Con l’ultima gara della stagione 2008/9 termina ufficialmente il mio contratto e
le relative opzioni con la società Termocarispe La Spezia A2, purtroppo con un
deludente ultimo posto in campionato, che equivale alla retrocessione.
A parziale consolazione l’acquisizione del 1° posto con la squadra Under 19
(zona Toscana-Liguria) qualificata come testa di serie per le fasi di interzona
delle Finali Nazionali.
Ben altre erano le mie aspettative dopo aver visto la gara
con Napoli del 21/12/08 e la firma sul mio contratto il 1° giorno del mio arrivo
27/12/08. 100 giorni esatti e 100 allenamenti svolti!.Nella mia relazione finale,
riservata al presidente della società ho formulato i motivi per questi mancati
obiettivi e preso la mia parte di responsabilità. Purtroppo sono arrivato in
questa gloriosa società nel suo momento peggiore e nel momento sbagliato.
Comunque sarebbe stato il risultato finale, il sottoscritto comunica che per
ragioni familiari e professionali (incompatibilità programmazione) non avrebbe
potuto proseguire l’attività a La Spezia.
Il sottoscritto ringrazia comunque la società e la squadra
in generale per questa intensa esperienza sportiva in una stagione stagione così
sfortunata.Sono soprattutto amareggiato per non esser riuscito a offrire
soddisfazioni al pubblico competente e fedele di questa bella città.
Piergiorgio Manfrè -
coach
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Intervista a La spezia,
7 Aprile 2009 -
di Chiara Tenca
Coach
Manfré commenta la retrocessione della TermoCarispe
LA SPEZIA - Arrivato sulla panchina della TermoCarispe a fine 2008, coach
Piergiorgio Manfré non è riuscito nel compito di risollevare le sorti del club
spezzino, che senza passare per i play out, è retrocesso sabato scorso in Serie
B d’Eccellenza, al termine della regular season. Un risultato disastroso per la
società di Via Parma, che dopo lo scambio di titolo con Livorno e l’esordio in
Serie A2, in poco meno di un anno è stata catapultata dall’ottavo posto nel
massimo campionato ad un epilogo che neanche il più pessimista dei supporters
bianconeri avrebbe potuto immaginare.
- Coach, un duro verdetto è arrivato alla fine della
sfida contro Porto San Giorgio, qual è il primo commento alla retrocessione?
“E’ il momento dell’amarezza e della delusione per
questo risultato molto al di sotto delle aspettative personali e del club, che
mi aveva chiamato per salvare una stagione in parte compromessa.”
- Quali sono, a tuo giudizio, gli elementi che più hanno
determinato questo risultato?
“Dopo primo bilancio negativo di 3 vittorie su 12
partite della precedente gestione, siamo passati a 3 su 14 della mia; le colpe
vanno divise al 33% ciascuno, fra la società, lo staff tecnico e le giocatrici.
Per quel che riguarda il mio ruolo, è chiaro che al mio arrivo, quando mi ero
sbilanciato parlando di possibili play off, mi ero riferito a quanto visto nella
sfida interna contro Napoli e non potevo conoscere la reale struttura della
squadra e del club.
Il risultato ottenuto è stato inferiore anche delle
minime aspettative, e il sottoscritto si assume la sua parte di responsabilità,
pur essendo certo che nell’immediato futuro la società si saprà riprendere la
categoria che merita il suo fedele pubblico, a cui va la mia riconoscenza per
aver sostenuto fino all’ultimo le giocatrici.”
- Una forte dimostrazione di affetto da parte dei
supporters. Cosa pensi della tifoseria bianconera?
“E’ certamente un pubblico competente, attento e
partecipe alle vicende della società, non ha mai penalizzato la squadra in
questa stagione, come è successo a Varese lo scorso anno. Mi auguro che anche la
TermoCarispe riesca a risorgere in breve tempo.”
- Rispetto alla gestione Piazza, la squadra è stata
potenziata con due rinforzi di qualità, che nonostante il loro valore non sono
comunque stati decisivi nel centrare la salvezza. Perché?
“La società ha operato nel modo migliore sul mercato,
prendendo due ottime giocatrici quali Romagnoli e Andersson; tuttavia, nel primo
mese del 2009, i cambiamenti del roster ci hanno fatto perdere 4 incontri.
Purtroppo, sono state operative soltanto dalla partita contro Alcamo (disputata
il 31 Gennaio, n.d.r.), è stato un po’ troppo tardi forse."
- A livello di collettivo, si potrebbe dire a posteriori
che è mancata la giusta alchimia fra le giocatrici, sei d’accordo con questa
tesi?
“La squadra non è stata un gruppo: la somma del talento
individuale di ogni giocatrice è pari o maggiore a quello di altre formazioni,
ma il rendimento del collettivo in gara è sempre stato inferiore, per questioni
di immaturità, carattere e atteggiamento. Ho sempre avuto fiducia nel fatto che
si potesse raggiungere un risultato minimo, perché le loro prestazioni in
allenamento e nelle sfide interne erano comunque positive; viceversa in
trasferta la fragilità di gruppo e di squadra si è sempre manifestata chiara e
deludente.”
- Il fattore campo ha infatti pesantemente condizionato
l’esito della stagione: nessun incontro esterno è stato vinto, togliendo punti
indispensabili alla classifica.
“Abbiamo affrontato le partite contro Alcamo, Ancona,
Rende, Pomezia e Napoli con i nuovi acquisti; ad Ancona eravamo senza Arioli e
Templari, siamo stati al completo solo nelle altre gare. Il comportamento e
l’immaturità hanno pesato, la colpa è stata anche dello staff tecnico che non ha
saputo, con Romagnoli e Andersson, far rendere la squadra. Non è stato un vero
gruppo, si vede nei momenti più difficili se c’è coesione. E le trasferte
rientrano fra le prove più impegnative.”
- Sei passato dalla vittoria nella Lega Svizzera con il
Riva Basket alla retrocessione con la TermoCarispe: come vedi adesso il tuo
futuro professionale?
“Mi riservo un periodo per riprendermi: non ero venuto
qui per fare le 14 partite, volevo avere la possibilità di avere un ciclo; devo
recuperare le energie disperse in questa fase, e quindi avere sicuramente una
prossima possibilità, cercando di far comunque tesoro di questa esperienza.
Difficilmente rileverò una squadra in corsa: d’ora in poi prenderò un progetto
in mano fin dall’inizio, come ho sempre fatto.” |