Anima e corpo

+ + +

Whatever our souls are made of, his and mine are the same.
Emily Bronte

+ + +

Los Angeles - 15 Ottobre 2002

Hyperion Hotel

Angel fissava i contorni del paesaggio farsi via via più indistinti nella luce dell'imbrunire. Presto Los Angeles si sarebbe accesa a nuova vita con le sue mille luci notturne e i suoi colori al neon, ma ora, nell'attimo infinitesimale che segnava il passaggio tra la luce e il buio, la città sembrava riposare quieta, in attesa. Era un momento di pace infinita, proprio perché seguiva e precedeva ore di movimento frenetico e di suoni confusi. Riusciva quasi a ritrovare una parvenza di serenità, in quel momento, seduto sulla sua poltrona preferita di fronte alla finestra del suo studio.

-Hai intenzione di rimanere ancora molto a rimuginare al buio?-

Angel non poté fare a meno di sorridere mentre si girava a guardare Cordelia che se ne stava in piedi, sulla soglia della stanza, sfolgorante in uno dei suoi completi all'ultima moda.

Cordelia trattenne il respiro per qualche secondo. Eccolo lì il sorriso dell'angelo. Così raro, così difficile da ottenere. Era bello da togliere il fiato quando sorrideva in quel modo. Non che di solito fosse brutto. Ma quando aveva quel sorriso a fior di labbra e quello sguardo condiscendente...bè era irritante. Come si fa a essere affascinanti e condiscendenti allo stesso tempo? E' assolutamente contro ogni legge di natura! Wesley la guardava continuamente con condiscendenza, per non parlare di come l'aveva sempre guardata il signor Giles, e di certo non le sarebbe mai venuto in mente di associare a quei due l'aggettivo affascinante. Anche se Wesley ultimamente...ma comunque non era questo il punto...dov'era il punto? Ah sì, Angel era affascinante. No, un momento. Non era affatto questo il punto! Angel era solo il suo datore di lavoro. Niente fascino, niente attrazione. Solo un rapporto di lavoro. Anche se una volta o due aveva quasi creduto che...ma erano passati anni luce...ed era passata Darla...e ora c'era Connor a cui pensare. Era lui la cosa importante, non la sua stupida vita sentimentale. E poi quale vita sentimentale? Non c'era nessunissima vita sentimentale a cui pensare. Dio, perfino Fred aveva una vita amorosa più movimentata della sua! E intanto lei passava la maggior parte del suo tempo immobile sulla soglia di qualche stanza a fissare incantata un vampiro che era più vecchio del suo bisnonno...

-Cordy, ti sei incantata?-

Appunto.

-Io...ecco pensavo che...-

Bene, ci mancava solo l'afasia. Era afasia la parola giusta, vero? Non riusciva mai a ricordare la differenza tra apatia e afasia. Ma sospettava che tutte e due le parole fossero assolutamente adatte a descrivere la sua condizione attuale.

-C'è qualcosa che non va?-

Sorriso sparito. Si era alzato ora e si trovava a pochi passi da lei. Cordelia respirò a fondo, tornando a indossare la sua brevettata espressione "la mia unica preoccupazione è l'apertura della stagione dei saldi", prima di rispondere.

-Mi hai rubato la battuta! In effetti ero venuta solo per vedere come stavi. E' da quando Doyle è...voglio dire...da quando c'è Connor non eri più rimasto tanto tempo chiuso qui, da solo...-

Angel guardò la ragazza abbassare il capo di scatto. Si torceva le mani, a disagio. Era sempre così quando il nome di Doyle veniva pronunciato per caso o per errore in qualche conversazione. Nonostante tutto quello che era accaduto il demone dagli occhi azzurri era sempre rimasto tra loro. Abbassò lo sguardo un istante cercando di scacciare l'ingiustificato senso di fastidio che questo pensiero gli provocava, poi le prese le spalle costringendola a fissarlo negli occhi.

-Sto bene. Mi ero solo perso in vecchi ricordi...niente di importante-

La ragazza lo fissò con uno sguardo serio, la fronte leggermente corrugata, decisamente un'espressione poco adatta alla sua "reginetta di bellezza", pensò Angel...non "sua" nel senso di *sua* naturalmente. Era più un "sua" nel senso amichevole del termine...come a dire sua amica ecco...perché Cordy era sua amica e questo andava bene, no?

-So che c'è un sacco di storia tra te e Spike...insomma vent'anni insieme, wow! Siete un po' come Jack Lemmon e Walther Matthau, sai quelli della tv...la strana coppia o qualcosa del genere, solo più dark e con molto più sangue, mi segui?-

Lo vide assentire poco convinto.

-E' solo che, non posso dimenticare che l'ultima volta che è stato qui ti ha quasi ucciso e...-

-Ne abbiamo già parlato-

Angel le lasciò le spalle e si voltò per raggiungere la finestra. Sulla città era calata la notte e le luci intermittenti e violente sembravano tanti strappi su un telo di velluto scuro.

-Lo so, ma il fatto è che non riesco a capire cosa ti spinga a perdere tanto tempo per lui, d'accordo ti ha salvato un paio di volte e avete una sottospecie di legame di sangue, ma...Angel tu hai un figlio adesso, un figlio vero, qualcuno che è legato a te non perché gli hai dato la morte, ma perché gli hai dato la vita e io proprio non capisco come tu possa preferire rimanere qui a rimuginare sul tuo passato e su Spike, William o quello che è, invece di venire di là e prendere in braccio Connor...-

Angel si voltò allora, nei suoi occhi c'era una rabbia a stento controllata e per un attimo, soltanto per un attimo, Cordelia ebbe l'impressione di rivedere Angelus.

