aereo, tutto inutile… mi toccherà passare il Natale qui da sola, a Tokyo” Disse ridiventando triste e abbassando gli occhi sconsolata.
Ora Akira capiva bene perché Miki fosse così triste, per una ragazza, doveva essere anche peggio che per un ragazzo, restarsene tutta sola il giorno di Natale.
Istintivamente, poggiò la sua mano su quella di Miki, che a sua volta era poggiata sul tavolino.
Ancora una volta, Akira si sentì emozionato a quel contatto. Era la prima volta che gli succedeva, di solito per lui, quelle, erano cose abbastanza banali che non gli davano nessunissima emozione.
Miki sentì di nuovo quel calore, ed ancora una volta, guardò Akira sorpresa. Lui stava per spostare la mano, pensando che forse aveva esagerato, ma Miki gli impedì di spostarla, posando l’altra sua mano, su quella di Akira. Stavolta, fu il turno di Akira di guardarla sorpreso, i begli occhi azzurri increduli..
“Grazie” Disse Miki sorridendogli.
Akira provò un tuffo al cuore, vedendo il suo splendido sorriso e spalancò gli occhi meravigliato. Miki divenne rossa sotto al suo sguardo, e subito ritirò via le sue mani chiedendosi mentalmente, se non fosse impazzita. Non si era mai comportata in un modo così irrazionale in vita sua, lei, che era sempre così razionale e composta, non riusciva a capire cosa le stesse succedendo, per comportarsi in quel modo.
Si alzò di scatto dalla sua sedia:
“Bè, ora io devo andare. Ciao” Disse Miki in fretta.
“Aspetta!” Disse Akira alzandosi a sua volta velocemente dalla sedia, e poggiando una mano sul braccio di lei.
Miki lo guardò meravigliata “Che c’è?” chiese.
“Bè, è molto buio fuori, e poi, hai anche un borsone che sembra davvero pesante. Che ne dici?Ti và, se ti accompagno fino a casa tua?” Propose il bel giocatore di basket, sorridendo.
Miki restò spiazzata, non si aspettava quella proposta. <Che ci stia provando?> Si chiese Miki. Comunque decise di accettare, visto che era davvero buio e che doveva prendere il treno. Non poteva certo permettersi, di spendere altri soldi in taxi.
“Grazie, mi faresti un favore” Disse Miki, sorridendo al playmaker.
Akira sorrise di rimando, e prendendole il borsone dalle mani disse:“Questo, lo prendo io”.
Camminarono tutti e due l’uno vicino all’altra, per le strade piene di negozi illuminati e affollatissime di gente, del quartiere di Shibuya.
“In che quartiere di Tokyo abiti, Miki?” Chiese Akira guardandola, Miki stava soffiando aria calda sulle mani per riscaldarsele, quella sera, faceva davvero molto freddo.
“Abito nel campus universitario, dell’Università ‘R’. La stessa che frequenti anche tu, Sendoh”
Disse Miki, continuando a soffiare sulle mani.
“E tu, come fai a sapere che io frequento quell’Università?” Chiese lui sorpreso.
Solo allora, Miki si accorse della sua gaffe <Complimenti, Miki!! Meno male che dovevo fare finta di non sapere chi fosse!!> Si rimproverò mentalmente.
“Ah bè, io seguo il basket, quindi qualche volta ti ho visto giocare” Disse Miki, sapendo di stare facendo una figura pietosa con lui.
Akira, sorrise malizioso guardandola “Allora, tu sapevi già chi ero, quando mi sono presentato, vero Miki?”Disse.
Miki arrossì, e Akira scoppiò a ridere “Perché non me lo hai detto?” Chiese ancora Akira, curioso.
“Così” Disse Miki, evitando, lo sguardo indagatore di Akira.
Akira decise di lasciar perdere, non voleva metterla in imbarazzo. La guardò di sottecchi <Accidenti, è davvero molto bella…> pensò.
Finalmente arrivarono alla stazione.
“Sendoh… ma tu, non torni a casa per Natale?”Disse Miki all’improvviso, era da un po’ che ci stava pensando. Infatti, Miki sapeva che anche Sendoh era di Kanagawa, come lei. Era stato molto famoso anche ai tempi del liceo, e nonostante Miki avesse frequentato lo Shohoku, visto che seguiva le partite di basket, sapeva benissimo, chi lui fosse.
“Come fai a sapere che non sono di Tokyo?” Chiese lui, ancora una volta, curioso.
“Sono di Kanagawa anch’io, quindi, visto che come ti ho detto mi interesso di basket, so chi sei fin dai tempi del liceo” Confessò Miki.
