1973 L'ITALIA INSANGUINATA DA STRAGI E ATTENTATI

Mentre il mondo tiene il fiato sospeso per il colpo di stato in Cile, il conflitto nel medio oriente e lo scandalo Watergate, in Italia la strage di Brescia e le vittime dell'odio tra opposti estremismi fanno piombare il paese in un clima da guerra civile, nel quale, prevalendo ormai la logica del terrore, diventa impossibile a chiunque distinguere torti e ragioni.

Il 15 gennaio 1973 attentati dinamitardi a Milano contro il bar Motta di piazza San Babila, frequentato abitualmente dai neofascisti, e la sede di Avanguardia Nazionale; contemporaneamente a Bovisio e Limbiate vengono colpite le sesi del MSI.

Il 17 gennaio 1973 ancora il sangue della violenza politica nel capoluogo lombardo. Obiettivo questa volta Adamo Degli Occhi, uno dei leader della maggioranza silenziosa, aggredito selvaggiamente da ultrà comunisti.

Il 23 gennaio 1973 incidenti all'Università Bocconi di Milano tra il Movimento Studentesco di Mario Capanna e le forze dell'ordine. In seguito alle gravi ferite, riportate negli scontri con la polizia, muore lo studente Roberto Franceschi.

Il 3 febbraio 1973 a Reggio Calabria non si spegne il fuoco dei rivoltosi, in conseguenza anche della impopolare scelta a capoluogo di Catanzaro: esplodono contemporaneamente nove bombe, senza causare vittime.

Il 5 febbraio 1973 vengono arrestati a Milano i leader del Movimento Studentesco Mario Capanna, Giuseppe Liverani e Fabio Guzzini, accusati dell'aggressione subita il 25 gennaio dal rettore dell'Università Statale Giuseppe Schiavinato.

Il 12 febbraio 1973 a Torino le Brigate Rosse sequestrano e mettono alla gogna, davanti ai cancelli della FIAT Mirafiori, il segretario della CISNAL, Bruno Labate.

Il 17 marzo 1973 la violenza dell'ultrasinistra investe, ancora a Milano, un giovane del MSI. Lo studente Carlo Viggiano viene aggredito a colpi di chiave inglese.

Il 7 aprile 1973 un neofascista de "La Fenice", il giovane Nico Azzi, resta ferito da un ordifno che lui stesso stava collocando in una toilette sul treno Torino-Roma.

Il 12 aprile 1973 è un "giovedì nero" per milano: violentissimi scontri tra estremisti di destra e polizia, in seguito a una manifestazione del MSI vietata all'ultimo momento dalla Questura, presente il leader della rivolta di Reggio, Ciccio Franco. I neofascisti scagliano tre bombe uccidendo l'agente 22enne Antonio Marino.

Il 16 aprile 1973 a Roma orrendo delitto politico: alcuni militanti comunisti danno alle fiamme l'abitazione di Mario Mattei, segretario missino di Primavalle. Nel rogo che si sviluppa muoiono i figli Virgilio e Stefano, di 8 e 22 anni.

Il 17 maggio 1973 a Milano una bomba lanciata davanti alla Questura dall'anarchico Gianfranco Bertoli uccide quattro persone tra i partecipanti alla commemorazione per l'omicio del commissario Luigi Calabresi.

Il 24 maggio 1973 la tensione nel paese arriva a coinvolgere alcuni politici quali responsabili morali della violenza politica. Il Parlamento autorizza a procedere contro Giorgio Almirante per ricostituzione del Partito fascista.