-Pensi che non ami Connor abbastanza? Pensi che non gli dedichi abbastanza tempo? Pensi che sia un cattivo padre? Rispondimi!-

Ma non era rabbia quella che guidava Angel in quel momento. Non era violenza o crudeltà. Cordelia lo percepì con chiarezza. Era paura. Era la sensazione di inadeguatezza che colpisce chiunque sia sottoposto al peso di un destino troppo grande. Avrebbe dovuto capirlo molto prima. Non era forse quello che aveva provato anche lei quando aveva ricevuto le visioni?

-Sei un padre meraviglioso Angel. Non c'è bisogno che sia io a dirtelo. Puoi vederlo tu stesso negli occhi di Connor, ogni volta che ti guarda-

La tensione scivolò via dal corpo di Angel, come acqua leggera.

-Scusami, io...non volevo urlare...non con te-

Cordelia scrollò le spalle tornando a sorridere rilassata.

-Lo so che a volte riesco ad essere insopportabile, ma fa parte del mio irresistibile fascino, no?-

Angel nascose un sorriso prima di tornare a guardarla negli occhi.

-Sì, irresistibile-

Cordelia si sentì presa in contropiede e quasi indietreggiò di un passo.

-Bè sarà meglio che vada ora...mi pare di aver sentito Connor piangere e...-

-Cordy-

-Sì?-

Stupida voce, trema sempre nei momenti meno opportuni. Cordelia si sforzò di ricambiare lo sguardo di Angel.

-So che è difficile da capire...a dire la verità neanch'io lo capisco molto bene...ma c'è un legame tra me e Spike...una connessione che ho ignorato per troppo tempo e adesso devo sapere...anche per Connor...e per...voi. Per potervi proteggere. Io devo sapere cosa mi lega a Spike...cosa significano i sogni che faccio continuamente...-

-E se ci fosse un modo per saperlo?-

Angel e Cordelia alzarono gli occhi per vedere Wesley in piedi sul limitare della soglia.

Rimasero per qualche secondo immobili a fissarsi l'un l'altro. Fu Angel a rompere il silenzio per primo.

-Cosa vuoi dire, Wes?-

Il giovane osservatore entrò nella stanza fermandosi proprio di fronte al vampiro, i suoi occhi celesti fissi in quelli scuri dell'altro.

-Se ci fosse un modo per risalire all'origine dei tuoi sogni ricorrenti, qualcosa che potesse aiutarti a comprendere la natura del legame che ti unisce a Spike, un espediente che fosse in grado di svelarti il motivo del senso di colpa e di dovere che provi nei suoi confronti?-

-Io non mi sento in colpa...o in dovere. E poi, di cosa stiamo parlando esattamente?-

Wesley incrociò le braccia compito.

-Spiritismo-

-Spiri...tu devi essere impazzito!-

Angel tornò a sedersi sulla poltrona ridendo nervosamente.

-La credenza che lo spirito sopravviva alla morte e che si possa comunicare con il mondo degli spiriti è antica e diffusa. La nascita del primo movimento spiritista risale addirittura al 1848, quando due sorelle americane, Margaret e Kate Fox, dichiararono che gli spiriti parlavano con loro in un codice fatto di colpi intermittenti. Una specie di Morse ante litteram. Da allora in poi milioni di persone cominciarono a tenere sedute spiritiche e furono inventati mezzi per ricevere i messaggi degli spiriti...-

La voce di Wesley aveva la stessa intonazione e la stessa flemma di quella dello speaker di Educational Channel e Angel aveva sempre detestato i documentari.

-Ho conosciuto molti sedicenti medium da quando sono...morto, e ti assicuro che erano tutti ciarlatani...-

-Naturalmente il movimento è stato danneggiato da alcuni membri poco scrupolosi o non del tutto onesti, ma lo spiritismo è da molti considerato una scienza...non esatta naturalmente, ma spesso efficacie...Angel, devo dedurre che la tua opposizione così netta e ostinata nasconda un motivo profondo? Forse hai avuto esperienze poco piacevoli in passato?-

Angel scacciò dalla mente l'immagine della zingara dagli occhi azzurri.

-Non ho bisogno di un corso di base sulla parapsicologia e i molteplici usi delle tavolette ouija, e di certo non ho bisogno che qualcuno mi psicanalizzi...-

Cordelia tossicchiò vistosamente dall'angolo della stanza guadagnando un'occhiata risentita da parte di Angel e uno sguardo perplesso da Wesley.

-Oh, non è niente, solo un po' di raucedine, sapete questi continui cambiamenti metereologici...ma continua pure Wes, soprattutto la parte sulle cure psichiatriche mi sembrava eccitante!-

-"Eccitante" non è esattamente il termine che avrei usato, ma devo ammettere che alcuni di questi libri sono decisamente stimolanti, sembra che all'inizio del secolo siano venuti allo scoperto un gran numero di medium "fisici" attraverso i quali, durante le sedute, gli spiriti compivano cose straordinarie. Alcuni medium levitavano; altri facevano muovere oggetti, apparire luci scintillanti, suonare strumenti musicali senza toccarli. Oggi, però, la maggior parte dei medium sono medium "mentali", e limitano la loro attività a riferire messaggi dall'Aldilà. Ma la cosa interessante è che alcuni ricercatori dicono che i medium sono in grado di usare la telepatia, e di fatto leggono il pensiero di coloro che partecipano alle sedute spiritiche per ricavarne informazioni. Spesso però emergono fatti ignorati dallo stesso partecipante alla seduta...-

-Quindi il tuo medium cercherebbe nel cervello di Angel qualcosa che possa spiegare la sua mania per Spike?-

Angel alzò le braccia esasperato.