“Davvero, sei di Kanagawa? Non avrai frequentato il liceo Ryonan?” Disse Akira, pensando che era impossibile, altrimenti, non si sarebbe certo dimenticato di lei.
“No, io andavo allo Shohoku”Rispose Miki.
Akira sorrise “Lo Shohoku… l’unica squadra di basket che riusciva a dare filo da torcere al Ryonan” Disse, pensando ai bei vecchi tempi.
“Già, lo Shohoku era la più forte” Disse Miki, sorridendo felice al ricordo dei tempi del liceo. Tempi, che non erano poi così lontani, visto che faceva solo il secondo anno accademico.
“Si, ma dopo il Ryonan” Disse Akira sorridendo e Miki rispose al suo sorriso.
“Non credo” aggiunse Miki impertinente.
“Ah, ma così ferisci il mio cuore!” Scherzò Akira, e tutti e due scoppiarono in una risata.
Finalmente arrivò il treno. Durante il viaggio, Miki scoprì che anche Akira viveva nel campus universitario, e scoprì inoltre, il motivo per cui anche lui, dovesse trascorrere lì, le sue vacanze natalizie. Il treno arrivò alla loro fermata, entrambi scesero, continuando a chiacchierare allegramente. Miki, aveva momentaneamente dimenticato che non sarebbe tornata a casa per Natale, così come Akira. Fecero le poche centinaia di metri che li separavano dal campus continuando a parlare.
“Davvero, il tuo compagno ha risposto così al vostro prof ?!” Chiese Miki incredula, facendo riferimento, a quello che gli stava raccontando Akira.
“Te lo giuro!! Il prof , si è arrabbiato di brutto! Tutti, abbiamo pensato che stessero per scoppiargli le coronarie” E tutti e due risero di nuovo. Arrivarono agli alloggi degli studenti, si trattava di alloggi misti.
“Tu, a che piano stai?” Chiese Akira.
“Io sto all’ ultimo piano, il quarto” Disse Miki.
“Ecco perché non ci siamo mai incontrati! Tutti dicono, che al quarto, alloggiano i secchioni” Disse Akira guardandola, facendo finta di essere serio.
“Non è vero!Ho sentito anch’io dire questa assurdità in giro, ma ti assicuro che non è così!!” Si arrabbiò Miki.
Akira scoppiò a ridere “Stavo scherzando” Disse, ancora ridendo della faccia offesa che aveva fatto Miki.
Miki lo guardò storto “Scemo!” disse in finto tono arrabbiato, ma poi rise anche lei “E tu a che piano stai? Scommetto al secondo, quello dei casinisti che fanno sempre feste dalla mattina alla sera!!” Disse Miki per fargli una frecciatina.
Akira smise di ridere e la guardò sorpreso “Hai indovinato!” Disse come un bambino che non crede ai suoi occhi.
Stavolta, fu il turno di Miki, di ridere della faccia che aveva fatto Akira. Anche Akira, si unì alla sua risata. Presero insieme l’ascensore. Miki vide che Akira spinse il tasto del quarto piano.
“Ma tu, non devi fermarti al secondo?” Chiese, guardandolo sospettosa <Mica, si sarà fatto strane idee?> Pensò, un po’ preoccupata.
Akira le sorrise, immaginando cosa lei, potesse pensare “Stai tranquilla, ti porto il bagaglio fino alla porta del tuo appartamento e poi me ne vado”le rispose, come se le avesse letto nel pensiero.
Miki arrossì, sentendosi un po’ in colpa, per ciò che aveva pensato un’attimo prima.
Arrivarono al quarto piano.
“Il mio appartamento è il 207”Disse Miki, Akira le portò il bagaglio fino alla porta.
“Ecco fatto”Disse Akira sorridendo per l’ennesima volta in quella serata. Guardò Miki, e si accorse che il suo viso, era di nuovo malinconico.
“Che c’è?” le chiese Akira un po’ preoccupato.
“Niente” mentì Miki, che non riuscì a convincere nessuno, con quel sorriso forzato.
<Scommetto, che le è tornato in mente, che domani passerà la vigilia qui, e senza la sua famiglia> Pensò Akira, diventando triste anche lui a quel pensiero.. anche lui, sarebbe stato solo. Un idea improvvisa, gli passò per la testa.
“Senti Miki… visto che domani è la vigilia e che tutti e due siamo incastrati qui, e senza la nostra famiglia, ti va se la passiamo insieme? Ce ne possiamo andare in centro per negozi e poi… tu sai pattinare? Possiamo andare a pattinare al palaghiaccio.” Disse Akira guardandola speranzoso.
Gli occhi di Miki si illuminarono ed un bel sorriso fece capolino sul suo viso “Sarebbe un idea fantastica” Disse Miki entusiasta e felice di sapere, che non sarebbe stata sola, la vigilia di Natale.
