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W R I T I N G S : SCRIPTS
 

"Man In The Machine", script and full dialogues


 
 
 

From "MAN IN THE MACHINE" (1993), script with full dialogues (excerpts). Note that all words Ben says at Donna's house were already in english on the original plot ; lately I translated them (!) for a 1999 Internet edition, as well as for a planned book about writings on comics craftsmanship.



Due.

Più tardi .. La scena si sposta al piazzale antistante il palazzo delle riunioni, dove Reed Richards sta colloquiando con un addetto al servizio di sicurezza.
Agente di sicurezza : « Stanno terminando il controllo di pragmatica del sistema di sicurezza, le assicuro che si tratta di attendere una mezz'ora al massimo. Se desidera la metto in priorità secondo la procedura sanitaria e la faccio tornare a Manhattan con l'elicottero della Croce Rossa. »
Reed Richards : « Nessuna priorità, agente, solo un piccolo problema tecnico, attenderò ... »
Pensa : « Per interrompere il controllo completo del sistema ci vorrebbe ad ogni modo ben più di mezz'ora ...
Qui dentro non si muove una piuma senza mille permessi. »
Reed si avvicina al sistema difensivo.
Reed Richards : « Non so se sono iperapprensivo, ma non voglio correre il rischio di aver preso con leggerezza una situazione di questo tipo ... »
Reed tasta il terreno al di sotto del sistema difensivo, il quale sistema è costituito da una specie di enorme muraglia elettronica a malapena visibile. In quella zona il terreno è quasi esclusivamente sabbioso, e Reed muta le proprie dimensioni allo spessore di un foglio di carta in modo da passare attraverso la sabbia senza attivare gli allarmi. Poco dopo si ritrova nel lungomare deserto, dove riprova a contattare il Quartiere Generale con la trasmittente da polso.
Reed Richards : « È il Quartiere Generale che è isolato ...
Non è certo con un intervento esterno, per quanto sofisticato, che potrebbero determinarsi queste condizioni. Sembrerebbe, piuttosto, un'avaria ad un componente dell'elaboratore centrale.
Non può essere ... »

Tre.