-Volete smetterla di delirare? Io non ho nessuna *mania* per Spike e soprattutto non ho la minima intenzione di partecipare a una seduta spiritica o a qualunque altra *pratica* che implichi la presenza di qualcuno che mi fruga nel cervello solo per dire a voi che quando avevo dieci anni andavo nei campi di cardi a caccia di Lepricani-

Angel si pentì subito di aver parlato. Wesley lo osservava interessato e Cordelia lo fissava con sdegno evidente.

-Tu andavi a caccia di lepricani? Povere bestiole! Non esisteva qualche associazione animalista ai tuoi tempi? Non so una specie di WWF irlandese?-

Wesley si passò una mano sul volto nascondendo un sorriso.

-I Lepricani, Cordelia, non sono animali, ma tipici folletti irlandesi ritenuti portatori di grandi fortune per chi entra in contatto con loro...e Angel, il medium in questione non cercherebbe informazioni relative al tuo periodo infantile, ma a un'epoca per così dire più recente, senza dubbio non precedente alla vampirizzazione di Spike e naturalmente non è necessario che noi siamo presenti anche se, per puri scopi scientifici, non mi dispiacerebbe assistere alla seduta-

-Non se ne parla comunque-

Angel voltò le spalle a entrambi chiudendosi in un ostinato silenzio. Wesley sospirò affaticato e si sedette accanto a Cordelia intenta ad aggiustarsi il trucco in un minuscolo specchietto di madreperla, i Lepricani apparentemente erano lontani dalle sue preoccupazioni attuali.

-Naturalmente non sei obbligato, è solo che mi pareva di aver capito che tu volessi scoprire cosa sta succedendo a te e a Spike, *se* gli sta succedendo qualcosa, e dato che i tuoi sogni recenti sembrano avere a che fare con il vostro passato comune indagare su quello mi era sembrata la strada più semplice per avere qualche risposta-

-E perché credi che abbia riportato qui Drusilla? Lei ha una memoria vivida e di certo conosce Spike meglio di chiunque altro...basta saperla prendere nel modo giusto e sono sicuro che ci darà tutte le risposte che vogliamo...-

-Stai parlando di quella tizia che ripete incessantemente il nome della sua bambola da quattro giorni?-

-Cordelia!-

La ragazza sbuffò in direzione di Angel.

-Stavo solo facendo una domanda innocente!-

-E quanto mai giustificata-

Concluse Wesley.

-Mi sembra più che evidente che ottenere ripsoste da Drusilla non è esattamente la cosa più agevole del mondo e anche se ci desse delle risposte, Angel, sei sicuro che riusciresti a capirle?-

Angel appoggiò le mani sul bancone della reception lasciando ricadere tutto il suo peso sulla superficie di legno scuro.

-Quando pensi che potremmo fare una prova di...questa cosa...-

Wesley si alzò immediatamente in preda a un'evidente agitazione.

-Quando vuoi!-

Angel si voltò verso di lui con un'espressione perplessa sul volto.

-Non vorrai farla tu la Seduta, vero?-

-Oh certo che no! Una Seduta che abbia un certo rigore anche dal piano dello studio e dell'osservazione degli eventuali risultati, comporta necessariamente la presenza di un medium esperto e poi ci vuole il luogo adatto...una stanza lontana dai rumori esterni, con finestre e porte chiuse, illuminazione scarsa, priva di oggetti fragili o pericolosi e a quanto pare moderatamente riscaldata e...-

-Wesley!-

-Ah sì scusa, stavo divagando vero? Comunque, in previsione di una tua risposta affermativa mi sono permesso di contattare un luminare in questo campo che oltretutto è anche stato per molti anni uno stretto collaboratore del Consiglio e ha studiato approfonditamente il campo dell'occultismo e...-

-Wesley!-

-Sì certo, lo faccio entrare immediatamente-

Angel fu preso alla sprovvista.

-E' già qui? Vuoi dire che eri già certo che avrei detto di sì?-

Wesley sorrise con calore prima di dirigersi verso l'anticamera.

-Ero solo certo che saresti stato disposto a fare qualunque cosa pur di salvare qualcuno a cui tieni-

Angel si morse il labbro inferiore sentendosi poco più che un ragazzino raggirato da un compagno più grande di lui.

-Non è che tengo a lui è che sono stufo di sognarlo tutte le notti...-

Il suo pallido tentativo di giustificarsi fu interrotto dall'ingresso del medium. Un ometto di mezza età coperto da un lungo soprabito di velluto scuro e con il volto illuminato da un sorriso che scopriva una fila di denti bianchissimi.

-Sarà un vero piacere poter lavorare con voi signor Angel. Sono certo che ne trarremo reciproco giovamento-

Angel strinse con diffidenza la mano che lo sconosciuto gli porgeva. Aveva occhi scurissimi e lattiginosi e uno sguardo troppo acuto.

-Mi creda, comprendo le sue reticenze. La Seduta Spiritica è certamente un metodo di lavoro sul quale troppo spesso si è abusato e speculato, ma anche un metodo che troppo spesso viene usato con eccessiva leggerezza, senza badare ai pericoli ai quali ci si può involontariamente esporre...-

-Quando cominciamo?-

Gli occhi dell'uomo scintillarono di eccitazione.