“Benissimo! Allora facciamo così, domani mattina passo da te verso le nove e ce ne andiamo a fare colazione in centro, anche per il pranzo e la cena possiamo fare lo stesso.. sempre se ovviamente, a te non scoccia” Disse Akira, aspettando una risposta.
“No, per me va benissimo” Disse Miki seria.
Akira sorrise “Ok, allora adesso vado.. speriamo che il mio compagno di stanza abbia cucinato qualcosa. Sto morendo di fame” Disse Akira.
“Già non farmici pensare…” Disse Miki sorridendo anche lei.
“Ora vado davvero, buonanotte Miki”
“Buonanotte Sendoh” Disse Miki sorridendo.
“Senti.. mi faresti un favore? Potresti chiamarmi Akira? ‘ Sendoh’ è un po’ impersonale” La guardò.
“ Buonanotte Akira. Così va bene?” Disse Miki.
“Benissimo” Akira le fece un’ultimo sorriso e sparì nell’ascensore.
Miki sorrise ed aprì la porta del suo appartamento.

LA MATTINA DOPO…

Akira si svegliò di prima mattina tutto felice, era da solo in appartamento, visto che tutti i suoi compagni di casa erano andati via per le feste e l’unico suo compagno rimasto, era partito quella mattina all’alba.
Fece una doccia, si vestì, aggiustò i capelli e prendendo il giubbotto, la sciarpa e le chiavi, uscì di casa, per correre subito da Miki.
Arrivò davanti al suo appartamento, bussò, e dopo un po’ la porta si aprì.
“Ciao Miki, allora sei pronta?” Disse Akira sorridendo, Miki ricambiò il saluto, ma Akira si accorse sia dalla sua espressione, che dal suo tono di voce, che c’era qualcosa che non andava.
“E’ successo qualcosa?” Chiese Akira guardandola preoccupato.
“Sì, ho litigato con i miei genitori ieri sera. Quando gli ho detto di aver perso il treno, e che non potevo tornare a casa, si sono infuriati e mi hanno detto che ero sempre la solita sbadata e cose del genere…oh scusami! Sono proprio maleducata, vieni entra. Devo finire di lavare i piatti della cena di ieri sera e poi andiamo.” Disse Miki, spostandosi per fare entrare Akira. Akira le passò di fianco e Miki si accorse solo allora, di quanto fosse alto, visto che lei era in pantofole e senza tacchi.
“Molto carino il tuo appartamento” Disse Akira, girandosi a guardarla con un sorriso.
“ Grazie, io devo andare in cucina a lavare i piatti, tu vuoi sederti in sala a guardare la tv, nel frattempo?”Chiese Miki.
“Se a te non da fastidio, ti seguirei in cucina; così chiacchieriamo un po’”Aki la guardò.
Miki arrossì, era veramente un ragazzo molto bello e sembrava molto, molto, dolce…
<Miki! Basta!! Se continui così, va a finire che ti innamorerai!! Lo conosco solo da un giorno, ma mi sembra di conoscerlo da sempre…non so proprio che mi stia succedendo…> pensò Miki.
“Non mi da per niente fastidio”Disse Miki.
Tutti e due si recarono in cucina, Miki lavò i piatti e chiacchierarono. Poi, mentre Akira la aspettava in sala, Miki andò a finire di preparararsi per la loro giornata insieme.
<Sembra quasi un’appuntamento> Pensò Miki emozionata, mentre passava un filo di rossetto perlato, sulle labbra. Uscì dal bagno ed andò in camera sua a prendere il cappotto, la sciarpa, i guanti, il cappello e il piccolo zainetto nero che mise sulle spalle.
“Sono pronta” Disse entrando in sala, Akira stava guardando dei video musicali su MTV.
“Bene” Disse lui spegnendo il televisore, ricambiando il sorriso di Miki.
Uscirono dal campus, Akira chiacchierava e sorrideva come al solito, ma Miki era ancora giù per via della litigata con i suoi genitori. Era distratta e quasi non lo ascoltava.
Akira si fermò e le prese una mano tra le sue, Miki alzò uno sguardo sorpreso su di lui.
“Miki… su non essere così triste. Oggi è la vigilia di Natale, non voglio vederti giù, me lo fai un bel sorriso?”Disse Akira dandole il buon esempio, facendole lui stesso, un bellissimo sorriso.
Il cuore di Miki iniziò a battere più forte <Ma che mi sta succedendo?Nessun ragazzo mi ha mai fatta sentire così… con lui riesco a dimenticare tutti i miei problemi…>Pensò Miki mentre gli sorrideva. Il sorriso di Akira si allargò, vedendo spuntare quello di lei.