New York City.
Ci troviamo in un quartiere periferico e degradato, in una zona dove abitano solo persone di colore. Particolari di case e di gente che va e viene. Sui gradini della porta d'entrata di un vetusto palazzone è seduto Benjamin Grimm, pilota aeronautico e collaudatore. Davanti ai gradini, proprio sul marciapiede, si trova un gruppetto di ragazzini neri. I bambini sono disposti in cerchio, come il pubblico di un'arena, ed ascoltano estasiati i racconti di Ben Grimm.
Ben Grimm : « Allora ero arrabbiato, una di quelle rabbie di cui non è bene essere arrabbiati ... con le mie sole mani nude ho fatto rottami delle sue armature, e tutti i suoi trucchi e trucchetti e frizzi e lazzi ... c'è voluto il carro attrezzi per rimandarlo a Latveria. »
Un bambino guarda Ben con stupore : « Orpo ... »
Nel mentre sono arrivati un paio di ragazzotti, sempre di colore, che abitano nello stesso condominio dei bambini più piccoli, e che ora devono passare per i gradini dove Ben è seduto.
Il primo ragazzo parla ad alta voce con tono di scherno : « ... e questo che è ? Un grand'uomo bianchiccio di fronte alla mia porta ...»
Il secondo ragazzo del gruppo si rivolge direttamente a Ben : « Ma perché mai al mondo te ne vieni proprio qui con la tua gran faccia bianchiccia ... »
Ben si alza dinoccolando, facendo il verso ai due ragazzi.
Ben Grimm : « Bianchiccia ? Ma dove lo vedete un tipo bianchiccio ? Vedete un tipo bianchiccio qua 'ttorno ? Io non vedo affatto tipi bianchicci qua 'ttorno ! È meglio che ci riguardiate, 'che non ci sono affatto tipi bianchicci qua 'ttorno.
Oppure voi si, piccola grande gente ? »
I bambini rispondono in coro : « Naaah ! »
Alle spalle di Ben appare una donna sui trentacinque anni, di colore, con abbigliamento ed accessori da casalinga. Si chiama Donna, ed è la madre di alcuni dei piccoli ragazzini che ascoltavano i racconti di Ben. Tra parentesi i suoi figli si chiamano George, Abrahm, Martin e John (sic).
Donna parla ad alta voce, con tono perentorio, rivolgendosi prima ai ragazzi più grandicelli che stanno canzonando Ben, quindi ai propri figli nel gruppetto dei bambini più piccoli.
Donna : « Okay, okay, fratelli Eddiemurphy, veloci a casa che sta facendo tardi ...
Anche voialtri, popolo raccontami-una-storia, a lavarvi le mani, e in fretta !
Ora salutate lo zio Ben ... »
I bambini tutti assieme : « Ci vediamo ... »
I ragazzi più grandi si rendono conto solo in quel momento che la persona che hanno di fronte è il famoso Ben Grimm.
Il primo ragazzo : « Cioè ! Lui è Ben Grimm, la Cosa !
Hey, amico, davvero ! »
Donna alza la voce : « Svelti ! »
In un attimo tutti i bambini sono entrati nel condominio. Ben e Donna restano soli.
Donna : « Da quando ti stai occupando dei bimbi, sono divenuti studiosissimi e mi danno tante soddisfazioni ... »
Ben Grimm : « No, non sono io che mi sto occupando di loro, sono loro che hanno imparato ad occuparsi di sé stessi, ed un po' anche mi me ... Mi chiamano "fratellone" ! »
Donna : « Come io vorrei chiamarti "il mio uomo" ... »
Ben ha un attimo di imbarazzo, ed abbassa gli occhi. In quel mentre suona il telefono cellulare di Ben.
Ben : « Scusa ...
Suzie ? »
Susan Storm Richards dal telefono : « Ben, puoi essere al Quartiere Generale a breve ?
Non so se la cosa abbia qualche peso : qui ho delle difficoltà con gli automi. E poi non riesco a mettermi in contatto con Reed ! »
Ben Grimm : « Sono da te a minuti ... »
Ben mette giù il telefono
Ben Grimm : « Donna, prendiamoci uno o due giorni per pensarci su ... »
Donna : « Abbi cura di te stesso. »
Ben Grimm : « Ci provo »
Cielo. Tramonto

[...]

Cinque.

Quartiere Generale dei Fantastici Quattro a Manhattan. È quasi notte. Ci troviamo in uno degli appartamenti. Dalla vetrata si vede la città circostante. All'interno c'è Susan Storm con il figlio Franklin. Stanno leggendo un libro.
Susan Storm : « Intanto completiamo il commento allo Statuto delle Nazioni Unite. Le ere geologiche le lascio alle competenze di tuo padre ... »
Franklin annuisce.
Franklin Richards : « Allora, " ... è in seguito alla conferenza di San Francisco che nel 1945 si dava corpo allo statuto, la cosiddetta 'Carta di San Francisco'. In un primo momento il numero degli stati membri dell'ONU era di cinquantuno ... " »
Susan Storm : « Oh, scusami Franklin, è qui Ben ! »
Ben entra nel locale quasi correndo. Trafelato, con le mani protese in avanti, cinge le braccia di Sue.
Ben Grimm : « Allora ? ! »
Susan Storm : « Reed ha chiamato poco fa da una cabina telefonica della spiaggia di Long Island. Pare che il problema sia limitato al sistema informatico. »
Ben Grimm : « Me ne sono accorto mio malgrado ! Qui non funziona niente ! »
Susan Storm : « Non è proprio così ... se si attua una diagnosi dell'elaboratore centrale, sembra che le periferiche non abbiano guasti apparenti, ma il sistema operativo non le riconosce ! »

 


 
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