-Naturalmente è necessario scegliere il luogo adatto...di certo non un posto dove si è già manifestato in passato un poltergeist così violento...-

Angel ritirò la mano sorpreso.

-Come sa degli spiriti dell'Hyperion...-

L'uomo sorrise in tralice.

-E' il mio lavoro, figliolo-

Poi con gesti rapidi ed efficaci estrasse dalla tasca un taccuino di pelle nera e iniziò a sfogliarlo con attenzione.

-Ecco, credo che potremmo fare...vediamo...oh sì, vedo che è stato cancellato un appuntamento...venerdì alle venti nel mio studio?-

Angel continuava a fissare lo sconosciuto poco convinto. Wesley tossicchiò nervosamente e sorrise all'occultista.

-Sono sicuro che venerdì andrà benissimo-

L'uomo assentì compiaciuto ricacciando il taccuino in tasca e preparandosi a uscire dalla stanza. Angel lo trattenne per il braccio, con decisione.

-Non credo di aver sentito il suo nome signor...-

-Dottor Daniel Douglas Home-

Rispose l'altro senza esitare, prima di uscire dall'Hyperion, scomparendo dalla loro vista.

-Non mi convince-

La voce di Cordelia ruppe l'atmosfera tesa che l'uscita di scena del medium aveva lasciato. Angel assentì distrattamente.

-Voglio dire, non mi ha neanche degnata di uno sguardo! Vi sembra una cosa normale?-

+ + +

Los Angeles - 18 Ottobre 2002

Market Street 42

Angel e Wesley erano immobili da almeno dieci minuti di fronte all'ingresso del negozio. Un'insegna al neon rimandava l'accattivante scritta "Robivecchi. Voi vendete, noi compriamo".

-Sei sicuro che sia l'indirizzo giusto?-

Disse Angel con qualche perplessità, senza staccare gli occhi dalla scritta luminosa.

-Market Street 42...sì il posto è questo...almeno qui c'è scritto così-

Prima che potessero farsi altre domande, la porta si spalancò di fronte a loro con un suono tintinnante e il dottor Home li accolse sorridendo.

-Bene arrivati!-

Poi cogliendo l'espressione perplessa sui loro volti sorrise di nuovo.

-Sapete com'è, in qualche modo bisogna pur vivere. Sono sempre stato appassionato di oggetti antichi o quanto meno datati e così...ma entrate vi prego, non rimanete lì sulla porta-

L'uomo li precedette nell'ingresso dirigendosi poi verso una piccola porta dietro il bancone. Indossava un lungo camice di cotone pesante che strusciava per terra ad ogni suo passo.

-Qualcuno gli ha mai detto che esistono sarti che fanno abiti su misura?-

Wesley lanciò uno sguardo di rimprovero ad Angel prima di rispondere.

-Date le condizioni del negozio non credo se lo possa permettere...sembra che qui dentro nessuno abbia spolverato da mesi-

-Da questa parte, prego-

La voce accattivante dell'uomo li attirò oltre la porta di legno chiaro e dopo aver attraversato uno stretto cunicolo si ritrovarono in una ampia stanza rotonda. Librerie di mogano intarsiato salivano fino al soffitto e al centro della sala troneggiava un tavolo esagonale su cui era stesa una tovaglia di lino bianco. L'unica luce era quella piuttosto fioca fornita da una serie di candele di cera bianca e porpora sparse per la stanza.

-La stanza è quasi pronta, non temete. Signor Price sarebbe così gentile da portarmi la ciotola che vede sopra il camino? Perfetto-

Una volta che il recipiente di terracotta fu posto al centro del tavolo, l'uomo cominciò a riempirlo con alcune polveri e rametti.

-Posso chiederle a cosa serve questa preparazione?-

L'uomo sorrise all'Osservatore.

-Spirito attento e osservatore, naturalmente è più che comprensibile dato il suo precedente impiego-

Wesley fu percorso da un moto di disagio. Davvero quell'uomo era una strana creatura.

-Cannella, incenso e legno di sandalo. Servono a purificare l'aria. Purtroppo anche una stanza isolata e chiusa come queste porta in sé le tracce della sua storia. Le onde di quelli che sono passati prima di noi potrebbero confondere le visioni. E ora se vuole accomodarsi-

Mentre Angel si sedeva al tavolo, l'uomo diede fuoco alle erbe essicate nella ciotola. Una fiamma odorosa si alzò al centro della stanza, illuminandola con il suo riverbero rossastro. Wesley era rimasto in piedi, dietro di lui.

-Cosa succede adesso?-

Angel ebbe l'impressione di cogliere un sorriso compiaciuto sul volto dell'uomo, ma la sua voce risuonò pacata e professionale nello spazio scuro.