“Su, via alla stazione!” Disse Akira inziando a correre, tenendola ancora per mano, e quindi, costrigendo anche lei a fare lo stesso. Miki scoppiò a ridere, pensando che Akira Sendoh, fosse un adorabile matto.

Quarantacinque minuti dopo, erano finalmente in centro, nel famoso quartiere di Shibuya.
“Allora, dove la facciamo la colazione? Ti và, se andiamo a farla al bar del centro commerciale? Così poi, ce ne andiamo a girare per negozi. Che ne dici?” Le chiese Akira girandosi a guardarla, camminavano l’uno di fianco all’altro, per le affollate vie del centro.
“Dico, che è un’ottima idea, andiamo pure” Miki sorrise felice ed anche sul viso di Akira, comparve il solito bel sorriso <Miki… è la prima volta, che sto così bene con una ragazza e che provo queste emozioni così forti. Che finalmente, abbia trovato la ragazza giusta?> Si chiese Akira, guardandola di sottecchi, mentre lei, era tutta presa a guardare le vetrine addobbate a festa.
Arrivarono al centro commerciale, fecero la loro colazione mentre chiacchieravano allegramente. Poi dopo, girarono una quantità di negozi all’interno del centro stesso.
Miki ed Akira entrarono in un negozio di musica.
“Wow! C’è l’ultimo cd di Craig David! Non sapevo fosse già uscito… accidenti costa una fortuna! Peccato…”Disse Miki un po’ rassegnata, e subito si mise a guardare in giro altri cd.
Akira, mentre Miki era distratta prese il cd ed andò subito alla cassa per pagarlo.Dopo averlo comprato, se lo infilò in una delle ampie tasche del suo giubbotto e tornò da Miki facendo finta di niente. Le commesse del negozio risero tra di loro, dicendosi che la fidanzata di quel giovanotto così bello, era davvero fortunata.
Dopo il negozio di musica, ne girarono tantissimi altri, cosicchè, si fece subito ora di pranzo.
Andarono a mangiare ad uno dei Mac donald’s, lì in centro. Naturalmente Akira offrì, così come aveva fatto con la colazione, anche il pranzo a Miki, e le proteste di lei che non voleva, così come non erano servite per la colazione, non servirono nemmeno per il pranzo.
Dopo il pranzo, andarono a fare una passeggiata nel parco lì vicino. E poi, verso le tre del pomeriggio, decisero di andare al palaghiaccio. Affittarono dei pattini.
“Cavoli.. è da un po’ che non pattino, spero di non essermi arruginita” Disse Mik un po’ preoccupata, mentre infilava i pattini.
Akira era già a posto e la stava aspettando.
“Spero di no, davvero! Non vorrai farmi fare brutta figura, prendendoti una bella caduta?” La guardò con gli occhi ridenti, stava come al suo solito, scherzando.
“Brutto antipatico!” Disse Miki, facendogli la linguaccia e tutti e due scoppiarono a ridere.
Akira le porse la mano, Miki la prese ed iniziarono a pattinare. Dopo un po’, sciolsero le mani.
“Wow che bello!! da quano tempo non pattinavo! avevo scordato fosse così bello!” Disse Miki ridendo felice.
“Si è magnifico” Approvò Akira.
Pattinavano vicini, Miki decise di fare una giravolta, ma mise male un piede e stava per scivolare a terra, quando Akira appena in tempo, la prese tra le sue braccia impedendole la caduta. Miki, ancora tra le sue braccia, alzò gli occhi verso di lui arrossendo e vide lo sguardo azzurro di Akira, che la fissava con una strana intensità.
“Tutto bene?” Chiese Akira un’attimo dopo, tornando quello di sempre.
“Si, grazie Akira” Disse Miki sciogliendosi da quell’abbracciò così meraviglioso, a malincuore.
“Per fortuna ti ho afferrata! Se no, me l’avresti fatta fare davvero, una brutta figura!” Disse Akira mettendosi a ridere.
“Antipatico!” Disse Miki mentre rideva anche lei, ma dentro di sé, continuava a pensare, alla bellissima sensazione che aveva provato un’attimo prima, tra le sue braccia.
Akira e Miki pattinarono fino a tardi. Erano le otto di sera, quando uscirono dal palaghiaccio.
“Senti, visto che è la vigilia, io direi di fare le cose per bene. Ti và, di andare a cenare in un ristorante italiano?” Chiese Akira guardandola.
Miki spalancò gli occhi, i ristoranti italiani costavano molto cari, lei non poteva certo permetterseli e sicuramente Akira le avrebbe voluto offrire anche la cena, non poteva assolutamente accettare.
