LE REGOLE DELL’ISTRUTTORE
ISTRUIRE E ALLENARE

  1. Programmare gli allenamenti ogni seduta, dividendo la programmazione in macrocicli, mesocicli e microcicli in base agli impegni di campionato e agli obiettivi individuali.

  

  1. Dividere l’allenamento in 3 o 4 parti. Esempio: a) Fondamentali individuali offensivi – b) Fondamentali individuali difensivi – c) l’argomento del giorno- d) la partite 5 c5.

 

  1. Tenere aggiornato il quaderno del Programma Allenamenti per mantenere regolarità, continuità.

 

4.      Durata degli esercizi da 5’ ai 12’. Veloci, reattivi, con giusti tempi di recupero e senza pause e tempi morti.Utilizzare attrezzi, sussidi didattici, opponenti, ecc. preparando tutto per tempo.

 

  1. Utilizzare fischietto e cronometro per gli esercizi come aiuto didattico. E’ importante essere flessibili e mantenere l’intensità e l’attenzione.

     
  2. Non parlare troppo! I giocatori apprendono giocando, non solo ascoltando. Le correzioni devono essere puntuali, precise, sintetiche, originali.

     

7.      Le punizioni servono se adeguate all’errore, accompagnate dalla spiegazione. Devono essere uguali per tutti, senza eccedere e darne troppa importanza. Devono essere un momento di riflessione, motivante ed educativo.

 

8.      Fare vita di spogliatoio senza soffocare la spontaneità della squadra.

 

  1. Metodologia da seguire: obiettivi – spiegazione – esecuzione – correzione.
  2. Urlare non serve a dimostrare di essere bravo, ma a farsi sentire.

 

  1. I rapporti con i genitori sono importanti. Essere cortese e non confidenziale. Le regole da far ripsettare a tutti devono essere uguali, l’approccio può essere diverso. Risolvere i problemi con i genitori (e non crearli). Essere chiari e sinceri.

 

12.  I giocatori devono avvisare in caso di assenza temporanea agli allenamenti e/o partite. Aiutare la squadra a scegliere un leader positivo nel gruppo.



 

  1. L’allenamento e la gara devono essere momenti sereni. Si deve respirare un clima impegnato, competitivo, coinvolgente. Il coach deve trasmettere valori positivi ed essere un esempio. Il gioco è il protagonista.

     
  2. Non si tollerano ritardi, disattenzioni e assenze alle sedute di allenamento. Il coach deve arrivare prima di tutti e va via dopo l’ultimo giocatore.

 

  1. Trovare il tempo per mantenere conversazioni (tecniche e non) al di fuori dell’allenamento con i giocatori. Informarli sui loro progressi, motivarli al miglioramento.

 

  1. Stabilire una routine prepartita. Prima nello spogliatoio, poi in campo nel riscaldamento con esercizi semplici ma efficaci. Nel limite del possibile fare attenzione all’intervallo e a fine gara al defaticamento.

 

  1. Collaborare in panchina con gli assistenti. Dividere e non sovrapporre i compiti e i ruoli.

 

  1. Trasmettere fiducia, determinazione e sicurezza. I giocatori vanno incitati tenendo conto della loro personalità e carattere. Mai insultati e offesi! Elogiare pubblicamente i positivi. E’ più produttivo un "sei stato bravo, ma ……….." che "sei stato scarso …….."

     

19.  I giocatori non devono parlare con l’arbitro, anche il capitano. L’allenatore nei momenti giusti si deve rivolgere all’arbitro.  

 

20.  Autocontrollo in allenamento e in partita. Essere misurati negli esercizi ed in partita, con molta attenzione.

 

  1. Dare incarichi adeguati al dirigente acc.. Egli deve mantenere i rapporti della squadra anche con gli ufficiali al tavolo e l’altra Società.

 

22.  Tutti i giocatori devono giocare. Non esistono riserve o sfigati con il tesserino. Si può trovare il momento per far giocare tutti. Chi merita gioca i momenti migliori e i più importanti

 

Luino, 3° aggiornamento 2007 ( da modello programmato nel 1988)

Prof. PIERGIORGIO MANFRE’

 

Dove ti trovi:>Home>Regole dell'istruttore