-Unisca le mani alle mie...no, solo le punte delle dita. Bene. Fissi la fiamma ora. Bene così. Si concentri sul movimento della fiamma. Perfetto. Ora chiuda gli occhi e immagini di scendere una scala, molto lentamente. Ci sono cento gradini e voglio che lei li conti a ritroso mentre scende e quando sarà arrivato all'ultimo gradino si sentirà completamente rilassato e pronto a intraprendere questo viaggio-

Angel scrollò le spalle. Scendere una scala. Cento, novantanove. Come se questo avesse potuto rilassarlo. Innanzitutto c'era la questione di stare attento a non cadere. Novantotto, novantasette, novantasei. E poi non vedeva l'utilità di questo stupido esercizio. Novantacinque, novantaquattro, novantatre. Avevano di fronte un ciarlatano non c'era dubbio. Novantadue, novantuno, novanta. Avrebbe finito di contare giusto per accontentare Wesley e poi sarebbe uscito da quel ridicolo negozio. Ottantanove, ottantotto, ottantasette. Cominciava ad avere qualche difficoltà a contare. Sarebbe tornato da Drusilla. Lei doveva sapere dove poteva essere Spike. Ottantasette. No questo gradino lo aveva già contato. O forse no? Meglio ricominciare. Novantanove, novantotto, novanasette. Spike era una vera spina nel fianco. E perchè poi doveva preoccuparsi così di lui? Non era mai stato altro che... Novantasei. Non era colpa sua se aveva sempre scelto le strade più assurde. Novantacinque. La storia della Seduta Spiritica poi era una vera assurdità. Ma quanto era lunga quella scala? Guardò verso il basso, ma gli sembrava che i gradini si moltiplicassero invece di diminuire e la scala era diventata ripida. Troppo ripida. E all'improvviso stava cadendo e la scala era scomparsa e intorno a lui c'era soltanto buio e nient'altro e dopotutto andava bene così. Gli piaceva abbandonarsi in quel buio.

-Cosa gli sta succedendo?-

La voce di Wesley risuonò densa di preoccupazione.

-Sta cadendo in trance-

-Ma io credevo che sarebbe stato lei...voglio dire credevo fosse il medium a fare...da medium-

L'uomo sorrise silenziosamente.

-Il medium serve quando si vuole richiamare uno spirito dal mondo dei morti, la stragrande maggioranza delle persone non è in grado di sopportare e contenere una tale forza. Il nostro obiettivo attuale però è molto diverso. Noi vogliamo risvegliare la coscienza di questa creatura e scoprire se in essa si nascondono altri spiriti. Vogliamo portare alla luce ciò che è stato rimosso, dimenticato o nascosto. Si ricordi, a ogni problema la sua soluzione. E ora silenzio. Non vorremmo rovinare la seduta con qualche imprudenza, vero?-

Wesley si ritirò in un angolo sotto lo sguardo ammonitore dell'occultista.

-Bene Angel. Le scale sono finite e davanti a lei c'è una porta. Una grande porta di legno scuro. E' una porta molto pesante, ma è necessario che lei la apra. Le sembrerà difficile all'inizio, ma voglio che lei impegni tutte le sue forze per aprirla. Dietro quella porta troverà le sue risposte. Ha capito ciò che le ho detto?-

Angel assentì debolmente

-Bene. Prima di aprire quella porta voglio che tenga a mente una cosa. Qualunque cosa vedrà lei la osserverà con distacco. Vivrà gli avvenimenti come un osservatore esterno, le cose che vedrà non potranno toccarla. Lei sarà soltanto il narrattore di questa storia. Ha capito? Bene. Adesso apra la porta e mi racconti cosa vede-

Angel sembrò esitare, strinse gli occhi come cercando di mettere a fuoco un'immagine o una scena confusa.

-C'è una donna...una donna dai capelli rossi...lei è ferita. Sta morendo. Una donna bionda è sopra di lei. Ha un pugnale in mano. E' stata lei a ucciderla. La guarda morire. Ride. Lei...sta ridendo. E c'è del fuoco, brucia...sto bruciando!-

L'occultista strinse le mani del vampiro nelle sue.

-Ricordi Angel. Lei è un osservatore distaccato. Non può sentire dolore. Niente di quello che accade la tocca. Ora si rilassi. Bene così. Coraggio. Un fuoco brucia. Cos'altro accade?-

Angel scosse la testa, come a scacciare un pensiero fastidioso.

-Due uomini. No sono demoni. Vampiri. Due vampiri sono di fronte al fuoco e una vecchia...zingara li guarda. Ha in mano una sfera di cristallo e parla in una lingua...non capisco quello che dice...sembra un incantesimo o qualcosa del genere. Scaglia la sfera nel fuoco e uno dei due uomini comincia a bruciare. Una luce gialla lo avvolge. Brucia dall'interno...è insopportabile...tutto quel dolore è...troppo!-

-Distacco Angel. Cosa succede alla donna dai capelli rossi?-

-Lei è morta...ma...c'è qualcosa...una luce la avvolge completamente e poi si allontana da lei. E la donna bionda...no sono due donne adesso, una bionda e l'altra...l'altra è bruna e tiene in braccio una bambola e dice...sembra stia piangendo dice...-

-Si concentri Angel. Cosa dice la donna bruna?-

-"Edith è volata via. Edith è vuota. Rimane solo Miss Edith"-

L'uomo sembrò avere un'esitazione, ma la nascose in fretta con una nuova domanda.

-Quella luce, la luce che ha visto uscire dal corpo della donna dai capelli rossi, Edith, assomiglia alla luce che è entrata nel corpo del vampiro quella notte?-

Angel assentì silenziosamente.

-Edith è nel corpo del vampiro, Angel?-

-Non Edith. La sua anima-

L'uomo nascose un sorriso e strinse più forte le mani del vampiro.

-Ora Angel, voglio parlare con Edith. Ci lasci soli per un po'. Quando batterò le mani potrà tornare, si sveglierà e ricorderà tutto quello che ha visto-

Angel sembrò esitare, ma l'uomo lo incalzò.

-Sarà solo per pochi secondi. Non le accadrà nulla. Coraggio, lasci che Edith mi parli-

All'improvviso il corpo di Angel venne scosso da una serie di convulsioni, le orbite dei suoi occhi si riempirono di luce diventando quasi bianche.