“Non sarebbe meglio, un ristorante cinese?” Chiese Miki, sperando di riuscire a convincerlo.
“Oh… non ti piace la cucina italiana? Allora che ne dici di quella francese?” Chise ancora lui, che non aveva compreso l’imbarazzo di Miki.
Miki si innervosì… <Accidenti a lui… ed ora cosa gli dico?> Pensò, cercando una scusa.
Akira la guardò e vide che aveva lo sguardo corrucciato. Se ne chiese il motivo, e finalmente comprese <Che stupido! Spero di non averla messa troppo in imbarazzo. Ma io volevo portarla in quel bel ristorante dove sono stato una volta con i miei genitori. Io non ho certo problemi di soldi… ma se a lei da fastidio, non voglio certo costringerla>.
“Miki, lo sai che hai ragione? E’ molto meglio il ristorante cinese! Allora andiamo!Io ne conosco uno qua vicino, che è la fine del mondo!!”Disse Akira prendendola per mano e mettendosi a correre, tra gli sguardi interessati ed incuriositi della gente per strada.
Miki, ancora una volta, trascinata in una folle corsa; rise mentre pensava <Akira Sendoh… sei davvero un ragazzo speciale e molto sensibile, sono sicura che hai capito. Ecco perché, ora vuoi andare al ristorante cinese…>.

Finalmente alle 11 di sera, tornarono al campus. Erano entrambi stanchi morti.
“Adesso cosa farai Miki? te ne vai a dormire?” Chiese Akira, mentre andavano a prendere l’ascensore.
“Credo proprio di sì, sono molto stanca. Tu che farai Akira?” Chiese lei di rimando.
“Mah… non lo so. Una cosa è certa, non ho sonno!” Disse Akira sorridendo,anche Miki sorrise.
Akira arrivò al suo piano.
“Senti Miki… ti va di passare anche domani insieme con me?” Chiese Akira, un po’ titubante.
“Con molto piacere, Akira” Rispose Miki sorridendo.
“Bene. Allora, a che ora ci vediamo?” Chiese ancora lui.
“Verso le dieci, ti va bene? Vorrei dormire un po’ di più, domattina.”Rispose lei.
“Va benissimo!” Disse Akira sorridendo felice.
“Buonanotte” Disse ancora Akira dandole un bacio sulla guancia. Miki rimase imbambolata, mentre le porte dell’ascensore si chiudevano e il bel sorriso che ancora Akira le stava rivolgendo, sparì dietro di loro.

25 Dicembre ore 9.00 a.m

Akira Sendoh, sdraiato ancora nel letto, si mise su un fianco per vedere l’ora. La sua radiosveglia, poggiata sul comodino vicino al suo letto, segnava le nove. Anche se lui, era sveglio da almeno un’ora buona. Era la prima volta in vita sua, che si svegliava prima che la sveglia suonasse. Anzi, per dirla tutta, lui non si svegliava nemmeno quando la sveglia suonava!
Continuava a pensare a Miki, il pensiero di vederla, lo aveva svegliato. Guardò il cd che le aveva comprato, anch’esso poggiato sul suo comodino. Akira lo aveva impacchettatto con carta e nastro, anche se non ne era venuto fuori un gran lavoro. Lui, non era portato per quelle cose.
“Bè, dopotutto è il pensiero che conta” Disse ad alta voce, alzandosi dal letto e andando a farsi la doccia. Mentre era sotto il getto dell’acqua calda, continuava a pensare a quando le avrebbe dovuto dare il regalo. Non gli pareva il caso di darglielo a prima mattina. Così, decise che glielo avrebbe dato alla fine della loro nuova giornata insieme.
<Sì, mi pare una buona idea> Pensò, e sorrise immaginando la faccia che avrebbe fatto Miki.
“Miki…” ripetè ad alta voce. “Dopo tanto tempo, ti ho finalmente trovata…”.


Miki era sveglia da molto tempo ormai, anche se era ancora, dentro al suo letto. Stava pensando ad Akira Sendoh. Le sembrava impossibile che si conoscessero solo da due giorni. Si chiedeva, come aveva fatto a vivere fino ad allora, senza di lui. Da quando lui, era entrato nella sua vita tutto le sembrava più bello, più colorato, più allegro. Tutto era diventato fantastico e splendido.
<Splendido come lo sei tu, Akira…> Pensò. Si toccò la guancia, che lui la sera prima aveva sfiorato con tocco leggero, e divenne ancora una volta, rossa al ricordo.
“Akira… può essere possibile che io, già, mi sia innamorata di te?” Disse Miki ad alta voce sorridendo. Era felice di essersi innamorata, non le era mai successo prima d’allora, ed era una sensazione meravigliosa, incredibile.