-La smetta! Cosa sta facendo?-

Wesley si era precipitato sul corpo di Angel cercando di scuoterlo, ma non appena l'ebbe sfiorato una forza invisibile lo scaraventò contro la parete di libri. Stordito dalla caduta non poté fare altro che osservare attonito la scena che si dipingeva di fronte ai suoi occhi.

Angel continuava a ripetere incessantemente una serie di frasi, una specie di litania, ma la voce con cui pronunciava quelle parole sconnesse non era la sua.

L'occultista aveva interrotto il contatto con il vampiro e guardava ridendo la luce giallastra uscire dai suoi occhi e prendere forma.

Una donna. Una donna dai capelli rossi abbracciava Angel, anzi no, si diramava dal suo stesso corpo. Due esseri a formare una sola creatura. Ed era la donna ora a ripetere le parole, sempre più chiaramente.

Proteggere il Cavaliere. Custodire la spada. Unire i poteri.

Accecato dalla visione, Wesley non si accorse subito che l'uomo aveva estratto un pugnale d'argento dalle falde del suo camice. Poi vide con la coda dell'occhio la sua ombra che si avvicinava ad Angel con una velocità non umana. E fece l'unica cosa che era in suo potere di fare. Batté le mani.

Nell'istante esatto in cui il suono secco riempì la stanza, la donna di luce scomparve nel corpo di Angel e il pugnale d'argento colpì il vuoto. Con un urlo gutturale Angel scaraventò l'occultista dall'altra parte della stanza. Poi cadde a terra, stremato.

Wesley si precipitò su di lui, lasciando libera la via d'uscita. Quando si accorse del suo errore, era già troppo tardi. L'uomo era scomparso nel nulla.

+ + +

Hyperion Hotel

Cordelia cullava Connor con estrema cura. Un modo come un altro per non vedere la faccia sconvolta di Angel. Wesley continuava a sfogliare freneticamente un vecchio libro che si disfaceva inesorabilmente tra le sue dita.

-Daniel Douglas Home, eccolo qui. Americano di origine scozzese, vissuto a metà del secolo scorso, condusse centinaia di sedute spiritiche. Era in grado di levitare, di allungare il proprio corpo, di toocare i carboni ardenti senza sentire dolore. Durante una seduta spiritica infilò la testa tra le fiamme. In un'altra occasione fluttuò fuori da una finestra e rientrò da un'altra. Rumore di colpi sul tavolo e pizzicotti dati da mani invisibili erano caratteristiche normali delle sedute spiritiche di Home.
Sapevo di aver già sentito quel nome da qualche parde...dannazione! Come ho potuto essere così stupido!-

-Vuoi dire che abbiamo parlato con un morto vivente l'altro giorno? Ma perché devono sempre succederci cose disgustose?-

Cordelia arricciò il naso prima di tornare a dedicare la sua attenzione al bambino che stringeva tra le braccia.

Wesley si passò una mano sulla fronte, stancamente.

-Voglio dire, Cordelia, che l'uomo che abbiamo incontrato non era il dottor Home. Il nome che ci ha dato era chiaramente falso così come le sue referenze. Probabilmente non è neanche un uomo. Angel ti giuro...sono mortificato per questo incidente...-

Angel non rispose e il silenzio ricadde pesante nella stanza. Dopo qualche istante però la voce di Fred si insinuò debolmente tra loro.

-Certo le cose non sono andate come avevamo previsto...ma mi sembra che abbiamo comunque ottenuto dei risultati interessanti...-

Wesley la guardò con riconoscenza, mentre Gunn, che era rimasto immobile nel suo angolo fino a quel momento, si avvicinò a lui con decisione.

-Già è questo che non ho capito molto bene Wes. In sostanza l'anima di Angel non è quella che aveva quando era umano, ma appartiene a questa Edith o come diavolo si chiama?-

Wesley assentì assorto.

-E' stato un errore di valutazione piuttosto grossolano dare per scontato che l'anima restituita ad Angel fosse quella appartenuta alle sue spoglie mortali. Ho letto il rituale zingaro più volte. In nessun punto è specificato che l'anima restituita al vampiro sia quella a cui lui ha rinunciato. Si parla di un'anima. "Un" è qui evidentemente usato in modo generico a indicare appunto un'anima qualsiasi. Immagino che il rituale ancori al corpo del vampiro un'anima che sta abbandonato il corpo di un mortale in quel momento, tanto più vicino è il corpo che sta morendo, tanto più facile e immediato è l'ancoraggio. Secondo le visioni di Angel, Edith stava morendo nel momento in cui la zingara pronunciava le parole del rituale-

Angel misurava la stanza a grandi passi.

-Non capisco. E allora tutti i ricordi che sono tornati dopo che ho riacquistato l'anima? E il senso di colpa per quello che avevo fatto? E com'è che non ricordo niente di quello che ha vissuto Edith? La mia anima ha vissuto nel suo corpo, apparteneva a lei! Dovrei ricordare qualcosa, no?-

Wesley scosse la testa.

-L'anima non ha niente a che fare con i ricordi dell'individuo. Sensazioni, emozioni, scene vissute, sono raccolte e immagazzinate nel cervello. L'anima ha un valore metafisico, per così dire. Può risvegliare la coscienza, ma neanche questo è detto. Molti esseri umani riescono a zittirla o a dimenticare di averne una. Immagino che l'anima di quella ragazza fosse abbastanza forte da risvegliare la tua umanità e i tuoi ricordi-

Angel si lasciò cadere sul divano, la testa tra le mani. Senza la minima esitazione, Cordelia si sedette accanto a lui.