Ma poi, un po’ si intristì <E se a lui di me non importasse niente? Con tutte le ragazze che gli ronzano attorno…> pensò incupendosi.
<Basta!! Non ci voglio pensare, voglio solo godermi questa giornata insieme a lui e non pensare a nient’altro!> Si disse Miki, accese la radio e se ne andò in bagno.

Alle dieci precise, cosa incredibile per un ritardatario cronico come Akira Sendoh, bussò alla porta di Miki. Miki aprì la porta col sorriso sulle labbra. Lo stesso sorriso, che aveva anche Akira.
“Buon Natale, Miki” Disse Akira.
“Buon Natale, Akira”Disse Miki, facendolo entrare nel suo appartamento.
“Allora, oggi cosa ti va di fare?” Chiese Akira, quando entrambi, sedettero sul divano in sala.
“Sai che cosa? Ho una voglia matta di andarmene in qualche sala giochi, che ne dici?” Chiese Miki tutta entusiasta.
“Che è un’ idea grandiosa! Andiamo!”.

Miki ed Akira trascorsero un’ altra bellissima giornata insieme. Si divertirono un mondo e chiacchierarono allegri tutto il giorno, riuscendo anche a dimenticare per un po’, di essere lontani dai loro cari, nel giorno di Natale.
Tornarono al campus alle 11 di sera.
Akira era pensieroso, non riusciva a trovare il momento giusto per darle il regalo ed ormai erano arrivati davanti all’ascensore. Lui arrivò al suo piano, ma ancora non le aveva consegnato il regalo. Si arrabbiò con sé stesso <Ma che mi prende? Io non sono mai stato timido, una volta in vita mia, ed allora, perché non riesco a darle il regalo che le ho preso?> Pensò Akira con un cipiglio.
Miki lo guardò <Ma che cos’ha?> si chiese, gli sembrava strano vederlo silenzioso e senza quel suo bel sorriso.
“Akira … sei arrivato, questo è il tuo piano” Disse Miki, cercando di riscuoterlo.
“Ah… si, hai ragione. Buonanotte Miki, ed ancora buon Natale” Disse Akira sorridendo.
Miki si tranquillizzò vedendo che era tornato sé stesso.
“Buonanotte Akira, e di nuovo buon Natale, anche a te” Disse lei sorridendogli.
L’ascensore chiuse le porte e Miki salì al suo piano.
Akira era ancora di fronte all’ascensore a darsi dell’idiota, quando un ragazzo gli si avvicinò.
“Ciao Akira! Anche tu sei rimasto qui al campus, per le feste?” Gli disse.
Akira si girò a guardarlo e riconobbe uno dei suoi tanti amici.
“Ciao Tsukasa, non sapevo fossi anche tu, qui.” Disse sorpreso.
“E non solo io, quest’anno sono rimasti tantissimi studenti, e siccome non ci andava l’idea di non festeggiare Natale, abbiamo organizzzato una bella festa in palestra. E’ appena iniziata e c’è pure un buffet, che ne dici?Ti và, di unirti a noi amico?” Chiese Tsukasa sorridendogli, sapeva che Akira amava la compagnia.
Akira fece un sorriso larghissimo, quella era l’occasione giusta, per consegnare il suo regalo a Miki.
“Certo che vengo Tsukasa! Grazie amico. Posso portare anche una ragazza con me?” Chiese guardandolo.
“Sei sempre il solito! Questa chi è? La millesima?” Disse Tsukasa scherzando.
“No Tsukasa, questa è l’unica” Disse Akira serio, con occhi dolci.
Tsukasa rimase molto sorpreso e capì che anche Akira, era caduto vittima dell’amore.
“Certo amico, portala pure la tua bella! A dopo” E Tsukasa, sparì dentro all’ascensore.
Akira prese le scale, fece i gradini a due a due, ed arrivò tutto affannato, davanti alla porta dell’appartamento di Miki. Bussò.

Miki, un po’ spaventata, andò vicino alla porta e chiese chi fosse. Quando senti dire ‘Akira’, aprì subito, sollevata.
“Miki! Su preparati! In palestra c’è una festa natalizia, non possiamo mancare! Allora? Dimmi di sì!” Disse Akira appena la porta si aprì, non lasciando a Miki, nemmeno il tempo di dire una parola.
Miki lo guardò, ancora un po’ confusa, da tutto il suo entusiasmo. Akira, aspettava la sua risposta sorridendole.
“Va bene, si” Disse Miki sorridendo. L’entusiasmo di Akira era contagioso.
“Perfetto! Vado a prepararmi anch’io. Ci vediamo tra venti minuti, per te va bene?” Chiese ancora Akira.
“Si”Disse Miki, Akira le sorrise ancora e sparì prendendo le scale anziché l’ascensore. Era proprio su di giri.

30 minuti dopo erano tutti e due alla festa. La palestra, era stata tutta addobbata, con nastri colorati e palline di natale, c’era perfino ‘ l’albero di Natale’, un bel buffet e naturalmente l’immancabile musica. Melodie romantiche, si alternavano con musica dance e rock. La palestra era gremita ed Akira e Miki, furono sorpresi di scoprire, quanta gente fosse rimasta nel campus, per le vacanze.
“Wow!!Che bella festa” Disse Miki, felice di trascorrere ancora un po’ di tempo assieme ad Akira.
“Già… proprio bella…” Disse Akira, ma mentre diceva queste parole, era Miki che guardava e non la festa. Miki arrossì.
“Ti và, di ballare?” Gli chiese Akira guardandola intensamente, nella palestra risuonava la bellissima canzone di Ronan Keating: ‘ When the world was mine’.
Miki disse di sì. Andarono nel centro della palestra, adibito per l’occasione, a pista da ballo.
Akira la prese tra le braccia e Miki poggiò la guancia contro il suo petto caldo.
Si muovevano tutti e due lentamente seguendo il ritmo della dolce melodia, entrambi emozionatissimi. Miki si sentiva così sicura e protetta tra le forti braccia di Akira, ed Akira si sentiva così felice di averla tra le sue braccia. Era felice perché l’amava. Sapeva che sarebbe stato così per lui, che avrebbe subito riconosciuto, la ragazza, che avrebbe amato per tutta la vita. Ed ora quella ragazza, stava ballando insieme a lui.
Miki era felicissima, non avrebbe mai pensato che l’amore fosse un sentimento così bello ed intenso, tanto forte da toglierle il respiro e soprattutto, non avrebbe mai creduto, che una ragazza razionale come lei, si sarebbe innamorata di un ragazzo, in meno di due giorni!!
La canzone finì e fu sostituita da un brano di musica dance. Miki ed Akira tornarono in mezzo agli altri.
“Ehi! Aspettate voi due! Dove state andando?Date un’occhiata sopra le vostre teste…” Miki ed Akira guardarono sopra le loro teste, come aveva detto di fare Tsukasa, e videro che c’era appeso del vischio.
“Tsukasa! Ma questa è un usanza americana, che c’entra con noi che siamo giapponesi?” Disse Akira imbarazzato.
“Bè è la regola della festa! Le coppie che passano sotto al vischio devono baciarsi! Avanti Akira… ti vergogni di baciare la tua ragazza?” Disse Tsukasa, e gli altri ragazzi che erano vicino a lui, si misero a ridere.
“Che scemo!” Disse Akira e guardò Miki che era tutta rossa, ma non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di baciarla.
“Allora Miki? Gliela facciamo vedere a questi stupidi? Che dici?” Chiese Akira dolcemente, poi si avvicinò al suo orecchio e continuò “Non ti preoccupare, ti sfiorerò appena le labbra, giusto per farli tacere. Ma solo se ti và”.
Miki lo guardò imbarazzata, pensò che forse quella, sarebbe stata l’unica occasione nella sua vita, di baciare il ragazzo che amava, e contrariamente a tutte le sue regole di comportamento, accettò di baciarlo, sorprendendo, soprattutto sé stessa.
Akira si avvicinò alle labbra di lei, e le sfiorò con le sue, come una carezza. Miki si sentì scoppiare il cuore in petto. Un emozione dilagante la colse. Anche per Akira fu lo stesso, non aveva mai sentito qualcosa di così forte, prima di allora. Tutti e due finirono il bacio visibilmente scossi, mentre Tsukasa e gli altri, applaudivano ridendo.
Miki si infastidì e si mise a correre via dalla festa, Akira prese al volo il suo giubbotto e la inseguì correndole dietro, riuscì ad afferrarla per una mano, si trovavano nel parco che circondava la palestra.
“Lasciami!” Disse Miki arrabbiata, ce l’aveva soprattutto con sé stessa che aveva accettato di baciarlo davanti a tutti, pur di poterlo baciare. Ma ora, si sentiva in colpa.
“Miki, che ti prende? Quelli sono degli stupidi, devi lasciarli perdere” Disse Akira preoccupato, cercando di prenderle il volto con una mano, ma lei gli impediva di vederla in viso.
“Sono degli stupidi?! Però hai voluto stare al loro gioco. Scommetto, che ti sei divertito anche tu! Sono stata una stupida a darti ascolto! Ora lasciami!!” Disse Miki sempre più arrabbiata e sempre tenendo il viso girato, per non farlo vedere ad Akira.
Akira provò molta paura. Paura di perderla, prima di averla mai, avuta davvero.