-Credo che Connor voglia stare un po' con il suo papà-

Senza aspettare la reazione di Angel, gli depose il bambino tra le braccia. Il vampiro sembrò rilassarsi per qualche istante, perso nella contemplazione degli occhi limpidi che lo guardavano con fiducia.

-Però Wesley, c'è una cosa che non capisco. Angel ha perso l'anima anche dopo aver fatto...a Sunnydale voglio dire. Ed è passato diverso tempo prima che Willow riuscisse a restituirgliela, perciò, se è come dici e il rituale prevede che al vampiro venga data un'anima qualunque, come spieghi che abbia ricevuto l'anima di Edith di nuovo?-

Tutti gli occupanti della stanza alzarono gli occhi su Cordelia. Tossendo leggermente Wesley si alzò dalla sua sedia.

-Sì, bé...questa in effetti è una circostanza su cui non avevo ancora riflettuto-

Angel baciò Connor sulla fronte prima di restituirlo a Cordelia. La ragazza fece per protestare, ma l'espressione che vide sul volto del vampiro le fece cambiare idea.

-Credo sia ora di parlare con Drusilla-

E con quelle parole, Angel lasciò la stanza senza voltarsi indietro.

+ + +

La stanza era illuminata solo da qualche candela e Drusilla quasi scompariva tra le pesanti coltri del letto a baldacchino. Intorno a lei erano sparse decine di bambole, alcune sembravano nuove, altre portavano sui vestiti e sui volti di porcellana i segni degli anni. Quando l'aveva portata via dalla sua prigione lei aveva insistito per andarle a riprendere. Doveva aver previsto che l'avrebbero catturata, perché le aveva nascoste sotto il pavimento di una casa abbandonata.

-Il nostro paparino è venuto a trovarci. Fate le brave o si arrabbierà con noi e dovrà punirci!-

Angel sorrise con tristezza al vampiro che un tempo era stata un'innocente ragazzina, afflitta da visioni troppo grandi e troppo misteriose.

Drusilla ricambiò il suo sorriso, inclinando la testa di lato. I capelli neri le ricadevano sul volto e lungo le spalle, come serpenti sinuosi.

-Dru...-

Lei allungò le braccia facendogli segno di avvicinarsi. Con un sospiro rassegnato lui si avvicinò al letto e lasciò che lei lo trascinasse verso di sé e raccogliesse il suo corpo stanco tra le braccia.

-Il mio angelo è stanco. Dormi angelo mio, la tua bambina ti farà dimenticare ogni cosa-

Le sue mani sottili gli accarezzavano i capelli e la sua voce bassa e sonora sussurrava una strana melodia. E per un attimo Angel desiderò davvero di poter dormire e dimenticare.

-Ti ricordi la notte in cui quegli zingari mi hanno maledetto?-

Sentì le dita di Drusilla contrarsi e la sua canzone chiudersi in un lamento. Nonostante tutto, lui continuò.

-Quella notte cercasti di dire qualcosa a me e a Darla, ricordi Dru? Cos'era che volevi dirci?-

Drusilla si separò da lui allora, rannicchiandosi contro l'angolo più lontano del letto.

-Non si parla di anime qui! Niente anime, niente anime, niente anime...-

Angel le pose un dito sulle labbra e le accarezzò la testa, cercando di calmarla. Lei nascose il volto contro il palmo della sua mano, singhiozzando.

-Ascolta Dru...vorresti rivedere Spike?-

Drusilla si girò di scatto allora, gli occhi lucidi di speranza. Angel si sentì stringere il cuore. Come era possibile che non se ne fosse mai accorto? Nonostante la violenza e le crudeltà, nonostante le delusioni e le depravazioni, lei era rimasta la ragazzina dolorosamente ingenua e innocente che aveva incontrato nel confessionale di una chiesa. Era solo una bambina con la mente annebbiata da visioni di massacri e destini oscuri, una creatura di cui prendersi cura. Spike lo aveva capito al primo sguardo. E forse per questo l'aveva scelta e l'aveva amata. Centoventi anni di un'amore totale e incondizionato. Eppure non era riuscito a salvarla da se stessa. Perché quando l'aveva incontrata, lei era già perduta per sempre. Ci aveva pensato Angelus a distruggerla, a ridurla a una bambola vuota, proprio come quelle di cui lei si circondava. Eppure un effetto Spike doveva averlo avuto, se solo a pronunciare il suo nome, gli occhi di una creatura senz'anima si illuminavano di speranza.

Drusilla si sporse verso di lui, incitandolo a continuare. Chiedendogli di rispondere alle domande che si agitavano sul suo volto pallido.

-Spike si è perduto, Dru. Non riesco a ritrovarlo. Però, tu mi puoi aiutare...vuoi aiutarmi Dru?-

Lei assentì con vigore.

-Brava bambina. Allora raccontami di quella notte. La notte in cui gli zingari mi hanno maledetto-

Il volto di Drusilla si chiuse di nuovo in un'espressione dolorosa, ma la sua voce risuonò più chiara e decisa che mai.

-Avevo detto che ci avrebbe portato solo disgrazie, io glielo avevo ripetuto centinaia di volte! Ma lei non mi ha voluta ascoltare e l'ha uccisa. Tutto quel sangue e nessuno che potesse berlo. Un sangue nero e velenoso. E poi lei mi ha guardata e io sapevo cosa aveva in mente, ma cosa potevo fare? Così sono rimasta a guardare il suo spirito giallo che volava via nella notte. Darla rideva e rideva. Ma io sapevo. E quando sei tornato ho visto che avevo ragione, lei era dentro di te e ti divorava...ti cambiava...univa il suo destino al tuo, la strega, e ti portava via da noi...-

La voce di Drusilla si ruppe in singhiozzi strozzati. Angel continuò a fissarla attonito rivedendo di fronte agli occhi l'immagine del demone puro da cui Spike una volta lo aveva salvato. Edith. La sua anima. Con uno sforzo evidente parlò di nuovo cercando di attirare l'attenzione di Drusilla.

-Poi però sono tornato da te, ricordi?-

Lei scosse la testa infastidita.

-Ma era solo per poco, io lo sapevo. Miss Edith me lo ripeteva continuamente che ti avrebbe ripreso, prima o poi. E' solo questione di tempo, diceva-

Angel rimase a fissarla confuso da principio, poi un ricordo si fece strada nella sua memoria. Un ricordo legato a una strana bambola, dall'oscura provenienza. Una bambola che aveva visto per la prima volta tra le braccia di Drusilla, la notte in cui William era stato vampirizzato.

-Chi ti ha dato Miss Edith?-

Drusilla ringhiò rabbiosa.

-Aveva detto che mi avrebbe aiutato a ritrovare il mio cucciolo! E io le avevo dato il suo nome...credevo fosse un dono e invece era una condanna, una condanna, una condanna!-

Dunque era stata Edith a darle la bambola. Ma perché? Angel le prese le spalle con forza, costringendola a guardarlo negli occhi.

-Dov'è adesso Miss Edith?-

Drusilla scoppiò in una risata scrosciante e poi lo guardò con occhi color indaco.

-E' morta. La notte in cui la Cacciatrice ti ha ucciso si è rotta in mille pezzi!-

Tornò a mugulare e singhiozzare come un cucciolo ferito.

-Io non lo sapevo, non lo sapevo che lei si era nascosta lì dentro per tutto quel tempo!-

Angel la scosse esasperato.

-Chi si è nascosto e dove?-

Drusilla lo guardò divertita, come se si trovasse di fronte a un bambino che si rifiutava di capire una lezione semplicissima.

-Edith si è nascosta nella bambola-

La sua voce si sciolse in una risatina isterica.

-Aspettava e aspettava chiusa lì dentro, paziente come il demonio, sapeva che prima o poi qualcuno avrebbe pronunciato di nuovo quelle parole orrende, lei sapeva che prima o poi ti avrebbe ripreso. E così è stato, vero?-

Angel fissò silenziosamente gli occhi attoniti di Drusilla. Strinse a sé il suo corpo singhiozzante e affondò il volto tra i suoi capelli neri come l'oscurità che si portava dentro.

-Sì Dru. Così è stato-

+ + +

Uffici della Wolfram & Hart

Il demone si tolse di dosso il camice azzurro scuotendo via la polvere e la cenere. Una coda lunga e affilata faceva bella mostra di sé sotto il suo abito scuro.

Il telefono squillò più volte, impaziente.

Con calma il demone lo raggiunse.

-Sì, chi parla?-

-Sto ancora aspettando il rapporto delle ultime due settimane-

-Mia cara, credevo che alla facoltà di legge insegnassero anche un minimo di educazione...-

-Doc, non ho tempo da perdere. Cosa hai scoperto?-

Il demone sorrise gongolante.

-Ti farà piacere sapere che ho trovato il Custode, è vivo e in buona salute...se si può parlare in questi termini di un vampiro-

-Un vampiro? Che diavolo significa?-

-Significa, mia cara, che la nostra Edith ci ha riservato una piccola sorpresa. Ha scelto davvero un portatore interessante, non trovi?-

-L'hai eliminato?-

Il demone sorrise ambiguamente.

-Da principio la mia intenzione era questa in effetti, ma vedi, bisogna sempre sapere quando ritirarsi-

-Vuoi dire che l'hai lasciato scappare?-

-Bè diciamo pure che si è verificato il caso contrario, ma alla fine dei conti possiamo essere soddisfatti dell'andamento delle cose-

-Il Custode gira libero e felice e tu mi vieni a dire che possiamo essere contenti?-

-Ma certo mia cara, vedi se avessi ucciso il Custode avremmo semplicimente eliminato una pedina dello schieramento opposto, ma se invece ora noi lo teniamo sotto controllo, possiamo arrivare alla Spada e chissà, magari anche al Prescelto-

La voce della donna risuonò seccata attraverso l'apparecchio.

-Hai una vaga idea di quanto sia dispendioso in termini di tempo e di denaro, tenere sotto controllo un vampiro? Sono creature infide, spesso circondate da sottoposti pronti a morire per il loro Sire, senza contare che si nascondono il più delle volte in posti inaccessibili. Posso dirti fin d'ora che la Wolfram & Hart non finanzierà mai il tuo progetto-

-Ma mia cara, l'ha già fatto!-

Ci fu una breve esitazione.

-Cosa intendi?-

Doc parlò con calma studiata.

-Intendo che il vampiro in questione è già sorvegliato dalla Wolfram & Hart, anzi se non sbaglio è una tua vecchia conoscenza...-

La voce della donna tremò nell'aria immobile e asettica.

-Angel...-

+ + +

Continua...

 

 

Torna all'Indice capitoli

 

 

 

 

.