“No, ti sbagli! Non è per loro che ti ho baciata, l’ ho fatto perché ti amo!” Disse, confessandole i propri sentimenti. Continuando a tenerla per un braccio.
“Ma non farmi ridere!Vuoi fare il play-boy, anche con me? Ma con me non attaca, lascia andare il mio braccio, Akira!E trovati qualcun’altra per giocare. A me non piace giocare!”Disse Miki con la voce rotta.
Akira riuscì finalmente a vederla in volto. Miki stava piangendo! Akira sbarrò gli occhi, sentendo un stilettata al cuore a vederla così, per colpa sua, poi!
L’abbracciò, stringendola forte “Perdonami Miki!! Non volevo farti stare male, ma è vero; Io ti amo! E’ solo per questo, che ti ho voluta baciare. Solo per questo!” le disse Akira, mentre continuava a stringerla col cuore ancora pieno di paura, all’idea di perderla.
Miki continuava a piangere tra le sue braccia.
“Miki ti prego, dimmi qualcosa. Io ti amo, credimi! Non l’ho mai detto a nessuna prima d’ora, perché prima d’ora, non mi sono mai innamorato. Lo so, che ti può sembrare incredibile, visto che ci conosciamo solo da due giorni. Eppure è così!”Gridò Akira disperato.
Proprio in quel mentre si sentì un rumore, come di qualcosa, caduto per terra.
Miki spaventata dal rumore, si spostò dalle braccia di Akira e vide quello che sembrava essere un regalo di natale, vicino ai suoi piedi. Lo raccolse.
“Questo è tuo?” Chiese, con gli occhi ancora bagnati dalle lacrime.
“No, è tuo” Disse Akira triste, per come stavano andando le cose, tra di loro.
“Ti sbagli, non è mio. Deve per forza essere caduto a te, visto che qui, ci siamo solo noi due.” Disse Miki, ancora arrabbiata.
“Si, questo è vero. E’ caduto dalla tasca del mio giubbotto, ma quello era il tuo regalo di Natale. Tanto ormai,che importa? Non era certo in questo modo che volevo dartelo. Senti, ti accompagno fino agli alloggi visto che è molto tardi, e poi sparisco, te lo giuro. Mi dispiace molto che sia finita così tra di noi… ancora prima di cominciare.” Disse Akira con la morte del cuore, non avrebbe mai immaginato di poter stare così male. Akira guardò Miki. Stava aprendo il suo regalo!
Miki, vide che era il cd che lei voleva tanto e spalancò gli ochi sorpresa, poi, prese il bigliettino
che era poggiato sul cd e lo lesse nella sua mente:
‘‘ Miki, mia nonna diceva sempre che avrei riconosciuto tra mille, la mia anima gemella. E quando ho conosciuto te, ho capito che aveva ragione. Che ne dici? Me la vuoi dare una possibilità?
Quando ascolti questo cd, pensami.
Buon Natale,
Akira ‘
Miki si commosse. Allora era vero? Akira l’amava! Anche lui si era innamorato di lei, come lei di lui, in soli due giorni! Si buttò tra le sue braccia, Akira spalancò gli occhi e la strinse a sé.
“Akira ti amo anch’io! Solo che, non riuscivo a credere che anche tu ti fossi innamorato di me e pensavo, dopo quel bacio, che mi considerassi solo una delle tante e che mi stessi mentendo per raggiungere i tuoi scopi; ma ora so che non è così!” Disse Miki guardandolo, quel bigliettino e il suo pensiero così gentile per lei, le avevano fatto capire che Akira era sincero.
“Per fortuna l’hai capito, altrimenti avrei dovuto impiegare il resto della mia vita per riconquistarti” Disse Akira sorridendo con dolcezza. Avvicinò le labbra a quelle di lei e la baciò con trasporto, come solo un bacio vero e pieno d’amore può fare.
“Ti amo” disse Akira, quando il loro bacio finì.
“Ed io, amo te” Disse Miki poggiando la sua guancia contro il petto di Akira.
“Lo sai Miki? Questo è il mio Natale più bello” Disse Akira, accarezzandole i capelli e guardandola con dolcezza.
“Lo è anche per me, Akira. Il mio bellissimo, Natale con te” Disse Miki guardandolo negli occhi.

Si baciarono ancora e da quel giorno, niente per loro sarebbe stato più lo stesso.
Tanta felicità e momenti bellissimi, li attendevano. Per sempre.


Fine

Vi è piaciuta, cari lettori? Spero proprio di sì!
Aspetto i vostri commenti su questa fic.
Vi auguro uno splendido Natale e delle bellissime feste.
Bacioni a tutti quanti,
Yukari.